Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
La Musica e il Canto popolare nella Valle dell’Aniene
professor Giulio Sforza - associazione culturale Vivarium
Civico Museo d’Arte Moderna di Anticoli Corrado, sabato 13 ottobre 2007
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Il professor Giulio Sforza dirige il Coro dell’associazione culturale Vivarium.
Ascolta alcuni brani della conferenza nelle registrazioni di Eclario! |
Sabato 13 ottobre 2007, in una sala dello splendido Museo di Anticoli Corrado, abbiamo partecipato a un evento che è stato anch’esso un’opera d’arte. E che, in quanto tale, ha suscitato in noi la fantasticheria di un futuro in cui sarà forse possibile “incorniciare” e conservare, nella loro sensuale pienezza, non solo il “testo”, ma le emozioni, quello che potremmo chiamare il “clima” personale e interpersonale, i colori, le scoperte, i silenziosi soprassalti dei momenti perfetti che di quando in quando ci sono offerti da persone eccezionali, o da persone comuni in un eccezionale istante di assoluta “grazia”, o da entrambi quando i primi, com’è accaduto in questo caso, riescono quasi per magia a dar vita nei secondi a una così rara condizione.
Parliamo delle Riflessioni sul canto e la musica popolare che il professor Giulio Sforza ha generosamente condiviso con noi nel corso di uno dei più suggestivi appuntamenti di questo bel Festival degli Antichi Suoni che da settembre anima i finesettimana della Valle dell’Aniene. Riflessioni che non sono state oggetto solo di una “conferenza”, ma al tempo stesso anche di uno spettacolo e di un concerto; e nelle quali Giulio Sforza ha saputo così meravigliosamente coinvolgerci da trasformare anche noi in una sorta di “coro” interpretante e commentante: certo, non così esperto e versatile come il vero coro dell’associazione Vivarium che frattanto le illustrava con i suoi canti, alla mbriachegna e non, ma in qualche modo altrettanto presente, altrettanto consapevole dell’importanza della propria funzione nell’assicurare la godibilità e il successo dell’evento.
“Insegnanti” di questa fatta sono così rari che incontrandone uno viene spontaneo chiamarlo, piuttosto, Maestro. Poiché, presentando il volume I Vivaresi e il Canto Popolare, antologia di musiche e testi scelti e annotati da Beatrice Sforza e Francesco Petrucci, il professor Sforza ci ha letteralmente sollevato e portato con sé (con la parola, col gesto, col terribile sguardo animato non soltanto da implacabile intelligenza, ma anche, per fortuna nostra, da affabile levità ― non a caso è L’evità il titolo della sua ultima raccolta di liriche dell’immanenza) dalla Grecia dei culti dionisiaci alle osterie di Vivaro, dalla Bayreuth di Richard Wagner alla Pescara di Gabriele D’Annunzio, dai monti ove con lui dimorò Zarathustra (Giulio Sforza, Canti di Pan e Ritmi del Thiaso, Subiaco, 2005, p. 74) alle meno rischiose valli ove gli apprendisti come noi si accontentano e son già deliziati dal sentirne parlare così profondamente e voluttuosamente: pendevamo dalle sue labbra, né più né meno come il coro dell’associazione Vivarium pendeva dalla sua mano e dal suo diapason, e a poco a poco la parola e il canto si son fusi nelle nostre menti in quell’armonia così rara, così difficile da ottenere, che è dei sensi e dell’immaginazione insieme.
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I Vivaresi e il Canto Popolare, antologia di musiche e testi scelti e annotati da Beatrice Sforza e Francesco Petrucci. |
Canti di Pan e Ritmi del Thiaso, liriche dell’immanenza di Giulio Sforza. |
L’evità, altre liriche neoclassiche di Giulio Sforza. |
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Da una vita ormai Giulio Sforza, intellettuale non allineato, immanentista radicale, difende, nella sua attività di ricerca di insegnamento e di divulgazione, i diritti dell’Uomo totale minacciati, se non conculcati, da una società e da una cultura che è poco dire inestetiche ed anestetiche, affidando all’arte in generale come ragione partecipativa ed alla poesia ed alla musica in particolare il compito di sanare i guasti operati in ogni campo (da quello religioso a quello educativo) dallo spirito di oggettivazione e di trascendenza.
Tra le cose che ha scritto, nelle quali tenta di teoreticamente giustificare la sua visione del mondo prevalentemente dionisiaca ma non priva di nostalgie per apollinee solarità, ha più care: Metaproblematico e Pedagogia, La Funzione didattica (spunti per un discorso sul metodo come episteme), Educazione e sinistra tra conformismo e liberazione (con Ettore Laurenzano), Studi Variazioni Divagazioni, Musica in prospettiva europea (con Maria Teresa Luciani), Altre Variazioni con Spigolature e Polemiche, i volumi collettanei da lui curati L’educazione estetica oggi, Religione ed educazione, Musica ed ecologia in prospettiva estetica, (Atti delle omonime Giornate internazionali itineranti di Studi e d’Arte promosse dall’Associazione culturale di varia Umanità e Musica Vivarium da lui fondata). Ha tradotto Held, Lévy, Onimus, Daniélou, Bergounioux, Polin... e, dall’italiano con Jacqueline Held, Rodari (Poèmes au ciel e sur la terre). Per le edizioni Atelier des Grames ha curato per la parte italiana l’edizione bilingue del poema in prosa L’a bordée, di Michaël Glück.
(Dalla IVa di copertina di Canti di Pan e Ritmi del Thiaso, liriche dell’immanenza)
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