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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Arriva l'Ispettore!

- Secondo Tempo -

 

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L'Ispettore e il Bidello pranzano con due uova al tegamino!

Indice del Secondo Tempo

11. Una Notte Speciale

12. Il Sogno dell’Ispettore

13. Si può Piangere a Comando?

14. Il Bambino Selvaggio

15. Homo Anticolensis

16. Lezione di Preistoria

17. La Partenza dell’Ispettore

Epilogo e Titoli di coda

"Non ce la faccio più! Sono stanco morto. E non so nemmeno dove andare a dormire!"

"Non ce la faccio più! Sono stanco morto. E non so nemmeno dove andare a dormire!"

Bidello: "Le cederò il mio letto..." Ispettore: "Quale letto? Come sarebbe a dire? Lei dorme qui?"

Bidello: "Le cederò il mio letto..." Ispettore: "Quale letto? Come sarebbe a dire? Lei dorme qui?"

Va via la luce. Il Bidello, parlando, accende numerose candele...

Va via la luce. Il Bidello, parlando, accende numerose candele...

"Le preparo subito una cuccia coi fiocchi, signor Ispettore!" Il Bidello prepara il letto sulla cattedra.

"Le preparo subito una cuccia coi fiocchi, signor Ispettore!" Il Bidello prepara il letto sulla cattedra.

"Buona notte, signor Ispettore, e sogni d’oro! Se le occorre qualcosa, mi chiami pure! Se domattina torna la luce, le preparerò una buona colazione!"

"Buona notte, signor Ispettore, e sogni d’oro! Se le occorre qualcosa, mi chiami pure! Se domattina torna la luce, le preparerò una buona colazione!"

Ispettore (saltando a sedere e tremando un po’): "Fantasma??!! Quale fantasma?" Bidello: "Ché, hai paura, Pisolo’?"

Ispettore (saltando a sedere e tremando un po’): "Fantasma??!! Quale fantasma?" Bidello: "Ché, hai paura, Pisolo’?"

L’Ispettore, con aria timorosa, riaccende due o tre candele. Si guarda intorno, sospettoso, si sdraia di nuovo, chiude gli occhi e si addormenta, russando fragorosamente.

L’Ispettore, con aria timorosa, riaccende due o tre candele. Si guarda intorno, sospettoso, si sdraia di nuovo, chiude gli occhi e si addormenta, russando fragorosamente.

11. UNA NOTTE SPECIALE

 

A. Biblioteca. È sera, la scuola è deserta. Ci sono solo il Bidello e l’Ispettore, stanchissimo, seduti l’uno dinanzi all’altro...

ISPETTORE

"Non ce la faccio più! Sono stanco morto. E non so nemmeno dove andare a dormire!"

BIDELLO

"Vuol passare la notte qui?"

ISPETTORE

"Come, qui?! E dove?"

BIDELLO

"Le cederò il mio letto..."

ISPETTORE

"Quale letto? Come sarebbe a dire? Lei dorme qui?"

BIDELLO

"Io VIVO qui! Mia nonna è così grassa, che occupa due letti. Non passa più neanche dalla porta! Insomma: le ho lasciato la casa! Ma mi sono organizzato benissimo, qui: vuol vedere?"

(indicando il fornelletto)

"Lì cucino. A proposito: vuole che le prepari un bel piatto di spaghetti?"

ISPETTORE

"Magari!"

B. Va via la luce. Il Bidello, parlando, accende numerose candele...

BIDELLO

"Mi dispiace, signor Ispettore! Niente spaghetti! È un fornello elettrico... In questo paese, quando manca la luce, non torna prima di Natale... Ed è, di solito, la prima cosa che i ragazzini chiedono nelle loro letterine a Babbo Natale... Comunque, posso offrirle qualcosa di freddo..."

C. Il Bidello mostra la propria ben fornita dispensa. Offre all’Ispettore una fetta di torta...

ISPETTORE

(masticando)

"Lei si è proprio sistemato bene, vedo!"

BIDELLO

"Questo è niente. Guardi!"

D. Indica all’Ispettore tutti i suoi beni: poster alle pareti, phon, ferro da stiro, stereo, televisore, videoregistratore, libri e fumetti, ecc....

ISPETTORE

"Ma questa è una reggia! E io, dove dormo?"

BIDELLO

"Le preparo subito una cuccia coi fiocchi, signor Ispettore!"

E. Il Bidello, aiutato dall’ospite, prepara il letto sulla cattedra. Poi gli rivolge un cenno d’invito. L’Ispettore si toglie le scarpe e si sdraia. Il Bidello gli rimbocca le coperte...

BIDELLO

"Buona notte, signor Ispettore, e sogni d’oro! Io dormo nella classe accanto... Se le occorre qualcosa, mi chiami pure! Spero che domattina ritorni la luce, così le preparerò una bella colazione!"

F. Il Bidello comincia a spegnere le candele, ma l’Ispettore, con aria un po’ nervosa, lo trattiene per un braccio...

ISPETTORE

"Puoi anche darmi del tu, se vuoi..."

BIDELLO

"Grazie, signor Ispettore!"

G. Accenna di nuovo ad andarsene, in punta di piedi, ma l’Ispettore lo trattiene ancora...

ISPETTORE

"Senti... Sono un po’ nervoso... Temo di non riuscire a dormire..."

BIDELLO

"Posso cantarle una ninna nanna..."

ISPETTORE

"No. Piuttosto, raccontami qualcosa: quanti anni sono che lavori qui?"

BIDELLO

"Non me lo ricordo, con precisione... Però ne ho viste tante, in questa scuola! L’anno peggiore è stato quello in cui c’erano i soldati francesi: soldati dappertutto! E poi, sapesse, caro signor Ispettore! La cosa peggiore è il fantasma!"

ISPETTORE

(saltando a sedere e tremando un po’)

"Fantasma??!! Quale fantasma?"

BIDELLO

"Ché, hai paura, Pisolo’?"

ISPETTORE

(dignitosamente)

"Chi, io? Caso mai, è il fantasma che deve aver paura di me! Buona notte!"

BIDELLO

"Buona notte!"

H. Il Bidello spegne tutte le candele ed esce. Qualche istante di buio. A un tratto, si accende un fiammifero: è l’Ispettore, che, con aria timorosa, riaccende due o tre candele. Poi si guarda intorno sospettosamente, si sdraia di nuovo, chiude gli occhi e si addormenta, russando fragorosamente.

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L’Ispettore, al lume di tre fioche candele, si agita nel sonno.

L’Ispettore, al lume di tre fioche candele, si agita nel sonno.

Voce Misteriosa: "Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee!"

Voce Misteriosa: "Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee!"

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, a ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta.

Finalmente, giunto davanti alla finestrella della palestra, l’Ispettore intravede al di là di essa un’ombra di donna. Lui non lo sa ancora, ma è la professoressa Fantàsia...

Finalmente, giunto davanti alla finestrella della palestra, l’Ispettore intravede al di là di essa un’ombra di donna. Lui non lo sa ancora, ma è la professoressa Fantàsia...

"Non sono un fantasma, no! Ma ho paura che lo diventerò presto, se qualcuno non ha pietà di me e non mi libera da questo carcere..."

"Non sono un fantasma, no! Ma ho paura che lo diventerò presto, se qualcuno non ha pietà di me e non mi libera da questo carcere..."

L’Ispettore, come colpito da un raptus, afferra le sbarre e, sbuffando e contorcendosi, cerca inutilmente di svellerle dalle pareti. Poi, tristemente, rimane immobile...

L’Ispettore, come colpito da un raptus, afferra le sbarre e, sbuffando e contorcendosi, cerca inutilmente di svellerle dalle pareti. Poi, tristemente, rimane immobile...

"La fantasia, che scopre, che trasforma, che crea, ecco chi sono io! Sono stata imprigionata, qui, e da allora tutto è sempre uguale, nulla cambia mai!" "Ma come è successo?" "Tutto è cominciato molti anni fa..."

"La fantasia, che scopre, che trasforma, che crea, ecco chi sono io! Sono stata imprigionata, qui, e da allora tutto è sempre uguale, nulla cambia mai!" "Ma come è successo?" "Tutto è cominciato molti anni fa..."

Prof.sa Eva: "Mi hai stufato! Una volta per tutte, vattene fuori di qui! VATTENE FUORI DI QUI!"

Prof.sa Eva: "Mi hai stufato! Una volta per tutte, vattene fuori di qui! VATTENE FUORI DI QUI!"

A capo chino, il "mostro" si alza, si avvia alla porta, esce e richiude, in un silenzio di tomba.

A capo chino, il "mostro" si alza, si avvia alla porta, esce e richiude, in un silenzio di tomba.

A capo chino, il "mostro" si alza, si avvia alla porta, esce e richiude, in un silenzio di tomba.

A capo chino, il "mostro" si alza, si avvia alla porta, esce e richiude, in un silenzio di tomba.

Mentre passa e scompare lei si volta e gli rivolge le parole fatidiche: "Vattene fuori di qui!"

Mentre passa e scompare lei si volta e gli rivolge le parole fatidiche: "Vattene fuori di qui!"

Per uscire, deve strisciare sullo stipite, perché la soglia è quasi completamente occupata dalla massiccia figura dell’insegnante.

Per uscire, deve strisciare sullo stipite, perché la soglia è quasi completamente occupata dalla massiccia figura dell’insegnante.

Allora, da dietro l’angolo, ecco che appare, in timido atteggiamento di sottomissione e di supplica, l’alunno "mostruoso". L’insegnante lo blocca...

Allora, da dietro l’angolo, ecco che appare, in timido atteggiamento di sottomissione e di supplica, l’alunno "mostruoso". L’insegnante lo blocca...

"Ti ho detto di andartene, da qui! VATTENE VIA, DI QUI!" L’alunno "mostruoso" resta per un momento immobile, poi si volta e si allontana, in direzione del Ponte di Anticoli.

"Ti ho detto di andartene, da qui! VATTENE VIA, DI QUI!" L’alunno "mostruoso" resta per un momento immobile, poi si volta e si allontana, in direzione del Ponte di Anticoli.

L’insegnante è davanti al cartello e sta finendo di incollarvi un foglio, dove si leggono le parole: "ZONA DEALUNNIZZATA".

L’insegnante è davanti al cartello e sta finendo di incollarvi un foglio, dove si leggono le parole: "ZONA DEALUNNIZZATA".

Prof.sa Fantàsia: "Da quel giorno, il maleficio si è abbattuto su questa scuola e su chi la frequenta. Io sono chiusa qui, prigioniera, e tutti sono condannati per sempre a ripetere, ripetere, ripetere..."

"Dimmelo! Farei qualsiasi cosa per liberarti!" "Devi riuscire a piangere. Davanti ai ragazzi."

"Dimmelo! Farei qualsiasi cosa per liberarti!" "Devi riuscire a piangere. Davanti ai ragazzi." "Ma perché dovrei piangere? Per che cosa?" "Devi scoprirlo da solo." "Ma tu non lo sai? Non puoi dirmelo tu?" "Non posso. Se non lo scopri da solo, non lo sai davvero."

"Ma perché dovrei piangere? Per che cosa?" "Devi scoprirlo da solo." "Ma tu non lo sai? Non puoi dirmelo tu?" "Non posso. Se non lo scopri da solo, non lo sai davvero."

L’Ispettore riapre gli occhi. Se li stropiccia, si alza e guarda il fornelletto, sul quale c’è una caffettiera.

Ispettore_187.jpg (64381 byte)

 Dietro, si vedono un paio di gambe. La camera lentamente le risale, mostrando il viso sorridente del Bidello, che gli porge una tazzina di caffè.

12. IL SOGNO DELL’ISPETTORE

 

A. L’Ispettore, al lume di tre fioche candele, si agita nel sonno.

B. Dissolvenza.

C. Come la scena A, ma la luce è cambiata. Accanto all’Ispettore c’è, ora, anche un candelabro raffigurante il sole che sorregge una grossa candela purpurea. A un tratto - dapprima fioca, poi sempre più forte - si ode una...

VOCE MISTERIOSA

"Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee! Ispettoreeeee!"

D. Mentre la voce continua a chiamarlo, l’Ispettore lentamente si alza e, come incantato, comincia a cercarla. Le porte si aprono da sole dinanzi a lui come per magia e, ad ogni soglia che egli varca, la voce si fa più forte e distinta. Finalmente, giunto davanti alla finestrella della palestra, l’Ispettore intravede al di là di essa un’ombra di donna. Lui non lo sa ancora, ma è la professoressa Fantàsia...

ISPETTORE

"Chi sei?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Non lo sai?"

ISPETTORE

"Mi hanno detto che c’è un fantasma, in questa scuola... Ma tu non mi sembri uno spettro... Chi sei? Che ci fai, qui?"

E. L’ombra si volta verso di lui, avvicinandosi un po’ di più alla luce, e così facendo si rivela essere una ragazza: graziosa, sì, ma lacera, spettinata, con le guance annerite e l’espressione sofferente...

PROFESSORESSA FANTASIA

"Non sono un fantasma, no! Ma ho paura che lo diventerò presto, se qualcuno non ha pietà di me e non mi libera da questo carcere..."

F. L’Ispettore, come colpito da un raptus, afferra le sbarre e, sbuffando e contorcendosi, cerca inutilmente di svellerle dalle pareti. Poi, tristemente, rimane immobile...

PROFESSORESSA FANTASIA

"Non ci riuscirai mai, così... Ci vuol altro..."

ISPETTORE

"Ma chi sei, veramente?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Quasi non me lo ricordo più! È così tanto tempo che sono qui, imprigionata e sola!"

ISPETTORE

"Ma chi è stato? Perché?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Ce la farai a sopportare la verità? Molti altri ci hanno provato, sai?"

ISPETTORE

"Io voglio aiutarti! Voglio liberarti? Spiegami tutto, raccontami! Cosa devo fare?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Questa scuola è prigioniera di un maleficio... Qui niente può cambiare, mai! Nessuno può essere diverso. Nessuno, mai, può fare qualcosa di diverso da quello che ha sempre fatto... Tutti devono ripetere, ripetere, ripetere... La fantasia, che scopre, che trasforma, che crea, ecco chi sono io! E sono stata imprigionata, qui, e da allora tutto è sempre uguale, nulla cambia mai!"

ISPETTORE

"Ma come è successo?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Tutto è cominciato molti anni fa..."

G. Dissolvenza.

H. Dal buio della dissolvenza emerge a poco a poco una cattedra e, dietro la cattedra, un’insegnante agitata e furibonda, che fissa rabbiosamente in macchina e, freddamente, rivolge a qualcuno che è di fronte a lei queste parole...

PROFESSORESSA EVA

"Mi hai stufato! Una volta per tutte, vattene fuori di qui! VATTENE FUORI DI QUI!"

I. La camera inquadra, in primo piano, un volto mostruoso; poi, lentamente zoomando indietro, scopre che è la faccia di un alunno, seduto al banco in mezzo agli altri. A capo chino, il "mostro" si alza, si avvia alla porta, esce e richiude, in un silenzio di tomba.

J. Ricompaiono l’Ispettore e la professoressa Fantàsia...

ISPETTORE

"Era un mostro!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Ma no! Non capisci? Non sai che a volte la mostruosità è nella mente e negli occhi di chi guarda?!"

ISPETTORE

"E poi, che cosa è successo? Continua, ti prego!"

K. La porta, chiusa, di un bagno della scuola. Entra in campo la figura, vista di spalle, della stessa insegnante agitata e furibonda. Si avvicina a grandi passi alla porta e bussa con violenza...

PROFESSORESSA EVA

"Apri immediatamente!"

L. La porta si apre lentamente. Appare lo stesso alunno "mostruoso" della volta precedente. Per uscire, deve strisciare sullo stipite, perché la soglia è quasi completamente occupata dalla massiccia figura dell’insegnante. Mentre lui passa (e scompare dietro la camera) costei si volta, e la vediamo bene in viso, in primo piano, mentre gli rivolge le parole fatidiche...

PROFESSORESSA EVA

"Vattene fuori di qui!"

M. Sulla porta della scuola, mentre si sente suonare la campanella, la stessa insegnante scruta attentamente, a uno ad uno, gli alunni che entrano. Quando anche l’ultimo è scomparso all’interno, lei rimane lì. Allora, da dietro l’angolo, ecco che appare, in timido atteggiamento di sottomissione e di supplica, l’alunno "mostruoso". L’insegnante lo blocca...

PROFESSORESSA EVA

"Ti ho detto di andartene! VATTENE VIA, DI QUI!"

N. Il ragazzo si volta e, con le spalle curve, si allontana, scompare in fondo alla discesa.

O. Primo piano della stessa insegnante, che guarda in macchina con un binocolo. Zoomando indietro, la camera mostra alle sue spalle il cartello che annuncia agli automobilisti che sono entrati nel territorio del Comune di Anticoli Corrado. Si scorge chiaramente la scritta: "ZONA DENUCLEARIZZATA". L’insegnante continua, per alcuni istanti, a guardare in macchina col binocolo.

P. L’insegnante abbassa il binocolo e pronuncia, gelida, quelle sue parole ormai famose...

PROFESSORESSA EVA

"Ti ho detto di andartene, da qui! VATTENE VIA, DI QUI!"

Q. L’alunno "mostruoso" resta per un momento immobile, poi si volta e si allontana, in direzione del Ponte di Anticoli. La camera lo segue a lungo.

R. L’insegnante è davanti al cartello e sta finendo di incollarvi un foglio, dove si leggono le parole: "ZONA DEALUNNIZZATA".

S. Primo piano dell’insegnante. Ha gli occhi chiusi. Sorride.

T. Ricompaiono l’Ispettore e la professoressa Fantàsia...

PROFESSORESSA FANTASIA

"Da quel giorno, il maleficio si è abbattuto su questa scuola e su chi la frequenta. Io sono chiusa qui, prigioniera, e tutti sono condannati per sempre a ripetere, ripetere, ripetere..."

ISPETTORE

"Ma io che cosa posso fare? Sono solo un Ispettore... Non sono un mago!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"No! Tu sei qualcosa di più... Altrimenti, non sarei mai riuscita a penetrare nei tuoi sogni... Né tu saresti riuscito a sopportare di ascoltarmi!"

ISPETTORE

"Dimmi, allora: che cosa devo fare?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Devi ritrovare quel ragazzo!"

ISPETTORE

"Ma dov’è andato?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"È qui, come me! È sempre stato qui! Ma noi non possiamo vederlo e lui non può vedere noi, non può neanche sentirci... Devi farlo riapparire!"

ISPETTORE

"E come?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Il modo c’è! Ma è molto difficile!"

ISPETTORE

"Dimmelo! Farei qualsiasi cosa per liberarti!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Devi riuscire a piangere..."

ISPETTORE

"A piangere??!!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Sì. A piangere. Davanti ai ragazzi."

ISPETTORE

"Ma perché dovrei piangere? Per che cosa?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Devi scoprirlo da solo."

ISPETTORE

"Ma tu non lo sai? Non puoi dirmelo tu?"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Non posso. Se non lo scopri da solo, non lo sai davvero."

U. Primo piano dell’Ispettore. Chiude gli occhi, fa delle smorfie che sembrano di dolore, si porta le mani al viso e ai capelli, come in preda a un’intensa sofferenza.

V. Dissolvenza.

X. Primo piano dell’Ispettore che riapre gli occhi. La camera, zoomando indietro, lo mostra nel suo "letto". Si stropiccia gli occhi, si alza e guarda il fornelletto, sul quale c’è una caffettiera. Dietro, si vedono un paio di gambe. La camera lentamente le risale, mostrando il viso sorridente del Bidello, che gli porge una tazzina di caffè.

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Alunna Barbara: "Ma chi era quella ragazza imprigionata? Un fantasma?"

Alunna Barbara: "Ma chi era quella ragazza imprigionata? Un fantasma?"

SETTIMO INTERMEZZO

A. Ricompaiono i due alunni della Prima...

ALUNNA

"Ma chi era quella ragazza imprigionata? Un fantasma?"

ALUNNO

"Ma no! I fantasmi non esistono! Leggi ancòra!"

ALUNNA

(leggendo)

" QUELLA RAGAZZA ERA LA FANTASIA, CHE IN QUELLA SCUOLA TUTTI AVEVANO DIMENTICATO DI AVERE, E CHE ALCUNI, FORSE, AVEVANO ADDIRITTURA PERDUTO!

ERA SUCCESSO QUANDO UN NUOVO ALUNNO ERA STATO SCAMBIATO PER UN MOSTRO, ISOLATO ED ESCLUSO: DA ALLORA, NESSUNO AVEVA PIÙ POTUTO CREARE, O ANCHE SOLO IMMAGINARE, QUALCOSA DI DIVERSO E DI PIÙ BELLO: STREGATI DA UN’IDEA FOLLE, ERANO TUTTI CONDANNATI A RIPETERE: A RIPETERE SEMPRE LE STESSE COSE...

TUTTI, TRANNE L’ISPETTORE PISOLONE!

Ma io non ho capito perché la Fantasìa gli ha detto che doveva piangere..."

ALUNNO

"Leggi! Ho scritto anche questo!"

ALUNNA

(leggendo)

" ERANO DIVENTATI COSÌ INDIFFERENTI, IN QUELLA SCUOLA, CHE QUASI NON SOFFRIVANO PIÙ PER LA LORO CONDIZIONE! QUASI SI ERANO RASSEGNATI! BISOGNAVA CHE QUALCUNO PROVASSE DOLORE, PER IL FATTO DI NON ESSERE CAPACE DI CAMBIARE E DI MIGLIORARE; BISOGNAVA CHE QUALCUNO PIANGESSE, PER QUESTO, E L’INCANTESIMO SAREBBE STATO INFRANTO..."

B. Dissolvenza.

C. Seguono la scena in cui l’Ispettore tenta di piangere a comando e quella della visione del film <Il Bambino Selvaggio> e del successivo dibattito.

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Sala Professori. Il Bidello sta cuocendo due uova al tegamino sul suo fornelletto.

Sala Professori. Il Bidello sta cuocendo due uova al tegamino sul suo fornelletto.

Il Bidello toglie il tegame dal fuoco, si avvicina al tavolo, che è già apparecchiato per due, e scodella le uova nei due piatti.

Il Bidello toglie il tegame dal fuoco, si avvicina al tavolo, che è già apparecchiato per due, e scodella le uova nei due piatti.

 I due si siedono, l’uno di fronte all’altro, e mangiano in silenzio. L’Ispettore sembra preoccupato.

 I due si siedono, l’uno di fronte all’altro, e mangiano in silenzio. L’Ispettore sembra preoccupato.

 I due si siedono, l’uno di fronte all’altro, e mangiano in silenzio. L’Ispettore sembra preoccupato.

 I due si siedono, l’uno di fronte all’altro, e mangiano in silenzio. L’Ispettore sembra preoccupato.

Quando hanno finito, il Bidello mostra un pacchetto di sigarette: "Gradisce una sigaretta, signor Ispettore?" "No, grazie! Non fumo."

Quando hanno finito, il Bidello mostra un pacchetto di sigarette: "Gradisce una sigaretta, signor Ispettore?" "No, grazie! Non fumo."

Ispettore: "Senti... Ho un problema..." Bidello: "Non me lo dire, Ispettore mio! Anch’io ce n’ho uno!"

Ispettore: "Senti... Ho un problema..." Bidello: "Non me lo dire, Ispettore mio! Anch’io ce n’ho uno!"

Ispettore: "E quale?" Bidello: "No, no! Dimmi prima il tuo!"

Ispettore: "E quale?" Bidello: "No, no! Dimmi prima il tuo!"

Ispettore: "Se insisti..." Bidello: "Insisto e persisto!" Ispettore: "Allora senti: io..."

Ispettore: "Se insisti..." Bidello: "Insisto e persisto!" Ispettore: "Allora senti: io..."

Bidello: "Mi sembra una cosa lunga... Forse, è meglio che parli prima io..."

Bidello: "Mi sembra una cosa lunga... Forse, è meglio che parli prima io..."

Ispettore: "Devo piangere."

Ispettore: "Devo piangere."

"Va’ pure in bagno, se vuoi, e quando hai finito, torna. Io ti aspetto qui!"

"Va’ pure in bagno, se vuoi, e quando hai finito, torna. Io ti aspetto qui!"

"Ma perché devi piangere in classe davanti agli alunni? Non sono mica così brutti!"

"Ma perché devi piangere in classe davanti agli alunni? Non sono mica così brutti!"

L’Ispettore comincia a strofinarsi gli occhi con la cipolla. Continua a lungo...

L’Ispettore comincia a strofinarsi gli occhi con la cipolla. Continua a lungo...

Ispettore: "Non funziona!" Bidello: "Aspetta! Proviamo col fumo!"

Ispettore: "Non funziona!" Bidello: "Aspetta! Proviamo col fumo!"

Il Bidello accende una sigaretta e, tenendola davanti alla bocca, soffia con tutte le sue forze il fumo sulla faccia dell’Ispettore.

Il Bidello accende una sigaretta e, tenendola davanti alla bocca, soffia con tutte le sue forze il fumo sulla faccia dell’Ispettore.

Soffia, soffia... L’Ispettore tossisce, annaspa, starnutisce, ma non piange...

Soffia, soffia... L’Ispettore tossisce, annaspa, starnutisce, ma non piange...

Ispettore: "Non funziona! Non funziona!"

Ispettore: "Non funziona! Non funziona!"

"Pensa che sta morendo tua moglie... Che ti è scappato il gatto... Che ti si è bruciato il sugo...

"Pensa che sta morendo tua moglie... Che ti è scappato il gatto... Che ti si è bruciato il sugo...

 Che ti si è bruciato il gatto, ti è scappata la moglie e ti sta morendo il sugo!"

Che ti si è bruciato il gatto, ti è scappata la moglie e ti sta morendo il sugo!"

"NON FUNZIONA! NON FUNZIONA!! NON FUNZIONA!!!"

"NON FUNZIONA! NON FUNZIONA!! NON FUNZIONA!!!"

"Ti farà piangere il pensiero che non riesci a piangere!" Primo piano degli occhi sbarrati e asciutti dell’ Ispettore.

"Ti farà piangere il pensiero che non riesci a piangere!" Primo piano degli occhi sbarrati e asciutti dell’ Ispettore.

13. SI PUO’ PIANGERE A COMANDO?

 

A. Sala Professori. Il Bidello sta cuocendo due uova al tegamino sul suo fornelletto.

B. Entra l’Ispettore...

ISPETTORE

"Mmmmh! Che profumino!"

BIDELLO

"Vuol favorire, signor Ispettore?"

ISPETTORE

"Volentieri!"

C. Il Bidello toglie il tegame dal fuoco, si avvicina al tavolo, che è già apparecchiato per due, e scodella le uova nei due piatti.

D. I due si siedono, l’uno di fronte all’altro, e mangiano in silenzio. L’Ispettore sembra preoccupato. Quando hanno finito, il Bidello mostra un pacchetto di sigarette...

BIDELLO

"Gradisce una sigaretta, signor Ispettore?"

ISPETTORE

"No, grazie! Non fumo."

BIDELLO

(riponendo il pacchetto)

"Neanch’io!"

ISPETTORE

(stupito)

"E allora, perché hai le sigarette?"

BIDELLO

"Per essere pronto, se una volta o l’altra mi verrà voglia di provare!"

ISPETTORE

"Capisco. Senti... Ho un problema..."

BIDELLO

"Non me lo dire, Ispettore mio! Anch’io ce n’ho uno!"

ISPETTORE

"E quale?"

BIDELLO

"No, no! Dimmi prima il tuo!"

ISPETTORE

"Ci mancherebbe! Prima tu!"

BIDELLO

"Non mi permetterei mai! Prima tu!"

ISPETTORE

"Se insisti..."

BIDELLO

"Insisto e persisto!"

ISPETTORE

"Allora senti: io..."

BIDELLO

"Mi sembra una cosa lunga... Forse, è meglio che parli prima io..."

ISPETTORE

"Prego!"

BIDELLO

"Voglio una donna!"

ISPETTORE

"Prego?"

BIDELLO

"Avrei tanto bisogno di trovare una ragazza... Una ragazza carina, dolce, col nasino all’insù, che s’innamori di me! Puoi aiutarmi?"

ISPETTORE

"Temo proprio di no."

BIDELLO

"Non hai sorelle?"

ISPETTORE

(sempre più seccato a mano a mano che l’altro insiste con le domande)

"No."

BIDELLO

"Figlie?"

ISPETTORE

"No."

BIDELLO

"Neanche una zia?"

ISPETTORE

"No!"

BIDELLO

"Mi accontenterei anche di una zietta piccolina, magari bruttina... Anche diversamente abilina..."

ISPETTORE

"HO DETTO DI NO!!!"

BIDELLO

"Va bene. Allora parla tu."

ISPETTORE

"Devo piangere."

BIDELLO

"Va’ pure in bagno, se vuoi, e quando hai finito, torna. Io ti aspetto qui!"

ISPETTORE

"Ma che hai capito? Mica adesso!"

BIDELLO

"Ma perché? Sta per succederti una disgrazia?"

ISPETTORE

"Ma no!! Dovrò piangere in classe, davanti agli alunni! E non so come fare! Mica si può piangere a comando!"

BIDELLO

"Ma perché devi piangere in classe davanti agli alunni? Non sono mica così brutti!"

ISPETTORE

"Macché brutti e brutti!"

BIDELLO

"Non capisco."

ISPETTORE

"Senti: il perché non posso dirtelo! Devo piangere in classe, davanti agli alunni, e basta! Come posso fare?"

BIDELLO

"Facilissimo! Basta un po’ di cipolla, spalmata sulle dita... Ti strofini gli occhi, ed è fatta!"

ISPETTORE

"E se poi non funziona?"

BIDELLO

"Esercitiamoci un po’!"

E. Il Bidello si alza, si avvicina a un tavolino e da un cestello estrae una cipolla, già pulita. La taglia in due e poi, con una metà in mano, si avvicina all’ Ispettore...

ISPETTORE

"Che puzza!"

BIDELLO

"Strofìnala bene sulle dita della mano destra!"

F. L’Ispettore esegue.

G. Primo piano dell’Ispettore, seduto, che posa la mezza cipolla sulla tavola e poi comincia a strofinarsi gli occhi. Continua a lungo, mentre la camera, zoomando indietro, mostra il Bidello, di nuovo seduto dinanzi a lui.

ISPETTORE

"Non funziona!"

BIDELLO

"Aspetta! Proviamo col fumo!"

H. Il Bidello accende una sigaretta e, tenendola davanti alla bocca, soffia con tutte le sue forze il fumo sulla faccia dell’Ispettore. Soffia, soffia... L’Ispettore tossisce, annaspa, starnutisce, ma non piange...

ISPETTORE

(con una certa disperazione)

"Non funziona!"

BIDELLO

"Aspetta! Pensa! Pensa!"

(in tono solenne e suadente, come un ipnotizzatore)

"Pensa che sta morendo tua moglie... Che ti è scappato il gatto... Che ti si è bruciato il sugo... Che ti si è bruciato il gatto, ti è scappata la moglie e ti sta morendo il sugo!"

ISPETTORE

(balzando in piedi disperato, gridando e facendogli "le corna")

"NON FUNZIONA! NON FUNZIONA! NON FUNZIONA!"

(lasciandosi lentamente ricadere sulla sedia, in tono lamentoso)

"Che devo fare?"

BIDELLO

"C’è rimasto solo un modo!"

ISPETTORE

"E cioè?"

BIDELLO

"Ti farà piangere il pensiero che non riesci a piangere!"

I. Primissimo piano degli occhi sbarrati e assolutamente asciutti dell’ Ispettore. Zoomando leggermente indietro, la camera mostra tutto il suo viso. I suoi occhi rimangono fissi sul Bidello.

J. Dissolvenza.

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Bidello: "Come si chiama questo film? <La soldatessa alla visita militare>?"

Bidello: "Come si chiama questo film? La soldatessa alla visita militare?"

Biblioteca della scuola. Gli alunni, visti di spalle, son seduti dinanzi al televisore acceso.

Biblioteca della scuola. Gli alunni, visti di spalle, son seduti dinanzi al televisore acceso.

Sullo schermo scorrono le immagini de Il bambino selvaggio, di François Truffaut.

Sullo schermo scorrono le immagini de Il bambino selvaggio, di François Truffaut.

Gli alunni escono in silenzio, in fila indiana. Per ultimo esce l’Ispettore, che spegne la luce e chiude la porta dietro di sé.

Gli alunni escono in silenzio, in fila indiana. Per ultimo esce l’Ispettore, che spegne la luce e chiude la porta dietro di sé.

"È aperto il dibattito. C’è qualcuno che vuol dire qualcosa sul film che abbiamo visto?"

"È aperto il dibattito. C’è qualcuno che vuol dire qualcosa sul film che abbiamo visto?"

Panoramica degli alunni, silenziosi e un po’ imbarazzati. Si vede di nuovo, molto chiaramente, che un banco è vuoto.

Panoramica degli alunni, silenziosi e un po’ imbarazzati. Si vede di nuovo, molto chiaramente, che un banco è vuoto.

Primo piano dell’Ispettore. Piange.

Primo piano dell’Ispettore. Piange.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Primo piano del banco vuoto, che non è più vuoto. È riapparso l’alunno "mostruoso".

Primo piano del banco vuoto, che non è più vuoto. È riapparso l’alunno "mostruoso".

L’alunno "mostruoso"si toglie lentamente la maschera. Non è affatto un mostro. Sorride.

L’alunno "mostruoso"si toglie lentamente la maschera. Non è affatto un mostro. Sorride.

L’alunno "mostruoso"si toglie lentamente la maschera. Non è affatto un mostro. Sorride.

L’alunno "mostruoso"si toglie lentamente la maschera. Non è affatto un mostro. Sorride.

Appare la prof.sa Fantàsia. Sorridendo timidamente, si avvicina alla cattedra e si rivolge all’Ispettore...

Appare la prof.sa Fantàsia. Sorridendo timidamente, si avvicina alla cattedra e si rivolge all’Ispettore...

L'Ispettore è stupefatto. La prof.sa Fantàsia: "Buon giorno! Sono la nuova insegnante di Lettere."

L'Ispettore è stupefatto. La prof.sa Fantàsia: "Buon giorno! Sono la nuova insegnante di Lettere."

14. IL BAMBINO SELVAGGIO

 

A. Biblioteca della scuola. Gli alunni, visti di spalle, son seduti dinanzi al televisore acceso.

B. Primo piano dell’Ispettore, seduto in prima fila. Accanto a lui c’è il Bidello, che gli parla all’orecchio...

BIDELLO

"Come si chiama questo film? La soldatessa alla visita militare?"

ISPETTORE

(infastidito)

"No!"

BIDELLO

"La bella bidella belga?"

ISPETTORE

(seccatissimo)

"Ma no! Lasciami vedere in pace, per favore!"

C. La camera, zoomando avanti da dietro le spalle degli spettatori, si avvicina allo schermo, su cui appaiono le prime immagini de Il bambino selvaggio, di François Truffaut.

D. Di nuovo il pubblico, visto di spalle, che segue il film con intensa attenzione.

E. Un brano significativo del film.

F. Di nuovo il pubblico, visto di spalle, che segue il film con intensa attenzione.

G. Un secondo brano significativo del film.

H. Di nuovo il pubblico, visto di spalle, che segue il film con intensa attenzione.

I. Sullo schermo, in primo piano, compare la parola "FINE". La camera, zoomando indietro, mostra il pubblico che rimane seduto nel più assoluto silenzio per alcuni istanti. Poi l’Ispettore si alza e si rivolge ai ragazzi...

ISPETTORE

"Andiamo in classe."

J. Gli alunni escono silenziosamente in fila indiana. Per ultimo esce l’Ispettore, che spegne la luce e richiude la porta dietro di sé.

K. In classe. Gli alunni, visti di spalle. Evidentissimo, al centro dell’inquadratura, un banco vuoto. L’Ispettore è in cattedra. Silenzio.

L. Primo piano dell’Ispettore...

ISPETTORE

"È aperto il dibattito. C’è qualcuno che vuol dire qualcosa sul film che abbiamo visto?"

M. Panoramica degli alunni, silenziosi e un po’ imbarazzati. Si vede di nuovo, molto chiaramente, che un banco è vuoto.

N. Primo piano dell’Ispettore.

O. Primo piano dell’Ispettore. Piange.

P. Primo piano di ciascun alunno. Tutti piangono.

Q. Primo piano del banco vuoto.

R. Primo piano dello stesso banco, che non è più vuoto. È riapparso l’alunno "mostruoso".

S. L’alunno "mostruoso"si toglie lentamente la maschera. Non è affatto un mostro. Sorride.

T. L’Ispettore, dietro la cattedra, è stupefatto. Suona la campanella e, nello stesso istante, qualcuno bussa alla porta...

ISPETTORE

"Avanti!"

U. La porta si apre lentamente. Appare la professoressa Fantàsia. Sorridendo un po’ timidamente, si avvicina alla cattedra e si rivolge all’Ispettore...

PROFESSORESSA FANTASIA

"Buon giorno! Sono la nuova insegnante di Lettere."

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Alunna Barbara: "Da quel giorno, tutto cambiò nella Scuola di Anticoli Corrado: nuove idee, nuove iniziative, un'atmosfera nuova!"

Alunna Barbara: "Da quel giorno, tutto cambiò nella Scuola di Anticoli Corrado: nuove idee, nuove iniziative, un'atmosfera nuova!"

OTTAVO INTERMEZZO

A. Ricompaiono i due alunni della Prima...

ALUNNA

"Ho capito! Questa professoressa Fantàsia, che arriva all’improvviso dopo che è ricomparso quell’alunno e tutti hanno visto che non era un mostro, è la fantasìa che è di nuovo libera! L’incantesimo malvagio non esiste più!"

ALUNNO

"Proprio così!"

ALUNNA

(leggendo)

" DA QUEL GIORNO, TUTTO CAMBIÒ NELLA SCUOLA MEDIA DI ANTICOLI CORRADO: NUOVE IDEE, NUOVE INIZIATIVE, UN’ATMOSFERA NUOVA! E IL PROFESSOR SIMONE G., NON PIÙ SFIDUCIATO, SI RICORDÒ DI QUALCOSA CHE AVEVA DESIDERATO FARE PRIMA CHE IL SORTILEGIO LO TRASFORMASSE IN UNA SPECIE DI MACCHINA PER INSEGNARE..."

B. Dissolvenza.

C. Seguono le scene del ritrovamento e della conferenza dell’Homo Anticolensis.

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"Grazie a lei, caro Ispettore, posso finalmente realizzare il mio sogno! Ormai, credevo che non ci sarei riuscito... L’anno prossimo andrò in pensione... E invece, ecco: da quando c’è lei, tutto è cambiato, in questa scuola!"

"Grazie a lei, caro Ispettore, posso finalmente realizzare il mio sogno! Ormai, credevo che non ci sarei riuscito... L’anno prossimo andrò in pensione... E invece, ecco: da quando c’è lei, tutto è cambiato, in questa scuola!"

"Il merito non è mio, ma della Professoressa Fantàsia..."

"Il merito non è mio, ma della professoressa Fantàsia..."

Professor Simone: "Sì... Da quando è arrivata, è come se... Non so, mi sento ringiovanito!"

In primo piano, il professor Simone G.. Sullo sfondo, i ragazzi della Prima, intenti a esplorare e a scavare.

In primo piano, il professor Simone G.. Sullo sfondo, i ragazzi della Prima, intenti a esplorare e a scavare.

In primo piano, il professor Simone G.. Sullo sfondo, i ragazzi della Prima, intenti a esplorare e a scavare.

In primo piano, il professor Simone G.. Sullo sfondo, i ragazzi della Prima, intenti a esplorare e a scavare.

I ragazzi della Prima intenti a esplorare e a scavare.

I ragazzi della Prima intenti a esplorare e a scavare.

I ragazzi della Prima intenti a esplorare e a scavare.

I ragazzi della Prima intenti a esplorare e a scavare.

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

Tutti convergono verso il punto dov’è l’alunna, china su qualcosa per terra.

Tutti convergono verso il punto dov’è l’alunna, china su qualcosa per terra.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

"Impronta preistorica" (di ceramica) realizzata dagli alunni della Prima con l'aiuto di Eclario.

La camera si fa largo tra i ragazzi, che fanno crocchio attorno a qualcosa.

La camera si fa largo tra i ragazzi, che fanno crocchio attorno a qualcosa.

La camera si fa largo tra i ragazzi, che fanno crocchio attorno a qualcosa.

La camera si fa largo tra i ragazzi, che fanno crocchio attorno a qualcosa.

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

"Ma siamo sicuri che vogliamo proprio vederlo, quel tipo? E se poi è cannibale?"

"Ma siamo sicuri che vogliamo proprio vederlo, quel tipo? E se poi è cannibale?"

"Bidello, chiami quell’essere!" "Perché io ?! È lei la persona più importante, Ispettore!"

"Bidello, chiami quell’essere!" "Perché io ?! È lei la persona più importante, Ispettore!"

"Scusi... Scusi, signore... Io non volevo, eh? Signore? Scusi se la disturbo! Mi hanno costretto! Signore?"

"Scusi... Scusi, signore... Io non volevo, eh? Signore? Scusi se la disturbo! Mi hanno costretto! Signore?"

Il Bidello, e dinanzi a lui l’Homo Anticolensis, in abiti pressoché adamitici, e - più arretrati - il professor Simone G. e l’Ispettore...

Il Bidello, e dinanzi a lui l’Homo Anticolensis, in abiti pressoché adamitici, e - più arretrati - il professor Simone G. e l’Ispettore...

Bidello: "Posso prestargli qualcosa io... Però i miei vestiti sono a scuola..." Prof. Simone: "Dagli questi!" Bidello: "COSA?!" Prof. Simone: "Dai, dai, sbrigati! Spogliati!"

Bidello: "Posso prestargli qualcosa io... Però i miei vestiti sono a scuola..." Prof. Simone: "Dagli questi!" Bidello: "COSA?!" Prof. Simone: "Dai, dai, sbrigati! Spogliati!"

Il Bidello, borbottando e imprecando, si spoglia. L’Homo Anticolensis indossa i suoi abiti. L’Ispettore, il professor Simone G. e l’Homo Anticolensis si allontanano.

Il Bidello, borbottando e imprecando, si spoglia. L’Homo Anticolensis indossa i suoi abiti. L’Ispettore, il professor Simone G. e l’Homo Anticolensis si allontanano.

Homo Anticolensis: "Tieni! Mi sono vestito in paese! Sbrigati, vieni anche tu! Voglio che ci sia anche tu, ti conosco da tanto tempo!"

Homo Anticolensis: "Tieni! Mi sono vestito in paese! Sbrigati, vieni anche tu! Voglio che ci sia anche tu, ti conosco da tanto tempo!"

L’Homo Anticolensis, di spalle, si allontana di buon passo; mentre il Bidello, anche lui di spalle, comincia a infilarsi i pantaloni.

L’Homo Anticolensis, di spalle, si allontana di buon passo; mentre il Bidello, anche lui di spalle, comincia a infilarsi i pantaloni.

15. HOMO ANTICOLENSIS

 

A. Esterno, in montagna. L’Ispettore, il Bidello e il professor Simone G. siedono ai piedi di un albero, appoggiati al tronco. Il Bidello è in mezzo, e gli altri due, per parlarsi, devono voltarsi verso di lui, che ogni volta si gira verso quello che sta parlando. È una bella giornata...

PROFESSOR SIMONE G.

"Grazie a lei, caro Ispettore, posso finalmente realizzare il mio sogno! Ormai, credevo che non ci sarei riuscito... L’anno prossimo andrò in pensione... E invece, ecco: da quando c’è lei, tutto è cambiato, in questa scuola!"

ISPETTORE

"Il merito non è mio, ma della professoressa Fantàsia..."

BIDELLO

"Però, che razza di cognome!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Sì... Da quando è arrivata, è come se... Non so, mi sento ringiovanito!"

BIDELLO

"Questo è quasi un miracolo!"

ISPETTORE

"A quello che mi ha detto lei, caro professore, mi scusi, eh?, io però ancòra non ci credo... Un uomo dell’età della pietra?! Vivo e vègeto?! Qui?!"

BIDELLO

"È vivo, è vivo! L’ho visto anch’io! Però non è vegeto: mangia pure la carne!"

PROFESSOR SIMONE G.

"È la pura verità, e tra poco lo vedrà con i suoi occhi... Vuol sapere come lo abbiamo scoperto?"

ISPETTORE

"Mi dica!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Ero da queste parti, con la Prima..."

B. Dissolvenza.

C. Appare la stessa zona della scena precedente. In primo piano, il professor Simone G.. Sullo sfondo, i ragazzi della Prima, intenti a esplorare e a scavare. A un tratto, un grido...

UN’ALUNNA

"Correte! Correte! Ho trovato qualcosa di interessante!"

D. Tutti convergono verso il punto dov’è l’alunna, china su qualcosa per terra.

E. La camera si fa largo tra i ragazzi, che fanno crocchio attorno a qualcosa, e inquadra una serie di impronte.

F. Dissolvenza.

G. Ricompaiono l’Ispettore, il professore e il Bidello...

ISPETTORE

"E voi, cosa avete fatto?"

BIDELLO

"Saranno scappati a gambe levate!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Abbiamo seguito le impronte..."

H. Dissolvenza.

I. Ricompare, dinanzi all’imboccatura di una caverna, la classe Prima. Stanno entrando.

J. Interno della caverna, illuminato fiocamente da numerose torce. Sulle pareti, dipinti primitivi. Brusio confuso. Sguardi stupiti, ammirati.

K. Dissolvenza.

L. Ricompaiono l’Ispettore, il professore e il Bidello...

PROFESSOR SIMONE G.

"Il padrone di casa non c’era... E poi, ci prese una specie di stanchezza, di noia, di apatia... Tornammo indietro e non se ne parlò più. Ma oggi lo troveremo!"

ISPETTORE

"Andiamo, allora! Ci siamo riposati abbastanza!"

BIDELLO

"Ma siamo sicuri che vogliamo proprio vederlo, quel tipo? E se poi è cannibale?"

M. Gli altri due lo guardano a lungo, impenetrabili, mentre lui volge rapidamente la testa dall’uno all’altro. Poi si alzano e si allontanano. Il Bidello rimane ancora un po’ lì e li segue con lo sguardo, pensieroso...

BIDELLO

"Fosse almeno una donna dell’età della pietra! Una bella ragazza dell’età della pietra... Quando la troverò, una che vada proprio bene per me?!"

N. Infine si alza e si allontana anche lui.

O. La camera segue il Bidello che corre, gridando...

BIDELLO

"Aspettatemi! Aspettatemi! Se mi perdo, mia nonna morirà di fame!"

P. L’ingresso di una grotta. Appaiono l’Ispettore, il Bidello e il professor Simone G., di spalle, che si fermano titubanti...

Q. I tre visti di fronte, il Bidello in mezzo...

ISPETTORE

"Bidello, chiami quell’essere!"

BIDELLO

"Perché io ?! È lei la persona più importante, Ispettore!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Bidello, chiami quell’individuo!"

BIDELLO

"Ma perché proprio io?! È lei che vuole realizzare il suo sogno, professore!"

ISPETTORE e PROFESSOR SIMONE G.

"BIDELLO, LO CHIAMI!!"

R. Primo piano del Bidello, che si fa avanti, timoroso, e viene a trovarsi in controluce, nella penombra dell’ingresso...

BIDELLO

"Signore? Scusi... Scusi, signore... Io non volevo, eh? Signore? Scusi se la disturbo! Mi hanno costretto! Signore? C’è nessuno in casa?"

S. Il Bidello, ripreso di spalle. Dinanzi a lui, l’ingresso della caverna. Si ode, come se fosse vicinissima, la voce dell’Homo Anticolensis...

HOMO ANTICOLENSIS

"Cosa vuoi?"

T. Il Bidello si gira di scatto verso la camera.

U. La camera inquadra il Bidello, di spalle, e dinanzi a lui l’Homo Anticolensis, in abbigliamento pressoché adamitico, e - più arretrati - il professor Simone G. e l’Ispettore...

HOMO ANTICOLENSIS

"Cosa vuoi?"

BIDELLO

"Io... non voglio niente, signore, assolutamente niente! Sono stati questi due signori... Mi hanno costretto!"

V. Anche l’Homo Anticolensis si volta verso il professor Simone G. e l’Ispettore. Si avvicina a loro. La camera lo segue, escludendo il Bidello, e gira intorno al terzetto per inquadrarli tutti...

HOMO ANTICOLENSIS

"Cosa volete, da me?"

ISPETTORE e PROFESSOR SIMONE G.

"Niente!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Come sarebbe a dire, niente?!"

ISPETTORE

"Noi, veramente...

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, scusi, lasci parlare me, per favore!"

ISPETTORE

"Prego!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Io, veramente..."

HOMO ANTICOLENSIS

"Sì?"

PROFESSOR SIMONE G.

"Volevo chiederle... Mi scusi... Lei... è davvero un uomo preistorico?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Sì! E allora?"

ISPETTORE

"Ma quanti anni ha?"

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, la prego, lasci parlare me, per favore!"

ISPETTORE

"Prego!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Quanti anni ha, caro signore?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Non lo so. Se vuole, posso dirle quante volte gli alberi hanno perduto le foglie, o quante volte sono rifioriti, da quando io sono al mondo..."

ISPETTORE

"Quante?"

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, abbia pazienza, lasci parlare me, per favore!"

ISPETTORE

"Prego!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Quante?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Si può sapere cosa volete da me?!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, mi scusi, glielo dica lei, per favore!"

ISPETTORE

"Ecco..."

PROFESSOR SIMONE G.

"Ecco... Io sono un insegnante. Vorrei chiederle di venire a scuola, un giorno, a parlare con i ragazzi... A spiegare loro come vivevano... Cioè: come vivevate... Insomma: come vive un uomo dell’età della pietra.

HOMO ANTICOLENSIS

"Pietra antica o pietra nuova?"

PROFESSOR SIMONE G.

"Faccia lei!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Va bene, andiamo!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Solo che..."

HOMO ANTICOLENSIS

"Che cosa?"

PROFESSOR SIMONE G.

"Lei... Non si offenda, la prego, ma lei è quasi nudo!"

HOMO ANTICOLENSIS

"E allora?"

ISPETTORE

"Dovrebbe rivestirsi un po’..."

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, mi consenta, lasci parlare me, per favore!"

ISPETTORE

"Prego!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Dovrebbe rivestirsi un po’..."

BIDELLO

"Posso prestargli qualcosa io... Però i miei vestiti sono a scuola..."

PROFESSOR SIMONE G.

"Dagli questi!"

BIDELLO

"COSA?!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Dai, dai, sbrigati! Spogliati! Ci aspetterai qui: torneremo presto, e ti rivestirai!"

X. Il Bidello, borbottando e imprecando, si spoglia. L’Homo Anticolensis indossa i suoi abiti. L’Ispettore, il professor Simone G. e l’Homo Anticolensis si allontanano.

Y. Il Bidello, rabbrividendo, si rifugia nella caverna.

W. Dissolvenza.

Z. Dissolvenza.

AA. L’Homo Anticolensis, vestito, si avvicina all’ingresso della caverna con gli abiti del Bidello in mano...

HOMO ANTICOLENSIS

"Giovanotto! Giovanotto!"

AB. Il Bidello esce dalla caverna rabbrividendo...

BIDELLO

"Che c’è?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Tieni! Mi sono vestito in paese! Sbrigati, vieni anche tu! Voglio che ci sia anche tu, ti conosco da tanto tempo!"

BIDELLO

"Mi conosci?!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Da un migliaio d’anni! Ma solo di vista... Se mi riesce, vorrei anche trovarti una ragazza!

BIDELLO

"Non ci mettere altri mille anni, però!"

AC. L’Homo Anticolensis, di spalle, si allontana di buon passo; mentre il Bidello, anche lui di spalle, comincia a infilarsi i pantaloni.

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"Ragazzi! Quello che state per ascoltare è molto importante: per la prima volta, un uomo dell’età della pietra..."

"Ragazzi! Quello che state per ascoltare è molto importante: per la prima volta, un uomo dell’età della pietra..."

"Io sono l’ultimo discendente del mio antichissimo popolo! Sono un uomo dell’età della pietra e sono un po’ diverso da voi..."

"Io sono l’ultimo discendente del mio antichissimo popolo! Sono un uomo dell’età della pietra e sono un po’ diverso da voi..."

"Un mio antenato è stato il primo Anticolano. In Africa, un altro mio antenato, diecimila secoli fa, fu il primo essere umano..."

"Un mio antenato è stato il primo Anticolano. In Africa, un altro mio antenato, diecimila secoli fa, fu il primo essere umano..."

"Non erano ancora umani, e già usavano strumenti... Se avevano fame, sete, bisogno d’aiuto, dov’erano la selvaggina, l’acqua, i frutti: non erano ancora umani, e già potevano dirsi questo e altro."

"Non erano ancora umani, e già usavano strumenti... Se avevano fame, sete, bisogno d’aiuto, dov’erano la selvaggina, l’acqua, i frutti: non erano ancora umani, e già potevano dirsi questo e altro."

"Ma allora cosa vuol dire essere umani, se si può usare strumenti, avere rifugi, cacciare; se si può ricordare, sapere, perfino comunicare, e non essere ancora umani?"

"Ma allora cosa vuol dire essere umani, se si può usare strumenti, avere rifugi, cacciare; se si può ricordare, sapere, perfino comunicare, e non essere ancora umani?"

"Ma allora cosa vuol dire essere umani, se si può usare strumenti, avere rifugi, cacciare; se si può ricordare, sapere, perfino comunicare, e non essere ancora umani?"

"Ma allora cosa vuol dire essere umani, se si può usare strumenti, avere rifugi, cacciare; se si può ricordare, sapere, perfino comunicare, e non essere ancora umani?"

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Panoramica dell’aula e dei ragazzi, silenziosi e attenti...

Primo piano dell’ Ispettore, che guarda intensamente qualcuno tra gli ascoltatori.

Primo piano dell’ Ispettore, che guarda intensamente qualcuno tra gli ascoltatori.

Primo piano della professoressa Fantàsia, che abbassa gli occhi, un po’ imbarazzata.

Primo piano della prof.sa Fantàsia, che abbassa gli occhi, un po’ imbarazzata.

16. LEZIONE DI PREISTORIA

 

A. In un’aula sono riuniti tutti gli alunni della scuola. Alcuni di essi - tra cui la professoressa Fantàsia - riconoscibili come insegnanti, sono in piedi, addossati alla parete di fondo. Panoramica della classe, silenziosa e attenta, e poi della cattedra, dietro la quale siedono, nell’ordine, l’Ispettore, l’Homo Anticolensis e il professor Simone G.. In piedi, alle loro spalle, c’è il Bidello.

B. Primo piano del professor Simone G....

PROFESSOR SIMONE G.

"Ragazzi! Quello che state per ascoltare è molto importante: per la prima volta, un uomo dell’età della pietra..."

C. Mentre il professor Simone G. parlava, la camera, zoomando indietro, ha inquadrato anche l’Homo Anticolensis e l’Ispettore...

ISPETTORE

"Un uomo che VIVE come all’età della pietra!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Ispettore, mi scusi, lasci parlare me, per favore!"

ISPETTORE

"Prego!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Dicevo: per la prima volta, un uomo che VIVE come nell’età della pietra ci parlerà delle sue esperienze... Prego, signore, cominci pure!"

D. Primo piano dell’Homo Anticolensis...

HOMO ANTICOLENSIS

"Io sono l’ultimo discendente del mio antichissimo popolo! So tutto di voi e del vostro mondo... So leggere e scrivere, so guidare, so cosa sono un televisore e un computer... So tutto! Ma sono un uomo dell’età della pietra e sono un po’ diverso da voi..."

E. Il Bidello si china e gli parla all’orecchio, ma molto forte...

BIDELLO

"Specialmente da me!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Giovanotto, lasciami lavorare!

BIDELLO

"Mi scusi!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Un mio antenato, duemila secoli fa, è stato il primo Anticolano. Veniva dall’Africa. Laggiù, in Africa, un altro mio antenato, diecimila secoli fa, fu il primo essere umano..."

PROFESSOR SIMONE G.

"Quello, però, fu un antenato anche nostro!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Perché, siete umani, voi? Qualche volta ne dubito... Comunque... Gli uomini, prima di essere uomini, non erano ancora uomini..."

BIDELLO

"Bella scoperta!"

HOMO ANTICOLENSIS

"COS’HAI DETTO?"

BIDELLO

"Niente, niente, mi scusi! Continui pure!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Non erano ancora umani, dicevo, ma già usavano semplici strumenti, come pietre non lavorate e bastoni... Non erano ancora umani, ma già parlavano... Poche semplici cose: se avevano fame, sete, bisogno d’aiuto... Dov’era la selvaggina, dov’erano l’acqua e i buoni frutti... Non erano ancora umani, ma già potevano dirsi questo ed altro."

ISPETTORE

"Straordinario!"

PROFESSOR SIMONE G.

"È diverso da tutto quello che credevamo!"

BIDELLO

"Non da quello che credevo io!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Perché? Lo sapevi già?"

BIDELLO

"No, perché io non credevo proprio niente!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Se avete finito di chiacchierare, vorrei continuare!"

PROFESSOR SIMONE G.

"Prego!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Sapevano fare molte cose, come gli animali. Anche gli animali usano semplici strumenti: certe scimmie, per difendersi, usano pietre e bastoni; certi uccellini, i pavimenti delle terrazze per rompere i pinoli... Anche gli animali fabbricano nidi e dighe, scavano tane e formicai... Anche gli animali possono dirsi se hanno fame o paura, cercarsi o respingersi... Anche gli animali ricordano, hanno esperienza, sanno e ragionano: tendono agguati, sfuggono alle trappole, insegnano ai piccoli dov’è la vita e dov’è la morte... Eppure non sono umani. Proprio come non erano umani gli uomini, quando ancora non erano uomini."

F. La camera inquadra gli ascoltatori. Sullo sfondo, la professoressa Fantàsia si prepara a rivolgere una domanda...

PROFESSORESSA FANTASIA

"Ma allora cosa vuol dire essere umani, se si può usare uno strumento, costruirsi un rifugio, raccogliere un frutto, cacciare; se si può ricordare, sapere e perfino comunicare, e non essere ancora umani?"

HOMO ANTICOLENSIS

"In Africa, diecimila secoli fa, un MIO antenato fu il primo essere umano: il primo, dotato di fantasia. Solo per la fantasia siamo diversi dagli animali. Tutto il resto: esperienza, memoria, intelligenza, ragione, perfino un linguaggio, ce l’hanno anche loro. La fantasia no. Gli animali ripetono sempre. Nessun animale, mai, ha potuto cambiare qualcosa in meglio."

ISPETTORE

"Ma cos’è, esattamente, la fantasia?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Prima di tutto, è curiosità. Solo chi ha fantasia immagina che ci sia qualcosa da andare a vedere, da esplorare, da scoprire. Gli altri lo minacciano: Non andare! gli dicono. Là c’è il pericolo, il buio, il nulla, la morte! Non andare! minacciano. Ma lui va, osserva, scopre. Per la sua fantasia, che immagina sempre che ci sia qualcosa (non solo il pericolo, il buio, il nulla, la morte) lui esplora, capisce, trova. Allo stesso modo, l’uomo o la donna che hanno fantasia inventano cose nuove, nuovi modi di fare le cose, nuovi modi di vivere, nuovi modi di essere. Immaginano un posto più bello, una vita più felice, e allora partono, e se non li trovano, li creano."

PROFESSOR SIMONE G.

"E l’arte?"

HOMO ANTICOLENSIS

"È nata dal sogno..."

G. Il Bidello si china e gli parla all’orecchio, ma molto forte...

BIDELLO

"Allora mi sa che c’è anche quella che è nata dagli incubi!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Certo, giovanotto! Una volta tanto, hai detto una cosa intelligente! I sogni non sono tutti uguali. C’è anche il sogno bugiardo. Ma c’è anche il sogno che è verità, e fantasia. Gli uomini, quando diventarono uomini, scoprirono che potevano compiere un gesto, usare uno strumento, pronunciare una parola anche per esprimere la fantasia. E inventarono la musica e la danza, la pittura, la scultura, la poesia."

H. Il Bidello si china e gli parla all’orecchio, molto forte...

BIDELLO

"C’è anche gente che non le inventa mai, tutte queste belle cose!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Ma anche loro, a volte, creano ed esprimono qualcosa che spiega il passato e il presente, o come può essere migliore il futuro... Magari qualcosa di molto piccolo, quasi invisibile, ma che basta per dire: Sono umani anche loro! Pensate che il primo, che fu dotato di fantasia, non potè fare altro che un gesto, indicando il nord, e poi mettersi in cammino... E gli altri dovettero capire e accettare, soltanto vedendo quel gesto, che aveva sognato terre più sicure, più ricche di frutti e di selvaggina. Certo, ci sono anche quelli che la perdono, la fantasia, e con essa la loro umanità."

ISPETTORE

"Ma da dove è venuta, questa fantasia? Come è successo che proprio gli umani...?"

HOMO ANTICOLENSIS

"TU, dove l’hai ritrovata?"

I. Primo piano dell’ Ispettore, che guarda intensamente qualcuno tra gli ascoltatori.

J. Primo piano della professoressa Fantàsia, che abbassa gli occhi, un po’ imbarazzata.

K. Primo piano dell’ Ispettore...

ISPETTORE

"Io l’ho ritrovata qui... Qualcuno mi ha aiutato... Ma il primo uomo?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Non lo so. Ma noi umani non siamo gli unici, sulla Terra, ad avere qualcosa di unico... Altre specie sono, in qualcosa, diverse da tutte le altre... Cercate, indagate, e scoprirete anche questo!"

L. La camera inquadra gli ascoltatori, che applaudono.

M. Dissolvenza.

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Alunna Barbara: "L'arte, da allora, ritrovò tutta la sua importanza per gli alunni, per gli insegnanti e per l'intero paese..."

Alunna Barbara: "L'arte, da allora, ritrovò tutta la sua importanza per gli alunni, per gli insegnanti e per l'intero paese..."

Anticoli, Museo d'Arte Moderna e Cont.: il manifesto della mostra Gli Artisti di Anticoli Corrado.

Anticoli, Museo d'Arte Moderna e Cont.: il manifesto della mostra Gli Artisti di Anticoli Corrado.

Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone.

Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone.

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Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone.

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Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone.

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Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone.

NONO INTERMEZZO

A. Ricompaiono i due alunni della Prima...

ALUNNA

(leggendo)

"L’ARTE, DA ALLORA, RITROVÒ TUTTA LA SUA IMPORTANZA PER GLI ALUNNI, PER GLI INSEGNANTI E PER L’INTERO PAESE..."

B. Dissolvenza.

C. Seguono le scene della visita alla Mostra d’Arte.

(Scene tratte dalla realtà)

D. Ricompaiono i due alunni della prima...

ALUNNA

(leggendo)

"FINCHÉ, PURTROPPO, PER L’ISPETTORE PISOLONE NON VENNE IL MOMENTO DI SEPARARSI DA QUEI RAGAZZI E DAI LORO INSEGNANTI. LA SUA MISSIONE ERA STATA CORONATA DAL SUCCESSO, E UN INTERO ANNO SCOLASTICO ERA TRASCORSO..."

E. Dissolvenza.

F. Seguono le scene della partenza dell’Ispettore.

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Petar

Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone: Petar.

Patrizia e Maria Giulia

Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone: Patrizia e Maria Giulia.

Francesca, Chiara, Michela, Federica e Barbara

Alunni della Prima, della Seconda e della Terza media in visita alla mostra, guidati dal prof. Eclario Barone

Francesca, Chiara, Michela, Federica e Barbara.

"Evviva l’Ispettore! Evviva Pisolone! Addio! Addio! Torna presto! Grazie! Grazie! Addio!"

"Evviva l’Ispettore! Evviva Pisolone! Addio! Addio! Torna presto! Grazie! Grazie! Addio!"

"Mi avevi promesso di trovarmi una ragazza! La sto ancora aspettando! Che fai? Te ne vai? E la mia ragazza?"

"Mi avevi promesso di trovarmi una ragazza! La sto ancora aspettando! Che fai? Te ne vai? E la mia ragazza?"

Homo Anticolensis: "Già fatto!" Bidello: "Già fatto?!" Homo Anticolensis: "Certo! Che ore sono?" Bidello: "Le nove!"

Homo Anticolensis: "Già fatto!" Bidello: "Già fatto?!" Homo Anticolensis: "Certo! Che ore sono?" Bidello: "Le nove!"

"Tròvati, alle dieci in punto, al Ponte di Anticoli! La prima femmina che vedrai attraversare il ponte, quella è la tua!"

"Tròvati, alle dieci in punto, al Ponte di Anticoli! La prima femmina che vedrai attraversare il ponte, quella è la tua!"

Il Bidello, davanti a un piccolo specchio, è intento a pettinarsi con grande cura...

Il Bidello, davanti a un piccolo specchio, è intento a pettinarsi con grande cura...

Ispettore: "Buon giorno!" Il Bidello si volta di scatto e, piuttosto impacciato, si spettina tutto e tenta di nascondere il pettine in tasca...

Ispettore: "Buon giorno!" Il Bidello si volta di scatto e, piuttosto impacciato, si spettina tutto e tenta di nascondere il pettine in tasca...

"Meno male che c’è almeno lei! Nessuno è venuto a salutarmi?" "Io non so nulla, Ispettore! E ora me ne vado anch’io! Al Ponte ho un appontamento!"

"Meno male che c’è almeno lei! Nessuno è venuto a salutarmi?" "Io non so nulla, Ispettore! E ora me ne vado anch’io! Al Ponte ho un appontamento!"

Da dietro l’angolo saltano fuori all’improvviso alunni e insegnanti. Applaudendo e gridando, si fanno intorno all’Ispettore, lo sollevano, lo portano in trionfo...

Da dietro l’angolo saltano fuori all’improvviso alunni e insegnanti. Applaudendo e gridando, si fanno intorno all’Ispettore, lo sollevano, lo portano in trionfo...

"Ma dov’è andata la professoressa Fantàsia? Perché non è venuta anche lei a salutarmi?"

"Ma dov’è andata la professoressa Fantàsia? Perché non è venuta anche lei a salutarmi?"

Chiesetta, lungo la strada verso il Ponte. Il Bidello e l’Ispettore, ripresi di spalle, si sono seduti a riposare un po’...

Chiesetta, lungo la strada verso il Ponte. Il Bidello e l’Ispettore, ripresi di spalle, si sono seduti a riposare un po’...

"Ispettore, sono emozionatissimo! Da un momento all’altro, vedrò la femmina della mia vita!" Ispettore: "Femmina?! Donna, vorrai dire!"

"Ispettore, sono emozionatissimo! Da un momento all’altro, vedrò la femmina della mia vita!" Ispettore: "Femmina?! Donna, vorrai dire!"

"Oh, no!" Il Bidello, molto depresso, tiene la sua femmina al guinzaglio. L’Ispettore tenta di consolarlo...

"Oh, no!" Il Bidello, molto depresso, tiene la sua femmina al guinzaglio. L’Ispettore tenta di consolarlo...

"Sù, coraggio! Non è la fine del mondo! Le andrà meglio la prossima volta! Be’... E’ ora che vada...

"Sù, coraggio! Non è la fine del mondo! Le andrà meglio la prossima volta! Be’... E’ ora che vada...

"Senta, signor Ispettore... Non si arrabbi come l’altra volta, ma... Proprio non ce l’ha una sorella, una cugina, o anche una zia?"

"Senta, signor Ispettore... Non si arrabbi come l’altra volta, ma... Proprio non ce l’ha una sorella, una cugina, o anche una zia?"

"Sì. una zietta ce l’ho! La prossima volta gliela porto, è contento?" Bidello: "Grazie, signor Ispettore! Arrivederci, allora!" "Arrivederci!" L’Ispettore attraversa il Ponte.

"Sì. una zietta ce l’ho! La prossima volta gliela porto, è contento?" Bidello: "Grazie, signor Ispettore! Arrivederci, allora!" "Arrivederci!" L’Ispettore attraversa il Ponte.

All’altro capo del Ponte, c’è ad aspettarlo la professoressa Fantàsia. Gli sorride, lo prende sotto braccio. Si allontanano insieme. Dissolvenza.

All’altro capo del Ponte, c’è ad aspettarlo la professoressa Fantàsia. Gli sorride, lo prende sotto braccio. Si allontanano insieme. Dissolvenza.

Si allontanano insieme. Dissolvenza.

17. LA PARTENZA DELL’ISPETTORE

 

A. Corridoio della scuola. Il Bidello scorge l’Homo Anticolensis che sta per uscire. Lo insegue, chiamandolo...

BIDELLO

"HOMO! HOMO! ‘NDO VAI?"

B. L’Homo Anticolensis si ferma e si volta...

HOMO ANTICOLENSIS

"Ancora tu? Cosa vuoi, giovanotto?"

BIDELLO

"Mi avevi promesso di trovarmi una ragazza! La sto ancora aspettando! Che fai? Te ne vai? E la mia ragazza?"

HOMO ANTICOLENSIS

"Già fatto!"

BIDELLO

"Già fatto?!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Certo! Che ore sono?"

BIDELLO

"Le nove!"

HOMO ANTICOLENSIS

"Molto bene! Tròvati, alle dieci in punto, al Ponte di Anticoli, dai le spalle al paese e non voltarti per nessun motivo! Mi raccomando! Non voltarti per niente al mondo! La prima femmina che vedrai attraversare il ponte, venendo verso di te, quella è la tua!"

BIDELLO

"Ma... Ma..."

HOMO ANTICOLENSIS

"Non posso dirti altro! Vado a prepararmi per salutare l’Ispettore! Addio!"

C. L’Homo Anticolensis si allontana ed esce dalla scuola.

D. Finestra della seconda, ripresa dall’esterno. Il professor Simone G. e la professoressa Fantàsia, affacciati, conversano...

PROFESSOR SIMONE G.

"Cara professoressa, oggi l’Ispettore Pisolone ci lascia, se ne va! Ormai siamo in grado di farcela anche da soli, però mi dispiace: sentirò la sua mancanza! Almeno lei, però, spero che non ci abbandonerà!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Lei è troppo buono, professore! La mia presenza non è poi così importante!"

PROFESSOR SIMONE G.

"È lei che è troppo modesta!"

PROFESSORESSA FANTASIA

"Stia tranquillo: non me ne andrò!"

PROFESSOR SIMONE G.

(un po’ maliziosamente)

"Temevo che avrebbe voluto rimanere vicina all’Ispettore!"

PROFESSORESSA FANTASIA

(in tono un po’ misterioso)

"Infatti, non abbandonerò neanche lui!"

E. Portone della scuola, ripreso dall’interno. Entra, un po’ perplesso e titubante, l’Ispettore Pisolone.

F. L’Ispettore, ripreso di spalle, apre la porta della seconda e scorge, alla finestra, il professor Simone G. e la professoressa Fantàsia. Discretamente, si ritira.

G. L’Ispettore, ripreso di spalle, apre la porta della prima. L’aula è deserta.

H. L’Ispettore, ripreso di spalle, apre la porta della terza. L’aula è deserta.

I. L’Ispettore, ripreso di spalle, apre le porte della palestra e della biblioteca, entrambe deserte.

J. L’Ispettore, ripreso di spalle, s’affaccia sulla soglia della saletta-professori: vede il Bidello, che, davanti a un piccolo specchio, è intento a pettinarsi con grande cura...

ISPETTORE

"Buon giorno!"

K. Il Bidello si volta di scatto e, piuttosto impacciato, si spettina tutto e tenta di nascondere il pettine in tasca. Poi parlano, ripresi, di volta in volta, da dietro chi ascolta...

BIDELLO

"Buon giorno, signor Ispettore!"

ISPETTORE

(rattristato e contrariato)

"Meno male che c’è almeno lei! Se ne sono andati tutti? Nessuno ha pensato di venire a salutarmi?"

BIDELLO

"Io non ne so nulla, signor Ispettore! E adesso me ne vado anch’io! Vado al Ponte: ho un appontamento!"

ISPETTORE

"Vorrai dire un appuntamento! Vengo anch’io! Faremo la strada assieme: almeno, saluterò te!"

L. Il Bidello e l’Ispettore si allontanano lungo il corridoio.

M. Il portone della scuola, ripreso dall’esterno. Il Bidello e l’Ispettore escono e si avviano giù per la discesa.

N. Da dietro l’angolo dell’edificio saltano fuori all’improvviso tutti gli alunni e gli insegnanti, tranne la professoressa Fantàsia. Applaudendo e gridando, si fanno intorno all’Ispettore, lo sollevano, lo portano in trionfo...

ALUNNI E INSEGNANTI

(in coro)

"Evviva l’Ispettore! Evviva Pisolone! Addio! Addio! Torna presto! Grazie! Grazie! Addio!"

ISPETTORE

(a qualcuno, in mezzo alla folla)

"Ma dov’è andata la professoressa Fantàsia? Non è venuta a salutarmi?"

O. Sempre gridando e acclamando, lo accompagnano giù per la discesa e scompaiono dietro l’angolo della via. Il Bidello, che è rimasto all’esterno della folla plaudente, li segue con un certo distacco e scompare anche lui.

P. Chiesetta, lungo la strada verso il Ponte. Il Bidello e l’Ispettore, ripresi di spalle, si sono seduti a riposare un po’...

ISPETTORE

"Prima che me ne vada, deve togliermi una curiosità!

BIDELLO

"Domandi pure, signor Ispettore!"

ISPETTORE

"Com’è questa storia che lei avrebbe mille anni e più?"

BIDELLO

"È un po’ difficile da spiegare, ma ci proverò... Mi dica una cosa: come le sembra che sia passato, quest’anno scolastico?"

ISPETTORE

"È volato! Mi sembra ieri, quando sono arrivato qui!"

BIDELLO

"Esatto! È volato anche per me! E per la prima volta, dopo tantissimo tempo, ho la sensazione di essere invecchiato un po’... Non di molto: di un anno!"

ISPETTORE

(sbalordito)

"Ma... Vuoi forse dire che prima, invece..."

BIDELLO

"Proprio così! Prima, invece, rimanevo sempre lo stesso! Tutto era fermo, immobile, e gli anni passavano, passavano i secoli, e nulla cambiava mai!"

ISPETTORE

"Incredibile! E... dimmi un po’: ti dispiace d’aver cominciato ad invecchiare?"

BIDELLO

"Assolutamente no! Meglio invecchiare, ma essere vivi, che rimanere sempre uguali ed essere morti!"

Q. L’Ispettore e il Bidello rimangono per un po’ in silenzio, meditando su quel che si sono detti...

BIDELLO

"Ispettore, devo andare al Ponte! Sono quasi le dieci!"

ISPETTORE

"Andiamo pure!"

R. Si alzano. Scompaiono dietro l’angolo della chiesetta.

S. Si allontanano verso il Ponte.

T. L’Ispettore e il Bidello all’inizio del Ponte...

BIDELLO

"Ispettore, sono emozionatissimo! Da un momento all’altro, vedrò la femmina della mia vita!"

ISPETTORE

"Femmina?! Donna, vorrai dire!"

BIDELLO

"Lui ha detto femmina!... Femmina, ha detto! FEMMINA! Oh, no!"

U. All’altro capo del ponte, ecco che appare - e viene verso di loro - una femmina che, senz’ombra di dubbio, non appartiene alla specie umana...

BIDELLO

"Oh, no!"

V. Il Bidello, molto depresso, tiene la sua femmina al guinzaglio. L’Ispettore tenta di consolarlo...

ISPETTORE

"Sù, coraggio! Non è la fine del mondo! Le andrà meglio la prossima volta! Be’... E’ ora che vada...

BIDELLO

(sempre molto triste)

"Addio, allora!"

ISPETTORE

"Arrivederci!"

BIDELLO

"Senta, signor Ispettore... Non si arrabbi come l’altra volta, ma... Proprio non ce l’ha una sorella, una cugina, o anche una zia?"

ISPETTORE

(sorridendo)

"E va bene, sì! Una zietta ce l’ho! La prossima volta gliela porto, è contento?"

BIDELLO

(rinfrancato)

"Grazie, signor Ispettore! Arrivederci, allora!"

ISPETTORE

"Arrivederci!"

X. L’Ispettore attraversa il Ponte.

Y. All’altro capo del Ponte, c’è ad aspettarlo la professoressa Fantàsia. Gli sorride, lo prende sotto braccio. Si allontanano insieme.

W. Dissolvenza.

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Il ragazzo chiude il fascicolo del suo tema, e sull’ultima pagina si legge la parola...

Il ragazzo chiude il fascicolo del suo tema, e sull’ultima pagina si legge la parola...

ALUNNA (leggendo): "FINE!" Dissolvenza.

La Classe 1993 - 1996 e i suoi Strumenti

(da un'idea della prof.sa Mariangela Albanese)

 

"Questo è Marco."

"Questo è Marco."

"Questa è Elisa."

"Questa è Elisa."

"Questo è Luciano."

"Questo è Luciano."

"Questa è Francesca."

"Questa è Francesca."

"Questo è Simone."

"Questo è Simone."

"Questo è Fabrizio."

"Questo è Fabrizio."

"Questo è Benedetto."

"Questo è Benedetto."

"Questa è Patrizia."

"Questa è Patrizia."

"Questa è Federica."

"Questa è Federica."

"Questo è Sandro."

"Questo è Sandro."

"Questa è Eva."

"Questa è Eva."

"E questo sono io, Petar."

"E questo sono io, Petar."

Personaggi e Interpreti

Personaggi e Interpreti

Personaggi e Interpreti

Personaggi e Interpreti

Personaggi e Interpreti

Personaggi e Interpreti

Altri Interpreti

Altri Interpreti

Consulenza artistica

Consulenza artistica

Consulenza musicale

Consulenza musicale

Prezioso Aiuto e tanta Pazienza!

Prezioso Aiuto e tanta Pazienza!

Soggetto, Sceneggiatura e Regia

Soggetto, Sceneggiatura e Regia

EPILOGO

A. Ricompaiono i due alunni della Prima...

ALUNNA

"Che bel film! Come sarebbe bello, se tutto questo accadesse davvero!"

ALUNNO

"Chissà! Può anche darsi che succeda!"

B. Nel dir così, il ragazzo chiude il fascicolo del suo tema, e sull’ultima pagina si legge la parola...

ALUNNA

(leggendo)

"FINE!"

C. Dissolvenza.

D. Scorrono i fotogrammi in cui appaiono gli attori principali, mentre una voce fuori-campo scandisce i loro nomi e cognomi...

VOCE FUORI-CAMPO

"Questo è Marco A....

Questo è Luciano C....

Questo è Paolo C....

Questa è Elisa C....

Questa è Francesca C....

Questo è Simone G....

Questo è Fabrizio M....

Questo sono io: Petar M....

Questa è Eva N....

Questo è Benedetto P....

Questa è Michela P....

Questa è Patrizia P....

Questa è Federica S....

Questo è Sandro S....

E questi sono tutti gli altri!"

E. Scorrono i titoli di coda.

F. Dissolvenza.

 

 

 

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