Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Passeggiata al monastero di san Benedetto
sabato 6 aprile 2013 - con la collaborazione del professor Marcello Salvatore
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1. Sacro speco o Monastero di san Benedetto, m 640, sorto a partire dalla fine del secolo XII sopra la grotta dove san Benedetto
passò i primi anni di vita monastica. È un complesso di edifici estremamente pittoresco, che comprende due piccole chiese
sovrapposte e una serie di cappelle e di grotte riunite da scalinate. L’insieme, situato sotto un’alta parete di roccia e dominato
da una torricella, sorge sopra nove alti archi, in parte a pieno centro, in parte a sesto acuto. (Notizie, come le altre in questa pagina,
desunte da L’Italia - Lazio - Touring Club Italiano, Milano, 2005, pp 521-525. ScuolAnticoli è a disposizione dell’Editore
per ogni adempimento che eventualmente dovutogli per la pubblicazione, sia pure senza scopo di lucro, di questi estratti).
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2. Edicola di san Salvatore. |
3. Affresco del secolo XVI raffigurante una Modonna in trono col Bambino e angeli. |
4. Ex cappella di san Mauro. |
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9. Oltrepassato un portale si sale, tra antichi lecci considerati sacri, una scala a gradini. |
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10. I lecci “sacri” prima della grande nevicata del febbraio 2012. |
11. I lecci “sacri” dopo a grande nevicata del febbraio 2012. |
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Per una porticina gotica, sormontata da una croce a decorazione cosmatesca, da un affresco (Madonna col Bambino) quattrocentesco
e da una caditoia, si entra in un corridoio ricavato nella roccia e illuminato a destra da quattro arconi; la volta dell’ultima arcata
è adorna degli affreschi dei santi Leone IV, Gregorio I, Agatone e Benedetto; in fondo è una porta che reca nell’architrave
l’iscrizione cosmatesca Sit Pax intranti, sit gratia digna precanti, a firma di Lorenzo col figlio Iacopo, e sopra è un affresco
(Madonna col Bambino) di Ottaviano Nelli.
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36. Si passa quindi nella irregolare Sala del Capitolo Vecchio, illuminata da quattro bifore e rivestita di numerosi affreschi,
tra cui, alla parete sinistra, san Marco, san Giovanni, Redentore, san Luca, san Matteo e, nella lunetta in alto,
Madonna col Bambino, tutti della scuola del Perugino.
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Discesi tre gradini, si è in un piccolo corridoio (aperto a destra sullo strapiombo) dove a sinistra si apre l’ingresso della chiesa superiore,
estremamente suggestiva, edificata verso la metà del secolo XIV, la costruzione più alta del monastero. È a una sola navata a pianta
rettangolare, e si compone di una parte anteriore, a due campate, e di una posteriore bassa e oscura, scavata nella roccia. Le dividono
tre archi acuti, risalenti all’800, retti da colonnine provenienti dalla villa di Nerone; il pavimento, in opus alexandrinum, venne rifatto nel ’700.
La parte anteriore compresa nella prima campata è quasi completamente ricoperta da affreschi di scuola senese del secolo XIV. La parete
di sinistra è divisa in tre zone orizzontalmente: in basso, Bacio di Giuda, Fuga degli Apostoli, Flagellazione; nella seconda zona, Condanna
di Gesù e Salita al Calvario; nella terza, Discesa dello Spirito Santo; alla stessa parete è un pulpito marmoreo della metà del ’200.
Nella parete di fronte, sopra l’arco gotico, bella, grande Crocifissione. Nella parete di destra, anch’essa spartita in tre zone: nella prima
in basso, Tre Marie e angelo seduto sul Sepolcro; quindi Ingresso di Gesù in Gerusalemme; nella seconda zona, Cristo che appare
alla Maddalena e San Tommaso che tocca le piaghe di Cristo; nella terza, Ascensione. La campata successiva, più bassa, è adorna
di affreschi di scuola umbro-marchigiana (1430 circa), rappresentanti Scene della vita di san Benedetto: nella parete sinistra,
Tentazioni e Miracoli del Santo; di fronte, san Benedetto con santi e personaggi della famiglia Anicia; nella parete destra,
Castigo del giovane monaco e Miracolo del vaglio.
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53. Sottopassando gli archi che separano i due ambienti in cui si divide la chiesa, si scende per alcuni scalini alla parte posteriore.
L’altare, costruito nell’800 in forme cosmatesche, e sopra il quale è sospeso un Crocifisso bronzeo di Luigi Venturini (1972),
conserva di originale il *paliotto e le colonnine (secolo XIII); a destra, Crocifissione, affresco di scuola senese del ’300.
A sinistra si apre una piccola grotta recante affreschi di Ottaviano Nelli: Crocifissione, santi, Resurrezione di Lazzaro.
A destra invece sono due cappelle intercomunicanti affrescate anch’esse da artisti di scuola umbro-marchigiana. Nel sottarco
dell’ingresso, *Ultimo colloquio di san Benedetto con santa Scolastica, Redentore, San Benedetto guarda santa Scolastica
trasformatasi in colomba, 2 angeli (attribuiti a Ottaviano Nelli). Nella prima cappellina: a sinistra, Morte di santa Scolastica,
Crocifissione, Morte di san Mauro; nella parete destra, Martirio di san Placido (attribuito al Nelli); nella volta, Dottori della Chiesa.
Nel sottarco tra le due cappelline, Santi, tra cui *Sant’Agnese, attribuita al Nelli. Nella seconda cappella: a sinistra, Decapitazione
di san Paolo e Madonna e santi; a destra, San Pietro e san Giovanni guariscono miracolosamente lo storpio, attribuito al Nelli.
Accanto a quest’ultimo si trova una colonnina marmorea gotica con un’urnetta cineraria; di fronte, sopra la porta che dà accesso
al cortile dei Corvi, è un occhio con vetrata a colori del ’400. Al termine della parete destra una porta introduce nella Sagrestia;
nelle lunette, Crocifissione, affresco di Ottaviano Nelli, Angelo custode, affresco di Vincenzo Manenti, Madonna col Bambino,
tavola della scuola del Pinturicchio, Pietà, affresco del Manenti: inoltre, due bei polittici (Madonna e santi) del ’300;
San Sebastiano, del ’600, e Storie della vita di san Benedetto, tavola del ’300.
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88. Nel cortiletto sono allevati, secondo un’antica tradizione benedettina, alcuni corvi a ricordo del miracolo del corvo
che portò lontano il pane avvelenato inviato dal prete Fiorenzo a san Benedetto.
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Rientrati in chiesa, per due rampe di scale si scende alla chiesa inferiore, formata da cappelle a più livelli ricavate nelle anfrattuosità
della roccia. Al termine della prima rampa è un ripiano con a destra, nella parete d’ingresso, Papa Innocenzo III mostra la bolla
delle donazioni al monastero, affresco del secolo XIII, e a sinistra Madonna in trono col Bambino, firmato Magister Consolus (1280 circa).
Seguono dello stesso, nella parete sinistra: Prodigio del Santo in Affile, Vestizione per mezzo di san Romano, Ritiro nella grotta del Taleo;
la Pietà al centro è invece opera del ’400. A destra un cancello chiude la cappelletta detta di san Romano, nel cui sottarco sono busti di
Ss Martiri, anch’essi del Consolus. Prima di imboccare la seconda rampa della scala, ci si può soffermare a guardare dall’alto
il magnifico effetto formato dalle luci della vetrata del piano inferiore, dagli archi e dalla Scala santa. A sinistra della scala che porta
al secondo ripiano, Transito di san Benedetto, anch’esso del Consolus; nella lunetta al di sopra, Santo Stefano, San Tommaso di Canterbury
e San Nicola di Bari, dell’inizio del ’200. Più in basso, sempre a sinistra, Miracolo del Goto e, in alto, Miracolo di san Placido, sempre del Consolus.
Allo stesso appartengono gli affreschi posti ai lati della finestra nella parete di fronte, rappresentanti: Donna che porge a san Benedetto il pane
avvelenato mandatogli dal prete Fiorenzo e San Benedetto che comanda al corvo di portare via il pane; al di sopra, entro tondi, San Benedetto
e Santa Scolastica. Nella volta, 4 Evangelisti, San Benedetto, santi e Salvatore, Angeli, dell’inizio del ’200.
Nella parete destra, a sinistra dell’ingresso al Sacro Speco, San Gregorio Magno e la madre santa Silvia che fanno una donazione ai monaci,
affresco di Vincenzo Manenti. Si entra nel Sacro Speco, dove il giovane san Benedetto visse per tre anni in solitudine, e la cui statua
marmorea, opera di Antonio Raggi (1657), appare in fondo, contro la roccia; la grotta, chiusa da un muro rivestito di marmo cipollino
ricavato da colonne della villa di Nerone, è perennemente illuminata da 13 lampade a olio; a destra, piccolo altare in forme cosmatesche
con paliotto originale (secolo XIII). All’inizio della Scala santa, per una scaletta a chiocciola, si sale all’atrio che introduce alla cappella
di san Gregorio Magno, limitato a destra dalla parete di roccia. Nella parte centrale è un pilastro che sostiene la volta in cui sono dipinti
animali simbolici; alle pareti, Chelidonia con i corvi che le portano il vitto, affresco del Consolus, quindi Santa Lucia, affresco del ’300,
Giudizio universale e Resurrezione dei morti, affreschi del ’400. In fondo all’atrio, a destra della porta, San Gregorio Magno in trono
e Giobbe, affresco del secolo XII. Si entra quindi nella cappella di san Gregorio Magno, detta anche degli Angeli, adorna di affreschi
bizantineggianti, dell’inizio del secolo XIII: nella parete d’ingresso, a destra, *San Francesco, risalente al 1223, dipinto durante il passaggio
del Santo da Subiaco; sinistra, Il cardinal Ugolino (Gregorio IX) consacra la cappella, Apparizione dell’angelo a frate Oddone, Gesù nel sepolcro,
attribuito ad Antoniazzo Romano, e sopra San Michele Arcangelo; nella parete di fronte, minuscola abside col busto del Salvat9ore benedicente
e, ai lati, San Pietro e San Paolo; al di sopra dell’altare, Crocifissione, Madonna e San Giovanni; nella volta, 4 Evangelisti e 4 Cherubini.
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Tornati alla chiesa inferiore, si scende la Scala santa, così chiamata perché costruita sul tracciato del ripido e sassoso sentiero
che san Benedetto soleva percorrere per salire al Sacro Speco; è tutta decorata di affreschi degli stessi artisti di scuola senese che dipinsero
la prima parte della chiesa superiore. Alla parete destra, Trionfo della Morte; sull’arco di fronte, Battesimo di Gesù; alla parete sinistra,
L’eremita Macario mostra a tre giovani le condizioni della morte. Più in basso, a destra, Strage degli Innocenti, sull’arco (sul retro
del Battesimo) Fuga in Egitto; nel primo sottarco, Sant’Onofrio e San Giovanni Battista; nel secondo sottarco, sant’Anatolia
e Santa Scolastica; ai pilastri San Lorenzo e Santo Stefano. Al termine della scala, a sinistra, si apre la gotica Cappella della Madonna,
del secolo XIV, anch’essa decorata dagli artisti che ornarono la scala. Nell’abside, Madonna col Bambino, angeli e pontefici, sotto
Crocifissione,Madonna e san Giovanni, San Benedetto, San Placido e San Mauro; nella parete di fronte, Beato Lorenzo, tavola
ottocentesca di G. B. Moroni, dietro la quale sono le ossa del Beato, e in alto, sotto la finestra rotonda, Natività e Adorazione dei Magi;
alla parete destra, Transito di Maria, in alto, Assunzione di Maria; nelle vele della volta, Annunciazione, Incoronazione, Purificazione,
Madonna della Misericordia. Si scende una scaletta (notare, nel pilastro a sinistra, San Gregorio Magno, affresco firmato
da Stammatico Greco e datato 1489) e si entra nella Grotta dei Pastori, dove san Benedetto scendeva per istruire i pastori;
sulla roccia, Madonna e 2 santi, affresco bizantino del secolo VIII, la pittura più antica del Sacro Speco.
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139. Si esce su una terrazza, a destra della quale è l’Ossario dei monaci, usato sino al 1870, con affresco (Deposizione) del ’400;
sulla parete a sinistra, San Benedetto si getta nelle spine, affresco del Manenti, al di sopra del quale è un altro affresco, di San Benedetto
(secolo XIII). Si scendono alcuni scalini e si è nel roseto, cresciuto dopo l’innesto compiuto da san Francesco sui rovi in cui si era gettato
san Benedetto; a sinistra, sotto un arcone, è un altro affresco del Manenti raffigurante San Francesco che innesta le rose.
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Vuoi servirti di queste immagini? Ci fa piacere! Ma abbi la correttezza di indicare dove le hai prese!
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