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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Arca di Pace

 

anno scolastico 2005-2006

 

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Nell'ambito del progetto Arca di Pace, la quinta elementare e la prima media di Anticoli Corrado, accompagnate dal maestro Nando Espositi, hanno incontrato ad Arsoli il signor Fernando Tagliacozzo.

(Fotografia donata a ScuolAnticoli dal maestro Artemio Tacchia)

 

Nell’ambito del progetto Arca di Pace, la Quinta elementare e la Prima media di Anticoli Corrado, accompagnate

dal maestro Nando Espositi, hanno incontrato ad Arsoli il signor Fernando Tagliacozzo. Su questo incontro,

gli alunni della Prima media - Cecilia, Davide, Lorena, Sara e Sonia - su invito dellinsegnante di Lettere,

prof.sa Stefania Pulcini, hanno scritto un breve ma notevole articolo:

 

Un incontro interessante...

 

Mercoledì 5 aprile 2006, nell’ambito del progetto Arca di Pace, ci siamo recati al Teatro comunale di Arsoli per ascoltare la testimonianza di un nostro concittadino di religione ebraica sopravvissuto alle leggi razziali emanate dal regime fascista nel 1938.

 

Gran parte degli argomenti trattati dal signor Fernando Tagliacozzo, il testimone, ci erano noti perché ne avevamo parlato con la professoressa Pulcini il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria. Ma l’incontro è stato ugualmente interessante...

 

Il signor Fernando Tagliacozzo è nato a Roma nel 1938 e viveva con la sua famiglia in un palazzo al di fuori del Ghetto. La madre era una maestra elementare che era stata licenziata perché ebrea, il padre aveva un’attività autonoma; Fernando aveva un fratello maggiore e una sorellina che dormiva con la nonna, che abitava nell’appartamento adiacente insieme a uno zio (un capotreno, anch’egli licenziato per motivi razziali.

 

Quando ci fu il rastrellamento nel ghetto di Roma, anche la nonna e lo zio e la sorella furono catturati e portati nel campo di sterminio di Auschwitz, dal quale non tornarono più. Fernando, i genitori e il fratello si salvarono perché sulla porta del loro appartamento non era indicato il loro cognome. Si rifugiarono in un monastero. Ma un giorno il padre fu chiamato fuori da un suo amico, che si rivelò una spia e lo consegnò ai fascisti, che lo deportarono. La madre dovette quindi mantenere da sola i due figli e una sua sorella cieca. Fernando ha ricordato quelle condizioni di vita molto dure: per procurarsi il cibo, per esempio, avevano una tessera con dei bollini che permetteva loro di ritirare, una volta al giorno, dei generi alimentari razionati; quattro volte al mese potevano prendere del sapone e una volta a settimana degli stracci.

 

Poiché lui era un bambino, all’epoca degli avvenimenti, ci ha raccontato che ricordava molte cose in modo sfocato. Ma divenuto adulto ha cominciato a indagare sul passato della sua famiglia e ha trovato molte testimonianze su quel periodo. Durante l’incontro gli sono state poste molte domande, alle quali lui ha risposto sempre cortesemente e con chiarezza, senza mai perdere il filo della narrazione e inserendo molti particolari: ha descritto la selezione che i deportati subivano nei campi di sterminio all’arrivo dei treni, quando venivano smistati e alcuni erano condotti direttamente nelle camere a gas, altri nei campi di lavoro; e ci ha spiegato l’origine di alcuni cognomi ebrei, come il suo, che derivano probabilmente dal nome della città da cui in origine proveniva la famiglia.

 

Le nostre impressioni

 

Sara

Per me è stato un giorno importante. All’inizio non ero molto attratta, ma poi ci ho ragionato sù e ho pensato

che sarebbe stato interessante ascoltare una persona anziana sopravvissuta a uno sterminio nel periodo fascista.

Quando Fernando Tagliacozzo è entrato nella stanza, non pensavo che fosse lui il testimone ebreo,

perché io lo avevo immaginato completamente diverso, nell’aspetto.

 

 

Cecilia

Mi ha colpito particolarmente il ricordo e la descrizione dei campi di sterminio, lo smistamento delle persone

e la sorte dei bambini e delle donne, alle quali venivano tagliati i capelli che servivano per confezionare accessori

di abbigliamento. Anche la sua spiegazione sull’origine di alcuni cognomi ebrei è stata interessante.

 

 

Sonia

A me è piaciuto, questo incontro, perché non avevo mai sentito prima d’ora un uomo o una donna

parlare senza emozionarsi di avvenimenti così drammatici. Mi ha colpito la disponibilità

di questo signore a rispondere a tutte le domande poste dagli alunni.

 

 

Davide

In un primo momento mi annoiavo, ma poi Fernando Tagliacozzo ha attratto la mia attenzione;

sono rimasto stupito quando ha detto che al Papa non importava niente della sorte degli Ebrei.

 

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