ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

La Terra vista da Anticoli Corrado

nellottobre del 2014

 

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(Venerdì 31 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 31 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Mercoledì 29 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Le esperienze dei nostri nonni hanno influito sui nostri geni?

Le esperienze dei nostri nonni hanno influito sui nostri geni?

(Immagine tratta dal sito DiscoverMagazine).

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Su Le Scienze di ottobre ho letto un interessante articolo di Michael K. Skinner, docente di biologia presso la Washington State University. L’articolo, intitolato Un nuovo tipo di eredità, inizia con queste parole:

Molecole dannose, stress e altri fattori possono modificare permanentemente l’attivazione dei geni, senza cambiarne il codice. Sempre più studi mostrano che i cambiamenti “epigenetici” vengono trasmessi alle generazioni successive, e potrebbero causare patologie.

Ed ecco la sintesi dell’articolo: Le azioni dei geni possono essere regolate da fattori “epigenetici”, cioè da molecole che si attaccano al DNA e alle proteine dei cromosomi e che esprimono informazione indipendentemente dalle sequenze di DNA. Tuttavia, gran parte delle modificazioni epigenetiche vengono cancellate poco dopo il concepimento. Ma gli inquinanti, lo stress, la dieta e altri fattori ambientali possono causare cambiamenti persistenti nella miscela di modificazioni epigenetiche nei cromosomi, e in tal modo possono alterare il comportamento delle cellule e dei tessuti. Sorprendentemente, alcuni cambiamenti acquisiti possono essere trasmessi ai discendenti. In teoria, la vostra salute e quella dei vostri figli potrebbero essere modificate da fattori a cui è stata esposta la vostra bisnonna. L’eredità epigenetica potrebbe avere un ruolo in patologie come l’obesità e il diabete, nonché nell’evoluzione della specie.

Gli esperimenti che dimostrano quanto sopra, condotti personalmente dall’autore o da altri studiosi e illustrati nell’articolo, sono stati effettuati sui ratti (esempio: Quando i ratti della quarta generazione sono maturati sessualmente, nei maschi sono emersi problemi simili a quelli dei loro antenati contaminati da una minuscola dose di composti agricoli di largo consumo). Questo può naturalmente indurre allo scetticismo chi sa che gli esiti degli esperimenti sugli animali non umani non sempre possono essere automaticamente considerati validi anche per l’Homo sapiens. In questo caso, però, non siamo di fronte a un tentativo di estendere alla nostra psiche questa o quella “scoperta” della cosiddetta “zoopsicologia”, ma ad esperimenti e studi che, riferendosi ai meccanismi biologici dell’ereditarietà, devono essere considerati validi ― mi sembra ― per ogni essere vivente.

Il professor Skinner, a ogni modo, non si nasconde il problema. Ecco come: Sono ora in corso ricerche che potrebbero portare a determinare se le epimutazioni abbiano effetto su diverse generazioni negli umani così come accade nei topi. Uno di questi studi è la conseguenza di un tragico “esperimento” naturale. Nel 1976 l’esplosione di un impianto chimico a Seveso, in Lombardia,

espose i residenti alle concentrazioni di diossina più alte mai registrate per una fuoriuscita di questo composto.

È stata quindi misurata la quantità di diossina nel circolo sanguigno di quasi mille donne, che sono state seguite per controllarne la salute. Nel 2010 i ricercatori hanno osservato che per ogni aumento di dieci volte dell’esposizione di una donna alla diossina durante l’incidente, il tempo medio per rimanere incinta è aumentato del 25%, ed è raddoppiato il rischio di sterilità. Inoltre, nel 2013 si è visto che le donne che all’epoca dell’incidente avevano meno di 13 anni, da adulte avevano il doppio del rischio di sviluppare la sindrome metabolica, un complesso di patologie, tra cui ipertenzione e iperglicemia, che predispone al diabete e a malattie cardiache. Molte nipoti delle donne esposte hanno risultati anomali nelle analisi della tiroide.

Poiché i disturbi riproduttivi e metabolici sembrano le malattie trasmesse più comunemente attraverso l’epigenoma negli animali di laboratorio, questi risultati suggeriscono che le diossine potrebbero causare epimutazioni negli esseri umani.

L’ipotesi sarà rafforzata se, nei prossimi anni, i figli e i nipoti delle donne esposte evidenzieranno tassi maggiori di infertilità, obesità e problemi correlati, e mostreranno profili di metilazione anormali.

Sfruttando un altro esperimento naturale, Marcus Pembrey, dello University College di Londra, Lars Olov Bygren del Karolinska Institut di Stoccolma e collaboratori hanno eseguito un’interessante serie di studi usando i dati provenienti da circa 300 persone nate nel 1890, nel 1905 e nel 1920 a Överkalix, in Svezia, e sui loro genitori e nonni. Sono stati confrontati i dati sulla morte dei soggetti dello studio con stime sulla disponibilità di cibo nella città, che nel XIX secolo è spesso andata incontro a bienni in cui buoni raccolti erano seguiti da pessime annate. È emerso che le donne le cui nonne paterne avevano vissuto da piccole una di queste alternanze tra abbondanza e carestia mostravano tassi di malattie cardiovascolari letali significativamente più alti. Curiosamente, l’aumento del rischio non era osservato negli uomini, né nelle donne le cui nonne materne avevano sofferto una rapida incursione nella carestia.

Per diverse ragioni, un’ereditabilità così peculiare porta a pensare che dietro vi sia l’epigenetica, e in particolare un fenomeno noto come imprinting. Osservazioni simili sono state fatte nei discendenti di una popolazione olandese che ha vissuto la scarsità di cibo durante la Seconda guerra mondiale.

Che dire? Se queste ricerche saranno confermate, penso che il concetto di crimine contro l’Umanità dovrà essere riformulato fino a comprendere i danni alle generazioni successive, e in ultima analisi allo status biologico dell’intera Umanità, causati dalle condizioni disumane (guerre, violenze d’ogni sorta, miseria, fame, sfruttamento, stress da disoccupazione o da precariato) in cui intere popolazioni sono costrette a vivere dalla prepotenza dell’ultraricchezza finanziaria e dei suoi servi.

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(Martedì 28 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Era ora: abbiamo finalmente la certezza che la teoria del Big Bang è del tutto campata in aria. Come il creazionismo. Mentre l’Universo è infinito, è sempre esistito e sempre esisterà. A differenza del creazionismo. (Martedì 27 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Lunedì 27 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Vuoi smascherare allo stesso modo la qualunque renzista che ti perseguita con la sua vocina flautata, l’eloquio furbescamente politically correct e la mal celata ferocia antiumana? Segui questo procedimento, e avrai almeno la certezza che il cattivo (o la cattiva) non sei tu.

(Sabato 25 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Immagine tratta da Segnalazioni. Cliccala per vederla meglio!

(Sabato 25 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Sarà anche vero che le tragedie della Storia, quando si ripetono, si ripetono come farse. Ma non in Italia: in Italia si ripetono come tragedie, e addirittura peggiori. Le si può evitare? Certo. Basterebbe non dar loro il modo e il tempo di crescere. Basterebbe, cioè, che gli Italiani che le causano si curassero e guarissero, una volta per sempre, dall’odio anti umano e contro le donne, dall’imbecillità e dall’ignoranza. (Martedì 21 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Fanny, diciottenne, rivede la famiglia che lasciò quand’era bambina...

 

[Suo fratello] William era partito e la casa in cui l’aveva lasciata era ― Fanny non riusciva a nasconderselo ― da quasi tutti i punti di vista esattamente il contrario di ciò che avrebbe potuto desiderare. Vi regnavano il chiasso, il disordine, la sconvenienza. Nessuno si trovava al posto che gli sarebbe spettato, niente era fatto come si sarebbe dovuto fare. Non riusciva a rispettare i genitori. Non aveva alimentato speranze molto ottimistiche circa suo padre, ma ora lo vedeva così com’era: più incurante della famiglia, con abitudini peggiori e modi più grossolani di quanto si fosse aspettata. Non gli mancavano le capacità; ma la sua curiosità e le sue cognizioni non andavano oltre quanto riguardava la sua professione; leggeva solo il giornale e il bollettino della marina sui movimenti delle navi; parlava solo del cantiere, del porto, di Spithead e del Montherbank; bestemmiava e beveva; era sudicio e volgare. Non le era mai riuscito di rammentare, nel modo in cui l’aveva trattata in passato, qualcosa che si avvicinasse alla tenerezza. Nel ricordo le era rimasta soltanto una generica impressione della sua voce troppo forte e dei suoi modi rozzi; e ora quasi non le prestava attenzione se non per farla oggetto di qualche battuta volgare... Clicca qui per continuare a leggere su ScuolAnticoli! Oppure:

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(Venerdì 17 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 17 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Sedici grandi “firme” prendono posizione sul decreto Sblocca-Italia, che ― nel tentativo di “rilanciare” l’economia italiana ― rischia di essere un pesante contributo alla devastazione del paesaggio, e un regalo alle lobby. Un libro, corredato da 13 vignette dei più graffianti autori satirici italiani, disponibile gratuitamente in formato pdf, affinché si apra il dibattito nel Paese e lo Sblocca-Italia (che in realtà è un Rottama-Italia) si possa fermare. Clicca qui per scaricare gratuitamente il pdf dal sito Altreconomia.

(Mercoledì 15 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Solo i regimi scrivono sulle pareti delle Scuole

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Non mi meraviglia, purtroppo, con l’aria di regime che tira, che ci sia chi crede di poter scrivere le proprie “verità” sulle pareti delle Scuole. Non mi meraviglia, purtroppo, che ci sia chi crede di poter permetterlo e imporlo, e magari, addirittura, di poter vantarsene pubblicamente. E non mi meraviglia, purtroppo, che ci siano media ― di finta sinistra, è ovvio, poiché oggi è la finta sinistra, in Italia, che sta diventando regime in combutta con una parte della destra ― pronti a celebrare tali scempi.

Fece scalpore, qualche anno fa, il caso della “scuola leghista” di Adro, in provincia di Brescia, che l’amministrazione comunale di portatori di moccichino verde aveva creduto di poter “decorare” con ben 700 simboli leghisti di ogni dimensione. Com’è andata a finire? Così: nell’ottobre del 2013, per decisione della Corte dei conti, il primo cittadino di Adro, dopo aver dovuto rimuovere, dalle pareti della Scuola che forse credeva sua, la propaganda del regime che auspicava, è stato condannato a un’ammenda di 7.398 euro, mentre gli assessori se la son cavata con 528 euro a cranio.

Domanda: c’è qualche differenza tra propaganda “cattiva” e propaganda “buona”? Domanda ancora più netta: è possibile immaginare, sulle pareti di una scuola, una propaganda che non sia di regime?

No. Sulle pareti delle Scuole le autorità, quali che siano, NON possono scrivere. Punto e basta. Né possono arrogarsi il potere di far scrivere altri. Per il semplice motivo (forse non tanto semplice per certe intelligenze?) che non esiste, in Italia ― e non esisterà finché l’Italia sarà democratica ― un’autorità che detenga il potere di assoggettare i bambini e i ragazzi a una “verità” unica, che ne escluda ogni altra.

Immagino la possibile obiezione: ma se le “verità” sono belle, giuste, generose, intelligenti, umane, perché non si dovrebbe poter scriverle sulle pareti delle aule scolastiche?

L’obiezione, ahimé, è inconsistente, e non è difficile dimostrarlo.

Anche il più intelligente e generoso dei pensieri ― una frase di Gramsci, o di Gandhi, o di Albert Einstein, o di ogni altro genio o benefattore dell’Umanità ― una volta scritto sulle pareti di un’aula scolastica, si tramuta in un’imposizione ideologica. Diventa Verbo. Diventa, cioè (talora contro le intenzioni coscienti di chi non arriva a capire che, scrivendola su quelle pareti, non si limita a citarla, a proporla, ma, per effetto della maggior forza che l’autorità di cui è investito gli conferisce, la prescrive) una “verità” unica che, per il fatto di star lì da sola, non soltanto esclude tutte le altre, non soltanto limita (se non, addirittura, impedisce) la libera espressione del pensiero e la libera discussione, ma soprattutto coarta le giovani menti degli alunni a considerare quella particolare “verità” più vera di ogni altra.

Anche il più intelligente e generoso dei pensieri, cioè, una volta scritto sulle pareti di una Scuola, passa in secondo piano rispetto al diseducativo e disumano messaggio che diffonde. Qualunque cosa sembri dire, quello che in realtà dice ai bambini e ai ragazzi è: Esiste un’unica verità, ed è questa verità. Esiste il potere di farla scrivere sui muri invece di qualsiasi altra, ed è il mio potere.

Ma allora nessuno può scrivere sulle pareti delle aule scolastiche? Al contrario: tutti possono scrivere e autorizzare a scrivere su di esse, tranne le autorità (quale che ne sia il livello: dal presidente della Repubblica al singolo insegnante) il cui potere sui bambini e sui ragazzi conferirebbe a tali scritte un’aura di sacralità che tramuterebbe la Scuola in un centro di propaganda confessionale o ideologica o politica. “Cattiva” o “buona” che sia, la propaganda a Scuola non è ammessa. E una scritta sul muro, se disposta o consentita da un’autorità che ha il potere di escluderne altre, è sempre propaganda.

A Scuola ― cioè nelle Scuole dello Stato, istituzionalmente laiche ― i bambini e i ragazzi, hanno il diritto che tutte le idee siano loro correttamente esposte (e anche correttamente criticate, se l’una o l’altra di esse è ritenuta criticabile dall’uno o dall’altro insegnante). Ma questo significa che nessuna idea, per quanto valida possa apparire, può essere loro presentata come indiscutibilmente superiore al punto di vedersela pendere sul capo per nove mesi all’anno a esclusione di tutte le altre.

Altrimenti sarebbe molto facile tramutare le Scuole in “scuole” di regime senza parere, cioè con l’ipocrisia tipica dei regimi “soft” di finta sinistra. Basterebbe dire: Stai tranquillo, bambino o ragazzo: questo “Verbo”, che io faccio scrivere sulla tua testa perché ho il potere di farlo, non ti priverà della libertà perché dice cose buone, generose, umane. “Dimenticandosi” di dire, al bambino o al ragazzo, che chi lo priva della libertà non sono quelle cose buone, generose, umane, ma chi le tramuta in dogmi.

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(Lunedì 13 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 10 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 10 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Giovedì 9 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Piccole Anticolane in fuga dalle monache

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Avete presente piazzale Flaminio a Roma? Sì, vero? Be’, provate a immaginarvelo nel 1951, la notte tra il 14 e il 15 novembre 1951, verso le tre. Fatto? E adesso immaginate il vigile notturno Gino Mucciarelli che sbuca in bicicletta da piazza del Popolo e... chi vede? Due “bimbette” di pochi anni che scappano perché non vogliono più stare dalle monache. Perché, con le monache, stanno troppo male.

Erano giorni terribili per l’Italia...

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(Martedì 7 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Sono sufficienti otto anni, circa tremila giorni e quasi duemila fotografie per documentare l’inesistenza del cielo non solo su Anticoli Corrado, ma su ogni punto della superficie terrestre? ScuolAnticoli, libera Scuola di Umanità, ne è così sicura che da oggi interrompe la pubblicazione della pagina che all’inesistenza del cielo è dedicata. Se continuassimo ad aggiornarla, infatti, sembrerebbe che stiamo cercando altre prove, che l’esperimento, in qualche modo, non sia concluso... No. L’esperimento è terminato da un pezzo: al di sopra delle nostre umane teste, delle nostre materiali e immateriali realizzazioni, delle nubi, dell’atmosfera terrestre, del sole, delle stelle, delle galassie e degli ammassi di galassie, insomma: al di sopra dell’Universo infinito ed eterno non può esserci altro. Ne siamo certi, come si suol dire?, al di là di ogni (morto e sepolto) dubbio. Qualcuno, leggendo queste righe, alzerà gli occhi... al cielo nella cui esistenza continua a credere? Ce ne dispiace per lui e per lei: chi è più pazzo, infatti, di chi crede niente l’infinito, e infinito il niente?

(Lunedì 6 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Perché Jorge Bergoglio si finge di sinistra parlando? Per dar modo ai fascisti di fingersi di sinistra applaudendolo. (Venerdì 3 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Roma, Fiumicino, 13 agosto 2014. Matteo Renzi saluta Jorge Bergoglio in partenza per la Corea del Sud. Foto Ansa/Alessandro Di Meo (dal sito del Giornale dell’Umbria).
(Venerdì 3 ottobre 2014. Luigi Scialanca,
scuolanticoli@katamail.com).

 

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Non lasciarci, cara Birgitt!

"Non lasciarci, cara Birgitt!" (Giovedì 2 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

Veramente non appartengo a nessun Paese, salvo ad Anticoli per i lunghi anni di vita vissuta qui. (Birgitt Shola Starp, Vite intrecciate di artisti in Anticoli Corrado, in Aequa, 34, luglio 2008).

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Birgitt Shola Starp è su ScuolAnticoli qui (2008) e qui (2012)!

 

Premessa

Non ho detto a Birgitt che avrei scritto questo articolo. Dovevo farlo, lo so, e le chiedo scusa per non averlo fatto, ma temevo che lei, generosa e schiva com’è, mi negasse il suo consenso. Sia chiaro, quindi, che ogni eventuale inesattezza o superficialità delle righe che seguono sono da attribuirsi a chi le ha scritte. E ogni pregio, invece, a chi le ha ispirate.

 

La sera del 1° ottobre ho ricevuto da Birgitt questo messaggio: Ciao, cari amici! Per finita locazione chiudo il mio spazio espositivo/studio in via Roma 42, Anticoli Corrado. Fino al 14 ottobre vorrei cedere tutti i miei lavori, a offerta libera, al miglior offerente, invece di impacchettare tutto! Vi aspetto entro il 14 ottobre per dare nuova dimora alle mie opere! Baci, Birgitt.

Quel mattino avevo incontrato Birgitt in piazza delle Ville, dove mi aveva annunciato la sua intenzione di lasciare Anticoli e, prima di partire, di far dono alla Scuola di un suo bellissimo quadro.

Ci ho pensato sù tutta il giorno, poi mi son detto: è mai possibile che gli Anticolani lascino andar via una donna e un’artista come Birgitt senza cercare di trattenerla?... Per essere più preciso: è mai possibile che noi Anticolani (scusate se mi ci metto anch’io pur sapendo che c’è chi non lo tollera, ma è più forte di me) perdiamo una donna e un’artista come Birgitt senza dirle quanto ne siamo dispiaciuti? Senza dirle che il paese, dopo la sua partenza, non ci sembrerà, anzi: non sarà più lo stesso, e senza fare almeno un tentativo, ripeto, per indurla a cambiare idea? Non tanto per sé, quanto per noi?

Raccontando il suo primo arrivo ad Anticoli Corrado nel 1972, Birgitt, tra l’altro, ha scritto: Spronata a un’esplorazione dal vivo dal clima internazionale di arte e cultura da nomadi che trapelava nei racconti di Manfred Dietrich, accettai il suo invito a visitare Anticoli. Cercavo, infatti, un luogo per me che non rientrasse negli stereotipi e nelle regole fatte per distogliere le persone dalla vita vera: la Vita che già esiste, con le regole sue intrinseche, con le sue lezioni, i suoi rischi. I racconti di Manfred mi davano la sensazione che forse quel luogo esisteva davvero.

Conobbi così l’inglese Eric Hebborn e il suo compagno filippino Edgar Alegre [...]; conobbi Anticoli, la sua piazza con la fontana di Arturo Martini, il bar con Antonietta e Ciccu; conobbi Catena e la moglie Augusta; conobbi Schizzo e Latina nel loro ristorante; conobbi lo scultore anticolano Carlo Toppi, che mi parlò in tedesco svizzero, e il pittore spagnolo Mariano Villalta Lapayez, con cui non potei parlare in nessuna lingua che allora conoscessi. E m’incantai sulla piazza, da sola, a contemplare la presenza della Vita Vera che cercavo e che né in Danimarca né in Germania mi aveva incontrato, salvo in certi libri.

Sarà Birgitt, se ne sentirà il desiderio, a completare il suo bell’articolo per Aequa del luglio 2008 con l’interessantissimo, gioioso e insieme drammatico racconto di tutto il suo rapporto con Anticoli Corrado. A me, per sentire ed esprimere dolore per la sua partenza, son già sufficienti le poche (ma grandi) parole che ho citato, le poche (ma grandi) opere di Birgitt che ho avuto il privilegio di ammirare, le poche (ma grandi) cose che so di lei e il poco (ma straordinario) che mi sembra di averne capito.

Birgitt non è “solo” l’ultima testimone dall’interno di una stagione anticolana ― come definirla? il post-Sessantotto artistico ed esistenziale anticolano? ― che dovrebbe essere indagata, documentata, narrata e spiegata con immenso affetto e intelligenza (come, del resto, l’intera storia di Anticoli dell’ultimo secolo e mezzo che ha reso il nostro paese così particolare umanamente e culturalmente). Birgitt è anche una donna e un’artista che ― a differenza dei suoi compagni di allora e forse, in parte, nonostante essi ― è riuscita a superare quella stagione, a crescere, a evolversi, a realizzarsi ulteriormente sia dal punto di vista umano che come artista. E lo ha fatto qui, ad Anticoli Corrado, e ad Anticoli ha offerto e continua a offrire i frutti della sua storia straordinaria. Come la meravigliosa Danza delle anime gemelle, che dal 2006 rammenta ogni giorno alle Istituzioni anticolane l’esistenza e la supremazia degli affetti umani. Come le bellissime opere con cui ha partecipato, poche settimane fa, alla mostra collettiva Sette Percorsi in Bianco e Nero. Come, soprattutto, il suo esempio di instancabile ricercatrice di Vita Vera.

Davvero lasceremo che Birgitt vada via così, senza che il suo paese provi a dissuaderla? O a darle, almeno, l’occasione di spiegarci che ciò che pare un abbandono e una perdita sarà invece, per lei, il necessario punto di partenza di nuove, splendide realizzazioni? E per noi, come spesso accade dopo una separazione, un’opportunità di riuscire finalmente ad apprezzarla come ha sempre meritato e merita?

Narra Platone che 24 secoli fa, nel febbraio del 399 a. C., Socrate, sottoposto al più ingiusto dei processi da quegli Ateniesi che tanto gli dovevano, domandò di essere “punito” così: Quale pena merito di patire io? Un premio, o cittadini di Atene, se mi si deve assegnare quello che merito in verità. E quale premio si addice a un uomo che è povero e benefattore vostro, e solo prega d’aver agio e tempo per la vostra istruzione? Non c’è premio che meglio si addica, o Ateniesi, se non che tale uomo sia nutrito nel Pritanèo; ben più che non si addica a quello che con cavallo e biga o quadriga ha riportato vittoria nei giochi Olimpici. Poiché costui fa che voi sembriate felici, e io che lo siate; e quello non ha bisogno gli si dia da vivere, e io ne ho bisogno. Se dunque io debbo chiedere quello che mi spetta, questo io chiedo: di essere nutrito nel Pritanèo. (Platone, Apologia di Socrate, a cura di Manara Valgimigli, Bari, Laterza, 1966, p. 103).

Anticoli Corrado non ha, come l’antica Atene ― due millenni e mezzo prima che l’Atene di oggi fosse depredata dall’Europa delle tirannie finanziarie, delle destre e delle finte sinistre ― un Pritanèo dove mantenere, a spese della città, i grandi concittadini benemeriti, i condottieri e i vincitori delle Olimpiadi. Dovrebbe averlo, secondo me. E un giorno, se verranno donne e uomini migliori di noi, confido che lo avrà. Intanto ha però un Museo, che potrebbe allestire, per la grande anticolana Birgitt Shola Starp, un degno saluto che sarebbe anche la cornice più bella per pregarla tutti insieme di cambiare idea. E magari per chiederle di voler generosamente accettare, da ognuno dei suoi mille concittadini, un piccolo riconoscimento periodico, vita natural durante, di tutto quello che ha fatto per Anticoli Corrado.

Concedetemi di essere il primo: non lasciarci, cara Birgitt!

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Birgitt Shola Starp è su ScuolAnticoli qui (2008) e qui (2012)!

(Giovedì 2 ottobre 2014. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

 

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