Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
per Amore di Anticoli
sei domande sul nostro Futuro
ai signori Laura Amicone, Marco Calderari, Manuel Carrera, Anna D’Incalci, Fernando Espositi, Giovanni Gaudenzi, Angelo Iacovelli, Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Francesco Putignani, Piero Splendori e a tutti i Cittadini di Anticoli Corrado che a esse vorranno rispondere
Come mai i primi undici intervistati sono proprio quelli e non altri? Clicca qui e lo saprai!
Ha inoltre risposto: Antonietta Starnati
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Della professoressa Laura Amicone
PhD, MD, Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia dell’Università di Roma La Sapienza
(Clicca qui per scaricare il testo di Laura Amicone in formato .pdf)
Ho avuto già modo di esprimere personalmente a Luigi Scialanca le mie perplessità sull’elenco dei primi undici destinatari del questionario. Perché proprio loro, perché altri no? Le persone invitate a rispondere sono forse quelle che meno di altri devono esporre le loro proposte ed i loro pensieri su Anticoli e gli Anticolani. E questo per un motivo semplice: gli undici in elenco hanno tutti, o quasi, in un modo o nell’altro, già dimostrato negli anni cosa intendano per politica, per amministrazione della cosa pubblica, per moralità ed etica, per impegno e per cura del bene comune e della collettività. Tutti gli Anticolani dovrebbero ormai avere ben chiaro, al di là delle specifiche risposte ai quesiti posti, quale spirito guidi le scelte che ciascuno di quei concittadini prenderebbe per il bene del paese
Ma non per questo mi sottrarrò dal rispondere alle domande che il carissimo amico Luigi ci porge, cogliendo ancora una volta l’occasione di esprimere la profondissima stima che ho per lui, uomo di grande passione civile, politica, culturale e di indiscutibile onestà intellettuale.
Permettetemi però una premessa, indispensabile per far capire esattamente cosa, secondo me, deve esserci a monte di ciascuna proposta e ciascun programma elettorale. Anticoli non può essere più amministrata per delega, la gestione della cosa pubblica non può più essere affidata esclusivamente ad un sindaco e a due assessori. Anticoli deve tornare in mano agli Anticolani, loro dovranno entrare nella casa comune ed affrontare, insieme agli eletti, problemi ed emergenze, organizzare la vita quotidiana della comunità, decidere priorità, scegliere dove indirizzare sforzi ed energie e cosa far passare in secondo piano in un momento di evidente ed innegabile difficoltà economica.
Gli Anticolani, quindi, dovranno diventare protagonisti di un PATTO CON I CANDIDATI, che dovrà sancire fin da sùbito un’assunzione di responsabilità collettiva e che, se disatteso negli anni successivi da una qualsiasi delle parti (eletti e non), dovrà necessariamente portare allo scioglimento del Consiglio comunale e a nuove elezioni: un sindaco lasciato solo DEVE dimettersi, così come una comunità abbandonata dalla sua amministrazione DEVE pretendere in ogni modo le dimissioni del suo sindaco.
Il senso di questa esigenza dovrebbe essere chiaro a tutti. Chi viene candidato Sindaco, assessore o consigliere, deve essere qualcuno che lavori solo ed esclusivamente per il bene della comunità, ma essendo quest’ultimo l’interesse di tutti, non può e non deve lavorare da solo (non è un martire né un missionario), ma condividere con i suoi concittadini prima le speranze, poi gli sforzi ed infine le responsabilità delle scelte. Basta deleghe in bianco e avanti con l’amministrazione di tutti.
Ma al di là delle parole, come si fa a realizzare un patto formale con i cittadini? A questo punto mi piace pensare a qualcosa che vada oltre le regole scritte dalla legge italiana che indica le semplici procedure richieste per presentare una lista elettorale. Mi piacerebbe che tutti i candidati si accordassero sul seguire un percorso preciso, non imposto dalla legge ma dalla nostra stessa comunità.
Primo passo di questo percorso dovrebbe essere la presentazione di candidature che siano state preventivamente concordate con la parte più ampia possibile della popolazione. La candidatura dovrebbe essere supportata da un numero minimo (ma non piccolo) di firme degli elettori, senza le quali la candidatura stessa dovrebbe essere, semplicemente, ritirata. Sarebbe inoltre necessario che gli elettori fossero informati, e convinti, del fatto che la loro firma alle candidature non è un impegno al voto per quel candidato ma, piuttosto, l’impegno ad assumersi responsabilità dirette nella gestione della cosa pubblica, insieme al futuro sindaco.
Questo significa che gli Anticolani possono supportare con le firme più candidature, ma, assumendosi con queste firme l’impegno della collaborazione futura, dovranno stare attenti a rendere candidabili solo persone di cui potranno fidarsi e con le quali riterranno possibili future proficue condivisioni di responsabilità. Tanti candidati, tante liste, tanti programmi, ma tutti preventivamente selezionati dagli Anticolani, che dovranno in questa fase decidere chi includere e chi escludere dalla competizione. Tutto ciò, ripeto, al di fuori, anzi “oltre”, le regole imposte dalla legge per la presentazione delle candidature.
Veniamo ora alle domande, le cui risposte non rappresentano un programma elettorale da suggerire ai candidati (meglio di me possono essere gli altri destinatari della lettera ad individuare problematiche specifiche e suggerire soluzioni tecniche) ma piuttosto hanno la presunzione di suggerire un’idea di amministrazione della cosa pubblica, quella che mi sta più a cuore.
1. Quali sono, a suo giudizio, i principali problemi – economici e/o culturali e/o morali e civili – di Anticoli Corrado, e quali soluzioni proporrebbe a tali problemi?
Anticoli ha un unico, grossissimo problema, che genera in automatico tutti gli altri: la progressiva perdita del senso di comunità. Sbaglia chi sostiene che le dure contrapposizioni politiche degli anni passati siano state sterili: in realtà, hanno generato una comunità malata, individualista, sospettosa e acritica. Riscoprire il senso della comunità è assolutamente indispensabile, se vogliamo sperare nella riuscita del sia pur meno ambizioso dei programmi elettorali.
Ma una comunità persa non si ritrova da sola. La condivisione di impegni e responsabilità, di cui parlavo sopra, oltre che vantaggiosa per il raggiungimento degli obiettivi, sarebbe curativa anche per la grave malattia di cui la comunità anticolana soffre. Ma perché si passi dalle parole ai fatti si deve procedere secondo un protocollo definito fin dall’inizio ed un patto tra amministrazione e cittadini sottoscritto dalle parti.
Tutto ciò assume anche un valore pragmatico, se si considera l’assoluta insufficienza di fondi e risorse e quindi la necessità che certi obiettivi siano raggiunti a costo zero, con l’impegno di tutti. In una famiglia in difficoltà economica la casa non la si fa pulire ad una domestica, a cui non si potrebbe corrispondere uno stipendio. Ognuno, secondo le proprie possibilità, prende scopa e scopettone e pulisce.
Ed ecco il primo esempio di progetto utile al recupero del senso di comunità: PROGETTO DI MANUTENZIONE CONDIVISA DEL PAESE. I cittadini si impegnano a mantenere pulito uno spazio pubblico adiacente alla propria abitazione, a curarne eventuali angoli verdi, a controllare e segnalare (senza remore e senza omertà) ogni violazione del patto o atteggiamenti che possano minarne il risultato. Non un impegno teorico ma formalmente dichiarato e sottoscritto. Non ci si dovrebbe aspettare altra ricompensa che una riscoperta bellezza e la pulizia del paese (anche se si dovrebbero necessariamente studiare formule di “ricompensa” per i cittadini virtuosi, per esempio la riduzione della tariffa sui rifiuti). Perché Anticoli è di tutti, non di chi momentaneamente ne occupa le poltrone di amministratori, e tutti devono concorrere al recupero del suo decoro. Gli amministratori devono essere “primi tra pari “ ed loro ruolo soltanto quello di organizzare un lavoro collettivo, renderlo utile ed efficiente.
Altro esempio potrebbe essere quello della creazione di ELENCHI DI COMPETENZE locali a cui il Comune possa attingere nel caso di iniziative od attività di pubblico interesse (anche in questo caso si dovrebbero valutare procedure di ricompensa).
Ma il recupero della comunità e la condivisione di responsabilità dovrebbero andare oltre il farsi carico da parte di tutti del decoro e della manutenzione del paese. I miei concittadini sono la mia famiglia allargata, una famiglia di cui mi fido, a cui affidare i miei figli, i miei anziani, i miei congiunti in difficoltà. Oltre l’elenco di competenze mi piacerebbe quindi nascesse un ELENCO DI DISPONIBILITA’ in cui ognuno si metta a disposizione degli altri per qualche ora del giorno, della settimana o anche solo del mese. Un elenco di disponibilità a cui ognuno contribuisce ma a cui ognuno può attingere. N.B.: La banca del tempo (che somiglia molto a tutto ciò) funziona con efficacia in molte realtà italiane.
Utopie, sogni impossibili? Spesso sono stata accusata di vivere su un altro pianeta, di non possedere il pragmatismo necessario al raggiungimento di certi obiettivi, ma questa è l’ANTICOLI CHE DESIDERO io, e penso che sia molto più concreta e realizzabile di quanto si possa immaginare.
2. Quali sono, a suo giudizio, i principali punti di forza positivi sui quali ci si dovrebbe basare per tentare un rilancio economico e/o culturale e/o morale e civile di Anticoli Corrado?
Anticoli, come gli altri centri della media Valle dell’Aniene, può contare su un punto di forza assolutamente indiscutibile che è il patrimonio paesaggistico e territoriale, intendendo in primo luogo la bellezza assoluta della valle, dei boschi, dei monti e del fiume, e in secondo luogo tutte le attività che in questo territorio e in questo paesaggio è possibile realizzare. Partendo dall’esperienza di altri comuni, mi piacerebbe che si potesse cominciare un’opera di recupero dei terreni agricoli abbandonati, da inserire in un grande progetto di “AGRICOLTURA CONDIVISA”, progetto che in altre realtà ha con successo contribuito alla tutela del territorio, all’autoproduzione alimentare, alla creazione di redditi alternativi e, non ultimo, al rafforzamento di quel senso della comunità che, come ho già ampiamente detto, rappresenta la vera sfida dei prossimi anni per il nostro paese.
Nell’ambito di tali iniziative potrebbero essere realizzati progetti che:
- individuino terreni abbandonati che possano essere recuperati per la realizzazione di orti condivisi o di frutteti che recuperino la produzione di tipicità territoriali ormai quasi in estinzione (le diverse varietà di mele, pere, pesche, nocciole, noci, e viti);
- uniscano i coltivatori e possessori di uliveti per il rilancio del prodotto olio extravergine di oliva, per la condivisione di saperi e conoscenze;
- prevedano la realizzazione di albi di proprietari e di manodopera disponibile, in modo da recuperare uliveti o altri terreni abbandonati o di famiglie che non riescono più nell’impegnativa gestione del proprio patrimonio;
- realizzino corsi di formazione per tutti coloro che intendano intraprendere attività agricole.
Non si tratta di parole senza possibilità di concretizzazione. Quello che ho ipotizzato per Anticoli è realtà in molti comuni virtuosi italiani, che con attività di questo tipo hanno recuperato territorio e prodotti tipici, hanno prodotto lavoro, hanno ridato nuova linfa alla comunità ed attratto risorse e turismo.
3. È possibile, secondo lei, incrementare l’economia anticolana favorendo la nascita di nuove attività sul territorio? Se sì, quali attività indicherebbe? E come riterrebbe di favorirle?
Vedi punti precedenti.
4. È possibile contrastare la tendenza di Anticoli a diventare un paese-dormitorio? Se sì, come?
Vedi punti precedenti.
5. L’individualismo che si va affermando nelle grandi città, ad Anticoli Corrado non è ancora così evidente. Cosa si può fare, secondo lei, allo scopo di accrescere negli Anticolani il senso di appartenenza a questa preziosa comunità?
Vedi punti precedenti.
6. Gli Anticolani che frequentano il paese solo per brevi periodi nel corso dell’anno, in che modo, a suo giudizio, potrebbero essere maggiormente coinvolti nella vita di Anticoli Corrado?
Il senso della comunità, quando è forte, è anche potentemente contagioso. Il suo recupero coinvolgerebbe necessariamente gli Anticolani “a tempo parziale” senza bisogno di specifiche iniziative.
Non aggiungo, a queste mie semplici considerazioni, altre che considero scontate e che gli altri destinatari della lettera saranno in grado di esplicitare in modo più competente. Non parlo della necessità di valorizzare sempre più il nostro Museo, del recupero del centro storico, del progetto di albergo diffuso di vecchia memoria, delle priorità puramente tecniche che l’amministrazione dovrà affrontare (per esempio l’emergenza acqua e condotte idriche), della scuola e dei rapporti malati che le precedenti amministrazioni hanno avuto con essa (non dimentichiamo il doloroso conflitto che la funesta iniziativa della “settimana bianca” ha generato negli anni). Se il dibattito dovesse continuare (come mi auguro), sarei felice di intervenire più puntualmente sugli argomenti che di volta in volta si vorranno affrontare.
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Queste domande sono state inviate ai signori Laura Amicone, Marco Calderari, Manuel Carrera, Anna D’Incalci, Fernando Espositi, Giovanni Gaudenzi, Angelo Iacovelli, Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Francesco Putignani e Piero Splendori, ai quali è stato chiesto di voler cortesemente rispondere a tutte o solo a quelle da essi preferite, eventualmente modificandole e/o integrandole secondo le proprie esigenze, e di inviare le risposte a scuolanticoli@katamail.com o consegnarle brevi manu a Luigi Scialanca. Tutti i contributi sono pubblicati con la medesima evidenza e senza commenti su ScuolAnticoli (con un richiamo sulla pagina Facebook Anticoli che desidero) nell’ordine in cui pervengono.
Tutti i Cittadini di Anticoli Corrado sono invitati a rispondere a queste domande
(cliccando qui per scaricarle in pdf)
secondo le modalità indicate nelle righe precedenti,
e tutte le risposte verranno pubblicate, senza commenti, con la medesima evidenza.
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