Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
La Terra vista da Anticoli Corrado
diario del Prof (scolastico e oltre)
marzo 2009
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lunedì 16 marzo
Romano Prodi, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa (Rai 3) domenica 15 marzo 2009, dà ragione a ScuolAnticoli.
ScuolAnticoli l’aveva detto quasi un anno fa
Il 14 aprile 2008 scrivemmo per questa rubrica un “pezzo”, intitolato La miserabile impresa del Togliattino (intendendo per Togliattino quel “nano” politico e intellettuale di Walter Veltroni), che diceva quanto segue: Davvero una bella prova, quella del Veltroni, non c’è che dire. Eccone le tappe principali: 1. Annuncia che il Pidì correrà da solo. È una balla. In realtà, lo sorreggono le forze economiche e culturali che da più di vent’anni si battono per fare della Sinistra italiana una finta “sinistra”. 2. La Sinistra Vera non ci casca, ma il Mastella, impaurito, fa cadere Prodi. Effetto che il Veltroni, da vero genio, non voleva. (E qui ci sbagliavamo, eravamo ancora troppo ingenui e buoni: il Veltroni lo voleva e come, e con lui tutta la corrente papista-ospedaliero-palazzinara del Pidì capitanata da Rutelli e “Beppe” Fioroni. Anzi: è probabile che avesse già preso accordi col Berlusconi). 3. La Sinistra Vera è costretta ― lei sì! ― a correre da sola. Il Veltroni ha dunque diviso e indebolito lo schieramento anti-Berlusconi, ma fa credere a mezza Italia di aver fatto una scelta saggia e coraggiosa. 4. Col ricatto del “voto utile”, il Veltroni induce milioni di cittadini a un voto dettato dalla paura anzichè dalla speranza. E col medesimo ricatto ― due piccioni con una fava! ― ne disgusta altri milioni, che decidono di non votare affatto. 5. Il risultato finale? Il Paese riconsegnato al Berlusconi, la Sinistra Vera al minimo, neanche un voto tolto alla Destra, il peggior quadro politico dal 1945.
Questo scrivevamo, quasi un anno fa. Non potendo esser certi, naturalmente, di aver colto nel segno. Anche perché non mancarono, fin da sùbito, gli amici e i compagni carissimi che perentoriamente ci dissero che non avevamo capito niente, che il governo era caduto per colpa dei ministri della Sinistra e soprattutto (come ti sbagli?) di Fausto Bertinotti. (Cose che in fondo non avevamo alcun bisogno che i cari amici e compagni ci dicessero, perché avevamo occhi e orecchi anche noi, per leggere e udire ciò che tutti i media martellavano concordi nelle nostre povere teste...)
Ma il tempo è galantuomo, come si suol dire, e ieri, finalmente, la nostra versione dei fatti ha ricevuto l’autorevole avallo della prima vittima della miserabile “strategia” veltroniana: Romano Prodi.
“Cosa pensò,” gli ha chiesto Fabio Fazio a Che tempo che fa, “quando lei era presidente del Consiglio e Veltroni disse che il Pidì, se ci fossero state le elezioni, avrebbe corso da solo?”
“Non c’è stato il tempo di pensare,” ha risposto Prodi, “Mastella mise la testa di traverso nel mio ufficio e disse: Volete farmi fuori, ragazzi? Ma sarò prima io a far fuori voi!”
A distanza di quasi un anno, le parole dell’ex presidente del Consiglio confermano quel che allora intuimmo: il governo Prodi è stato abbattuto dal trio Veltroni-Rutelli-Fioroni, furono loro a consegnarci al regime d’odio e di paura che oggi, a distanza di quasi un anno, sta ormai completando la distruzione di un Paese tragicamente provato da un ventennio di berlusconismo e di finta “sinistra”. Il Mastella fu solo un sicario.
Chi è più colpevole, il nemico che mi uccide o l’“amico” che con l’inganno mi consegna al nemico? Chi è più colpevole, se l’Italia è nelle grinfie della peggior Destra dell’Occidente?
Vittima dell’ala delinquenziale del Pidì, insieme a Prodi, fu quel che restava ― nel Pidì e a sinistra del Pidì ― della Sinistra italiana, che da quel colpo non è ancora (più?) riuscita a riprendersi. Vittime dell’ala delinquenziale del Pidì, insieme a Prodi, siamo tutti noi.
Dario Franceschini è diverso? Era il vice di Veltroni, coinvolto fin dall’inizio e fino al midollo nella sua miserabile “strategia”. Ha cambiato qualcosa nel Pidì? Soltanto il linguaggio (tranne quando va a dire alla Confcommercio che ci sono anche evasori fiscali “buoni”). Non solo: i papisti nemici dei diritti umani e tutti i capibastone palazzinaro-ospedalieri sono con Franceschini oggi com’erano con Veltroni fino a ieri. Certo, si avvicinano le elezioni europee e anche noi siamo gli stessi di un anno fa... Ma questa volta, speriamo, non sarà più addirittura il 33% a farsi menare per il naso. |
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mercoledì 11 marzo
Attenzione: bruciare le bandiere è una brutta cosa, che non si fa. Questa bandiera della teocrazia israeliana, infatti, sta bruciando a causa di uno spiacevole ma involontario incidente: qualcuno l’ha avvicinata troppo al fosforo con cui l’esercito israeliano ha bombardato uomini, donne e bambini palestinesi di Gaza...
Vaticano e dintorni: giù giù, fino alla teocrazia israeliana...
Una ne pensa e cento ne fa, dicevano le mamme di una volta dei figlioli un po’ troppo vivaci. In casa Ratzinger e dintorni, invece ― fors’anche perché di mamme, in quel tetro maniero, non ce ne sono proprio ― pochissime ne pensano (loro, più che altro, credono), mille ne dicono, e quelle che fanno non ce le vengono mica a raccontare...
Comincia La Repubblica, martedì 10 marzo, annunciando che “Nei credenti come nei non credenti, la questione dell’esistenza di Dio e dell’aldilà impegna aree della corteccia cerebrale molto evolute che sono ― così come la facoltà di credere in una divinità ― assenti nelle specie diverse dall’uomo”. Il che è una buona notizia ed è del tutto naturale: quali altre zone del cervello dovrebbero attivarsi, infatti, parlando di Dio e dell’aldilà, se non le aree preposte all’immaginazione e alla fantasia, che gli altri animali non possiedono? E questo non solo nei cervelli atei, ma anche nei cervelli credenti. Dimostrando, così (come se ce ne fosse bisogno) che anche i credenti, almeno in un angolino dei loro cervelli, non credono affatto. Ed è così che si salvano (quasi sempre) dalla follia.
A proposito di follia, “a Beppino Englaro è stata conferita la cittadinanza onoraria di Firenze, ma dire che il consenso sia stato unanime sarebbe fuorviante: nove consiglieri del Pidì hanno votato a favore, cinque contro e tre si sono astenuti, quindi il travagliato partito si è spezzettato in tre tronconi”. E poi dicono che non è vero che la finta sinistra è in mano ai fondamentalisti cristiani: ma se è perfino una e trina!
Justin Rigali, invece, cardinale di Filadelfia, commentando la decisione di Obama di permettere le ricerche sulle cellule staminali embrionali “per scoprire nuove terapie”, “alleviare le sofferenze umane” e “prenderci cura gli uni degli altri”, l’ha definita “una triste vittoria della politica sulla scienza e l’etica”. Per i nemici dei diritti umani e della democrazia, infatti, che altro possono essere le decisioni di un’amministrazione liberamente eletta dalla maggioranza dei cittadini, se non delle “tristi vittorie”? E del resto, perché stupirsi se questa gente vive in un mondo capovolto? Per loro, non siamo noi che abbiamo creato Dio, ma è Dio che ha creato noi. Ci aspetteremmo forse di trovare un pensiero sensato nella mente di un uomo convinto che non sia stato Shakesperare a creare Romeo e Giulietta, ma Romeo e Giulietta a creare Shakespeare? O che non sia stata l’impresa edile a costruire la sua casa, ma la sua casa a metter sù un’impresa edile?
In Irlanda, intanto, “due fatti di sangue in tre giorni, dopo dieci anni in cui non c’erano più stati gravi segni di violenza,” fanno temere “che i gruppi clandestini protestanti vogliano ora rispondere al duplice attacco di parte cattolica”. Continuano, così, dopo la revoca della scomunica al vescovo nazista e la nomina a vescovo di un parroco austriaco altrettanto nazista, i “luminosi successi” del papato ratzingeriano. Ma anche qui, perché stupirci? Quando il gatto è un pochino fondamentalista, si sa ― e lo dice anche il proverbio ― i topi son fanatici del tutto.
Oggi, invece, mercoledì 11 marzo, si è svegliato Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e segretario della Conferenza episcopale italiana, e ha tuonato che “La cittadinanza onoraria al padre di Eluana, Beppino Englaro, è un affronto alla città”. Il che è assurdo, naturalmente, poiché al contrario è un onore. Ma anche se fosse, un affronto non è mica un crimine. E questa è una vera fortuna per il Betori, poiché così anche le sue parole sono solo un affronto (e non un crimine) contro l’Umanità. E lui, quindi, non è tenuto a costituirsi. Né a Norimberga (come Göring) né all’Aia (come Milosevic).
Con chi concludere questa rassegna di scempiaggini? Ovvio: con “Beppe” Fioroni, Renzo Lusetti e Paola Cilicio Binetti. Intervistati sull’atto di bullismo psicologico del vescovo di Recife, in Brasile (che ha scomunicato i medici e la madre che hanno fatto abortire una bambina di 9 anni stuprata dal patrigno, ma non ha scomunicato il patrigno), che cosa hanno detto quei tre campioni della banda di papisti ospedaliero-palazzinari che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della “sinistra” italiana? “Siamo in presenza di un dramma ma, per un credente, a una violenza non si risponde con un’altra violenza” (“Beppe”). “La coscienza non trova pace, ma resto contrario all’aborto anche in un caso come questo” (Renzo). “Un giudizio sull’episodio sarebbe sbagliato, daremmo una falsa risposta a un dramma terribile” (Cilicio).
Chi è, secondo te, il più commovente?
Secondo noi è il Lusetti: il suo colon irritabile da tormentatore di sé stesso, da lui scambiato per una “coscienza senza pace”, ci fa venire le lacrime agli occhi.
E la più fasulla?
Paola Cilicio, senza il minimo dubbio: il suo teorizzare il rifiuto di rispondere, per “giustificare” la macabra irresponsabilità di un potere religioso tanto ignorante quanto violento, avrebbe fatto invidia ai giureconsulti nazisti.
E il più intelligente?
“Beppe”, come sempre, impotente a vedere una qualche differenza tra l’uomo che stupra e mette incinta una bambina di nove anni e il medico che la fa abortire.
Così intelligente, il “Beppe”, che sentiamo il bisogno di fargli pat pat sulla testona per confortarlo. Tranquillo, “Beppe”: noi, per tua fortuna, siamo invece perfettamente in grado di vedere la differenza tra un umano che dice bestialità e una gallina che fa coccodè. E non ti tireremmo il collo, dunque, neanche se fossimo lì lì per morire di fame. Anche perché sei grassoccio come un’oca ben pasciuta, sì, ma secondo noi non sai di buono. |
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L’immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell’artista danese Viggo Rhode (1900-1976).
L’ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.
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