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La lettera di “Giosuè” (mail firmata arrivata a ScuolAnticoli venerdì 15 agosto 2008)
Ho capito purtroppo che nella scuola di Arsoli ci sono molte cose ingiuste, e ora ve le elenco: 1°. Vedendo questo sito (bellissimo) ho letto dei messaggi di alcuni ragazzi di Arsoli di cui ho avuto nausea. Erano penosi, e i loro autori sono stati ruffiani nei confronti delle maestre e dei professori. Siccome mi reputo una persona intelligentissima, ho capito che c’è chi prende dei bei voti non solo perché studia, ma c’è sempre quel voto in più per la simpatia dei professori nei confronti di alcuni alunni delle medie. E per questo io evito queste persone, perchè mi sento molto superiore a loro. 2°. Poi ci sono alcuni professori che si DIVERTONO a prendere in giro e trattano male alcuni alunni, e questo lo trovo ingiusto. 3°. Mi sono accorto che la maggior parte di questi alunni nei compiti in classe non solo copiano, ma si passano anche i compiti tra di loro. E alcuni professori, di cui non faccio i nomi, fanno finta di non vedere e per questo mi sono antipatici. 4°. Alcuni ragazzi, quando non fanno i compiti, fanno finta di non averli potuti fare o si inventano la scusa di aver lasciato il quaderno a casa di un amico. E quando questa scusa viene detta da alunni bravi, i professori fanno finta di niente, mentre quando alunni non molto bravi dicono le stesse cose, vengono rimproverati e presi in giro dai professori davanti a tutta la classe. Questa a voi professori vi pare una cosa giusta? È questa la scuola? Mi dispiace di aver detto queste cose, ma spero che quello che comincerà a settembre sia un anno di professori che non hanno preferenze e che si comportano ugualmente con tutti. |
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Il Prof con alcune alunne durante l’anno scolastico 2007-2008
(foto da telefonino di Cecilia)
Anticoli Corrado, 16 agosto 2008
Caro Giosuè,
certo che sei una persona intelligente: pochi ragazzi avrebbero scritto una lettera come questa, per di più firmandola. Ti sono grato, non tanto perché definisci ScuolAnticoli un bel sito (anch’io mi reputo intelligente, e SO che lo è) quanto soprattutto per la stima che dimostri nei miei confronti. Ti risponderò, dunque, sperando (e cercando) di non deludere né la tua intelligenza né la tua fiducia.
Non solo nella scuola di Arsoli: ovunque ci sono molte cose ingiuste. Il fatto che tu riesca a vederle, e voglia fare la tua parte per diminuire l’ingiustizia complessiva, significa che la tua umanità è ancora intatta, in te (gli esseri umani si distinguono dagli altri animali solo per questo: perché hanno un’immaginazione, non sopportano che il mondo non corrisponda a essa e cercano di trasformarlo) e che tu stesso non sei diventato un ingiusto.
Quanto a ciò che mi dici sulla scuola di Arsoli... Se alcuni dei tuoi compagni sono stati “ruffiani” nei confronti degli insegnanti, hai ragione, non è una bella cosa, e sono contento che tu non abbia fatto come loro. Però ti prego di considerarlo meno grave dei corrispondenti comportamenti sbagliati di alcuni insegnanti: in fondo, questi tuoi compagni sono stati deboli, hanno avuto paura dei professori, e non sappiamo quali esperienze, nel corso delle loro vite, possano averli indotti a sentirsi così inermi dinanzi agli adulti da sacrificare perfino la dignità pur di compiacerli.
Alcuni, purtroppo, hanno avuto dei genitori che li hanno disprezzati e fatti sentire incapaci...
Anche copiare, “truccare” l’esito dei compiti e passarseli a vicenda sono cose che denotano poca stima per sé stessi e incapacità di creare e difendere una bella immagine di sé. Anche questo, dunque, sono contento di sapere che è una cosa che a te ripugna. Credo, però (scusami se ti sembro troppo “buonista”) che siano azioni che fanno male soprattutto a chi le compie, poiché confermano la sua fantasticheria (inconsapevole) di essere un poveretto che con le proprie forze non ce la fa. Poi magari in gruppo fanno gli “strafichi”, però ti assicuro che sotto sotto, senza rendersene conto, questi ragazzi si sentono già falliti (il che spiega anche molti brutti atteggiamenti che poi certe volte cominciano ad assumere a mano a mano che si fanno grandi) e quindi sono più da compatire che da condannare.
Certo, però, capisco che vedere queste cose rende meno bello il mondo rispetto a come tu ti aspettavi e desideri che sia. Ma purtroppo la realtà è questa. Tuttavia pensa che invece tu (e altri ragazzi come te, non sei solo, vedrai!) essendo diverso e vivendo diversamente, rendi invece il mondo più bello. Ti sembrerà incredibile, ma a me perfino la scuola di Arsoli sembra più bella dopo aver letto la tua lettera, anche se descrive cose spiacevoli, poiché in quella scuola ci sei (o ci sei stato) anche tu.
Dicendo questo, però, non ho alcuna intenzione di difendere i miei colleghi. Sono sempre indulgente con i piccoli e i deboli (salvo dirgliene quattro quando vedo che fanno di tutto per peggiorare la propria situazione) ma credo che non si debba mai avere alcuna indulgenza (e lo riscrivo tutto maiuscolo: ALCUNA indulgenza) con chi detiene un potere, anche se piccolo, e lo usa in modo da danneggiare, umiliare e deludere le persone sottoposte a esso.
Sarei capace di essere più gentile con un compagno che tentasse di assassinarmi che con un capo che mi pestasse un piede...
Un insegnante può, senza colpa, non accorgersi che un ragazzo si comporta in modo scorretto (capitò anche a me ― e ci rimasi come un salame ― di non notare i trucchetti con cui certi alunni “baravano” durante i compiti in classe...) Ma se se ne accorge e lascia correre, quell’insegnante è un disonesto, un farabutto che con ogni probabilità compie anche lui azioni disoneste, nella vita (anche solo nel segreto del suo cuore, nei suoi pensieri che nessuno vede) e “fa il buono” per solidarietà mascalzona, da disonesto a disonesto. Poi magari non lo sa neppure, e racconta a sé stesso e agli altri un sacco di balle sull’indulgenza eccetera, ma la verità è che gli piacciono i furfanti poiché è un furfante anche lui.
Simpatie e antipatie. Sono d’accordo con te: a un buon insegnante non dovrebbe mai capitare di avere in antipatia un alunno. Può darsi che alle superiori sia diverso, poiché lì i ragazzi cominciano a essere “grandi”, e i grandi possono essere antipatici eccome, ma fino alla terza media no, non ci credo. Io, perciò (ma non dirlo in giro!) ho sempre seguito questa regola: se un bambino o un ragazzo dagli 0 ai 13 anni sta antipatico a una persona più grande di lui (anche solo di un anno) il motivo può essere uno solo: quel bambino o quel ragazzo è superiore, più bravo, più bello di quella persona più grande, che perciò non lo sopporta. Non ci sono eccezioni a questa regola. E l’antipatia del grande “mezza calzetta” nei confronti del piccolo più in gamba di lui è molto furba: a volte si traveste da generosità, da sollecitudine, da “amore”, da “parlare per il suo bene”, ma non ci sono santi: è sempre odio, e mira a distruggere.
Come difendersi? Purtroppo anche i cattivi e falsi insegnanti hanno il coltello per il manico. Non solo: sono indifferenti ai danni che arrecano, non se ne accorgono, e talvolta sono addirittura convinti di essere ottimi docenti. Come farli soffrire, dunque? Un modo c’è, secondo me: essere bravissimi, saperne addirittura più di loro (non è difficile come può sembrare: i falsi insegnanti sono in genere degli asini totali, oppure hanno un’enorme cultura ma solo teorica, e perciò capiscono un tubo di quel che gli accade intorno e delle persone) e al contempo essere nei loro confronti sempre educati, sì, ma di un’educazione fredda, formale: mai un sorriso, mai una gentilezza, mai un cedimento, mai una complicità, buongiorno e buonasera e basta. Li manda ai matti, credi a me.
Ciò non renderà più bello il mondo intorno a te (continuerai a provare disgusto per certi comportamenti, e provare disgusto non è piacevole) ma ti farà sentire forte. Più forte di loro. E questo ti sarà molto utile quando sarai grande, e qualche volta ti capiterà di trovarti di fronte a individui molto più pericolosi di un povero insegnante frustrato dalla propria incapacità più o meno furfantesca.
Dunque condivido le tue parole in tutto?
Praticamente sì, ma voglio metterti in guardia contro un pericolo: quello del sentirsi superiori. Tu SEI superiore, caro Giosuè, dunque è naturale che ti ci senta. Guai se sentissi invece superiori quelli là! Al tempo stesso hai scritto questa lettera a me, e ciò dimostra che non hai perso la speranza che da qualche parte nel mondo ESISTANO persone in grado di darti qualcosa. Spero di non averti deluso troppo anch’io, ma se così fosse non scoraggiarti: da qualche parte ci sarà qualcun altro. Però attento: la tua sensazione di superiorità, per quanto valida, non deve indurti a disprezzare gli esseri umani. Questo o quello sì, i singoli puoi disprezzarli. Ma tutti no. Voglio dire che non devi MAI dimenticare che IN QUALSIASI MOMENTO puoi trovarti davanti a qualcuno che ti piace, ti affascina, ti interessa, e in quel caso sarebbe un guaio scoprire che la tua sensazione di superiorità si è trasformata in una corazza che non puoi più toglierti, non ti pare?
Ma non temere: le ragazze sono straordinarie per curare i ragazzi dagli eccessi di superiorità. La prima che ti farà sentire di non poter vivere senza di lei sistemerà tutto.
Per finire, siccome sono un professore, voglio comportarmi da professore nel senso antipatico del termine e consigliarti un romanzo (se non l’hai già letto): Il giovane Holden, di Salinger, pubblicato da Einaudi. Il protagonista (Holden Caulfield), secondo me, ha dei lati in comune con te: fin dalle prime pagine se la prende con certi compagni e certi insegnanti in un modo che ti interesserà, credo. (E poi i buoni libri sono molto utili, nei periodi in cui non ci sono in giro buone persone, a tenere acceso il fuoco dentro di sé...)
Scrivimi ancora, se qualche volta non hai di meglio da fare!
Con grandissima stima
Luigi Scialanca
(Nota. A Giosuè abbiamo anche chiesto: Sei sicuro che vuoi che pubblichi la tua lettera? Io se vuoi lo faccio, ma aspetto che tu me lo chieda di nuovo esplicitamente... Però, se mi confermerai che devo pubblicarla, lo farò. E ammirando il tuo coraggio. La conferma ci è arrivata “a giro di posta”, come si diceva una volta, e abbiamo pubblicato. Del resto, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, sancito dall’articolo 21 della Costituzione, non è stato ancora abolito, in Italia, anche se più d’uno sarebbe assai felice di farlo. Naturalmente, pubblicheremo con identica evidenza le risposte che anche i colleghi di Arsoli vorranno dare alla mail di Giosuè. Anzi: le attendiamo con ansia e con l’ottimismo della volontà, oltre che col pessimismo dell’intelligenza...)
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(Il nome Giosuè è di fantasia: l’autore della mail l’ha firmata, ma ha chiesto di non essere citato)
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La Maestra Cristina
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Inizio con due passi che, sinceramente, mi sembrano alquanto in antitesi.
“Pochi ragazzi avrebbero scritto una lettera come questa, per di più firmandola”.
“Il nome Giosuè è di fantasia: l’autore della mail l’ha firmata, ma ha chiesto di non essere citato...”
Bella forza, Giosuè: scrivi un sacco di cose sui compagni e sugli insegnanti di Arsoli, tante cose, qualcuna vera, qualcuna dettata da un certo malumore, malumore che può derivare dalla scuola, sì, ma forse anche da altre situazioni. Attacchi, giudichi, affermi delle cose gravi, se sono vere, ma lasci l’amaro in bocca perché ognuno di noi, insegnanti e alunni attaccati e giudicati, può pensare di essere l’oggetto dei tuoi malumori. Non fai il nome dei professori che ti sono antipatici, chiedi di non essere citato e noi non sapremo mai chi in realtà tu sia. Il tuo nome lo conosce solo il professor Scialanca che non lo rivelerà mai, giustamente! Sarebbe stato bello firmarsi e coraggiosamente affrontarci.
Si capisce chiaramente di chi parli quando affermi: “Ho letto dei messaggi di alcuni ragazzi di Arsoli di cui ho avuto la nausea. Erano penosi, e gli autori di quei messaggi sono stati ruffiani nei confronti di tutte le maestre e professori”.
Come dice chiaramente anche il Professor Scialanca, molti brutti atteggiamenti certe volte si cominciano ad assumere a mano a mano che si cresce. Quei messaggi risalgono a qualche anno fa, quando gli autori erano veramente dispiaciuti di lasciare la scuola elementare e le maestre. Poi, è vero, si cambia; almeno: alcuni cambiano, e qualche volta in peggio.
Alcuni alunni di quelli che mi scrivevano quei messaggi, così teneri, così accorati, ora mi passano davanti, a dieci centimetri, e non mi guardano; e qualcuno, anzi uno solo, mi guarda e poi si gira, poverino. E questa cosa mi è capitata solo con una “generazione” di alunni, forse quegli alunni di cui parli tu. Qualcosa deve essere successo. Si cambia, Giosuè, la vita, le esperienze ci cambiano, cerca di essere più indulgente con questi ragazzi, con questi tuoi compagni che si sentono grandi, si sentono arrivati e quindi autorizzati a non salutare più le maestre (ma perché, poi?) e magari a parlarne anche in maniera negativa, come si arguisce da quello che tu scrivi, e non sanno quanto sono ridicoli e ineducati. E quindi sono da compatire, poverini! Ma quando hanno scritto erano sinceri, anche se forse ora dicono di no.
Ho voluto scagliare una freccia in loro aiuto perché io non dimentico nessuno dei miei ex alunni, anche se loro fanno finta di non vedermi.
Non so se tu sei un mio ex alunno, ma forse sì! Animo, Giosuè, e buon anno scolastico!
La maestra Cristina Ciaffi
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(ScuolAnticoli ringrazia la Maestra Cristina per aver gentilmente ― e generosamente, non essendo certo lei la destinataria delle critiche di Giosuè ―
voluto aggiungere la propria risposta a quella del Prof. Conoscendola come la conosciamo, non ci aspettavamo di meno.
Speriamo ora che anche altri, più direttamente chiamati in causa, seguano il suo buon esempio...)
La replica di Giosuè alla Maestra Cristina
Salve, professore! Lei come sta? Io bene. Ho letto la risposta della mia ex maestra, e vorrei risponderle...
Maestra Cristina, mi piacerebbe pubblicare il mio nome, ma il problema è che se io lo pubblico, avrò tutta Arsoli contro. I fatti che accadono alle medie di Arsoli e che ho scritto nella mia precedente mail, le posso assicurare che sono tutti VERI. E io il coraggio di affrontarvi ce l’ho, ma come le ho detto prima non posso pubblicare il mio nome. E le assicuro che non tutti i messaggi sono di un anno fa, quindi le consiglio di osservare meglio la sua posta. Poi io non dico i nomi dei professori che ho criticato perchè altrimenti scoprirebbero chi sono e avrei TUTTA ARSOLI contro. Ma le assicuro che ho delle ottime motivazioni per scrivere quello che ho scritto nella mia precedente E-mail.
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