Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca |
Anticoli Corrado
(Roma)
10 giugno - 2 luglio 2007
Il Caos buono di Henry Inlander
Coltri di nebbia che lo sguardo non penetra, boschi che sconfinano nel cielo sfidando i fulmini, nubi piene d’acqua e di sole che avanzano sulle colline, intrichi di cespugli che corrono i campi abbandonati, primavere fiorenti gonfie di vita, di pioggia, di vento...
È la Natura di Henry Inlander, Caos buono: inconscio irrazionale che non conosce né sopporta regole, certo, ma che è troppo creativo per non attrarre e sedurre malgrado le ombre che da ogni parte tentano di infiltrarvisi. Caos che fa anche paura, un poco, ma non fino a minacciare la creatività che da esso scaturisce. Poiché l’Artista lo esplora dalla sua finestra sempre aperta, lo invita dal suo balcone a entrare, vi si avventura dalla sua casa. E la casa è ad Anticoli, tra le altre di Anticoli che con essa traggono dal Caos della Natura il Paese Immaginario che del Caos manifesta la bontà. E nella casa c’è il Cane, che tra l’Artista e la Natura ch’è Caos si fa mediatore perché è lupo ed è mansueto, non ha morale né leggi ed è buono, non firma contratti e lo stesso è fidato. E al di sopra del Cane accanto all’Artista c’è la Donna, che è nuda perché è umana, poiché non c’è che la nudità della Donna che gli occhi dell’Artista vedano umana anche senza idee né parole; e che gli volge le spalle, celando il desiderio, affinché egli la chiami svelando il proprio, attraendola come si traggono le immagini dal Caos, che è buono com’è buona la Donna: che anche lei fa paura, un poco, ma non fino a minacciare l’indispensabile all’uomo certezza insofferente di ragioni che da lei scaturisce.
E allora, nonostante i dubbi su di sé che a torto lo insidiano inducendolo a celare, in parte, la propria nudità ― ma non le mani, indubitabilmente piene del buono assoluto dei pennelli e dei colori, del corpo della donna che di buono sa, del muso del cane che il buono riconosce ― malgrado la memoria inenarrabile dell’orrore nazista e fascista che sempre tenta di render certa nei cuori e nelle menti l’idea folle e perversa che la perversione e la follia siano natura umana, malgrado ogni dire e fare che di essi dica e faccia l’opposto, la Natura e il Caos sono buoni, negli sconfinati paesaggi della mente e del cuore di questo grande Artista. Chiamato Diavolo, dagli Anticolani, non per dir male di Inlander, ma per dir bene del Diavolo. |
Ragazza con cane (1979), acrilico su tela, 134 x 103
Il catalogo della Mostra, realizzato dalla Iter Edizioni di Subiaco (foto di Raimondo Luciani, collaborazione di Simona Pompei e Federica Cara) con testi di Vittorio Meddi, Marco Occhigrossi, Paolo Bertoletti e Ron Burnett (tradotto da Fernando Espositi)