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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Più Niente da Ridere

 

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo, invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò. Le immagini divennero quelle de "Il settimo sigillo" (1957), di Ingmar Bergman, e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò lItalia con sé nel mese di marzo del 2011

 

“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza.

Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi,

lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).

 

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Silvio Berlusconi (a Lampedusa): Sono diventato lampedusano anch’io (idea copiata, oltre che da Kennedy, da una recente intervista di Enrico Rossi, presidente Pd della Toscana, n.d.r.), ieri mi sono collegato a Internet, ho cercato una villa e l’ho comprata. Domani i giornali scriveranno che c’è un altro conflitto d’interessi e tutto quello che faccio a Lampedusa lo faccio per alzare il valore della mia proprietà. Se i lampedusani saranno insoddisfatti potranno riversare su questa casa il loro scontento. La potranno imbrattare, sono autorizzati... Lampedusa sarà liberata dai migranti: entro due giorni e mezzo questo paese sarà popolato solo dai suoi abitanti... E chissà che anch’io, dopo la politica, non apra un’impresa di pesca... Il pieno di gasolio gratis per i pescatori... La zona franca e l’area a burocrazia zero per far ripartire l’economia... La sospensione delle tasse... Gli spot già commissionati a Rai e Mediaset per illustrare le bellezze di quest’isola... Il piano colore, che potrebbe rendere Lampedusa simile a Portofino... Proporremo questa frontiera della civiltà occidentale per il Nobel per la pace... Un campo da golf... Un casinò... Perché non c’è il capogruppo del Pd lampedusano? Gli è venuto il cagotto?... Durante un’indagine si chiede a un campione di donne se vogliano fare l’amore con Berlusconi. Il 30% risponde: “Magari!” e l’altro 70%: “Di nuovo?”... Qui la sicurezza è assicurata. (La Repubblica, giovedì 31 marzo 2011). La sicurezza delle corna (virtuali, certo, ma proprio per questo incurabili) per il 100% dei mariti le cui mogli si son lasciate raccontare questa schifezza dal capo dei berluscìsti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi (a Lampedusa): Se si mettono a confronto queste immagini che, comunque la si pensi, sono angoscianti e dolorose, con quelle della piccola folla festante attorno allo Sciamano, si capisce che non c’è solo lo stridore tra la violenza della realtà e la pappa fradicia della demagogia. Qui c’è anche il sottosviluppo di piazza, il Sud di Baaria ― “santo Silvio pensaci tu” ― la bocca aperta e lo schiamazzo delle feste patronali, il bisogno del voto, del miracolo, del divo: “Silvio!, Silvio!, Silvio!” C’è la tristezza infinita di un Meridione che è ancora e sempre lo scenario naturale degli imbonitori, dello zio d’America come quel Thomas Di Benedetto che ha appena comprato la Roma, del messia e del conquistador, il mito antico dell’uomo che viene da fuori, dell’uomo del cargo che può essere un capopartito, un cantante, un calciatore e non importa chi, purché venga appunto da fuori, perché è all’interno che questo Sud non trova pace. Ed è probabile che questa visita diventi un mito rituale, la chimera di una Lampedusa protagonista, porto franco, Las Vegas mediterranea. (Francesco Merlo su La Repubblica di giovedì 31 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi e Angelino Alfano: Una miscela esplosiva in grado di distruggere la macchina della giustizia. Il combinato fra prescrizione breve e processo breve è un capolavoro a favore di chi è incensurato e dei colletti bianchi che in genere si macchiano di quei reati i cui tempi di prescrizione sono in media al di sotto dei dieci anni, ma i cui effetti sono tra i più odiosi per la comunità. Un popolo vasto, che vede tra i suoi componenti soprattutto politici, faccendieri, truffatori, in genere chi dilapida il denaro pubblico, svena le aziende e lascia in braghe di tela i consumatori. (La Repubblica, giovedì 31 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Nessuno capisce che quando fa così col dito non vuol zittire nessuno, povero Ignazio, ma solo accarezzare il suo povero naso.Nessuno capisce che quando fa così col dito non vuol zittire nessuno, povero Ignazio, ma solo accarezzare il suo povero naso.

Nessuno capisce che quando fa così col dito non vuol zittire nessuno, povero Ignazio, ma solo accarezzare il suo povero naso.

 

(di) e (su) Ignazio La Russa: La Russa racconta di essere stato aggredito fuori da Montecitorio: “Ho riconosciuto una persona, era l’organizzatore dei fischi a Berlusconi il 17 marzo. La stessa persona, vestita nella stessa maniera... Una contestazione premeditata alla maggioranza, agli organi costituzionali, alla libertà del Parlamento”. Poi, rivolto ai banchi dell’opposizione che rumoreggia: “Voi siete complici, se reagite così. Siete violenti più di loro”... Poi l’incidente più grave, quello con Fini: “Onorevole ministro, la prego di avere un atteggiamento rispettoso”, dice il presidente con la campanella in mano. La Russa si mette l’indice davanti alla bocca, come a dire: stai zitto. Poi si gira e (“rivolto alla presidenza”, annotano i quattro scrupolosi stenografi d’aula) fa il gesto di Chinaglia a Valcareggi, dicendo: “Ma va’ a fa’ ’n culo!”... Il presidente della Camera è furibondo, quando incrocia i deputati del Pidièlle quasi li travolge e lancia il suo anatema: “Quello è da curare, curatelo!” Nel Pidièlle c’è chi sostiene di aver sentito Fini dire anche altro contro il ministro. Ma sono in molti a fare esplicitamente riferimento a uno stato alterato di La Russa e all’uso di stupefacenti. Il pd Sandro Gozi: “Aveva sbagliato la dose”. Il finiano Granata: “Ha cambiato pusher”. Pier Luigi Mantini, uddiccì, invoca addirittura “un test antidroga”. (La Repubblica, giovedì 31 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Roberto Maroni e Osvaldo Napoli: Sono poveri cristi. La loro è una fuga da un mondo senza libertà, democrazia e benessere. Ed è proprio ciò che vanno cercando da noi (Silvio). Fora dai ball! Nessuna regione del Nord è contenta di accoglierli, è meglio tenerli più vicini a casa loro. Anzi, la prima cosa da fare è prenderli e rimandarli a casa. Fora dai ball! (Umberto). Con tutti i crismi della legalità secondo l’accordo con la Tunisia. I governi europei ci hanno dato un aiuto pari a zero virgola (Roberto). Bisogna bloccare i lavori dell’Unione europea fino a quando l’Italia non avrà aiuti (Osvaldo). (La Repubblica, mercoledì 30 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "La banalità del male": Viviana Beccalossi.

Per la serie La banalità del male: Viviana Beccalossi.

 

Viviana Beccalossi (pidiellìna ex aennìna): Io piuttosto farei evacuare gli italiani da Lampedusa e trasformerei l’intera isola in un grande centro di espulsione. (La Repubblica, mercoledì 30 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Mariastella Gelmini: Il ministero dei tagli, la Pubblica istruzione che con l’ultima riforma ha portato via 400 milioni all’università italiana, non sa spendere 6,2 miliardi che l’Europa ci offre chiedendoci di investirli nel futuro. Sono i fondi Pon (Programma operativo nazionale) sulla Ricerca e competitività, i più grandi tra i fondi strutturali Ue, previsti per l’arco temporale 2007-2013. Siamo nel 2011 inoltrato e sembriamo avviati a ripetere l’exploit del 2000-2006: missione di spesa europea fallita. Accade che nel solco degli obiettivi di Lisbona, la grande assise europea del Duemila che avrebbe voluto trasformare in dieci anni l’Europa “nella più competitiva e dinamica economia della conoscenza”, l’Unione europea abbia messo nella disponibilità del ministero delle Finanze (Tremonti) e operativamente del Miur (Gelmini) 6,2 miliardi da destinare alla ricerca e sviluppo in quattro regioni a reddito basso: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. I luoghi attraverso i quali questi denari avrebbero dovuto essere impegnati sono individuati innanzitutto nelle università, leve, sostiene l’Europa, di buona produttività, presidi di un’economia fondata sulla ricerca. Questa somma, 6,2 miliardi (che sale a 8,6 miliardi se si considerano le tranche gestite direttamente dalle quattro Regioni), è pari al costo annuale dell’intera università italiana ed è quattro volte maggiore dell’assegno messo a disposizione dalla Commissione europea per tutte le altre 16 regioni italiane. Già, il Pil in ricerca e sviluppo dell’Italia meridionale, se questi denari fossero davvero investiti, passerebbe dallo 0,78% attuale all’1,22% superando i valori del Nord. Il problema è che gli impegni di spesa sono partiti con tre anni di ritardo, nel 2009, e le percentuali dei fondi fin qui utilizzate sono davvero basse, residuali. Secondo le stime della società Vision, basate sui dati della Ragioneria di Stato, allo scorso febbraio i fondi impegnati erano stati il 19,88% (1,62 miliardi) e i pagamenti il 10,37% (644,6 milioni). Un risultato peggiore di quello realizzato dai governi succedutisi tra il 2000 e il 2006. Il sottosegretario all’Istruzione, il lucano Guido Viceconte, alla Camera ha confermato “una serie di slittamenti del programma e il suo significativo ritardo” e ha rilevato: “L’assorbimento delle risorse nelle regioni della convergenza rappresenta un problema di notevole rilevanza”. Tutto dipende, sostiene Viceconte, dal fatto che sulla stessa questione agiscono due ministeri diversi: per dare un’accelerazione alle pratiche, ha spiegato, alcuni dirigenti del programma Pon sono stati cambiati. Il sottosegretario ha parlato di 1873 progetti finanziati in quattro aree tematiche per 915 milioni di euro totali. Cifre in linea con quelle offerte da Vision. Il deputato Pd Sandro Gozi, autore sul tema di un’interrogazione parlamentare, incalza: “Non ci sono soldi pubblici e sui fondi europei per la ricerca il governo riesce a impegnare, dico impegnare non spendere, una cifra che oscilla tra il 14 e il 20 per cento a seconda delle voci che consideriamo. Mi sembra una scandalo la cui gravità viene sottovalutata”. La macroscopica opportunità sprecata diventa ancora più stridente se si pensa che, oggi, ogni anno, 24 mila studenti meridionali decidono di iscriversi in un’università al Nord e 15 mila laureati del Sud ogni stagione si trasferiscono alla conclusione degli studi. Nonostante il livello di risorse distribuite, nessuna delle università meridionali si classifica tra le prime venti nelle graduatorie nazionali. Fonti della Commissione europea hanno ricordato, infine, come per cinque volte la Ue abbia bocciato il sistema di “governo, controllo e monitoraggio del Pon” perché non dava sufficienti garanzie di efficienza e legittimità degli interventi. Bruxelles ha accusato i nostri ministeri di aver organizzato bandi che coinvolgevano solo banche italiane e ha bloccato pezzi di finanziamento.

(Corrado Zunino, La Repubblica - sito, mercoledì 30 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le equivalenze impossibili": Gelmini e Brunetta.Per la serie "Le equivalenze impossibili": Gelmini e Brunetta.

Per la serie Le equivalenze impossibili: Gelmini e Brunetta.

 

(su) Mariastella Gelmini e Renato Brunetta: Parte la più grande class action pubblica mai avviata in Italia. Lo annuncia il Codacons, spiegando che il primo passo è stata la notifica di una diffida al ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, e a quello della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con la quale 40.000 precari della Scuola chiedono la stabilizzazione della propria posizione lavorativa e 30.000 euro ciascuno di risarcimento per le mancate retribuzioni corrisposte e per i danni subìti. La diffida, spiega il Codacons, si basa sulle leggi comunitarie in materia di contratti a termine, da anni disapplicate dallo Stato italiano, ed è avvalorata da numerose sentenze che riconoscono i diriritti degli insegnanti. Ultima quella del tribunale di Genova che ha condannato il ministero a risarcire 15 docenti precari. (La Repubblica, mercoledì 30 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il giudizio di Paride": Gelmini, Renzi e Minetti.Per la serie "Il giudizio di Paride": Gelmini, Renzi e Minetti.Per la serie "Il giudizio di Paride": Gelmini, Renzi e Minetti.

Per la serie Il giudizio di Paride: Gelmini, Renzi e Minetti.

 

(su) Mariastella Gelmini e Matteo Renzi: Il mio modello è Mariastella Gelmini. Riesce a conciliare molto bene la famiglia e la politica. E poi è stata la prima donna del Pidièlle con cui ho avuto un contatto, ha avuto la sensibilità di capire che ero un po’ in difficoltà quando è venuta fuori questa faccenda: carina, molto carina. E dall’altra parte stimo Matteo Renzi. C’è bisogno di svecchiare. (Nicole Minetti, La Repubblica, mercoledì 30 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Due vecchie conoscenze. Da quanto tempo? Un sacco. Almeno almeno dal 1978...Due vecchie conoscenze. Da quanto tempo? Un sacco. Almeno almeno dal 1978...

Due vecchie conoscenze. Da quanto tempo? Un sacco. Almeno almeno dal 1978...

 

(su) Giorgio Napolitano: Nel pomeriggio, fuori agenda ufficiale, un incontro con Henry Kissinger all’insegna del vecchio rapporto di conoscenza del presidente con l’ex segretario di Stato. (La Repubblica, martedì 29 marzo 2011). Ogni tanto se ne viene a sapere un’altra. E alcune, per quanto spiacevoli, hanno comunque il merito di risolvere, una volta per tutte, qualche puzzle che ormai da anni avevamo rinunciato a completare.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I pietosi confronti": il Frattini e il NapoliPer la serie "I pietosi confronti": il Frattini e il Napoli

Per la serie I pietosi confronti: il Frattini e il Napoli

 

Osvaldo Napoli (pidiellìno vicecapogruppo alla Camera) e Franco Frattini: Obama, Sarkozy, Cameron e Merkel hanno tenuto un video-vertice a quattro sulla missione in Libia senza invitare l’Italia? Berlusconi dovrebbe utilizzare il metodo Sigonella e sospendere sùbito l’utilizzo delle basi. Non esiste che noi ci carichiamo tutti gli immigrati mentre i cosiddetti alleati fanno i furbi (Osvaldo). Non stanno decidendo niente. Se qualcuno pensa che il bene dell’Italia sia speculare sulla politica estera, continui pure a farlo. Ma l’Italia non ha subìto alcuno schiaffo.

(La Repubblica, martedì 29 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "King Lear": il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Berlusconi e la Dalla Chiesa.Per la serie "King Lear": il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Berlusconi e la Dalla Chiesa.Per la serie "King Lear": il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Berlusconi e la Dalla Chiesa.

Per la serie King Lear: il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Berlusconi e la Dalla Chiesa.

 

(su) Mediaset e Silvio Berlusconi: Mediaset manda in onda una finta terremotata pagata 300 euro. Pagata per leggere un copione scritto dagli autori del programma Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. “L’Aquila è ricostruita”. “Ci sono case con giardini e garage”. “La vita è ricominciata”. Per questo “ringraziamo il presidente”. “Il governo!” precisa la conduttrice. Marina Villa, cinquant’anni, nella trasmissione di venerdì si dichiara “terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa” in separazione dal marito Gualtiero. Ma è tutto finto: lei non è dell’Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive, e con lei gestisce un’agenzia funebre... Ecco il copione di Marina in tv: “Hanno riaperto tutti l’attività. I giovani stanno tornando”. “Vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente... Tutti hanno le case con i giardini e i garage, tutti lavorano, le attività stanno riaprendo”. Le fa eco la Dalla Chiesa: “Dovete ringraziare anche Bertolaso, che ha fatto un grandissimo lavoro”. E giù applausi. Mentre Marina aggiunge: “Quello volevo pure dire”. “Inizialmente hanno messo le tendopoli, ma sùbito dopo hanno riconsegnato le case con giardino e garage. Sono rimasti 300 - 400 che sono ancora negli hotel e gli fa comodo. Stanno lì a spese dello Stato: mangiano, bevono e non pagano, pure io ci vorrei andare”. (La Repubblica, lunedì 28 marzo 2011). Il “mistero” dell’immarcescibile regime berluscìsta si spiega così: con l’accumularsi nei decenni di una minuta simbologia dell’impossibilità della dignità che ci umilia tutti ogni giorno, teledipendenti o meno, rammentandoci ossessivamente una serie senza fine di fatti compiuti che niente può cancellare. Che la figlia del generale Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia, abbia passato la vita a sbrigar faccende per il Berlusconi dei Mangano e dei Dell’Utri è solo una delle migliaia di grottesche (ma non perciò meno dolorose) consapevolezze che pesano su ogni Italiano minuto per minuto, dovunque vada, qualunque cosa faccia. Tranne nel sonno, forse, se è così bravo e forte da riuscire a salvarlo malgrado tutto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Umberto Bossi: Ma che pagare? Io agli immigrati non darei niente. Li caricherei e li porterei indietro.

(La Repubblica, domenica 27 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

C’è da tremar di paura, a immaginarlo far la guardia, armato di mitra, alla "sua campagna di Grammichele".

C’è da tremar di paura, a immaginarlo far la guardia, armato di mitra, alla sua campagna di Grammichele.

 

Raffaele Lombardo (che in Sicilia governa con la destra Pidì, chierichetta, padronista e anti-Stato): In un casotto di legno della mia campagna di Grammichele hanno dormito alcuni extracomunitari. Era prevedibile. Io l’avevo detto che con l’arrivo degli immigrati bisognava uscire con il mitra. I richiedenti asilo, liberi di uscire, vanno in giro; poi, disorientati, non riescono a tornare e cercano una casa dove dormire. (La Repubblica, domenica 27 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gli impietosi confronti": Bianca Balti e Alessandra Mussolini.Per la serie "Gli impietosi confronti": Bianca Balti e Alessandra Mussolini.

Per la serie Gli impietosi confronti: Bianca Balti e Alessandra Mussolini.

 

Bianca Balti e Alessandra Mussolini: Tutto il mondo ci prende in giro per Berlusconi. All’inizio mi incazzavo e rispondevo a chi ci attaccava: senti chi parla, voi avete Bush. Adesso cerco di ragionare e spiego che l’Italia non è solo e tutta Berlusconi (Bianca). Non ci posso credere che abbia veramente detto una cosa simile. Si è dimostrata poco intelligente politicamente. Ha insultato la maggioranza degli italiani che con convinzione ha votato il nostro premier... La signora Balti dice anche che siamo un popolo gioviale e solare e non si rende conto che queste sono proprio le caratteristiche di Silvio Berlusconi. Si vergogna di essere italiana? Vada in Francia a suonare la chitarra con la Bruni... E poi lo spot è brutto, e lei sembra un manichino. (La Repubblica, domenica 27 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

A sinistra (da "La Repubblica" del 20 novembre 2010) il Berlusconi, al vertice della Nato in Portogallo, con le sue smancerie sembra suscitare l'ilarità del Sarkozy e di un altro leader. A destra (da "La Repubblica" del 23 novembre 2010) il Berlusconi, sempre alla Nato, sembra vendicarsi dando del matto al Sarkozy, che poco prima aveva suscitato il disappunto del rumeno Basescu troncando la conversazione con lui.A sinistra (da "La Repubblica" del 20 novembre 2010) il Berlusconi, al vertice della Nato in Portogallo, con le sue smancerie sembra suscitare l'ilarità del Sarkozy e di un altro leader. A destra (da "La Repubblica" del 23 novembre 2010) il Berlusconi, sempre alla Nato, sembra vendicarsi dando del matto al Sarkozy, che poco prima aveva suscitato il disappunto del rumeno Basescu troncando la conversazione con lui.

A sinistra (da La Repubblica del 20 novembre 2010) il Berlusconi, al vertice della Nato in Portogallo, con le sue smancerie sembra suscitare l’ilarità del Sarkozy e di un altro leader. A destra (da La Repubblica del 23 novembre 2010) il Berlusconi, sempre alla Nato, sembra vendicarsi dando del matto al Sarkozy, che poco prima aveva suscitato il disappunto del rumeno Basescu troncando la conversazione con lui.

 

(su) Berlusconi e Sarkozy: Troppo simili per non detestarsi. Simili, però diversi quel tanto che basta per concludere, con abbondanti evidenze documentarie e anche visive (una clip in cui il premier italiano fa segno al collega rumeno che il presidente francese è matto), che il Cavaliere soffre Sarkozy. Dopotutto Chirac (con cui pure le cose andavano sempre abbastanza male) era un vecchio signore. Una volta, nel pieno del primo ciclo di scandali, raccontò che il Cavaliere gli aveva indicato il bidet di camera sua dicendo: “Ah, se queste maioliche potessero parlare!” Non fu simpatico, ma Chirac ormai se n’è andato; ed è arrivato quell’altro. Meno ricco di Berlusconi, d’accordo. Con meno esperienza internazionale, e vabbè. Ma più giovane, più bello, più fico e anche più potente, perché lì monsieur le president mica deve penare per avere una firma del Quirinale sul Milleproroghe bis o perdere il sonno per la pronuncia della Consulta. Per non dire (colpo di grazia) del fatto che Sarkò ha come “fidanzatina” una delle donne più belle del mondo. (Filippo Ceccarelli su La Repubblica di sabato 26 marzo 2011).

 

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Per la serie "Gli impietosi confronti": Roberto Maroni ed Enrico Rossi.Per la serie "Gli impietosi confronti": Roberto Maroni ed Enrico Rossi.

Per la serie Gli impietosi confronti: Roberto Maroni ed Enrico Rossi.

 

(su) Roberto Maroni: Sui profughi la Lega Nord fa terrorismo linguistico, creando un clima di paura che rende difficile organizzare la macchina della solidarietà per tutte quelle Regioni che si sono dette pronte ad accogliere migliaia di persone... Non si può essere partito di paura e di governo. La Lega Nord smetta di dipingere scenari apocalittici e si assuma le proprie responsabilità... Mentre Maroni chiede alle Regioni di ospitare 50.000 profughi, i suoi dirigenti nel Nord Italia avvelenano i pozzi della solidarietà con dichiarazioni ostili all’accoglienza e parlando di “invasione” e di “clandestini”, un termine che stava per pronunciare anche il ministro La Russa l’altra sera in tv. Tutto questo rende complicato impegnare comunità e volontariato. Con la mano destra chiedono, con la sinistra sabotano il nostro lavoro: è gravissimo che venga consentito... Come può un grande Paese aver paura di sistemare poche migliaia di persone? E che immagine diamo dell’Italia facendo vedere come sono trattati i profughi a Lampedusa? È una vergogna internazionale che deve cessare subito. Per far crescere la paura tengono segregati 5.000 immigrati e così preparano la loro campagna elettorale contro l’accoglienza. Dichiariamoci tutti abitanti di Lampedusa in segno di solidarietà, mostriamo il nostro sdegno di fronte al dramma che sta vivendo l’isola... Noi in Toscana stiamo pensando ad attrezzare piccoli centri per 100 - 200 persone gestiti dalle associazioni di volontariato. Questo è il modello. Non si penserà mica di fare tanti campi militarizzati con dentro migliaia di profughi? Mi auguro che non si vogliano costruire dei lager... Maroni lavori di più e cerchi di risolvere l’emergenza, invece di lamentarsi. (Enrico Rossi, pd, presidente della regione Toscana, a La Repubblica di sabato 26 marzo 2011).

Ecco un piddìno che si direbbe una persona per bene e intelligente. Da tenere d’occhio.

 

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Fabrizio Cicchitto: Il governo non è confuso. A essere confuso è il mondo. (La Repubblica, sabato 26 marzo 2011).

 

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(su) Muammar Gheddafi e Hostessweb: Anche Hostessweb, l’agenzia che reclutò le 500 “gheddafine” che parteciparono alle lezioni sul Corano del raìs libico, scenderà in piazza oggi per dire “no ai bombardamenti sulla Libia per il petrolio, no al colonialismo, no ai finti interventi umanitari che nascondono interessi economici”. “Abbiamo vissuto la Libia in un progetto di integrazione culturale,” si legge nella nota, “ma l’Italia ancora una volta tradisce una precedente alleanza e un popolo con cui aveva un accordo per danni provocati dalla guerra”. (La Repubblica, sabato 26 marzo 2011). Notevole quell’ancora una volta. Segnala che la nota di Hostessweb, apparentemente futile se non risibile, si iscrive invece i una “cultura” precisa: quella che ancora rimpiange il “tradimento” dell’alleato nazista da parte dell’Italia l’8 settembre del 1943. Il che può sembrare comunque curioso, da parte di un’agenzia di modelle, solo a chi dimentichi che l’umiliazione della Donna (e del Bambino, e del Lavoratore) si avvale nel berluscìsmo di tecniche ideologiche e psicologiche necessariamente diverse e più “moderne” di quelle fasciste.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Se Berlusconi non avesse detto toghe rosse sarebbe stato meglio, la magistratura non è tutta comunista. Ci sono tantissimi magistrati che fanno bene il loro mestiere, ma altri hanno pregiudizi o delle ragioni politiche o altro nei confronti del Cavaliere... I reati contestati a Berlusconi non esistono, non parliamone neanche. La Boccassini perseguita Berlusconi: lui ha avuto 26 - 27 processi, o sei Al Capone o sei un perseguitato dalla giustizia... A palazzo Grazioli ho una stanza mia, con il pianoforte. Dormo a tre stanze di distanza da Berlusconi, ma non ho mai visto nulla di tutto quello che si dice. Vado a dormire presto e poi alle cene non vado: soffro di ernia iatale e la sera devo mangiare poco. (Fedele Confalonieri, La Repubblica, sabato 26 marzo 2011). Si direbbe che gli apparati propagandistici del berluscìsmo siano abbastanza versatili da servirsi di due categorie diverse di addetti: gli addetti a far fessi i fessi e gli addetti a far fessi gli intelligenti; ma non siano in grado di immaginare alcuna alternativa al tentar di far fesso il prossimo sempre e comunque.

 

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Angelino Alfano propone leggi che sono, come dice l'Anm, "un'offesa per tutti i Cittadini onesti"?

Angelino Alfano propone leggi che sono, come dice l’Anm, un’offesa per tutti i Cittadini onesti?

 

(su) Angelino Alfano: La riduzione dei termini di prescrizione è un’offesa per tutti i cittadini onesti del Paese e rischia di determinare impunità. Quale giudice, da domani, sarà nella serenità d’animo di emettere una decisione con il rischio di un’azione di responsabilità? (Associazione nazionale magistrati, da La Repubblica di sabato 26 marzo 2011).

 

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(su) Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: Il Tribunale del Lavoro di Genova ha condannato il ministero dell’Istruzione a risarcire, con circa 500.000 euro, 15 lavoratori precari della Scuola che avevano fatto ricorso attraverso la Uil (che di quando in quando, evidentemente, si ricorda di che cos’è un sindacato, n.d.r.) per la loro mancata stabilizzazione. A ogni lavoratore è stato riconosciuto un risarcimento del danno di circa 30.000 euro, pari a 15 mensilità. Si tratta del risarcimento più elevato mai disposto in Italia per quanto riguarda il contenzioso sui contratti a termine della scuola, la cui illegittimità è stata ribadita dai giudici. In Liguria 450 dei 1.500 lavoratori precari del comparto si sono già rivolti alla Uil Scuola per presentare gratuitamente un ricorso al Tribunale del Lavoro contro la mancata immissione in ruolo. “Per fare ricorso c’è ancora tempo fino al 31 dicembre,” spiega Corrado Artale, segretario generale Uil Scuola della Liguria. “L’unico requisito necessario è essere precari da almeno 3 anni”. I precari del comparto sono 100.000. (L’Unità, sabato 26 marzo 2011).

 

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Vendola e Formigoni, così uguali e così diversi.Vendola e Formigoni, così uguali e così diversi.

Vendola e Formigoni, così uguali e così diversi.

 

Nicola “Nichi” Vendola e Roberto Formigoni: La Lombardia è la regione più mafiosa d’Italia... La ’ndrangheta pervade a fondo soprattutto la sanità, controlla le Asl, ha i propri boss che si riuniscono negli ospedali e hanno un circuito di appalti interno alle pubbliche amministrazioni... Però non abbiamo avuto la fortuna di vedere sui tg nazionali le facce di Letizia Moratti e Roberto Formigoni associate a queste vicende (Nichi). Vendola è un miserabile, lo sapevamo, e le sue parole lo confermano; tra l’altro ripete le stesse cose che ha detto venti giorni fa, quindi probabilmente è sotto l’effetto di qualche sostanza... Siamo la regione più sotto attacco da parte della mafia, che non è certo nata nel nostro territorio (Roberto). Formigoni ha perso le staffe. Se cerca qualcuno dedito all’uso di stupefacenti, non si rivolga a me: si può guardare attorno... Uno dei capi della ’ndrangheta era il direttore generale che Formigoni aveva scelto per dirigere un’Asl (Nichi). Risponda, Vendola: come mai il suo ex assessore Tedesco, che non è stato messo in galera solo perché il Pd lo ha fatto senatore, ha detto con chiarezza che gli stessi reati commessi da lui sono stati commessi da Vendola? (Roberto). Quando hanno cominciato a indagare qualcuno nella mia giunta, ho cacciato tutti; quando hanno arrestato Prosperini, Formigoni ha manifestato solidarietà al suo assessore fino a quando non ha patteggiato la pena riconoscendo il reato (Nichi). (La Repubblica, sabato 26 marzo 2011). Che peccato veder litigare così ferocemente due uomini che in fondo hanno fatto scelte esistenziali molto simili...

Ma si sa: chi si somiglia saccapiglia.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Roberto De Mattei accanto a un personaggio forse abbastanza simile alla sua immagine di Dio.Roberto De Mattei accanto a un personaggio forse abbastanza simile alla sua immagine di Dio.

Roberto De Mattei accanto a un personaggio forse abbastanza simile alla sua immagine di Dio.

 

Roberto De Mattei (vicepresidente del CNR, Consiglio nazionale delle ricerche, nominato personalmente dalla Gelmini): La grandi catastrofi, come il terremoto del Giappone, sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio e sono talora giusti castighi, come il fuoco su Sodoma e Gomorra. (Radio Maria, citata da La Repubblica di sabato 26 marzo 2011). Questo individuo non soltanto crede in Dio, ma ne ha un’immagine come di una sorta di mostro capace di schiacciare bambini sotto tonnellate di macerie o annegarli a migliaia con ondate spaventose: una serial killer degli innocenti, un Dio che se fosse un essere umano sarebbe ricercato da tutte le polizie del pianeta.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il trio "Mamma li Turchi, si salvi chi può": Frattini, La Russa e Maroni.Il trio "Mamma li Turchi, si salvi chi può": Frattini, La Russa e Maroni.Il trio "Mamma li Turchi, si salvi chi può": Frattini, La Russa e Maroni.

Il trio Mamma li Turchi, si salvi chi può: Frattini, La Russa e Maroni.

 

(su) Franco Frattini, Ignazio La Russa e Roberto Maroni: Mentre Frattini sparava cifre a casaccio su “un’invasione di 300.000 profughi”, La Russa e Maroni abusavano dei sacri testi per evocare un “Esodo biblico”, giungendo martedì scorso a fantasticare di “Tsunami umano”. Rileggere in sequenza i titoloni di prima pagina de La Padania aiuta a comprendere lo stato d’animo di costernazione (o panico delle elités, n.d.r.) con cui i nostri governanti vivono questi cambiamenti storici, percepiti nel resto d’Europa come rischiosi, certo, ma potenzialmente benefici. “Maroni: stop all’invasione” (11 febbraio). “Travolti dall’orda. E l’Ue dorme. Crisi senza precedenti, un altro Muro di Berlino. Respingimenti impossibili senza la collaborazione della Tunisia. Sempre più elevato il rischio infiltrazioni di Al Qaeda” (15 febbraio). “Maroni: Libia, pericolo Al Qaeda” (25 febbraio). “Maroni: l’argine sta crollando” (8 marzo). Mai in passato un responsabile dell’ordine pubblico si era così prodigato nel seminare il panico; sposando acriticamente la propaganda di Gheddafi: sia quando accusa gli insorti di essere terroristi, sia quando minaccia l’assalto dei profughi alle coste europee. (Gad Lerner su La Repubblica di venerdì 25 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il Cicchitto oggi e il Cicchitto quando uscì dal baccellone alieno e prese il posto del vero Cicchitto: riconoscibilissima, in basso nella foto (anche se stava ancora prendendo forma) la sua caratteristica capoccia flaccida.Il Cicchitto oggi e il Cicchitto quando uscì dal baccellone alieno e prese il posto del vero Cicchitto: riconoscibilissima, in basso nella foto (anche se stava ancora prendendo forma) la sua caratteristica capoccia flaccida.

Il Cicchitto oggi e il Cicchitto quando uscì dal baccellone alieno e prese il posto del vero Cicchitto:

riconoscibilissima, in basso nella foto (anche se stava ancora prendendo forma) la sua caratteristica capoccia flaccida.

 

Fabrizio Cicchitto: C’è una linea Ezio Mauro - Sarkozy che forse ripercorre certe storie del giornalismo italiano quando nel 1914 il Popolo d’Italia era finanziato da Pippo Naldi e da ambienti finanziari francesi. (La Repubblica, venerdì 25 marzo 2011). Noi siamo molto più astuti di te, Fabrizio: altro che accordi segreti fra quotidiani italiani di sinistra e ambienti finanziari francesi, noi abbiamo scoperto che voi berluscìsti e leghìni siete tutti usciti da baccelloni alieni lasciati sotto i vostri letti da astronavi provenienti da Marte.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Berlusconi e Djukanovic.

Djukanovic e Berlusconi

 

(su) un altro amico (come Gheddafi, Lukashenko e Putin) di Silvio Berlusconi: Un anno fa, Goran Stanjevic, già rappresentante dell’Agenzia per gli investimenti esteri del Montenegro, ha raccontato ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Bari: “Da quanto so, a Bar ci sono magazzini pieni di armi. Le vendono alla Libia, alla Siria, ai Paesi arabi. E in quei magazzini so che lavorano tra i 500 e i 600 italiani”. (La Repubblica, venerdì 25 marzo 2011). Cosa ci ricorda il Montenegro?... La grande amicizia tra il Berlusconi e il Djukanovic, salita agli onori di questa pagina il 13 novembre 2009: Il premier montenegrino Milo Djukanovic per 15 anni è stato indagato dalla procura di Bari per contrabbando di sigarette (almeno 1000 tonnellate al mese), armi da guerra e sostanze stupefacenti. Ma anche per aver favorito la latitanza di mafiosi (una quarantina) per i quali in Italia era stato emesso un ordine di cattura; e per essere entrato negli affari di un’associazione criminale se non addirittura, come numerosi pentiti hanno dichiarato al pubblico ministero, per esserne stato il capo indiscusso. Assieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui ministri, faccendieri e autorità di pubblica sicurezza. (Djukanovic, il capo della Tortuga, di a.d.p., su left 45, venerdì 13 novembre 2009). E già che ci siamo, in omaggio a quel che sta accadendo in Giappone ricordiamo anche che sempre su left, 48, il 4 dicembre 2009, si poté leggere questo interessante trafiletto: Aldo Di Biagio (pidiellìno deputato) ha dichiarato: I progetti per la costruzione di centrali nucleari nei Balcani (il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha appena firmato contratti energetici in Montenegro che vanno in questa direzione, n.d.r.) sono reali e fattibili nella misura in cui nascano da progetti di partenariato tra l’Italia e il Paese che ospita la centrale. Che noi commentammo così: Aveva ragione Karl Marx dicendo che le tragedie della Storia, se si ripetono, si ripetono come farse. Se fu già una farsa, nella tragedia, l’avventura fascista di farsi un impero da operetta in Albania e in Grecia, che buffonata sarà mai quella berluscìsta di farsi un impero radioattivo nella ex Iugoslavia?... Ma sbagliavamo: oggi il tutto appare molto più simile a una tragedia che a una farsa.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Berlusconi firma il cosiddetto contratto con gli Italiani l'8 maggio 2001 (da "Il Venerdì di Repubblica" del 25 marzo 2011). A destra, la dimostrazione che nessuna promessa è stata mantenuta: clicca la miniatura per ingrandirla!Berlusconi firma il cosiddetto contratto con gli Italiani l'8 maggio 2001 (da "Il Venerdì di Repubblica" del 25 marzo 2011). A destra, la dimostrazione che nessuna promessa è stata mantenuta: clicca la miniatura per ingrandirla!

Berlusconi firma il cosiddetto contratto con gli Italiani l’8 maggio 2001 (da Il Venerdì di Repubblica del 25 marzo 2011).

A destra, la dimostrazione che nessuna promessa è stata mantenuta: clicca la miniatura per ingrandirla!

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

A giudicare da come tiene le mani, come potrebbe la Gelmini non aver simpatia per i disabili?

A giudicare da come tiene le mani, come potrebbe la Gelmini non aver simpatia per i disabili?

 

(su) Mariastella Gelmini: “Condotta discriminatoria”. Così il tribunale della Spezia ha giudicato la decisione del ministro Gelmini di ridurre le ore di insegnamento di sostegno. Era stata denunciata da uno studente disabile di un istituto superiore della città ligure. Il giudice ha condannato il Ministero a ripristinare le ore di sostegno e a pagare le spese processuali. I genitori del ragazzo hanno contestato il contrasto fra i tagli della Gelmini e il diritto alla tutela delle persone con disabilità. “L’articolo 3 della Costituzione ― si legge nel ricorso ― promuove la piena attuazione del principio di parità di trattamento” e con il provvedimento ministeriale “viene leso il diritto del disabile all’istruzione”. E intanto non si placa la polemica per l’esclusione degli alunni disabili dai giochi sportivi studenteschi. Tanto che la commissione Cultura della Camera sconfessa il ministro dell’Istruzione presentando una risoluzione bipartisan che chiede lumi. Dopo l’intervento del ministro, che ha bollato come “falsa” la notizia, sull’argomento torna l’Italia dei valori. La prima a chiedere lumi sull’esclusione degli alunni con handicap dalle finali nazionali di Corsa campestre è stata la deputata del Pd Manuela Ghizzoni, che si è affidata a un’interrogazione parlamentare. “L’esclusione dei ragazzi disabili dalle finali dei giochi sportivi studenteschi è gravissima e in netto contrasto con le norme di legge sull’integrazione scolastica, che da sempre costituisce un punto di forza del nostro sistema educativo”, tuonava una settimana fa la Ghizzoni. La deputata, in occasione delle finali nazionali di Corsa campestre disputate a Novi (Vi) lo scorso 20 marzo, ha messo sul banco degli imputati la modulistica, inviata dal ministero alle scuole quest’anno, che “non prevede quella abitualmente prevista per gli studenti disabili”. Chiedendo all’inquilino di viale Trastevere come “il ministero intenda ovviare ad una situazione discriminatoria che contrasta con la piena inclusione di questi alunni, anche attraverso progetti di diversità motoria e sportiva, quale obiettivo prioritario della scuola dell’autonomia”. “Dall’anno scolastico 2009/2010 ― ha risposto la ministra ― le finali nazionali dei Giochi si svolgono nelle discipline organizzate dalle rispettive federazioni sportive, a proprio totale carico”. “Tale decisione ― prosegue il ministro ― deriva da accordi intercorsi con il Coni, per un’equilibrata ripartizione dei compiti e dei relativi oneri finanziari”. E quindi la frase di rito: “È destituita di fondamento la notizia, apparsa su alcuni media, secondo cui i disabili sarebbero esclusi dalla pratica sportiva nella scuola italiana”. “Si tratta ― conclude il ministero ― di una tesi falsa, usata strumentalmente per ragioni di lotta politica e non per tutelare gli interessi dei disabili”. Ma la risposta non convince il portavoce alla Camera dell’Italia dei valori, Leoluca Orlando Cascio, che minaccia di portare il ministro Gelmini davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. “Valuteremo in sede europea ― dichiara il deputato dell’Italia dei valori ― se sussistano gli elementi per denunciare il ministro dell’Istruzione alla Corte europea dei diritti dell’uomo, per la violazione dell’articolo 26 della Carta Ue dei diritti dei disabili”. “I diversamente abili, infatti ― aggiunge Orlando ― sono stati esclusi lo scorso week-end dalle finali nazionali italiane di corsa campestre dei Giochi, perché mancavano i moduli per iscriverli alla gara, documenti che il ministro Gelmini avrebbe dovuto inviare alle scuole”. La “dimenticanza” per Orlando si configura come “una grave discriminazione che ricorda da vicino quelle dei nazisti, e il silenzio del ministro, che non ha neanche ritenuto opportuno chiedere scusa ai ragazzi e alle loro famiglie, è ancora più grave e ignobile”. Anche i deputati della VII commissione di Montecitorio vogliono vederci chiaro. La risoluzione chiede al governo di intervenire “per ovviare a una situazione discriminatoria che contrasta con la piena inclusione di questi alunni prevista dagli obiettivi prioritari della scuola dell’autonomia, anche attraverso progetti di diversità motoria e sportiva”. I deputati chiedono anche un finanziamento ad hoc a favore del Comitato paralimpico “affinché esso possa svolgere con continuità la sua funzione e possa programmare le sue attività”. Bollando l’esclusione di quest’anno come azione “in netto contrasto con le norme di legge sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità che da sempre costituisce un punto di forza del sistema educativo italiano”. L’ultima nota ministeriale sui giochi sportivi studenteschi ― dello scorso 8 aprile ― in effetti dà conto di una certa confusione sul tema e di qualche “dimenticanza”. I Giochi sportivi studenteschi vengono “ormai da anni supportati finanziariamente con risorse provenienti dal fondo della legge 440/97”, quella sul finanziamento dell’Autonomia, si legge nella nota. “Nell’esercizio 2009 il fondo non è stato reso disponibile e la sua utilizzazione è slittata nel corrente esercizio finanziario”, prosegue la circolare. Ma “l’entità delle risorse fruibili per lo specifico fine è stata definita di recente e ciò rende solo ora possibile fornire notizie in ordine alla somma su cui può fare affidamento ciascun Ufficio scolastico regionale. È opportuno precisare ― continua ― che le somme esposte nel piano di riparto, pur certe nel loro importo, potranno essere erogate soltanto quando la conclusione delle operazioni di variazione del bilancio renderà possibile operare contabilmente”. Ma siamo ad aprile e l’anno scolastico 2009/2010 volge al termine. Viale Trastevere, a questo punto decide di farsi carico delle “spese relative allo svolgimento dei Giochi sportivi studenteschi nelle fasi provinciali e regionali”. Mentre “le finali nazionali saranno organizzate con spese integralmente a carico delle federazioni sportive nazionali che intenderanno effettuarle”. Tuttavia, spiega la nota, “ad oggi, non è ancora esaustivamente definito il quadro delle federazioni sportive che organizzeranno detti eventi”. E “ritenendo necessario dare priorità alle discipline coinvolte nelle manifestazioni sportive scolastiche internazionali del 2011 (atletica leggera, pallacanestro, nuoto, calcio, tennis, orienteering), gli oneri relativi ai trasporti per le finali nazionali delle summenzionate discipline saranno sostenuti da ciascun Ufficio scolastico regionale con le somme loro assegnate”. Si tratta delle contestate fasi nazionali? Spulciando, inoltre, tra le Norme tecniche sui Giochi, emanate l’anno scorso, si scopre che le fasi nazionali dei Giochi sono previste anche per gli alunni con disabilità, che possono iscriversi “a una sola delle gare individuali in programma”. Ovviamente, non per tutti gli sport. Ma a sorpresa tra le discipline di Atletica leggera rivolte ai disabili è prevista la Corsa campestre: proprio la disciplina oggetto della interrogazione parlamentare della deputata del Pd. Ma questo forse valeva per l’anno scolastico 2009/2010. Per il 2010/2011 non ci sono né note né circolari. (Salvo Intravaia, La Repubblica - sito, giovedì 25 marzo 2011).

 

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O naso, o naso mio...

O naso, o naso mio...

 

(su) Mariastella Gelmini: Spararla troppo grossa può rivelarsi un boomerang. È capitato a Mariastella Gelmini, il 13 marzo, intervistata a Che tempo che fa da Fabio Fazio. Gelmini non ha solo negato i pesanti tagli operati sulla Scuola, ma ha sostenuto di avere “liberato risorse che hanno permesso di non bloccare gli scatti di anzianità per gli insegnanti”. Le proteste non si sono ancora spente. Come quella di un docente che ci ha inviato la copia dei cedolini degli stipendi di novembre 2010 e di febbraio 2011: “Sul primo, il prossimo scatto era previsto per il 2013. Adesso è stato posticipato al 2015. Ma come si può essere così senza pudore?” (Il Venerdì di Repubblica, 25 marzo 2011).

 

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Silvio Berlusconi: Mi sono personalmente attivato per far valere il mio personale rapporto con Gheddafi e spingerlo sulla strada della saggezza. Non ci sono riuscito e questo mi dà dolore e amarezza... Non diamo guerra alla Libia e nemmeno a Gheddafi. Manteniamo aperta la strada del dialogo, confidiamo in un lume di buon senso del leader libico. Siamo in una coalizione senza nessun ardore guerresco... Non accetteremo che alcuni facciano preda della Libia. Certi atteggiamenti sembrano ispirati alla volontà di marcare il territorio in vista di futuri privilegi.

(Da un discorso trovato tra le carte lasciate alla Camera, La Repubblica, giovedì 24 marzo 2011).

Personalmente attivato come? Gli ha mandato Emilio Fede e Lele Mora?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La prima pagina de "L'Unità" del 14 gennaio 2011. (Cliccala, se vuoi ingrandirla!)

La prima pagina de L’Unità del 14 gennaio 2011. (Cliccala, se vuoi ingrandirla!)

 

(su) Silvio Berlusconi, Emilio Fede e Lele Mora: Ho conosciuto Emilio Fede nei vari concorsi di bellezza a cui ho partecipato (miss muretto, miss curva del sud, miss venere). Lo stesso Fede mi diede il suo contatto promettendomi lavoro a Milano. Il sig. Fede mi portò nell’agenzia di Lele Mora... Dopo alcuni giorni mi chiamò Mora per dirmi che avrei dovuto andare ad una cena... Io pensavo che sarebbe stata una cena dove avrei dovuto fare immagine. Invece la sera stessa mi vennero a prendere a casa due auto, di cui una dei carabinieri (evidentemente usi a obbedir tacendo, e tacendo a morir. n.d.r.) e una con autista per accompagnarmi a casa del presidente Silvio Berlusconi. Il presidente mi accolse in maniera molto calorosa, con molti complimenti. Alla serata parteciparono circa trenta ragazze. Cenammo con musica dal vivo e il presidente mi dedicò anche una canzone. A fine cena saremmo dovuti andare al bunga bunga (il suo harem personale, nome copiato dal suo caro amico libico Gheddafi). Io mi rifiutai dicendo che volevo andare a casa. Il presidente mi chiamò nel suo studio e mi disse che avrebbe potuto cambiare la mia vita. Risposi che avrei accettato se lo avesse fatto per umanità ma non per avere un tornaconto. Si mise a ridere e con tono sarcastico mi disse che non cercava tornaconto e che lui poteva avere tutto quello che voleva. Io gli risposi che io non ero tra quel tutto. Si mise a ridere e mi diede una busta. Arrivata in auto vi trovai un collier d’oro con diamanti di Damiani insieme a 46.000 euro. Ritornai a casa del presidente altre tre volte. (Da un file denominato Ho conosciuto Emilio Fede nei vari concorsi di bellezza a... trovato nel portatile di Karima, detta Ruby. La Repubblica, giovedì 24 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il Pini nel corso di un infelice tentativo di assomigliare a Italo Balbo.

Il Pini nel corso di un infelice tentativo di assomigliare a Italo Balbo.

 

(su) Gianluca Pini (portatore di moccichino verde): Questa volta la firma un leghìsta, Gianluca Pini. Una norma che stravolge l’attuale meccanismo della responsabilità civile dei giudici. Oggi, nella legge Vassalli dell’88 che disciplina la responsabilità civile dei giudici dopo il famoso referendum in cui la maggioranza degli italiani si pronunciò per renderla più incisiva (legge e referendum che già allora fu un attacco alla magistratura da parte dei Radicali e del craxìsta Vassalli e con l’acquiescenza del Pci, n.d.r.), è scritto che la toga risponde solo di fronte alla contestazione di un “dolo o di una colpa grave”. In futuro la formula, secondo la proposta di Pini, può cambiare in “violazione manifesta del diritto”. (La Repubblica, giovedì 24 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Pezzenti: toglierebbero anche le caramelle di bocca ai bambini?...Pezzenti: toglierebbero anche le caramelle di bocca ai bambini?...

Pezzenti: toglierebbero anche le caramelle di bocca ai bambini?...

 

(su) Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti: Sono un insegnante di 52 anni, e ogni giorno, come milioni di lavoratori, utilizzo il treno per recarmi al lavoro: 45 km all’andata e 45 al ritorno. Fino all’anno scorso potevo scaricare parzialmente dalla dichiarazione dei redditi la spesa dell’abbonamento ferroviario; inoltre potevo anche scaricare le spese per l’autoaggiornamento. Questa mattina l’impiegata mi informa delle novità introdotte dal governo: niente più detrazioni per le spese di trasporto e per l’autoaggiornamento degli insegnanti! (Lettera a La Repubblica del prof. Enrico Varesio, giovedì 24 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Saverio Romano

Saverio Romano

 

(su) Saverio Romano: Il presidente Napolitano, dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell’on. Romano a ministro dell’Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni. (Nota ufficiale del Quirinale, La Repubblica, giovedì 24 marzo 2011). Contiguità di un politico con ambienti mafiosi, che non basta certo per chiedere un processo, ma è sufficiente per alimentare più di un dubbio. Lo stesso dubbio che ha espresso Giorgio Napolitano. Anche perché, secondo la Procura, quella “contiguità” sarebbe provata dalle dichiarazioni di un pentito “attendibile” e “riscontrato”: è Francesco Campanella, l’insospettabile ex presidente del consiglio comunale di Villabate. Ma non è solo una richiesta di archiviazione a pendere su Romano. La procura lo tiene ancora sotto inchiesta per corruzione aggravata, dopo le dichiarazioni di Massimo Ciancimino: il supertestimone dei pm ha raccontato che nel 2004 avrebbe recapitato a Romano una mazzetta da 80.000 euro, tramite un intermediario, per un’attività di lobbying attorno ai finanziamenti della metanizzazione... Vent’anni fa Romano e Cuffaro erano andati nel salotto dell’imprenditore Angelo Siino, un incensurato che era il ministro dei Lavori pubblici di Riina. Era la vigilia delle regionali, che vedevano Cuffaro in corsa: “A Siino fu chiesto sostegno elettorale,” dice la sentenza. Siino ha raccontato che era stato l’allora ventisettenne consigliere provinciale Romano a organizzare l’incontro. In quel 1991 la carriera del giovane avvocato di Belmonte Mezzagno era ancora agli inizi: alle spalle la scuola politica di Mannino e l’attività da segretario regionale dei giovani Dc, fra i quali militava anche Angelino Alfano. La corsa di Romano sarebbe scattata dieci anni dopo, nel 2001 che passerà alla storia per il 61 a 0 del Polo in Sicilia. L’avvocato diventa deputato, proprio quando Cuffaro viene eletto governatore. Di lì un cammino a braccetto, nell’Udc dai numeri bulgari di cui Romano sarà il segretario regionale... Ecco i sospetti che hanno accompagnato l’ultimo tratto del viaggio di Romano: sempre indagato, mai imputato, negli anni dell’ascesa e della caduta del gemello Totò. Fino al bivio: Cuffaro in carcere, Romano ministro. (La Repubblica, giovedì 24 marzo 2011). Fu tra i pochi a opporsi al carcere duro per i mafiosi. Membro della commissione Giustizia, votò contro la decisione di rendere permanente il 41 bis. (Titolo de L’Unità di giovedì 24 marzo 2011).

 

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(su) Franco Frattini: Dai tempi di Samuel Johnson sappiamo che “la prima vittima delle guerre è la verità”, e quest’antica saggezza va riscoperta. Se l’Italia “non è in guerra”, cosa fanno i nostri caccia nei cieli libici? Pattugliano per far scena, senza difendersi se attaccati, addolorati anch’essi per Gheddafi? È questo, ministro Frattini, quel che dice agli aviatori? Frattini riterrà la domanda incongrua, e lo si può capire. È lo stesso ministro che il 17 gennaio, in un’intervista al Corriere, definì Gheddafi un modello di democrazia per il mondo arabo: un mese dopo la Libia esplodeva. Come mai la maggioranza non l’ha estromesso dal governo, come i gollisti hanno fatto col ministro degli esteri Michèle Alliot-Marie? (Barbara Spinelli su La Repubblica di mercoledì 23 marzo 2011).

 

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(su) Roberto Maroni e Franco Frattini: Il ministro degli Interni ha detto che tra gli immigrati possono esserci infiltrazioni terroristiche. Poco dopo il ministro degli Esteri ha detto che non c’è questo pericolo. Non stiamo parlando delle previsioni sul campionato di calcio. Per questo ho chiesto al ministro della Difesa di venire al Copasir a dirci come stanno le cose. Trovo molto gravi le parole dette sugli immigrati. Quando ci fu la guerra del Kosovo ospitammo decine di migliaia di profughi, l’Italia può farlo. (Massimo D’Alema, La Repubblica, mercoledì 23 marzo 2011).

 

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(su) Maria Giovanna Maglie (giornalista già craxìsta, oggi berluscìsta): Prendete l’animosa Maria Giovanna Maglie, che ai tempi della guerra in Iraq fu accesa interventista, e praticamente invase di persona quel paese alla testa dell’esercito americano. Scrisse pochi anni fa... che l’Iraq era “un paese infelice, piagato dalla tortura, dallo spionaggio, dalla negazione di qualunque libertà personale, e il denaro del petrolio serviva ad arricchire Saddam e la sua famiglia”. Dunque era giusto schiacciare il dittatore come uno scarafaggio. Oggi, a proposito di Gheddafi, Maglie scrive su Libero: “Garantiva pace, sicurezza, buoni contratti, sicurezza negli sbarchi, era un interlocutore privilegiato e un avversario dei fondamentalisti”. Dunque attaccarlo è un grave errore. Meno ferrato della Maglie, la sola differenza sostanziale che riesco a cogliere, tra Saddam e Gheddafi, è che il primo è stato attaccato da Bush, il secondo da Obama. Tanto deve bastare, allo sguardo acuto di Maglie, per stabilire quando una guerra è santa, quando una porcheria. (Michele Serra su La Repubblica di mercoledì 23 marzo 2011). Discorso che vale anche per il “neopacifista” Giuliano Ferrara. La cui stazza (non solo giornalistica) non è superiore a quella di Maglie.

 

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Da "L'Unità".Da "La Repubblica".

Da L’Unità e da La Repubblica.

 

Silvio Berlusconi: Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalemente. Una delle cose certe è che i nostri aerei non hanno sparato e non spareranno. Occorrono obiettivi chiari e limitati alla no fly zone, all’embargo e alla protezione dei civili; e l’intervento deve essere guidato dall’Alleanza Atlantica.

(La Repubblica, martedì 22 marzo 2011).

 

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(su) Ignazio La Russa: Il quale, ieri, poco prima delle 13 ha rampognato i giornalisti: “È sbagliato annunciare in diretta la partenza degli aerei per colpire i radar, perché poi è logico che gli aerei trovino i radar spenti”. Poi, però, un’ora dopo ha annunciato orgogliosamente, in diretta: “Sono appena partiti altri aerei”. (Sebastiano Messina su La Repubblica di martedì 22 marzo 2011). Da colonnello (di Fini) a colonnellucolo (di Berlusconi).

 

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(su) il governo Berlusconi: Si parla di coinvolgere la Nato fingendo di non sapere che si è già smarcata, e che Lega Araba, Unione africana, Germania e Turchia sono contrarie. Ma ce ne freghiamo. Abbiamo accordi internazionali che avrebbero dovuto impedire accordi bilaterali inapplicabili con la Libia. Ce ne siamo fregati. Abbiamo stipulato un accordo bilaterale che ci avrebbe dovuto impedire di sottoporre la Libia a una minaccia militare e indurci invece a usarlo per intervenire su Gheddafi e farlo ragionare, lo abbiamo prima sollecitato a fare peggio e poi ce ne siamo fregati di lui e dei nostri interessi. Siamo parte di una coalizione sgangherata sotto il profilo della volontà comune, dei limiti e degli scopi, ma non usiamo la nostra partecipazione per renderla più forte, anzi la delegittimiamo ulteriormente fregandocene gli uni degli altri e invocando la leadership della Nato. Quella stessa Nato che negli ultimi vent’anni è stata utilizzata come serbatoio di poltrone e si vuole trasformare in una Spa di supporto alle avventure militari. (Fabio Mini su La Repubblica di martedì 22 marzo 2011).

 

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Roberto Calderoli

Roberto Calderoli

 

Roberto Calderoli: Avrei preferito una maggior cautela assumendo una posizione simile a quella tedesca considerando la vicinanza che abbiamo con la Libia e le possibili conseguenze di invasione di profughi e di ritorsioni terroristiche... Tutte le nazioni della Coalizione, in proporzione alla propria popolazione residente, devono prendere una quota dei profughi... Il blocco navale deve essere utilizzato per impedire esodi di massa verso il nostro Paese, in particolare verso Lampedusa e la Sicilia. (La Repubblica, lunedì 21 marzo 2011). Parla di cautela l’individuo che facendosi vedere in tv con una maglietta da scimunito provocò dei morti, in Libia.

 

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Il La Russa, il Berlusconi, il Gheddafi e il FrattiniIl La Russa, il Berlusconi, il Gheddafi e il FrattiniIl La Russa, il Berlusconi, il Gheddafi e il Frattini

Il La Russa, il Berlusconi, il Gheddafi e il Frattini

 

Franco Frattini e Ignazio La Russa: L’Italia parteciperà attivamente. Autorizza l’uso delle sue basi, e i suoi caccia potranno partecipare a raid contro obiettivi libici (Franco). Non ci limiteremo a dare le chiavi di casa nostra ad altri perché ne facciano quello che ritengono più opportuno: potremmo essere chiamati a neutralizzare la capacità dei sistemi radar libici (Ignazio). (La Repubblica, sabato 19 marzo 2011). Furio Colombo, ex direttore de L’Unità e parlamentare del Pd, intervistato da La Repubblica, lo denunciò mercoledì 28 gennaio 2009: Frattini e Berlusconi, disse, hanno fatto ratificare dal Parlamento un trattato di amicizia fra l’Italia e la Libia che, in realtà, è un vero partenariato militare che viola i nostri impegni con la Nato. Bene. Ora ci manca solo che il Gheddafi “liberi” il Berlusconi dalle grinfie dell’Occidente e gli crei una repubblichina di Salò da qualche parte. Magari a Lampedusa. (Mentre i portatori di moccichino verde ― vedi qui sotto ― continuano a piagnucolare di invasione e di esodo biblico e frignando si attaccano alle gonnelle dell’Unione europea).

 

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Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni: La Lega Nord si sente vicina alla posizione della Germania, che sulla risoluzione 1975 dell’Onu si è astenuta (Umberto). La decisione del governo? Io mi sono astenuto (Roberto C.). Una nuova ondata migratoria innescata dalla guerra travolgerebbe il fragile argine messo in piedi dopo l’implosione della Tunisia (Roberto M.) (La Repubblica, sabato 19 marzo 2011). I portatori di moccichino verde ― vedi qui sotto ― continuano a piagnucolare di invasione e di esodo biblico e frignando si attaccano alle gonnelle dell’Unione europea. Mentre il La Russa ― vedi qui sopra ― gongolando si mette l’elmetto e va alla carica.

 

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Gainluigi De Palo e le sue estremità.Gainluigi De Palo e le sue estremità.Gainluigi De Palo e le sue estremità.

Gainluigi De Palo e le sue estremità.

 

Gianluigi De Palo (assessore alla Famiglia di Gianni Alemanno): Mentre si parla tanto di nucleare, stiamo sprecando una risorsa fondamentale in termini di energia: la famiglia... Il mio lavoro sarà di ridarle una centralità... Le famiglie vanno aiutate e rese protagoniste il più possibile... Ad esempio introducendo dei voucher da spendere in servizi educativi. (La Repubblica, cronaca di Roma, sabato 19 marzo 2011). E in totale disprezzo della Costituzione della Repubblica, vero Gianluigi?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Emilio Fede (a Nicole Minetti, su Marystelle Polanco): Attenzione, io conosco la sua storia vera, perché io l’ho eletta miss Pompeo, l’ho avviata, eccetera... avevano trovato un coltello, droga, eccetera, guarda, ti dico: è una persona pe-ri-co-lo-sis-si-ma. (La Repubblica, sabato 19 marzo 2011).

 

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Silvio Berlusconi secondo Bobo ("L'Unità", venerdì 18 marzo 2011).

Silvio Berlusconi secondo Bobo (L’Unità, venerdì 18 marzo 2011).

 

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Marco Cappato (radicale): La riforma della giustizia è un’occasione per imporre altre riforme e riportare la certezza del diritto in Italia... Le proposte del governo sono le stesse che noi facemmo sedici anni fa... La minoranza dovrebbe approfittare di questa situazione per imporre miglioramenti. (Left 11, venerdì 18 marzo 2011).

 

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(su) Almaviva, Roberto Maroni e Giulio Tremonti: In arrivo sulle coste del Sud d’Italia antenne di fabbricazione israeliana (dell’Elta systems, società controllata dall’Israel aerospace industries Ltd) per avvistare i barconi dei migranti. Il primo traliccio (sono cinque in tutto) entrerà in funzione a Capo Murro di Porco (Siracusa), davanti all’oasi marina Plemmirio, ma altri ne sono previsti in Puglia e in Sardegna. A occuparsi dell’installazione e della manutenzione delle strumentazioni sarà la romana Almaviva s.p.a. di Alberto Tripi, il più grande gruppo italiano specializzato in informatica e call center, che si è aggiudicata l’appalto di 5.461.700 euro il 22 ottobre 2010. Un appalto che la Guardia di Finanza ha assegnato in maniera poco ortodossa: senza pubblicare un bando di gara sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e senza informare la popolazione.

(Rocco Vazzana, left 11, venerdì 18 marzo 2011).

 

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(su) Mariastella Gelmini: Giallo sulle prove Invalsi, in calendario dal 10 al 13 maggio prossimi, le prove che testano il livello di preparazione degli alunni italiani. Sono obbligatorie o le scuole possono decidere di non farle? Egli insegnanti sono obbligati a somministrare i test? Dopo la lettera dell’avvocato dello Stato, Laura Paolucci, e la presa di posizione dei Cobas, la questione è tutt’altro che chiara. E le prove Invalsi, che per la prima volta diventano obbligatorie anche alle superiori, rischiano di naufragare. I presidi delle scuole superiori si riuniscono, si chiamano e si interrogano sul da farsi. Alcuni chiedono al collegio di esprimersi in merito, altri inviano circolari perentorie: sono obbligatorie e occorre svolgerle. Ma come stanno in effetti le cose? Le scuole hanno l’obbligo di fare svolgere agli alunni delle scuole elementari (seconda e quinta), medie (prime) e superiori (seconda) le prove predisposte dall’Invalsi annualmente, ma gli insegnanti della scuola non hanno nessun obbligo di somministrare i questionari, di compilare le relative schede, né tanto meno di sorvegliare le classi durante lo svolgimento delle prove. Si tratterebbe, per i docenti, di lavoro straordinario che il capo d’istituto dovrebbe trovare il modo di retribuire con un compenso a parte. Se tutti i docenti a maggio si rifiutassero di “collaborare” con l’Invalsi, con quale personale potrebbe assicurare lo svolgimento delle prove il dirigente scolastico? Ma c’è di più: le scuole non hanno fondi da distribuire per un’attività che non è contemplata nel contratto di lavoro degli insegnanti e che non si saprebbe neppure come classificare. Secondo i Cobas, che stanno portando avanti una campagna nelle scuole per fare saltare le prove, “tutto il lavoro richiesto ai docenti per la somministrazione dei test non è obbligatorio”. Tutte le operazioni connesse con i test Invalsi comportano un lavoro aggiuntivo che non rientra fra i compiti “obbligatori” del docente e che, quindi, non è tenuto a svolgerlo. I docenti che decidessero di accettare tale compito aggiuntivo devono comunque essere remunerati con il fondo di istituto. Linea sostanzialmente confermata dall’avvocato dello Stato, Laura Paolucci, in una missiva pubblicata sul sito dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte: le prove sono obbligatorie per le scuole e il collegio dei docenti non ha nessun potere di deliberare in merito. Gli obblighi di lavoro dei docenti sono articolati in “attività di insegnamento” e “attività funzionali all’attività di insegnamento”. La somministrazione delle prove Invalsi non può essere considerata, ovviamente attività di insegnamento, né attività funzionale, in quanto il contratto le elenca. E tra queste troviamo: la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione degli elaborati; la cura dei rapporti individuali con le famiglie. Ma anche la partecipazione ai consigli di classe, ai collegi dei docenti, i ricevimenti con le famiglie e gli scrutini. Di eventuali prove, come quelle Invalsi, non vi è traccia. Ma alcuni presidi contano di aggirare l’ostacolo organizzando la somministrazione delle prove durante le ore di lezione. È possibile, in questo modo, risolvere il problema? Gli insegnanti, a questo punto, sono obbligati a svolgere un’attività diversa da quelle previste dalla cosiddetta “funzione docente”? La questione non mancherà di aprire altre polemiche, almeno fino a maggio. Ma è l’intero sistema di valutazione messo in piedi dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che nel complesso scricchiola. Il milleproroghe ne ha disegnato l’architettura in questo modo: l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che si occuperà della valutazione degli insegnanti; l’Invalsi, che testa la preparazione degli alunni, e il “corpo ispettivo”, che valuterà le scuole e i dirigenti scolastici. Un sistema che si regge su “tre gambe”. Ma l’Invalsi, prima gamba del sistema di valutazione, è zoppa: potrebbe avere in futuro difficoltà a somministrare le prove agli alunni, perché nel contratto dei docenti non è previsto nessun impegno in tal senso. La seconda gamba, l’Indire, non c’è. E’ stato chiuso con la finanziaria e nel 2007 e l’altro istituto, l’Ansas (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica) ― che secondo i decreti del ministro Gelmini dovrebbe svolgere un ruolo di consulenza riguardo ai progetti sul merito lanciati a Milano, Napoli e Torino, per gli insegnanti, e a Siracusa, Pisa e Cagliari, per le scuole ― è stato prorogato di un anno, ma non ha tra le sue competenze quelle di valutare scuole e insegnanti. Insomma, un pasticcio. La cosa è emersa in commissione Cultura al Senato qualche giorno fa. “Pur prendendo atto ― ha dichiarato il sottosegretario Giuseppe Pizza ― delle dichiarazioni rese dal rappresentante del governo in commissione, secondo cui si tratta di un errore tecnico, resta da chiarire se è intenzione del governo attribuire all’Ansas anche compiti di valutazione ovvero modificare diversamente la norma sul milleproroghe”. C’è poi il corpo ispettivo, la terza gamba, che però ha il personale ai minimi termini. E il concorso in fase di svolgimento si preannuncia in salita: per un pasticcio nel bando, tantissimi esclusi ai test di ammissione si sono rivolti al Tar e la selezione, che comunque non si completerà prima di un anno, potrebbe subire uno stop, lasciando il sistema zoppo anche della terza gamba. (Salvo Intravaia, La Repubblica - sito, venerdì 18 marzo 2011).

 

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(su) Mariastella Gelmini: La propaganda a volte non paga. Nel caso di Mariastella Gelmini, non si paga. Il ministro dell’Istruzione dice la sua su tutto, dal caso Ruby all’operato delle Procure. Esternazioni che con la Scuola non c’entrano nulla, ma vengono fatte usando l’ufficio stampa del ministero. Capita così che i comunicati della Gelmini arrivino alle redazioni su carta intestata del ministero facendo venir meno, denuncia la senatrice pd Mariangela Bastico, “la distinzione tra ruoli istituzionali e politici”. (Il Venerdì di Repubblica, venerdì 18 marzo 2011). E che sarà mai. L’importante è che nelle scuole non arrivino circolari ministeriali bagnate dell’operoso sudore del Berlusconi, il premier che non dorme mai. Cosa che infatti non accade.

 

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(su) Mariastella Gelmini: Interrogazione parlamentare urgente al ministero della Pubblica Istruzione dopo che Mariastella Gelmini, nel corso della trasmissione Che tempo che fa, ha sostenuto che la carenza di insegnanti di sostegno è dovuta a “un problema di distribuzione”, per cui qualcuno ce l’ha senza averne bisogno mentre altri restano senza “perché qualcun altro ha fatto il furbo”. I senatori Radicali-Pd Donatella Poretti e Marco Perduca chiedono se il ministro sia a conoscenza di casi di illegalità e se abbia investito della questione la magistratura per i dovuti accertamenti. (Left 11, venerdì 18 marzo 2011).

 

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(su) Mariastella Gelmini: La ministra Gelmini, da Fazio, si applica ma non è preparatissima: dice che nella sparata contro la scuola pubblica Lui è stato frainteso (e fin qui, la lezioncina l’ha imparata), però Fazio la interroga su inculcare: non è verbo sbagliato, grondante imposizione e non educazione, sia se riferito ai  valori (negativi, per il premier) trasmessi dai professori, sia se relativo a quelli (positivi, sempre per il premier) proposti dalla famiglia? Ovvero: un capo del governo che, nel giudicare malamente la scuola pubblica, si esprime malamente, non dimostra, al di là del contenuto, di non essere all’altezza di giudicare la scuola pubblica? La ministra non risponde: fa finta di non capire o, peggio, non capisce? Sarò fazioso: propendo per la seconda ipotesi. Però ha imparato altro: dire piuttosto che in senso disgiuntivo, per intendere oppure, o anche, è trendy, e perciò lo dice. Ma non sa che dirlo in quel senso è sbagliato. È sbagliato, ma lo dicono in tv, lo dicono molti anche di sinistra (figli di quelli che dicevano nella misura in cui?), e pure i radical chic: se la ministra scopre che parla come loro, avrà uno choc. E poi ha imparato a memoria, è il suo argomento a piacere preferito, quella del ’68 origine di tutti i mali scolastici, fonte di qualsiasi disgrazia (dis)educativa, primo motore immobile di ogni sciagura (d)istruttiva. Qui va in automatico: lo dice e lo ripete. E quando Fazio, a proposito dei tagli agli insegnanti di sostegno, osserva che al ’68 (controverso come tutti i movimenti complessi, ambiziosi, travolgenti e stravolgenti) si deve anche il fatto che oggi non sia più concepibile l’idea di  classi o scuole differenziate per i disabili, lei non capisce. Non capisce o non sa cosa fosse la scuola italiana prima del ’68, quale attrezzatissima palestra di discrìminazioni culturali, quale laboratorio scientifico di emarginazioni sociali, quale produttiva fabbrica di epurazioni di menti e corpi imperfetti: Non sa o non capisce che, più odiosi e spaventosi degli eccessi dell’egualitarismo, ci sono stati gli eccessi del differentismo, e che antiche forme di privilegi permangono, anche come progetto nella mente di alcuni. Non sa o non ricorda che Berlusconi, nell’ultimo faccia a faccia con Prodi delle elezioni 2006, gli imputò di volere una società in cui i figli degli operai siano uguali ai figli dei liberi professionisti. Un premier che, a parte la forma di cui scrivevo all’inizio, si esprime con concetti simili, è, fra l’altro, la prova vivente del disastro della scuola pre-’68. (Enzo Costa su L’Unità di venerdì 18 marzo 2011).

 

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Matteo "per la vita" Renzi

Matteo per la vita Renzi

 

(su) Matteo Renzi: Mai avrebbero potuto immaginare gli orchestrali, i coristi, i tecnici e tutta la comitiva del Maggio di vivere in diretta la tragedia che ha sconvolto il Giappone fino all’emergenza nucleare. Eppure è successo. Nel mezzo non sono mancate le accuse e i faccia a faccia tra i familiari dei lavoratori del Maggio e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, accusato di superficialità e di ritardi nel far rimpatriare le oltre 300 persone, guidate dal maestro Zubin Metha, in tournée in Giappone. La leader della Cgil Susanna Camusso scrive a Berlusconi per chiedergli di darsi da fare e rimbrotta Renzi per la lentezza nel prendere decisioni. “Noto che alcuni sciacalli nazionali e locali, politici e aspiranti tali, provano a fare polemica,” replica Renzi, mentre il suo assessore alla Cultura, Giuliano Da Empoli, se la prende con la Camusso accusandola di “sciacallaggio”. Ma a far discutere ancora di più è l’atteggiamento della sovrintendente Francesca Colombo, nel mirino dei sindacati, e non solo, per aver minacciato di licenziamento chi voleva tornare a tutti i costi in Italia, equiparando la fuga da Tokyo all’abbandono del posto di lavoro. (L’Unità, venerdì 18 marzo 2011). Tanto che già qualcuno parla di azioni legali da muovere contro la sovrintendente Colombo e il sindaco Renzi, che, come presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione, è il datore di lavoro del personale del Maggio. “Già a Tokyo due lavoratori hanno messo in mora Renzi e Colombo,” dice Paolo Aglietti, sindacalista della Slc-Cgil. “Un’azione legale che noi sosterremo come tutte le altre cause che i lavoratori intenderanno intraprendere. (La Repubblica, sabato 19 marzo 2011). Basta aver letto Dickens, o il Dostojevskij delle Memorie dal sottosuolo, per capire da dove siano sempre usciti e continuino a uscire certi piccoli burocrati. Qualunque pseudonimo si diano.

 

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Fulvio Conti

Fulvio Conti

 

(su) Fulvio Conti (amministratore delegato dell’Enel): In Italia nucleare si pronuncia Enel, dal nome del gestore elettrico nazionale, nato nel 1962 con la statalizzazione dell’energia elettrica e privatizzato nel 1999. Lasciando però al governo il controllo del pacchetto di maggioranza, il 31,2% delle azioni. E se nucleare si pronuncia Enel, Enel vuol dire Fulvio Conti, il nome del manager che da sei anni occupa la poltrona di amministratore del gruppo, prossimo alla riconferma nonostante la girandola di nomine nelle spa pubbliche che partirà a fine marzo. Fulvio Conti è colui che dichiarava, il 26 agosto del 2009, in un’intervista sul Sole 24 Ore: “Le centrali nucleari sono affidabili e sicure. Ce ne sono circa 500 nel mondo, alcune anche in zone altamente sismiche come il Giappone, ma si tratta di impianti pronti a resistere anche a terremoti di intensità pari a 9 gradi della scala Richter”. Profezia tanto precisa, quanto sbagliata. Dopo il sisma nipponico, però, Conti non ha battuto ciglio: “Lavoriamo su impianti solidi, affidabili, collaudati”, ha affermato il supermanager in occasione della presentazione dei risultati 2010, pochi giorni dopo l“apocalisse” di Fukushima. Quattro reattori Epr in Italia e uno in Francia, due in costruzione in Slovacchia, uno in progetto in Russia e due in Romania. La strategia industriale di Enel, negli ultimi anni, si può riassumere così: ci liberiamo delle energie rinnovabili, investiamo nel nucleare... In Italia Enel progetta di costruire, entro il 2020, quattro centrali nucleari “di nuova generazione” con tecnologia Epr. Inoltre, con un accordo siglato nel maggio del 2005, Enel partecipa col 12,5% alla realizzazione di sei reattori in Francia. Ma è nell’Est Europa che Conti ha concentrato le sue mire nucleari, una palestra utile a scaldare i muscoli per il grande affare dell’atomo italiano. Impianti con tecnologia arretrata, di origine sovietica, che nel loro percorso hanno trovato numerosi ostacoli autorizzativi. Il reattore tricolore più vicino ai confini è quello di Mochovce, in Slovacchia, appena 600 chilometri da Trieste...

(Manuele Bonaccorsi, left 11, venerdì 18 marzo 2011).

 

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Stefania Prestigiacomo (fuori onda): È finita. Non possiamo rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. (La Repubblica, venerdì 18 marzo 2011). Una vera signora. O forse è che quelli non capiscono altro linguaggio.

 

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Marco Beltrandi

Marco Beltrandi

 

(su) Marco Beltrandi: La maggioranza si salva ― evitando lelection day che avrebbe regalato il quorum ai referendum su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento ― solo grazie al voto a sorpresa del radicale Marco Beltrandi. Tra le ire del suo gruppo, il Partito democratico. (La Repubblica, giovedì 17 marzo 2011). Ricordiamo che il Beltrandi, fino a poco tempo fa così poco attivo da risultare pressoché sconosciuto alle cronache, qualche settimana fa si è “destato dal sonno” (l’avrà baciato un principe azzurro?) per chiedere una modifica della Costituzione che inserisca tra i principi fondamentali nientepopodimenoché la libera concorrenza. Espellerlo dai Radicali? Nessun radicale lo ha proposto. Meglio di no, in effetti. Altrimenti il principe azzurro potrebbe baciarne qualcun altro e nessuno saprebbe chi sia. Mentre il Beltrandi, almeno, adesso l’abbiamo individuato.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Se si guarda a quanto denaro contante muove ogni mese Silvio Berlusconi si rimane stupiti. Non usa troppi bonifici, il Cavaliere. Forse non se ne fida. Nemmeno negli assegni o nelle carte di credito ha fiducia. Il Cavaliere firma al suo ragioniere, Giuseppe Spinelli, un assegno e Spinelli nello stesso giorno lo negozia con un’operazione cambio assegni. Le cifre sono importanti e, se nel 2009 hanno raggiunto i 7.675.000 euro, nel 2010 hanno superato i 12.880.000... Forse è legittima una domanda: ma perché il capo del governo ha bisogno di tanto contante? A chi lo consegna e per quali ragioni? Che cosa deve comprare o finanziare con il cash che non possa essere sostenuto con un pagamento che lascia una traccia (assegno, bonifico)? Ognuno avrà la sua congettura (forse ne avranno anche i pubblici ministeri), soprattutto se si scrutinano gli assegni e le cifre trasformate in contante nel dicembre del 2010, in quel mese orribile che ha visto Berlusconi, a un passo dalla bocciatura parlamentare, combattere voto su voto per sopravvivere. Vale la pena darne conto. In dicembre ci sono undici cambi assegni in quattordici giorni, a cavallo del 14 dicembre quando la Camera vota la fiducia al governo... A chi sono finiti questi soldi? Anche di questo ha paura il presidente del Consiglio? Si raccolgono anche qui le ragioni che gli impediscono di affrontare il processo? (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di giovedì 17 marzo 2011).

 

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Mariastella Gelmini (pidiellìna ministro), Mimmo Pantaleo (della Flc Cgil) e Luigi Musetti (lettore de La Repubblica): Gli insegnanti sono l’unica categoria che non ha subìto il taglio degli scatti di stipendio (Mariastella). Il ministro ribalta la realtà: è stato proprio il suo governo a bloccare i contratti in tutto il pubblico impiego e gli scatti di anzianità (Mimmo). La Gelmini mente sapendo di mentire: mia moglie fa l’insegnante e già nella busta paga di gennaio si dice che lo scatto che avrebbe dovuto prendere nel 2011 maturerà nel 2013 (Luigi). (La Repubblica, martedì 15 marzo 2011). Ogni commento è superfluo: la Gelmini ha ormai abbondantemente oltrepassato il limite oltre il quale commentarla senza ingiuriarla è impossibile.

 

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(su) Mariastella Gelmini: In gita al santuario del Divino amore con tanto di messa del vescovo Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia università lateranense, e musical della Star Rose Academy fondata dalle Orsoline e diretta da Claudia Koll. Il “pellegrinaggio”, dal titolo Oggi scelgo io, che ieri ha coinvolto circa 5.000 studenti del Lazio, non è però piaciuto affatto a genitori, presidi e docenti. L’iniziativa, promossa per orientare i maturandi nella scelta della facoltà giusta a cento giorni esatti dall’esame di Stato, è stata ufficialmente organizzata, come si legge in una circolare ministeriale inviata ai presidi il 25 gennaio, dal dicastero dell’Istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale in collaborazione con il Vicariato di Roma, le conferenze dei rettori delle università statale pontificia e il patrocinio di Regione, Provincia e Comune. (La Repubblica, martedì 15 marzo 2011). Anche la Provincia? Bene. Sia lode a Zingaretti, e ben arrivato tra i piddìni chierichetti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Cerottoni e cerottiniCerottoni e cerottini

Cerottoni e cerottini

 

Silvio Berlusconi: Sono stato il presidente del Consiglio che per più anni ha avuto la responsabilità di condurre il Consiglio dei ministri. Più di De Gasperi... Per venire qui ho dovuto fare tre endovene... Ma ho davanti a me altri cinquant’anni. (La Repubblica, lunedì 14 marzo 2011).

 

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Il baciamano di Alfano e la Giustizia che piace al Berlusconi (dal sito Segnalazioni).Il baciamano di Alfano e la Giustizia che piace al Berlusconi (dal sito Segnalazioni).

Il baciamano di Alfano e la Giustizia che piace al Berlusconi (dal sito Segnalazioni).

 

(su) Silvio Berlusconi e Angelino Alfano: I cardini della legge Alfano sono i seguenti: Larticolo 104 della Costituzione, nella versione attuale, stabilisce che la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. La legge di riforma abolisce questa disposizione con la conseguenza che i poteri costituzionali vengono ridotti dai tre attuali a due soltanto, il legislativo e l’esecutivo. L’articolo 104 bis contenuto nella legge di riforma divide in due il Consiglio superiore della magistratura, uno per i magistrati giudicanti, l’altro per i pubblici ministeri. I membri togati dei due Csm, attualmente pari a due terzi dei componenti, sono ridotti alla metà e i membri eletti dal Parlamento costituiscono l’altra metà. I togati sono sorteggiati e non più eletti. (Mi domando perché non siano sorteggiati anche i membri parlamentari. Se si vuole assicurare parità occorrerebbe applicare lo stesso metodo del sondaggio anche agli eletti dal Parlamento). Il Presidente della Repubblica resta alla guida di entrambi i Csm; i vicepresidenti sono eletti tra i membri di provenienza parlamentare. La conseguenza è che i membri laici dei due Csm sono la metà più uno. (Mi domando perché questi due collegi continuino a chiamarsi Consiglio superiore della magistratura, visto che in entrambi i magistrati saranno in minoranza). L’articolo 105 bis istituisce una Corte di disciplina togliendo questa mansione all’attuale Csm. Questa Corte è anch’essa composta per metà dai togati e per metà dagli eletti dal Parlamento. Il vicepresidente della Corte è eletto tra i membri del Parlamento. Quindi anche nella Corte di disciplina la maggioranza è fatta di parlamentari. I membri parlamentari d’altra parte sono eletti dal Parlamento a maggioranza semplice, quindi non c’è tra loro nessun rappresentante dell’opposizione. Articolo 109: Il giudice e il pubblico ministero dispongono della polizia giudiziaria secondo le modalità stabilite dalla legge (ordinaria). Articolo 111: Le sentenze di proscioglimento in primo grado sono appellabili soltanto nei casi previsti dalla legge (ordinaria). Articolo 112: L’ufficio del Pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale secondo i criteri stabiliti dalla legge (ordinaria). Articolo 113 bis: I magistrati sono direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione di diritti al pari degli altri dipendenti dello Stato. Questa legge di riforma costituzionale, che affida a successive leggi ordinarie punti importantissimi che cambiano alla radice l’ordinamento giudiziario, evade in questo modo alla procedura elettorale prevista per le modifiche costituzionali. Si tratta di una furbizia che rimette alla maggioranza semplice questioni che dovrebbero essere viceversa affidate anch’ esse alle maggioranze qualificate e al referendum confermativo. Ma qui non si tratta soltanto dell’ordinamento giudiziario. Le modifiche riguardano l’assetto intero della nostra Costituzione, i principi che la ispirano configurati nella prima parte della Carta, l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, l’equilibrio tra poteri indipendenti e lo Stato di diritto. Viene abolito uno dei poteri fondamentali, viene cancellata la dipendenza della polizia giudiziaria dalla magistratura, viene abolita l’obbligatorietà dell’ azione penale, presupposto fondamentale dell’indipendenza della magistratura. Vengono infine aboliti i poteri di auto governo del Csm, trasformato in un organo la cui maggioranza è determinata dalla maggioranza parlamentare. Il tutto in presenza di una legge elettorale in base alla quale la maggioranza relativa emersa dalle elezioni ottiene il 55% dei seggi. Il complesso di queste norme trasforma la democrazia parlamentare in una democrazia (si fa per dire) dominata dal potere esecutivo, cioè nella dittatura della maggioranza. (Eugenio Scalfari, per una volta non intento a fare il massimo comun divisore della Sinistra italiana, su La Repubblica di domenica 13 marzo 2011).

 

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Silvio Berlusconi: Ho un forte carattere guascone, che a volte mi porta a comportamenti non strettamente conformi alla forma. (La Repubblica, domenica 13 marzo 2011). D’Artagnan, benché immaginario, si rivolterà nella tomba.

 

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Stefania Prestigiacomo, ministro per l(a Nuclearizzazione dell)'Ambiente

Stefania Prestigiacomo, ministro per l(a Nuclearizzazione dell)’Ambiente

 

Stefania Prestigiacomo, Fabrizio Cicchitto, Pierferdinando Casini e Marco Ricotti dell’Agenzia nucleare: In Italia abbiamo un serio problema energetico e la nostra idea sulle centrali nucleari resta la stessa, non si può cambiare ogni volta (Stefania e Fabrizio). Di più: sarebbe il caso che il governo passasse dalle parole ai fatti, altrimenti fra dieci anni saremo ancora fermi a discutere (Pierferdy). Il paragone con quello che è successo in Giappone è impossibile: se un sisma di quell’entità si verificasse da noi, probabilmente l’80% dei fabbricati sarebbero distrutti, milioni di persone sarebbero in difficoltà... Avremmo ben altri problemi. E comunque le centrali che vogliamo costruire sono quelle di terza generazione, ben più sicure (Marco). (La Repubblica, domenica 13 marzo 2011).

 

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Mariastella Gelmini (sulla manifestazione delle Donne Se non ora quando?, in piazza del Popolo a Roma, di sabato 12 marzo 2011): La ricetta di Maristella Gelmini è: Meno insegnanti, più soldi. Questo il succo di una intervista del ministro a Che tempo che fa, su Rai3. Perché gli insegnanti sono troppi rispetto al bisogno in Italia, e sono pagati pochissimo proprio perché sono troppi. Dobbiamo pagarli adeguatamente, ma se cresce il numero allinfinito sono proletarizzati. E a proposito di posti di lavoro, il ministro se la prende anche con i bidelli: Un altro problema, per esempio, è che ce ne sono quasi duecentomila e spendiamo seicentomila euro per le pulizie. Ci sono più bidelli che carabinieri e abbiamo le aule sporche. Per la Gelmini il vero punto non è quello delle risorse, ma come vengono investite. Il governo non ha fatto tagli alla scuola, ma agli sprechi. La spesa per la scuola negli ultimi anni è infatti aumentata del 30%, non è diminuita. Poi una polemica frontale con la manifestazione in tutta Italia per la Costituzione e la scuola pubblica. Una manifestazione assolutamente legittima, ma che nasce da un presupposto sbagliato: che il governo abbia attaccato la scuola pubblica. E ancora: Molti di quelli che sono scesi in piazza mandano i figli alla scuola paritaria. Non è una contraddizione, ma lo trovo incongruente: forse non hanno fiducia nella scuola pubblica. Il ministro ribadisce che nellultima riforma non ci sono stati tagli alla scuola, ma tagli agli sprechi. (La Repubblica sito, domenica 13 marzo 2011).

 

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(su) Gianni Alemanno: Un sindaco “asservito ai desiderata del clan camorristico locale, un sodalizio criminale agguerritissimo, protagonista di delitti efferati”. Giorgio Magliocca, 36 anni, primo cittadino di Pignataro Maggiore e dirigente esterno del Campidoglio, è stato arrestato ieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Una lunga militanza in Aènne, nella corrente di Gianni Alemanno, Magliocca è accusato di aver agevolato il clan Ligato-Lubrano in cambio di appoggio elettorale. Per due volte eletto alla provincia di Caserta nonché consigliere giuridico del ministro alle Comunicazioni Mario Landolfi (che ora lo difende a spada tratta), sei anni fa fu assunto per concorso al comune di Roma come impiegato di categoria C. Da dove, grazie alla vittoria del centrodestra, inizia la sua scalata ai piani alti del Campidoglio nonostante il rinvio a giudizio per corruzione e voto di scambio già disposto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Chiamato nel 2009 all’ufficio del capo di gabinetto, nell’estate successiva Magliocca viene nominato dirigente a termine nella segreteria del sindaco: un ruolo fiduciario a 62.000 euro l’anno, il triplo dello stipendio precedente... L’elenco degli individui strani e discutibili che circondano Alemanno si allunga: da Stefano Andrini, condannato per tentato omicidio, amministratore delegato di Ama Servizi ambientali, all’ex Nar Francesco Bianco, assunto all’Atac; da Ruggero Conti, prete condannato per pedofilia (che Alemanno volle come garante per le periferie in campagna elettorale) al consigliere comunale del Pidièlle Francesco Orsi, accusato di traffico di droga. (La Repubblica, sabato 12 marzo 2011).

 

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Il Berlusconi quando faceva gli occhi scodinzolanti alla classe dirigente del '93.

Il Berlusconi quando faceva gli occhi scodinzolanti alla classe dirigente del ’93.

 

Silvio Berlusconi: Questa riforma della giustizia, se fosse stata introdotta vent’anni fa, avrebbe evitato l’esondazione, l’invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi vent’anni a cambiamenti di governo, a un annullamento della classe dirigente del ’93.

(La Repubblica, venerdì 11 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Marco Follini e Anna Finocchiaro: Sulla riforma della giustizia il Pd non si arrocchi: la bandiera del no sarebbe un regalo a Berlusconi (Marco). Ancora ’sta storia dei regali al Berlusconi? Opporsi è un regalo, prosternarsi, invece, quella sì che è opposizione. La riforma è un tema vero, non sono conservatrice, è un nodo da affrontare. Ma una riforma costituzionale non può nascere come figlia di un risentimento, di una vendetta. Diciassette anni di continue critiche, di attacchi ai giudici da parte di Berlusconi, hanno lasciato il segno (Anna). (La Repubblica, venerdì 11 marzo 2011). Ancora ’sta storia del non essere conservatori? Difendere la Costituzione è conservatore, aiutare berluscìsti e leghìni a farne strame, invece, quello sì che è progressista. Ma la Finocchiaro è tosta, si sa, e detta le condizioni: se proprio vuol mettermi l’ombrello nel sedere, il cavalier Banana ci spalmi almeno sù un po’ di vasellina.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Qualcuno che ha voluto fare un regalo al Berlusconi a sua insaputa e non potendo donargli una casa come allo Scaiola, ché il Berlusconi ne ha già a bizzeffe, gli ha regalato qualcos’altro: Due misteriosi cittadini italiani si sarebbero recati in Marocco per tentare di manomettere il certificato anagrafico di Ruby Karima. Avrebbero avvicinato l’addetta comunale del paese di Flih Ben Salah, dove diciotto anni fa è nata la giovane marocchina, per tentare di retrodatare di due anni il suo attestato di nascita, in cambio di denaro. A svelare il particolare è stata, in un’intervista al quotidiano Il Fatto, la stessa dipendente comunale: “Prima mi hanno spiegato che volevano dare un’occhiata ai documenti d’anagrafe di questa tale Karima. Poi mi hanno fatto capire che la data di nascita annotata sul pubblico registro non era quella giusta. (La Repubblica, venerdì 11 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Marina Lazzati

Marina Lazzati

 

(su) Marina Lazzati (portatrice di moccichino verde e assessore all’Istruzione della provincia di Milano): Le note di Mameli hanno fatto alzare dalle loro sedie l’assessore all’Istruzione della provincia di Milano, Marina Lazzati, e i consiglieri leghisti, che hanno lasciato l’aula del Consiglio mentre suonava l’Inno d’Italia. Lo ha segnalato il consigliere del Pd Roberto Caputo, spiegando che in aula era presente una delegazione di studenti invitati, per l’iniziativa Un giorno con l’assessore, proprio da Marina Lazzati. (L’Unità, venerdì 11 marzo 2011). Un giorno con l’assessore? Un giorno con l’istigatrice al vilipendio della Patria, caso mai.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sergio Chiamparino: Sono in una fase di pessimismo: il Pd non ha futuro. Mi correggo: penso che così com’è il partito non abbia futuro. (La Repubblica, venerdì 11 marzo 2011). Parla per te. E per quelli come te.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Norman Bates, nei panni di sua madre, accoltella a morte una donna in "Psycho" (1960), di Alfred Hitchcock, dall’omonimo romanzo di Robert Bloch (1917 - 1994).Dalla rivista "Novella 2000": Noemi Letizia prima e dopo una presunta operazione di chirurgia plastica che ella avrebbe però smentito: nessuno, avrebbe dichiarato, è intervenuto sul suo viso e sul corpo con il "taglientissimo coltello per interventi chirurgici" (Dizionario Sandron della lingua italiana, 1984, p. 245) chiamato "bisturi".

A sinistra: Norman Bates, nei panni di sua madre, accoltella a morte una donna in Psycho (1960), di Alfred Hitchcock, dall’omonimo romanzo di Robert Bloch (1917 - 1994). A destra ― dalla rivista Novella 2000 ― Noemi Letizia prima e dopo una presunta operazione di chirurgia plastica che ella avrebbe però smentito: nessuno, avrebbe dichiarato, è intervenuto sul suo viso e sul corpo con il taglientissimo coltello per interventi chirurgici (Dizionario Sandron della lingua italiana, 1984, p. 245) chiamato bisturi.

 

(su) Silvio Berlusconi e Noemi Letizia: Sono un’insegnante d’Inglese della periferia di Napoli, completamente abbandonata dalla vita. Qualche tempo fa, guardando la tv, mi accorsi che una mia ex alunna era famosa per aver festeggiato il suo diciottesimo compleanno in compagnia del premier. Fu uno shock, la ricordavo con tenerezza: una ragazzina piena di entusiasmo, appassionata di danza. Come molte delle mie alunne, semplici e piene di speranze. Oggi la rivedo completamente trasformata. Ho sentito il premier accusare gli insegnanti della Scuola pubblica di inculcare valori diversi da quelli auspicati dalle famiglie. Ha ragione: tento disperatamente di avvicinare i miei studenti a un mondo di valori diverso da quell’unico che spesso anche le famiglie trasmettono. Ragazzi che vivono pensando che i soldi siano l’unica soluzione, che invidiano i tronisti e le soubrettine e che sperano di non essere falliti come me. In quel momento ho pensato di non aver abbastanza inculcato nella mente di Noemi valori diversi. (Lettera della prof.sa Mariella Leone ― mariella.leone@yahoo.it ― a La Repubblica di venerdì 11 marzo 2011). Chissà se la prof.sa Leone conosce lanonima collega, insegnante anche lei di Noemi Letizia, che nella puntata di Anno Zero del 7 maggio 2009 esclamò: Magari tutti avessero un papi!. In caso affermativo, saremmo davvero grati alla gentile prof.sa Leone se trovasse lei l’occasione e le parole, in vece nostra, per far capire a quella signora che cosa pensiamo di lei.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Vittorio Sgarbi da Berlusconia e Michelangelo Merisi da CaravaggioVittorio Sgarbi da Berlusconia e Michelangelo Merisi da Caravaggio

Vittorio Sgarbi da Berlusconia e Michelangelo Merisi da Caravaggio

 

(su) Vittorio Sgarbi: Parlando di... artisti e buffoni. Prendendo la parola prima del presidente del Consiglio, al museo diocesano di Milano per presentare la mostra su Caravaggio, Sgarbi ha parlato a lungo della vicenda artistica del pittore facendo a un certo punto un paragone tra l’artista e Berlusconi, “entrambi nati a Milano e anche lo stesso giorno, il 29 settembre”. (L’Unità, venerdì 11 marzo 2011). Ci mancava solo questa: non potremo proclamare quella data lutto nazionale senza offendere Caravaggio.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Francesco Rutelli e Walter VeltroniFrancesco Rutelli e Walter Veltroni

Francesco Rutelli e Walter Veltroni

 

(su) Francesco Rutelli e Walter Veltroni: La procura di Roma si è accorta che qualcosa non va. Pochi giorni fa ha sequestrato, negli archivi di Gemma, 5.000 pratiche di condono edilizio fuori termine. Vuole capire perché non siano state notificate ai proprietari. La verità è che impostate così, con le domande presentate e automaticamente insabbiate dal Comune, senza ruspe né multe, senza procedimenti né scandali, le sanatorie edilizie sono uno dei business più redditizi e politicamente più convenienti. Fanno girare soldi, ingrassano le casse delle amministrazioni quel tanto che basta e non scontentano nessuno. Dal 1994 al 2000 (giunta Rutelli) il Comune di Roma ha incamerato 383 milioni di euro grazie alle 251.000 concessioni rilasciate per i precedenti condoni. Il successore di Rutelli, Veltroni, è stato anche più fortunato: dal 2001 al 2005 le concessioni, circa 84.000, hanno fruttato mezzo miliardo di euro. Una montagna di soldi, spalmata in oneri di urbanizzazione e costi di costruzione, sborsata dai proprietari per “perdonare” il mattone nato illegale. Il segreto è non arrivare mai alle demolizioni. Che spezzerebbero la catena d’interessi che tiene in piedi tutto. (La Repubblica, venerdì 11 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Chiudi gli occhi e apri la bocca, Veltroni, che Ferrara ti ha fatto i gnocchi.Chiudi gli occhi e apri la bocca, Veltroni, che Ferrara ti ha fatto i gnocchi.

Chiudi gli occhi e apri la bocca, Veltroni, che Ferrara ti ha fatto i gnocchi.

 

(su) Walter Veltroni: Sono stato consigliere di Veltroni suggerendogli la vocazione maggioritaria e il partito liquido. (Giuliano Ferrara, intervista a La Repubblica di giovedì 10 marzo 2011). Il ruolo nefando del Veltroni e dei suoi compari e sostenitori (dal De Benedetti in giù) nei tragici eventi degli ultimi decenni è sempre più chiaro. Ma questa le supera tutte: il genio dalla faccia da tonto, il Forrest Gump più antipatico e sfigato della politica italiana, colui che all’inizio del 2008 fece cadere il governo Prodi e riconsegnò (forse per sempre) l’Italia a berluscìsti e leghìni, Walter corro-da-solo Veltroni, il più micidiale lingotto di tronfia inettitudine che sia mai caduto fra capo e collo sulla Sinistra dopo Tony Blair, si faceva (e forse si fa) non di una qualche sostanza psicotropa ma, peggio!, di Giuliano Ferrara, un individuo di cui non si fiderebbe neanche Pippo il compagno di Topolino! Che dire? Forse nemmeno la notizia che padre Pio appare al D’Alema ogni notte e gli detta la linea ci disgusterebbe così.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Boccia, Nannicini ed ErraniBoccia, Nannicini ed ErraniBoccia, Nannicini ed Errani

Boccia, Nannicini ed Errani

 

Francesco Boccia, Rolando Nannicini e Vasco Errani (piddìni che credono così tanto alla Befana del federalismo che aspettando di vederla passare in cielo a cavallo della scopa hanno perso un’ottima occasione di far imbufalire i portatori di moccichino verde fino a far cadere il governo): L’obiettivo è arrivare a un parere unico sottoscritto anche dall’altro relatore del Pidièlle Massimo Corsaro. Il Senatùr ha detto ai suoi di trattare. Abbiamo il dovere di vedere le loro carte e scoprire le nostre. Serve la perequazione, cioè un fondo unico cui attingere quando, accertato il rispetto dei costi standard nella Sanità, le singole regioni siano in difficoltà. Servono garanzie sull’assistenza non sanitaria: trasporto pubblico, istruzione. La progressività dell’Irpef. E un campione di 5 regioni anziché 3 per valutare i costi standard, in modo da dare qualche margine di manovra in più al Sud. Questi sono i punti. Se li portiamo a casa, non possiamo sottrarci al confronto. Se ci rispondono no voteremo contro (Francesco). È giunto il momento di dire basta agli scontri ideologici. Quando si discute nel merito non vado in commissione a dire abbasso Bossi e non m’importa molto di Ruby Rubacuori. Nel provvedimento si parla soprattutto di sanità. Non mi risulta che la marocchina sia malata (Rolando). Stiamo alzando l’asticella per piegare la resistenza di Tremonti. Ma Bossi ci ha fatto capire che si può chiudere (Vasco). (La Repubblica, giovedì 10 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Umberto Bossi: Gheddafi dice che gli avrei chiesto armi per la secessione della Padania? Per fortuna abbiamo tantissimi uomini e le armi le facciamo noi in Lombardia. Gheddafi è un gatto che sta affogando e si arrampica sui vetri. La storia insegna che chi spara sulla sua gente finisce male. Ricordate Umberto I? (La Repubblica, mercoledì 9 marzo 2011). Notare l’aggettivo: il portatore-capo di moccichino verde non sparerebbe mai sulla sua gente...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Donne nei consigli d'amministrazione delle principali società quotate, dati 2010 (da "La Repubblica" di mercoledì 9 marzo 2011).

Renato Schifani, il miglior autista di tutti i tempi e il solo che sia diventato presidente di un Senato, ha detto la sua sull'8 marzo.

Renato Schifani, il miglior autista di tutti i tempi e il solo che sia diventato presidente di un Senato, ha detto la sua sull’8 marzo.

 

Renato Schifani: Ormai la festa della donna è più goliardica che celebrativa, visto che l’eccellenza femminile ce la fa da sola. (La Repubblica, mercoledì 9 marzo 2011). Eccellenza Femminile, baciamo le mani:

l’ex autista del senatore La Loggia uora uora disse la sua sulla Festa della Donna.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Roberto Giachetti, rutelliano, dimenticato nel Pd come un ombrello rotto.

Roberto Giachetti, rutelliano, dimenticato nel Pd come un ombrello rotto.

 

Roberto Giachetti: Prudenza nel dichiarare guerra universale e preventiva a qualsiasi riforma della giustizia: l’unico modo per smascherare il bluff è vedere le carte. (La Repubblica, mercoledì 9 marzo 2011). Chi è il Giachetti? Un rutelliano. Rimasto nel Pd perché? Per insegnarci che la felicità non è possibile, in questa Valle di Lacrime, neanche nei luoghi che il Rutelli non tormenta più? Certo, ma non solo. Il Giachetti si è distinto anche per aver esternato contro la separazione dei poteri (luglio 2008) e contro la “pretesa” di Ignazio Marino che il Pd torni a essere un partito laico (luglio 2009). Si materializzava sempre a luglio, il Giachetti, in questa legislatura impreziosita dal suo volto da martire. Nel 2011, invece, eccolo uscire dal letargo già a marzo. Segno che ci aspetta un’estate rovente?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Roberto Maroni: L’Europa è già invasa, in un mese sono arrivati 8.000 clandestini, più che in tutto il 2010, c’è il rischio di un’invasione di massa per la crisi del Maghreb. (La Repubblica, martedì 8 marzo 2011). Marone il piagnucolone? Certo. Ma con l’occhio (tra una lacrima e l’altra) alle elezioni amministrative in arrivo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè

 

Daniela Santanchè: Dopo la vicenda della piccola Yara i magistrati dovrebbero dimettersi. Se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell’Olgettina, forse Yara sarebbe ancora viva. (L’Unità, martedì 8 marzo 2011). A questo punto, paragonare la Santanchè a uno sciacallo ci parrebbe offensivo. Per gli sciacalli. E poi come fa (la Santanchè) a essere così sicura che le risorse e le tecnologie spese per indagare sulle abitudini notturne del Berlusconi non serviranno a impedire che altre bambine facciano una bruttissima fine? Aspetti, aspetti con fiducia: ad Arcore, un giorno, si comincerà a scavare...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Giuseppe "Beppe" Fioroni

Giuseppe “Beppe” Fioroni

 

Giuseppe “BeppeFioroni (protestando, a modo suo, contro la legge liberticida che berluscìsti e leghìni stanno approntando sul cosiddetto biotestamento): C’è il rischio di introdurre una forma di eutanasia passiva, è una preoccupazione grave, il testo va corretto, torni in commissione. (La Repubblica, martedì 8 marzo 2011).

Matteo Renzi? Fioroni lo considera una specie di figlioccio. (La Repubblica, martedì 8 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Ceccanti, Morando e VeriniCeccanti, Morando e VeriniCeccanti, Morando e Verini

Ceccanti, Morando e Verini

 

Stefano Ceccanti, Enrico Morando e Walter Verini (piddìni veltroniani fioroniani gentiloniani, cioè di chiunque o quasi pur di non esser di sé stessi, poverini): Se la linea è quella di star fermi, faremo poca strada. Perché gli altri partiti si muovono. E si muove anche il quadro generale (Stefano). Senza voto anticipato a breve la larga alleanza non ha più senso. Abbiamo bisogno, invece, di seguire la rotta del Lingotto 2, di un nuovo congresso e di un nuovo leader. La risposta di Bersani è sbagliata (Enrico). Ci vuole un cambio di rotta deciso, altro che rimanere fermi sulle proprie posizioni. C’è un po’ di tempo a disposizione, il nostro problema oggi è allearci con gli italiani, non con i partiti. La coalizione è il punto di arrivo, non la base di partenza: nelle parole del segretario vedo un ragionamento ribaltato (Walter). (La Repubblica, martedì 8 marzo 2011). Ritornelli così stantii che neanche il Veltroni riesce più a ripeterli senza sbadigliare. E così vacui che il loro vero significato salta agli occhi: fermiamo Bersani prima che rimetta in piedi il partito! Ma si può sapere una buona volta chi vi manda, signore e signori veltroniani fioroniani e gentiloniani? E sia chiaro: domandare semplicemente chi vi mandi non è understatement, è un eufemismo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Mariastella Gelmini (presentando il libro di favole dedicato alla figlia attingendo alle storie popolari recuperate dalle pro loco d’Italia): La scuola è in grado di reggere. Abbiamo previsto un ridimensionamento della pianta organica legato al fabbisogno effettivo di cattedre... Nel tempo abbiamo avuto un proliferare di cattedre non proporzionato al numero degli studenti... Non licenziamo nessuno perché nella Pubblica amministrazione non si può e non si deve licenziare nessuno. Si tratta di contenere l’aumento del numero delle cattedre accumulato di anno in anno senza una ragione precisa: oggi questi esuberi non ce li possiamo permettere... Abbiamo siglato accordi con molte Regioni per favorire comunque l’impiego all’interno della scuola del personale precario. Il governo ha deciso, poi, di bloccare l’insorgere di nuovo precariato controllando il numero degli ingressi e facendo in modo che questo combaci con il numero effettivo di professori necessari. Ci siamo tenuti larghi, gli ingressi saranno il 30% in più dei professori necessari... La scuola non ha la capacità di fare occupazione all’infinito, diversamente ne va di mezzo la qualità. La scuola serve innanzitutto agli studenti, a formare la classe dirigente di domani, e quindi sono indispensabili gli investimenti nella qualità, non solo nel numero degli insegnanti. E alla scuola, poi, abbiamo chiesto lo stesso sacrificio che abbiamo imposto all’università, alla pubblica amministrazione, a tutti i comparti dello Stato. Si deve ridurre la spesa ordinaria e favorire gli investimenti in qualità. (La Repubblica, lunedì 7 marzo 2011). Balle che si contraddicono l’un l’altra. La verità è che la Gelmini, come una sorta di protesi, di artigli robotici comandati a distanza dal Tremonti, strangola la Scuola in una morsa che diventa ogni giorno più soffocante. E la Scuola muore, altro che “regge” ― con tutti i suoi Lavoratori, nessuno escluso, insegnanti, ausiliari, amministrativi, dirigenti, ostacolati in ogni modo, offesi, derisi nella sofferenza, umiliati ― ma non può neanche morire in pace, perché nell’agonia deve assistere impotente all’abbandono dei Bambini e dei Ragazzi privati di ogni risorsa, ammucchiati in aule sovraffollate, senza supplenti, senza laboratori, senza insegnanti di sostegno per i disabili, senza tempo pieno, senza niente. Mentre in tutta Italia gruppi di Genitori e di Lavoratori intentano cause civili contro il ministero, l’unica cosa vera che la Gelmini riesce a dire è che l’attacco condotto dal governo non è “solo contro la Scuola: ha ragione, questo non è “solo il governo dell’antiScuola; questo è il governo dell’antiStato, cioè della distruzione di tutte le difese dei Cittadini italiani dalle prepotenze degli individui come lei.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Umberto Bossi: La Lega Nord non tradisce nessuno, ci fosse stato qualcun altro al mio posto forse. Quando un’idea è nel cuore del popolo, niente e nessuno può fermarla. Non c’è magistrato che possa fermarla. Il federalismo ce l’avrebbero dato ugualmente, perché era nel patto elettorale. Berlusconi ha sempre mantenuto la parola. (La Repubblica, domenica 6 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Maurizio Sacconi, dimostrazione vivente che nell’Italia berluscìsta, sommamente giusta, nessuno è escluso dalle più alte cariche.

Maurizio Sacconi, dimostrazione vivente che nellItalia berluscìsta, sommamente giusta, nessuno è escluso dalle più alte cariche.

 

Maurizio Sacconi: Per le casalinghe avrei un’ideuzza: come incentivo agli acquisti la grande e la piccola distribuzione potrebbero dare non un set di piatti, ma un voucher previdenziale da versare all’Inps. (La Repubblica, domenica 6 marzo 2011). Un’ideuzza? Ti sottovaluti, Maurizio. È un’ideona: a chi più spende, più pensione! Sei una casalinga ricca? Con tutti i voucher che porti a casa ogni volta che fai shopping, avrai una pensione da favola! Sei una donna che lavora e non arriva alla fine del mese? A te, pensione al minimo. Nel regno di Lilliput diventava ministro chi saltava più in alto. Nel regno dei berluscìsti, più giusto, neanche i disabili sono esclusi dal potere.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Buonaiuti, Alemanno, Carfagna, Sacconi, Meloni, ? e Gelmini.

 

Mariastella Gelmini: La dignità delle donne non è né di destra né di sinistra e non può essere usata per attaccare Berlusconi. A chi si indigna nelle piazze va il mio rispetto, ma l’indignazione non è l’undicesimo comandamento.

(La Repubblica, domenica 6 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: Guarda che io sono stata lì ieri... no... l’altro ieri... non ho fatto niente, grazie a Dio, perché ero indisposta... Se fossi sicura che c’è qualcosa da prendere... Io ci andrei per fargli corta la notte. (Diana Gonzales, dominicana di 22 anni, La Repubblica, domenica 6 marzo 2011). Per fargli corta la notte? E che, ha paura del buio?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Io distruggo la Scuola e tu spieghi che faccio bene, perché è un gulag: una mano lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso.

Io distruggo la Scuola e tu spieghi che faccio bene, perché è un gulag: una mano lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso.

Io distruggo la Scuola e tu spieghi a tutti che faccio bene, perché tanto è un gulag:

così una mano lava l’altra,

e tutt’e due lavano il viso.

Io distruggo la Scuola e tu spieghi che faccio bene, perché è un gulag: una mano lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso.

 

Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini contro la Scuola degli Italiani: Io non ho mai attaccato la scuola pubblica. Ho solo detto, parlando a dei cattolici, che bisogna riconoscere alle famiglie cattoliche che mandano i figli alla scuola pubblica il diritto a non veder insegnati ai loro figli valori diversi da quelli in cui credono... Bisogna aiutare queste famiglie, magari con un buono-scuola, perché anche quelle meno abbienti possano mandare i loro figli alla scuola che vogliono... Noi abbiamo fatto la riforma della scuola per ridare dignità agli insegnanti che ricevono per quello che fanno uno stipendio inadeguato. Per la sinistra invece la scuola è sempre stata un serbatoio elettorale. Noi abbiamo difeso in modo concreto la scuola pubblica con le riforme e con un ruolo che presuppone la libertà d’insegnamento e il ripudio dell’indottrinamento politico e ideologico (Silvio). Io, quando difendo la Chiesa, lo faccio perché ci credo, non perché mi aspetto dei voti alle prossime elezioni. Da cattolico, difendo la competitività tra la scuola pubblica e quella libera, la definisco così. Ma so che quella pubblica è straordinaria. Le mie figlie studiano lì e hanno trovato insegnanti straordinari. (Pierferdy). (La Repubblica, domenica 6 marzo 2011). Sembra impossibile far peggio del Berlusconi, ma il Casini c’è riuscito: per lui le cosiddette “scuole” private sono libere, come se la Scuola vera fosse un gulag. Contro la Costituzione come i berluscìsti e i portatori di moccichino verde, e forse addirittura peggio.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Roberto Maroni: Vorremmo evitare che la Libia diventi davvero un nuovo Afghanistan, ma gli americani farebbero bene a darsi una calmata. Noi siamo qui, l’Europa è qui, è meglio dunque che ce ne occupiamo noi. (La Repubblica, domenica 6 marzo 2011). Vuole occuparsene lui? E come? Con un altro baciamano? Mandando al Gheddafi un altro centinaio di povere ragazze? Facendolo portatore ad honorem di moccichino verde?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Lucio D'Ubaldo.

Lucio D’Ubaldo.

 

(su) Lucio D’Ubaldo?: Una lista: 105 nomi e cognomi di lavoratori già assunti tra giugno 2009 e febbraio 2010, con contratti triennali, da Gemma (la società che per anni ha gestito per il Campidoglio le pratiche del condono edilizio) e rimasti a casa dopo il fallimento dell’azienda. Accanto al nome, la data del colloquio (gestito dalla società di consulenza Deas), una lettera per indicarne il profilo, il punteggio, la tipologia contrattuale e, soprattutto, lo sponsor: per circa la metà c’è un generico Comune di Roma. Nel resto dei casi ci sono politici, per lo più di centrodestra, segnalati per cognome: c’è un Cavallari (Enrico, assessore comunale?), un Malcotti (Luca, assessore regionale?), un Alemanno, un Lollobrigida (Francesco, assessore regionale?), ma anche possibili esponenti del centrosinistra, da D’Ubaldo (Lucio, senatore Pd?) a Mei (Mario, consigliere regionale Api?) Nuovo filone di Parentopoli? (La Repubblica, cronaca di Roma, domenica 6 marzo 2011). D’Ubaldo, D’Ubaldo... Chi è mai costui? È forse lo stesso D’Ubaldo, piddìno di Dio, che nel febbraio del 2009 votò con berluscìsti e leghìni l’obbligo di idratazione e alimentazione artificiale? O è per caso il D’Ubaldo che nell’aprile del 2009 chiese l’uscita del Pd dalla giunta del X Municipio di Roma “colpevole” di aver istituito e messo a disposizione di tutti i cittadini romani un registro dei testamenti biologici?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Roberto Maroni: Il ministro degli Interni Roberto Maroni e tutto l’esecutivo rischiano di essere denunciati alla Corte dei conti. Italia dei valori sta preparando l’esposto. Antonio Di Pietro sul suo blog ribadisce le cifre fatte (e contestate dal responsabile del Viminale), e cioè uno spreco di 300 milioni di euro per non aver accorpato le elezioni amministrative (il 15 e 16 maggio, con eventuali ballottaggi il 29 e 30) e i referendum contro il legittimo impedimento, sull’acqua e sul nucleare. (La Repubblica, sabato 5 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Mariastella Gelmini in un momento di profondo rapporto con Tarcisio Bertone e Joseph Ratzinger.

Mariastella Gelmini in un momento di profondo rapporto con Tarcisio Bertone e Joseph Ratzinger.

 

Mariastella Gelmini: Rispetto tutte le manifestazioni. Mi pare però abbastanza strumentale il difendere la scuola pubblica a fronte di un mancato attacco... Le parole di Berlusconi mi sembravano più la difesa di un principio, contenuto nella nostra Costituzione, che è la libertà di scelta. Ad ogni modo il presidente ha chiarito. La difesa della scuola pubblica sta a cuore a tutti. Dividere il Paese anche su questo tema mi sembra sbagliato. Nessuno vuole privatizzare la scuola pubblica, la scuola serve al Paese, non è né di destra né di sinistra. Nella scuola ci sono insegnanti che si dedicano con passione al loro mestiere, che godono di stipendi anche bassi e lavorano spesso in condizioni disagiate. Ma è stato un errore aver considerato la scuola come un ammortizzatore sociale... Qualche peccato d’ingenuità l’ho fatto: speravo di poter rendere alcuni temi bipartisan. Alla fine ho visto che così non era possibile... Ho perso un po’ di tempo al tavolo con i sindacati, pensando che si potesse arrivare in fondo assumendosi ciascuno le proprie responsabilità. (L’Unità, sabato 5 marzo 2011). Ogni parola una stilla di veleno: se non fosse per il posto che occupa e per i danni che fa, non si potrebbe che compatirla, povera donna.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

"L'Unità" del 25 febbraio 2011, Denis Verdini e "L'Unità" del 25 febbraio 2011."L'Unità" del 25 febbraio 2011, Denis Verdini e "L'Unità" del 25 febbraio 2011."L'Unità" del 25 febbraio 2011, Denis Verdini e "L'Unità" del 25 febbraio 2011.

L’Unità del 25 febbraio 2011, Denis Verdini e L’Unità del 25 febbraio 2011.

 

(su) Denis Verdini: Denis Verdini con un atto di citazione del 1° marzo chiede a L’Unità, ai giornalisti autori degli articoli e all’editorialista Stefano Fassina un milione di euro di risarcimento danni: ritiene infatti che la sua onorabilità sia stata lesa dagli articoli e dai titoli nei quali si riferisce del tentativo di corruzione, a opera di parlamentari di centrodestra, denunciato da Gino Bucchini, del Pd: “Mi hanno offerto soldi per passare coi Responsabili”. L’Unità continuerà a riferire dei quotidiani attacchi al Parlamento da parte di chi pretende di comprare il consenso. (L’Unità, sabato 5 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il fantasma della democrazia.

Il fantasma della democrazia.

 

Luciano Violante: Appena uscito dall’aula, Ingroia conferma che acquisirà la nota del Servizio centrale operativo della polizia che l’11 settembre 1993 metteva in allarme la commissione Antimafia sulla possibilità di una trattativa dei boss con “canali istituzionali”. Allarme che è rimasto protocollato negli archivi dell’Antimafia come fosse una carta qualunque e solo di recente è stato ritrovato. “Il rapporto della polizia non lo ricordo,” dice l’allora presidente Luciano Violante, “ma è certo che Cosa nostra ha sempre cercato un’interlocuzione con le istituzioni”. (La Repubblica, sabato 5 marzo 2011). Battezzato da Attilio Bolzoni lo smemorato di Palermo (uno dei due: l’altro è Claudio Martelli) il Violante continua a non ricordare. Ma forse è l’età... O magari è innamorato.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Massimo Cacciari mascherato da Wittgenstein per il Carnevale di Venezia.

Massimo Cacciari mascherato da Wittgenstein per il Carnevale di Venezia.

 

Massimo Cacciari: Il 17 marzo non festeggerò l’Unità d’Italia. Non la festeggio, punto e basta. Le uniche feste sensate sono quelle religiose, non vedo di che cosa stiamo discutendo, se l’università fosse aperta andrei a far lezione regolarmente. (L’Unità, sabato 5 marzo 2011). Il Cacciari festeggerà il Disunito d’Italia. Cioè, come sempre, sé stesso. Le feste che chiama “religiose”, infatti, le accetta perché sa che in realtà onorano lui.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La seconda generazione berluscìsta e leghìna in marcia: Gabriele "Batman" Moratti, Marina "Selvaggia-bellezza-dalla-pelle-bianco-latte" Berlusconi e Renzo "Trota" Bossi.La seconda generazione berluscìsta e leghìna in marcia: Gabriele "Batman" Moratti, Marina "Selvaggia-bellezza-dalla-pelle-bianco-latte" Berlusconi e Renzo "Trota" Bossi.La seconda generazione berluscìsta e leghìna in marcia: Gabriele "Batman" Moratti, Marina "Selvaggia-bellezza-dalla-pelle-bianco-latte" Berlusconi e Renzo "Trota" Bossi.

La seconda generazione berluscìsta e leghìna in marcia:

Gabriele Batman Moratti (indagato),

Marina Selvaggia-bellezza-dalla-pelle-bianco-latte Berlusconi (non indagata)

e Renzo Trota Bossi (non indagato).

 

(su) Gabriele Moratti: Indagato il figlio della Moratti. “Abusi nella villa in stile Batman”. Milano, struttura industriale trasformata senza permessi. (Titolo de La Repubblica di sabato 5 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè

 

Daniela Santanchè (a proposito degli Italiani residenti in Finlandia che hanno manifestato contro il Berlusconi al suo arrivo a Helsinki): È gente che non indossa la casacca della Nazionale. (La Repubblica, sabato 5 marzo 2011). Meno male che c’è lei a difendere l’immagine dell’Italia all’estero: Daniela Santanchè, detta il dito medio nazionale.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il granchio

Il granchio

 

(su) Silvio Berlusconi: Berlusconi è stato come al solito frainteso: quando lo scorso anno, sorprendendo tutti, aveva detto che entro tre anni avrebbe sconfitto il cancro, intendeva dire i malati di cancro. Dategli un anno di tempo e ci riuscirà: il governo infatti ha tolto fondi alla ricerca e all’assistenza ai malati di cancro devolvendoli al pagamento delle multe per le quote latte non rispettate dai produttori. Basterà togliergli qualche altra cosa e la promessa sarà mantenuta. Potrà gioire esclamando: “Fatto!”. (Lettera a La Repubblica di venerdì 4 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: Io Berlusconi non lo frequento. (Bruno Vespa, La Repubblica, venerdì 4 marzo 2011). Se perfino il Vespa si vergogna di lui, dev’esser proprio segno che il Berlusconi è alla frutta...

 

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(su) Roberto Maroni: Prima le amministrative, poi i referendum: l’election day chiesto dal centrosinistra e dai movimenti non ci sarà. Lo ha deciso il ministro degli Interni, Roberto Maroni, rendendo più difficile il raggiungimento del quorum sui quattro referendum scomodi per il governo e delicatissimi, con l’eventuale abrogazione del legittimo impedimento, per il cammino giudiziario del premier. Raddoppiando la macchina elettorale, denuncia compatta l’opposizione, lo sgambetto ai referendum costerà centinaia di milioni. (La Repubblica, venerdì 4 marzo 2011). Il Maroni e tutto il berluscìsmo-leghìsmo pensano forse che i referendum, separati dalle elezioni amministrative, saranno disertati? Credono forse gli elettori così stupidi da farsi togliere l’acqua pubblica e farsi seppellire sotto le centrali nucleari non perché lo vogliano ma per distrazione? Evidentemente sì: li credono così stupidi. Del resto, centinaia di migliaia di Lavoratori della Scuola non hanno forse votato per i berluscìsti e i portatori di moccichino verde pur sapendo che essi li avrebbero licenziati e sbeffeggiati? E milioni di persone, in tutta Italia, non hanno forse votato per i berluscìsti e i portatori di moccichino verde pur sapendo che essi avrebbero chiuso i loro ospedali, abbandonato agli speculatori i loro territori, mandato in rovina il loro patrimonio artistico e regalato cinque miliardi di euro a Gheddafi e altri cinque ai fabbricanti di aerei da guerra? Più stupidi di così...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Muammar Gheddafi: L’altro giorno ho parlato ai giovani, ho usato toni forti per incitarli a combattere. Adesso parlo a voi e al mondo, ascoltatemi con calma... Abbiamo costretto l’Italia a inginocchiarsi e a pagare i danni per il suo colonialismo, e ora l’Occidente si sente insultato perché l’Italia mi ha baciato la mano. (La Repubblica, giovedì 3 marzo 2011). L’Italia? Chi ti ha baciato la mano è stato l’amico tuo, il berluscìsta capo. Not in my name.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sacconi e MarcegagliaSacconi e Marcegaglia

Sacconi e Marcegaglia

 

Emma Marcegaglia e Maurizio Sacconi: Quello della flessibilità in uscita (cioè il “diritto” di licenziare quanto, come e quando ci pare, n.d.r.) è un problema che prima o poi va affrontato. Non possiamo continuare a eluderlo. C’è un problema di flessibilità in ingresso, forse eccessiva, con strumenti che vanno tarati, e un problema di flessibilità in uscita che, appunto, prima o poi va affrontato (Emma). Bisogna completare la regolazione del mercato del lavoro e dei rapporti di lavoro. Bisogna farlo d’intesa con le parti sociali (cioè pappa e ciccia con i sindacati proni ed escludendo quelli che non si piegano, n.d.r.). Nella stessa direzione va la bozza di un disegno di legge delega per un moderno Statuto dei lavori che potrebbe realizzarsi in questa legislatura (Maurizio). (La Repubblica, giovedì 3 marzo 2011). Persecutori ossessivi? Sorta di stalker dei Lavoratori? Mentre l’altra faccia del berluscìsmo, quella più propriamente berlusconiana, non sembra ossessionata che dagli affari propri e dalle escort. Peggio gli uni? Peggio gli altri? Difficile dirlo. Ma sempre di ossessioni si tratta.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Capozzi e Marchionne. Piccolo test: fra i due, a chi preferiresti affidare il tuo posto di lavoro?Capozzi e Marchionne. Piccolo test: fra i due, a chi preferiresti affidare il tuo posto di lavoro?

Capozzi e Marchionne. Piccolo test: fra i due, a chi preferiresti affidare il tuo posto di lavoro?

 

(su) Sergio Marchionne: Pino Capozzi, impiegato di Mirafiori, sta diventando un incubo (peggio del crollo delle quote sul mercato dell’auto) per il manager dei due mondi, Sergio Marchionne, “l’inarrivabile” secondo una sobria descrizione letta sul Corriere della Sera. Per la seconda volta l’amministratore delegato della Fiat è stato sconfitto in Tribunale dal suo dipendente ingiustamente licenziato. Ieri il giudice del lavoro ha confermato integralmente il giudizio d’urgenza dello scorso ottobre, quando Capozzi venne reintegrato al suo posto di lavoro perché l’azienda aveva violato l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori. Il comportamento antisindacale della Fiat è stato riconosciuto anche in primo grado e ora l’azienda potrà presentare ricorso dopo aver letto le motivazioni della sentenza. (...) Il caso dell’imipegato Capozzi merita un approfondimento e qualche riflessione, anche tra gli ammiratori di Marchionne, compresi quelli che lo hanno definito un socialdemocratico, perché è nei piccoli episodi, come potrebbe essere questa causa di lavoro, che si nasconde l’autentica filosofia di un manager, di un industriale, di un padrone si potrebbe dire. (...) Il 21 giugno 2010 Capozzi riceve una mail da una collega italiana: è un messaggio di solidarietà dei lavoratori di Tychy in Polonia con i loro colleghi di Pomigliano d’Arco, alla vigilia del referendum sulla condizioni imposte da Marchionne per produrre la Nuova Panda. Capozzi legge il messaggio e lo gira ai suoi colleghi, invitandoli a farlo circolare per sensibilizzare i lavoratori. Ma la mail finisce all’ufficio personale, che accusa l’impiegato di aver minato la credibilità aziendale. Conclusione: licenziato. Questa è la storia del licenziamento di Capozzi, che resta fuori da Mirafiori per quattro mesi (l’azienda, naturalmente, non gli ha pagato lo stipendio e ora sarà costretto ad avviare una causa individuale per ottenere i soldi) prima di essere reintegrato dal giudice. (L’Unità, giovedì 3 marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Carlo De Benedetti: D’Alema e tutto il Pd vogliono come candidato premier Mario Monti, che gode di prestigio mondiale. Oppure Mario Draghi. (La Repubblica, giovedì 3 marzo 2011). Lo statuto del Partito democratico stabilisce che il candidato premier è il segretario? Chi se ne frega. L’attuale segretario è stato votato dal 65% degli iscritti al partito? Chi se ne frega. Il De Benedetti dice che il partito vuole Monti o Draghi, e se lo dice il De Benedetti, così dev’essere. Mica solo il Berlusconi è bravo a fare il Berlusconi, sa?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi: Mollerei, ma non posso... Se una legge non piace al capo dello Stato, e al suo enorme staff che interviene puntigliosamente su tutto, torna alla Camera. Se non piace ai giudici, la Corte Costituzionale la respinge. Ne ho piene le scatole e non vedo l’ora di tornare a fare il cittadino privato. Ma se vado via, anche il 51% degli italiani che mi stima penserebbe che ho disertato. Non posso lasciare la mia carriera politica con il giudizio negativo del cento per cento degli italiani... Imbrigliato, privato di ogni potere... Liturgie burocratiche, introdotte dai padri fondatori... In Parlamento lavorano al massimo cinquanta persone, mentre tutti gli altri stanno lì a fare pettegolezzi... Abbiamo ancora i vecchi comunisti, noi diciamo bianco e loro dicono nero. Bersani apre la bocca e vedete cosa esce... Siete così simpatici che invito anche voi al bunga bunga. Ma resterete delusi, perché significa solo andare a fare quattro battute tra amici e ballare... E stasera ci vediamo il Milan per battere il Sud. (La Repubblica, martedì 1° marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Piero Fassino

Piero Fassino

 

Piero Fassino: Il voto alle primarie di Torino dà respiro al centrosinistra e al Pd. La classe dirigente nazionale non è fatta solo da chi sta a Roma. Ho deciso di mettermi in gioco e di candidarmi a sindaco perché penso che la classe dirigente non sia costituita solo dai vertici del partito romano, ci sono altre posizioni strategiche, come le grandi città, molto importanti. Hanno la stessa influenza. In tempi di federalismo il centrosinistra dovrebbe avere più consapevolezza della diversità dei territori e considerare con importanza questo criterio di scelta... Non è un caso che il sindaco di Milano, Letizia Moratti, sia un ex ministro, come il sindaco di Roma e il presidente del Veneto, oppure che il governatore del Piemonte, Roberto Cota, abbia guidato il gruppo parlamentare del suo partito alla Camera... Il segnale venuto dalle primarie di domenica ha un valore per tutto il Paese. Qualcosa sta cambiando e la nostra città è capofila di questo risveglio. Ogni volta che qui succede qualcosa se ne discute in tutta Italia e l’ultimo esempio è stato l’accordo di Mirafiori. (La Repubblica, martedì 1° marzo 2011). Prima dichiarazione del Fassino dopo aver vinto le primarie e pensate forse che per prima cosa ringrazi gli ingenui che lo hanno votato? Ma quando mai. Per prima cosa attacca Bersani. Poi si complimenta con il Pidièlle e con la Lega Nord. E infine saluta commosso Sergio Marchionne. Possibile che i Torinesi davvero di Sinistra vogliano come sindaco uno così?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Da "L'Unità" del 7 marzo 2011.

Da L’Unità del 7 marzo 2011.

 

(su) Mariastella Gelmini, Silvio Berlusconi, Giuseppe “Beppe” Fioroni, Letizia Moratti, Massimo D’Alema, Luigi Berlinguer, Franco Bassanini e altri individui: Secondo l’on. Gelmini, “il pensiero di chi vuol leggere nelle parole del premier un attacco alla scuola pubblica è figlio dell’erronea contrapposizione tra scuola statale e scuola paritaria. Per noi, e secondo quanto afferma la Costituzione italiana, la scuola può essere sia statale, sia paritaria. In entrambi i casi è un’istituzione pubblica, cioè al servizio dei cittadini”. Ma la Costituzione non dice questo, dice il contrario (articolo 33). Dice che “la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Dice che “la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”. L’articolo 34 aggiunge che “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”, e prescrive che la Repubblica privilegi, con borse e aiuti economici alle famiglie, “i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”. La Costituzione stabilisce dunque una chiarissima gerarchia. Assegna allo Stato il dovere di provvedere all’educazione dei cittadini (obbligatoria per i primi otto anni) e di garantirne l’uguaglianza con provvidenze ai “capaci e meritevoli”. Fa della scuola di Stato il modello a cui le scuole private devono adeguarsi, e non ipotizza nemmeno alla lontana due modelli di educazione alternativi e concorrenti. Ma come può essere mantenuta l’efficacia del modello, se la scuola pubblica viene continuamente depotenziata tagliandone personale e risorse, e per giunta irridendo chi ci lavora? Lo smottamento in direzione della scuola privata comincia coi governi di centro-sinistra (decreti Berlinguer del 1998 e 1999, legge 62 del 2000, governo D’Alema), e coi governi Berlusconi diventa una frana: si taglia la scuola pubblica e si incrementano i contributi alla scuola privata, sia in forma diretta che con assegni alle famiglie, e senza alcun rispetto per il merito degli allievi. A meno che il merito non consita, appunto, nell’aver scelto una scuola privata. Ed è dal 1999 (riforma Bassanini) che il ministero oggi ricoperto dall’on. Gelmini non si chiama più “della Pubblica Istruzione”, ma “dell’Istruzione” (senza “pubblica”). Anziché inveire contro “la scuola di Stato dove ci sono insegnanti che vogliono inculcare negli alunni principi contrari a quelli che i genitori vogliono inculcare ai propri figli”, ipotizzando una scuola pubblica dominata dalla sinistra, Berlusconi dovrebbe dunque ringraziare la sinistra per aver inaugurato con tanto successo la deriva in favore della scuola privata. Ancora una volta, l’uomo che per il suo ruolo istituzionale dovrebbe rappresentare lo Stato e il pubblico interesse agisce dunque come il leader dell’antiStato. A una Costituzione che assegna allo Stato il compito di dettare regole sulla scuola e di imporre ai privati il rispetto delle stesse regole (e l’onere di cercarsi i finanziamenti dove credono), si va così sostituendo, con l’applauso del ministro della già Pubblica Istruzione, una Costituzione immaginaria, nella quale “libertà” vuol dire distruzione della Scuola pubblica, vuol dire convogliare i finanziamenti pubblici sulle scuole private, vuol dire legittimare l’idea che nelle scuole pubbliche si “inculchino” principi antilibertari, mentre nelle scuole private tutto sarebbe automaticamente libero, perfetto, “costituzionale”. (...) Ma la “Costituzione materiale” di cui si va favoleggiando (cioè l’arma impropria con cui si vuol demolire l’unica e sola Costituzione, quella scritta) ha ormai come principio fondamentale il cinico abuso di quanto, nella Costituzione, può esser distorto a beneficio di una “libertà”, quella del premier, che consiste nell’elogiare l’evasione fiscale in un discorso alla Guardia di finanza (11 novembre 2004), nell’attaccare ogni giorno la magistratura, nel regalare al suo amico Gheddafi cinque miliardi di euro tolti alla scuola, al teatro, all’università, alla musica, alla ricerca, alla sanità, nel consegnare il territorio del Paese alla speculazione edilizia, nel legittimare col condono chi viola le leggi, nel creare per sé stesso super-condoni, usando le (sue) leggi contro la forza della Legge. “Inculcare principi”: questa la concezione dell’educazione (pubblica e privata) che Berlusconi va sbandierando. Fino a quando lasceremo che “inculchi” impunemente nell’opinione pubblica l’idea perversa che compito di un governo della Repubblica è smantellare lo Stato, sbeffeggiando chi serve il pubblico interesse?. (Salvatore Settis, La distruzione della Scuola pubblica, su La Repubblica di martedì 1° marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Michela Vittoria Brambilla

Michela Vittoria Brambilla

 

(su) Michela Vittoria Brambilla: Michela Vittoria Brambilla è un cane da polpaccio. (Silvio Berlusconi,

La Repubblica, martedì 1° marzo 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Annamaria Bernini (pidiellìna deputata): Esiste un senso tattile del potere. (La Repubblica, martedì 1° marzo 2011). Può darsi. Ma ti assicuro che quello preferisce chi ne ha un senso labiale e palatale.

 

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