Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Un eccezionale ritrovamento fotografico!
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Giovedì 11 settembre 2008, su richiesta dei professori Cipriani e Scialanca, una squadra di generosi e gentili operai anticolani
ha arricchito la Scuola Media di una nuova lavagna e ha spostato le preesistenti in collocazioni più agevolmente fruibili
dagli alunni. Durante i lavori, faticosi e non privi di rischi, da dietro la lavagna dell’aula oggi occupata dalla classe 2006 - 2009
è emerso un eccezionale reperto fotografico della classe 1993 - 1996, gloriosa protagonista di innumerevoli avventure reali (scolastiche e non) e della straordinaria avventura immaginaria narrata dal film Arriva l'Ispettore!
Ringraziando calorosamente i prodi artefici di tanta scoperta, siamo lieti e onorati di offrirla in visione ai gentili visitatori
di ScuolAnticoli che avranno la pazienza di scorrere questa pagina per qualche centimetro ancora...
Clicca sulle miniature per ingrandirle!
1. L’eccezionale reperto è un’istantanea Polaroid (indimenticabile macchina fotografica uscita recentemente di produzione) realizzata da una persona il cui nome non ci è stato tramandato in una località che non siamo riusciti a identificare. La stagione (che si direbbe primaverile, ancorché agli inizi) e l’età apparente dei cinque ragazzi visibili ci inducono comunque a ritenere che la foto sia stata scattata ai primi di aprile del 1994, di buon mattino, verosimilmente in un giorno festivo: una domenica, forse. O magari durante le vacanze pasquali. Una parte della foto, come si vede, è stata ritagliata e asportata (sapremo mai da chi? In ogni caso, col consenso di tutti e cinque i “superstiti”) al riprovevole scopo (lo si evince da una scritta sul retro, per la quale vedi le miniature 3 e 4) di far sparire il sesto componente del gruppo, la cui presenza (ignoriamo per quali motivi, così come ignoriamo se tale antipatia sia stata solo momentanea, o viceversa si sia protratta nel tempo) risultava sgradita agli altri cinque. |
2. Questo ingrandimento (che lo studioso visitatore può ulteriormente ampliare cliccando su di esso) ha consentito ai nostri Storici di identificare con precisione cinque dei sei protagonisti dello straordinario documento. Da sinistra a destra e dall’alto in basso (intorno alla fiammante vettura purpurea con la quale vollero essere immortalati non potendo esserlo sulla quale) sono facilmente riconoscibili Luciano, Marco, Fabrizio, Simone e Sandro: vale a dire tutti gli alunni (maschi) della Prima media dell’anno scolastico 1993-1994 (Petar sarebbe arrivato l’anno dopo) tranne uno... Chi? Un punto interrogativo (apposto con una penna biro blu su un ritaglio di pagina di quaderno a righe, attaccato con lo scotch sul retro della fotografia in corrispondenza della sagoma umana chirurgicamente ritagliata e asportata) lascia supporre che l’identità dell’eliminato (per una sorta di fanciullesca ma non per questo meno deprecabile damnatio memoriae) fosse destinata a trasformarsi in un insolubile enigma. Se un animo generoso (per fortuna nostra e del povero escluso) non avesse voluto altrimenti... |
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3. Il retro della Polaroid, infatti, oltre a illustrare con plastica evidenza l’ingegnosa tecnica che ha permesso all’anonimo artefice dell’orwelliana contraffazione di perpetrare la medesima e di trasformare così una figura umana in un simbolo grafico) reca in calce la scritta che il volenteroso visitatore di ScuolAnticoli potrà leggere con i suoi occhi se vorrà avere la cortesia di cliccare su questa miniatura o di dirigere quegli stessi occhi sulla successiva, che di questa è un ingrandimento. |
4. Benedetto ha rovinato la foto, diceva la scritta originaria, apposta con ogni probabilità dal colpevole della proditoria amputazione (cioè dell’eliminazione del suddetto Benedetto) nel tentativo di giustificare il misfatto commesso. In seguito, però (non sappiamo quanto tempo dopo) la scritta è stata corretta con un non e un più che l’hanno tramutata in: Benedetto NON ha PIÙ rovinato la foto. E perché Benedetto non rovinava più la foto? Perché l’anonimo birbone, prima di aggiungere quel non e quel più, aveva provveduto a recidere, a cavar fuori, a strappar via il Benedetto suddetto dalla foto medesima, rimpiazzandolo con un gigantesco punto interrogativo (un punto interrogativo ad altezza d’uomo, anzi: di ragazzino, è il caso di dire) che agli attenti psico-filologi (semmai ne esistano) non può non configurarsi come un’allusione al grandioso mistero che ognuno di noi, e non solo Benedetto (quantunque Benedetto un po’ di più) sempre rappresenta per tutti gli altri. |
Ma...
...il Prof ha deciso di farlo riapparire, quel benedetto Benedetto! E dunque eccolo qui!
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