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domenica 13 febbraio
Anticoli sotto attacco
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Una squadra di circa venti individui ― quasi tutti anticolani, tutti maschi di varie età ― col favore delle tenebre dà l’assalto a un distributore, chiuso per la notte, che per un guasto continua a erogare benzina e gasolio. Il gestore è un ragazzo ― anzi: per molti degli assalitori è quasi un “amico”, uno con cui ogni giorno si fan quattro chiacchiere e si prende un caffè ― ma questa volta “non si guarda in faccia a nessuno”: la “missione” è troppo importante per fare i sentimentali.
E qual è la missione? Rubare, in venti, 1.500 litri di carburante? Così si dice. Così, forse, credono anche gli assaltatori. E in effetti sembra proprio così: 1.500 litri di carburante “prendono il volo” senza che nessuno li paghi. Con precisione e compostezza “militari”, in una manciata di minuti, il “kommando” si organizza: tutti sono raggiungibili, tutti son sùbito pronti, tutti son sul posto in men che non si dica, le auto fanno la spola, i bagagliai sono stipati di taniche ben ordinate una accanto all’altra, si economizzano i gesti, il silenzio è assoluto, nessuna sbavatura: l’operazione è condotta a termine con “invidiabile” rigore, il “kommando” si ritira, si dilegua nel buio, nella nebbia che esala dall’Aniene.
Ma le telecamere hanno registrato le targhe dei veicoli, i proprietari vengono identificati dai carabinieri (e Anticoli, l’Anticoli per bene, ringrazia il maresciallo Coccaro e i suoi uomini per aver dimostrato ancora una volta che le Forze dell’ordine non dormono, nella Valle), i presunti ladri, a uno a uno, pagano la benzina rubata (con ciò ammettendo la colpa) e quanto prima (si spera) andranno a giudizio...
Tutto è bene quel che finisce bene? Non secondo noi. Che continuiamo a domandarci: qual è il vero obbiettivo dei componenti del “kommando”? È, come anch’essi forse credono, “solo” il furto dei 1.500 litri di carburante? Ma perché, allora, si “dimenticano” delle telecamere e non coprono le targhe? Forse perché, dal primo all’ultimo, son tutti e venti dei poveri imbecilli, come molti sostengono?
Può darsi. Ma gli imbecilli, di solito, non sono così precisi, organizzati, composti, silenziosi, efficienti. Gli imbecilli, di solito, fanno molti errori, non uno solo. E, soprattutto, gli imbecilli non si muovono ordinatamente in venti: già è tanto se riescono a combinar qualcosa disordinatamente in tre. Per cui noi ci domandiamo, invece, se il “kommando” ― consapevolmente o meno ― non si sia dato come principale obiettivo, prima e più che i 1.500 litri di benzina, proprio quello di farsi riprendere dalle telecamere. E di infangare così, facendosi riprendere, l’immagine di Anticoli Corrado e di tutti gli Anticolani.
Nessuna imbecillità, nessuna faciloneria, nessun pressappochismo, forse: al contrario, dall’inizio alla fine della “missione”, la perfetta esattezza che scaturisce dall’astuzia della razionalità quando nessun sentimento la ostacola (il gestore è un amico? chi se ne frega), ma tradita, all’ultimo momento, dall’unico sentimento che gli assalitori, senza saperlo, continuano forse a covare nella mente e nel cuore: l’odio di riuscire, costi quel che costi, anche la galera (un “kommando”, dunque, di “kamikaze” quasi suicidi?) a sporcare l’immagine di Anticoli e degli Anticolani, inconsciamente percepita come troppo superiore alla propria e perciò irraggiungibile.
Più facile abbassare Anticoli che innalzare sé stessi: questo, forse, è il vero obbiettivo del “kommando”. Già. Ma... sarà andata davvero così? Non lo sappiamo, naturalmente. Sappiamo, però, che la nostra ipotesi è plausibile, è meno contraddittoria della teoria prevalente, quella dell’imbecillità, e soprattutto ha l’immenso pregio ― se noi, Anticolani per bene, la facciamo nostra ― di suscitare in noi, anziché l’umiliazione e il crollo dell’autostima, la consapevolezza e l’orgoglio di un’immagine, quella del nostro paese, che da qualche tempo è tornata così bella e ricca da far impazzire chi non si sente all’altezza di essa.
Solo un’ipotesi? Certo. Ed è proprio per questo, da qui in poi, che ciò che pensiamo prende la forma di una serie di domande. Domande che rivolgiamo a tutti gli Anticolani, e in primo luogo a noi stessi, e sulle quali chiediamo e ci ripromettiamo di riflettere attentamente.
Eccole.
Se l’immagine di Anticoli da qualche tempo è tornata a essere così bella e ricca, non può darsi che ciò si debba (assai più che al grottesco cartello Anticoli città etica eretto dall’attuale amministrazione in piazza delle Ville come una sorta di magico totem) anche alla bellezza e alla ricchezza di ScuolAnticoli e all’immaginazione, all’intelligenza, all’impegno e alla coerenza più che ventennali che lo hanno reso possibile?
E se così è, non può darsi che indipendentemente da quanto ScuolAnticoli viene visitato e letto, il semplice sapere che esiste sia per molti Anticolani un incoraggiamento e un aiuto, a dispetto dello squallore che da ogni parte minaccia di sommergerci, a mantenerci all’altezza di un’immagine così bella e ricca?
E se così è, come mai molti Anticolani ― pur sapendo bene, in cuor loro, di esser felici di questa bellezza e ricchezza, e sentendo di esserne perfettamente all’altezza ― tuttavia restano in disparte a guardare e non si impegnano di più a valorizzarla e ad accrescerla?
Non potrebbe darsi che la battaglia vera, oggi, ad Anticoli e altrove, più che fra sinistra e destra, sia (come abbiamo scritto qui sopra, nel nostro 323° Pensiero del Giorno) fra chi ama sentirsi e realizzarsi all’altezza dell’Umanità e chi, invece, follemente certo d’esser lupo o serpente o topo, e pieno d’odio per la lotta e la passione altrui di essere umani insieme, fa di tutto per imbrattarle, deriderle, dichiararle impossibili?
Come mai ieri, 12 febbraio, i più celebri giornalisti della Rai (compreso uno che ad Anticoli, guarda un po’, è di casa da generazioni, e che generazioni!) hanno parlato di Anticoli Corrado, per la prima volta da anni, per dire all’Italia intera che ad Anticoli ci sono i ladri?
Mancavano forse altre e più importanti notizie, ieri, in Italia e nel mondo?
O forse l’immagine bella e ricca di Anticoli Corrado (diffusa da questo sito a 5-600 visitatori al giorno, cioè a decine di migliaia all’anno di ogni parte d’Italia e del mondo) nel suo “piccolo” dà fastidio alle potentissime emittenti televisive che da decenni lavorano a persuaderci che del tutto opposta, e grottesca, e infelice, sarebbe invece l’immagine nostra di esseri umani?
Forse l’immagine bella e ricca di Anticoli Corrado diffusa da questo sito dispiace ai tanti eugeniscalfari che come ammaestrati ripetono in coro con l’Eugenio Scalfari-capo (La Repubblica, 13 febbraio) che l’umanità è un legno storto, e lo è perché l’uomo risulta da un’incredibile mescolanza di istinti e di ragione?
Forse non si tratta “solo” di Anticoli Corrado e di ScuolAnticoli (non siamo così megalomani da crederlo!), forse sono migliaia i paesi in Italia, e milioni le Donne e i Bambini e gli Uomini, che le potentissime emittenti televisive e i “grandi” intellettuali (per non parlar dei preti) imbrattano da decenni per far sentire tutti, non solo gli Anticolani, dei legni storti?
Forse c’è un’inconscia complicità fra i miseri ladri “imbecilli” e i “grandi” e “intelligentissimi” padroni della comunicazione pubblica?
Sono domande immense, ce ne rendiamo conto. Forse anche troppo per le nostre forze, ne siamo consapevoli. Ma son domande che fan stare bene, guarda un po’. Che fan sentire belli e forti. Malgrado i ladri, i tg, gli Eugeniscalfari e tutto il cucuzzaro di chi ci vuol brutti, sporchi e cattivi. Di quelli che ci vogliono legni storti perché così dovremo sempre affidarci a loro, per essere “raddrizzati”. Domande, insomma, che domandando rispondono. E dicono che Anticoli Corrado sarà anche un Paese Immaginario, come no. Ma che nessun Paese è più bello di un Paese Immaginario (e dà più fastidio ai miserabili e ai potenti insieme) se i Paesani sono all’altezza dell’immaginazione propria quand’è più alta e degna. |
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L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).
L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.
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