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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Più Niente da Ridere

 

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo, invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò. Le immagini divennero quelle de "Il settimo sigillo" (1957), di Ingmar Bergman, e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò lItalia con sé nel mese di luglio del 2010

 

“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza.

Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi,

lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).

 

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo,

invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò.

Le immagini divennero quelle de Il settimo sigillo (1957), di Ingmar Bergman,

e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Luciano Violante: Nella tensione tra Fini e Berlusconi si scontrano il modello di partito carismatico e quello democratico. E il primo, purtroppo, rischia di far presa anche fuori dai confini del Pidièlle. Ma è capitato anche a me, quando ero presidente della Camera, di avere problemi con il presidente del Consiglio o con ministri. Tutti gli uomini di governo sono propensi a considerare il Parlamento un impaccio. Berlusconi non è il primo e non sarà l’ultimo. Come mi regolavo io? Risolvevo i dissidi con incontri a quattr’occhi. (La Repubblica, sabato 31 luglio 2010). L’idea del Violante che si debba preferire il modello democratico a quello carismatico è proprio carina, vera? Sì, il Violante non ha tutti i torti quando si congratula con sé stesso per essere il migliore dei migliori, in fatto di giochi di specchi... Peccato solo che poi si tradisca sempre: per esempio, ammettendo che il modello democratico, per lui, è quello degli incontri a quattr’occhi. Lo sapevamo, Luciano, lo sapevamo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Mara Carfagna

Mara Carfagna

 

(su) Mara Carfagna: Ionela, romena, pensava di dover lavorare in un ristorante, non sapeva che il marito l’aveva venduta ai suoi sfruttatori. A salvarla un numero di telefono o, meglio, una delle 14 postazioni locali del numero verde antitratta, che dalla mezzanotte di questa sera chiuderanno i battenti. Il governo infatti ha deciso di sopprimere dal 1° agosto tutti i 14 uffici territoriali per sostituirli con un’unica postazione centrale e ridurre i costi: “Un regalo alle organizzazioni criminali” denunciano gli enti pubblici e le associazioni impegnate nell’assistenza alle vittime di tratta. (La Repubblica, sabato 31 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

L'esclusione della Sinistra dal Parlamento? Ecco un caso in cui è stata un bene. Per la serie: "Perfino Veltroni non vien solo per nuocere".

L’esclusione della Sinistra dal Parlamento? Ecco un caso in cui è stata un bene. Per la serie: Perfino Veltroni non vien solo per nuocere.

 

(su) gli ospiti di Silvio Berlusconi e Gianfranco Rotondi: Festa per i cinquant’anni di Gianfranco Rotondi. Il presidente del Consiglio si vede ora imbrigliato dalla vitalità di donna Assunta (ma donna de che?, n.d.r.), ora tampinato dall’onorevole De Gregorio in grandissima forma; ma dal punto di vista estetico, come in certi quadri di corte cinquecenteschi, le figuri più godibili allo sguardo risultano quelle di contorno, per cui ecco spuntare qui un ilare Buttiglione, lì un perplesso Klaus Davi, lì in fondo Marzullo opportunamente scapiglione. Ci sono frotte di ministri, un sacco di Rai, il sindaco Alemanno, il dottor Cardia, il generale Pollari, Formigoni da Milano e, per non farsi mancare nulla, a perenne monito delle responsabilità della sinistra, c’è pure l’ex ministro Pecoraro Scanio. Ma soprattutto, come in un film, ci sono gli eroi della P3: l’eroico Verdini, con la moglie, e il sottosegretario Caliendo; e se anche la cosa può risultare imbarazzante, senza troppo sottilizzare sui motivi, a uno dei tavoli c’è pure quel povero Caldoro al quale i simpaticoni di Palazzo Pecci Blunt avevano preparato un bel crostino. (La Repubblica, sabato 31 luglio 2010). Povero Caldoro: forse ci sarà andato perché si è innamorato della Brambilla. E Pecoraro Scanio? Forse per nostalgia: per tentare di leggere di nuovo sulle labbra del Berlusconi, come qualche anno fa in Parlamento, (lo documentò Blob), la paroletta cretino.

 

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(su) Nicola Nichi Vendola: Siamo alle solite. Talmente condizionati dalla non-politica berlusconiana, continuiamo a sfidarlo sul suo stesso campo. Che è quello della personalizzazione della politica, della assoluta mancanza di un progetto compiuto e definito, dell’assenza di un’identità chiara e distinta. L’assurda politica del nome apposto sotto il simbolo del Partito. Un nome dietro l’altro, un carosello di unti dal Signore, di presunti salvatori della Patria. Oggi tocca a Nicola Vendola. È uscito allo scoperto: a lui Ritanna Armeni attribuisce non ben specificate proprietà taumaturgiche (sarà per la sua fede in padre Pio?) che potrebbero permettergli di “vincere le primarie del Pd”. Primarie del Pd? Cioè? Semmai le primarie di coalizione, come quelle che videro protagonisti Prodi e Bertinotti. Ma tant’è. È partita la volata tirata con la consueta parzialità di certa stampa che afferma che Vendola piace ai militanti del Pd e ad alcuni dirigenti. Si elencano intellettuali che tifano per lui, si fanno i nomi di imprenditori, si tirano per la giacchetta personaggi come don Luigi Ciotti. Il Pd? Vendola affascina i simpatizzanti del “partito liquido” nella base, dei giovani, delle “anime belle”, molti malpancisti cronici, ma soprattutto è il grimaldello che alcuni dirigenti in discesa, sconfitti dalle loro stesse armi, le primarie, vorrebbero usare per scardinare una segreteria che non gradiscono. La riproposizione è quella, di nuovo, di un partito liquido, senza un progetto politico, che improvvisamente individua un leader, se ne appropria e lo immola sull’altare della Patria. Verrebbe da dire: e no, adesso basta falsi miracoli! Il Pd dovrebbe ripartire dal semplice, classico schema, ovvero una piattaforma programmatica seria, riformista, aperta, in cui tutti si riconoscano e che dia a questo centrosinistra quell’identità di cui si sente l’esigenza. E nel frattempo cercare i giusti “interpreti” di quelle idee e dopo trovare quel leader in grado di battere le destre. Incantare il popolo, suggestionarlo, è facile. Lo abbiamo visto. Rinunciare, anche a sinistra, alla proposizione di un serio progetto politico che sia alternativa credibile al populismo superficiale delle destre, è quanto mai grave. E il fenomeno Vendola rischia di significare questo, leader di un partito che non arriva nemmeno al 3% alla perenne ricerca di una casa in cui inserirsi e che rincorre la vecchia e cara ideologia della soddisfazione dei bisogni dimenticando ancora una volta quel difficile discorso legato alle esigenze degli esseri umani. L’esigenza dell’Italia è un’altra. È l’esigenza di ricreare un pensiero politico nuovo, di centrosinistra, riformista, capace di coniugare l’uguaglianza con la libertà, che abbatta le disuguaglianze sociali e al contempo favorisca la realizzazione di ciascuno. Un progetto politico nuovo che ribadisca la priorità della politica e che, soprattutto, rimetta l’uomo al centro, una sorta di nuovo Umanesimo. Questo finora non c’è stato. Qualcosa nel Pd si muove, qualcuno timidamente ne fa cenno, ma di certo non si vede in Sel e neanche nel suo leader. Un personaggio costruito, gommoso, parte di una liturgia che lo vuole di sinistra, comunista, cattolico, devoto di padre Pio, onesto, vincente, insomma una sorta di Frankenstein buono per tutte le stagioni. Il prodotto di quel massimalismo derivante dalla disperazione politica. Quella disperazione in cui siamo caduti per la mancanza di un pensiero e dalla quale, non trovando vie d’uscita, ci sentiamo sopraffatti e ossessionati. L’uscita di emergenza che ci viene proposta, l’uomo della provvidenza, non è però reale, è un palliativo, una falsa rappresentazione della realtà. Ha detto Vendola: “Dobbiamo smetterla di concepire la politica come semplice e feroce competizione. L’idea che la politica sia solo competizione, annientamento del nemico, è l’espressione del berlusconismo che è dilagato nella nostra società e si è largamente insediato anche a sinistro”. L’espressione più forte del berlusconismo è invece, a nostro avviso, la personalizzazione della politica da lui largamente praticata (le fabbriche di nichi, il suo nome riportato nel simbolo del partito, l’esercito di Nichi). È proprio ipotizzare che possa esistere un modo di fare politica diverso da una sana competizione delle idee, l’espressione più verace del berlusconismo. È il partito dell’amore, l’“animabellismo”, il voler sfumare a tutti i costi i colori e le differenze creando un indefinito acquerello populista dove non c’è differenza fra destra e sinistra, dove si può dire tutto e il contrario di tutto. Nel quale sopravvivono solo i leader in tv che evocano improbabili scenari travolgenti e traboccanti di passioni. L’assunzione del maggioritario, una scellerata legge elettorale e un falso presidenzialismo hanno alimentato questa personalizzazione della politica, svuotando di fatto le assemblee elettive. E il vero tema per il quale i parlamentari di centrosinistra si sarebbero dovuti incatenare in aula è la riforma di questa legge elettorale. Ma tutto tace. L’idea invece, il sogno, il progetto, il desiderio è quello di ripartire dal Partito, di creare una vera forza politica, di centrosinistra, aperta, riformista, dialogante, responsabile, solidale ed egualitaria. Sotto il vessillo del Pd e dialogare poi con il centro. I leader, la classe dirigente verrà fuori da sola, senza bisogno di evocare nuovi uomini della provvidenza. Nicola Vendola sfida il Pd sul suo campo, quello accidentato delle primarie. È un suo diritto e nessuno glielo può negare, ma nessuno all’interno del Pd dovrebbe pensare di poterlo sfruttare per altri fini, sicuramente meno nobili. Una volta questo si chiamava “intelligenza con il nemico”. Ora, più semplicemente, non si chiama nemmeno più. E non riusciamo neanche a indignarci. Berlusconi ci ha scippato anche questa capacità. (Gianluca Santilli, dell’esecutivo del Pd di Roma, su left di venerdì 30 luglio 2010).

 

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(su) Umberto Bossi, Manuela Marrone e Mariastella Gelmini: Tra i complementi dello scempio della Scuola pubblica da parte della nostra classe dirigente, registriamo anche il finanziamento statale alla scuola bosina (varesina) di Manuela Marrone, moglie di Umberto bossi. La scuola bosina è stata fondata nel 1998 dalla maestra Marrone. (...) Suo scopo è salvaguardare la conoscenza del dialetto e delle tradizioni locali. (...) Come nelle scuole religiose israeliane (sempre più diffuse e in parte finanziate dallo Stato) è considerato inutile ogni insegnamento che prescinda dalla religione, così nella scuola padana della maestra Marrone tutto quello che non ruoti intorno a “territorio”, “tradizioni locali” e “identità” appare secondario e superfluo. Coerentemente, i leghisti-nordisti pretendono che i docenti già abilitati all’insegnamento e che aspirano a ottenere una cattedra oltre la linea gotica superino pure un test di cultura locale. (...) E per la scuola bosina, che dovrebbe fare da battistrada, la commissione bilancio del Senato con vicepresidenza leghista-nordista, vista l’alta finalità, ha inserito nella cosiddetta “legge mancia” (un finanziamento di deputati e senatori a enti amici) un contributo di 800.000 euro in due anni. Con grande spregio verso le Scuole pubbliche, in condizioni disperate e da una parte impossibilitate a riscuotere crediti per centinaia di migliaia di euro che vantano nei confronti dell’amministrazione centrale, e dall’altra diffidate dal ministro Gelmini dal chiedere contributi volontari alle famiglie degli studenti. (Giuseppe Benedetti su left di venerdì 30 luglio 2010).

 

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Silvio Berlusconi: Fini ha via via evidenziato un profilo politico di opposizione al governo, al partito e alla persona del presidente del Consiglio. Le posizioni di Fini si sono manifestate sempre di più come uno stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del programma di governo, come una critica demolitoria alle decisioni prese dal partito. I nostri elettori sono sempre più sconcertati e non tollerano più che nei confronti del governo ci sia un atteggiamento di opposizione permanente, spesso in sintonia con la sinistra. Non sono più disponibile ad accettare una forma di dissenso nel partito che si manifesta come una vera e propria opposizione, con tanto di organizzazione e un vero e proprio partito nel partito, pronto a dar vita a un’aggregazione politica alternativa al Pidièlle. Questo gioco al massacro è incompatibile con la storia del nostro partito e con i nostri elettori. Era l’ora di fare chiarezza. (La Repubblica, venerdì 30 luglio 2010). Paradosso: il Pidièlle, espellendo il “fascista” in quanto troppo liberale, getta la mschera e si rivela, a tutti gli effetti, un partito totalitario di estrema destra.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Ce lo vedete, con quelle religiose manozze, a picchiare una donna incinta o con un neonato in braccio? No, non è possibile.

Ce lo vedete, con quelle religiose manozze, a picchiare una donna incinta o con un neonato in braccio? No, non è possibile.

 

(su) Sandro Bondi: “Ho querelato Sandro Bondi”. Guai familiari-giudiziari in arrivo per il ministro dei Beni culturali. Maria Gabriella Podestà, per quindici anni moglie di Bondi, racconta a Novella che il suo ex marito trascura il figlio dodicenne: “È dal 23 maggio che non lo vede: se il ragazzo non accetta di incontrarlo assieme alla sua compagna, l’onorevole Manuela Repetti, il ministro si rifiuta di vedere lui”. E per questo la donna vuole rivedere la separazione consensuale. L’ex moglie dice anche che il suo matrimonio finì nel ’98 quando Bondi la prese a schiaffi. (La Repubblica, venerdì 30 luglio 2010). Ci rifiutiamo di credere che il Bondi abbia preso a schiaffi una donna. Che per di più era sua moglie. Che per di più, nel ’98, se il bambino ha oggi 12 anni, era incinta o aveva in braccio un neonato, mentre sarebbe stata presa a schiaffi. No, non lo crediamo: se fosse vero, il Bondi sarebbe un criminale violento. Non è possibile. Attendiamo fiduciosi una smentita.

 

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(su) Sergio genius Marchionne: Il modello Marchionne fa già scuola: ora le imprese vogliono accordi separati. Aziende come Indesiti e Sirti e intere associazioni imprenditoriali tentate dalle deroghe al contratto dei metalmeccanici. (Titolo de La Repubblica di venerdì 30 luglio 2010). E si capisce così come mai la Fiat non sia riuscita ad acquistare la Opel: i sindacati tedeschi gli hanno fatto capire che il Paese non gli avrebbe mai permesso di comportarsi come sta facendo in Italia, dove il governo latita e anche esponenti del centrosinistra, vedi Chiamparino, rilasciano dichiarazioni identiche a quelle della Lega Nord. (Left, venerdì 30 luglio 2010).

 

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A furia di andar male con lo Stato, dove potevano finire? Al Cepu.

A furia di andar male con lo Stato, dove potevano finire? Al Cepu.

 

(su) Mariastella Gelmini e Silvio Berlusconi: Caro Augias, ho notato con piacere che la visita del ministro Gelmini e di Berlusconi alluniversità telematica di Cepu, E-Campus, ha spinto Giuliano Foschini di Repubblica (26.07) a ricordare che quell’ateneo è sotto inchiesta e che nel corpo insegnante figura Marcello Dell’Utri (Storia contemporanea) condannato anche in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. È quindi ben evidente che le motivazioni profonde della mobilitazione che sta attraversando gli Atenei pubblici italiani, con i ricercatori in prima linea, risiedono nel valore simbolico di atti del genere: come può essere credibile un ministro della Repubblica italiana, l’avvocato Gelmini, che si spaccia per riformatore del sistema universitario e, allo stesso tempo, rende i suoi ossequi (guarda caso, proprio mentre il suo Ddl è in discussione al Senato) a un’università che è 1) privata 2) sotto inchiesta e 3) dove insegnano docenti condannati alla detenzione per mafia. Cosa deve aspettare la classe accademica per rivoltarsi di fronte a simili oltraggi? Aspettare la nomina di Riina a rettore? Paolo Donadio, Università degli Studi di Napoli Federico Il, p.donadio@unina.it. Corrado Augias: Un istinto infallibile conduce sempre il presidente del Consiglio, con al seguito un qualche ministro, nei posti sbagliati. Doveva visitare un’università, quale sceglie? Il Cepu, creatura di Francesco Polidori il quale ha prima inventato una scuola per recuperare esami e anni perduti, poi addirittura un e-campus, ovvero un’università elettronica presso la quale ci si può laureare senza avervi mai messo piede. Ingegneria compresa. Come giustamente sottolineava Giuliano Foschini, il decreto ministeriale che dava riconoscimento legale all’università è stato firmato dall’allora ministro della Pubblica istruzione Moratti in extremis, cioè quando il gabinetto di cui faceva parte era già caduto. Ecco un esempio da citare, per esempio nei corsi del Cepu, o con una targa bronzea nell’atrio, a conferma che la volontà può davvero vincere ogni ostacolo. La campagna pubblicitaria di questo dinamico istituto ha tale potenza che la Procura di Bari ha aperto un’inchiesta esplorativa per capire un po’ meglio come stanno le cose. Basta pensare che questo strano e-campus ha un solo professore di ruolo, tutti gli altri sono a tempo determinato o a contratto. Il Cun (Consiglio universitario nazionale) ha manifestato la sua contrarietà a questo tipo di strutture chiamiamole leggere. Ebbene: dovendo visitare un’università, dov’è andato il presidente del Consiglio? Al Cepu. Abbiamo in Italia almeno due ottimi politecnici, alcune illustri facoltà umanistiche, notevoli università economiche, scuole di alto (residuo) prestigio che tengono a galla il sistema formativa. Poteva scegliere una di quelle? No: il Cepu. (La Repubblica, venerdì 30 giugno 2010). Hanno scelto bene, invece, il Berlusconi e la Gelmini: è proprio in luoghi come quelli che vanno giustamente a finire tutti i poveri studenti che nelle Scuole dello Stato, cioè degli Italiani, non ce la fanno.

 

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(sul) Pidì: Napolitano esprime “vivo apprezzamento per lo sforzo convergente e responsabile di maggioranza e opposizione”. Un “risultato auspicato” dal capo dello Stato, che per quattro volte aveva sollecitato le Camere a rispettare l’impegno delle nomine in tempo per la scadenza del vecchio Consiglio superiore della Magistratura. Tiene l’intesa bipartisan che fa storcere il naso ai dipietristi, ai seguaci di Ignazio Marino nel Pidì, ovviamente ai finiani. Marcia verso la vicepresidenza il centrista Michele Vietti che, per tutta la giornata e spesso assieme al leader dellUddiccì Casini, ha misurato il Transatlantico all’attenta ricerca di consensi. Seguito passo passo da Roberto Rao, l’ex portavoce di Casini oggi deputato. Il Pidì manda a Palazzo dei Marescialli l’avvocato di D’Alema ed ex senatore Guido Calvi con il docente di procedura penale a Roma Glauco Giostra. Sono i due nomi che, di mattina presto, quando si riuniscono i due gruppi del partito, portano Marino a contestare “l’assenza di qualsiasi confronto” e la logica che “torna sempre alle solite culture, il Piccì e la Diccì”. L’eurodeputata Deborah Serracchiani parla di “crisi di credibilità” per il via libera a Vietti, cui “gli elettori del Pidì contestano un curriculum in cui si legge che ha fatto per due volte il sottosegretario di Berlusconi”. È la stessa accusa dell’ex pm De Magistris per via dei voti su leggi ad personam come il falso in bilancio e il legittimo impedimento. Ma il segretario Bersani tronca le polemiche perché “non si possono accettare posizioni difformi” da quelle votate dai gruppi (quattro contrari e sei astenuti su trecento) “per un basilare principio di lealtà”. Per Dario Franceschini la convergenza su Vietti evita la possibile elezione di un vicepresidente del Pidièlle. (La Repubblica, venerdì 30 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(La Repubblica, venerdì 30 luglio 2010).

(La Repubblica, venerdì 30 luglio 2010).

 

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(su) Giulio Tremonti e tutto il cucuzzaro dell’antiStato berluscista: La Camera rinnova la fiducia alla strategia dei tagli stabilita da Tremonti e nella sforbiciata da 25 miliardi di euro viene reciso anche il verde italiano. Ventitré Parchi nazionali riceveranno, dal 2011, metà dei finanziamenti finora disposti, al pari di ogni altro Ente pubblico colpito dalla manovra. Già gestite “con pochissime risorse umane e finanziarie che hanno subìto consistenti riduzioni di bilancio negli ultimi tre anni,” avverte l’Unione dei Parchi italiani insieme a una fitta rete di associazioni, le aree protette “non riusciranno a sopravvivere al dimezzamento dei finanziamenti”. (Terra, giovedì 29 luglio 2010).

 

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Sergio genius Marchionne: I diritti sono legati prima di tutto ai doveri. Si vogliono sempre i primi e non i secondi. Io non mi aspetto niente quando mi sveglio la mattina. (La Repubblica, giovedì 29 luglio 2010). I Diritti Umani non son legati ad alcunché: se dipendessero da checchessia, non sarebbero Diritti ma revocabili concessioni del potere, del padrone o del caso. Eppure non crediamo che il Marchionne, in questa materia, sia ignorante come le sue rozze parole farebbero pensare: che abbia interiorizzato gli edificanti predicozzi del Bertone? Si spiegherebbe, così, come mai il poveretto, quando si sveglia la mattina, non si aspetta niente: bassissima autostima e scarsa consapevolezza dei propri inalienabili Diritti sono tipiche di chi ha creduto alla negazione religiosa dell’Essere Umano.

 

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(su) Sergio genius Marchionne: Ancora uno strappo di Sergio Marchionne verso la nuova era da lui definita il dopo Cristo. Lo ha fatto mettendo in piedi una newco, una nuova compagnia per Pomigliano, soluzione che potrebbe essere propedeutica, nelle intenzioni del Lingotto, alla disdetta del contratto nazionale di lavoro da parte della Fiat e alla sua uscita da Federmeccanica e Confindustria. Una mossa, quest’ultima, che chiama in causa i vertici di viale dell’Astronomia e per altri aspetti sindacati e governo, perché è chiaro che così la Fiat si candida a fare da apripista verso un sistema inedito di rapporti sociali. (La Repubblica, mercoledì 28 luglio 2010). Dalla Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, alla Fiap, Fabbrica Italiana Automobili Pomigliano. In attesa della Flop. E tuttavia bisogna riconoscere che il Marchionne ha saputo colmare un vuoto: individui che si credono Cesare e al contempo Napoleone ce l’abbiamo già, uno che è riuscito a farsi chiamare Benedetto XVI anche: Cristo ci mancava.

 

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Marcello Dell’Utri: A Palermo, quindici anni fa, ho parlato per diciassette ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base delle mie dichiarazioni. Da allora ho imparato. Quella di avvalersi della facoltà di non rispondere è una mia regola fissa, è fondamentale per chi è indagato. La consiglio a tutti, anche perché è la legge a darne la possibilità. (La Repubblica, mercoledì 28 luglio 2010). Come dargli torto? Uno che in tv dichiarò in diretta di aver mafiato, certe precauzioni contro la propria bocca deve prenderle. Magari le avesse prese anche contro tutto il resto del corpo.

 

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Massimo Cacciari: Le primarie? Dove c’è incertezza è giusto fare una consultazione. Ma un grande partito andrebbe sùbito da Casini. Per offrirgli l’alleanza e la candidatura a premier. Mossa audace? Ma questo fanno le forze politiche quando sono davvero grandi, se non pensano solo alle rendite di posizione. Non era audace il compromesso storico?

(La Repubblica, mercoledì 28 luglio 2010).

 

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Sono così intelligente che certe volte debbo puntellarmi la testa con entrambe le mani!

Sono così intelligente che certe volte debbo puntellarmi la testa con entrambe le mani!

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni: Il candidato premier non lo sceglieremo con le primarie. Al massimo faremo delle primarie finte, come quelle di Prodi. Ma al momento giusto uscirà fuori un nome forte dal mondo dell’Italia che produce. E anche Vendola farà un passo indietro. (La Repubblica, mercoledì 28 luglio 2010). Niente da fare: “Beppe” è sempre il più intelligente. Chi altri avrebbe la genialità di ammettere, addirittura allegramente, che il Pidì con l’elettorato di Sinistra ha sempre finto, finge e fingerà?

 

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(su) Nichi Vendola: In Puglia i consiglieri regionali si danno molto da fare anche per tutelare chi li ha preceduti. Lo scorso 22 marzo l’aumento dei vitalizi varato nel 2003 è stato applicato anche ai consiglieri andati in pensione prima della riforma. Una decisione che pesa per 268.000 euro all’anno. L’aumento lordo per i tredici consiglieri interessati è di 1231 euro. (La Repubblica, mercoledì 28 luglio 2010). Il D’Alema prenda nota: questa è prosa della più bell’acqua, proprio come piace a lui, e non la poesia che tanto gli dispiace.

 

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(su) l’Italia dell’antiStato: Se fosse per questo Governo, non si arriverebbe mai alla verità né sulle stragi di via DAmelio e di Capaci, né tanto meno sulla cosiddetta trattattiva. Ne è convinta Laura Garavini, capogruppo del Partito democratico in Commissione Antimafia. Molti dei provvedimenti del centrodestra, a partire dalla negazione del programma di protezione a Gaspare Spatuzza, ad avviso della parlamentare democratica, si inseriscono in una cornice precisa: “La trattativa tra Stato e mafia è ancora in corso”. Condivide le critiche di Granata al provvedimento firmato dal sottosegretario Mantovano nella vicenda di Spatuzza? “Concordo con Granata. L’unica parola che trovo per definire la posizione di Mantovano è: scandalosa. Si è assunto una responsabilità pesantissima non concedendo il programma di protezione a Spatuzza. Lei ci vede dietro una strategia precisa? “Si vuole tappare la bocca a chi parla. È una squallida operazione che cerca di rendere difficile il lavoro a chi cerca la verità. Le procure che stanno indagando sulle vicende delle stragi e della trattativa si trovano drammaticamente sotto organico. Abbiamo anche mandato un esposto al Csm, ma dubito che a breve la situazione possa cambiare. Non credo che da parte del Governo e di Mantovano possano esserci risposte a certi quesiti”. Perché si dovrebbe insabbiare la verità sulla trattativa? “Perché la trattativa è ancora in corso. Anzi, credo proprio che si stia concludendo in questi mesi”. Si riferisce a una trattativa tra settori dello Stato ed esponenti di Cosa nostra? “Esattamente”. E quali sarebbero i punti sui quali oggi si contratta? Sono gli stessi del papello di Ciancimino? “Provvedimenti come quello sulle intercettazioni oppure lo scudo fiscale o ancora la negazione del programma di protezione ai pentiti che collaborano con i magistrati sono regali che non sono stati fatti alla mafia all’epoca, ma li stanno facendo ora”. Quali i sono i nomi dei politici che stanno partecipando a questa trattativa? “Putroppo non abbiamo le prove giudiziarie, ma sarei disposta a farli subito”. Ci sono dei precedenti? “Sì, nel caso di Dell’Utrì c’è una sentenza passata in giudicato che dimostra il suo ruolo nel corso della prima trattativa e fotografa i rapporti di Dell’Utri e, tramite lui, dell’allora imprenditore Berlusconi con Cosa Nostra, Dopo la sentenza del maxiprocesso, le famiglie mafiose cercano un nuovo interlocutore politico alternativo alla Dc. La fine della stategia stragista dimostra che la mafia è riuscita a trovare ciò che cercava. (Terra, martedì 27 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) l’Italia dell’antiStato: Gioele Magaldi è stato di parola. In un’intervista per il programma di Radio 24 La Zanzara, il leader del Grande Oriente Democratico aveva annunciato una lettera aperta a Silvio Belusconi. Che è apparsa ieri direttamente sul sito curato dallo stesso massone (www.grandeoriente-democratico.com). Origine del suo potere, relazioni scottanti e rapporti compromettenti. C’è tutto nella missiva, comprese pesanti minacce nel post scriptum: “Caro Fratello Silvio, con questa Lettera Aperta n° 1 (ne seguiranno altre, perche la posta in gioco è pìuttosto complessa e importante) cercherò di aiutare Te a recuperare memoria e consapevolezza degne di un’aspirante statista (sono quasi ventanni che aspiri...). Nell’intervista a Radio 24, Magaldi specificava che “lo chiamo fratello perchè è ancora un fratello. I suoi rapporti con la massoneria non sono mai cessati. Berlusconi è un massone a tutti gli effetti e continua a frequentare la massoneria, italiana e internazionale”. Secondo Magaldi, esisterebbe una sorta di intesa tra la dirigenza della massoneria e l’attuale premier, che “ha costruito un sistema di potere che non avrebbe potuto costruire senza l’apporto di determinati ambienti massonici. Berlusconi,” continua Magaldi, ha bisogno di un network per gestire il potere”. La P3 “non esiste dal punto di vista formale. Esiste un sistema di massoni all’orecchio che non appaiono su elenchi ufficiali e fanno parte di una loggia coperta, che si occupa di orientare la vita politica del Paese”. Poi, la stoccata finale: “È impensabile che Dell’Utri, Verdini e Carboni si muovevano autonomamente. Berlusconi è un loro capo. Un altro andrebbe cercato in ambito della massoneria internazionale”. Come spesso accade quando si affronta questo argomento, si tratta di dichiarazioni di difficile verifica. Anche se il contenuto della lettera aperta pubblicata ieri aggiunge altra carne al fuoco, quando viene ricordato il rapporto privilegiato che Berlusconi ebbe “con il Gran Maestro Armando Corona (1982 - 1990)”, “gli amabili incontri e colloqui che avesti con lui nel corso di molti anni, alla presenza di altri estimatori della Via Iniziatica Massonica, come il Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga e i tuoi amici Flavio Carboni e Giuseppe Pisanu, per tacere di tanti altri”. E, soprattutto, “le relazioni ancora più significative con certi ambienti del milieu massonico internazionale, maturate dal 1992-93 in poi e di anno in anno sempre più rafforzatesi e perfezìonatesi”. Secondo Magaldi, il Berlusconi arruffone e simpatico barzellettiere sarebbe solo “un velo di Maya”, una sapiente maschera con cui dissimulare “la tua autentica cifra come Uomo, come Iniziato, come Massone”. Per Mangaldi, “la natura reale della tua strategie e delle tue tattiche verso la Presa, la Ri-Presa e la Conservazione del Potere imprenditoriale, mediatico e politico in Italia (dagli anni settanta e fino ad oggi) è stata scandita da rapporti e relazioni con precisi personaggi, cenacoli e logge dell’establishment massonico mondiale”. La lettera prosegue con una panoramica sullo scenario politico italiano, il ruolo della massoneria e un’esortazione ai leader del centro sinistra. Per concludersi con un post scrìptum illuminante: “Che non venga in mente al Fratello Silvio Berlusconi e/o al Fratello Gustavo Raffi e/o a qualche loro scagnozzo o cortigiano di intraprendere azioni improprie e illegali nei riguardi di nessun membro di Grande Oriente Democratico... Primo: non siamo gente che porge l’altra guancia; secondo: per ogni azione simile c’è il rischiodi una reazione dieci volte più incisiva e dolorosa; terzo: credeteci, non ci sono le condizioni internazionali perché vi possiate consentire certe libertà. Rischiereste di farvi molto, ma molto male e di screditarvi definitivamente dinanzi a chi vi osserva e vi giudica, con la piena autorità per farlo. E la forza necessaria a sanzionarvi pesantemente”.

(Terra, martedì 27 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Curioso gesto (scaramantico?, nevrastenico?) di Nichi Vendola: mettere i mignoli in quella posizione simultaneamente e per un solo istante ci sembra impossibile, a meno di un allenamento durato anni: propendiamo dunque per l'ipotesi che il presidente della Puglia abbia "assunto la posizione" all'inizio dell'intervento e l'abbia mantenuta fino alla fine. Ma siamo disponibili a registrare ogni diversa congettura che ci fosse proposta. (Le foto sono dell'Unità del 26 luglio 2010: cliccale per ingrandirle!)Curioso gesto (scaramantico?, nevrastenico?) di Nichi Vendola: mettere i mignoli in quella posizione simultaneamente e per un solo istante ci sembra impossibile, a meno di un allenamento durato anni: propendiamo dunque per l'ipotesi che il presidente della Puglia abbia "assunto la posizione" all'inizio dell'intervento e l'abbia mantenuta fino alla fine. Ma siamo disponibili a registrare ogni diversa congettura che ci fosse proposta. (Le foto sono dell'Unità del 26 luglio 2010: cliccale per ingrandirle!)Curioso gesto (scaramantico?, nevrastenico?) di Nichi Vendola: mettere i mignoli in quella posizione simultaneamente e per un solo istante ci sembra impossibile, a meno di un allenamento durato anni: propendiamo dunque per l'ipotesi che il presidente della Puglia abbia "assunto la posizione" all'inizio dell'intervento e l'abbia mantenuta fino alla fine. Ma siamo disponibili a registrare ogni diversa congettura che ci fosse proposta. (Le foto sono dell'Unità del 26 luglio 2010: cliccale per ingrandirle!)

Curioso gesto (scaramantico?, nevrastenico?) di Nichi Vendola ieri a Bertinoro, in Romagna, dove era ospite della Scuola di politica (sic) che ogni anno Veltroni e il deputato Salvatore Vassallo vi organizzano”: mettere i mignoli in quella posizione simultaneamente e per un solo istante ci sembra impossibile, a meno di un allenamento durato anni: propendiamo dunque per l’ipotesi che il presidente della regione Puglia abbia assunto la posizione all’inizio del suo intervento e l’abbia mantenuta fino alla fine. Ma naturalmente siamo disponibili a registrare ogni diversa congettura che ci fosse proposta. (Le foto sono tratte da L’Unità di lunedì 26 luglio 2010: cliccale per ingrandirle!)

 

(su) Nichi Vendola e Walter Veltroni: L’autonomia di Nichi Vendola è da elogiare (Walter Veltroni). A Walter Veltroni mi uniscono il cammino, la ricerca, l’idea che la politica si deve dare degli obiettivi (Nichi Vendola).

(La Repubblica, lunedì 26 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Denis Verdini: Ha ricevuto garanzie dal Mediocredito e possiede conti, titoli e garanzie presso Banca Intesa. Ha effettuato operazioni extraconto con Unicredit, ha aperto e chiuso rapporti con la Banca di Lodi e il Banco di Napoli e non ha disdegnato di avere titoli e obbligazioni in deposito alla Cassa di Risparmio di Firenze. Sono ancora attivi i suoi conti correnti presso Webank e la Banca Nazionale del Lavoro, mentre in passato ha ricevuto finanziamenti da Deutsche Bank. Una certa preferenza è andata al Monte dei Paschi di Siena, con la quale ha registrato rapporti per garanzie, cassette di sicurezza, carte e conti correnti. Qualche passaggio lo ha fatto anche alla Popolare di Milano, alla Banca di credito cooperativo di Reggello, alla Aureo gestioni e altro, ma niente a che vedere con i 60 rapporti aperti con il Credito cooperativo fiorentino. (Walter Galbiati su La Repubblica di lunedì 26 luglio 2010). È la prova che le banche italiane sono davvero solide. Altrimenti, benché si dica che pecunia non olet, non avrebbero retto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Luciano Violante e Fabrizio Cicchitto: ogni somiglianza tra i due è puramente casuale.Luciano Violante e Fabrizio Cicchitto: ogni somiglianza tra i due è puramente casuale.

Luciano Violante e Fabrizio Cicchitto: ogni somiglianza tra i due è puramente casuale.

 

Fabrizio Cicchitto: Non abbiamo nulla da temere e vogliamo che sia fatta chiarezza sulle stragi di mafia. Caso mai, a temere qualcosa devono essere altri: coloro che allora erano al governo e controllavano i servizi e quel partito che riteneva che dal crollo della prima Repubblica avrebbe potuto conquistare il potere: ogni riferimento al Pidièsse di Violante è puramente casuale. (La Repubblica, domenica 25 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Maurizio Gasparri: Mi sono rotto le palle di rispondere alle dichiarazioni di Bocchino.

(La Repubblica, domenica 25 luglio 2010).

 

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(su) Roberto Maroni, Umberto Bossi e tutti i portatori di moccichini verdi: Le Regioni possono riconoscere anche agli Immigrati irregolari il diritto a usufruire dei servizi socio-sanitari. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che ha dichiarato inammissibile e non fondato il ricorso presentato dal governo contro la legge della Toscana. “La nostra normativa sui diritti ai cittadini immigrati è all’avanguardia e in perfetta linea con quanto prescritto dalla Costituzione della Repubblica italiana, e la sentenza della Corte costituzionale è una vittoria della civiltà,” ha commentato il governatore Enrico Rossi. (La Repubblica, sabato 24 luglio 2010).

 

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Confortato dalle guerre?

Confortato dalle guerre?

 

Giorgio Napolitano: Motivi di conforto il presidente ne trova anche in questi giorni, nonostante i contrasti e gli scontri politici, con il larghissimo consenso in Parlamento alle missioni di pace italiane: “L’informazione non dovrebbe minimizzare tali segnali. (La Repubblica, sabato 24 luglio 2010). Dunque il presidente della Repubblica è confortato dal fatto che nel Parlamento della Repubblica non c’è più alcun rappresentante del Popolo Italiano che sia contrario alla Guerra Incostituzionale Italiana in Afghanistan. Ne prendiamo atto.

 

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Gianni Alemanno: In questi momenti di difficoltà ci può essere una grande riflessione per superare la crisi, ma anche per avere una forte rigenerazione, e Giulio Tremonti può essere una guida e un punto di riferimento non solo sul piano economico ma anche culturale. (La Repubblica, sabato 24 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Alessandra Mussolini: Il papà è Fini, la mamma è Berlusconi. Fini è il papà che rompe dalla mattina alla sera, va al lavoro e non capisce i problemi delle donne. Berlusconi è la mamma del Fare. Sì, Berlusconi fa la donna.

(La Repubblica, sabato 24 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sergio Marchionne

Sergio Marchionne

 

(su) Sergio genius Marchionne: “Lavoriamo solo otto giorni al mese. Invece dei 350 - 400 euro che guadagniamo normalmente, ce ne danno solo 160”. Ma gli operai dello stabilimento serbo non ci stanno a fare da stabilimento-cacciavite, dove si montano pezzi prodotti altrove: “Noi le auto le abbiamo sempre fatte partendo dalla lamiera,” osserva il sindacalista con una punta di nostalgia. Oggi invece “assembliamo la Punto classic con i pezzi che arrivano da Torino. Solo che non le compera più nessuno, abbiamo i piazzali pieni. La crisi colpisce anche qui. Con i salari bassissimi non è facile spendere 8.500 euro per comprare un’auto. (La Repubblica, sabato 24 luglio 2010). Geniale Marchionne: operai alla fame, così non si vende più un’auto e si è costretti a licenziarli tutti e a chiudere. Per la serie: La grande imprenditoria svizzero-canadese, seconda a nessuno e tanto meno a quella italiana.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Massimo Cacciari mentre si rivolge a chi è ancora di Sinistra?

Massimo Cacciari mentre si rivolge a chi è ancora di Sinistra?

 

(su) Massimo Cacciari: Ma dove vuole andare il movimento di Cacciari? Se la direzione è “Verso Nord”, l’obiettivo è altrettanto chiaro: “Scompaginare il quadro politico” restando a debita distanza da Pidièlle e Pidì: “Non c’è nessuna dipendenza né dall’uno né dall’altro dei poli, egualmente in crisi. Di volta in volta, nelle diverse politiche, si potranno avere confronti, anche ravvicinati”. Ma la delusione più grande, per il filosofo, è proprio il Pidì: “Non è questo il Pidì che desideravo. Sarei sciocco a sperarci ancora. Ormai mi pare evidente, soprattutto nella prospettiva di primarie tra Bersani e Vendola, che non è questo il partito che volevo, quello cui ho lavorato negli ultimi quindici anni”. (La Repubblica, sabato 24 luglio 2010). Siamo costretti a riconoscerlo: Bersani ci sta liberando da una caterva di finti “sinistri”. Grazie, Pier Luigi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Di tutti gli sberleffi del Berlusconi, il peggiore è il duplice sfregio inflitto nel 2001 e nel 2008 ai Bambini e ai Ragazzi italiani, alle loro Famiglie, agli Insegnanti e a tutti i Lavoratori della Scuola.

Di tutti gli sberleffi del Berlusconi, il peggiore è il duplice sfregio inflitto nel 2001 e nel 2008

ai Bambini e ai Ragazzi italiani, alle loro Famiglie, agli Insegnanti e a tutti i Lavoratori della Scuola.

 

(su) Mariastella Gelmini, Giulio Tremonti e i loro degni predecessori di destra e di finta “sinistra”: Nella scuola pubblica falcidiata dalle manovre finanziarie, lora di religione passa indenne attraverso riforme che in realtà sono terribili mutilazioni dell’istituzione scolastica e attraverso sottrazioni di risorse che hanno estorto pure il nome di riforme. L’anno scolastico era iniziato con l’ennesimo diktat del Vaticano al governo italiano sotto forma di documento inviato ai vescovi di tutto il mondo: l’ora di religione cattolica nella scuola pubblica non solo non potrà mai essere sostituita da materie come storia delle religioni o cultura interreligiosa, ma dovrà essere “una materia scolastica con la stessa esigenza di sistematicità e rigore che hanno le altre discipline”. Subito dopo il governo si è dato da fare perché il voto di religione facesse media e perché si appendessero crocifissi in tutte le aule. Poi dal ministero dell’Economia, già impegnato nella manovra lacrime e sangue, è uscito un provvedimento ad hoc che ha reso più ricca la busta paga dei soli docenti di religione. Quindi il ministero dell’Istruzione si è impegnato a favorire la lettura della Bibbia a scuola durante ore diverse da quella di religione. Una sorta di statuto autonomo protegge l’ora di religione dall’impoverimento del sistema scolastico pubblico. Per ragioni di bilancio sono stati ridotti insegnamenti fondamentali, dall’italiano alla storia all’inglese, e stanno scomparendo dalla scuola italiana le lingue straniere diverse dall’inglese. E, nonostante il concordato del 1985 avesse previsto lo stanziamento di un fondo per questo specifico scopo, non si riesce a integrare nel sistema l’insegnamento alternativo alla religione cattolica. Sono passati 25 anni e le singole scuole si trovano a dover fronteggiare la spesa per l’insegnamento alternativo alla religione cattolica contando sulle proprie esigue risorse, cioè si vedono costrette a rinunciare all’opzione della materia alternativa. Invece l’ora di religione è blindatissima. I numeri che determinano l’accorpamento di classi e il taglio di posti di lavoro non toccano minimamente i docenti di religione, che possono tranquillamente svolgere la loro attività anche in classi con cinque o sei alunni. Così è accaduto che negli anni del più grande licenziamento di massa della storia repubblicana, quello dei precari della scuola, gli insegnanti di religione siano addirittura aumentati, fino a superare la quota di 26 mila unità. Tra questi, 14 mila sono di ruolo grazie ai ministri Berlinguer e Moratti, i quali, con motivazioni diverse, hanno permesso che s’infliggesse un altro duro colpo alla laicità dello Stato. Infatti tra i titoli indispensabili per l’accesso al ruolo dei docenti di religione c’è il possesso dell’idoneità, che è riconosciuta solo dal vescovo. Tutto questo mentre molti insegnanti che hanno già dato il loro positivo contributo al funzionamento della scuola pubblica hanno perso o perderanno il lavoro e i più fortunati si troveranno a insegnare in più classi e con più studenti rispetto al passato, con stipendi addirittura ridotti. Inoltre, si tagliano i docenti di sostegno proprio mentre aumentano gli studenti disabili. E una materia facoltativa, la religione cattolica, continua a godere di un trattamento privilegiato rispetto alle stesse discipline curricolari. Una materia per di più dal profilo incerto. Secondo il presidente della Cei Angelo Bagnasco, l’ora di religione cattolica “non si configura come una catechesi confessionale, ma come una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola”. Per Severino Paletto, cardinale di Torino, “l’ora di religione non è solo cultura, ma non è nemmeno catechismo”. Continuiamo a chiederci: che cosa giustifica un tale privilegio? (Giuseppe Benedetti su left di venerdì 23 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Preti fascisti nella Guerra civile spagnola.

Preti fascisti nella Guerra civile spagnola.

 

(su) i dipendenti cileni di Joseph Ratzinger: Forse non credevano, il cardinale di Santiago, Francisco Errazuriz, e il presidente della Conferenza episcopale cilena, Alejandro Goic, di sollevare tante proteste proponendo l’indulto per i militari accusati di violazione dei diritti umani. Con l’occasione del Bicentenario dell’indipendenza, i vescovi cileni hanno presentato al presidente Sebastian Piñera un documento di cinque pagine nel quale, “per migliorare il bene comune”, chiedono un provvedimento di indulto “per persone attualmente private della loro libertà”, compresi i militari in prigione per crimini commessi sotto la dittatura di Pinochet. (La Repubblica, venerdì 23 luglio 2010). Poveri cocchi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Nichi Vendola: Le Fabbriche di Nichi, luogo di aggregazione di senza partito e di tutte le tendenze: 338 in Italia, 16 all’estero, una addirittura in Thailandia... (La Repubblica, venerdì 23 luglio 2010). Fossimo in lui, quella in Thailandia la chiuderemmo. Prima che qualcuno vada a metterci il naso un po’ troppo in profondità...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi e il Pidièlle: Berlusconi lo conosco come le mie tasche. Ha preso in giro me e gli Italiani. Il Pidièlle è il Partito Dei Ligi agli ordini. Mediaset frena gli interessi del Paese. Pensavo che avrei fatto politica, non gli interessi del premier. Forse si confonde il Pidièlle che doveva nascere con Verdini e un gruppo di persone che si fa gli affari propri. (Luca Barbareschi, La Repubblica, giovedì 22 luglio 2010). Guzzanti, Barbareschi, forse Fini, si sono dimostrati i più intelligenti del Pidièlle capendo nel 2009 - 2010 quel che tutte le Donne, gli Uomini e perfino i Bambini di buon senso di questo Paese avevano chiaro fin dagli anni ’80 del secolo scorso. Figurarsi gli altri...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Maurizio Sacconi: Epifani deve capire che non siamo più negli anni ’70. Una persona ha il diritto di scioperare, ma non ha il diritto di impedire agli altri di lavorare. (La Repubblica, giovedì 22 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sergio Chiamparino: Non vorrei che fosse Mirafiori a pagare i costi della vicenda di Pomigliano. (La Repubblica, giovedì 22 luglio 2010). Mentre gli va benissimo che sia Mirafiori sia Pomigliano paghino i costi dell’arretratezza sociale, economica e politica di Paesi come la Serbia e la Polonia. E va addirittura in sollucchero al pensiero di riuscire a mettere i Lavoratori gli uni contro gli altri.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il D'Alema contro il Vendola, ovvero: Diavolissimo contro Acquasantissima

Il D'Alema contro il Vendola, ovvero: Diavolissimo contro Acquasantissima

Il DAlema contro il Vendola, ovvero: Diavolissimo contro Acquasantissima

 

(su) Nichi Vendola: La narrazione non basta a risolvere i problemi. E la politica non è filosofia o poesia. Se fosse così avremmo peraltro poeti migliori che battono le piazze” (Massimo D’Alema). Ma il governatore pugliese conquista fette di Partito democratico. Domani sarà al convegno di Democratica, la fondazione di Veltroni, e ieri ha incontrato dieci parlamentari del Pidì (Della Seta, Carofiglio, Giulietti, Vita, Di Giovampaolo, Rossa, Ferrante, Nerozzi, Gravagliolo) che sono pronti a sostenerlo nella sua battaglia. (La Repubblica, giovedì 22 luglio 2010). Non è grandioso? Di tutte le obiezioni possibili, il cosiddetto leader Maximo Baffino confermandosi come il migliore tra i pur grandi specialisti del Pidì nella tecnica di presentare alle Italiane e agli Italiani di Sinistra, come uniche scelte possibili, la padella e la brace è riuscito a rivolgere al Vendola la più goebbelsiana (o, a voler essere generosi, scelbiana) che si possa immaginare: dargli del poeta, come se poeta fosse un insulto; dargli del narratore e del filosofo, cioè del chiacchierone pari pari al Berlusconi e ai berluscisti, esaltatori del fare” ― come se la politica non avesse bisogno di immaginazione e di pensiero, ma solo di banche; e per soprammercato, intelligentemente non pago di aver insultato narratori, poeti e filosofi senza arrivare a torcere al Vendola un solo capello, rincarare l’ingiuria chiarendo che considera gli intellettuali italiani, se possibile, ancora più stupidi e inutili degli altri. A un genio così, che in un colpo solo riesce a presentare il Pidì come cinico, senza cuore e invidioso e il Vendola come ricco di sentimento, nobile e magnanimo, il Pidì come incapace di guardare al di là del giorno per giorno amministrativo e affaristico e il Vendola come colui che sa volare alto fino a commuovere gli ascoltatori, Nichi dovrebbe immediatamente affidare la campagna elettorale. E noi, invece, restare coraggiosamente in attesa di una Donna o di un Uomo, a Sinistra, che finalmente capisca e dica forte che quel che non va col Vendola non è che sia un poeta (avercelo, un grande poeta politico che nel Pidì e in tutta la Sinistra faccia piazza pulita sia dei sentimental-fasulli alla Veltroni sia dei furbacchion-fin troppo realistici alla D’Alema) ma il fatto che ciò che il Vendola spaccia per poesia son solo giaculatorie pretesche riverniciate di sinistrese; non che sia un filosofo (avercelo, un grande filosofo politico che guidi il Pidì e tutta la Sinistra a immagini e idee davvero nuove) ma il fatto che ciò che il Vendola spaccia per filosofia è un’insalata russa di discorsetti così confusi eccettuato il chiarissimo comandamento, nefasto già cent’anni fa, che Gesù è Dio e Marx è il suo profeta che senza alcuna fatica vi si può trovar tutto e il contrario di tutto e far contento tanto un Calderoli quanto un Bertinotti, purché di non troppe pretese, come se fossero una persona sola. Restiamo coraggiosamente in attesa, sì, ma poiché di leader capaci di tanto non se ne vede neanche l’ombra, per il momento continuiamo ancor più coraggiosamente a esser leader a noi stessi soli soletti: sperando di scamparla dall’infatuarci per il Vendola così come l’abbiamo scampata dal farci sedurre dal Berlusconi: non perché incapaci di innamorarci, come ci vorrebbe il lucido D’Alema, ma perché ci piacerebbe che l’amore, quando e se mai tornerà di nuovo dalle nostre parti, non ci trovi già impegnati con la prima squinzia da avanspettacolo che si è impiastricciata il viso di rosso e ci ha mostrato le cosce per far colpo sui nostri ricordi più amari.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) il Pidì romano: Consiglieri comunali di destra e di sinistra si sono trovati concordi per modificare il decreto attuativo su Roma Capitale che già licenziato dal governo fissava a 48 i membri dell’assemblea capitolina e a 12 gli assessori. Il Consiglio comunale, con il pieno accordo di maggioranza e opposizione, ha modificato quel decreto riportando a sessanta il numero dei consiglieri e a 15 il numero degli assessori. A qualche chilometro dal Campidoglio, alla Pisana, nella stessa giornata di lunedì veniva battuto ogni record nominando ben 16 commissioni (con relativi 16 presidenti e 32 vicepresidenti), il doppio di quelle di cui dispongono la Lombardia o l’Emilia Romagna. Ma almeno, alla Pisana, l’opposizione non ha condiviso con lo stesso entusiasmo la decisione.

(Miriam Mafai su La Repubblica di giovedì 22 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La Repubblica, mercoledì 21 luglio 2010

La Repubblica, mercoledì 21 luglio 2010

La Repubblica, mercoledì 21 luglio 2010

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi: Con le modifiche, la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso e cioè non lascerà gli Italiani parlare liberamente al telefono e l’Italia non sarà un Paese davvero civile... Queste leggi non piacciono a certi signori della magistratura di sinistra, che le impugnano davanti alla Consulta composta da undici giudici di sinistra... La nostra democrazia è costruita con un’architettura costituzionale non in grado di produrre interventi di ammodernamento... Maroni ha da me la missione di passare alla Storia, ed io di conseguenza con lui, per aver definitivamente sconfitto le organizzazioni criminali. Ho l’abitudine di dare ai miei collaboratori delle missioni. Quella di Galliani era di fare la squadra più titolata al mondo e c’è riuscito... Le decisioni della Lega Nord sono sempre di grande buon senso. Al di là di qualche uscita diretta ai sostenitori da curva, la Lega Nord ha sempre dato un supporto positivo a tutta l’attività di governo... L’attentato che ho subìto in piazza Duomo mi ha privato del piacere di andare allo stadio... L’assoluzione di Tartaglia è una cosa fuori da ogni commento: il tentativo di uccidermi era preciso e non campato in aria... Nichi Vendola ha ragione quando sostiene che c’è bisogno di un successore perché sono vecchio. Ma bisogna trovarlo: finora il mio successore non è saltato fuori.

(La Repubblica, mercoledì 21 luglio 2010).

 

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Silvio Berlusconi si comporta da par suo con Luigi Verzé.

Silvio Berlusconi si comporta da par suo con Luigi Verzé.

 

(su) Silvio Berlusconi e Luigi Verzé: Insegno Filosofia della Persona alla facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi il nostro Rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di Economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia. Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira a essere. (Roberta De Monticelli, La Repubblica, mercoledì 21 luglio 2010). Ottime parole, ma perché chiamare don (dominus) il Verzé? È per caso obbligatorio per legge? Se lo è, allora va bene. Se non lo è, lo chiamino don i suoi dipendenti e i suoi amici.

 

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(su) l’Italia dell’antiStato: C’è un esercito di persone che non parlano. In realtà questo sistema di potere non vuole sapere perché non sarebbe in grado di gestire politicamente una verità che potrebbe avere una portata destabilizzante per il Paese: perché, se si volesse guardare in faccia la verità, una parte dello Stato dovrebbe processare l’altra parte dello Stato. C’è un sigillo che cuce le bocche di tutti: la lezione della storia dimostra che non c’è salvezza fisica fino a quando il potere che ha ordinato le stragi resta in sella. (Roberto Scarpinato, procuratore generale di Caltanissetta, La Repubblica, lunedì 19 luglio 2010).

 

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La vignetta di Staino su "L'Unità" del 19 luglio: "Vendola: mi candido alle primarie per sparigliare il centrosinistra. Bobo: Strano. Se c'è una cosa di cui il centrosinistra non ha bisogno, è proprio di essere sparigliato".

 

Nichi Vendola (alias “lo Zapatero di Puglia”, “l’Obama bianco”, e via osannando): Le Fabbriche di Nichi saranno l’equivalente del meeting di Comunione e liberazione a Rimini, che è stato a destra il più importante incubatore di nuove culture e di nuovi pezzi di classe dirigente. Se il centrosinistra in questi anni ha perso è perché ci siamo comportati come amministratori di condominio e non come costruttori di una visione. Le fabbriche per noi saranno il più importante incubatore di intelligenze e della nuova classe dirigente. (La Repubblica, lunedì 19 luglio 2010).

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Guido Podestà ritratto mentre ci rende impossibile chiamarlo "portatore di moccichino verde".

Guido Podestà ritratto mentre ci rende impossibile chiamarlo portatore di moccichino verde.

 

Guido Podestà (pidiellìno presidente della provincia di Milano): Uno statista di rara capacità... di straordinaria lungimiranza... dalle eccezionali qualità... dallo straordinario carisma...” Con queste motivazioni (e una chiusa che ricorda la poesia per i settant’anni di Stalin) oggi il presidente della provincia Guido Podestà, del Pidièlle, conferirà a Silvio Berlusconi il premio Grande Milano. (La Repubblica, lunedì 19 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La cosa più buffa di Giulio e Joseph è che ognuno dei due è convinto di servirsi dell’altro per i propri scopi. Cioè per gli scopi di Dio.La cosa più buffa di Giulio e Joseph è che ognuno dei due è convinto di servirsi dell’altro per i propri scopi. Cioè per gli scopi di Dio.

La cosa più buffa di Giulio e Joseph è che ognuno dei due è convinto di servirsi dell’altro per i propri scopi. Cioè per gli scopi di Dio.

 

Giulio Tremonti: Il mio ragionamento vale per tutti i governi. La formula di soluzione e reazione politica non può essere più solo nazionale, ma internazionale. Ed è questo il senso politico della “poliarchia” disegnata nell’enciclica “Caritas in veritate”. È proprio quello che si sta facendo in Europa in questi mesi, in questi giorni, costruendo sopra gli Stati una nuova “architettura politica”. (...) Per quanto riguarda le Regioni, qui vale la dialettica tesi, antitesi, sintesi. Il processo politico ha funzionato sùbito con i Comuni e le Province, e si sta chiudendo ora anche con le Regioni. (...) Lo scontro tra il premier e Fini? Anche questo tema rientra nell’idea antropomorfa della politica, che non mi appartiene. (La Repubblica, domenica 18 luglio 2010). Traduzione: La Politica Vera ha niente a che vedere con gli esseri umani: li domina, li controlla e ne fa quel che vuole senza guardarli, senza nemmeno sapere che esistono. La Politica Vera è manifestazione dello Spirito Assoluto (lo diceva già lo Hegel, mio modesto precursore: tesi, antitesi, sintesi, tutto è in Dio, tutto ritorna a Dio, per Dio!, per cui l’umano, il terreno, il contingente, non è che il morto) e lo Spirito Assoluto come si manifesta? Attraverso la Vera Volontà Politica, che poi è la Volontà dei Politici Veri come me. Però, affinché sia davvero così, è necessario che la Sfera Politica si allontani, si innalzi ben al di sopra degli esseri umani. È necessario che si crei una nuova Architettura Politica, autenticamente sovranazionale in quanto autenticamente sovraumana: e chi meglio della Chiesa cattolica può spiegare in parole povere agli esseri umani che sono una schifezza, ficcarglielo fin in fondo nelle zucche e mettergli la coda tra le gambe come cani bastonati?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sotto la palma il Cavaliere è un califfo. Sotto la Madonnina del duomo, invece, è un miracolato.

Sotto la palma il Cavaliere è un califfo. Sotto la Madonnina del duomo, invece, è un miracolato.

 

Silvio Berlusconi: È la Madonnina del duomo di Milano che mi ha protetto e salvato la vita.

(La Repubblica, domenica 18 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Gli individui con cui al Rutelli piace colloquiare: Gaetano Quagliariello.Gli individui con cui al Rutelli piace colloquiare: Gaetano Quagliariello.

Gli individui con cui al Rutelli piace colloquiare: Gaetano Quagliariello.

 

Francesco Rutelli (colloquiando col pidiellìno Gaetano Quagliariello e con la “rossa” del Grande Fratello cara a Berlusconi): Sono pronto già la prossima settimana a votare la riforma dell’Università presentata dal governo Berlusconi, perché è una proposta buona che speriamo venga migliorata da due nostri emendamenti. Voglio rimanere all’opposizione, ma in questo momento storico non si possono porre veti nei confronti di nessuno: il Paese ha bisogno di riforme. In questo momento noi dobbiamo cercare di contribuire a quelle riforme necessarie per il Paese che è in grave crisi. Rimarremo all’opposizione ma nel contempo penso sia necessario creare un soggetto politico, simile ai liberali democratici inglesi, che riunisca i delusi del centrodestra e quelli del centrosinistra, un soggetto capace di mettere insieme persone con la storia politica come la mia, quella di Fini o di Casini. Al centro si è creata un’autostrada: il centrodestra è in difficoltà sulle posizioni della Lega, mentre il centrosinistra è schiacciato dalla sinistra e dal giustizialismo dell’Italia dei Valori: l’autocandidatura a leader di Nichi Vendola costringerà il Pidì a scegliere un candidato premier di sinistra. Per noi lo spazio c’è. (La Repubblica, domenica 18 luglio 2010).

 

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Pierferdinando Casini: Chiedere al Pidièlle di aderire a un governo di larghe intese mettendo come punto di partenza il veto a Silvio Berlusconi vuol dire essere fuori dalla realtà. (La Repubblica, domenica 18 luglio 2010).

 

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(su) Umberto Bossi: La Lega Nord attacca uno dei simboli della città di Roma. Ma, a proposito di soldi, la Padania non li dà a Roma. Come dimostrano gli 800.000 euro stanziati in questo momento di crisi per la scuola di cui è socia la moglie di Bossi. (Il presidente della provincia di Roma Zingaretti su La Repubblica di sabato 17 luglio 2010).

 

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Roberto Calderoli (sulla sentenza che ha imposto il riconteggio delle schede di due liste irregolari per attribuire a Cota solo quelle in cui è stato esplicitamente indicato il nome del governatore): È evidente che la sovranità non appartiene più al popolo ma ai Tar. (La Repubblica, sabato 17 luglio 2010).

 

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Silvio Berlusconi: Fate piazza pulita del clima assurdo e giacobino creato da alcuni giornali che stanno mettendo in atto una nuova vergognosa montatura che tenta di coinvolgere il premier e il Pidièlle in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce... Tre anni di lavoro per realizzare tutto il programma... Nella realtà e nei numeri non ci sono ipotesi diverse di governo... Reagite all’ennesimo tentativo della sinistra di ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne con un gioco di prestigio. Sono loro e i loro giornali che continuano con le chiacchiere, gli insulti, le calunnie e i falsi teoremi a infangare e indebolire un governo che lavora per tutti gli Italiani.

(La Repubblica, sabato 17 luglio 2010).

 

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(su) Silvio Berlusconi: Contro le talpe che spifferano ai giornalisti cosa accade nelle segrete stanze durante i vertici di governo e le riunioni di partito più riservate, Silvio Berlusconi ha posto “una taglia”. Lo ha scritto ieri Libero. E già impazza il toto-cifra: il “fondo taglia” sarebbe di tre milioni secondo i morigerati, addirittura di otto secondo gli ottimisti. (La Repubblica, sabato 17 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La copertina de L'Espresso di venerdì 16 luglio 2010.

La copertina de L’Espresso di venerdì 16 luglio 2010.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Le belle facce del regimetto: Silvio Berlusconi solidarizza con Renzo Lusetti, il deputato del Pidì intercettato nell'ambito dell'inchiesta "Magnanapoli".

Il Lusetti mentre se la ride col Berlusconi.

 

(su) Renzo Lusetti: Ma l’ossessione principale resta il Lodo Alfano. E per avere più certezze sulle scelte dei singoli giudici, Lombardi non esita a contattare un esponente dell’opposizione, Renzo Lusetti, per chiedergli il numero di telefono dell’ex presidente della Corte costituzionale Cesare Mirabelli. (La Repubblica, venerdì 16 luglio 2010). Renzo Lusetti? Chi era costui? Piddìno rutelliano e papalino, nel luglio del 2008 dichiarò che il Veltroni era stato troppo frettoloso decidendo di votare contro il famigerato decreto sicurezza voluto dal Maroni; sempre nel luglio del 2008 fu il primo firmatario di una proposta di lodo per sospendere tutti i processi a carico di parlamentari nei quali non vi fosse flagranza di reato; nell’agosto del 2008 soffrì, poverino, per la scelta del Pidì di non partecipare alla votazione alla Camera sul caso di Eluana Englaro: Lusetti avrebbe preferito votare col governo, ma alla fine si accontentò di non dovergli votare contro; nel gennaio del 2009 La Repubblica scrisse di lui che il dominus di fatto” del Comune di Napoli, Alfredo Romeo, coltivava “rapporti consolidati con i parlamentari Rutelli e Lusetti del Pidì e con l’onorevole Bocchino, del Pidièlle; nel febbraio del 2009, sempre a proposito delle ignobili speculazioni del centrodestra sulla povera Eluana Englaro, dichiarò: Non sono un teodem ma voterò a favore per salvare una vita da una condanna a morte; nel marzo del 2009, intervistato sul caso del vescovo di Recife, in Brasile (che aveva scomunicato i medici e la madre che avevano fatto abortire una bambina di 9 anni stuprata dal patrigno, ma non aveva scomunicato il patrigno) disse: La coscienza non trova pace, ma resto contrario all’aborto anche in un caso come questo; ancora nel marzo del 2009 sostenne che fosse offensivo e indegno paragonare la teodem Dorina Bianchi al mullah Omar, e che era il momento di rivedere il rapporto coi Radicali; nel maggio del 2009 ricevette una visita dei carabinieri, chiamati dai suoi vicini esasperati per le sue notti bianche di karaoke (passatempo preferito della frazione più colta e intelligente del Popolo italiano) insieme a Maurizio Sacconi, Raffaele Bonanni e Renata Polverini; nellottobre del 2009 accusò una parte del Pidì di voler fare di Paola Binetti il capro espiatorio di tutti i nodi non risolti del partito, a cominciare dal rapporto con i cattolici; e nel gennaio del 2010, finalmente, è uscito dal Pidì per protesta contro la candidatura di Emma Bonino alla presidenza della regione Lazio. Ora, da uddiccìno, si scopre che non disdegna le telefonate della P3... Che una misteriosa sindrome lo attragga irresistibilmente verso la galera?

 

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È La Repubblica che ce l’ha col Bersani o è il Bersani che ce l’ha con noi? Comunque sia, con Pier Luigi siamo in debito: è da quando c’è lui che il Rutelli, il Lusetti, la Binetti, la Bianchi, il Carra e via beghineggiando hanno lasciato il Pidì. Attento, però: il tuo credito non è eterno, Pier Luigi, e farti (e farci) prendere per il sedere dai portatori di moccichini verdi è il modo migliore per esaurirlo in men che non si dica.

È La Repubblica che ce l’ha col Bersani o è il Bersani che ce l’ha con noi? Comunque sia, con Pier Luigi siamo in debito: è da quando c’è lui che il Rutelli, il Lusetti, la Binetti, la Bianchi, il Carra e via beghineggiando hanno lasciato il Pidì. Attento, però: il tuo credito non è eterno, Pier Luigi, e farti (e farci) prendere per il sedere dai portatori di moccichini verdi è il modo migliore per esaurirlo in men che non si dica.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Umberto Bossi: Berlusconi se la caverà. Si alzerà una mattina, scoprirà di avere la spada ancora affilata e la utilizzerà per fare la guerra... Il governo per ora va bene, nei prossimi anni non so... La legge sulle intercettazioni si farà, lo vuole la gente. Tutti i giorni s’inventano la P2 o la P6... Un colloquio con Bersani? Non mi ricordo... Bersani l’ho visto in aula, non abbiamo parlato di larghe intese. Quali larghe intese? Ci siamo noi e Berlusconi.

(La Repubblica, venerdì 16 luglio 2010).

 

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Roberto Calderoli: Se nella Lega Nord uno facesse un’uscita alla Bocchino anche contro un semplice militante, un secondo dopo sarebbe fuori dal partito. (La Repubblica, venerdì 16 luglio 2010).

 

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(su) Vincenzo Carbone, primo presidente di Cassazione: Il 22 ottobre Lombardi invita Caliendo a “lavorarselo per bene”, e gli comunica di aver già prospettato a Carbone un aumento dell’età pensionabile da 75 a 78 anni. Una modifica della legge che proprio in quei giorni il governo proporrà con un emendamento. Lo stesso Carbone, un mese prima, aveva chiesto a Lombardi: “Che faccio dopo la pensione?” (La Repubblica, venerdì 16 luglio 2010).

 

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(su) Montezemolo junior: Una truffa felpata, al cachemere si potrebbe dire, quella per cui ieri il pm Eugenio Fusco ha chiuso le indagini a carico di Matteo Cordero di Montezemolo. Il rampollo, alla guida del fondo Charme, azionista di riferimento di Ballantyne, l’azienda famosa per i suoi maglioni, avrebbe impedito all’ex direttore creativo, Massimo Alba, di sottoscrivere una quota (fino al 10%) della Ucb, la controllata ungherese detentrice dei marchi e quindi beneficiaria delle royalties. Secondo il pm, Montezemolo e i suoi soci avrebbero truffato Alba, convincendolo prima a non sottoscrivere le quote della Ucb a fronte di un presunto falso diritto di prelazione da parte di altri soci. Poi, ridottolo senza soldi per non avergli versato lo stipendio, lo avrebbe privato delle risorse per sottoscrivere in un secondo momento quelle quote. (La Repubblica, venerdì 16 luglio 2010). Che qualcosa nel rapporto padre-figlio sia andato storto?

 

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(su) Silvio Berlusconi: Per i carabinieri non ci sono dubbi: “Cesare”, la persona che ritorna frequentemente nelle parole del faccendiere Flavio Carboni, del tributarista Pasquale Lombardi e dell’imprenditore Arcangelo Martino, altri non è che Silvio Berlusconi. “Cesare” è lo “pseudonimo utilizzato dai soggetti per riferirsi al presidente del Consiglio” è scritto in una breve nota che segue un’informativa agli atti della Procura di Roma.

(La Repubblica, giovedì 15 luglio 2010).

 

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(su) Raffaele Bonanni: Raffaele Bonanni è un uomo di Stato. (Giulio Tremonti, La Repubblica, giovedì 15 luglio 2010).

 

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(su) Ignazio La Russa: Si tagliano i soldi per le missioni all’estero, quelli per l’addestramento dei soldati, quelli per la manutenzione. Ma 20 milioni per giocare ai soldatini, quelli il governo riesce a trovarli. Mentre La Russa dà uno schiaffo vergognoso ai volontari che, dopo aver servito l’Italia nelle Forze armate, vengono gettati fuori dalla Difesa perché non ci sono soldi per i loro stipendi (Mauro Del Vecchio, generale dell’esercito, capo della Kfor in Kossovo e senatore del Pidì). Si crea il corpo dei giovani balilla: una norma vergognosa e indecorosa mentre si tagliano i fondi alla cultura e alla sanità (Angelo Bonelli, presidente dei Verdi). Sono i Campi Dux di La Russa, un’offesa ai militari in servizio a cui viene tagliato di tutto (un generale dell’Esercito). (La Repubblica, giovedì 15 luglio 2010).

 

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Chissà perché in altri ripugna, quel che in Stan Laurel divertiva e inteneriva...

Chissà perché in altri ripugna, quel che in Stan Laurel divertiva e inteneriva...

 

(su) Letizia Moratti, certi Pidiellìni, certi amici dei Pidiellìni e certi amici degli amici dei Pidiellìni: Ecco uno del loro giro, Giulio Lampada (fratello di Francesco, arrestato il primo luglio), andare a trovare, insieme all’onorevole Francesco Morelli, del Pidièlle, Carmela Madaffari, la superpagata dirigente del settore famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano, la cui nomina, voluta dal sindaco in persona, fu molto contestata. Anche perché la dirigente era appena stata mandata via dall’Asl di Locri, commissariata dopo l’omicidio Fortugno. “Andiamo a trovare Carmelina,” dicono Morelli e Lampada, considerato dagli investigatori di Reggio e di Milano un “riciclatore” dei soldi dei clan. (La Repubblica, giovedì 15 luglio 2010).

 

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Sinite parvulos venire ad me...

Sinite parvulos venire ad me...

 

(su) la Chiesa cattolica e i Bambini nella storia d’Italia: Varazze, luglio 1907. Mentre sui quotidiani italiani divampa lo scandalo degli abusi sulle piccole ospiti dell’asilo della Consolata di Milano, di cui sono accusati due sacerdoti, il Collegio dei Salesiani della cittadina ligure è investito dalle clamorose rivelazioni del diario di Alessandro Besson, uno studente quattordicenne che descrive messe nere e riti orgiastici tra monache, preti e giovani convittori. In due giorni il caso Besson passa dalle gazzette locali ai quotidiani nazionali e fa scoppiare in tutto il Regno d’Italia manifestazioni di piazza, disordini, violenti scontri che a La Spezia provocano l’incendio di alcune chiese, un morto e un centinaio di arresti. La tensione è altissima. Da quando è nato il Regno d’Italia, senza più il filtro del tribunale dell’Inquisizione, sono tornati alle cronache numerosi episodi di pedofilia nel clero. Come non se ne vedevano dal XVI secolo, ai tempi di Giulio II e Giulio III. È il 1864 quando la corte dAssise di Milano emette una sentenza di condanna per pedofilia contro Francesco Piccinotti, cappellano di Corzano. (...) Ne seguiranno altri fino ad arrivare al ’900, quando un’impressionante serie di scandali pedofili travolge il collegio dei Marianisti di Pallanza (1904), una scuola di Trani, il collegio Greco-Milanese, l’educatorio di Alassio e, appunto, il collegio dei Salesiani di Varazze. Sevizie, maltrattamenti, abusi su decine di ragazzi. Le accuse nei confronti di preti e, nel caso di Trani, anche di suore, sono pesantissime. Il collegio dei Marianisti sarà costretto a chiudere. (...) Dall’inquietante Diario Besson, ritrovato e ora reso pubblico per la prima volta da Pier Luigi Ferro in Messe nere in Riviera - Lucini e il caso Besson (Utet), emerge un quadro torbido. (Federico Tulli su Terra di mercoledì 14 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Le due facce del medaglioneLe due facce del medaglione

Le due facce del medaglione

 

Silvio Berlusconi: Personalmente intendo restare fuori dalle artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell’interesse di tutti... Il clima giacobino nel quale alcuni stanno cercando di far ripiombare il nostro Paese non è certo d’aiuto... Quattro pensionati sfigati che si sarebbero messi insieme per cambiare l’Italia. Ma se non ci riesco io... Un polverone... Sono sereno e tranquillissimo... Sulla stampa italiana è meglio stendere un velo, i numeri delle vendite danno la sentenza. Nel 1953 si vendevano meno di 5 milioni di copie di quotidiani, 57 anni dopo sono le stesse di allora: siamo il Paese in cui si vendono meno giornali. Da noi si vendono 86 quotidiani ogni mille abitanti, in Europa 250, in Svezia 500, nel Sud Italia 56: le stesse che si vendono a Tunisi... Si parla di legge bavaglio, ma anche in questo ci sono delle barbarie, finiscono sui giornali persone non indagate... Un vulnus grave in una democrazia... Ormai la sovranità è in mano ai pm... Ancora una volta metterò tutto il mio impegno personale, assieme a quello del governo e della coalizione da me guidati e legittimati costantemente dal sostegno dei cittadini, per impedire ritorni a un passato che gli Italiani non vogliono più. (La Repubblica, mercoledì 14 luglio 2010).

 

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Silvio Berlusconi (parlando ai diplomatici del forum Euromediterraneo e acquistando in un Coin diverse confezioni di prodotti idratanti contro l’invecchiamento): Io ho inaugurato una famosa politica: la politica del cucù. E ci tengo alla possibilità di poter manifestare il mio senso estetico. Qualche volta portatevi qualche bella ragazza, signori ambasciatori. Perché so che anche questo è un merito che tutti siete molto orgogliosi di portare. Noi lo apprezziamo molto perché siamo latini. Io non sono più un play boy, ma, come si dice, un play old. Ma ci teniamo ad avere la possibilità di manifestare il nostro senso estetico. (La Repubblica, martedì 13 luglio 2010).

 

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(su) l’Udeur (chi se lo ricorda?) di Clemente Mastella: “Digli a tuo fratello di non preoccuparsi perché tra due giorni gli facciamo un bel regalo”. È la frase che il killer del clan dei Casalesi Giuseppe Setola dice a Luigi Ferraro fratello di Nicola Ferraro dirigente dell’Udeur e, all’epoca dei fatti, presidente della Commissione permanente della Regione Campania, l’organismo che controlla la trasparenza degli affari istituzionali regionali. Il regalo a cui fa riferimento Setola è tappare la bocca a un imprenditore che sta raccontando tutti i rapporti tra camorra e politica, tutti gli affari. Tappargliela per sempre. Ammazzarlo. E così la camorra fa il regalo a Nicola Ferraro uccidendo con 18 colpi Michele Orsi, 17 al corpo l’ultimo in faccia. (Roberto Saviano su La Repubblica di martedì 13 luglio 2010).

 

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(su) i rapporti tra la Destra e la finta “sinistra”: Risulta evidente come la ragione che sta alla base degli interventi effettuati dall’organizzazione in esame non siano collegati a problematiche di carattere politico-ideologico, ma a questioni di mero interesse del gruppo. Quando infatti il tentativo di abbattere la candidatura di Caldoro mediante l’uso dei documenti diffamatori risulta non avere successo, i componenti dell’organizzazione ipotizzano di mutare schieramento politico e di appoggiare il candidato della sinistra. (La Repubblica, martedì 13 giugno 2010).

 

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(su) la finta “sinistra” spagnola e tedesca: Diffido di chi idolatra il denaro come di chi lo detesta. Se fossi stato un affarista, avrei fatto un altro mestiere. E se i socialisti spagnoli e tedeschi hanno soppresso la patrimoniale, io, invece, non lo farò. (Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese. La Repubblica, martedì 13 luglio 2010). Chissà perché gli sfegatati fan nostrani dello Zapatero non ce l’avevano mai raccontata, questa. Abbiamo dovuto venire a saperla dal Sarkozy, pensa un po’. Non è solo il Fini, è un fenomeno mondiale: quanto più la finta “sinistra” si rivela tale, tanto più la Destra tende a occupare per intero lo spazio politico.

 

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Giuseppe “Beppe” Fioroni: Io resto nel Pidì e non mi sposto, ma voglio che cambi rotta. Su un governo di emergenza, osservo che se ne dovrà parlare quando verrà il momento e che non si potrà non tener conto di colpe e colpevoli. (La Repubblica, martedì 13 luglio 2010). Sempre più criptico, il “Beppe”. Probabilmente, nel disperato tentativo di sfuggire alla nostra attenzione. E minaccioso, anche. Ma tanto non ci sfugge, poiché per noi tutto, proprio tutto quel che dice è nauseante, anche e soprattutto quando è incomprensibile. E non ci fa paura.

 

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(su) Silvio Berlusconi e il suo mondo: La rimozione di Massimo Liofredi da direttore di Rai2 è gradita a Silvio Berlusconi, lo stesso che gli diede l’incarico. Tra le colpe di Liofredi, quella di non aver messo un ferreo bavaglio ad Anno zero e di aver permesso che il giudice Antonino Ingroia parlasse di mafia e di intercettazioni in una puntata de Il fatto quotidiano di Monica Setta. “Ho passato mesi dinferno,” si sfoga Liofredi, “coi giornali che scrivevano che sarei stato licenziato... E a casa mia sono arrivate strane telefonate anonime. Ho cercato Berlusconi per parlargli. Ma con il presidente non son più riuscito a parlare. E allora mi chiedo se un manager serio può ancora lavorare, senza protezione”. (La Repubblica, lunedì 12 luglio 2010). E il povero Caldoro, a cui la P3 preparava, non si sa se con il beneplacito di Cesare, un falso dossier sulla sua predilezione per i transessuali? Come in 1984, di George Orwell, stare sotto il Pidièlle è spaventoso, ma starci dentro è molto peggio.

 

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(su) Arcibaldo Miller (capo degli ispettori del ministero della Giustizia, risulterebbe coinvolto nella P3), Antonio Martone (avvocato generale in Cassazione, già presidente dell’Associazione nazionale magistrati, sarebbe stato a cena con la P3 e con Marcello Dell’Utri), Vincenzo Carbone (presidente della Corte di Cassazione ― con quello stamo a posto, ha detto di lui Pasquale Lombardi) e Alfonso Marra, detto Fofò (eletto presidente della Corte d’appello di Milano dopo una campagna della P3 a suo favore): Io sono stato fermato da tre magistrati citati nell’inchiesta sulle logge e l’eolico: Miller ha diretto ispezioni contro di me per tre anni, Martone ha istruito il procedimento disciplinare e Carbone ha presieduto le sezioni della Cassazione che dovevano decidere sul mio ricorso. (Luigi De Magistris, ex sostituto procuratore, autore dell’inchiesta Why not? sulla massoneria in Basilicata e oggi eurodeputato dell’Italia dei valori, su La Repubblica di lunedì 12 luglio 2010). Su Vincenzo Carbone, però, c’è da dire che ci teneva così tanto, poverino, a rimandare la pensione e restare ancora un anno presidente. Così tanto che quando poi l’ha ottenuto ha svolto una relazione così bella, all’apertura dell’anno giudiziario, che il Berlusconi, dopo averla ascoltata, a tutti i magistrati che incontrava parlava come di solito parla solo con le sgallettate che gli vanno dietro: Avete visto? Sul processo breve ha dato ragione a noi! Ah, ma come siete belli con quegli ermellini addosso!

 

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(su) Carlo Rossella: Carlo Rossella ha rivelato il sorgere di una specie di culto para-religioso di Maria Angiolillo, “perché Maria era tanto buona e faceva del bene. Lo sapete che adesso a Roma,” ha spiegato, “c’è pure chi la invoca. Maria prega per me, dicono così. Perché pare che lei abbia già fatto del bene anche da morta: incontri fortunati, posti di lavoro... (La Repubblica, lunedì 12 luglio 2010).

 

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(su) Silvio Berlusconi e il suo mondo: “Che fine abbiamo fatto, siamo finiti in un mondo di froci. Povero Berlusconi!” Questo l’sms che Arcangelo Martino, l’ex assessore socialista di Napoli che presentò Noemi Letizia al premier, arrestato con Flavio Carboni per le gesta del comitato d’affari post-piduista, riceve nel gennaio scorso da un altro della combriccola. Hanno appena preparato un falso dossier per screditare Stefano Caldoro, attribuendogli frequentazioni transessuali, in modo da bloccarne la candidatura a presidente della Campania del centrodestra, in favore di quella del sottosegretario Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

(Alberto Statera su La Repubblica di domenica 11 luglio 2010).

 

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I Draghi, i Bertone se li fanno preparare fin da bambini.I Draghi, i Bertone se li fanno preparare fin da bambini.

I Draghi, i Bertone se li fanno preparare fin da bambini.

 

(su) Mario Draghi: Corridoi sicuri nell’appartamento romano sotto il Campidoglio di Denis Verdini, tutto damaschi, baldacchini e sedie cardinalizie. Non sarà raffinato come quello ceduto da Propaganda Fide a Bruno Vespa, dove l’altra sera hanno fatto allegra brigata Berlusconi, Letta, Casini, Geronzi, il cardinale Bertone e persino, presenza insolita e degna di qualche stupore, il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi... (Alberto Statera su La Repubblica di domenica 11 luglio). Il Draghi? Poveretto. Lui sta molto peggio di berluscisti, berluschini e leghìni-nordìni. Lui corre quando fischia il Bertone e va dove vuole lui.

 

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Bonanni e Angeletti, eroi della lotta per trasformare i sindacati in centri di sottopotere a spese dei Lavoratori.

Bonanni e Angeletti, eroi della lotta per trasformare i sindacati in centri di sottopotere a spese dei Lavoratori.

 

(su) Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni: Contestazione ieri per Luigi Angeletti, segretario della Uil, intervenuto alla Festa dell’Unità a Roma. Il leader sindacale stava spiegando, nel corso di un dibattito, le ragioni dell’accordo con la Fiat nella vicenda di Pomigliano, quando tra i partecipanti si sono levati fischi e anche grida minacciose. Nel pomeriggio aveva parlato anche Raffaele Bonanni, segretario Cisl (come la Uil favorevole all’accordo con l’azienda): “La Fiom è inattendibile,” aveva detto, “ha un atteggiamento antinazionale e va contro i lavoratori”.

(La Repubblica, domenica 11 luglio 2010).

 

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(su) Sergio Chiamparino: Colpisce il fatto che mentre noi siamo usciti dall’incontro con Tremonti annunciando di voler restituire le deleghe al governo, un’ora e mezzo dopo nella stessa sala della nostra conferenza stampa accanto al ministro era seduto Chiamparino. Si è consumata una spaccatura profonda, che apre nuovi scenari. Il fronte non è più compatto, mi domando se l’Anci abbia valutato le conseguenze. Per me resta una decisione inspiegabile. Mi sembra che Chiamparino abbia firmato un pagherò, un’intesa ancora tutta da scrivere. Temo che si voglia favorire qualche grande comune e buttare in fallimento gli altri. (Enrico Rossi, presidente Pd della Toscana,

su La Repubblica di domenica 11 luglio 2010).

 

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(su) l’Italia del berluscismo: Nella sua lotta alla burocrazia, la manovra potrebbe inaugurare una nuova economia da “far west”. Basterà presentare una domanda in cui si autocertifica la propria buona fede per aprire un’attività. Sùbito e senza limitazioni per il tipo di impresa. Un caffè o un’armeria pari sono. Così come identico sarà l’iter da seguire per cimentarsi nella ristorazione o nei depositi di carburanti, nel gioco come negli Internet point. Un cartello appeso sulla finestra e si apre un’agenzia investigativa. Lo prevede un articolo inserito nel maxiemendamento alla manovra. (La Repubblica, sabato 10 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Licio Gelli Gran Maestro (si fa per dire) della loggia P2. Denis Verdini maestrino della loggetta P3?Licio Gelli Gran Maestro (si fa per dire) della loggia P2. Denis Verdini maestrino della loggetta P3?

Licio Gelli Gran Maestro (si fa per dire) della loggia P2. Denis Verdini maestrino della loggetta P3?

 

(su) Denis Verdini e Marcello Dell’Utri: In carcere l’intramontabile uomo delle trame Flavio Carboni, 78 anni, il giudice tributario Pasquale Lombardi, 77 anni, e l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino, di 63. Avevano costituito, dice la Procura di Roma, un’associazione a delinquere che con la corruzione, l’abuso d’ufficio, la diffamazione e la violenza privata mirava a condizionare “il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale” nonché di “apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”. Come si legge nella lunga ordinanza di custodia cautelare, la loro era “una realtà organizzata del tutto corrispondente alla cosiddetta loggia P2”... Il “clou” dell’attività del gruppo si realizzò il 23 settembre con una riunione (se ne contano sei, prima e dopo) nella splendida casa romana alle pendici del Campidoglio di Denis Verdini, coordinatore del Pidièlle, già indagato per l’eolico, il filone toscano dell’inchiesta sulla Protezione civile e la ricostruzione dell’Aquila. Oltre a Carboni, Lombardi e Martino, quel giorno parteciparono Marcello Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia (e magistrato) Giacomo Caliendo e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. (La Repubblica, sabato 10 luglio 2010). Chissà come sarà triste per Verdini il sindaco piddìn-ciellìno di Firenze, Matteo Renzi. Che sarebbe stato aiutato, nelle primarie democratiche, da votanti infiltrati dalla Destra, e nellelezione a sindaco dalla scelta verdiniana di contrapporgli per favorirlo un avversario debole come l’ex calciatore della Fiorentina e del Milan Galli.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Daniela Santanchè ritratta mentre cerca di esprimersi.

Daniela Santanchè ritratta mentre cerca di esprimersi.

 

(su) Daniela Santanchè: Luigi Bisignani, l’ormai antico giovanotto che fu reclutatore della P2 di Gelli e postino del tangentone Enimont verso la banca vaticana dello Ior, oggi, se cercato da tipi come Angelo Balducci, risponde dal centralino di Palazzo Chigi ed è pars magna di fatto dello staff del sottosegretario Gianni Letta. E forse, prossimamente, anche proprietario, con la sua compagna Daniela Santanchè e con uno stampatore, del Giornale della famiglia Berlusconi di cui la signora ha già acquisito l’esclusiva pubblicitaria.

(Alberto Statera su La Repubblica di sabato 10 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Clicca su Gasparazzo per vedere bene come spegnerebbe il furore promissino di Emiliano...Clicca su Gasparazzo per vedere bene come spegnerebbe il furore promissino di Emiliano...

Clicca su Gasparazzo per vedere bene come spegnerebbe il furore promissino di Emiliano...

 

(su) Michele Emiliano (sindaco piddìno di Bari): Aldo Busi rinuncia a partecipare con il suo Aaa! alla finale del premio letterario Città di Bari perché intitolato a Pinuccio Tatarella, esponente di primo piano dell’Emmesseì e poi di Aènne. “Un premio letterario di merda,” lo ha definito lo scrittore, “che porta il nome di un fascista almirantiano con la cui memoria non voglio avere nulla a che vedere”. Contro l’invettiva di Busi si è levata la condanna unanime del sindaco di Bari, Michele Emiliano, e del mondo politico barese. (La Repubblica, sabato 10 luglio 2010). Bravo Emiliano: mantenere vivo il culto dei fascisti almirantiani è il minimo, per un politico di finta “sinistra”.

 

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(su) Nicola “Nichi” Vendola: Si è svolta ieri pomeriggio presso la libreria Laterza la presentazione del testo “Anche voi foste stranieri” di Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana. Rispondendo a una domanda rivolta a Don Sciortino dall’uditorio in merito al primo comandamento (“Non avrai altro Dio all’infuori di me”) ed a quanto questo sia in contraddizione con lo spirito di accoglienza, Vendola ha invece evidenziato la portata rivoluzionaria dello stesso in quanto monito a non divinizzare le cose e le persone e a relativizzarne il potere. Durante il dibattito è stato citato due volte da Don Sciortino il nome del Presidente della Camera Gianfranco Fini (una volta in quanto partecipante al “Patto di Capodarco” e un’altra in quanto padrone di casa nella presentazione del testo, tenutasi alla Camera). Di fronte a una nostra domanda se egli ritenesse affidabile come interlocutore sul tema dell’immigrazione chi come Fini ha firmato una delle leggi più razziste dell’Occidente in materia e in passato non è stato esente da responsabilità in merito all’imbarbarimento del dibattito pubblico sugli immigrati (vedi la vicenda datata 2007 dello stupro della Reggiani e della conferenza stampa tenuta sul luogo dello stupro a poche ore di distanza), Don Sciortino ha dapprima evitato di rispondere, poi, ulteriormente sollecitato da Alessandro Laterza ha posto come priorità la necessità di coinvolgere tutti sul tema dell’accoglienza. Vendola ha invece preferito non esprimersi. (www.barilive.it, giovedì 8 luglio 2010). Preferito non rispondere sul razzismo di Fini? Ancora più pretesco di “don” Sciortino.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) l’Italia del berluscismo: Se la ridevano di un ponte pericolante da collaudare comunque. Ma se la ridevano anche dei poveri disgraziati che pagano il biglietto per salire su un treno passeggeri ignorando che tipo di “lavoretti” di manutenzione siano stati fatti sui vagoni cannibalizzandone i pezzi di ricambio: “France’, chi lo prende nel culo è l’ultimo che prende quel treno. (La Repubblica, giovedì 8 luglio 2010).

 

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Giulio Tremonti secondo L'Espresso.

Giulio Tremonti secondo L’Espresso.

 

(su) Giulio Tremonti e i tagli alla Sanità degli Italiani: Se qualche interesse per il Servizio sanitario nazionale resta vivo da questo versante è solo per le occasioni di potere, profitto, quando non malaffare, che esso offre. Questo spiega perché nessuna attenzione sia stata prestata agli ultimi eccezionali dati del Rapporto Ceis - Sanità 2009 dell Università di Tor Vergata da cui risulta tra l’altro: 1, che la spesa sanitaria italiana pro capite è inferiore ormai del 17,6% a quella europea e quasi il doppio più bassa rispetto a Paesi come il Canada, gli Usa, il Giappone; 2, che la disomogeneità interna varia trai 2119 euro pro capite del Trentino Alto Adige e i 1638 euro della Calabria; 3, che persiste la totale carenza di tutela per la non autosufficienza; 4, che il gap di finanziamento dell’Ssn grava sempre più sulle famiglie, come provano tre dati: 338.000 nuclei familiari, pari a oltre un milione di persone, sono soggetti a fenomeni gravi di impoverimento a causa delle spese sanitarie sostenute, soprattutto per la non autosufficienza; altre 992.000 famiglie, pari a 3 milioni di persone, hanno dovuto affrontare spese sanitarie superiori al reddito; in altre 2.600.000 famiglie almeno un componente ha dovuto rinunciare a cure che non poteva sostenere. In tutto 5 altri milioni di Italiani che nel 2009 si sono trovati in difficoltà gravi per curarsi. (Mario Pirani, La Repubblica, lunedì 5 luglio 2010). Ma al Tremonti cosa gliene importa? Lui nemmeno se ne rende conto, che dovrebbe curarsi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Silvio Berlusconi: Nella manovra non ci sarà alcuna riduzione della tredicesima per nessuno: è aumentata la velocità della ripresa e Confindustria ha detto che la recessione è finita. (La Repubblica, domenica 4 luglio 2010).

 

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Dario Franceschini: Nella legge sulle intercettazioni potremmo votare a favore di quegli emendamenti finiani che tendono a migliorare il testo o a contenere i danni. (La Repubblica, domenica 4 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Non sempre farsi accarezzare gratis è meglio che farlo a pagamento. Chi lo fa per soldi, infatti, si può almeno sperare che qualche volta sia ancora capace di sano disgusto.

Non sempre farsi accarezzare gratis è meglio che farlo a pagamento. Chi lo fa per soldi, infatti, si può almeno sperare che qualche volta sia ancora capace di sano disgusto.

Non sempre farsi accarezzare gratis è meglio che farlo a pagamento. Chi lo fa per soldi, infatti,

si può almeno sperare che qualche volta sia ancora capace di sano disgusto.

 

Pierferdinando Casini in Caltagirone: La questione non è aggiungere un posto a tavola, cosa poco dignitosa sia per chi apparecchia che per chi va a mensa. Ma aprire una fase politica nuova, che superi la teoria. Il mio appello è rivolto ancora una volta a tutti, e alla maggioranza in primo luogo. Occorre una formula che coivolga le forze più responsabili dell’opposizione. Chiaro: bisogna arrivare alle larghe intese. Abbiamo tre anni di tempo, chi si tira fuori si assume le sue responsabilità. Detto questo, il rapporto tra noi e il Pidì non è facile. Perché al di là delle affermazioni in privato, poi loro cosa offrono all’Uddiccì? Stessa cosa: aggiungono un posto a tavola. Non va. Questi rischiano, tra qualche anno, di ripresentarsi con gli stessi ingredienti di un governo Prodi. Al quale vorrebbero si aggiungesse l’Uddiccì. Con franchezza, se devo marciare a fianco del Prc, Di Pietro e magari della D’Addario, be’, rispondo no grazie. (La Repubblica, domenica 4 luglio 2010). Perché, che cos’hai contro la D’Addario, Pierferdy? Ti fa senso che facesse la escort? A noi dispiacciono molto di più quelli che sposano le figlie dei banchieri.

 

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(su) Mariastella Gelmini: Per la Scuola italiana travolta dai tagli, l’unico segno più è per gli insegnanti di religione. Il ministero della Pubblica Istruzione ha pubblicato l’annuale dossier dal titolo La Scuola statale, sintesi dei dati, anno scolastico 2009 - 2010: un corposo volume di 342 pagine che contiene tutti i dati dell’anno appena trascorso. Una pubblicazione di routine, che quest’anno però riserva una sorpresa: in mezzo a tanti segni meno rispetto al 2008 - 2009, una delle poche voci che cresce è quella dei docenti di religione... Quando nel 2004 l’allora ministro, Letizia Moratti, pensò di stabilizzarli attraverso due distinti concorsi, il mondo politico-sindacale si spaccò in due. Anche perché, tra i titoli necessari per accedere al concorso, riservato a coloro che avevano prestato servizio per almeno quattro anni negli ultimi dieci (dal 1993 - 1994 al 2002 - 2003), occorreva l’idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano. Ma il secondo governo Berlusconi non si curò delle polemiche e bandì il concorso, che nel settembre 2005 consentì per la prima volta nella storia dello Stato italiano l’immissione in ruolo dei primi 9.167 docenti di religione. Da allora il loro numero è sempre cresciuto, fino allqa cifra record (26.326) dell’anno scolastico appena archiviato. Nel frattempo, la Scuola italiana è stata oggetto di tagli senza precedenti. Nel triennio 2009 - 2012 spariscono 133.000 cattedre, per un totale di 8 miliardi di euro. Ma non solo: l’incremento degli alunni disabili (da 175.778 a 181.177) è stato fronteggiato con un taglio netto di oltre 300 cattedre di sostegno. Quasi 37.000 alunni in più sono stati stipati in 4.000 classi in meno. Sono diminuiti persino i plessi scolastici: 92 in meno. Ed è toccato al personale della scuola pagare il prezzo più alto al risanamento dei conti pubblici. In un solo anno gli insegnanti di ruolo sono calati del 4%, senza nessun recupero da parte dei precari che hanno dovuto salutare quasi 14.000 incarichi con relativo stipendio. Per non parlare del personale di segreteria, dei bidelli e dei tecnici di laboratorio: meno 6% in dodici mesi. E col varo della cosiddetta “riforma” Gelmini per il primo ciclo (scuola elementare e media) sono calate in entrambi gli ordini le ore di lezione. (La Repubblica, venerdì 2 luglio 2010). Interessante rendiconto. Privo, tuttavia (chissà perché) del benché minimo accenno alle malefatte dei famigerati Berlinguer e Fioroni berluscìsti ad (dis)honorem.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Mariastella Gelmini: Non è possibile che si rischi la vita andando a studiare. (La Repubblica, venerdì 2 luglio 2010). Detto da una che al servizio del Tremonti e del Berlusconi ha fatto in modo che in molte aule scolastiche italiane manchi ai Bambini e ai Ragazzi perfino la quantità d’aria minima obbligatoria per legge.

 

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(su) l’Italia berluscista e tremontista: La Biblioteca nazionale va in rovina, io me ne vado”. Firenze, l’allarme della direttrice: “Mancano i fondi, a novembre scelgo la pensione”. (Titolo de La Repubblica di venerdì 2 luglio 2010). Nazisti e fascisti bruciavano i libri. I berluscisti li soffocano.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Piero Fassino, quinta colonna piangente di Maria De Filippi all'interno del Pidì.

Piero Fassino, quinta colonna piangente di Maria De Filippi all’interno del Pidì.

 

Piero Fassino (rivolto a un signore che gli ha urlato: “Quando andate in tv, voi non dite mai che Berlusconi ha corrotto dei magistrati!”): È un vecchio vizio della sinistra sospettare che Berlusconi non lo si batte perché c’è qualcuno che rema contro. Io mi faccio un culo così tutti i giorni, mi batto più di te da quarant’anni. (La Repubblica, venerdì 2 luglio 2010). Tutti i giorni no. Deve toglierne almeno uno: quello in cui andò a frignare dalla De Filippi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Lo Zaccai con l’Alemanno, mentre distribuisce crocifissi a Fontana di Trevi e in Puglia durante un’esercitazione antiterrorismo.

Lo Zaccai con l’Alemanno, mentre distribuisce crocifissi a Fontana di Trevi e in Puglia durante un’esercitazione antiterrorismo.

 

(su) Pier Paolo Zaccai (consigliere provinciale romano del Pidièlle): Coca e trans, nei guai politico Pdl. Cattolico fervente, era stato tra gli organizzatori di un grande evento religioso: l’esposizione delle reliquie di padre Pio nella chiesa Regina Pacis, sul litorale romano. (La Repubblica, venerdì 2 luglio 2010).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Farebbe bene anche la Polverini a imparare a nascondere la bocca. Che importa se poi qualcuno penserà che anche lei voglia nasconderci quel che dice contro di noi, o quel che sta masticando che una volta era nostro: l’importante è nasconderla, la boccaccia.

Farebbe bene anche la Polverini a nascondere la bocca. Che importa se poi qualcuno penserà che anche lei voglia nasconderci

quel che dice contro di noi, o quel che sta masticando che una volta era nostro: l’importante è nasconderla, la boccaccia.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi e L’Avanti: Nell’articolo del quotidiano Estado de Sao Paolo, la ragazza spiega di essere stata ingaggiata da un certo Valter, che si è presentato come un “imprenditore italiano” e che le avrebbe dato duemila reais (poco meno di mille euro) per esibirsi davanti a Berlusconi nella suite presidenziale dell’hotel Tivoli. Nella delegazione italiana in effetti un Valter c’era, Valter Lavitola, direttore ed editore de L’Avanti. Dopo lo spettacolo e la cena la lap dancer avrebbe lasciato la suite, ma le altre cinque ragazze sarebbero rimaste “fino a notte fonda”. Palazzo Chigi smentisce. (La Repubblica, venerdì 2 luglio 2010).

 

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Mariastella Gelmini e Luca Zaia: Il governo italiano ha coinvolto molti altri Paesi (in realtà solo 8, n.d.r.) in una battaglia a difesa di un simbolo che non minaccia il principio di laicità ma che, al contrario, rappresenta i valori alla base della civiltà occidentale, fondata sul rispetto della dignità della persona e della sua libertà. La storia di un Paese non si può cancellare (Mariastella). Comunque, nella mia regione, il crocifisso non sarà tolto dalle aule (Luca). (La Repubblica, giovedì 1° luglio 2010).

 

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(sulla) Lega Nord: Si sono tolti la fascia tricolore e hanno abbandonato il gruppo delle autorità all’esecuzione dell’inno di Mameli. Protagonisti dell’episodio, alcuni sindaci leghìni-nordìni al termine della cerimonia di celebrazione del primo anniversario della provincia di Monza. (La Repubblica, giovedì 1° luglio 2010).

 

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(sulle) “scuole” private: Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, che da oltre un anno collabora con varie procure, è amareggiato: “Il Collegio San Luigi di Bologna ha rifiutato l’iscrizione alla prima elementare di mio figlio a causa del suo cognome. (La Repubblica, giovedì 1° luglio 2010).

 

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