Chi odia le Donne?
A sinistra:
Norman Bates,
nei panni di sua madre,
accoltella a morte una
donna in
Psycho
(1960), di Alfred
Hitchcock, dall’omonimo
romanzo di Robert Bloch
(1917 - 1994). A destra ―
dalla rivista Novella
2000 ―
Noemi Letizia prima e dopo una presunta
operazione di chirurgia
plastica che ella
avrebbe però smentito:
nessuno, avrebbe
dichiarato, è
intervenuto sul suo viso
e sul corpo con il
taglientissimo coltello
per interventi
chirurgici
(Dizionario Sandron
della lingua italiana,
1984, p. 245) chiamato
bisturi.
Bella domanda, cara amica o amico. Alla
quale,
non essendo noi né psichiatri né
psicanalisti né psicologi, risponderemo
come Alfred Hitchcock in Psycho,
il suo celebre film del 1960: chi
odia le Donne fu odiato dalla madre, e a
propria volta la odiò a tal punto che ne
fece una dea (o una mummia) e la venerò.
Questa, in estrema sintesi, la vicenda
esistenziale che fece di Norman Bates,
il protagonista di Psycho, un
assassino seriale di Donne.
La madre di Norman era una donna
incredibilmente stupida, piena d’odio,
invidia, bugie e fissazioni assurde. E
non si era affatto disinteressata del
figlio (cosa che per lui e le sue future
vittime sarebbe stata una fortuna) ma
gli aveva imposto tutto l’orrore che
aveva dentro: l’odio e la paura degli
esseri umani, e specialmente delle
donne; le continue allucinazioni che
ovunque le facevano vedere peccato e
sporcizia; l’ossessione per la
conservazione, la pulizia e l’immobilità
degli oggetti, con i mille inderogabili
rituali da essa derivanti: di tutto ciò,
e solo di ciò, era stata nutrita la
mente di Norman. Questa era stata la sua
fede. E questo era diventato lui stesso:
la reincarnazione della madre. Molto
peggio, anzi: poiché, non essendo egli
la propria madre, il diventarlo per
forza aveva soffocato e deformato la sua
psiche fino a renderla mostruosa, e
l’immagine materna, già orribile di per
sé, “addosso” a lui era diventata una
maschera da assassino. Sì, cara amica o
amico: è sempre pericoloso lasciarsi
imprigionare da una “verità” che
qualcuno, senza poter dimostrarla,
pretende assoluta e ci impone dall’alto.
(Ma attenzione: ci sono
pazzi molto più
scaltri di Norman Bates, che sanno
indurre le Donne ad “accoltellarsi” da sé: a
sforbiciarsi fino a diventare i cloni
delle “madri” di chi le odia, a
tramutarsi negli “ultracorpi” di sé
stesse ―
per citare un altro straordinario film:
L’Invasione
degli Ultracorpi, di Don Siegel, del
1956 ― e poi, un bruttissimo giorno, se
nessuno le aiuta a ritrovarsi, a sparire
per sempre. Come la Claudia (Monica
Vitti) ― odiata da un uomo che odia le
Donne ― di un altro immenso film del
1960:
L’Avventura,
di Michelangelo Antonioni).
*
Brianza beghina e leghista
Se lo dici tu, caro amico o amica, chi
siamo noi per mettere in dubbio un
giudizio che avrai scrupolosamente
meditato? Permettici, tuttavia, di
correggerlo lievemente nella forma. La
cosiddetta Lega infatti, secondo
noi, dovrebbe sempre esser chiamata
Lega Nord per non aiutarla a farsi
credere un partito nazionale. E i
cosiddetti Leghisti, quindi
(scritto con la maiuscola, poiché si
tratta pur sempre di Umani, anche se
molti di loro si comportano in modo da
far pensare che cerchino di convincersi
di aver cessato di esserlo)
secondo noi dovrebbero sempre esser
chiamati Leghìni nordìni. Che ne
diresti, dunque, di Brianza beghina e
leghìna nordina?...
Facci sapere!
*
Come deve porsi una donna per far
pensare a lui che sia lui a
prendere la decisione?
Semplice, cara amica: deve sostenere a
spada tratta l’opposto di quel che vuole
in realtà. Ma stando ben attenta a cedere
un attimo prima che ceda lui.
*
Cosa fare quando un docente si accorge
che un alunno viene
picchiato da un altro docente?
L’attrice Pam Ferris è
Agata Trinciabue in
Matilda!
(1996), di Danny De
Vito, dall’omonimo
romanzo di Roald Dahl
(1916 - 1990). Nella
traduzione italiana del
libro, Agata Trinciabue
si chiama Agata
Spezzindue, ma il
concetto è il medesimo,
e da millenni: i bambini
sono bestie, dunque
capiscono solo le botte.
Ogni percossa è un crimine, caro amico o
amica, dovunque e da chiunque e per
qualunque motivo sia inferta. Perciò hai
la più ampia libertà di scelta: puoi
andare dai carabinieri o dalla polizia.
Oppure (se non te la senti di farlo, o
se hai commesso l’errore
di confidarti con qualche sedicente
“autorità” che adesso sta cercando di
metter tutto a tacere)
scrivici cliccando qui: dai
carabinieri ci andremo noi al posto tuo,
e senza fare il tuo nome. Sì, preferiamo
i carabinieri. Chissà perché, ci sono
più simpatici. Non certo per merito
loro. (P.s.: non scherziamo, eh? Pur di
denunciare un picchiatore di bambini
siamo disposti anche a viaggiare. Verso
ogni punto del territorio nazionale e
perfino all’estero!
Purché
non con l’aereo.)
*
Esistono scuole che insegnano a fare il
solletico ai piedi?
Quante ne vuoi, caro amico o amica! C’è
un problema, però: gli allievi devono
esercitarsi su cavie umane,
e il solletico è solo il programma del
primo giorno. Poi, a una a una, si passa
alle altre forme di tortura. Fino alle
più efferate e mortali.
*
I bambini nascono cattivi o ci
diventano?
I mostruosi bambini de
Il villaggio dei
dannati (1960), dell’inglese
Wolf Rilla, dal romanzo
The Midwich cuckoos
(I cuculi di Midwich)
di John Wyndham. Film e
libro, nel 1995, hanno
ispirato a
John Carpenter un
remake assai più
valido di entrambi.
Né l’una
né l’altra, caro amico
o amica: i Bambini non son cattivi
affatto. Cattiverie e malvagità sono dei
non-Bambini, di chi sta
diventando o è diventato adulto male,
e ciò è così evidente che quando sei
vittima di una cattiveria, se per caso
eri al buio o distratto e non hai visto
chi
è stato,
puoi comunque tranquillamente escludere
i Bambini presenti dalla lista dei
sospettati. Sarà, dirai tu, ma
i non-Bambini che diventano o son
diventati adulti male, ci nascono o ci
diventano?. Ci diventano,
cara amica o amico. Ogni Adulto venuto
male è un’opera a sé, frutto della
creatività umana (sua e altrui) e
assolutamente unica. Potremmo
attribuirne il merito (o la colpa)
all’evoluzione della specie solo dopo
che ci fossimo estinti con le nostre
mani.
Poiché le
specie che evolvono caratteristiche
autodistruttive (ammesso e non concesso
che
ciò sia possibile) non possono che estinguersi.
E alla svelta.
*
La mia Anna è un topo
Ci son topi e topi. Come,
naturalmente, ci son tope e
tope.
Son cose che capitano, caro amico.
Poteva andarti peggio:
la tua Anna poteva essere un pidocchio,
un serpente a sonagli, una vedova nera,
una tenia... Ma è un topo in che
senso?
È forse un ratto? O invece è una
graziosa topolina tipo
Minnie? Una cosa non capiamo: perché
la chiami topo, al maschile?
Intendi forse che la tua Anna è un
topo maschio di nome Anna? Se è così
va bene, altrimenti è più gentile
dire che la tua Anna è una topa.
E ti aiuterà a riconciliarti con la
situazione. Una bella topa è sempre
meglio che niente. Ma tu questo lo sai
già, forse, o non parleresti di lei come
della tua Anna.
*
Racconto il Paese dei Bambini frettolosi
In tutti i Paesi del mondo, una delle
cose più sgradevoli che gli Adulti fanno
(o sono indotti a fare) ai Bambini è
mettergli fretta.
La fretta non
è mai piacevole, e niente di quel che si
fa in fretta è bello.
Si può mantenere la calma o meno, quando
si ha fretta, ma non si è mai contenti
di averla. In fretta ― per natura ― si
scappa, si aggredisce, qualche volta si
muore. E nient’altro.
Non vedere
l’ora, non star più nella pelle
per il desiderio, non significa
aver fretta: è un’esperienza
gradevole, talvolta molto
gradevole, in
cui la fretta non è reale, ma
simulata: così come i
Bambini fingono la paura
quando le Mamme e i Papà si
fingono streghe o lupi cattivi
per divertirli, allo
stesso modo ―
per la gioia di vedere il mostruoso
babau terrorizzante ridotto a un
giocattolo ―
Piccoli e Grandi fingono di aver
fretta quando un piacere in
avvicinamento rende giocosa un’esperienza
che altrimenti è insopportabile:
lo scorrere del tempo in direzione di un
termine che non può essere allontanato.
Quando mettiamo fretta a
un Bambino, dunque, noi
lo
costringiamo a confrontarsi con
una minaccia più o meno grave
che incombe su di lui, o su
entrambi: poiché l’approssimarsi
di qualcosa
che impone di fuggire dal
Presente, che altro può
essere ―
in Natura ―
se non una minaccia? Ma il Paese
dei Bambini frettolosi ―
ahinoi ― non è lo Stato di
Natura ch’è
il Mondo dei Bambini alla Nascita: è
una
Società governata
― o
piuttosto tiranneggiata ―
da un Ordine che altro non è che un’immensa
e capillare
Rete di Scadenze che attimo per
attimo ci mette in fuga dal
Presente bacchettandoci e
sferzandoci con orologi e
suonerie. A che scopo? Perché la
produzione e la vendita delle
merci e il profitto che per
alcuni ne consegue non
rallentino mai, cascasse il
Mondo (che infatti sta per
cascare proprio per questo).
Noi, gli Adulti, tentiamo di
credere
di esserci
abituati
a vivere così, di considerarlo
necessario o addirittura di trovarlo
appassionante, ma in cuor nostro
sappiamo benissimo
che ci sentiamo come animali in gabbia.
Ma un Bambino è ben poco capace, almeno
fino a una certa
età, di contraffare i
sentimenti, l’immaginazione
e il pensiero con
la razionalità: scappare,
per lui, è scappare e basta,
finché non impara a mistificarne
la realtà chiamandolo
“arrivare in tempo”.
E scappare è brutto, e vivere
scappando è orribile, ed essere
a poco a poco indotti, per
assuefarvisi, a separare la
mente dal corpo e dalla
realtà... è triste da impazzire.
Potrebbe andare diversamente? Certo. Le
idee e la tecnologia per far sparire la
fretta dalla faccia della Terra esistono
già. E tanto più ne disporremo quanto
più ci libereremo dal dominio delle
Tirannie private.
*
Trovami le persecuzioni romane,
se no ti uccido!
Sentirsi molto insoddisfatti,
anche dinanzi a un monitor,
consegue quasi sempre dall’aver
sbagliato la ricerca...
Se no uccidi chi, caro amico o
amica? Il computer, come sta per
fare l’ossuta
signorina qui sopra? O ScuolAnticoli, a cui la tua furiosa
ricerca è stata (chissà perché)
recapitata? Temiamo, non
potendosi privare della vita chi non ne
ha, che
tu ce l’abbia
con noi. Eccoti la risposta, dunque: chi
detiene il potere, al tempo dei Romani
come oggi, perseguita chiunque gli
sembri ostacolare la
conservazione del medesimo. Asterix e
Obelix, per esempio. Inoltre, essendo la
religione un ottimo dispositivo per l’avvilimento
e l’istupidimento
(e dunque il controllo) delle menti, chi
detiene il potere, al tempo dei Romani
come oggi, perseguita chiunque
gli sembri ostile alla religione.
“San” Pietro e “san” Paolo, per esempio.
Due le principali differenze, tra allora
e oggi: 1. Il potere, da noi, fondandosi
più sulla ricchezza che sulle
legioni, teme che eccedere in
persecutorietà intralci i
flussi di denaro: finché non ce ne
saremo liberati, dunque, cerchiamo di
giustificare questo timore; 2. La
religione, da noi, è stata quasi del
tutto sostituita dalla tivù, e il
potere (dove non è nelle grinfie di
perfetti imbecilli) se n’è
accorto così bene che dei preti tende
ormai a infischiarsene. Soddisfatto,
caro amico o amica? In ogni caso, morti
per morti, meglio uccisi per non
aver saputo rispondere che per
una risposta che non è piaciuta all’Imperatore
e ai suoi sgherri. O al Pontefice
e ai suoi...
*
Altrimenti lei non mi direbbe di andare
a trovare sua figlia sentendo che io sto
male, e non direbbe neanche a mio cugino
di andarsene a dormire
da mia cugina
Giovi: questo è clamoroso...
Siamo perfettamente d’accordo
con te, cara amica. O caro amico. Per
fare un po’ gli avvocati del diavolo,
tuttavia, ti invitiamo a considerare la
possibilità che la lei a cui ti
riferisci ritenga: 1. Che andare a
trovare sua figlia (nell’ipotesi che
quest’ultima sia un medico o goda di
potenti virtù taumaturgiche) possa
guarirti dal male che stai;
2. Che il ritorno di tuo cugino nel
letto di tua cugina Giovi (che poi di
tuo cugino è la moglie) possa risanarti
anche nella psiche dai sensi di colpa
che ti affliggono per averglielo portato
via. Se le cose stessero
effettivamente così ―
e sottolineiamo se ― la lei
a cui ti riferisci agirebbe come agisce
per il bene di voi tutti. E clamoroso,
in tal caso, sarebbe solo che tu non te
ne renda conto.
*
Come comportarsi quando esce il sangue
dal naso e un po’
finisce nel cervello?
Il sangue,
penetrando nel cervello, vi porta anche
l’ossigeno di cui disgraziatamente è
ricco, e questo può rendere il pensiero
di gran lunga più agile. Per questo gli
zombie sono così astuti.
Innanzi tutto mantieni la calma: sei in
grave pericolo di vita, ma se farai quel
che ti diremo hai circa il 6,2% di
probabilità di morire senza soffrire, l’1,8%
di sopravvivere gravemente menomato e lo
0,05% di uscirne illeso. Qual è il
pericolo? Che tutto il tuo sangue si
riversi nel cervello, tramutandoti in
una
mente prigioniera di un cadavere. Cioè
in uno zombie più o meno
paralitico. Qual è la terapia? Eccola:
1. Siediti con il tronco leggermente
piegato in avanti e la bocca aperta, in
modo che le vie aeree non vengano
ostruite dal sangue o da coaguli di
sangue; 2. Stringi la punta del
naso per circa 15 minuti. Attenzione:
nel frattempo, però, non dimenticarti di
respirare con la bocca! 3. Lascia
lentamente la presa e non toccare più il
naso né soffiartelo. Se dopo 20 minuti l’emorragia
non si è ancora arrestata, chiama il
medico.
*
Veltroni melenso/Fioroni
violenza da dentro da fuori
Due
domande, cari amici o amiche,
che assemblate si tramutano in una folgorante
risposta! Sia nel Veltroni che nel
Fioroni, voi suggerite, la melensaggine cela
la violenza (da dentro da fuori, dici,
caro amico o amica, e in quattro parole
comunichi perfettamente l’idea
di una violenza psichica, non fisica, che
pervade ogni molecola dell’atmosfera nazionale
intossicandola del tutto) ma solo
unendole (l’unione
fa la forza, si sa) la violenza arriva a
sovrastare la melensaggine!
Grazie a voi, ignoti amici o amiche, abbiamo
capito a che servono i chierichetti nel Pidì.
*
Abbandonare i figli ai nonni
Con certe nonne
non si scherza.
Premesso che affidare i bambini ai nonni
per qualche ora, o anche per un fine
settimana, non è necessariamente un
abbandono,
e che determinare se lo sia non è
semplicissimo (i genitori abbandonanti
sanno come atteggiare il viso per non
sembrare tali a chi li osserva; anzi:
sanno anche come atteggiare la mente
per non sembrarlo a sé stessi) non è
forse insensato supporre che le madri e
i padri che ogni anno vanno in vacanza
senza i figli, lasciandoli ai nonni
per settimane, siano in effetti
molto simili ai genitori di
Hänsel
e Gretel.
Anche perché le nonne e i nonni dei
papastri e delle mammastre
quasi mai
son vecchietti simpatici e affettuosi:
spesso sono streghe e streghi velenosissimi
(cosa che spiega, in qualche misura, la
sorta di padri e di madri che ne furono
i figli) e la loro ripetuta e prolungata
compagnia, nel giro di qualche anno,
rischia di avere sui nipotini proprio i
perniciosi effetti che i genitori (più o
meno consapevolmente) si augurano che l’abbandono
a cotali avi produca e approfondisca. Se
non addirittura la soluzione finale
di cui certe nonne (non si sa se più
feroci o più istupidite dalla
televisione) sembrano andare in cerca
per le strade di città quando vi
caracollano tenendo per la manina un
tenero nipote... dalla parte delle auto
che sfrecciano.
*
Gli uomini preistorici erano geni o son
venuti gli alieni ad aiutarli?
Quale alieno, con le sue
anchilosate manine verdi,
avrebbe potuto affrescare la
grotta di Chauvet?
Bella domanda, cara amica o amico.
Peccato, però, che le risposte siano
sbagliate sia l’una che l’altra: proprio
come al giorno d’oggi, infatti ―
secondo noi ―
solo alcuni degli uomini
preistorici
riuscivano a conservare fino all’età
adulta
il naturale genio
di chi nasce umano. Talmente pochi,
ahinoi (in caso contrario, i nostri
progressi sarebbero stati immensamente
più rapidi) che non potevano non
sembrare alieni a chi invece non ce
l’aveva fatta. Ne vuoi una prova? Eccola
qui: è ScuolAnticoli. Mica sono
stati gli alieni ad aiutarci a
realizzarlo: siamo noi che ci siamo
riusciti, da soli, a dispetto degli
alieni che da sempre fan di tutto per
ostacolarci.
*
Come punire il proprio figlio?
Non hai mai pensato che entrambi sareste
molto più felici, se tu riuscissi a far
sparire il concetto di punizione
dalla tua mente? Con l’idea
di
punizione, cara amica o amico, noi non
ci siamo mica nati, sai?
È un’idea
religiosa (Dio, se esistesse ―
ma per fortuna può anche darsi che non
esista ―
sarebbe il più spietato castigamatti
dell’Universo, le sue pene sarebbero
addirittura eterne, e sarebbe per meglio
punire che un brutto giorno terminerebbe
il mondo fregandosene di come ci
resterebbero male milioni di Bambini che
avrebbero appena iniziato a viverci) e
sono stati i preti a mettercela in
testa. Infatti, come tutte le idee
pretesche, anche quella di castigo
scaturisce dalla convinzione che gli
animali umani non si distinguano in
alcun modo dagli animali non umani, e
che niente di valido se ne possa dunque
ottenere se non con
“lezioni”
più o meno violente e
“risolutive”. Svegliati
domattina, cara amica o amico, senza più
quell’ideaccia
in mente: questo è il nostro consiglio.
Perduta una volta per sempre Via della
Punizione, tu non hai idea di quante
altre vie più umane (e più efficaci)
sarai immaginosamente costretto a
escogitare per trovare un’intesa
con la tua prole.
*
Come difendersi da un rettiliano?
L’idea
del cervello
rettiliano, credetemi, è un invidioso
rettilomorfismo.
Abbiamo noi rettili il
copyright di quel tipo di mente, e
non lo cediamo ad alcuno!
Anche tu, cara amica o amico, credi alla
bufala del cervello rettiliano?
O ti servi di questo termine come di una
similitudine, per dar l’idea
di una persona
che si comporta come una bestia senza
cuore né fantasia? In ogni caso, quel
ch’è certo è che hai a che fare con un
individuo (o un’individua) da cui
senti di dover difenderti, e contro il
quale (o la quale) hai deciso di
chiedere aiuto a ScuolAnticoli.
Hai fatto bene! Ascolta: prepara una
bacchetta di venti centimetri acuminata
da entrambe le estremità come l’aculeo
di un istrice, tienila a portata di mano
e, quando il rettiliano ti si avvicina
con le fauci spalancate, conficcagliela
tra lingua e palato in modo che non
possa mai più richiuderle. Ma questo,
naturalmente, fallo solo se è davvero un
rettile. Altrimenti mandalo
semplicemente a quel paese.
*
Dì il mio nome, urlalo forte nel vento,
poi dillo piano, ascolta attentamente le
lettere sussurrate dalle tue labbra, che
hanno un suono così dolce che fanno
sembrare il mio nome la poesia più soave
da me mai sentita...
Il cuore di ScuolAnticoli
è stato trafitto!
Siamo lusingati e felici, cara amica,
che questa ricerca ti abbia portato
dritta dritta su ScuolAnticoli.
Da giorni e giorni stiamo eseguendo
queste tue istruzioni a puntino, dalla
mattina alla sera e dalla sera alla
mattina, trascurando ogni altro impegno,
dimenticando perfino di mangiare, di
bere, di dormire e di farci la barba. Il
solo problema è che non conosciamo il
tuo nome, ma non importa: li proviamo
tutti, ogni volta ne diciamo e urliamo
uno nuovo, e già una gran folla stupita
e ammirata si è raccolta sotto le nostre
finestre per ascoltarci: siamo a buon
punto, siamo arrivati alla G di
Gertrude! Ma tu non appari ancora... Non
ti chiamerai mica Zoe?
*
Sentirsi disprezzati fa venire il
raffreddore?
Sentirsi disprezzati fa venire
il raffreddore? O è avere il
raffreddore che fa sentire
disprezzati?
Non ci avevamo mai pensato, caro amico o
amica... L’idea,
te lo confessiamo, ci tenta... Chi,
infatti, è più soggetto ai raffreddori?
I Bambini. Che tra gli Umani sono, se
non i più disprezzati, poco ci manca:
piccoli mostri, bestioline,
ranocchietti, bulli nati, angioletti,
demonietti e peccatori originali da
battezzare al più presto per cominciare
pian pianino a umanizzarli tra
difficoltà inenarrabili: chi è più
disprezzato di loro? E infatti si
raffreddano praticamente tutti i
giorni!... Niente di più facile che
l’apparato immunitario di chi è
disprezzato si metta a fare i capricci,
non ti pare? E magari anche quando il
disprezzato non si accorge di esserlo:
lui no, ma il suo naso sì!Sì, la
tua ipotesi ci tenta, caro amico o
amica... Ma purtroppo siamo costretti a
respingerla da un fatto
incontrovertibile e inconfutabile: noi ―
intendendo per noi il
sottoscritto
Prof ― siamo tra gli esseri più
disprezzati della Terra, e tuttavia
da quando abbiamo smesso di fumare (il
1° aprile 1998) non ci raffreddiamo più.
Capito? DA QUANDO ABBIAMO SMESSO DI
FUMARE. Solo che tu, allora, potresti
domandare: Sentirsi disprezzati fa
venir voglia di fumare che fa venire il
raffreddore? Ottimo argomento per
una nuova ricerca: alla prossima!
*
Fianchi dei bambini doloranti
Interpella un medico, cara amica, non
Google! Ma vedrai che il medico ti
tranquillizzerà: i
“fianchi”
dei Bambini
“dolorano” tutte le volte che i Bambini,
giocando, corrono a lungo e a
perdifiato: non sappiamo perché accada
ma ce lo rammentiamo bene, anche se è
passato quasi mezzo secolo dall’ultima
volta che ci è capitato! E com’era
bello, nel ricordo di oggi, quel
fastidioso doloretto!
*
Che tipo di trauma può subire un bambino
rimproverato da un adulto non genitore
del medesimo per colpe che non ha
commesso?
La capacità di rimproverare è una
prerogativa degli animali umani? Be’,
non è mica detto! (Cliccala per
ingrandirla)
È il tema (o piuttosto è tra i
temi) di uno dei più bei racconti mai
scritti: Giro di vite (The
turn of the screw, 1898), di Henry
James (1843 - 1916), che ti consigliamo
vivamente di leggere. Un
“rimprovero
non meritato”,
per quanto ingiusto esso sia, può
naturalmente non causare alcun trauma:
lo si può rifiutare e respingere (in
seguito, se non sul momento) e si può
essere aiutati a rifiutarlo e
respingerlo. Ma se nessuno lo smentisce,
se l’accusatore
ha il potere di ripeterlo, di
martellarlo, di farne una sorta di
mondo virtuale nel quale il
Bambino è a poco a poco rinchiuso e
convinto che quello sia il mondo
reale (ricordi The Truman Show?),
allora il
“rimprovero”
può portare alla rovina interiore e
perfino alla morte.
In questo senso, a nostro avviso, il
peggiore dei
“rimproveri”
(che i Genitori, senza rendersene conto,
seguitano a infliggere ai Figli) è il
battesimo: col quale una “tradizione” millenaria continua ancora oggi a
“rimproverare” fin dal primo giorno
di vita, al nuovo Essere Umano, una
nascita imperfetta. Un “rimprovero”
che non è solo
assurdo:
se nessuna voce si leva a contrastarlo,
se è creduto e accettato e fatto proprio ―
non semplicemente a parole, quanto
soprattutto nei comportamenti ―
da tutta la comunità del Bambino,
e se alla fine il Bambino stesso se ne
convince, è anche una
violenza psichica inenarrabile.
*
I bimbi più cretini del mondo
Praticamente tutti, se osservati da
adulti pieni d’odio
e di paura. Altrimenti nessuno.
Come? Chi sono gli adulti pieni d’odio
e di paura per i Bimbi? Un tempo, quelli
che da piccoli a propria volta non erano
riusciti a resistere
ad altri adulti pieni d’odio
e di paura. Ma oggi c’è anche un sistema
più semplice e rapido: credere alle
campagne d’odio e di paura delle
televisioni contro i Bambini e i
Ragazzi. C’è gente che ogni sera, dopo
aver visto un tg, strangolerebbe i figli
nei loro lettini...
*
Arrivare ad Anticoli Corrado
Vuoi programmare una gita ad
Anticoli senza rischiare di
sguerciarti?
Clicca sulla mappa per
ingrandirla!...
Non è facilissimo, cara amica o amico.
Anticoli Corrado, come forse saprai, è
un
Paese Immaginario. Di più: è forse l’unico
Paese Immaginario esistente nella
Realtà. La sua ubicazione e le
caratteristiche sue e dei suoi abitanti
(che sono i primi a non concordare su di
esse in quasi alcunché) variano quindi
molto da viaggiatore a viaggiatore.
(Anzi: se la gita dura più di qualche
ora, mutano quasi sempre anche per
uno stesso viaggiatore: noi, per
esempio, la prima volta che venimmo ad
Anticoli, al momento di ripartire
scoprimmo che la via per tornare a casa
era diversa da quella dell’andata...)
In altre parole è possibilissimo che tu
riesca, pur con qualche traversia, a
giungere ad Anticoli da Roma prendendo
la via Appia, mentre il tuo compagno (o
compagna) di viaggio vi arrivi in meno
di mezzora prendendo la
Cassia; che Anticoli sia per te su un’isola
in mezzo al mare, e per lui (o lei) in
un’oasi
in pieno deserto; che tu vi muoia di
freddo, un altro vi schiatti di caldo,
un terzo vi si senta come alle Canarie e
un quarto...
non possa vederla neanche col
cannocchiale senza una tuta da
astronauta e la Guida galattica per
autostoppisti. Tentare di
raggiungere Anticoli in compagnia non è
consigliabile, dunque: si rischiano lo
stallo perpetuo, il moto solo apparente
e l’irrisolvibile, logorante disaccordo
senza uscita delle convivenze forzate.
Mille volte
meglio separarsi alla partenza e godere
poi della gioia purissima di scoprire,
ritrovandosi ad Anticoli, che esistono
luoghi in cui solo a quelli che son
liberi come gatti gli uni dagli altri
accade
talvolta d’incontrarsi,
come per magia, l’uno
nel
sogno dell’altro...
Benché di quando in quando ―
è doveroso avvisarti, cara amica o
amico ― accada invece che di due,
partiti assieme,
solo uno arrivi in paese e l’altro
non giunga che alla disperata
conclusione che non esista. Ma anche in
questo c’è del buono, in fondo: da certe
traiettorie è meglio non essere
risucchiati, e che sia la tua meta,
anziché tu, a decidere con chi vi
arriverai, non è forse una meravigliosa
semplificazione della vita?... Fa’
come Don Chisciotte, cara amica o amico:
monta a cavallo e lasciagli le briglie
sul collo; l’arrivo in un Paese
Immaginario
non
si
programma:
si scopre.
*
Ignorare i propri genitori
Puoi provarci, cara amica o amico, ma
temiamo che questa pratica potrebbe
danneggiare più te che loro. Pensa solo
a quante volte ti faresti male
inciampando nei loro piedi! E le
faccende di casa? Ignorare tua madre e
poi farti servire da lei di barba e
di parrucca sarebbe un po’ ridicolo,
non credi? E come la mettiamo con i
soldi? Ignorare i genitori e spendere e
spandere il loro denaro è un
comportamento troppo da fascistella (o
da fascistello) perché una giovane (o un
giovane) per bene come te possa
adottarlo senza riempirsi di disprezzo
per sé stessa (o per sé stesso). No,
guarda, devi fartene una ragione: i
genitori si possono (credibilmente)
ignorare solo se non si ha alcun bisogno
di essi. Altrimenti è molto più efficace
(e più sano) fare esattamente l’opposto.
Cioè dirgliene di tutti i colori. (P.s.:
se invece, scrivendo ignorare i
propri genitori, intendi per caso
letteralmente dire che non sai chi
siano, il nostro consiglio è di
cercartene un paio di seconda mano: ce
n’è di ottimi, sai?)
*
Quando un uomo ti guarda in modo
interessato, cosa fare?
A meno che interessato non
significhi stupratore, a te la
scelta: guardarlo anche tu in modo
interessato, o guardarlo in modo
schifato. Ma in un modo o nell’altro
guardalo, cara amica, se un
domani non vuoi invecchiare tra i
rimorsi.
*
Se si scrive al dirigente scolastico:
appellativo
Stanislao e Gertrude Pierpaoli, presidi
(maschio e femmina, poiché vi sono entrambe le
specie) dell’Istituto Pierpaolo
Pierpaoli.
(Da Vamba,
Il
giornalino di Gian Burrasca,
illustrazioni di Vinicio Berti, Bemporad
- Marzocco, Firenze, 1963). Cliccala per
ingrandirla!
Non è facile rispondere a questa
domanda, cara amica o amico. Un
“dirigente
scolastico” ―
cioè l’individuo
che è chiamato preside, o
direttore, nei Paesi non devastati
dall’idiozia e dalla cattiveria, tipiche
della finta
“sinistra”,
di
tentare di far impazzire
gli Esseri Umani cambiando o
distruggendo i nomi delle cose e delle
persone ―
è una Personalità così Eminente e
Stratosfericamente Straordinaria, che è
difficile escogitarle un qualsiasi
appellativo che non la degradi. Vostra
Maestà Imperiale? No, troppo poco...
Siamo davvero in difficoltà... Ti
consigliamo di rivolgerti a uno di quei
burocrati ministeriali che di quando in
quando convocano carrettate di
“dirigenti scolastici” per lavar loro il
cervello circa le ultime pretese del
“Beppe”
Fioroni o della Mariastella
Gelmini di turno: vedrai che lui
avrà di sicuro qualche “appellativo” da
suggerirti. Se però ti consigliasse di
chiamare il tuo preside come lo chiama
il ministro, con un fischio, tu non
dargli retta: non funziona. Che ci voglia
quello a ultrasuoni? (Nota: ci
dissociamo dal curatore di questa
rubrica: sembrerà incredibile, ma
esistono anche presidi che si ribellano.
E che finiscono sotto inchiesta).
*
Perché si guarda la televisione?
Il cervello dopo un certo
tempo brucia? Forse sì...
Per mettere sotto controllo il cervello
(del quale si è stati religiosamente
educati a diffidare) stringendolo nella
morsa di una continua attenzione a un
discorso altrui; e per impedirgli, così,
di funzionare liberamente. Effetti
collaterali indesiderati? Solo uno:
il cervello dopo un certo tempo brucia,
come la frizione di un’auto
sotto i piedi di un principiante:
fenomeno spiacevole per il soggetto e
per i suoi cari, ma che produce un posto
di lavoro per una brava badante
straniera. Un consiglio? Si ottiene il
medesimo effetto (e si risparmia il
canone!)
ripetendo all’infinito
una preghierina o un mantra.
Avvertenza: queste pratiche
autolesionistiche non inibiscono la
creatività (è impossibile) ma aiutano a
tramutarla in una
“creazione del vuoto” estremamente
distruttiva. Auguri!
*
Perche mi bruciano gli occhi quando
guardo la tv?
Forse, perché gli occhi sono l’unica
parte del cervello in grado di provare
dolore.
*
Suore sculacciate
Una pratica erotica che può far male più
a te che a chi la subisce, cara amica o
amico. Cerca almeno di non farlo a mani
nude, se proprio non puoi farne a meno.
*
Quello che vediamo è solo la scorza
È
anche vero, però, che i frutti col verme
sono i più buoni...
Forse, quello che vedono i tuoi
occhi... Ma quel che intanto mandi
giù è anche polpa, sai? Adotta una dieta
sana, cara amica o amico, e vedrai che
la tua vista migliorerà.
*
Le piu belle parole che una madre può
dire a un figlio
Non esistono, cara amica, parole che
siano in assoluto le più belle
che una madre può dire a un figlio: una
frase che in una certa situazione è
bellissima può essere orribile in un’altra.
Anzi: le stesse parole nella
stessa situazione possono
risultargli meravigliose o mostruose a
seconda del tono e soprattutto dell’intenzione
inconscia con cui le pronunci. Perfino le
più belle parole di tutti i tempi possono far
male a un bambino, se gliele dici dopo averlo
costretto a umiliarsi perché tu smettessi di
guardarlo male. Però
non vogliamo lasciarti senza risposta... Le più
belle parole che puoi dire a tuo figlio sono: “Parlami,
ti ascolto”. A condizione che di ascoltarlo
ti vada davvero. Che sia la cosa che (almeno in
quel momento) ti va di più al mondo. Altrimenti
non funziona.
*
Vedere la tua vita che trascorre
insignificantemente...
Solo la vita? Ma ogni istante può avere
un senso! Naturalmente, se tu gli vuoi
così bene da creargliene uno.
Può essere
seccante,
cara amica o amico. Ma niente paura: non
hai comprato la tua vita in un negozio,
in un centro commerciale o su
Internet, quindi non è scadente ed
effimera di per sé in modo che
qualcun altro ci guadagni. Né d’altra
parte esiste, è mai esistito o mai
esisterà un unico senso della
vita, che se tu non riesci a fartelo
spiegare e a capirlo, allora è la fine:
chi dice il contrario (tanto più se
afferma che il senso che gli dà lui è il
solo possibile) è un pazzo o un
imbroglione. O un pazzo e anche
un imbroglione. Ogni vita ―
anzi: ogni istante della vita ― può
avere un senso, e solo tu puoi
crearglielo.
In questo momento, per esempio, hai
scelto di essere su ScuolAnticoli,
e la tua vita è quindi molto
significativa! (Ovviamente, infatti, chi
è lì con te mentre crei il senso
dell’attimo può renderti l’impresa più o
meno facile o difficile...)
*
Come
muoiono le maestre?
La Morte e la Maestra
La casistica tanatologica magistrale,
cara amica o amico, prevede tre
modalità: 1. Maestre immortali:
vuoi perché respinte perfino dalla
Signora con la Falce, vuoi perché
penetrate così a fondo nei neuroni degli
alunni da continuare a materializzarsi
nei sogni e/o nei deliri loro e dei loro
discendenti per un numero incalcolabile
di generazioni. 2. Maestre che
muoiono di pizzichi, per
aver
sposato commercianti o piccoli
imprenditori
che lavorano venti ore al giorno e le altre quattro
parlano di lavoro anche nel sonno. 3. Maestre che
muoiono di colpo d’aria al cervello, per essersi
strappate troppi capelli e aver troppo digrignato i
denti pensando alle colleghe.
Conosci altre
modalità di dipartita? Clicca qui e scrivici!
*
In Natura non c’è
alcuna perfezione... ma un sacco di
tempo sì!
(Clicca sulla scimmia, se vuoi la
sorella maggiore!)
|
La
perfezione noiosa
La perfezione si può solo immaginare,
non trovare. |
Speriamo, cara amica o amico, che
il tuo motore di ricerca preferito
non ti abbia condotto qui
perché considera ScuolAnticoli un esempio
di noiosa perfezione! Se così fosse,
avrebbe errato di un buon 50%: saremo anche un
po’
noiosi, chi lo nega, ma perfetti no. Non tutto
ciò che è noioso è anche perfetto, sai? Ciò che
è perfetto, invece, è sempre noiosissimo.
Infatti: 1°. La perfezione non esiste: non è di
Dio, poiché non c’è
alcun dio; non è della Natura poiché essa, in
quanto prodotto del caso e dell’adattamento,
è capace di perfezione più o meno come la
proverbiale scimmia alla macchina per scrivere;
e non è nostra, non è umana, poiché la Natura
― cioè, appunto, il caso e l’adattamento
― ci hanno resi così creativi che
possiamo immaginare qualcosa di perfetto,
ma non produrlo o anche solo
riconoscerlo come tale. (Del resto, nemmeno
la morte è perfetta: chi muore
comincia subito a rientrare in circolo.
Sarà perfetta, se mai, solo la perfetta
entropia finale). 2°. Se la perfezione
non esiste, non la si può raggiungere
più di quanto si possa trovare una
pentola piena d’oro
alla fine dell’arcobaleno,
e le persone o le cose che ci si
presentano come perfette, o che ci
sembrano tali, non lo sono e non lo
saranno mai: o tentano di ingannarci, o
siamo noi che c’inganniamo,
o entrambe le cose. 3°.
L’inganno mira al dominio e allo
sfruttamento. L’apparenza della
perfezione, essendo inganno (o
autoinganno), ha il medesimo scopo:
dominare gli “inferiori”
(o sottomettersi
credendosi inferiori). 4°. Apparenza di
perfezione e potere hanno in comune
l’immobilità: chi vuole apparire perfetto
non può evolversi (sarebbe come ammettere che
non lo era prima, e che un domani si potrebbe
scoprire che non lo è neanche oggi) e il potere
non
può diminuire né aumentare: o è totale, o non è
potere. 5°. Assoluta
immobilità equivale ad assoluta noia.
Concludendo: 1° + 2 °+ 3° + 4° + 5° = Chi crede
a un’immaginaria perfezione (quale che sia) vive
in uno stato di “perfetto”
inganno, “perfetta”
sottomissione, “perfetta”
immobilità e “perfetta”
noia. (P.s.: naturalmente, quanto sopra non
autorizza in alcun modo a concludere che
l’imperfezione sia sempre veritiera,
libera, vivace e spassosa!)
*
Come si
riproducono gli umani?
Per caso
E. T.
spiò gli Umani mentre facevano sesso?
Bella domanda, caro amico (o amica)! Siamo
lusingati che essa ti abbia condotto proprio su
ScuolAnticoli! Dai termini che usi
― cioè dal
fatto che domandi come si riproducano non i
grandi, per esempio, ma gli umani
― deduciamo che tu, invece, non sia
umano, e proprio per questo desideri sapere come
ci riproduciamo noi. Però non sei neanche un non
umano terrestre, perché qui sulla Terra gli
animali non umani non sanno
scrivere né tanto meno effettuare ricerche sul
Web... Dunque sei un alieno! Ti
risponderemo francamente, caro Alieno curioso,
sperando che tu non sia un minore: noi Umani
non ci riproduciamo. Nessuno è mai riuscito
a riprodurre un Umano, e nessuno mai ci
riuscirà. Nasciamo tutti diversi. E voi?
*
Paese
poco religioso
Siamo lieti che questa ricerca ti abbia
portato (anche) qui, caro amico o amica.
Sì, ScuolAnticoli è un paese
(virtuale) molto poco religioso. E un
giorno
― è la nostra speranza ― non lo sarà
affatto: ci stiamo attrezzando. Ma
liberarsi del tutto della religiosità
che ci è stata inculcata fin da bambini
(e di ideologie e filosofie, e della
tendenza a istituzionalizzare i
rapporti) non è facile: decidemmo all’età
di undici anni
che Dio (per noi) poteva benissimo non
esistere,
e oggi che ne son passati
― purtroppo ―
quasi cinquanta, ancora
scopriamo abissi di religiosità (in noi
e negli altri) che non sospettavamo
neppure: idee astratte, logica
razionale, credenze, doveri, ancora
troppo spesso tentano di imporsi sui
nostri affetti, sull’immaginazione
creatrice, sul pensiero nato nel
rapporto e per il rapporto...
*
Se lei
ti dice che non vuole stare con te, vuol dire
che è interessata?
Congratulazioni (o condoglianze) caro amico: hai ben il 50% di
probabilità che lo sia contro soltanto il 50%
che non lo sia. Sia che tu intenda
interessata a te, sia che tu intenda
interessata ai tuoi soldi.
*
Mia nonna mi ha creato
Lo scheletro di nonna Lucy
Sì, anche. Ma per quanto la cara vecchietta sia
(o fosse, ma speriamo sia) simpatica,
dolce e affettuosa, perché fermarti a sentirti
creato (o creata) solo da lei? Materialmente, la
fila di chi ci ha messo al mondo risale fino a
Lucy l’australopiteca e oltre, verso i
protozi. E non materialmente
― nel
senso, cioè, a cui più probabilmente la tua
ricerca allude ― non è forse vero che la
“creazione” degli Esseri Umani è reciproca, e ci
rende tutti coautori gli uni degli altri?
*
Il vetro
cooooome si utilizza?
Oooocchi di bamboooole (cliccali
per ingrandirli!)
Per faaaaare occhi per le bambooooole. Per
schiacciaaaaare minuscole creatuuuuure
sotto le lenti dei microscooooopi. Per
scaldaaaaare le piantine in inveeeeerno.
Per non far entraaaaare la pioggia dai
buchi nei muri delle caaaaase. Per
tratteneeeeere l’una
accanto all’altra
moleeeeecole in rapido movimeeeeento. Per
mostraaaaarci un’immagine
orizzontalmeeeeente capovolta di noi
steeeeessi.
*
Faccia come se non ci fossi
Questa è una frase che non ci piace. Gli Esseri
Umani ci sono sempre, e ci sono tutti.
Chi fa come se un altro non ci fosse, in cuor
suo l’ha
già ucciso. E dovremmo essere proprio noi ad
autorizzarlo a farci sparire? Faccia come se
io ci fossi anche quando materialmente non ci
sono, ecco che cosa dovremmo dirgli.
*
Che
nervoso! Ragazzi al rogo!
Quando provi un sentimento di questo tipo nei
confronti di Bambini o Ragazzi, caro amico o
amica, considera che esso è un chiaro segno
che qualcuno, quand’eri
piccolo (o piccola), ti indusse a odiare te
stesso (o te stessa), e che tu non hai
ancora trovato la forza e l’immaginazione
per scoprire che in fondo non eri affatto una
schifezza, a quei tempi.
(E ricorda che
bambino o ragazzo, dopo che hai
compiuto cinquant’anni,
è chiunque ne abbia meno di trenta!)
*
Quando una persona esce dal movimento di
Comunione e Liberazione, chi rimane dentro
come si comporta con lui?
Guarda: il fatto che tu ti ponga una domanda
simile (che di solito viene in mente e fa paura
a chi vuol uscire da una setta di fanatici o da
un’associazione
di criminali)
dimostra che Comunione e Liberazione è un’entità
dalla quale è meglio non lasciarsi divorare.
Esci, esci al più presto e senza voltarti
indietro! Chi rimane dentro, se per lui c’è
ancora speranza, non potrà che trarre coraggio e
fantasia dal tuo esempio. E se invece tentasse
di ostacolarti, o peggio di punirti, non
esitare: accumula prove delle sue molestie, e
denuncialo per stalking.
*
Natura
in Moby Dick e
Xke Moby Dick è bianca?
|
|
Balena
e balenottero
(cliccali per ingrandirli!) |
Moby Dick, di
Herman Mellville
(1819-1891)
(clicca per ingrandire!) |
Moby Dick è la Natura nel suo
aspetto più possente e talvolta tremendo: la Natura che ubbidisce solo alle proprie leggi, non si
piega alla volontà degli Umani e non li serve,
anzi: talora li distrugge. Rappresenta,
cioè, quel che non può essere modificato dalle
nostre realizzazioni, quel che non siamo ancora
stati capaci di cambiare e che forse non potremo
mai
cambiare: i terremoti, le eruzioni vulcaniche,
le stelle che esplodono distruggendo interi
sistemi solari, la morte stessa. Ma anche
―
meravigliosa se assecondata quanto terribile se
contrastata
―
la nostra natura umana. Tutto ciò,
insomma, che non possiamo che accettare com’è.
Achab, invece,
non ammette che vi siano cose che la sua
volontà, il suo
“spirito”,
non può sottomettere. Achab vuole uccidere Moby Dick
non perché gli ha mozzato una gamba, ma perché
la Balena Bianca, per lui, è il Male che bisogna
spazzar via dalla faccia della Terra; e perché
il Male, per lui, è tutto ciò che è selvaggio e
indomabile, che niente può assoggettare: né le
leggi né le preghiere, né i sogni né le poesie. È per
questo che Achab affascina i suoi uomini fino al
punto di far loro dimenticare la
bramosia di guadagni e perfino l’istinto di
sopravvivenza; è per questo che piega facilmente
la volontà dei
pochi che gli si oppongono: perché la sua
impresa è immane, è la sconfitta del Male, e
perché i suoi uomini sentono e vedono che se al
mondo c’è qualcuno che può compierla, questo è
proprio lui, Achab, che ha dimostrato di esser capace di tutto, di non arretrare di
fronte a nulla.
Ma Achab è destinato invece a
fallire, a essere distrutto, e a far perire
con lui tutti quelli che lo hanno seguito
(meno uno, naturalmente, poiché per la fantasia
umana
c’è sempre almeno uno che si
salva).
E viene sconfitto perché la Natura (quella che
ci circonda così come quella che è in noi, che ne
facciamo parte allo stesso modo di tutto
ciò che esiste) può, certo, essere trasformata e
sfruttata, ma non può e non deve essere mai
neanche sfiorata in ciò che vi è in essa,
appunto,
di selvaggio e indomabile.
Poiché il
selvaggio, l’indomabile,
l’irrazionale,
non è il Male, ma la fonte stessa della
vita, degli affetti, della fantasia, del
pensiero. Possiamo e dobbiamo coltivare
le piante, allevare le bestie,
ucciderle per sfamarci, curare le
malattie, asservire ogni fonte di
energia. Ma non possiamo uccidere Moby
Dick. Non possiamo uccidere ciò che non
può essere domato, perché
significa distruggere il
fondamento di noi stessi.
Ed è per questo che Achab, che invece
vorrebbe essere spirito senza
corpo, finisce per essere niente. Quanto
al colore, Moby Dick è bianca perché
nessun altro colore è per noi così
carico di immense opposizioni: caldo e
freddo, buono e venefico, purissimo e
funesto, vivificante e mortale, fonde in
sé tutti i colori così come da noi può
scaturire tutto ciò che è umano e tutto
ciò che lo devasta.
*
Differenza tra bambino selvaggio e bambino
Victor, il
“selvaggio” dell’Aveyron,
interpretato da Jean-Pierre
Cargol
ne
L’Enfant Sauvage,
film di François
Truffaut del 1969.
Nessuna. Selvaggio, infatti,
significa allo stato di natura. E
ogni animale, umano o non umano che sia,
viene al mondo quale la Natura
l’ha fatto. Il piccolo umano, dunque,
è e non può non essere un selvaggio.
Ma non in senso negativo: manca di
esperienza, ma per il resto
― avendo alle spalle qualche milione di
anni di evoluzione umana ―
è una creatura pressoché perfetta,
nel suo genere. Né più né meno di quanto
lo sono, nei loro generi, gli
animali non umani. In quanto prole di
una specie sociale, tuttavia, il piccolo
umano non può fare a meno di rapporti
umani
― e per un lungo periodo di tempo ― per
“estrarre” dalla propria natura tutti i
“doni” che
l’evoluzione gli ha (casualmente)
fatto e per esprimere a pieno le
potenzialità in essi contenute. Se i
rapporti umani sono infelici, dunque, o
se addirittura vengono del tutto a
mancare, il bambino
naturalmente selvaggio rischia di
diventare “selvaggio”
nel senso negativo del termine. Quelli
che vennero chiamati così tra ’700 e
’800, infatti, non erano bambini
selvaggi, ma bambini abbandonati.
*
Come comportarsi dinanzi a piccoli
bulli?
Ti attrae la
“carriera” del bullo?
Da’ prima un’occhiata a...
la Pubblicità Progresso della
Maestra Cristina!
Il
“piccolo bullo”,
come abbiamo detto altre volte,
è un bambino che fin dalla nascita è stato
intimidito, spaventato e picchiato ogni volta
che
―
con i suoi piccoli mezzi di bambino, che col
tempo diventavano però sempre meno piccoli
―
tentava di ribellarsi a chi sistematicamente
lo disprezzava, lo sottovalutava, lo teneva a
distanza. Gli adulti (e gli esseri umani in
genere), per lui, si dividono pertanto in due
sole categorie: quelli di cui
deve suo malgrado aver paura (in attesa di
diventar più forte anche di loro) e quelli di
cui si sente più forte già ora, e che
deve sottomettere affinché non sottomettano lui.
Per stabilire un rapporto umano (cioè non di
dominio) con un
“piccolo bullo”, dunque, non puoi “fare il
buono”, o diventerai il suo zimbello. Devi
iniziare
“facendo il cattivo”: producendoti, cioè, in una
perfetta imitazione degli adulti pieni d’odio,
stupidi e violenti coi quali egli ha avuto
dolorosamente a che fare fino a oggi. Per poi
“spiazzarlo”, però, servendoti del “potere” per
dargli interesse, considerazione e simpatia. Ma
attento: 1°. Siccome “piccolo bullo” non è
sinonimo di “piccolo scemo” ― anzi! ― la tua
“imitazione di cattivo” dovrà essere da grande
attore (anche se non potrai, è ovvio, produrti
in cattiverie vere) e potrà durare a lungo
(anche un anno); 2°. Interesse,
considerazione e simpatia dovranno
essere autentici: se sei un insegnante (o più in
generale un adulto) capace di indifferenza o
antipatia nei confronti di chi ha meno della
metà dei tuoi anni, ti conviene lasciar perdere.
(Non per darti all’ippica,
però, o sarai da capo).
*
Tema su Dante, Inferno: Immagina di trovarci i
tuoi insegnanti...
Che bel tema!
Dunque: la vignetta che vedi qui sopra è tratta
dal celeberrimo Inferno di Topolino,
opera tutta italiana sceneggiata da Guido
Martina, disegnata da Angelo Bioletto e
pubblicata da Mondadori tra il 1949 e il 1950.
Alla loro simpatica idea
(la
prof
“tagliata” per fare i conti,
martellata perché le cresca il
“bernoccolo della matematica”,
bersagliata di frecce,
“attanagliata”,
morsa e
“lucchettata” per “silenziarla”) aggiungiamo per
te quella di un insegnante di Lettere
trasformato in errore grave indelebile su
un tema d’Italiano,
torturato da freghi e fregacci
(non mi domandare cosa sono: usa il
vocabolario), cancellato, sbianchettato,
corretto e biasimato davanti a tutta la classe
per i secoli dei secoli. Amen.
*
Disconoscimento madre da parte del figlio adulto
Adulto quanto?
Dovrebbe essere lei a disconoscere te, per
non esserti ancora deciso a farlo.
(A parte gli scherzi, sei per caso argentino e la donna che finora hai
chiamato
“mamma” è la moglie di un alto
ufficiale di estrema destra? In tal caso, ti
consigliamo di non disconoscerla prima di aver
individuato, nel suo comportamento verso di te,
almeno un’altra
prova della
mostruosità interiore che fino a oggi è riuscita
a dissimulare...)
*
Bambino
lento, pigro
E se fosse, invece, un bambino calmo e
riflessivo che ama fantasticare, un piccolo
sognatore incantato dai tesori (e di quando in
quando intimorito dagli orrori) che
l’immaginazione gli rivela negli altri? Non
sempre i bambini svelti ed energici
sono bambini più vitali, sai? Talvolta son solo
dei bambini infelici, che non san più
trovare bellezza e interesse nello sconfinato
paesaggio del momento presente, e che
nessuno ha aiutato a non interiorizzare i ritmi
pazzeschi a cui essi vedono costretti e
assuefatti gli adulti, nella vita reale e in
televisione, da una Società asservita al delirio
padronale del tempo è denaro. Prova a
rallentare tu, quando sei con lui. Prova
ad andargli appresso, invece di sorpassarlo
facendo gestacci dal finestrino.
*
Come si chiama il paese in cima a una collina
con giardino sul tetto di una villa molto antica
in provincia di Frosinone?
Anticoli Ciociaro?
*
Lei ti guarda sempre
Perché le piacciamo più di te. Così ti
avremmo risposto, se avessi detto questo a
noi. Ma forse cercavi: lei
mi
guarda sempre... In tal caso, sappi che
forse non lo fa perché sei grottesco e ridicolo,
o perché hai uno scorpione che ti passeggia sui
capelli, o perché si va convincendo che sia
proprio tu il teppista che cercò di scipparle la
borsetta qualche settimana fa. Può darsi, al
contrario
― per quanto possa sembrarti incredibile ―
che ti guardi perché la attrai.
Ma se ogni volta ti rifugi in un internet
point a domandare ai motori di ricerca
perché lo faccia, di guardarti si stancherà
presto. E tu perderai per sempre la possibilità,
guardandola a tua volta, di spingere lei
a rifugiarsi in un internet point per
digitare su Google la ricerca...
*
...Se ti guarda non è detto che sia interessato
Come sarebbe a dire? Se ti guarda, è
sicuramente interessato.
Poi, però, si tratta di capire a che cosa
sia interessato, fra le tante che vede in te. Al
vuoto demenziale che scorge nei tuoi occhi
mentre mastichi una gomma? Ai tuoi soldi? Alla
tua curiosa somiglianza con un pechinese
bastonato? No, dai, stiamo scherzando: è
interessato, ne siamo certi, al tuo sconvolgente
potere di indurre in lui repentini rossori,
pallori e poi di nuovo rossori, tachicardie da
infarto, barcollamenti, tremiti, vertigini e
balbuzie ogni volta che ti vede.
*
Saluto
ironico ai professori
Supponiamo che il saluto che stai cercando non
sia
“per
la vita di tutti giorni”,
ma per una qualche occasione, per così dire,
“conclusiva”.
Per
il tuo ultimo giorno di scuola, per esempio, o
per quando
ti congederai dalla commissione d’esame.
E che i professori in questione, se cerchi un
saluto ironico, non godano di tutta la
tua stima...
Che ne dici, in tal caso, di profonderti in
ringraziamenti per tutto quello che hanno fatto
per te? Ti darà un sottile ma intenso piacere
constatare che nessuno di loro sarà neanche
sfiorato dal dubbio che tu non stia parlando sul
serio.
*
Luigi Scialanca, Garofano rosso nonostante
Craxi,
Roma, p.za Navona, 1980.
(Clicca
sulla foto per ingrandirla!)
No, non
hai un garofano rosso nel cuore
Il garofano rosso, come certamente
saprai, è il fiore che dà il titolo al
bellissimo romanzo che Elio Vittorini (1908 -
1966) scrisse a soli 25 anni. Poi, purtroppo (in
un periodo della nostra Storia poco meno triste
dell’attuale)
cadde nelle grinfie lorde di tangenti del
partito craxista, e ne fu talmente insozzato che
per qualche lustro gli Italiani per bene
inorridivano solo a vederlo, e perfino la
memoria del libro ne fu contaminata. Ora che il
craxismo è finito nella pattumiera, però (adesso
c’è il berlusconismo, che è addirittura
peggiore, ma almeno lascia in pace i fiori
perché in fatto di imbrattamenti ha mire molto
più ambiziose), il garofano rosso è
tornato a essere un fiore puro e bellissimo. Ecco, se per
caso non lo rammentassi, uno dei nostri brani
preferiti:
Tarquinio
si stiracchiava, si sgranchiva, si lisciava come una specie di gatto. “Ah,
Madre di Dio!” esclamò.
“Pensa che mi sognavo di volere bene...”
E
per un momento ebbe la sua voce calma delle grandi confidenze.
“Ci
credi? A una che non vedevo e suonava, figurati. Come dire che volevo
bene a una musica...”
(Elio Vittorini, Il garofano rosso,
Mondadori, capitolo III).
*
Storiella sui pirati bambini
Non conosci la leggenda dei pirati che sognavano
di ritrovare l’isola
incantata ove li attendeva la loro vera
infanzia, che non avevano potuto vivere nella
realtà? Non l’avrebbero
raggiunta, immaginavano, finché non fossero
riusciti a
tornare bambini; e perciò come bambini agivano e
si comportavano, tra loro e nei confronti dei
marinai e dei passeggeri delle navi abbordate, e
pian pianino riuscirono a convincersi di esserlo
davvero, e da quel momento nessuno li vide più.
Si narra che tra quei piratucci vi
fossero anche molte bambine
― ehm... cioè piratesse che credevano di
esserlo, volevamo dire. E che non di rado uomini
e donne dei vascelli depredati (depredati, in
genere, di dolci, ninnoli e piccoli animali)
chiedessero di poter unirsi a loro. Non era
possibile, la Derechos de los Niños
― così si chiamava la nave, un nome che sarebbe
piaciuto a Herman Melville ― era al completo. Ma
i pirati li invitavano ad ammutinarsi e a
seguirli.
*
In sogno trasformarsi in topo
―
Ombra
topo paura
Premesso che interpretare i sogni non è il
nostro mestiere, che anche se lo fosse avremmo
verosimilmente grosse difficoltà a comprenderli
ignorando ogni cosa di chi li ha sognati, e che
il fatto che tu non abbia potuto domandarne la
spiegazione che a Internet ci rattrista
molto... Premesso questo, tentiamo ugualmente di
risponderti ricordandoti che a trasformare gli
esseri umani in topi, secondo
Roald Dahl
(1916 - 1990, autore, fra l’altro,
di Matilda e de La fabbrica del
cioccolato) sono le Streghe. Tu, per caso,
ne hai qualcuna intorno?
*
Come difendersi dalle ingiustizie degli
insegnanti?
Supponendo che per ingiustizie degli
insegnanti tu intenda le simpatie e
antipatie nelle quali incorrono alcuni di
essi, siamo spiacenti di dover dirti che
difendersi non è tanto facile. Ma neanche
impossibile. Devi scoprire chi (o che
cosa in lui stesso) tu gli ricordi. Qualcuno
(o qualcosa) di terribilmente spiacevole, di cui
non son mai riusciti a venire a capo, che gli è
rimasto impresso nell’immaginario come
un’indelebile cicatrice deturpante, e a cui tu
in qualche modo assomigli. Magari molto alla
lontana, intendiamoci. Se riuscirai a scoprire
di chi (o di che cosa si tratta) potrai stornare
la loro antipatia con improvvise e spiazzanti
trasformazioni.
Se, per esempio, scoprissi che il professore di
Lettere ce l’ha
con te perché gli rammenti
un suo cugino geniale
―
anche se arrogante e sfrontato
―
con cui da piccolo lo mettevano ogni giorno
sfavorevolmente a confronto, fingiti mediocre,
non meritare mai più di un 6 risicato, e vedrai
che da quel momento i tuoi comportamenti non
proprio ortodossi passeranno del tutto
inosservati. (P.s.: se invece ciò che non
sopporti non è l’antipatia
ma la simpatia di qualche insegnante, il
metodo per scoraggiarla,
mutatis mutandis, è il medesimo: fa’
di tutto per dimostrargli che non sei la sua
creatura ideale discesa sulla Terra
― per esempio, lasciando che ti sorprenda
qualche volta con le dita nel naso ―
e vedrai che tutto andrà a posto).
*
“Ignorante”
è considerato un insulto?
Purtroppo sì.
È incredibile che vi siano
persone così out da considerare un
insulto quello che invece è un pregio,
ma tant’è:
il mondo è bello perché è vario, no?
*
Chi è a favore che la colpa del bullismo sia del
bullo?
“La
responsabilità è personale”,
stabiliscono l’articolo
27 della Costituzione e il buon senso, e
dunque: certo che la
“colpa” dell’atto
di bullismo è di chi lo compie.
Ma questo è così ovvio che può domandarlo a
ScuolAnticoli solo chi, come te,
ha reso povera e banale la propria
immaginazione. Le persone più in gamba si
domandano invece di chi sia la responsabilità di
aver avviato (e lungamente
“manutenzionato”)
il dolorosissimo processo che nel giro di
pochi anni ha spezzato le naturali resistenze e
la fantasia di un neonato e lo ha indotto a
tramutarsi in un bulletto. Ti consigliamo la
lettura del nostro
La colpa del bullismo è di chi non c’è.
Ti darà il coraggio, forse, di capire che la
domanda Chi è a favore che la colpa del
bullisimo sia del bullo?, è tipicamente da
bullo.
*
Gli
uomini ricordano le donne che hanno amato?
Ecco, purtroppo
la risposta è sì: le ricordano. Le ricordano
benissimo. In ogni particolare. Ti consigliamo
dunque di cambiare identità e città prima che
lui ti trovi. Gli uomini che le dimenticano,
invece, sono quelli che non le hanno
amate. Il caos vuoto che hanno in testa e
nel cuore costoro, riguardo alla propria storia
affettiva, è paragonabile solo a quello delle
donne che non ricordano gli uomini che (non)
hanno amato.
*
Tutte le
ragazze che si chiamano Beatrice
Chissà perché, sono tutte bellissime e geniali.
Finché non si sposano.
*
La principessa l’avrebbe
sposato se il principe resisteva sotto la sua
finestra 100 giorni e 100 notti...
L’avrebbe
sposato?! Ma non sarebbe stata una
crudeltà trattare in questo modo un uomo così
innamorato da restare sotto la sua finestra 100
giorni e 100 notti?
*
Perchè
Capitan Uncino vuole uccidere Peter Pan?
Capitan Uncino odia Peter Pan perché Peter,
essendo un ragazzino, ha ancora tempo.
Mentre Uncino non ne ha non perché sia un
vecchiaccio (si può esser vecchi e avere ancora
tutto il tempo che un essere umano può avere,
cioè l’attimo
presente) ma perché per Uncino, da quando ha
ucciso il proprio bambino, il tempo si
è fermato. E l’attimo,
da allora, per lui è sempre uguale: un enorme
Coccodrillo che spalanca le fauci per divorarlo.
*
La vita non sarà perfetta, ma quanta perfezione
in alcuni attimi!
Siamo d’accordissimo. Adesso, visto che siamo
così bravi da render perfetti alcuni attimi,
cerchiamo di far lo stesso anche agli altri. Se
aspettiamo che lo faccia il cosiddetto Buon
Dio, infatti, ci ritroveremo presto a non
esser più capaci di renderne perfetto neanche
uno.
*
Zighete zaghete
Ma no, guarda che ti sbagli: si chiamava Zigo
Zago, non Zighete Zaghete, ed era un
simpaticissimo personaggio di Richard Scarry.
Eccolo qua!
*
Farsi amare dal coniglio, Quanti giorni di
allattamento per un coniglio?, Puka coniglio, (e
così via, conigliando conigliando...)
Un sacco di curiose ricerche sui conigli
approdano a ScuolAnticoli. Probabilmente
perché Internet è poco interessata a quei
simpatici e prolifici mammiferi. Ma passiamo alle
risposte: farsi amare dal coniglio e
allattare il coniglio son due obiettivi
strettamente collegati: più a lungo lo allatti,
più il roditore ti amerà. Il Puka è il
gigantesco (ma invisibile) coniglio rosa,
chiamato Harvey, amicissimo di Elwood P. Dowd
nello splendido film
Harvey, di Henry Koster (1950),
interpretato da James Stewart. E un bel romanzo
pieno di valorosi conigli è
La Collina dei Conigli, di Richard
Adams, del 1972.
*
Scoperta
della fantasia di sparizione
La scoperta della fantasia di sparizione ha più
di quarant’anni
e appartiene allo psichiatra italiano
Massimo
Fagioli.
*
Professoressa ipnotizza
Intendi dire che spiega così bene che t’incanta?
O che fa oscillare davanti ai tuoi occhi un
pendolino luminoso spiraliforme, ti spedisce in
trance e ti suggestiona a studiare come
un matto per dodici ore al dì? Nel primo caso,
goditela. Nel secondo, filmala e mandaci il
video.
*
Suggerimenti recita di fine anno
Metti in scena mezzo governo in visita nella
vostra scuola. Con la Gelmini pupazza da
ventriloquo in braccio al Tremonti, il Tremonti
pupazzo da ventriloquo in braccio al Berlusconi,
il Brunetta che, ogni volta che parla, gli altri
guardano sotto le sedie per capire da dove venga
quella vocina chioccia, e tutti e quattro che si
abbandonano ad atti di vandalismo contro la
scuola e di bullismo contro alunni e insegnanti.
Ma con un lieto fine, per favore. Una pubblica
esecuzione, per esempio. Gli spettatori ne
saranno estasiati: chi è di sinistra per ovvi
motivi, chi è di destra perché i suoi gusti in
fatto di entertainment sono di quel
livello.
*
Verosimile che una signora distratta lascia
bruciare le pietanze sul fornello?
Perché no? Temi forse che ti abbia detto una
bugia, e che le pietanze in realtà siano
bruciate al calore della passione del suo
amante? Quel che non è verosimile, caso mai, è
solo la distrazione: è assai più probabile che
sia stata la collera (contro di te) a fargliele
dimenticare sul fuoco.
*
SIGNORINA CHE MI FACCIA COMPAGNIA
La stiamo cercando anche noi. Se la trovi,
chiedile se ha un’amica.
*
Bambini
dinanzi al linguaggio degli insegnanti
Se i bambini non comprendono il linguaggio degli
insegnanti,
la colpa naturalmente è di costoro: o perché
parlano troppo difficile, o perché parlano
troppo facile. Ma vi sono anche bambini che non
li comprendono perché, ossessionati dai dubbi,
non fanno che domandarsi che cosa l’insegnante
stia davvero dicendo, che cosa
nascondano le sue parole, di quali
trappole egli stia disseminando il cammino
della loro crescita affettiva e intellettuale.
Sono bambini che i genitori hanno prevenuto e
spaventato contro gli insegnanti fin da prima
che li incontrassero.
*
Una rosa
resta rosa anche in mezzo alle ortiche: di chi è
questa frase?
Di uno che non ha provato a mettere una rosa in
mezzo alle ortiche. Altrimenti avrebbe visto la
rosa non restare rosa, ma farsi rossa come un
peperone. Anzi: diventare proprio un peperone.
*
Pigiama
bicicletta giardino
Hai sorpreso tuo figlio
in pigiama in bicicletta in giardino?
Ma di giorno o di notte? Se era notte, la cosa
non è grave. Se invece era giorno... neppure.
Pensa che noi, a dodici anni, una volta andammo
addirittura a scuola in pigiama (sotto i
pantaloni). E non in bicicletta, ma col 97
barrato. I bambini le fanno, queste cose.
Intuiscono che l’ordine
razionale del mondo adulto alla lunga li farebbe
impazzire, e di quando in quando perciò lo
scombinano lievemente, per “andare a vedere” il
bluff filosofico e religioso di chi
sostiene che non è possibile infrangerlo senza
danneggiare sé stessi e gli altri.
*
Spiando mia madre
Qualsiasi cosa tu voglia sapere (o vedere), abbi il coraggio di parlarne con lei. Non
accettare che tua madre sia per te così
irrimediabilmente lontana da sembrarti
inavvicinabile.
Una volta o l’altra,
per esempio, invece di spiarla, balza fuori
all’improvviso facendole un bel ruggito.
*
Papà è
una caccola
Papà dev’essere assai
deludente, per indurti a immaginarlo in una
“veste” così schifosa.
Ma non sarài invece tu, a vederlo così,
perché ogni volta che ti salta il ticchio te lo
togli dal naso e lo attacchi sotto qualche
ripiano? Guarda che con un padre si possono fare
molte altre (e più belle) cose!
*
Idee per
vestire un tavolinetto rotondo in raso
Spiacenti, non ne abbiamo. Né idee, né
tavolinetti, né raso. E poi, guarda che un
tavolinetto, anche se rotondo, non è mica nudo.
*
Compiti in classe a sorpresa
Sono una vigliaccata. Anzi: sono anche peggio,
poiché di solito sono
“sorprese” che si fanno
perché quel giorno non si ha voglia di far
lezione.
*
Tema sui MIEI DIFETTI
Un tema sui tuoi difetti è una
stupidaggine: dillo (un po’
più gentilmente) da parte nostra a chi te l’ha
assegnato. Avrebbe un senso (ma sempre poco) se
ti invitasse a riflettere non solo sui difetti,
ma anche sui tuoi pregi. E ancora più
senso se fosse sui pregi e sui difetti di
entrambi ― tuoi e dell’insegnante
― e su quelli del vostro rapporto nel
contesto della classe e della Scuola. Ma poi,
siamo sicuri
che esistano creature viventi
difettose? Forse, solo un manufatto può
esserlo. In un essere vivente
possono esservi, caso mai, dei geni
malfunzionanti, ma l’insegnante non ha
il diritto di importi di far analizzare il tuo
DNA, né tanto meno di rendere pubblici gli esiti
dell’analisi.
*
Bambino
irruente, mamma disperata
Secondo i dizionari, irruente è chi si precipita
violentemente in un luogo, o contro
qualcuno... E tu, per così poco, addirittura
ti disperi, mamma? Sappi che irruente
ha sinonimi di gran pregio, come impetuoso,
appassionato, focoso,
trascinante. Preferiresti che il tuo bambino
fosse lento, pigro e
controllato? Abbraccialo a lungo, quando è
davvero troppo irruente, accarezzalo,
parla affettuosamente con lui, spiegagli quel
che accade intorno a voi e a voi, interessati
affettuosamente a lui, e vedrai che si
calmerà.
*
Come si ambientano i
gatti?
Dando loro il tempo di ambientarsi da soli. Ogni
intervento umano, anche affettuoso, ottiene
l’effetto contrario, perché l’unica risorsa di
un gatto, in mancanza d’immaginazione e di
pensiero, è l’abitudine, e i tentativi
del padrone di aiutarlo interrompono il processo
di assuefazione. Un cane, invece, non si
ambienta mai: per lui, anche dopo dieci anni, il
luogo in cui vive è
“casa” solo se le persone con cui
lo condivide sono lì.
*
Cosa
farò da grande? Il geometra!
Ottima scelta, se ti conforta l’idea
di trascorrere il resto
della vita ubbidendo
senza discutere. Altrimenti, punta a un lavoro
che al datore del medesimo sia impossibile
predeterminare e controllare per intero.
*
I ciellini sono ingenui?
Probabilmente sì. Ingenuo, infatti
(etimologicamente) è colui che alla nascita
non è stato preso dal padre sulle proprie
ginocchia. Il neonato non riconosciuto, non
accettato, non amato. E abbandonato. Ciò non
toglie, però, che negli affari i ciellini
possano essere astuti come volpi: ingenuo,
infatti (etimologicamente) è anche l’opposto
di genuino.
*
Tutti si voltano
Verso dove? Verso di te o dalla
parte
opposta?
*
L’insegnante
che mette in castigo i bambini dell’infanzia
Che differenza c’è
tra mettere in castigo e mettere in
prigione?
Mai capito. Il castigo è una pena
detentiva.
È una minaccia, un ricatto d’abbandono,
un abbandono di fatto. L’insegnante che mette in
castigo è un insegnante che rompe il rapporto
col bambino, lo allontana, lo isola,
proprio nel momento in cui il rapporto è più
necessario al bambino.
*
Testardaggine dei bambini
Hai mai provato a chiamarla resistenza
dei bambini? Se lo farai, ti garantiamo che non
solo la tua vita familiare, ma il mondo
intero ti sembrerà diverso.
*
Bambini
e senso del dovere
I bambini, non avendolo, ci insegnano che il
senso del dovere non è natura umana.
Naturale è fare le cose per bisogno (fame, sete,
ecc.), per realizzarsi (diventare più bravo, più
sapiente, più fantasioso, ecc.) o per puro
piacere. I doveri li hanno inventati le
istituzioni e le società autoritarie, fondate
sull’imposizione di fatiche sgradevoli agli
schiavi, ai servi della gleba, ai reietti, agli sfruttati. Se non esistessero
doveri, né i bambini né noi avremmo difficoltà a
comprendere, quando ci sentiamo costretti
a fare una cosa, che essa ci sembra tale solo
perché non siamo ancora riusciti a scoprire il
piacere che può darci. O perfino la gioia.
*
Bambini selvaggi
Sono, sempre, bambini abbandonati.
*
Bambini nascosti
Certo. Quando c’è
in giro gente pericolosa, i bambini si
nascondono.
Se poi intendi dire che non vedi bambini in giro
quando in giro ci sei tu, be’,
allora vuol dire che è di te che hanno
paura.
*
Azzerare
il rettiliano
Tranquillo (o tranquilla), dentro di te non c’è
alcun rettile. Il cervello rettiliano è
una fandonia (tale e quale il peccato
originale) messa in giro da chi vuol
convincerci che
veniamo al mondo con un mostro dentro. Perché?
Per giustificare gli apparati di controllo delle
menti (religioni, ideologie, mode) e dei corpi
(istituzioni, rapporti autoritari) che a loro e
ai loro padroni garantiscono potere e ricchezza.
(Non ti convince? Dici che a volte ti senti
proprio un rettile dentro? Va be’, ma perché
azzerarlo? Un periodo di affettuosa e
fantasiosa evoluzione interiore può
trasformarlo in una simpaticissima creatura.
Altrimenti, non ti resta che andare a
costituirti).
*
Maestra,
ti voglio bene!
Nelle Scuole elementari queste bellissime parole
vengono davvero pronunciate, qualche volta.
Collocando microfoni nascosti nelle aule si
potrebbe ridurre lo stipendio delle (e degli)
insegnanti del 10%
per ogni anno in cui nessuno dei loro alunni le
pronunci. Al decimo anno scatterebbe il
licenziamento. (Frasi come Maestra, ti odio!
o come Sei una maestra brutta e cattiva!
non verrebbero prese in considerazione). Nella
Scuola secondaria bisognerebbe invece escogitare
altri metodi di (s)valutazione, perché i più
grandi, anche quando sentono di voler
bene ai professori, si vergognano (o temono) di
manifestarlo. Si potrebbe contare quante volte
gli sorridono...
*
Come fanno l’amore
i conigli?
Forse cercavi quanto fanno l’amore
i conigli, poiché è nella quantità, più
che nella qualità, che quei prolifici mammiferi
son più bravi di noi... Ma perché ti interessa?
Ti sei convinto (o convinta) di esser finito (o
finita) per errore in un corpo umano e mediti il
salto di specie?
In tal caso, più che i conigli, ti consigliamo
vivamente gli scimpanzè bonobo.
Se la spassano da non credersi.
*
Nella villa d’ozio
Forse cercavi la villa d’Orazio
di
Licenza. Ma una villa d’ozio
è meglio.
*
Vesti
Walter Veltroni
No, per carità! Non siamo bravi come il bimbo
della favola, che vide sùbito che il re era
nudo, abbiamo fatto tanta fatica ad aprire gli
occhi: se adesso qualcuno lo riveste, quello
potrebbe farci fessi un’altra volta.
*
Quando gli uomini vogliono un’altra,
da cosa si capisce?
Dal fatto che tu te ne accorgi.
*
Mi sento
circondata più da nemici che da amici
Butta il
televisore fra i rifiuti ingombranti, cara amica
(anche perché è il televisore che cerca in
continuazione di indurti a odiare, disprezzare e
temere i tuoi simili) e annuncia che d’ora in
poi, in casa tua, o lui o tu. Chi ne sarà
lieto (ma dagli, magari, qualche giorno di tempo
per
“acclimatarsi”)
è tuo amico, chi ti metterà il muso è il nemico.
Sul lavoro, invece, fa’ vedere che ti piace, t’impegna,
ti appassiona: il collega che non lo sopporterà
ti odia, quello che lo troverà naturale ti ama.
Mentre il tuo capo, al contrario, si
congratulerà con te
se ti vuol male, si preoccuperà se ti vuol bene.
*
Viziare le figlie e maltrattare il maschio
Son due forme di maltrattamento analoghe. Viziando il maschio e maltrattando le
figlie, infatti, l’istupidimento, l’odio e
l’infelicità che si rischia di arrecare a
entrambi sono i medesimi. Se sei tu che tendi a
comportarti così, chiedi scusa ai tuoi figli e
cercati un bravo psichiatra. Se invece è il (o
la) coniuge, chiedi scusa ai tuoi figli per
averlo sposato (o per averla sposata) e manda
dallo psichiatra lui (o
lei).
*
Qual è il carattere della zitella senza figli?
Una gagliarda propensione a godersi la vita. O,
all’estremo opposto,
un’insana passione per i lettoni deserti.
Difficile dirlo, senza conoscere la signora in
questione... Ma quale sarà, invece, il tuo
carattere? Una maligna e infelice tendenza a
fantasticar miserie sulle tue povere amiche?
*
Perchè voglio fare l’insegnante?
Questa è facile: perché vuoi restare disoccupato
(o disoccupata) fino al giorno in cui in Italia
ci sarà una Sinistra vera, e l’Italia, dal canto
suo, si sarà decisamente e definitivamente
spostata a Sinistra.
*
Scherzi
da fare in gita
Il migliore è sempre quello di non andarci. Non
puoi neanche immaginare quanto te ne saranno
grati e quanto si divertiranno senza di te.
*
Conversazione in Sicilia (non speranza)
La non speranza, in
Conversazione in Sicilia, è quella di
credere il genere umano perduto ed essere,
nondimeno, quieto, non aver
febbre di fare qualcosa in contrario, solo
furori astratti, senza sangue.
La non speranza è vedere l’orrore, saperlo,
capirlo, perfino indignarsi, razionalmente, e
tuttavia non aver più sentimenti né affetti da
cui scaturiscano azioni contro l’orrore.
*
Braccialetto satellitare da mettere ai polsi dei
giovani
Sarebbe
l’espressione
tecnologica delle religioni e ideologie per le
quali gli umani nascono mostruosi, e mostruosi
(sotto sotto) restano per tutta la vita. Gli
adulti persuasi di ciò stabiliscono con i
bambini e i ragazzi
― piccoli King Kong da tener sempre in
catene ―
rapporti basati sul disprezzo, la diffidenza, un
autoritarismo umiliante
(in quanto permeato di sfiducia)
e continui tentativi di manipolazione e
controllo.
*
Il padre
arrabbiato gli dà un ceffone e lui in lacrime va
nella sua stanza
Piangerebbe anche tuo padre (e forse lo fa) se
si rendesse conto di averti colpito
― fallendo il rapporto con te
come rapporto fra umani ―
perché in quel momento (sperando che sia
stato un momento, e non una radicata follia) non
ti ha distinto da una bestia. Cerca, anche per
il suo bene, di dimostrargli creativamente che
invece sei umano. Ma, se non ci riesci, studia
col massimo impegno, trovati un lavoro e
separati da lui. (P.s.: sei sicuro di non
esserti talvolta comportato in modo un po’...
bestiale? In tal caso, cerca d’ora in poi di
evitarlo, o accrescerai la sua confusione!)
*
Si stava
bene, io dissi e lo pensai
Sì, è vero, lo dicemmo (e lo pensammo) anche noi.
Oggi, invece, si sta male in Italia. E lo
pensiamo e lo diciamo.
*
Insegnante che ignora scolaro
Un insegnante che ignora è un insegnante
ignorante. E lo scolaro, se non vuol
realizzarsi come ancor più ignorante, può e
deve fare di tutto (salvo comportarsi in
modo pericoloso o violento) per costringere
l’insegnante a desistere dall’ignorarlo. Un
suggerimento? Scrivi (e leggi in classe) un
racconto di almeno dieci pagine in cui un
insegnante, per ignorare un alunno, va incontro
a ogni sorta di comiche o grottesche
disavventure...
*
Docenti
scuola materna: come comportarsi in mensa?
Possibilmente, senza scambiare i bambini per
oche da ingrasso. Evitando, cioè, di inchiodarli
alla sedia, mentre gli altri giocano, per
costringerli a mangiare ciò che non gli va. I
bambini, infatti, sono esseri pienamente
umani (anche se non tutti i docenti se ne
rendono conto), l’alimentazione forzata
di un essere umano è proibita dall’articolo
32 della Costituzione (La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti
dal rispetto della persona umana) e il regime fascio-teocratico non potrà
imporla. O, quand’anche
lo faccia,
nessuno sarà tenuto a ubbidire. Neanche i
docenti di scuola materna.
*
Il
vivere dell’attimo impercettibile
Non vi sono attimi impercettibili. Fa’ più
attenzione, cara amica o amico, e percepirai (e
vivrai) ogni singolo attimo. (Ma questa
affermazione non può essere invocata come una
garanzia, da parte nostra, che ogni singolo
attimo sia piacevole).
*
Temario:
cosa prova un bambino quando nevica...
Una piacevolissima premonizione di scuola
chiusa?
*
Come
trattare i prepotenti
Spiegagli che fanno i prepotenti perché ce
l’hanno troppo piccolo. Digli che il metodo che
finora hanno usato per allungarlo, ancorché
piacevole, non funziona e rischia anzi di
storcerlo. E suggeriscigli, invece, di legarlo
con una lenza a una grossa pietra e di buttare
il tutto dalla finestra. Se ti daranno retta, te
ne libererai per un po’. Se non lo faranno, puoi
sempre minacciarli di ricorrere a un bel grafico
alla lavagna.
*
Gianni Alemanno buddista
Cerca di capire: essere neofascista
già significava aver nella zucca il vuoto
assoluto. Figurarsi un ex neofascista: il
vuoto nel vuoto nel vuoto nel vuoto... Naturale
(e perfino commendevole) che l’Alemanno tenti in
qualche modo di riempirlo: disgraziatamente,
però, il vuoto è attratto dal vuoto.
*
Marilyn Monroe nuda
Ti accontentiamo, caro amico:
clicca qui, e vedrai Marilyn Monroe (quasi) nuda.
E non è tutto: stiamo studiando la possibilità
di dedicare
un’intera
pagina di ScuolAnticoli alle più
belle donne di ieri e di oggi!
*
Cosa causa un’educazione
troppo severa e rigida nel bambino
Delle due l’una: o il bambino, con gran dispetto
del falso educatore, si realizza creativamente
liberandosi di lui. Oppure accetta l’immagine di
sé che il falso educatore gli propina e si
convince di essere un pazzo stupido e violento.
Per poi liberarsi di lui in maniera pazza,
stupida e violenta.
*
Come
fare capire a un ragazzo che non deve darla
vinta a suo papà che sbaglia a giudicare male la
sua ragazza?
Digli che, se lo fa, per tutta la vita avrà in
mente il fantasma di suo padre ogni volta che
sarà con una donna.
*
La sua
impazienza mi irritava
Il fatto è che non ti andava, ma non osavi
dirglielo. Quindi è in te che qualcosa
non va. O perché non ti andava, o perché non
osavi dirglielo. O per entrambe le cose.
*
Frasi
affettuose per bambini
Che ne dici di Ogni volta che ti vedo mi si
riempie il cuore di così tante frasi affettuose,
che non ho bisogno di cercarle su Internet?...
Sì, lo so, il bambino (o la bambina) potrebbero
ribattere: Per esempio?... Ma vedrai che
a quel punto, in piena emergenza, te ne verranno
in mente chissà quante. Altrimenti, la cosa più
affettuosa che puoi fare per loro è suggerirgli
di chiedere a un giudice di affidarli ad altri.
*
5 in
condotta per i bulli
Mettersi a scrivere, davanti a un bambino o a un
ragazzo che si comporta in modo manifestamente
pazzesco ― qualsiasi cosa tu scriva: voti, note
sul diario o ponderose relazioni che nessuno
leggerà mai ― è un comportamento manifestamente
pazzesco. Te l’immagini
un chirurgo che al momento di operare d’urgenza
si metta a scrivere? Scrivere dovevi,
certo, e studiare, e pensare, ma
prima, non ora: ora devi stare con lui.
Se puoi, senza fare il bullo (vattene fuori!)
né dimostrare la tua totale inettitudine (chiamo
il preside, chiamo i tuoi genitori, chiamo
Maroni!)...
*
Testo per convincere i compagni a non
guardare la tv
Ci sarebbe il nostro classico
L’abuso
di tv come possibile concausa di lesioni cerebrali e demenza...
Ma tentare di metter paura ai tuoi compagni non
va bene. Prova, piuttosto, a telefonargli
proprio mentre vanno in onda i loro programmi
preferiti. Se non ti mandano a quel paese ― cioè
se non sono incurabili ― tienili al telefono il
più a lungo possibile e produciti in una
performance comunicativa così intrigante da
distrarli dal teleschermo. Cerca di indurli ad
alzarsi, a muoversi, a uscire di casa. Tròvati
un alleato, se sei una lei, o un’alleata
se sei un lui: in due, dividendovi i
compagni a seconda del sesso, otterrete di più.
Altrimenti mandateli tutti a quel paese e andate
a divertirvi voi due.
*
La foresta precede l’uomo,
il deserto lo segue
Vera solo la prima parte. Il deserto, invece,
segue certi uomini. Dire che segue l’uomo,
in generale, significa dire che tutti gli
esseri umani sono violenti e distruttori per
natura. Cioè tifare per il deserto. O per lo
sterminio dell’Umanità.
*
Brutte
esperienze con i membri di Comunione e
Liberazione
Ben ti sta: così impari a frequentare certa
gente.
*
Un luogo che amo: il mare
Anche noi lo amiamo molto, caro amico (o amica)
e una delle sue caratteristiche che ce lo
rendono più caro è proprio quella che in realtà
il mare non è un luogo. Hai notato che
non si riesce a dargli un nome? Dove finisce il
mar Ligure e comincia il Tirreno? L’Adriatico
non è forse anche Mediterraneo? Cosa impedisce
alle onde del Pacifico di diventare onde
dell’Atlantico? I luoghi ― quelli veri ― non si
comportano in questo modo:
Venezia non è anche Mestre, per esempio. (O
sì?...) Chissà, forse un giorno anche i luoghi
impareranno dal mare a non esserlo, e si potrà
pacificamente sostenere che niente, in effetti,
impedisce alle genti di Romania di diventare
genti d’Italia, e viceversa. Come quando eravamo
molto, molto piccoli, e le parole non avevano
ancora cominciato a tracciare (precari) confini
tra le onde (sonore) dei nostri gorgheggi.
*
Il ruolo della madre in
Conversazione
in Sicilia
Un intero libro non basterebbe, forse... Ma
pensa alle sue mani rudi e spicce, quasi
maschili, dure nella notte: impossibile
rassegnarsi a esse, bisogna
partire, andar via lontano a cercare una
donna che sia donna, odalisca, quando tocca.
E tuttavia può accadere che questa donna che
sia donna noi non riusciamo a far sì che ci
venga incontro ― o forse è la quiete della
non speranza, in un tempo in cui il
genere umano è perduto, a portarcela via ― e
che la madre, allora, come la Sicilia, come ogni
cosa al mondo al tempo dell’infanzia, resti
purtroppo quanto di più vero abbiamo trovato
nella vita prima di partire in cerca di qualcosa
più vero ancora: il passato da cui non possiamo
non separarci; la nostalgia che sappiamo
pericolosa; la bellezza nella quale intravediamo
brutture; l’amore che non del tutto è amore.
*
La deontologia del professionista psicologo fra
tutela dell’utente e rapporto con i colleghi
Problema grave. Da insegnante posso solo dirti,
caro amico (o amica), che voler tutelare quello
che (chissà perché) chiami freddamente
l’utente porta spesso a scontrarsi con i
colleghi, mentre voler tutelare il rapporto con
i colleghi (e con i superiori, e con le autorità
politiche e culturali, e con la Società
costituita) conduce il più delle volte a
fregarlo, l’utente. Scegli tu: vuoi
essere uno psicologo o una marionetta?
*
Bar Scialanca
È questo, caro amico (o amica), sei arrivato (o
arrivata), non devi più cercare: accomodati, fa’
come se fossi a casa tua, sèrviti, prendi quel
che vuoi!
Al Bar Scialanca è tutto gratis!
*
Come difendersi dalle ingiustizie dei
professori?
Abbiamo già risposto a questa domanda:
clicca qui!
*
Se lei ti guarda fisicamente, perche lei ti
guarda?
Delle due l’una:
o ti desidera fino al rapimento o la disgusti
fino alla fascinazione. Tuttavia, visto che a
quanto pare sei un tipo che ha bisogno che gli
si spieghi perché le donne guardino gli uomini,
onestamente propendiamo per la seconda ipotesi.
*
Nauseata
Come ti capiamo, cara amica!
Ma vieni a trovarci, e scoprirai che c’è
anche chi nauseante non è...
*
Doveri maestra elementare
Doveri? Nessuno. I doveri sono gli input
di chi è diventato una macchina. Mentre tu sei
una maestra elementare perché ogni giorno
desideri, ami e soffri di
esserlo. I doveri sono per chi se non ha doveri
scappa, si dilegua, sparisce mille miglia
lontano. Mentre tu sei con i bambini perché
non puoi non esserci. I doveri sono per i
missionari e i martiri dell’insegnamento,
mentre per te sarebbe un sacrificio non
insegnare.
*
“Accusando
in tal caso ricevuta”
significa...
Che devi avere le prove di ciò che affermi,
altrimenti Ricevuta ti può denunciare per
calunnia e querelare per diffamazione.
*
Qual è la morale della fiaba
Giricoccola?
Le sorelle di Giricoccola
― che ignorano fino alla fine di esser già
stecchite, cioè già rigide e dure per esser
morte dentro ― filano duro argento e duro
oro e invidiano la morbida seta di
Giricoccola ch’è
fantasia, immaginazione, creatività. Cercano di
confondere le acque
scambiando i fili, chiedono a una maga di
trasformarla in una statua ancor più dura e
rigida di loro: non funziona. Poiché c’è
una resistenza, nell’indeterminazione
del rapporto umano con la realtà, che è più
forte di qualsiasi grado di durezza che si possa
raggiungere disumanandosi per adattarsi
alla realtà.
*
Come
creare vestiti da bambina?
Domanda difficile, cara amica. Hai provato a
rivolgerti a quella fata che creava abiti
meravigliosi canticchiando, mentre i suoi amici
topini tagliavano stoffe e i loro colleghi
passerotti facevano incontrare a mezz’aria i
fili e le crune degli aghi?
*
ABITI DA
TRAPEZISTA
Spiacenti: qui abbiamo solo abiti da
peripezista.
*
Vesti
Berlusconi da cretino
Lascialo nudo: si vede meglio.
*
Andare
quattro volte di corpo in un giorno nei bambini
Ti giungerà forse nuova, caro amico (o amica),
ma da alcuni millenni esistono persone, chiamati
medici, il cui compito è proprio quello
di rispondere a domande come questa. Google
non ha
modo di sapere come mai il tuo bambino
stia andando di corpo quattro volte al giorno:
un medico, invece, lo visiterà, capirà cosa gli
accade e ti dirà cosa devi fare. (P.s.: Se per
caso non conosci alcun medico,
scrivici! Saremo lieti di consigliartene
uno). (P.p.s.: Non è che li stai ingozzando come
maialini, i tuoi bimbi? Non sei mica la strega
di Hänsel
e Gretel, vero?)
*
Medicina
ho uno strano luccichio agli occhi
Perché non vai da un oculista? E poi che
cos’è un luccichio agli occhi? Significa
forse che vedi luci che non ci sono? In tal
caso, devi rivolgerti a uno psichiatra. O
intendi dire che i tuoi occhi, prima spenti come
due schizzi di mota su una lapide, ora brillano
come le pupille di un vivo? In tal caso, tutto
dipende dal tipo di luccichio:
se non è di natura assassina, vuol dire
semplicemente che quel che stai guardando ti
piace un casino.
*
Docente
a rischio percosse
Se ci poni questa domanda, caro (o cara)
collega, vuol dire che hai già
concluso di non poterti rivolgere alle Forze
dell’ordine, di non poter chiedere aiuto ad
amici robusti e di non essere in grado di
ricorrere ― come sarebbe tuo diritto ― a una
qualche forma (non eccessiva) di legittima
difesa. Non ti resta dunque che far presente a
chi ti minaccia che le sue percosse creerebbero
fra voi un’intimità fisica troppo intensa perché
tu possa sopportarla senza disgusto. Vedrai: ci
sono buone probabilità che la prospettiva faccia
schifo anche al tuo aggressore.
*
Slealtà
degli adulti
È ne Il buio oltre la siepe,
quando Jem domanda al padre perché non abbia
colpito il razzista che gli ha sputato in faccia
chiamandolo amico dei negri: “Se l’avessi
fatto,”
risponde Atticus,
’“non
avrei più potuto dire a te e a Scout cos’è
giusto e cos’è
sbagliato”. Gli adulti sleali, invece, credono
di aver diritto alla
fiducia e all’obbedienza dei bambini
a
prescindere da ciò che fanno
e da come si comportano.
Giudicano i bambini in continuazione, ma non
danno
alcuna importanza al loro giudizio. Fanno
un rapporto che non è mai alla pari, e
questo è disprezzo.
È trattare i bambini come bestie,
è
mettere in dubbio che siano umani.
*
Narra un
fatto accaduto o inventato che potrebbe accadere
davvero
C’era una
volta un ragazzo (o una ragazza) che domandò a Google: “Narrami
un fatto accaduto o inventato che potrebbe accadere davvero”. E
Google ripose: “C’era una volta un ragazzo (o una ragazza) che
domandò a Google: <Narrami un fatto accaduto o inventato che
potrebbe accadere davvero>. E Google rispose: "C’era una
volta..."” (Puoi continuare quanto vuoi!)
*
Come
riconciliarsi con la mamma che ti considera la sua bambina
Toglile la paghetta per un mese, chiudila in
casa per un settimana e nascondile il
telecomando. Vedrai che capirà cosa vuol dire...
(Questa risposta è di Eleonora: grazie,
figliola!)
*
Punizioni ortiche schiena
È roba da monache, e dobbiamo confessare
la nostra ignoranza in materia.
Hai provato a scrivere alla Binetti? Dvd
consigliato: Magdalene, di Peter Mullan,
Leone d’oro alla Mostra di Venezia del
2004.
*
Un consiglio per il passaggio dalla scuola
pubblica a una scuola privata...
Lascia perdere, le scuole private sono per i
poveretti: così maltrattati fin
dalla nascita, che in quelle pubbliche non ce la fanno.
*
Autostima scolaro che fare
Per un’autostima così così, arriva
puntuale e non fare assenze. Per un’autostima a
prova di bomba, interessati più a loro che alle
chiacchiere dei tuoi colleghi. Ma dev’essere una
cosa sincera, perché a far finta son buoni
tutti.
*
Licio Gelli Rignano Flaminio
Interessante ipotesi. Hai le prove? Due piccioni
con una fava: sarebbe un colpaccio.
*
Così si uccidono le maestre
Non serve. Non sono umane. Verrebbero a farti il
solletico ai piedi nei tuoi incubi.
*
La più bella pagina del
Giovane Holden
di Salinger
Secondo noi, la penultima. Quando Holden ritrova
la voglia e il piacere di essere in rapporto con
i suoi simili scoprendo quanto la sorellina è
importante per lui.
*
Interpretazione sogni: orecchie grandi coniglio
Prova a giocarti l’11. O l’88. Vuoi un’interpretazione
più intelligente? Eccola: orecchie grandi del coniglio = un
rapporto più intenso con la realtà ti guarirà
dalla fifa.
*
Docenti
non in grado di entusiasmare i ragazzi
Sono i docenti che non sono più (o mai sono
stati) in grado di entusiasmarsi per quel che
insegnano. Come differenziarsene? Semplice:
appassionandosi a qualcosa (a qualsiasi
cosa) quanto basta per preferirla (almeno)
all’80% dei programmi televisivi serali. E poi
andare a insegnarla.
*
Cosa
dire alla collega prepotente
“I
prepotenti, cara collega, sono quelli che i
genitori trattarono talmente come bestie da
convincerli di esserlo. Ma è solo
un’allucinazione, credimi: tu sei un animale
speciale, un animale umano! Anziché con la
forza, puoi ottenere ciò che vuoi: 1, con le
bugie; 2, con l’inganno; 3, con la creazione di
seducenti fantasie che inducano gli altri a
darti retta. Quest’ultimo metodo è il migliore:
ti attirerà molte invidie, certo, ma ― in una
Società non troppo bigotta ― difficilmente ti
porterà in galera o sul rogo.”
*
Tipi di pesce nell’Aniene
Tutti d’allevamento. Li buttano in acqua e li
ritirano sù in continuazione.
Ma in realtà anche i pescatori (come, del resto,
i cacciatori) sono d’allevamento. La differenza
è che agli animali si getta mangime, a pescatori
e cacciatori si gettano animali, e dagli uni e
dagli altri si pescano (o si cacciano) voti. Per
farne che cosa? Per mangiarci sù.
*
La tv ha
colpa del bullismo?
La tv
rimbecillisce, non fa diventare bulli, e in
genere ci mette decenni. Ma è anche vero che la
pubblicità, degradando i Bambini a consumatori,
e certi genitori, usando la tv per toglierseli
di torno, comunicano loro un’immagine di sé che
trasformerebbe in una iena perfino una farfalla.
*
Fare l’insegnante
vuol dire...
Essere, per i Bambini e i Ragazzi, l’ultimo
Adulto che incontrano prima di diventare adulti
a propria volta. E correre, se l’incontro è
deludente, il più alto rischio d’impazzire dopo
quello di chi fa il genitore. (Escluse,
naturalmente, le attività che neppure
s’intraprendono se non si è già pazzi prima).
*
Perché
un uomo ti guarda negli occhi?
Per vederci dentro chi è. Perciò non essere
troppo dura.
*
Come
prendere i terzaroli e tenere le borose?
Hai provato a prendere i terzaroli coi denti?
Dicono che sia efficacissimo contro la carie e
la placca. A condizione, s’intende, che le vele
siano di ottima qualità.
*
Indecisione dei bambini nello scrivere
Il fatto che tu creda che solo i Bambini siano
indecisi nello scrivere dimostra che è passato
moltissimo tempo dall’ultima volta che hai
tentato di scrivere qualcosa.
*
Dama di
compagnia
La stiamo cercando anche noi. Vogliamo unire le
nostre forze? Forse è più facile, la prima
volta, se si esce in quattro...
*
Personaggi brutti ma buoni diventati cattivi
Sono dolci biscottini (in genere fatti in casa)
trascurati per troppo tempo e lasciati al buio
nella credenza finché non sono andati a male.
*
Come
spiegare la Shoah ai bambini?
Aspettando con pazienza che siano abbastanza
grandi da sostenerne la spiegazione.
*
Vestiti
per ragazze da rep
Cercavi forse
“vestiti per ragazze da rap”?
*
Wendy nella storia di Peter Pan com’è,
cosa fa, il carattere
Molto carina. Ma minuscola, crudele e gelosa.
Un’immagine femminile piena di paura e di
disprezzo per le donne, che fa il paio con
quella di
Peter Pan, piena di disprezzo e di paura dei
bambini.
*
Filastrocche e lavoretti per la festa della
mamma
Ma ci mancano ancora quattro mesi! Rilassati!
(Oppure vai sulle pagine della
Maestra Cristina...)
*
Noooooo
E invece sì, purtroppo. Scusaci tanto!
*
Immaginate di presentarvi a una persona
sconosciuta. Come vi descrivete?
In primo luogo, come una persona che è lieta di
conoscerla.
*
Abiti
bambini poveri nel tempo
Prova a digitare semplicemente “stracci”. O “rags”,
se vuoi più risultati.
*
Quale è la piu bella parte dell’Andalusia?
Le Andaluse, caro amico. E gli Andalusi, cara
amica.
*
In quale libreria trovo l’infanzia
rimossa?
Ovvio: nella tua, se possiedi ancora i libri di
quando eri piccolo o piccola. Altrimenti, puoi
cercare di ritrovare e acquistare su
MareMagnum le stesse edizioni di allora.
In entrambi i casi, però, l’infanzia
rimossa tornerà al suo posto solo se quei libri
li rileggerai da cima a fondo e con tutta calma.
Importanti soprattutto le illustrazioni: cerca
di entrarci dentro, come facevi allora. Se non
ci riesci, rivediti Mary Poppins.
*
Ah, se la cetra fosse là fuori, potresti udire
la sua musica!
Ma
c’è!
Tant’è vero che la udiamo benissimo.
Clicca qui (10 mega di download)
e potrai udirla anche tu!
*
Non gli
piaccio perchè sono grassa, è possibile?
Può darsi. Ma è anche possibile il contrario:
che tu sia grassa perché non gli piaci. O perché
lui non piace a te. O perché nessuno è ancora
riuscito a piacerti più del cibo. O per motivi
che hanno niente a che vedere con le vostre
dimensioni. O forse è lui che è troppo
magro. Domande che devi farti non da sola,
ma con lui. Ma bada: niente diete se non sotto
controllo
medico. Specialmente se il giovanotto è proprio
il tuo medico.
*
Sono la
pace, sono rinchiusa
Resisti! Stanno massacrando uomini, donne e
bambini per venire a liberarti!
*
Alunni
silenziosi
Prova a chiedergli di farti delle domande, caro
(o cara) collega. O, ancora meglio, prova ogni
tanto a tacere finché non diranno qualcosa loro.
Se, nonostante ciò, resteranno ancora in
silenzio, controlla se respirano.
*
Io e l’insegnante
che è in me
Davvero ne
hai uno? Allora, prima di tutto, aumentagli lo
stipendio.
*
Ho
tantissimi amici
Ci fa tantissimo piacere. Non dimenticare, però,
la legge di Harvey: Avere più amici di quelli
che ti è possibile presentare a un enorme
coniglio rosa senza dimenticare alcun nome o
cognome accrescerà
l’entropia
dell’intera comitiva
fino a renderla irreversibile entro e non oltre
la mezzanotte.
*
Cosa
vuol dire: marinare la scuola
Bella domanda. In buona sostanza significa
infarinare la scuola, friggerla in olio e
immergerla poi in aceto aromatizzato con alloro,
rosmarino o altri
aromi. O anche metterla a frollare, immergendola
in aceto o vino
aromatizzato, affinché perda l’odore
di selvatico che talvolta la caratterizza. Una
volta marinata, la scuola si conserva a lungo,
senza alterazioni, anche fuori dal frigorifero,
e si può dunque tranquillamente rimandarla al
giorno successivo e andarsene a spasso.
*
Descrizione di Olimpia Spallanzani
È
“una
donna molto alta e snella, di proporzioni
armoniose, vestita splendidamente”... Di solito
“tiene
le mani giunte e le braccia appoggiate a un
piccolo tavolino davanti a lei”.
Il suo viso è
“angelico”,
ma “i
suoi occhi hanno una strana fissità, non hanno
forza visiva... Pare che dorma a occhi aperti”.
Il suo corpo è “bellissimo” ma rimane “ore e ore
immobile nella stessa posizione, dura e impalata
come una statua...”
Questo, e altro, nella celeberrima fiaba di E. T. A. Hoffmann
(1776 - 1822)
che puoi leggere cliccando qui!
*
Cosa
rispondere ai figli quando domandano come nascono i bambini
Raccontargli come sono nati loro potrebbe essere
un’ottima
idea.
Le storie d’amore
piacciono ai bambini.
*
Sentire
toccare annusare gustare guardare
Che altro possiamo fare? Per poi sognarci
un po’ sù.
*
I rimproveri e i castighi servono ai bambini
di età 10 anni?
Non pensarci nemmeno. I baci, le frasi
affettuose, i doni, son forse cose che ci
scambiamo perché servano? Lo stesso
accade quando ci arrabbiamo: non è un’attività
diretta a uno scopo: è che l’altro ci ha fatto
star male. E l’altro, se
ci vuol bene, ne sarà dispiaciuto. Ma fare
qualcosa perché serva, tra esseri umani,
è sempre una manifestazione di disprezzo.
*
Il padre
e il senso del dovere nel bambino
Si
fa bene solo ciò che si fa con piacere (come gli
altri animali) e con gioia (come solo gli
umani). I bambini ci guardano.
È bene che vedano che le nostre
gioie sono innumerevoli; che i piaceri, benché
non infiniti, sono incomparabilmente più
numerosi di quelli del gatto o del cane di casa.
E che per dovere, tutt’al più, passiamo
l’aspirapolvere.
*
Ragazzi
che non vogliono studiare
Anche lo studio,
come ogni altra cosa, è tanto meno sopportabile quanto meno è un
piacere e una gioia. Quanto più è un dovere. I ragazzi che
studiano, se lo fanno solo per dovere, sono detti secchioni
(o, almeno, così erano chiamati ai nostri tempi). Poi ci sono
ragazzi che dallo studio, nonostante la fatica che costa,
traggono (anche) un certo piacere, una certa gioia. Che col
tempo (se non aggrediti da squallidi insegnanti che non ricavano
né piacere né gioia da ciò che fanno) diverranno sempre più
intensi. Sono ragazzi, noi crediamo, il cui naturale
desiderio di conoscenza non è stato ostacolato e fatto
sentire colpevole fin dai primi anni. Ragazzi, i cui genitori (e
poi gli insegnanti) traevano e traggono piacere e gioia dal
parlare con loro.
*
Bambino
interiore
È il bambino (o la bambina)
del (o della) quale ognuno di noi è la macchina
del tempo. Ogni tanto scende e se ne va per i fatti suoi. Può
tornare poco dopo, o non farsi rivedere per un pezzo. Ogni volta
che sale a bordo è un bel momento.
Quando è dentro, il tempo passa ―
alla velocità che
piace a lui (o a lei); quando è via, non passa mai. Se non torna
più, dobbiamo purtroppo dedurne che siamo morti. O quasi.
*
Idee su
un racconto sui jeans
Quante ne vuoi,
caro amico o amica. La grande Gara mondiale di velocità (a
coppie) nell’infilarsi
e sfilare i jeans, con lei che li infila a lui e lui che
li sfila a lei. L’uomo
che incontrò un giorno i propri
jeans che se ne andavano a spasso da soli per la città, e
con profonda vergogna si accorse di essere in mutande. I
jeans del diavolo, nelle cui tasche le mani restavano
imprigionate per sempre o― peggio! ― si perdevano e nessuno riusciva più a ritrovarle. I
jeans del papa, magici e prodigiosi, che si tramutavano
in una gonna ogni volta che cercava di indossarli... Ne volessi,
di storie, quante potremmo dartene.
*
Tuta da
ginnastica in gita?
Perché no? Perché
non ci dovremmo vestire come ci pare e piace?
*
Racconta la storia di Pinocchio al giorno d’oggi
Al giorno d’oggi, Pinocchio sarebbe un Bambino
vero in un mondo di Adulti trasformati in asini e burattini di
legno da una banda di imprenditori dell’istupidimento. Una bella
Fatina lo guiderebbe fino
al Paese dei Balocchi (convincendolo a non dare retta a
Lucignolo, un quasi-Adulto che invece vorrebbe farlo restare nel
mondo degli Adulti), lì ritroverebbero tutti gli altri Bambini e
insieme a loro crescerebbero felici e contenti. Senza
dimenticare, ogni tanto, di aprire le porte del Paese dei
Balocchi per lasciar entrare qualche Adulto sano di mente in
fuga. Come Geppetto, che si sarebbe salvato dalla televisione,
dal consumismo, dalla globalizzazione e dalla crisi economica
nascondendosi per trent’anni
nella pancia di
una balena.
*
Bar
Streghe cattive Marano
Grazie per la segnalazione! Non sapevamo di
questo bar delle
Streghe cattive a
Marano. Appena ci sarà possibile andremo a
visitarlo, perché le
Streghe ci interessano molto. Anzi: più sono
cattive, più ci interessano.
*
I 3
capelli d'oro del diavolo
Se l’Inferno
esistesse, caro amico o amica, una volta
all’anno e per un istante il Diavolo
avrebbe un diavolo per capello. In quell’istante,
per un istante, tre dei suoi tredici miliardi di
capelli brillerebbero come l’oro. E ogni dannato
che li vedesse ― qualunque sia stata la
sua colpa ― si ritroverebbe all’istante in
Paradiso. Se il Paradiso esistesse.
*
Un lume
alla finestra: inventa una novella a sfondo
natalizio
Quando Babbo Natale fu bandito perché si
arricchiva a spese dei genitori, la notte del 24
fu imposto l’oscuramento: nessuna luce
doveva segnalare a lui e alle
sue renne città, villaggi
e case isolate... Ora
continua tu, caro amico o amica. Ti suggeriamo
due finali: 1. Un bimbo ribelle accende una
luce e si becca tutti i
regali del mondo; 2. Il governo fa
lasciare accese le luci delle carceri, Babbo
Natale viene catturato e la chiave della cella
gettata in mare. (Colpo di scena 1: il
bimbo muore schiacciato sotto i doni. Colpo
di scena 2: la Corrente del Golfo porta la
chiave fino in Lapponia e una renna la ripesca.)
*
Immagini
che scrivi quello che vuoi
Quello che
vuoi, caro amico o amica, è
“quello
che vuoi tu”.
Non puoi chiedere a Internet che cos’è
che vuoi, sei tu che devi dirglielo! Non sai quello che vuoi? Ma
sì che lo sai!...
*
Movimento ambiguo
Per i fisici, un movimento ambiguo è un
movimento del quale è impossibile determinare se
stia avvenendo o meno. Diversamente da quasi
tutti i fenomeni quantistici, questo è
facilmente (ancorché introspettivamente)
osservabile ogni volta che si prova attrazione e
al contempo repulsione per un oggetto.
*
Casacche
da bowling
Come mai questa ricerca ti abbia portato su
ScuolAnticoli, caro amico o amica, è per noi
un mistero. A ogni modo, se per te fa lo stesso,
noi conosciamo molte Cosacche amanti del
bowling. Scrivici!
*
Offese
da un graduato
Getta la divisa alle ortiche, caro amico!
Oppure, se questo non ti è possibile, evita di
rifarti su chi è ancora più debole di te: sarà come non aver più la divisa
addosso.
*
Al tempo
dei nostri nonni si viveva meglio di oggi?
Solo se erano migliori i nonni.
*
Leggere
un libro è più interessante che guardare la televisione?
Sì. E non brucia il cervello. Leggi, se vuoi, il
nostro saggio
L’abuso
di tv come possibile concausa di lesioni cerebrali e demenza. Ma
non abusarne!
*
Onorevole Giuseppe Fioroni
Cerchi
“Beppe”
Fioroni?
Per carità, caro amico o amica: smetti. E
lascia che si perda.
*
Perché
Babbo Natale è rosso?
La risposta è semplice: per assomigliare a una
lattina di Coca Cola.
*
Vestito
di rosso con la renna
Contro domanda: cercavi forse
“Babbo
Natale”?
O se no che cosa? Un pompiere scandinavo dedito
all’abigeato?
*
Cosa fare quando puzzano
i piedi?
Prova a lavarli, caro amico
― o amica ―e vedrai che ci ringrazierai.
*
Come riconoscere gli
stupidi
Facile. Gli stupidi sono quelli che non la pensano
come te. Chiunque tu sia. A parte gli scherzi,
questa domanda ti ha condotto su ScuolAnticoli
perché ci siamo occupati dell’argomento
in uno scritto
― intitolato
La
Gioia, la Fiducia e la Sfida tra l’adulto e il
Bambino
― in cui ci chiedevamo
se i
meno intelligenti lo siano dalla nascita o lo siano diventati. Se hai
molta, molta pazienza
― e, soprattutto, se non sei uno stupido tu
stesso ― ti consigliamo di
scaricarlo e di leggertelo da cima a fondo.
Vedrai che alla fine la penserai come noi.
*
La matematica e la
Befana
Sono gemelle. A volte si scambiano gli abiti e
nessuno se ne accorge.
*
Dopo che ho lavato i
denti mi viene da vomitare
Molte possono essere le cause di questo fenomeno.
Usi forse un dentifricio prodotto vicino alla
discarica di Pianura, o comunque in Campania?
Pretendi forse, mentre ti lavi i denti, di darti una
spazzolata anche all’ugola?
Usi cimentarti in spericolate associazioni mentali
fra lo spazzolino e altri oggetti di forma (più o
meno) analoga? Comunque sia, non farlo più! Ma se il
disturbo nonostante ciò persiste, consulta il
medico!
*
Dopo quanto marcisce un
limone?
Questa è come la storia che, nessuno avendo mai
visto un asino morto, poi nasce la leggenda che l’asino
sia immortale. Un limone marcio, effettivamente,
nessuno l’ha mai visto. E anche noi, nel nostro
piccolo, ricordiamo di aver tratto dal frigorifero,
un giorno, addirittura un mezzo limone
talmente vecchio da assomigliare fisicamente a
Brunetta e nonostante ciò commestibilissimo (il
mezzo limone, non il Brunetta). Onde per cui
proponiamo una nuova leggenda: i limoni sono
immarcescibili.
*
Inventa una storia con una regina, un re, un orco,
un drago, un cavaliere, la servitù e un castello
Bellissima storia, complimenti! Possiamo pubblicarla
su ScuolAnticoli?
*
Tema sulla ricreazione
Che tema interessante! Scusa ma questa idea te la
rubiamo: ragazzi, documentatevi sull'argomento!
*
Difendersi dalle
ingiustizie da parte dei professori
Sei nel posto giusto, caro amico o amica. Per
difenderti dalle loro ingiustizie, infatti, devi
innanzi tutto imparare a riconoscere, già da lontano
e a colpo sicuro,
I falsi
insegnanti. Clicca, e saprai tutto! Dopo di
che, per difenderti al meglio, ti consigliamo di
metter da parte ogni falsa modestia e deciderti, una
buona volta, a mostrargli che ne sai molto più di
loro su tutti i progressi delle loro discipline
negli ultimi vent’anni.
Vedrai che ti lasceranno talmente in pace, che ti
verrà il dubbio di esser diventato selettivamente
invisibile.
*
Chi è l'insegnante?
È
l’opposto
del falso insegnante.
*
Quante persone si
chiamano Beatrice?
Non domandarlo a noi. Per noi ce n’è
solo una. E non sei tu.
*
Tv sempre accesa puo
bruciare?
Sì: il tuo cervello.
*
Come si prepara uno che
va nella sedia elettrica?
Nei sei mesi precedenti, passa ogni giorno ore e ore
a bruciacchiarsi tutto il corpo con ogni sorta di
prosperi, cerini e fiammiferi. Riesce così a
mitridatizzarsi. E la sedia elettrica gli brucia
solo le palle.
*
Tessera prepagata x mene
abbienti
Vorremmo risponderti, ma... ignoriamo che cosa siano
le
“mene”
abbienti? Forse delle trame un po’
losche ma in compenso ricche? Se invece ti riferisci
alla cosiddetta social card, ti consigliamo
di scordartela: non solo han fatto in modo che sia
difficilissimo ottenerla, ma i commercianti
filogovernativi son troppo ignoranti e maleducati
per non svillaneggiarti davanti agli altri clienti
non appena la tirerai fuori.
*
Decadimento esponenziale
Oddìo, che sarà mai? Diccelo tu, per favore! Ci ha
fatto preoccupare, cominciamo ad avere i nostri
annetti...
*
Vergognato pigiama
È davvero molto difficile comprendere
che cosa possa averti indotto a cercare su Google
le parole vergognato e pigiama. Forse
qualcuno ti ha deriso per il tuo pigiama? In tal
caso, ti consigliamo di togliertelo dicendogli che
sei molto più bello nudo. Se, invece, sei un bimbo
che si è vergognato per aver intuito che la mamma
non sopporta di vederlo senza (almeno) il pigiama
addosso, be’,
che dire... Trovati un’altra
mamma al più presto!
*
Collega strega
A chi lo dici!
*
Mammucci bellissimo
Che cosa ti fa pensare che ce ne importi qualcosa?
*
Asini in calore con
donne
Come disse Petrolini allo spettatore che lo
fischiava: non ce l’abbiamo
con te, ma con quello scimunito di motore di ricerca
che invece di buttarti di sotto porta su ScuolAnticoli uno come te.
*
Ma cosa scorre sotto via
Cesare Battisti a Trieste?
Non lo sappiamo. Nemmeno
ScuolAnticoli è
onnisciente, dopo tutto. E anche se lo sapessimo non
te lo diremmo, guarda un po’.
Così t'impari a farci domande troppo difficili!... E
va be’,
ci proviamo: forse la stessa melma che scorre sotto
più di metà dell’Italia?
*
Foto di topi di fogna
Per farne cosa? Forse per decorare le volte del tuo
canale di scolo?
*
Sentì il suo alito
gelido sulla mia pelle Questa è davvero una ricerca stupenda, caro amico o
amica. Ma facci capire: lei (o lui),
sulla tua pelle, sentì il suo o il proprio alito? Guarda che fa molta differenza.
Se sentì il gelido alito proprio, mandala (o
mandalo) sùbito a quel paese: la tua pelle merita di
più. Se invece sentì il gelido alito suo...
be’,
allora è lei (o lui) che deve mandare a quel paese
te per non essertelo tolto di dosso prima dell’incontro.
*
Cognomi ebraici rumeni
Perché li cerchi? Ti chiami forse Adolf Hitlerejanu?
*
La
strega con il pensiero ti parla?
Sì. E lo fa per indurti a consultare uno psichiatra.
Ma tu non darle retta.
*
Minorata significato
Il significato di
minorata, cara amica, è che
chiunque pronunci questa parola davanti a te,
intende avvertirti che è un cretino. Ringrazialo per
la premura e non frequentarlo più.
*
Davide non vuole farci
vedere un film, come si fa per convincerlo?
Prova a minacciarlo che lo dici al professor
Scialanca: forse si spaventa.
*
Mi piace quando nevica
Ne siamo felici, ma la prossima volta dillo a un
essere umano, non a Google.
*
Nonno
Ci dispiace, ma il tuo caro nonno non è in
Internet. Né in cielo. E nemmeno in paradiso o
all’inferno,
che non esistono.
Però è nei tuoi ricordi, nel tuo
affetto, nelle cose che sai e hai capito di lui. E
in questo senso (ma solo in questo) vivrà per sempre
insieme a ciò che vivrà per sempre di te.
*
La scuola ha dalla sua
parte la forza dirompente della cultura
Inutile cercare, caro amico o amica: sei tu che hai
le risposte!
*
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