Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Meglio Ridere!
la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di febbraio del 2008!
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In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere. E cerchiamo, invece, di riderne. Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche “perla” che ci è sfuggita... |
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Walter Veltroni (alias il Togliattino): Mi auguro un Paese che mentre contrasta quei furbacchioni che sono andati a portare i soldi in Liechtenstein, eviti di tartassare tanti piccoli imprenditori e artigiani. (La Repubblica, 29 febbraio 2008). Come furbacchione, anche Veltroni non scherza: finge di non sapere che milioni di “piccoli” evasori messi insieme, in miliardi di euro, derubano i loro concittadini molto ma molto di più di un centinaio di grandi ricchi.
Silvio Berlusconi: Tra i primi provvedimenti che adotteremo una volta al governo, c’è sicuramente il ritorno al nucleare. Lo abbiamo sempre detto e lo faremo. (La Repubblica, 28 febbraio 2008). Chissà se un fan di Berlusconi è in grado di spaventarsi (o di ridere per non piangere) leggendo una frase del genere. Capace di rallegrarsene, invece. In tal caso, consigliamo al furbone di riflettere sul fatto che Silvio-ci-manchi non ha specificato dove le metterà, le nuove centrali e le loro scorie radioattive. Certo non ad Arcore. E nemmeno a due o tre chilometri dai suoi figli...
Anna Finocchiaro: Il solo voto utile è quello al Partito democratico o al Popolo delle libertà. (La Repubblica, 28 febbraio 2008). È una menzogna, naturalmente: votare il Pidì o il Pidielle non solo non è “utile”, ma è anche quanto mai distruttivo, perché lascia l’Italia senza una Sinistra che la difenda. Questo, tuttavia, non fa ridere. Quel che fa ridere (amaro) è la convinzione della “gentile” signora di poter continuare a farsi credere di sinistra ragionando (esattamente come Berlusconi) solo in termini di “utilità”, come se i voti (e gli esseri umani che li esprimono) non contenessero anche una storia, dei sentimenti e delle speranze.
Uno dei due vigili che hanno multato l’autista del Veltropullman per mancato uso delle cinture di sicurezza ha denunciato in un commissariato di essere stato seguito a lungo da un’auto mentre girava nel quartiere in cui vive cercando di scoprire chi lo avesse importunato al citofono; gli è stata data una scorta. (La Repubblica, 26 febbraio 2008). Perché scandalizzarsi? È il lato oscuro del buonismo.
Giuseppe Turani (giornalista economico de La Repubblica): La fusione tra Telecom Italia e Mediaset sarebbe la soluzione di tutti i mali italiani. [...] Per la Telecom si tratterebbe di essere più libera e con meno debiti. Per il Cavaliere si tratterebbe di un’altra medaglia da aggiungere sul suo petto patriottico, avendo riportato in patria la nostra compagnia telefonica. [...] Ma la cosa più clamorosa è un’altra. Poiché il Cavaliere non sarebbe più azionista di controllo di Mediaset, ma solo un azionista (di minoranza, sia pure importante) del nuovo mega-player Telecom-Mediaset, automaticamente verrebbe dissolta anche la questione del conflitto di interessi, e Berlusconi potrebbe finalmente fare il suo governo (se vincerà le elezioni) a testa alta. E, se per caso non dovesse vincere, sarebbe comunque molto legittimato a elaborare le riforme costituzionali con Veltroni perché, a quel punto, su di lui non graverà più alcuna ombra affaristica. Tutti pazzi, quindi, per questa mitica fusione! (Supplemento Affari & Finanza de La Repubblica, 25 febbraio 2008). Parole così inquietanti, e al contempo così ottusamente ridanciane (e tanto più inquietanti quanto più ridanciane) non ci capitava di leggerle da tempo. La voglia di ridere, francamente, passa. Grande Fratello Telecom + Grande Fratello Mediaset + Veltrusconi all’attacco della Costituzione. Vogliamo questo? Non abbiamo che da votare Pidì o Pidìelle...
L’Avvenire (quotidiano di proprietà dei vescovi italiani): Il profilo di Umberto Veronesi non corrisponde all’antropologia di riferimento dell’elettorato cattolico. (La Repubblica, 25 febbraio 2008). Siamo avvisati: per i vescovi italiani esistono esseri umani che corrispondono all’“antropologia” cattolica ed esseri umani che non le corrispondono. Un’affermazione scopertamente razzista, le cui possibili implicazioni fanno rabbrividire.
Dario Franceschini (vice di Veltroni nonché – secondo La Repubblica del 25 febbraio 2008 – “garante dei cattolici dentro il Partito democratico”): Il nostro è un partito moderato. Se lo dice lui, bisogna credergli! E poi: Un grande partito non può essere identitario. Buono a sapersi: chi vota Pidì, vota per un partito senza identità. L’identità, è ovvio, gliela darà di volta in volta il leader a seconda delle circostanze.
L’Avvenire (quotidiano di proprietà dei vescovi italiani): Lo Stato deve garantire che i genitori di sinistra possano mandare i figli in scuole di sinistra, quelli liberali in scuole liberali, quelli cattolici in scuole di ispirazione cattolica... La posta in gioco non è la tutela degli interessi dei cattolici, bensì la salvaguardia della libertà delle famiglie di educare i figli secondo i propri valori e principi. (citato da La Repubblica il 24 febbraio 2008). L’apartheid, i ghetti delle religioni ― quartieri cattolici, quartieri liberali, quartieri di sinistra, e poi che cosa? guerra di religione? ― e per di più sulla pelle dei bambini! Quanto è diversa, questa gente, da quelli che in Africa o in Asia armano i ragazzini e li mandano ad ammazzare e a morire nelle guerre tra etnie?
Gad Lerner (giornalista, ex direttore del Tg1): È sbagliato provare fastidio per la Binetti. Lei non è un retaggio clericale d’altri tempi, al contrario, con il suo cilicio e l’Opus Dei, è una figura modernissima, perciò è normale che stia nel Partito democratico. (La Repubblica, 24 febbraio 2008). Quel che non è normale, a questo punto, è che qualcuno creda ancora che questa è gente di sinistra...
Giuseppe Fioroni (ministro della Pubblica Istruzione): Abbiamo oltre cento parlamentari cattolici nel Partito democratico, fra Camera e Senato. Altrettanti ce ne saranno nella prossima legislatura. Perciò, parlare di deriva laicista per un gruppetto di radicali che non arriva neanche a dieci, francamente mi pare un’offesa... (La Repubblica, 24 febbraio 2008). Ogni commento è superfluo.
Walter Veltroni (alias il Togliattino, commentando un sondaggio di Famiglia Cristiana dal quale risulta che i cattolici preferiscono lui a Berlusconi): È un risultato che mi inorgoglisce. (La Repubblica, 23 febbraio 2008). Come dice sempre la brace quando qualcuno le casca dentro dalla padella...
Walter Veltroni (alias il Togliattino, rispondendo a Bertinotti, che l’aveva criticato per aver messo in lista insieme l’imprenditore Matteo Colaninno e l’operaio sopravvissuto alla strage Krupp): Siamo nel 2008 o nel ’53? Può una persona ragionevole sostenere che se si porta un operaio in lista non si può portare un imprenditore? Siamo ancora in quel mondo lì?... Gli imprenditori sono dei lavoratori: chi può separare il destino del padrone da quello dei suoi operai? Se l’imprenditore chiude, gli operai vanno a spasso. (La Repubblica, 23 febbraio 2008). Nel paese dei tre morti sul lavoro al giorno, il “destino” (bruttissima parola) dei lavoratori da quello dei padroni lo separano non solo l’indifferenza, l’odio e l’avidità dei secondi, ma anche quelli di Veltroni? Quanto al ’53, la storiella che imprenditori e operai sarebbero sulla stessa barca (ma se gli operai manco ce l’hanno, la barca!) ce la raccontava già nostro nonno, reduce dalla quotidiana lettura del filofascista Il Tempo, verso la fine degli anni ’50. E noi non ce la bevevamo neanche allora...
Walter Veltroni (alias il Togliattino, rispondendo a una domanda sul conflitto d’interessi): Regole del gioco ci vogliono, ma non possiamo continuare a discutere di questo. (La Repubblica, 23 febbraio 2008). Berlusconi (e un bel po’ di padroni non del ’53, ma del 2008) ringraziano sentitamente.
Silvio Berlusconi (rispondendo al Veltroni di cui sopra): Dopo il voto, in caso di pareggio, non avrei esitazione a proporre al Partito democratico la Grande coalizione. (La Repubblica, 23 febbraio 2008).
Enzo Carra (teodem del Partito democratico) l’altra sera era alla Messa (scritto proprio così, con la maiuscola!, n.d.r.) celebrata dal cardinale Camillo Ruini alla basilica di S. Giovanni in Laterano per don Luigi Giussani (defunto fondatore di Comunione e liberazione, n.d.r.), presenti, fra gli altri, Rutelli, Alemanno, Tajani, Baccini, Sanza, Pera. (La Repubblica, 23 febbraio 2008). Bella compagnia!
Francesco Merlo (giornalista): Non è Stefania contro Anna, ma sono Stefania e Anna contro il resto del mondo. È insieme che la Prestigiacomo e la Finocchiaro formano la faccia elegante della Sicilia politica. Insieme armano la bellezza antimafia... (e così via per cinque colonne di piombo su La Repubblica del 23 febbraio 2008). Che è come dire Forza Italia e Partito Democratico insieme contro il resto del mondo. In effetti, sono davvero due belle donne. Peccato solo che gli occhi dell’una sembrino pieni di vuoto, e i denti dell’altra pieni di rabbia. Ma chissà, forse, fondendo questi due difettucci in un solo volto...
Anna Finocchiaro: Sulla 194 (la legge sull’aborto, n.d.r.) ho molte cose che mi legano alla Binetti (la teodem col cilicio, n.d.r.), una mozione insieme si può fare. (dichiarazione a Repubblica radio, 20 febbraio 2008). La Binetti si lega da sola col cilicio, la Finocchiaro si lega alla Binetti... Speriamo che gli elettori si sleghino da entrambe.
Giuliano Ferrara: La 194 non voglio cambiarla, ma applicarla. Emanuela Baio (teodem del Partito democratico): La 194 non si modifica, ma va attuata completamente. (La Repubblica, 18 febbraio 2008). Indovinare qual è il destro e qual è la “sinistra”...
Massimo Giannini (giornalista): Veltroni mette la crescita e la creazione di ricchezza in cima alle priorità nazionali [...] e prende l’impegno a ridurre la spesa primaria corrente (la spesa pubblica, la spesa dello Stato, n.d.r.) di mezzo punto il primo anno e di un punto negli anni successivi. (La Repubblica, 18 febbraio 2008). Traduzione: meno Stato, più mercato. Il motto di tutti i fondamentalisti del liberismo da trentacinque anni a questa parte: questa la grande “novità” di Veltroni. Gli risponde bene Bertinotti: Ma ti pare nuovo il tema della crescita? La qualità non si misura col Pil. Al quale ci piace far seguire alcune considerazioni di Serge Latouche, l’autore di Come resistere allo sviluppo e del Breve trattato sulla decrescita serena, tratte dall’intervista da lui concessa a Paolo Rumiz per La Repubblica del 24 febbraio: L’idea di sviluppo resiste ostinatamente all’evidenza del suo fallimento. Per questo ha smesso da tempo di essere una cosa scientifica. È diventato mistica, mitologia, religione. Un feticcio imbroglione che anestetizza le sue vittime. Il vero oppio dei popoli. Ci dicono che per uscire dalla crisi economica dobbiamo lavorare di più. Diventare cinesi. Che la Cina vada al disastro e affoghi nell’inquinamento, sono obiezioni irrilevanti. Si va avanti lo stesso. È da questa cecità che dobbiamo liberarci. [...] La guerra della Valsusa contro la linea ferroviaria ad alta velocità è sacrosanta ed è stata un pilastro nella storia del partito della decrescita. [...] I poteri forti temono la pubblica opinione. Per questo ci tengono all’oscuro. Nell’Unione Europea hanno bloccato tutti i referendum sulle grandi opere e gli ogm, perché sanno benissimo che la gente voterebbe contro, come è successo in Svizzera. [...] Bisogna far capire alla gente che, scegliendo la decrescita, non torneranno all’età della pietra, ma solo a quarant’anni fa.
Nicolas Sarkozy: Ho chiesto al governo di fare in modo che ogni anno, a partire dal prossimo autunno, tutti gli alunni di quinta elementare si vedano affidare la memoria di uno degli undicimila bambini francesi vittime della Shoah. (La Repubblica, 15 febbraio 2008). Un bambino assassinato sempre con sé nella mente e nel cuore: cosa può desiderare di meglio un bambino vivo? Hitler avrebbe approvato.
Il XVII Municipio di Roma (a maggioranza Pidì): Da oggi imponiamo la dieta quaresimale a tutti i bambini delle scuole della nostra circoscrizione! (La Repubblica, 14 febbraio 2008). Bravi! Tutto ciò che aiuta gli elettori a capire dove andrà a parare il Partito democratico è utile e benvenuto!
Walter Veltroni (alias il Togliattino): Sì a Di Pietro. No definitivo all’alleanza coi socialisti e i radicali. (La Repubblica, 14 febbraio 2008). Una scelta comprensibile, per un partito di centro (-destra?) come il Pidì. Non a caso Martin Schulz (capogruppo del Partito Socialista Europeo all’Europarlamento, a suo tempo definito un kapò da Silvio Berlusconi) ha detto: So che Graham Watson (presidente dei liberaldemocratici a Strasburgo) ha ricevuto molti inviti per la prossima campagna elettorale del Pd. Con me invece non si è fatto vivo nessuno. Bravo, Walter! Così sarà sempre più chiaro che in Italia non è con te la Sinistra Vera!
Silvio Berlusconi: La lotta all’evasione fiscale fatta da Prodi ha messo solo paura e ha depresso i consumi. (La Repubblica, 13 febbraio 2008). Coraggio, evasori fiscali d’Italia: fra poco, se vince Berlusconi, potrete ricominciare a derubare i nostri figli!
Eugenio Scalfari: Alla sinistra del Partito Democratico un altro processo semplificatorio è in corso... Le sigle scompaiono e il vento potente delle elezioni cancellerà inevitabilmente le microscopiche oligarchie dell’uno virgola che tanto hanno rallentato e debilitato il percorso del governo Prodi. (La Repubblica, 10 febbraio 2008). E noi che credevamo che le uniche cose buone fatte dal governo Prodi gli fossero state ispirate e richieste dalla Sinistra Vera... E che a farlo cadere fosse stato il destro Martella scatenato dall’io corro da solo del finto sinistro Veltroni...
Orhan Pamuk (scittore turco e premio Nobel per la letteratura): Scrivendo Neve, mi sono molto divertito a tratteggiare la scena in cui l’omicida dice che se Elizabeth Taylor negli ultimi vent’anni della sua vita avesse portato il chador, non si sarebbe vergognata della sua obesità e non sarebbe finita in un manicomio. (La Repubblica, 8 febbraio 2008). Dopo di che, dichiara di essere un fan di Peppino Di Capri... Ma in fondo si è moderato: poteva anche dire che se Elizabeth Taylor l’avessero ammazzata vent’anni fa, si sarebbe vergognata ancora meno!
Rowan Williams (arcivescovo di Canterbury, da non confondere con Rowan Atkinson, che invece è mister Bean): È inevitabile che il Regno Unito adotti parti della Sharia, la legge islamica, all’interno del proprio sistema legislativo... Occorre prendere atto che alcuni dei nostri cittadini non si riconoscono pienamente nel sistema legale britannico... I musulmani britannici potrebbero per esempio scegliere di risolvere dispute coniugali o questioni finanziarie presso un tribunale islamico... È pericoloso affermare che deve esserci una legge buona per tutti. (La Repubblica, 8 febbraio 2008). Si delineano sempre più chiaramente, dunque, le due “grandi” correnti di “pensiero” della Cristianità circa il rapporto con le altre religioni: 1. Aizzare in tutti i modi, ma senza farsi scoprire, lo scontro di civiltà. 2. Oppure allearsi tutti appassionatamente contro i diritti dell’uomo e del cittadino scaturiti dall’Illuminismo e dalle grandi rivoluzioni borghesi.
Joseph Ratzinger (nel nuovo testo della preghiera per gli Ebrei): Che Iddio illumini i loro cuori e riconoscano Gesù Cristo come Salvatore. (La Repubblica, 7 febbraio 2008). Ancora Joseph Ratzinger (durante l’udienza generale del 6): Pio IX, testimonianza di indomito e coraggioso servizio alla Chiesa, luminoso insegnamento per tutti, grande ed eroico pontefice che in un periodo tempestoso cercò di riaffermare con forza le verità della fede cristiana di fronte a una società esposta a una progressiva secolarizzazione. (La Repubblica, 7 febbraio 2008). Pio IX riaprì il ghetto degli Ebrei a Roma (che era stato abolito dalla Repubblica Romana di Mazzini e Garibaldi nel 1848-49), emanò il Sillabo (documento che fra l’altro condannò la libertà di coscienza e la libertà di scelta della religione) e con metodi totalitari portò il concilio Vaticano I a proclamare il dogma dell’infallibilità del papa. Nel 1870 i bersaglieri lo cacciarono dal Quirinale. Fu accusato di convertire forzatamente giovani Ebrei al cattolicesimo, come avvenne a Edgardo Mortara, bimbo di 6 anni rapito nel 1858 a Bologna per essere convertito.
Kavin Hassert (direttore degli studi di politica economica dell’Aei, un think tank conservatore Usa): Se l’economia peggiora, la salute degli Americani migliora... Un aumento della disoccupazione del 0,5-0,6% si traduce, grazie al minore stress, in 14.000 morti in meno all’anno per infarti o incidenti stradali. Solo i suicidi aumentano in periodi di crisi economica. (citato da Arturo Zampaglione su La Repubblica, 23 gennaio 2008). Che bella scelta, in diretta dagli Stati Uniti per tutti i Paesi che gli vanno dietro: la padella o la brace?
Massimo Giannini (giornalista): Da una parte la società, dall’altra la politica... Il fatto nuovo è che in questo dualismo sempre più straniante, il Capo dello Stato decide di rivolgersi direttamente alla prima... Con serenità e rispetto, senza vaghi qualunquismi pertiniani e afflati retorici ciampiani. (La Repubblica, 2 gennaio 2008). Ci mancava, no?, un giornalista veltroniano che desse del qualunquista a Sandro Pertini? Un veltroniano che nello stesso articolo, nel giro di tre righe, definisce solo un tragico errore la strage della ThyssenKrupp di Torino e chiama invece miserabile orrore l’emergenza rifiuti in Campania. I rifiuti sono un orrore, per lui, mentre la strage è solo un errore.
Nicolas Sarkozy: Sono convinto che oggi abbiamo bisogno di quel che chiamo una politica di civilizzazione. (La Repubblica, 2 gennaio 2008). Un altro che considera i cittadini incivili, malati di mente, esseri – come dice il povero Fioroni – da umanizzare.
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