L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

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maggio 2010

 

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sabato 15 maggio

 

"Life functions terminated": Silvio Berlusconi e Hal 9000 "chiudono" Roviano.

Life functions terminated: Silvio Berlusconi e Hal 9000 “chiudono” Roviano.

 

Silvio Berlusconi e Hal 9000 “chiudono” Roviano

 

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Stanley Kubrick previde la chiusura di Roviano (e domani di tutta la Valle dell’Aniene) da parte del duo Berlusconi-Tremonti e del loro utile ministro Mariastella Gelmini?

 

Sì: Stanley Kubrick indirettamente previde anche questo nella celeberrima scena di 2001: Odissea nello Spazio (un film del ’68, guarda un po’!) in cui, su un’astronave in viaggio verso Giove, il computer Hal 9000 ― dopo aver tolto l’ossigeno a un astronauta impegnato in un’attività extraveicolare e abbandonato nello Spazio il compagno uscito a recuperarne il corpo ― disattiva le apparecchiature che tengono in vita i tre componenti dell’equipaggio che giacciono in catalessi dentro contenitori simili a sarcofaghi.

 

Una strage senza spargimento di sangue, senza trambusto né urla, l’“assassino” e le vittime immobili e silenziosi all’interno delle perfette strutture che li racchiudono, la morte percepibile solo come l’appiattirsi di un tracciato su un display: immagini sempre giustamente celebrate dai critici come una geniale rappresentazione della violenza del potere nell’epoca della sua riproducibilità tecnologica.

 

Nessuno, però (fino a oggi) si è domandato chi fossero i tre che in quei pochi secondi passano senza accorgersene dall’ibernazione alla morte ― i tre che nel film non appaiono mai, che nessun attore interpreta, e i cui nomi, incisi sulle targhe-lapidi delle loro capsule-bare, sono per noi nomi di sconosciuti e tali resteranno per i secoli dei secoli... E nessuno se lo domanderà più, poiché oggi, a quasi mezzo secolo dal 1968, stiamo cominciando a capire da soli, e sulla nostra pelle, che quei tre uomini siamo Noi. Noi che a Hal 9000, mostruosa macchina razionale, ci siamo lasciati consegnare non addormentati ― si badi bene: non addormentati, non incoscienti come lo siamo ogni notte ― ma in uno stato di catalessi in cui (è detto esplicitamente nel film) non è possibile sognare. E in tale condizione siamo rimasti per quasi mezzo secolo senza accorgerci ― benché Kubrick ci avesse avvisato ― che Hal 9000 ci sta uccidendo.

 

I Bambini, dopo aver visto questo capolavoro, domandano se sarà mai possibile che un computer, di propria iniziativa, uccida un Essere Umano. E la risposta, purtroppo ― anche se cerchiamo di darla con le cautele dovute alla loro giovanissima età ― non solo è , ma è peggio: poiché i computer hanno già cominciato a uccidere Esseri Umani ― proprio come previsto dal grande Kubrick ― e perfino da prima di quel fatidico 2001 che gli imbecilli salutarono come una smentita dell’immaginazione del Maestro.

 

Prendiamo Roviano ― comune della Valle dell’Aniene in provincia di Roma ― e guardiamo alla sua povera Scuola. O meglio: non tanto alla Scuola, quanto soprattutto ai suoi Bambini, alle Mamme, ai Papà, ai Rovianesi tutti. E guardando a Loro ― parte dei quali vivono da anni in catalessi, impossibilitati a sognare, ciechi e insensibili a ogni nostro tentativo di rischiararne la fantasia ― consideriamo che:

 

1. A settembre, per la prima volta dagli anni ’60, i Bambini di Roviano usciti dalla Quinta elementare ― ormai è quasi certo ― non troveranno ad attenderli una Prima media. Negato loro di completare la Scuola dell’obbligo entro la realtà culturale locale in cui anche i genitori e i fratelli si sono formati, scacciati dall’edificio che da tutta la vita gli viene indicato come un approdo e un punto di partenza per nuove realizzazioni, i Bambini di Roviano nati un anno prima del 2001 sono stati cancellati con un tratto di penna. No, sbagliamo: qui le penne non c’entrano, o non avremmo tirato in ballo Hal 9000: i Bambini di Roviano sono stati fatti sparire, come se non esistessero. Come se non fossero mai esistiti.

 

2. Entro due anni, in conseguenza di ciò ― il tempo che la Prima del 2009 - 2010 prenda la licenza ― la Scuola media di Roviano probabilmente chiuderà per sempre.

 

3. Quante nuove coppie ― a partire da ora ― decideranno di risiedere a Roviano sapendo che è ormai un paese senza Scuola? Quante coppie recenti stanno già meditando di trasferirsi?

 

4. Un paese senza Scuola è un paese in via di chiusura. Un paese in via di smantellamento: “Signore e signori, Roviano chiude: la gentile clientela è pregata di accomodarsi alle casse”.

 

5. Ma forse no. Forse, dopotutto, il paese sopravvivrà: diventerà un dormitorio per Lavoratori stranieri, e di giorno un “ospizio diffuso” (finché ci saranno Anziani) in cui le mogli dei Lavoratori stranieri potranno impiegarsi come Badanti. E così, pian pianino, anno dopo anno, Roviano e questa Valle dell’Aniene mai definitivamente approdata in Occidente torneranno a “mediterraneizzarsi” in una sorta di nuovo Medioevo. O forse, chissà, in un “Postcontemporaneo” che per ora possiamo solo immaginare.

 

Ma se domandiamo al Preside o al Sindaco, inermi e ignorate rotelline di un ingranaggio immensamente più grande di loro, chi e perché stia chiudendo e assassinando la Scuola di Roviano e Roviano medesima ― senza spargimento di sangue, senza trambusto né urla, assassini e vittime immobili e silenziosi all’interno delle perfette strutture che li racchiudono, la morte percepibile solo come la scomparsa di una serie di numeretti da un tabulato ― cosa rispondono il pover’uomo e la povera donna? Allargano le braccia, si fanno rossi come peperoni e sconsolatamente aggressivi dicono che “è il computer del Provveditorato” e che esso “lo fa in base ai numeri” e che i numeri son quelli “stabiliti dalla legge”. E Noi allora andiamo al Provveditorato (che naturalmente non si chiama più così, proprio come i Presidi non son più Presidi, le Elementari e le Medie non son più Elementari e Medie e il tempo pieno “bisogna levarselo dalla testa” perché oggi c’è il tempo scuola: poiché gli imbecilli che arzigogolano le finte “riforme” della Scuola saranno forse degli imbecilli in fatto di riforme, ma son dei geni in fatto di Neolingua) e al Provveditorato ― come al Ministero e in tutto il Cucuzzaro ― pover’Uomini e povere Donne allargano le braccia e rispondono che loro non c’entrano, che non son loro a far sparire i nostri Bambini e i nostri Paesi: “È il computer,” dicono, “e lo fa in base ai numeri stabiliti dalla legge. È Hal 9000.

 

E così Noi capiamo finalmente, mezzo secolo dopo l’uscita del film, cos’è il nero monolite che in 2001: Odissea nello Spazio insegna all’antenato ominide a scagliare un osso sul cranio di un suo simile e di là nello Spazio, fino alla Luna e fino a Giove e Oltre, verso l’Infinito: il nero monolite perfettamente squadrato, senza riflessi ― cioè senza immagini ― altro non è che la razionalità astratta (scissa, cioè, dall’immaginazione che ci rende umani) per la quale tutto è osso, tutto è strumento, tutto è utile, tutto ha prezzo, tutto è calcolabile, e niente, neanche Noi, ha valore infinito che lo salvi dall’essere stritolato e frantumato come se fosse solo osso, solo cosa, solo numero. Una razionalità che fin dall’Alba dell’Uomo ― già come semplice osso brandito come arma ― una volta che artificiosamente e violentemente la si pensi separata dall’interezza dell’Essere Umano, inizia ad agire come se avesse una volontà propria ― non è ciò che gli assassini talvolta lamentano: io non volevo? ― e poi a poco a poco, col progredire della tecnologia, sempre più dall’Essere Umano si separa anche materialmente per farsi Entità a sé stante, Società razionale e impersonale guidata da protocolli e procedure: “macchina” mostruosa in cui le macchine vere da noi create, che potrebbero liberarci dalla fatica e dalle sofferenze, diventano invece macchine di morte che uccidono senza volerlo né saperlo: senza spargimento di sangue, senza trambusto né urla, assassini e vittime immobili e silenziosi all’interno delle perfette strutture che li racchiudono, la morte percepibile solo come la scomparsa di una serie di numeretti su un tabulato... et voilà: i nostri Bambini ridotti a numeretti spariscono, la loro Scuola-numeretto chiude e sparisce, e il display che dava per vive Roviano e la Valle dell’Aniene si tramuta come per magia in un display che le dà per morte.

 

Ne vogliamo una controprova? Guardiamo a ciò che sta accadendo nei cosiddetti “templi” della finanza mondiale ― è giusto che li chiamino “templi”: spetta il nome di Dio all’onnipotente e onnisciente Entità invisibile che fa di Noi ciò che vuole senza che Noi si riesca a scorgere in essa le nostre stesse razionalità scorporate, elevate all’ennesima potenza e scatenate a fare contro Tutti ciò che nel suo piccolo ogni individuale razionalità fa contro Ciascuno ― guardiamo agli algos, agli algoritmi,” scrive Federico Rampini su La Repubblica di lunedì 10 maggio 2010, “che comandano i programmi informatici che guidano massicce ondate di vendite automatiche da parte dei grandi investitori” e che cosa vediamo? Vediamo una macchina disumana, estesa a tutto il Pianeta, della quale tutti sono ingranaggi e nessuno è al comando: ed è ancora e sempre l’osso brandito dall’ominide di 2001: Odissea nello Spazio, ma tramutato in un’organizzazione mondiale dei rapporti umani razionalmente ridotti a rapporti di scambio, un’organizzazione in continua attività, ventiquattr’ore su ventiquattro per trecentosessantacinque giorni all’anno, troppo gigantesca e complessa perché i nostri corpi possano contenerla e perciò affidata a macchine, a computer, a Hal 9000 che decidono del destino di interi Paesi, di centinaia di milioni di vite umane, e che magari cominciano vent’anni o quarant’anni prima, senza che gli ibernati se ne accorgano, a predisporre le successioni di eventi che venti o quarant’anni dopo li uccideranno senza che sia colpa di nessuno, senza che si possa far altro che allargare le braccia, come un buon Preside o un buon Sindaco o un buon Impiegato del Provveditorato, e dire: “È il computer, in base ai numeri stabiliti dalla legge, a decidere che Tu e i Tuoi Bambini non esistete e non siete mai esistiti. È Hal 9000, che possiamo farci?

 

Ma allora ― si dirà ― se la colpa è di un monolite nero, di un meccanismo razionale messo in moto fin dall’Alba dell’Uomo e perfezionato secolo dopo secolo dagli sforzi congiunti di intere Civiltà, un meccanismo che nessuno controlla e dei cui crimini contro l’Umanità nessuno è responsabile ― se la colpa, come si usa dire, è di tutti e quindi non è di nessuno ― perché prendersela col Berlusconi, coi suoi dipendenti e con chi li vota? Perché titolare questo articolo Silvio Berlusconi e Hal 9000 “chiudono” Roviano?

 

Perché il Berlusconi e i suoi dipendenti non solo non ci difendono da Hal 9000, come farebbero se fossero dalla parte degli Esseri Umani, ma al contrario sono i suoi servi e sacerdoti. Perché il Berlusconi e i suoi dipendenti ― compresi i finti “sinistri” nella Sinistra ― invece di attenuare moltiplicano la violenza con cui Hal 9000 “naturalmente” stritola e frantuma proprio Noi in quanto “più deboli”, cioè più umani, cioè meno simili a parti di una macchina. Perché sono stati il Berlusconi e i suoi dipendenti a chiuderci in questa astronave in balìa di Hal 9000 e ipnotizzati dalle sue tv. Perché è stato il Berlusconi (col Tremonti e con l’utile ministro Mariastella Gelmini, e dopo che individui come il Fioroni avevan fatto la loro parte) a legiferare che sì, Hal 9000 può calpestare i nostri Bambini, le nostre Scuole e i nostri Paesi e stritolarli e frantumarli senza pietà, ché il Governo non solo non lo intralcia ma lo aiuta.

 

Poiché nell’ingranaggio non tutti son rotelline ― non tutti sono il “buon” Preside, il “buon” Sindaco, il “buon” Funzionario del Provveditorato, “prigionieri” come un “buon” Capostazione tedesco nei primi anni ’40 di una macchina immensamente più grande di loro: ci sono anche i “cattivi”, che da sé si immaginano e vogliono essere “cose” purché gigantesche e temibili, ossi spolpati branditi con cieca precisione al di sopra delle Donne e degli Uomini, “pezzi” dall’apparenza quasi inorganica ― solo “pezzi” anch’essi, ma ben più forti e devastanti di una “rotellina” ― pur di far la parte di colossali volani nel meccanismo per il quale Noi siamo solo foraggio e strame. Sì, c’è fra Noi chi si riduce a non poter più vedersi come Umano, chi al monolite nero vuol somigliare anche fisicamente ― s’irrigidisce, assume pose contratte, si fa buio e impenetrabile come superficie senza riflessi, senza immagini, e può anche apparire ridicolo, grottesco, o far compassione ― e fra questi c’è chi addirittura immagina e realizza sé stesso come supremo monolite, come fatale incarnazione ― Unto del Signore ― del Dio ch’è l’astratta razionalità disincarnata di tutti gli Altri: e in tale impresa da matto, da Achab, di farsi così non Umano da non offrire né incontrare più resistenza nell’asservimento dell’Umano, anche costui all’inizio appare ridicolo o fa compassione... finché le ruote dell’immane ingranaggio non lo portano davvero al di sopra di Tutti, per puro caso o per autentica eccellenza della sua pazzia, e davvero ne fanno un Capo che invece fa orrore e paura.

 

Ma a chi fa orrore e paura? A chi ― fin dal ’94, fin dagli anni ’80, fin dal primo apparire televisivo del disprezzo e dell’irrisione del Bambino, della Donna, di tutto ciò che è Umano ― il Capo ha fatto orrore e paura apparendo già allora come un’incarnazione di Hal 9000 ― Unto del Signore ― che prima o poi avrebbe fatto sparire i nostri Bambini e chiuso le nostre Scuole, i nostri paesi, il Paese? Non è più così difficile, oggi, rispondere: il Capo ha fatto orrore e paura fin dal primo giorno a Noi che non eravamo in catalessi. A Noi che non ci lasciammo ibernare ― per non aver più immagini, per non sognare più, per finirla di sentirci Umani ― dentro le lucide, perfette apparecchiature che Hal 9000, in ogni epoca storica, comincia a disattivare fin dal primo momento dell’orribile viaggio. A Noi che intuivamo già molto prima del 2001 e del 2010 che cosa sarebbe successo, una volta chiuse le nostre vite nell’astronave scagliata verso Giove e affidate a Hal 9000, e fin dal primo giorno abbiamo tentato di ridestare all’immaginazione gli ibernati e in catalessi che senza accorgersene venivano uccisi. E che solo oggi, forse, pur mezzi morti iniziano a vedere ciò che Noi vediamo da un quarto di secolo: Ma come, ci chiude le Scuole? Ma come, fa sparire i nostri Bambini e Noi? Ma come, ci consegna e immola alla Macchina Mondiale che distrugge i nostri beni, il nostro futuro, la nostra libertà, le nostre vite e quelle dei nostri Figli?

 

Ebbene sì: lo fa, ed è stata la vostra insonne catalessi senza sogni a permettergli di farlo.

 

Più che il “buon” Preside, più che il “buon” Sindaco, più che il “buon” Funzionario del Provveditorato, più di tutti siete stati Voi ― quelli, cioè, tra i Genitori, tra gli Insegnanti, tra i Rovianesi, tra i Cittadini della Valle dell’Aniene e tra gli Italiani, che si sono ibernati per non immaginare e non sognare più ― a mettervi nelle mani di Silvio Berlusconi che vi ha messo nelle “mani” di Hal 9000: siete stati Voi ― non tutti i Rovianesi, non tutti gli Italiani, certo, ma comunque ben tre su cinque dei componenti dell’equipaggio ― a consegnare i vostri e i nostri Bambini, la vostra e la nostra Scuola, il vostro e il nostro Paese, a chi fin dal primo momento ha cominciato a farli sparire, a “disattivarli”, a “chiuderli” come se non esistessero e non fossero mai esistiti. Siete stati Voi a insultare e deridere Noi che tentavamo di risvegliarvi e difendevamo, insieme a Noi e ai Nostri, anche Voi e i vostri Figli. Ora vi svegliate? Ritornate, finalmente, a immaginare, a vedere, a capire che cosa avete fatto a Noi e a Voi mettendoCi e mettendoVi in quelle mani e in quell’ingranaggio? Bene! Ben tornati! Meglio tardi che mai ― sperando che non sia troppo tardi per non esser mai. Ma allora smettetela, per favore, di prendervela con Noi: è ora di unirsi, Tutti ― Noi e Voi, a Roviano e ad Anticoli, nella Valle dell’Aniene e in ogni parte d’Italia ― e di toglierci, Tutti, da quell’ingranaggio e da quelle mani: è ora di andare davanti al Provveditorato, davanti al Ministero, al Governo e a tutto il Cucuzzaro, e di costringere quei signori e quelle utili signore a sconnettersi da Hal 9000 e a riconnettersi con Voi, con Noi, con Tutti: è ora di costringerli ― senza alcuna violenza, sia chiaro, poiché la violenza ci ridurrebbe come loro, ma certo con la forza della nostra dignità e determinazione ― a immaginare e a vedere che sono e siamo Umani, Noi e i nostri Bambini, e le nostre Scuole, e i nostri Paesi, e il nostro Paese, e che è ora di finirla di trattarci come numeretti su un tabulato e come rotelline di un ingranaggio. È ora, sì, poiché non c’è più tempo. E se non ora, quando? Quando non ci sarà più Paese, più Paesi, più Scuole, più Bambini, più Noi? Quando tutto sarà stato chiuso?

 

Post scriptum: ci dicono che forse per quest’anno si troverà una soluzione, un mezzo, un espediente per evitare la Sparizione dei Bambini della Prima media di Roviano del 2010 – 2011. Bene. Se così sarà ne saremo immensamente felici, naturalmente. Ma non fatevi, non facciamoci illusioni: la chiusura, la disattivazione e la sparizione sono solo rimandate, finchè le Vite nostre e dei nostri Figli sono in potere di Hal 9000, del monolite nero e dei loro servi e sacerdoti. Dobbiamo Noi “disattivare” loro, Noi non esser più ingranaggi, Noi smettere di affidarci a chi si è fatto monolite nero, Noi tornare a immaginare, a sognare, a vedere, a capire che siamo infinitamente più che numeretti e ingranaggi. Noi per primi stabilire chi siamo, per ficcarlo una buona volta nelle testacce loro. E quando, se non ora?

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