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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Lorenzo

 

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Mi chiamo Lorenzo. Mia madre mi ha allattato fino a sei mesi. Quando avevo due anni, mia nonna mi portava sempre in un prato vicino a casa mia e, per coprirmi dal sole, mi legava un fazzoletto in testa.

Mi chiamo Lorenzo. Sono nato il ventisei ottobre del 1992, all’una di notte, nell’ospedale Nuova Regina Margherita a Roma. Mia madre mi ha allattato fino a sei mesi. Quando avevo due anni, mia nonna mi portava sempre in un prato vicino a casa mia e, per coprirmi dal sole, mi legava un fazzoletto in testa. A tre anni cominciai ad andare all’asilo, ma non ci andavo mai volentieri non perché non mi piacesse stare insieme ai miei amichetti, giocare e mangiare con loro, ecc.., ma perché c’era una suora severa che mi sgridava sempre e non mi stava per niente simpatica. “Finalmente” arrivò il momento di andare a scuola, e l’inizio del primo giorno me lo ricordo benissimo. C’era mia madre ad accompagnarmi e appena entrai, mi trovai davanti la mia aula: i miei cinque compagni erano su una riga e su un’altra c’era Caterina. L’insegnante di matematica, la maestra Scafetta, mi chiamò e mi fece mettere accanto a Caterina. La maestra Scafetta è stata la maestra che mi è piaciuta di più in assoluto, e quando, alla fine dell’anno, mi ha detto che non sarebbe tornata l’anno successivo, mi è dispiaciuto talmente tanto che mi sono messo a piangere.

La terza elementare è stata tragica, per me, perché è l’anno in cui ti fanno cominciare a studiare: per mia grande fortuna, mi ha aiutato mamma. In quarta e quinta elementare mi sono divertito con i miei compagni, perché un anno ho fatto la pluriclasse con Alessandro, Andrea, Sahuara e Giulia e l’anno dopo l’ho fatta con tutti quelli che quest’anno fanno la seconda media. La prima media, per quanto riguarda i compagni, non mi è piaciuta granché, ma per gli insegnanti, sì. In seconda ho ritrovato i miei amici preferiti, ma gli insegnanti sono cambiati in peggio. Comunque questo rimane fino ad oggi l’anno più bello delle medie. Quest’anno, invece, gli insegnanti proprio non mi piacciono, tranne qualche eccezione. E poi non mi piace tanto studiare, forse perché quest’anno mi piace di più uscire con i miei amici e quindi, uscendo, ho molto meno tempo per fare i compiti. O forse dipende dalla crescita, che invece di migliorarmi mi sta peggiorando!

E così siamo giunti a oggi, diciannove novembre del 2005. Sono magro e di certo non sono il più alto della classe; ho i capelli castani, occhi marrone-nocciola, un normalissimo naso, bocca stretta e labbra abbastanza carnose; le orecchie non sono né a sventola né attaccate alla testa.

Sono molto permaloso, simpatico, spiritoso, affettuoso, molto testardo, non sono dispettoso, ma so essere anche arrogante e, quando lo voglio, addirittura insopportabile. Mi piacciono i miei amici e mi piacciono i miei genitori, che non mi fanno mancare nulla. Non mi piace la casa in cui vivo, e poi che per fare quasi qualunque cosa dobbiamo andare a Tivoli o a Roma; e infine vorrei esser nato nel ’93, per tanti motivi...

Appena sveglio, mi rilassa sentire il cinguettio degli uccelli e il fruscio degli alberi; invece mi dà molto fastidio sentire le voci di tante persone parlare insieme. Mi piace sentire l'odore dei cibi che mia madre cucina, a parte alcune eccezioni come i broccoli o la trippa. Poi penso che odori più nauseanti di quello delle patate e dei pomodori marci non esistano! Le poche volte che l'ho visto sono rimasto affascinato dal rosa salmone delle nuvole quando il sole tramonta. Mia madre fa un dolce a forma di salame con il cacao e i biscotti frantumati: è buonissimo! Me ne mangerei quattro o cinque fette alla volta! E poi mi piace toccare le cose fatte di gomma, perché mi rilassa e mi fa concentrare su ciò che sto facendo.

Spero che mi laureerò e avrò un lavoro ben pagato e serio. Vorrei avere una moglie e dei bambini con cui giocare, trasmettergli tutte le cose che saprò e lasciargli la mia eredità. E vorrei che i miei genitori vivessero tanto e morissero normalmente di vecchiaia.

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