Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
La Terra vista da Anticoli Corrado
diario del Prof (scolastico e oltre)
11 novembre 2006
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È giusto mantenere l’ordine impugnando un bastone?
Un grosso e levigato Bastone ― un pesante Randello ― è apparso da qualche giorno nella Scuola di Anticoli Corrado e ha deciso di stabilirvisi.
A
tutt’oggi, a quanto il Prof ha potuto appurare, non è ancora
mai uscito dalla sala mensa. Ma chissà... a poco a poco, se nessuno gli
si mette di traverso, potrebbe mostrare anche nell’atrio il suo tondo
e ottuso capoccione, e di lì, pian pianino ―
da
cosa nasce cosa e l’appetito vien bastonando ―
intrufolarsi
perfino nelle aule... E se poi, un brutto giorno (visto che qui si trova
bene, il lavoro gli si confà e non gli pare gravoso né vile) decidesse
d’invitare a fargli compagnia, e magari ad alloggiare in cucina, il
suo vecchio e buon amico l’Olio di Ricino?
Per il momento, a dire il vero, il Randello non ha dato segno di aver voglia di tornare ad accarezzare come un tempo le tenere spalle dei bambini fra i sei e i dieci anni. Ma si sa che questi vecchi, squallidi Arnesi sono astuti! Sanno bene come comportarsi, quando tornano giù dalle soffitte o riemergono dalle fogne e ricompaiono dopo tanti anni, con la peggior faccia tosta del mondo, nei luoghi dai quali furono scacciati con ignominia e dove più di una volta gli avi nostri ai loro spezzarono le schiene: si controllano, si trattengono, fingono di accontentarsi d’aver potuto di nuovo mostrare alla luce del sole le brutali facce inespressive, il loro singolo, stupido occhio rabbioso da ciclope. Anzi: cercano perfino di far credere di aver appreso la lezione, di aver indossato il doppio petto ed essersi ormai rassegnati a non fungere che da simboli, a minacciare senza colpire, a intimidire senza violentare!
Ma noi non ci cadiamo, e comunque non
sopportiamo di vederli neanche ammosciati, neppure dipinti, nemmeno
evocati: Randelli e Clave, Bastoni e Mazze, Verghe e Bacchette non ci
piacciono, ci disgustano anche solo a pensarli, e l’idea che siano
ogni giorno esibiti e branditi e percossi su tavoli e panche dinanzi a creature di pochi anni ci indigna poco meno di quanto ci
turberebbe il sapere che nelle menti di chi li impugna alberga la turpe
voglia, e
forse
non inconscia,
di
usarli per far loro del male anche fisicamente. Allora è meglio il Ritalin!,
verrebbe da esclamare, se non si sapesse benissimo che i propinatori di
psicofarmaci ai bambini sono dei bastonatori anch’essi, solo più
furbi e raffinati e “moderni”...
Ma nella Scuola, gentili e delicate colleghe e affettuose e fedeli spose e madri di famiglia branditrici di Randelli, non dovrebbe regnare sovrana la Parola? Non dovrebbe la Scuola essere il luogo ove si aiutano i piccoli a non perdere l’istintivo sapere che l’umano si distingue dal non umano perché l’evoluzione lo ha dotato di strumenti comunicativi di gran lunga superiori all’esibizione delle zanne, dei grugni e in generale dei caratteri sessuali secondari maschili? (Anche se il Bastone, gentili colleghe, essendo tra l’altro un simbolo fallico, di “secondario” ha davvero poco, e vederlo ergersi dinanzi a dei bimbetti fra le manine di una bella signora è forse anche più ripugnante che vederlo rizzare da un manganellatore di fronte a delle persone adulte!) Non dovrebbe, insomma, la Scuola ― per esprimersi con parole che anche uno sbandieratore di Clave possa intendere ― insegnare a spiegarsi e a dimostrare, piuttosto che a minacciare e intimidire?
I bambini non sono somari né tampoco muli, pare a noi. Sono esseri umani, e come tali hanno il diritto di essere sempre apostrofati. Quando lo meritano li si deve redarguire, certo, e se non ascoltano si può alzare la voce di un certo numero di decibel e mostrarsi molto contrariati... Ma in nessun caso li si può trattare come animali non umani!
Chi chiacchiera con le bestie e gli racconta i fatti propri, se lo fa per gioco va bene, ma se lo fa sul serio si può ben credere che non ci stia del tutto con la testa. Allo stesso modo, chi fa vedere il Bastone ai bambini, lo impugna, lo agita di qua e di là e infine lo sbatte violentemente sul tavolo, se scherza è un conto ― ed è pur sempre uno scherzo di cattivo gusto ― ma se fa sul serio... Be’, come minimo lo si deve avvisare che sta scambiando lucciole per lanterne e le orecchie umane per i lunghi e pelosi padiglioni auricolari che Lucignolo e Pinocchio cercarono invano di nascondersi l’un l’altro; e che è chiaro a tutti, nel vederlo commettere un errore così marchiano, che allo stesso modo potrà fra non molto confondere le schiene con le groppe o le facce con i musi. E come massimo gli si deve dolcemente chiedere di farla finita al più presto, e magari di andare a fare il domatore in un circo, dove potrà mostrare a destra e a manca bastoni e fruste come meglio crede.
Ci dicono che i bambini, a mensa, sono quest’anno più rumorosi dell’anno scorso e non ubbidiscono ai richiami, quando a lanciarli sono voci femminili. Che solo il gran Botto del Bastone riesce a calmarli per un po’, o quanto meno un bel basso maschile... Ma che strano! Eppure fino all’anno scorso le maestre riuscivano anche senza alzare Bastoni ― magari lanciando qualche urlaccio ― a ricondurli all’ordine e perfino a una relativa quiete! Come mai quest’anno è diventato impossibile? Non sarà che i bambini sono tristi per aver perduto le maestre a cui volevano bene? Non sarà che il comportamento un po’ troppo vivace è una sorta di ritorsione per essere stati “abbandonati” applicata nei confronti di chi quelle maestre ha sostituito e forse scacciato? Non sarà che mostrar loro il Bastone ― cioè superare le colleghe partite rendendosi più spaventose e “toste” ― è assai più facile e “comodo” che tentare di batterle in impegno, in creatività e in comprensione per dissipare la nostalgia talvolta un po’ rabbiosa che i bambini sentono per loro?
Un uccellino ci ha detto che le cuoche ― che pure sono adulte e vaccinate ― quando le colpisce a tradimento il Gran Botto del Bastone mentre gli danno le spalle perché stanno servendo, si buscano un bello spavento. Se questo è vero ― e non abbiamo ragione alcuna per dubitarne ― ci domandiamo quanto più si spaventeranno una bambina o un bambino più timidini degli altri, o che per caso vengano sorpresi dalla Fenomenale Randellata mentre sono un po’ soprappensiero, come accade a quell’età, intenti a seguire una fantasticheria o un ricordo con le labbra semiaperte e gli occhietti sognanti, quando all’improvviso... Bum! La Clava Preistorica si abbatte sul Macigno Paleolitico, il sogno ad occhi aperti va in frantumi e la Buona Digestione si ritrova a fare i conti con il penoso intralcio della Tachicardia!
Perché ce ne saranno almeno un paio di carini e dolci, fra i bimbi anticolani ― noi riteniamo ― che dall’improvviso Gran Botto, anziché educati e istruiti, siano di volta in volta stimolati a indurirsi e a incattivirsi per esserne un po’ meno feriti la prossima? O sono tutte bestiacce, che non capiscono che le maniere forti? Non è possibile! Mentre è assai probabile, al contrario, che di bestiacce fra i bambini non possano essercene in alcun caso, a parte quelle che come tali eventualmente li trattassero.
Coraggio, signore maestre dalle penne rosse e non! Siamo certi che non vi sarà difficile, con un po’ d’impegno, tramutare i vostri leggiadri sembianti in feroci ma umanissime smorfie, assai più dissuasive, per i discoli, di qualsiasi esibizione e percussione di possenti ma inanimati Randelli. E non vi preoccupate troppo per le rughe d’espressione che tale mimica comunicativa potrebbe incidere sulle vostre levigate epidermidi: un volto femminile umano, anche se un po’ sciupacchiato, troverà sempre e dovunque assai più estimatori (o quanto meno estimatori più raccomandabili) delle rocciose maschere da virago che la troppa confidenza col Bastone sta lentamente ma sicuramente marchiando a fuoco sui cari dolcissimi volti che i bambini avrebbero potuto amare quasi quanto quelli delle mamme...
(11 novembre 2006) |
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L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).
L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.
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