Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Arcos de la Frontera
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La Danza delle Anime Gemelle di Birgitt Shola Starp (Cliccala per ingrandirla!) |
La targa con il titolo dell’opera e il nome dell’artista (Cliccala per ingrandirla!) |
(Le immagini che seguono sono tratte dall’ottimo sito comunale www.ayuntamientoarcos.org. Clicca su quelle che vuoi ingrandire!)
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Calle Cuesta de Belén
Calle Maldonado
Callejon de las Monjas
Casa del Conte di Aguila
Castello
Convento dell’Incarnazione
Convento dell’Incarnazione
Monumento alla Pace
Palazzetto
Palazzo Mayorazgo
Palazzo Mayorazgo
Palazzo Mayorazgo
Palazzo Torresoto
Palazzo Torresoto
Palazzo Torresoto
Paseo dell’Andalusia
Piazza del Cabildo
Piazza del Cabildo
San Francesco
San Pietro
Santa Maria
Santa Maria |
Arcos de la Frontera è un comune della provincia di Cadice. Si trova a 50 km a NO del capoluogo, sulla riva settentrionale del rio Guadalete, e la sua popolazione è di quasi 28.000 abitanti.
La sua straordinaria posizione, a picco sul colle detto La Peña, a 185 m sul livello del mare, offre un colpo d’occhio spettacolare.
Il
territorio di Arcos è una zona intermedia tra la depressione del
Guadalquivir, a ovest, e le colline della Subbetica, nella quale abbondano
i terreni argillosi. Gode di un clima mediterraneo, con temperature dolci
e,
nei mesi che vanno da ottobre a marzo,
un’intensa
piovosità che alimenta le sorgenti dei suoi due fiumi più importanti, il
Guadalete e il Majaceite, e di molti altri minori.
Storia
Il nome de la località deriva dalla parola latina arx, che indica una fortezza costruita su un’altura.
Medina
Arkoasch, nome con cui la città era conosciuta in epoca musulmana,
riuscì a mantenersi indipendente fino al 1103, quando fu annessa ai
territori di Siviglia. Poi, nel 1246, allorché Siviglia fu conquistata da
Fernando III il Santo e Arcos entrò a far parte del Regno di Castiglia,
alla popolazione di fede musulmana fu permesso di continuare a professare
la propria religione. Ma alla fine del 1264, dopo un’insurrezione
popolare,
la città fu definitivamente riconquistata da Alfonso X, la popolazione
musulmana fu espulsa e si provvedette a ripopolare la città con genti di
fede cattolica. Il cui valore militare, dimostrato durante la famosa
battaglia del Salado, valse loro la concessione della hidalguia da
parte di Alfonso XI e l’esenzione
da tutti i tributi e le imposte. Alla fine del secolo XVIII, annessa alla provincia di Siviglia, Arcos faceva parte di una delle regioni spagnole più segnate dal latifondo, e fu pertanto la scena di continue e intense lotte contadine. E tuttavia, negli anni che seguirono, quella stessa popolazione lottò eroicamente anche contro gli invasori francesi.
Patrimonio
artistico
Il suggestivo tracciato urbano, costituito da vie di case bianche che si susseguono e si intersecano lungo il pendio della collina sotto archi maestosi, fa di Arcos de la Frontera una delle più belle città della Spagna. Non a caso, nel marzo del 1962, tutto il suo centro storico, dalla porta di Matrera alla Cuesta de Belén, è stato dichiarato Monumento Storico Nazionale. Arcos de la Frontera si compone di due zone, la Città Vecchia, situata sulla collina e di origine medioevale, e la parte edificata durante il secolo XIX sulle rive del rio Guadalete. Ed è nella Città Vecchia che si possono ammirare i più bei monumenti di Arcos. La chiesa di Santa María dell’Assunzione, costruita tra il XVI e il XVIII secolo nella zona prima occupata dalla moschea musulmana, è caratterizzata da una facciata monumentale e da un portico barocco, sul quale s’innalza la torre dell’orologio. Nell’interno, a tre navate di uguale altezza e con un abside di stile gotico, sono da notare l’altar maggiore, opera di Jeronimo Hernandez e di Andes Ocampo, che ne iniziarono la costruzione nel secolo XVI; il coro barocco, creato da Diego Roldan nel secolo XVIII; e le preziosissime opere d’arte che vi sono conservate, come l’affresco dll’Incoronazione di María, del secolo XV, una statua della Vergine del Rosario, e alcuni bei dipinti di Alonso Cano e di Francisco de Rizzi. La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, situata dall’altra parte della rocca e quasi sull’orlo del precipizio, è di origine gotica e possiede una torre dei secoli XVI e XVII. Si compone di una grande navata gotica, circondata da cappelle, nella quale si può ammirare l’altare più antico della provincia, disegnato dai fratelli Fernandez di Guadalupe e decorato da sculture di Antón Vázquez e da dipinti di Zurbarán, Ribera e Pacheco. E poi il convento dell’Incarnazione, del quale rimane solo la chiesa; il convento di San Francesco, con dipinti della scuola di Zurbarán e di Murillo; il convento di Sant’Agostino, nel quale si conserva l’immagine di Gesù Nazareno che è la più venerata della città; la chiesa dell’Asilo della Carità, uno dei primi monumenti andalusi di stile coloniale; la chiesa di San Giovanni di Dio, del primo periodo barocco; la chiesa della Misericordia, con la sua porta di stile barocco. Molto interessanti anche il castello Ducale, residenza di duchi di Arcos; il palazzo del conte di Aguila; la calle Cuna, dove si incontra la casa dallo stesso nome che fu un tempo sinagoga ebraica; l’arco di Matrera; e la facciata della casa degli Espinosa, una delle più antiche dell’Andalusia, che ricorda la decisiva partecipazione delle truppe di Arcos alla battaglia del Salado.
Paesaggio
La sua posizione naturale al centro di un dolce paesaggio attraversato dal fiume Guadalete, la ripida collina su cui s’innalza e il bianco intenso delle sue case fanno di Arcos de la Frontera una delle più belle città dell’Andalusia.
Turismo,
feste e folklore
La
festa più importante è la Settimana Santa, dichiarata di Interesse Nazionale,
che culmina la domenica di Pasqua con la salita del toro dell’Alleluia. Vi sono poi: la festa patronale, dedicata alla Vergine delle Nieves, che si celebra il 5 agosto; la Feria di San Michele, gli ultimi giorni di settembre; e la Romeria del Santo Cristo del Romeral, il 14 settembre. |
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