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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Più Niente da Ridere

 

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo, invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò. Le immagini divennero quelle de "Il settimo sigillo" (1957), di Ingmar Bergman, e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò lItalia con sé nel mese di settembre del 2011

 

“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza.

Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi,

lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).

 

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Vediamo chi la vince, se i padri del trota e del porcellum o i Padri della Patria": il Bossi e Giorgio Napolitano.Per la serie "Vediamo chi la vince, se i padri del trota e del porcellum o i Padri della Patria": il Bossi e Giorgio Napolitano.

Per la serie Vediamo chi la vince, se i padri del trota e del porcellum o i Padri della Patria: il Bossi e Giorgio Napolitano.

 

(su) Umberto Bossi e tutti i portatori di moccichino verde: Grida che si levano in quei prati dove non c’è il popolo padano, ma un corpo di cittadini con scarsa consapevolezza di cose come l’articolo 1 della Costituzione... Non ci può essere una via democratica alla secessione: la sovranità popolare si esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalla nostra Carta costituzionale... Se dalle parole, dalle grida scomposte e grottesche della secessione si dovesse passare ad atti preparatori, lo Stato italiano non esiterebbe a intervenire. È già successo in passato, in Sicilia, dove il leader indipendentista Finocchiaro Aprile venne arrestato. Ecco: quando c’è stato un pericolo reale, lo Stato lo ha fermato e scongiurato... Si pensa forse a uno Stato lombardo-veneto che si mette a fare concorrenza alla Cina, alla Russia, all’India? Grottesco... Si può strillare in un prato, ma non si può cambiare il corso della Storia... Serve però un cambiamento, serve un altro meccanismo elettorale che recuperi il rapporto di fiducia tra elettore ed eletto, che esisteva ma è stato rotto. E nessuno potrà sottrarsi a questa esigenza. (Giorgio Napolitano, citato da La Repubblica di sabato 1° ottobre 2011). La fine delle buffonate padane, dei diti medi e dei Trota si avvicina a grandi passi. Uomini avvisati, mezzi salvati.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Facce di chi vede avvicinarsi la resa dei conti": Roberto Calderoli.

Per la serie Facce di chi vede avvicinarsi la resa dei conti: Roberto Calderoli.

 

Roberto Calderoli: Il presidente è sempre molto saggio, ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto dell’autodeterminazione dei popoli... La Lega Nord da oltre vent’anni è garanzia di democrazia. (La Repubblica, sabato 1° ottobre 2011). Due scemenze. Il Popolo italiano si è già autodeterminato dandosi una Carta costituzionale. Che non prevede alcuna secessione. Mentre la Lega Nord da oltre vent’anni cerca di distruggere la Democrazia italiana, la Libertà di tutti e la Nazione stessa.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Sta per togliersi anche l'ultima maschera": Silvio Berlusconi, da Mussolini a Mussolini passando per Craxi.Per la serie "Sta per togliersi anche l'ultima maschera": Silvio Berlusconi, da Mussolini a Mussolini passando per Craxi.Per la serie "Sta per togliersi anche l'ultima maschera": Silvio Berlusconi, da Mussolini a Mussolini passando per Craxi.

Per la serie Sta per togliersi anche l’ultima maschera: Silvio Berlusconi, da Mussolini a Mussolini passando per Craxi.

 

Silvio Berlusconi (nella notte del suo settantacinquesimo compleanno, festeggiato rendendo omaggio a Benito Mussolini nella persona e in casa della nipote Alessandra Mussolini): Bettino Craxi è stata una grande guida per l’Italia, tanto è vero che ogni anno ventimila persone vanno a deporre garofani sulla sua tomba, mentre questo non succede nella tomba di Togliatti o di Berlinguer. Eppure, chi ora è nel Pd, ma all’epoca era nel Pci insieme a certi magistrati e a certa stampa, non gli ha permesso di tornare in Italia per curarsi. Lo hanno ucciso. E adesso quegli stessi magistrati vogliono farmi fare la stessa fine, vorrebbero mandarmi in esilio ma non ce la faranno mai... La verità è che in Italia c’è una dittatura dei magistrati... Con la dittatura delle toghe è impossibile governare, anzi inutile, perché se una legge non piace ai magistrati, questi fanno ricorso alla Corte costituzionale. Che è di sinistra... Possibile che tutte le donne che vengono a casa mia sono delle escort, mentre quelle che sono ospiti di personaggi della sinistra sono vergini e sante? (Per questo individuo le donne si dividono dunque in tre sole categorie, prostitute, vergini e sante?, n.d.r.) Come Ibrahimovic (Non sappiamo chi sia: se il Berlusconi nominandolo lo ha offeso, lo preghiamo di scusarci per non aver espunto il suo nome dalla citazione..., n.d.r.), io sono un fuoriclasse che ha salvato l’Italia dal default preparato da Prodi quando ha permesso il cambio lira-euro. Adesso siamo sotto di cinque punti, ma i nostri elettori sono solo in stand by: torneranno. (La Repubblica, venerdì 30 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria.Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria.Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria.Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria.

Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria.

 

Jacopo Morelli (presidente dei Giovani della Confindustria): Non inviteremo politici sul palco, ma solo ad ascoltare. Avevamo fatto proposte, abbiamo avuto zero risposte. Non vogliamo essere presi in giro. Adesso diciamo: zero risposte, zero politici. Vogliamo il dialogo, ma che sia serio. Non possiamo continuare ad avere un Paese umiliato dalle non scelte. (La Repubblica, venerdì 30 settembre 2011). Continuano gli abbandoni della nave berluscista: dopo la Marcegaglia, il Bagnasco e i costruttori, è la volta dei Giovani della Confindustria. Si accettano scommesse sui prossimi, in ordine decrescente di probabilità: la Gelmini? Il Confalonieri? Il Veltroni? I figli? La criminalità organizzata? Marinella Brambilla? La scorta?... Niente a che vedere con gli immarcescibili fedeli di Gheddafi, comunque: quelli sì che si son votati al capo fino alla morte. Sta’ a vedere che accanto al povero Berlusconi, quando il momento fatale sarà giunto, non vedremo neanche un’imitazione (per quanto modesta, formato escort) di Claretta Petacci.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Ecco di chi era il cervello di Frankenstein jr!": Igor con il ministro Sacconi.

Per la serie Ecco di chi era il cervello di Frankenstein jr!: Igor con il ministro Sacconi.

 

Maurizio Sacconi: Il sistema previdenziale a regime è in equilibrio, grazie alle riforme messe in campo, ma sui tempi di transizione si può lavorare ipotizzando modifiche... Le transizioni sono già state modificate, quindi possono essere modificate ulteriormente. Credo che dovrebbe ispirarci un patto generazionale a favore dei più giovani. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011). Geniale: per accelerare l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro, far lavorare i vecchi fino a settant’anni. Una volta detto sembra l’uovo di Colombo, ma per pensarlo c’è voluto il possente cervello del Sacconi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

L'interessante tabella "Cosa dicevano, cosa dicono", su "La Repubblica" del 29 settembre (cliccala per ingrandirla) e il povero Altero Matteoli.

Linteressante tabella Cosa dicevano, cosa dicono, su La Repubblica del 29 settembre (cliccala per ingrandirla) e il povero Altero Matteoli.

 

(su) Altero Matteoli (pidiellìno ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti): Ieri i Vattene!, i Basta!, gli A casa! che hanno interrotto la relazione di Altero Matteoli all’assemblea dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sono arrivate dai “padroni delle gru”... “Non è vero che non si può fare nulla,” ha detto il presidente dellAnce, Paolo Buzzetti. “Dire allo stesso tempo che le infrastrutture sono essenziali per fare ripartire la crescita, ma che il piano di sviluppo deve essere a costo zero, o è una chimera o è una presa in giro”... Breve dibattito in sala, con il sindaco di Roma, Alemanno, che dice che “se la manovra non cambia, 450 cantieri aperti a Roma rischiano la chiusura: mi vergogno, come sindaco, di non poter dare certezza ai pagamenti” e poi l’arrivo del ministro... I fischi fioccano, la platea si svuota... Alla fine il presidente Buzzetti riguadagna il palco per ringraziare il ministro di essere venuto. “E soprattutto di essersene andato,” gli rispondono dal fondo della sala. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011). Dopo la Marcegaglia e il Bagnasco, altri topi abbandonano la nave berluscista. Gente che ha eletto e sostenuto Berlusconi e berluscisti per trent’anni, gente a cui dobbiamo tutto quello che abbiamo sofferto e stiamo ancora soffrendo. Gente che basta guardarla per capire che è capace di fare il bis di piazzale Loreto, tra non molto. Del quale, come del precedente, saremo poi accusati noi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Fortunosamente sfuggiti al 25 aprile": Fabio Garagnani.

Per la serie Nemici del 25 aprile: Fabio Garagnani.

 

Fabio Garagnani (pidiellìno coordinatore a Bologna, noto nemico anche degli Insegnanti, sul quale vedi anche qui, qui e qui): Basta celebrare il 25 aprile 1945. Meglio il 18 aprile 1948. Perché i partigiani della sinistra combatterono non per un desiderio di libertà, ma per creare un regime comunista che fu evitato proprio dalla vittoria della Democrazia cristiana il 18 aprile 1948. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011). Notizia diffusa il 28 settembre in modo che uscisse sui giornali del 29, compleanno del Berlusconi. Che dire? Bisogna riconoscere che è un modo molto originale di festeggiare il duce del berluscismo. Altri gli fecero pervenire una spogliarellista che saltò fuori da un’enorme torta: il camerata Garagnani, invece, sa bene che per il capo non esistono soltanto le prostitute e le azioni Mediaset, ma anche la dolorosa nostalgia per Benito Mussolini.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Manlio Contento: Quand’è che i pubblici ministeri pagheranno per i loro errori? (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Saverio Romano e Umberto Bossi:

La vignetta di Staino su "L'Unità" di giovedì 29 settembre 2011.

La vignetta di Staino su L’Unità di giovedì 29 settembre 2011.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.Per la serie "Gli Scilipoti pannellian-boniniani": il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.

Per la serie Gli Scilipoti pannellian-boniniani: il Turco, la Bernardini, il Beltrandi, la Farina Coscioni, la Zamparutti e il Mecacci.

 

(su) i nobili discepoli di Marco Pannella ed Emma Bonino, i deputati radicali Maurizio Turco, Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Elisabetta Zamparutti, Matteo Mecacci: Si salva il ministro Saverio Romano: imputato per mafia, salvato dai parlamentari del centrodestra. E non solo da loro: i sei radicali eletti nelle file del partito non partecipano al voto. Eccoli alzarsi all’improvviso. Prendono la parola in aula e annunciano la loro decisione. Risposta dura, in puro stile corsaro-pannelliano, al voto contrario del Senato sulla drammatica questione delle carceri e la proposta radicale di amnistia. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011). Qualcuno fa notare: entro la fine del mese scade la convenzione tra la Presidenza del Consiglio e Radio Radicale. In ballo c’è un finanziamento di un sacco di soldi. (L’Unità, giovedì 29 settembre 2011). Il Partito radicale, signori: tristemente nota mosca cocchiera di Craxi nella cosiddetta prima Repubblica, tristemente nota mosca cocchiera del berluscismo oggi. A destra, sempre.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.

Per la serie Lo splendido sorriso dei veltroniani (seconda puntata, vedi anche qui): il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.

 

(su e di) Walter Veltroni e tutti i veltroniani: E poi c’è Matteo Renzi, molto ben visto da Veltroni. Il sindaco di Firenze ammette: “Sì, sto scaldando i motori per correre. La leadership del centrosinistra si vedrà con le primarie”. (...) Rinnovamento è l’altra parola chiave. Veltroni ne ha parlato a lungo nel seminario della “sua” scuola di politica, venerdì scorso. Ospite, non a caso, Nicola Zingaretti. (...) Sta di fatto che i veltroniani da giorni discutono delle primarie di partito. Stefano Ceccanti le ha chiamate così ieri nella riunione di corrente. Giorgio Tonini preferisce dire “congresso anticipato”. Salvatore Vassallo argomenta: “Questa è la strada maestra, se si va al voto nel 2013. Ma se la situazione politica precipita, allora si può immaginare un’altra via, cioè quella di stemperare la norma dello Statuto del Pd secondo cui è il segretario, in questo caso Bersani, il candidato premier. Norma che non scrissi io: mi ricordo bene, fu Maurizio Migliavacca, comunque a noi veltroniani stava bene”. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011). Carini, no? La norma che candida a presidente del Consiglio il segretario ci sta bene se il segretario è Veltroni. Se invece è Bersani, la stemperiamo. Per la serie (berluscista) le leggi si rispettano solo finché non ci danno fastidio. Non per niente son tutti reduci dalla festa dei giovani neofascisti berluscisti, la cosiddetta Atreju. Del resto, basta guardarli in faccia: il Tonini sembra Ferrara, il Ceccanti Maroni e il Vassallo Ghedini.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su e di) Giuseppe “Beppe” Fioroni: Beppe Fioroni, il leader cattolico di minoranza (dato da mesi in uscita dal Pd e in perenne feeling con Casini e Bonanni) racconta i cattolici pronti a costituirsi in una sorta di pre-partito: “Come pensiamo di intercettarli, con Bersani, Vendola e Di Pietro? Non credo. Non mi ha mai affascinato il dibattito sulle primarie aperte, ma non possiamo restare inerti. Se ci chiudiamo, il Pd dà l’addio a milioni di voti”. Anche Fioroni ha nel cuore Renzi. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Per caso fischiano le orecchie a qualcuno, in certe amministrazioni locali partecipate dal Pd?": Alberto Tedesco.

Per la serie Per caso fischiano le orecchie a qualcuno, in certe amministrazioni locali partecipate dal Pd?: Alberto Tedesco.

 

(su) Alberto Tedesco: Dal 2008 al 2009 la sanità pugliese “è stata gestita da un’associazione a delinquere guidata dall’allora assessore Alberto Tedesco, oggi senatore del Partito democratico”. Un’associazione che, tramite una serie di manager delle Asl, avrebbe gestito appalti, nominato dirigenti nelle aziende sanitarie, spostato primari come se fossero pedine. Il tutto per favorire imprenditori amici, indirizzare pacchetti di voti e finanziare illecitamente i partiti del senatore Tedesco: prima una sua lista autonoma di socialisti e poi il Partito democratico, nel quale era confluito. È questa l’accusa durissima che la procura di Bari muove alla gestione della sanità nella prima parte dello scorso governo pugliese, guidato da Nichi Vendola. (...) Un’associazione a delinquere, sostengono gli investigatori, il cui obiettivo era “costituire una rete in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano pilotate verso imprese facenti capo a imprenditori collegati da interessi familiari ed economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso il Tedesco in occasione delle competizioni elettorali”. (La Repubblica, giovedì 29 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Pier Luigi Bersani:

(Immagine tratta da "Segnalazioni").

(Immagine tratta da Segnalazioni).

 

Senza parole..., titola questo biglietto Segnalazioni. Noi possiamo solo dire che non capiamo cosa stia accadendo a Bersani da alcune settimane in qua. Ma che abbiamo l’impressione molto netta che, se e quando capiremo, quel che capiremo non ci piacerà. A parte tutto, Pier Luigi, ma ti sei dimenticato che il signor Fisichella è il prelato che che redarguì pubblicamente gli ecclesiastici che si erano permessi di criticare le leggi berlusciste e leghiste contro i Migranti? (Mercoledì 28 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Sergio Marchionne: Negli Stati Uniti non è un discorso ideologico e l’accordo si farà. E gli operai continuano a presentarsi al lavoro... Noi gestiamo 270.000 persone in tutto il mondo, non possiamo essere condizionati dai comportamenti di una minoranza come la Fiom. La Fiat andrà avanti. E spero che la maggior parte delle persone si renda conto della gravità e serietà della situazione e della risposta che dobbiamo dare. (La Repubblica, mercoledì 28 settembre 2011). 270.000 persone non possono essere condizionate dai comportamenti di una minoranza? E perché mai, allora, dovrebbero essere condizionate da quelli di un unico individuo, il signor Sergio Marchionne? Ma i geni, si sa, non son tenuti a rispettare la logica...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Teocrazie straniere che non si fanno gli affari propri": Angelo Bagnasco esorcizza il berluscismo e lo tramuta in... cattofascismo?Per la serie "Teocrazie straniere che non si fanno gli affari propri": Angelo Bagnasco esorcizza il berluscismo e lo tramuta in... cattofascismo?Per la serie "Teocrazie straniere che non si fanno gli affari propri": Angelo Bagnasco esorcizza il berluscismo e lo tramuta in... cattofascismo?

Per la serie Teocrazie straniere che non si fanno gli affari propri: Angelo Bagnasco esorcizza il berluscismo e lo tramuta in... cattofascismo?

 

Angelo Bagnasco (dipendente del capo di Stato straniero Joseph Ratzinger con l’incarico di presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana): L’immagine del Paese è fiaccata, ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La Storia ne darà atto... Si rincorrono racconti che, se comprovati, rivelano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità della persona e il decoro delle istituzioni... Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro, ma intrinsecamente tristi e vacui... I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune... C’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate... La questione morale esiste e non è un’invenzione mediatica... Rendere politicamente più operante la propria fede... Si profila la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che, coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni. (La Repubblica, martedì 27 settembre 2011). Il signor Bagnasco, esponente di primo piano di una teocrazia straniera non democratica, entra a gamba tesa nella politica italiana. Sa di non poter farlo (perché non parla da privato cittadino, bensì, lo ripetiamo, da alta autorità di uno Stato estero) eppure lo fa lo stesso. Nella lingua italiana, il cittadino italiano che, nel pieno possesso delle facoltà mentali, fa quel che le leggi del Paese (o i trattati aventi forza di leggi) non permettono ad alcuno di fare, si chiama delinquente. Detto ciò, che il piede della metaforica gamba tesa del Bagnasco colpisca nel metaforico deretano il Berlusconi può rallegrare solo gli ingenui: le massime gerarchie della Chiesa, papi compresi, sostengono il berluscismo da vent’anni (se non da trenta), le massime gerarchie della Chiesa sono, dunque, corresponsabili di tutto ciò che il berluscismo ha fatto contro l’Italia, e Noi (con la maiuscola, perché siamo gli Italiani che hanno intuìto e capito fin dal primo giorno chi è Silvio Berlusconi) ci dovremmo congratulare con esse perché nel 2011 abbandonano come ratti la nave berluscista temendo che stia per affondare? Potremmo farlo soltanto in un caso: se il Bagnasco, i suoi pari e il suo superiore scendessero in piazza san Pietro, s’inginocchiassero dinanzi al Paese che con quella piazza purtroppo confina e chiedessero scusa al Popolo italiano. Magari cospargendosi le teste di cenere, anziché usarle come sostegni per i costosissimi copricapi con cui le fan sembrare più prestigiose delle nostre. Sarebbe un bello spettacolo, no? Certo che lo sarebbe: uno spettacolo che, come si suol dire, ci rimetterebbe al mondo. Ma purtroppo non lo vedremo, perché il Bagnasco, i suoi pari e il suo superiore, ci scommetteremmo, non credono affatto di aver sbagliato. Credono, molto probabilmente, di aver solo sbagliato cavallo (o piuttosto di aver sbagliato mulo, che di cardinali e vescovi è la cavalcatura tradizionale) e si preparano a cambiarlo: tutto qui. Ecco cosa intende, il signor Bagnasco, quando annuncia un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che, coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, sia promettente grembo di futuro: parla del nuovo partito di tutti i cattolici che la Chiesa sta da tempo preparando (vedi qui e qui) con l’attiva collaborazione di una trasversal congrega di utili idioti. Col quale partito spera di far esplodere non solo il Pidièlle ma anche e soprattutto il rinato Partito democratico di Bersani, e nel quale spera di trovare il servizievole mulo di maggior successo che le permetta di dominare l’Italia per altri trent’anni almeno. (Post scriptum. Ci chiediamo: anche La Repubblica sostiene questo tentativo? Ce lo chiediamo per aver letto su La Repubblica del 26 settembre, per così dire mentre il Bagnasco parlava, le seguenti considerazioni di Agostino Giovagnoli, dipendente di Joseph Ratzinger con l’incarico di professore di Storia contemporanea presso l’Università cattolica del Sacro Cuore: In termini fortunatamente meno tragici, emerge oggi un’alternativa che ricorda un precedente del periodo dopo la caduta di Mussolini. Allora, Luigi Gedda, importante esponente dell’Azione cattolica, propose a Badoglio di sostituire i fascisti con i cattolici nelle strutture del regime: fu il tentativo di una “successione cattolica” in un quadro di sostanziale continuità... Sembra, infatti, prefigurarsi una stagione in cui sarà necessario affrontare scelte difficili e sacrifici pesanti, in modo moralmente equo e senza colpire i più deboli; lavorare intensamente per una nuova coesione sociale, contrastando le lacerazioni che sorgeranno; diffondere motivi di speranza per attraversare tempi difficili e attendere un domani migliore. Ci sarà bisogno, in tal caso, di una politica ispirata da una visione storica e morale di grande respiro, capace di misurarsi con gli orizzonti europei e mondiali molto più di quanto abbia fatto la Seconda Repubblica. Quale sarà il nuovo mulo che il Bagnasco si augura (o piuttosto, speriamo Noi, s’illude) di cavalcare? Il Casini? Il Pisanu? O qualche cavaliere bianco (molto bianco) di provenienza imprenditoriale? I muli scalpitanti (per far da poggiasedere) sono (come i demoni) legione: il Bagnasco ha solo l’imbarazzo della scelta. E ancor più numerosi sono gli aspiranti palafrenieri. Come il piddìno (ancora per poco, ci auguriamo) Giuseppe “Beppe” Fioroni, finto “sinistro” di nostra vecchia conoscenza, che giulivo commenta così la gamba tesa del Bagnasco: È un segnale molto positivo (La Repubblica, martedì 27 settembre 2011). E insiste: Nessuno ha la rappresentanza del mondo cattolico nel cassetto, ma l’anatema contro l’unità dei cattolici è una scemenza: il miracolo di associazioni tutte unite è una sfida che la Chiesa lancia ai politici cattolici: stare insieme come loro. (La Repubblica, mercoledì 28 settembre 2011). Ridi, “Beppe”, ridi, ché madre Chiesa ha fatto gli gnocchi).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "E' il radicale che traccia il solco, ma è la radicetta che vi si impianta": Vittorio Pezzuto e Renato Brunetta.Per la serie "E' il radicale che traccia il solco, ma è la radicetta che vi si impianta": Vittorio Pezzuto e Renato Brunetta.

Per la serie È il radicale che traccia il solco, ma è la radicetta che vi si impianta: Vittorio Pezzuto e Renato Brunetta.

(Le proporzioni tra le due fotografie non corrispondono necessariamente a quelle reali).

 

Renato Brunetta: Basta certificati antimafia, basta Durc e basta pacchi di documenti per partecipare ai concorsi... Perché mai famiglie e imprese devono produrre certificati che la pubblica amministrazione possiede già?... Una delle vitamine per la crescita è la semplificazione: nei rapporti con gli enti pubblici i certificati dovranno essere sempre sostituiti dalle autocertificazioni. Vittorio Pezzuto (ex radicale e portavoce di Renato Brunetta): Non sparirà il certificato antimafia, ma solo l’obbligo della sua presentazione da parte del cittadino... Saranno le amministrazioni a procurarsi d’ufficio, direttamente presso gli uffici competenti, la documentazione richiesta, oppure accetteranno le autocertificazioni presentate dalle imprese. Ciò varrà soprattutto per il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e per il certificato antimafia: è già previsto nella legge 106 del 2011. Si leggano le carte, le tante anime belle in malafede come gli Ingroia e i Lo Bello. (La Repubblica, martedì 27 settembre 2011). Il Pezzuto, che invece è un’anima brutta in buona fede, mette a frutto la visione di Carnage, del regista pedofilo Roman Polanski, per convincersi che non esistano “anime” più belle della sua. Spiace deluderlo, poveretto, ma non è così: e per capirlo basta pensare alla luminosa bellezza interiore delle centinaia di milioni (se non miliardi) di Esseri umani che sarebbero disposti a immensi sacrifici pur di fare un mestiere diverso da quello di portare in giro la voce di un Brunetta. Pulisciti la bocca, ex radicale Pezzuto, prima di pronunciare il nome di un uomo come il giudice Ingroia.

 

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(su) Roberto Maroni: Un ministro degli Interni può vantarsi degli arresti che compiono magistrati e forze dell’ordine? Se lo fa, vuol dire che ha messo in atto disposizioni e pratiche che nessuno prima di lui aveva nemmeno sognato, oppure che è solo un ballista? In attesa che l’attuale ministro Maroni ci spieghi cosa non andava nel suo predecessore Pisanu, invito a riflettere sulle sue numerose stravaganze. Appena diventato ministro va a New York a studiare “tolleranza zero” non sapendo che questa dottrina più che inutile è stata dannosa. In una conferenza stampa afferma che esiste un traffico internazionale di organi per il trapianto, scatenando l’ilarità generale. Si esibisce in un body scanner affermando che tali inutili aggeggi saranno installati anche nelle stazioni ferroviarie: evidentemente non ha mai preso un treno. Afferma che in tre anni si può battere la mafia, come del resto quel tale (il premier) che ha promesso di battere in tre anni il cancro. Parla di cinque milioni di possibili profughi provenienti dal Nord Africa, poi scende a cinquecentomila, mentre il Paese perde la testa per cinquantamila richiedenti asilo. Resto, infine, nella fiduciosa attesa che ci sia presto un ministro che, finlamente, ci dia un rapporto sul crimine in Italia com’è avvenuto nel 2001 e nel 2007, quando al governo c’era il centrosinistra. Per il resto, buio pesto. (Lettera a L’Unità di martedì 27 settembre 2011).

 

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Il santo puttaniere e il suo profetaIl santo puttaniere e il suo profeta

Il santo puttaniere e il suo profeta

 

Gianfranco Rotondi: (ministro per l’Attuazione del programma): Berlusconi è un santo puttaniere, ma passerà alla Storia come uno statista. (La Repubblica, martedì 27 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Lo sguardo colmo d'amore di Giacomo Babini.

Lo sguardo colmo d’amore di Giacomo Babini.

 

Giacomo Babini (dipendente del capo di Stato straniero Joseph Ratzinger come vescovo di Grosseto): Basta con la caccia al premier. L’omosessualità è contro natura, meglio chi va con l’altro sesso, è più peccatore Vendola. (La Repubblica, martedì 27 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Giorgio Napolitano portatore del tricolore. Secondo il Bossi, portatore di moccichino verde, sarebbe "un somaro".

Giorgio Napolitano portatore del tricolore. Secondo il Bossi, portatore di moccichino verde, sarebbe “un somaro”.

 

Umberto Bossi: Mia moglie, poverina, ha sempre lavorato per la Lega Nord, ha messo sù una scuola della Lega Nord e non prende nulla... Io ve lo dico, giornalisti, prima o poi prenderete una mano di botte... E chi espone il tricolore è un somaro.

(La Repubblica, lunedì 26 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Berluschinai e berluschini": il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.

Per la serie "Berluschinai e berluschini": il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.Per la serie "Berluschinai e berluschini": il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.Per la serie "Berluschinai e berluschini": il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.Per la serie "Berluschinai e berluschini": il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.

Per la serie Berluschinai e berluschini: il Berlusconi, lo Scilipoti, il Crosetto, il Formigoni e il Galan.

 

(su) Giulio Tremonti: Sarebbe opportuno che il ministro Tremonti lasci o si ravveda, altrimenti in Parlamento ci potrebbero essere parlamentari della maggioranza disposti a sfiduciare il ministro Tremonti e non il governo Berlusconi (Domenico Scilipoti, pidiellìno rimediato). Per tre anni abbiamo messo il futuro del Paese nelle mani di Tremonti. Gli abbiamo dato un potere e un’autonomia senza precedenti. Ora scopriamo di essere stati traditi e ci troviamo costretti a cambiare. Basta accentrare tutto a via XX Settembre: è ora di spostare il luogo del confronto a palazzo Chigi (Guido Crosetto, pidiellìno di gran peso). Tremonti è un’intelligenza sopraffina e deve accettare la collegialità del governo, deve accettare che il direttore d’orchestra sia Berlusconi. Berlusconi è incaricato di suonare i pezzi, poi i virtuosi nell’orchestra emergono sempre (Roberto Formigoni, pidiellìno ciellìno). Finalmente molti si rendono conto di quanto sia stato sbagliato lasciare a Tremonti la regia quasi unica delle scelte economiche... Pensavo che il Consiglio dei ministri fosse un organo collegiale, non un uomo solo al comando... Io mi lamentavo, dicevo: non sono venuto qui per fare il sottosegretario di Tremonti. Un ministro mi ha risposto: sei un presuntuoso, ci sono sottosegretari che contano più di te... Una volta a Tremonti ho detto: “Guarda che se vai avanti così, finiremo con i conti in ordine e senza un voto”. Lui mi ha risposto: “Ma i conti non sono in ordine”. Capito? Abbiamo fatto un sacrificio inutile... L’Europa ci chiede di fare quel che abbiamo promesso agli elettori: meno burocrazia, più privatizzazioni, meno tasse per favorire la ripresa. Se si abbassano le tasse, la gente le paga di più (Giancarlo Galan, pidiellìno tra i più astuti). (La Repubblica, domenica 25 settembre 2011). A proposito di questa particolar sorta di berluscisti (il primo dei quali, quello che ne tira i fili, è ovviamente il berluscista in capo Silvio Berlusconi) abbiamo parlato di Tea Party all’italiana. Avevamo ragione ma anche un po’ sbagliavamo, perché il tè non fa questi effetti: bisogna che al party venga servito qualcosa di ben più sostanzioso... Certo, il Tremonti è quel che è. Ma costoro, incredibile dictu, sono molto peggio. Quel mettere (di Galan) i loro voti al di sopra dei conti del Paese, per esempio, è straordinariamente significativo: annuncia, con assoluta certezza, che il berluscismo non si fermerà finché non avrà realmente distrutto l’Italia. Può esistere un male più estremo? Non sarebbero doverosi, dinanzi a esso, rimedi altrettanto estremi?,,,

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Momenti di difficoltà nel tentare di immaginare un tunnel di 750 chilometri": Mariastella Gelmini.

Per la serie Momenti di difficoltà nel tentare di immaginare un tunnel di 750 chilometri: Mariastella Gelmini.

 

(su) Mariastella Gelmini: In principio fu Berlusconi, con la sua capacità “di creare energia nucleare dalla scomposizione delle cellule”. Oggi è Mariastella Gelmini, che di mestiere fa il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca scientifica, a inciampare sui neutrini. Nel rivolgere pomposamente il suo “plauso e le più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico”, la Gelmini rivendica il ruolo dell’Italia, “con uno stanziamento intorno ai 45 milioni di euro”, nella “costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento” sui neutrini. (La Repubblica, domenica 25 settembre 2011). Tutta la nostra solidarietà a Mariastella Neutrini: non si ironizza su una poveretta messa a fare cose molto più grandi di lei da uomini che non avevano abbastanza spina dorsale per farle in prima persona.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Bellezze allo sbaraglio": l'Alemanno, il Vendola e il Casini candidati a "mister Italia".

Per la serie Bellezze allo sbaraglio: l’Alemanno, il Vendola e il Casini candidati a mister Italia.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I topi abbandonano la nave berluscista": la presidente della "Confintopi" mentre abbandona la nave topo-berluscista. (Notare che il salvagente è sgonfio, poveretta, ma lei non se ne dà per intesa...)

Per la serie I topi abbandonano la nave berluscista: la presidente della Confintopi mentre abbandona la nave topo-berluscista.

(Notare che il salvagente è semi-sgonfio, poveretta, ma lei non se ne dà per intesa...)

 

Emma Marcegaglia: Siamo pronti a scindere le nostre responsabilità da quelle del governo perché vogliamo un cambiamento vero... Salviamo lItalia... Non è più tollerabile una situazione di stallo in cui si vivacchia e in cui ci si limita a fare qualche piccola manutenzione... Se il governo è disponibile a parlare con noi di grandi riforme, noi siamo pronti a ragionare. Se invece il governo vuole andare avanti su piccole cose di manutenzione, non siamo interessati, non siamo più disponibili. Vogliamo un cambiamento vero. (La Repubblica, sabato 24 settembre 2011).  Scindere le responsabilità? Come sarebbe a dire? Da quando in qua un’organizzazione privata come la Confindustria avrebbe responsabilità di governo dalle quali scindersi? Pensino piuttosto a comportarsi responsabilmente verso i Lavoratori. Lo ripetiamo: questa donna è sempre stata dalla parte del Berlusconi, è berluscista fino al midollo ed è, dunque, poco meno (se non altrettanto) colpevole del Berlusconi medesimo per la situazione in cui versa il Paese. E ora vorrebbe rifarsi una verginità come oppositrice del governo? Tutt’al più, potremmo vederla come una topolina che abbandona la nave che affonda.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "C'è chi al Berlusconi stringe la mano mentre quello lo deride, e chi invece non gliela stringe": Berlusconi, Monti e Prodi.

Per la serie C’è chi al Berlusconi stringe la mano mentre quello lo deride, e chi invece non gliela stringe: Berlusconi, Monti e Prodi.

 

Mario Monti: Berlusconi ha reso più invisa agli italiani l’economia di mercato e ha reso più impopolare l’Europa attribuendo a loro la colpa della manovra. (La Repubblica, sabato 24 settembre 2011). Buffo: quelli che per noi sono gli unici meriti del Berlusconi (facendo la macchietta dell’economia globale dominata dalle tirannie private, mostrarne involontariamente la vera natura; chiamando l’Europa a corresponsabile di una manovra economica pervasa di odio di classe, toglierci ogni illusione che vi siano in Europa destre sostanzialmente migliori di altre) per il Monti sono invece le sue colpe principali...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Vani e un po' ridicoli tentativi di somiglianza": Fedele Confalonieri e Rupert Murdoch.

Per la serie Vani e un po’ ridicoli tentativi di somiglianza: Fedele Confalonieri e Rupert Murdoch.

 

Fedele Confalonieri: Sono perché Berlusconi resista, non vedo perché debba lasciare... Chi ha a cuore il Paese non vedo perché debba azzoppare Mediaset: sarebbe una visione miope di persona faziosa... Timore ce l’ho, ma questo non è un Paese da piazzale Loreto: la gente di sinistra è ragionevole... Il conflitto d’interessi c’è, ma andava risolto prima della discesa in campo. Perché adesso cosa fai? Prendi un’azienda come la nostra e la metti in mano a un notaio, a un burocrate? (La Repubblica, sabato 24 settembre 2011). Traduzione: Ho una fifa blu. Sentite, facciamo così: voi mi date garanzie sul destino di Mediaset (e soprattutto sul mio destino in Mediaset) e io vi consegno Silvio legato mani e piedi. Anche a costo di azzopparlo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: Una riunione blindatissima di Berlusconi con le sue deputate. Una trentina di elette. Una frase un po’ inquietante: “Se qualcuna parla pagherò per scoprire chi è”. Un’altra parecchio misteriosa: “Voi sapete meglio di me perché Lavitola è a Santa Lucia...” A quel punto pare che un collaboratore del premier e una procace onorevole lo abbiano zittito. (L’Unità, venerdì 23 settembre 2011). Forse il Lavitola è a Santa Lucia per reperire nuove deputate berlusciste, per così dire, oriunde?...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Ci sono Iene e iene, ma anche cagnolini da salotto": il Maroni e il Marantelli.

Per la serie Ci sono Iene e iene, ma anche cagnolini da salotto: il Maroni e il Marantelli.

 

(su e di) Daniele Marantelli (piddìno deputato): Bobo Maroni apprezza una battuta del democratico varesotto Daniele Marantelli: “Bobo usa la tecnica di Lenin: un passo indietro per farne due avanti”. E Maroni gli manda un sms: “Grazie del paragone”. (La Repubblica, venerdì 23 settembre 2011). Se Maroni è Lenin, Bossi chi sarà? Karl Marx? Una cosa è certa: Marantelli, invece, è quello che interrogato da Le Iene sull’Unità d’Italia... scappò.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger: Negligenze nei controlli, mancate visite obbligatorie al personale, inefficienze: per questo motivo, e per i reati di epidemia e lesioni colpose, sono stati iscritti nel registro degli indagati quattro medici e due amministrativi del Gemelli... Un caso che da poco più di un mese tiene sotto pressione l’ospedale più famoso della capitale e ha coinvolto quasi duemila famiglie che, tra gennaio e luglio, hanno deciso di far nascere i propri bambini in quella struttura. (La Repubblica, giovedì 22 settembre 2011). Mentre noi continuiamo a domandarci: quanto sono sicuri gli ospedali cattolici?

(Sull’argomento, vedi anche qui).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il Berlusconi su "L'Unità" del 14 gennaio 2011. (Cliccalo, se vuoi ingrandirlo!)

Il Berlusconi su LUnità del 14 gennaio 2011. (Cliccalo, se vuoi ingrandirlo!)

 

(su) Silvio Berlusconi: Approvata all’unanimità dal Parlamento una legge costituzionale per permettere ai diciottenni di diventare deputati. (La Repubblica, giovedì 22 settembre 2011). L’ennesimo regalo al Berlusconi di un Parlamento di nominati. E lui non lo gradirà neanche. Ché quelle che il Berlusconi chiama nipoti di Mubarak di anni ne hanno anche 17...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Mariastella Gelmini: Con una circolare, il ministero dell’Istruzione autorizza l’apertura di corsi con meno di otto alunni nelle scuole private. La normativa della scuola statale impone limiti molto più rigidi. E così nelle private si avalla di fatto l’utilizzo di docenti sottopagati. Le scuole paritarie potranno osare quello che è vietato alle statali. Mentre il lavoro nero nelle scuole è in aumento, una recente circolare del ministero dell’Istruzione consentirà alle private di formare classi con meno di otto alunni. Due aspetti che soltanto apparentemente sono separati. Ma andiamo con ordine. L’altro ieri, sul sito del ministero dell’Istruzione è comparsa la circolare numero 4334, datata 24 giugno, che ha per oggetto “scuole paritarie: numero minimo di alunni per classe”. Il direttore generale Carmela Palumbo spiega che il Tar Lazio, con due diverse sentenze del 2009, ha annullato la disposizione introdotta nel 2007 dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, relativa al requisito del numero minimo di alunni per classe per il riconoscimento della parità scolastica. Il decreto varato da Fioroni quattro ani fa prevedeva che, all’atto della richiesta di parità, “il gestore o il rappresentante legale della gestione” dichiarasse “l’impegno a costituire corsi completi e a formare classi composte da un numero di alunni non inferiore a otto, per rendere efficace l’organizzazione degli insegnamenti e delle attività didattiche". La normativa riguardante le classi della scuola statale prevede limiti minimi completamente diversi: 18 alunni per classe nella scuola dell’infanzia e alla media, 15 alla primaria e addirittura 27 al superiore. Nel 2008, alcune associazioni di scuole non statali (Aninsei, Fiinsei, Filins) si sono rivolte ai giudici amministrativi chiedendo la cancellazione del comma in questione. L’anno dopo, nel 2009, il Tar si è espresso a favore dei gestori delle paritarie. Ora, visto che il ministero dell’Istruzione non si è appellato, le due sentenze sono passate in giudicato e “considerata la necessità di dare ottemperanza al giudicato formatosi sulle predette sentenze”, il ministero invita i direttori regionali a tenere conto “in sede di riconoscimento della parità scolastica, dell’annullamento” della lettera f, comma 6, dell’articolo 1 del decreto ministeriale 267 del 2007: quello che prevedeva la formazione di corsi completi e con classi di almeno 8 alunni. Quest’ultimo parametro era stato imposto perché, con un numero inferiore di alunni per classe, le rette richieste ai genitori non consentono ai gestori di pagare neppure gli insegnanti. Del resto, sono tantissime le denunce di docenti di scuole paritarie che lavorano per il solo punteggio, senza nessuna retribuzione o con un compenso risibile. Ieri mattina, l’Istat ha pubblicato i dati sulla “misura dell’occupazione non regolare nelle stime di contabilità nazionale”: il cosiddetto lavoro nero. Fra le attività economiche che si avvalgono di lavoro nero c’è anche l’istruzione, dove gli occupati dipendenti irregolari sono in aumento: più 10,5 per cento dal 2008 al 2009. Un dato che è presumibilmente da associare alle sole scuole non statali, visto che quelle pubbliche non possono avvalersi di insegnanti “irregolari”.

(La Repubblica - sito, giovedì 22 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Maroniani che smarronano": Marco Reguzzoni.

Per la serie Maroniani che smarronano: Marco Reguzzoni.

 

Marco Reguzzoni (onorevole portatore di moccichino verde): Il popolo è sempre sovrano e quindi è l’unica figura che è sempre sopra il capo dello Stato. (La Repubblica, giovedì 22 settembre 2011). Balle. Il popolo è sovrano, certo, ma la sua sovranità si esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. È il secondo comma dellarticolo 1 della Costituzione, a cui il Reguzzoni, nei suoi profondi studi su di essa, non dev’essere ancora arrivato. Ma comunque: anche ammesso che il presidente della Repubblica sia al di sotto del popolo sovrano, quanto più sotto ancora sarà un deputato qualsiasi come il Reguzzoni, moccichino verde o meno?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quos Ratzinger vult perdere, dementat prius": Pier Luigi Bersani e Joseph Ratzinger (ad Ancona?)

Per la serie Quos Ratzinger vult perdere, dementat prius: Pier Luigi Bersani e Joseph Ratzinger (ad Ancona?).

 

(su) Pier Luigi Bersani: Per Bersani, “anche nella fine ci vuole dignità. Berlusconi si comporti da uomo, deve lasciare e sùbito. Di motivi ce ne sono mille”, e li elenca al ministro degli Interni, Roberto Maroni, con il quale parla fitto per quindici minuti alla buvette di Montecitorio. Più che un dialogo, un monologo. Maroni si limita ad annuire. “Già che ha annuito, non è mica da buttar via”, commenterà Bersani dopo incalzando i lumbàrd (a Maroni si affianca Cota). “È il momento di staccare la spina. Tutto il mondo lo chiede. Mi auguro ci sia un’assunzione di responsabilità di questa maggioranza, della Lega Nord e del Pidièlle. Via Berlusconi, e noi ci siamo”. Significa, spiegherà ai cronisti, che “in caso di passo indietro del premier, non si va verso il vuoto. Per quanto sia rischioso per noi, siamo disposti a prenderci qualche responsabilità di transizione, pur sapendo che la ripartenza vera avviene nel confronto elettorale”. (La Repubblica, giovedì 22 settembre 2011). Siamo sempre più preoccupati per Bersani (vedi anche qui)...  È impazzito? Come può cadere in questa trappola micidiale (e veltro-fioroniana) del governo di salvezza nazionale, o tecnico che dir si voglia? Come può credere che, dopo una transizione di macelleria sociale all’ennesima potenza, della quale il Berlusconi apparirebbe agli Italiani l’unico oppositore, il confronto elettorale (che Bersani giustamente chiama la ripartenza vera) possa ancora andar bene? Adesso si deve votare, adesso. E per votare adesso non bisogna inciuciare coi portatori di moccichino verde, ma parlare da uomini col presidente della Repubblica. Lo ripetiamo: abbiamo una gran paura che genuflettersi ad Ancona davanti a Ratzinger lo abbia danneggiato dentro...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.Per la serie "Lo splendido sorriso dei veltroniani": il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.

Per la serie Lo splendido sorriso dei veltroniani: il Tonini, il Ceccanti e il Vassallo.

 

(su) Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo (piddìni veltroniani, che è come dire berluscisti): Giorgio Tonini, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo hanno chiesto al partito di aprire una verifica sulla leadership nel caso si andasse a votare a scadenza naturale, nel 2013. Secondo i tre esponenti dell’area Modem, servono primarie di partito prima che di coalizione. (La Repubblica, giovedì 22 settembre 2011). Del Vassallo sappiamo niente: la sua espressione è quella tipica di chi si è svegliato da poco: probabilmente si farà conoscere meglio nel prosieguo, quando sarà definitivamente entrato nel Pidièlle. Degli altri due invece sappiamo moltissimo, e lo racconteremo prossimamente qui: torna a trovarci!

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il Berlusconi secondo "L'Unità" di mercoledì 21 settembre 2011.

Il Berlusconi secondo L’Unità di mercoledì 21 settembre 2011.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gente seria": il Berlusconi e la Marcegaglia quando Noi eravamo gli zimbelli di tutti e due.

Per la serie Gente seria: il Berlusconi e la Marcegaglia quando Noi eravamo gli zimbelli di tutti e due.

 

Emma Marcegaglia: L’Italia è un Paese serio e siamo stufi di essere lo zimbello internazionale. Siamo stufi di vederci considerati con il sorrisino, perché siamo gente seria che vuole essere giudicata per quello che fa. Non vogliamo essere derisi per colpe che non abbiamo. (La Repubblica, mercoledì 21 settembre 2011). La faccia tosta di questa donna ha dell’incredibile. Colpe che non abbiamo, dice, come se non fosse stata pappa e ciccia col berluscismo dal primo giorno fino a ieri. Gente seria?! Che vuole essere giudicata per quello che fa?! La foto qui sopra è più che sufficiente per non dimenticare quello che lei ha fatto, signora Marcegaglia, e per giudicarla come merita.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gli uomini a cui Berlusconi deve di più": Walter Veltroni.

Per la serie Gli uomini a cui Berlusconi deve di più: Walter Veltroni.

 

Walter Veltroni: La soluzione è una sola: un governo di salvezza nazionale guidato da una personalità rispettata in Europa. (La Repubblica, mercoledì 21 settembre 2011). Traduzione: L’importante è non andare al voto, perché il voto manderebbe a gambe all’aria il Parlamento dei nominati (nominati da me e da Silvio) e farebbe del Pd di Bersani un gigante. Un governo cosiddetto tecnico, invece, porterà fino in fondo la macelleria sociale e la distruzione dello Stato che l’antiStato criminal-finanziario globale pretende. Non solo: un governo tecnico sarà sostenuto da tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento nominato da me e da Silvio. Da tutte, meno che da Silvio e dai suoi più affezionati servi. Un governo tecnico, cioè, dinanzi a un Paese sempre più martoriato, sembrerà avere un’unico oppositore: Silvio Berlusconi. Così, quando la personalità rispettata in Europa, finito di distruggere l’Italia, se ne andrà a casa, Silvio, che intanto si sarà ripulito l’immagine presentandosi come il solo difensore dell’Italia martirizzata, rivincerà alla grande le elezioni. E il berluscismo, questa volta, sarà davvero per sempre. (Ma se questa analisi dell’ingenuità del Veltroni ― o della sua connivenza col berluscismo ― è corretta, come mai Pier Luigi Bersani, che non ci pareva stupido, da alcuni giorni sembra aver anche lui accettato l’idea del governo di macelleria nazionale? Perché dichiara: Non abbiamo più tempo. Bisogna uscire dalla palude e rimettere in cammino il Paese, Berlusconi deve togliersi di mezzo per consentire agli Italiani di affrontare i loro problemi. Non è questione di rating, è la situazione reale che ci fa dire così. Noi siamo disponibili a dare una mano in una fase di discontinuità e transizione che possa affrontare con maggior credibilità l’emergenza, ma se c’è qualche persona responsabile e di buona volontà dentro la maggioranza batta un colpo perché continuare a dire che si va avanti così significa pugnalare il Paese? Insomma: cosa è successo a Pier Luigi Bersani? Joseph Ratzinger, ad Ancona, ha fatto su di lui il suo primo miracolo?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Aspiranti martiri?": Romano La Russa.

Per la serie Aspiranti martiri?: Romano La Russa.

 

Romano La Russa (fratello d’Ignazio e assessore alla regione Lombardia): La persecuzione di Berlusconi è molto peggio di quanto abbiano subìto alcune cosiddette vittime del regime fascista. (L’Unità, mercoledì 21 settembre 2011). Veramente gli Italiani di religione ebraica consegnati dal Mussolini ai nazisti morirono quasi tutti nei campi di sterminio, e i pochi che sopravvissero (come Primo Levi, l’autore di Se questo è un uomo) tornarono con ferite psichiche indelebili e talvolta si suicidarono. Ma quella del La Russa minor (non perché l’altro sia maior, intendiamoci) in fondo è un’interessante provocazione: cercate di fare il possibile, vuol forse suggerirci, perché il Berlusconi e qualche altro, quando verrà il momento, possano davvero paragonarsi alle vittime del regime fascista?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Fioroni, fiorellini ed erbacce": lo Zingaretti, il Fioroni e il Gasbarra.Per la serie "Fioroni, fiorellini ed erbacce": lo Zingaretti, il Fioroni e il Gasbarra.Per la serie "Fioroni, fiorellini ed erbacce": lo Zingaretti, il Fioroni e il Gasbarra.

Per la serie Fioroni, fiorellini ed erbacce: lo Zingaretti, il Fioroni e il Gasbarra.

 

(su) Nicola Zingaretti, Enrico Gasbarra e Giuseppe “Beppe” Fioroni: Areadem è in fibrillazione: l’investitura del fioroniano Enrico Gasbarra alla guida del Pd Lazio rischia di mandare in crisi l’asse Bersani - Franceschini a livello nazionale: “Noi abbiamo sempre sostenuto Bersani con lealtà, siamo maggioranza nel partito, non è che questo assetto può essere modificato in una regione importante come il Lazio senza neppure consultarci. Perciò, caro Dario, per prima cosa bisogna che tu chieda un chiarimento a Bersani”. Tutti d’accordo, da Franco Marini a Luigi Zanda, da David Sassoli a Marina Sereni, dai consiglieri Moscardelli, Valentini, Lucherini e Astorre fino al presidente di Rieti Melilli e all’ex assessore capitolino D’Alessandro, nel dire “no ai pasticci, alle scelte calate dall’alto: bisogna rispettare le regole. E finché le regole non cambiano, il nuovo segretario va eletto con le primarie”. La cosa rischia di trasformarsi in una grana seria per Bersani: “Ma come?” spiega un autorevole esponente di Areadem. “Noi lo abbiamo sempre coperto sul fianco cattolico mentre Fioroni gli faceva la guerra, al congresso romano abbiamo sostenuto Miccoli, e adesso pensano di candidare segretario regionale Gasbarra, uno di loro, senza neppure informarci? Magari accarezzando l’idea di replicare il medesimo schema a livello nazionale? Se è così si sbagliano di grosso. (La Repubblica, cronaca di Roma, martedì 20 settembre 2011). Adesso capiamo meglio come mai il tanto magnificato Zingaretti sia stato magnificato anche dal Veltroni, pochi mesi fa, sul Foglio... Ora, delle due l’una: o questa storia è l’ennesimo brutto tiro dei veltrofioroniani contro Bersani, o Bersani è d’accordo. Nel secondo caso, dobbiamo cominciare a temere che l’aria di Ancona, come purtroppo prevedevamo, gli abbia fatto molto male, povero Pier Luigi... e poveri noi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Inquietanti somiglianze oculari": il Merlo, il Farinone e l'Esposito.Per la serie "Inquietanti somiglianze oculari": il Merlo, il Farinone e l'Esposito.Per la serie "Inquietanti somiglianze oculari": il Merlo, il Farinone e l'Esposito.

Per la serie Inquietanti somiglianze oculari: il Merlo, il Farinone e l’Esposito.

(Non abbiamo contrapposto alle loro una foto di Luca Mercalli perché sarebbe stato impietoso, poveretti).

 

Giorgio Merlo (piddìno deputato e vicepresidente della commissione di Vigilanza sulla Rai), Stefano Esposito (piddìno deputato) ed Enrico Farinone (piddìno vicepresidente della commissione Affari esteri): Anche per Fazio dovrebbe valere il principio che la propaganda aperta deve essere più contenuta, almeno quando si toccano temi delicati. Siamo contenti della permanenza in Rai di Fazio, ma ci chiediamo se la propaganda contro la Tav sia un modello di giornalismo da servizio pubblico (Giorgio). Ora Fazio dovrebbe invitare gli agenti feriti o gli operai del cantiere minacciato. Non è possibile che Mercalli faccia l’avvocato dei No Tav con i soldi dei contribuenti (Stefano). Da Fazio c’è stato un uso militante della tv contro la Torino-Lione. Ora spieghi anche i motivi che hanno portato alla progettazione dell’opera (Enrico). (La Repubblica, martedì 20 settembre). Prima di insorgere contro tutto il Partito democratico (o, magari, soltanto contro Bersani) vediamo un po’ chi sono i tre finti “sinistri” che contro Mercalli e Fazio questa volta son riusciti perfino a precedere i pidiellìni... Cominciamo dal Merlo: è quello che il 14 aprile 2009 disse: L’inchiesta interna decisa dalla Rai su Santoro è utile, tempestiva e corretta; che il 16 maggio 2009 sentenziò: Chiamparino ha interpretato i sentimenti di molti elettori. E parlo dei nostri, non dei leghisti (sì, perché il Chiamparino, due giorni prima, in un’intervista al Mattino, aveva difeso i respingimenti alle frontiere, chiesto “confini blindati”, attaccato il Pidì, “sinistra degli snob”, e sottolineato che la sua “linea, sugli immigrati clandestini, coincideva con quella di Fassino”); che il 14 luglio 2009, in qualità di vicepresidente della Commissione di vigilanza sulla Rai (parlando di Roberto Balducci, vaticanista del Tg3 “colpevole” di aver detto che domani il papa va in vacanza; e ci saranno anche due gatti che gli strapperanno un sorriso. Almeno quanto i quattro gatti, o forse un po di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole) dichiarò: È singolare e inconsueto che una testata importante come il Tg3 scivoli in questa anacronistica, e volgare, deriva anticlericale; che il 15 agosto 2009 rivelò, a proposito dei candidati alle primarie per la segreteria del partito, che tutta la destra tifava per Bersani, perché voleva un grande partito socialista con qualche appendice cattolica e moderata; e che il 7 dicembre 2009, dopo aver appreso che la senatrice cattolica Dorina Bianchi aveva lasciato il partito (alleluia!) ed era tornata nellUddiccì, se ne uscì con un lapidario: Il No B Day? Se il Pidì insegue la piazza urlante e forcaiola, i casi Bianchi aumenteranno. Il Farinone era da tanto che non lo sentivamo: per la precisione, dalle primarie per la segreteria del Pd, quando sostenne Franceschini insinuando che Bersani fosse il candidato più gradito alla destra perché con lui sarebbe stato più facile scendere a patti. SullEsposito, invece, non abbiamo niente in archivio: possiamo solo congratularci con lui per la bella compagnia che frequenta... Quanto a Mercalli e Fazio, valga contro questi finti “sinistri” la bella risposta di Luca Mercalli: Ho detto che da cittadino sono indignato del fatto che due donne, incensurate, siano in carcere per porto abusivo di maschere antigas. Ma poi quali maschere: sono filtri da verniciatore che si vendono nei ferramenta. Una cosa non tollerabile in un Paese civile. Sarebbe forse il caso di uscire da questo squallido teatrino delle ragioni di ordine pubblico, delle botte e dei lacrimogeni per tornare a parlare del merito... Non sono un nemico dello Stato, come mi vogliono dipingere, tirando in ballo Battisti e il terrorismo. Di questo si occuperà il mio avvocato, se sarà il caso. Perché, in tutto questo panegirico, nemmeno una parola sull’opera, un dato che dimostri l’utilità della Torino-Lione? Mi smentiscano con i numeri e smentiscano i 135 docenti universitari che hanno firmato una petizione al presidente Napolitano.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Berlusconi e Radames? La differenza di stile salta agli occhi.Berlusconi e Radames? La differenza di stile salta agli occhi.

Berlusconi e Radames? La differenza di stile salta agli occhi.

 

(su) Silvio Berlusconi: Barbara Montereale è la fidanzata di Radames Parisi, nipote del superboss Savinuccio. Parisi, che ha il telefono sotto controllo nell’ambito di un’indagine della Dda, viene messo a conoscenza della visita della ragazza a casa Berlusconi. “Che cosa vai a fare?” le chiede. “Vado a fare immagine per la cena di Berlusconi” gli risponde. “Non andare” le consiglia Radames. “Perché non dovrei andarci?” Parisi è secco: “Perché non ci sono io”. La Montereale però s’imbarca sul volo per Roma con il biglietto prepagato da Tarantini. (La Repubblica, lunedì 19 settembre 2011). E così siamo il Paese in cui un (presunto) mafioso può dar lezioni di moralità al presidente del Consiglio dei ministri. Non solo: ha anche un nome molto più elegante e colto, vuoi mettere un Silvio (che in realtà è un nome femminile, bello soltanto come tale) con un Radames? Peccato che Silvio si sia dimostrato più boss del (presunto) superboss: la Montereale ha ubbidito a lui, non a Radames. Ma tempo al tempo: verrà il giorno in cui il boss del antiStato berluscista dovrà restituire la fidanzata al boss (presunto) dell’antiStato mafioso. Senza l’Italia in aggiunta tramutata in nazione-escort, speriamo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Amici per la pelle? Come no. Ma per far la pelle a Noi.

Amici per la pelle? Come no. Ma per far la pelle a Noi.

 

Umberto Bossi: Abbiamo salvato le pensioni, l’Europa voleva tagliare tutto... E chi se ne frega di quel che dice l’Europa... Il fascismo è ritornato con altri nomi e nuove facce, hanno persino aggredito i corridori del Giro di Padania. Come si fa a stare in un Paese che sta perdendo la democrazia?... Così non si può andare avanti, con la crisi l’Italia va giù e la Padania vien sù... Bisogna trovare una via democratica per l’indipendenza, forse il referendum, perché il nostro popolo lavoratore ne ha piene le tasche di mantenere l’Italia, il magna magna romano. Da oggi torna la grande lotta di liberazione... Abbiamo ottenuto il federalismo, che è poca cosa, non è la libertà. E non possiamo lasciare il lavoro a metà. Ci sono milioni di persone disposte a combattere per la Padania. L’Italia fa schifo.

(La Repubblica e L’Unità, lunedì 19 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Testimonial dell'affidabilità dell'Italia dinanzi ai mercati": Luca Zaia.

Per la serie Testimonial dell’affidabilità dell’Italia dinanzi ai mercati: Luca Zaia.

 

Luca Zaia (portatore di moccichino verde presidente della regione Veneto): Ho visto molti tricolori venendo qua... A chi espone il tricolore, a chi crede nello Stato italiano, chiedo di sottoscrivere il debito pubblico. Visto che ci credono, allora che lo dimostrino. (L’Unità, lunedì 19 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Esse-Esse-corti": il Garagnani e il Gasparri.Per la serie "Esse-Esse-corti": il Garagnani e il Gasparri.

Per la serie Esse-Esse-corti: il Garagnani e il Gasparri.

 

Fabio Garagnani (pidiellìno coordinatore a Bologna, noto nemico degli Insegnanti, sul quale vedi anche qui e qui) e Maurizio Gasparri (pidiellìno senatore) sulla sentenza che ha accolto il ricorso presentato tre anni fa da Coop Italia contro il libro Falce e carrello e ha condannato Esselunga, il suo proprietario, il coautore e la casa editrice a un risarcimento di 300.000 euro e al ritiro del libro da tutti i punti vendita: È sinceramente allucinante la sentenza che ordina in perfetto stile comunista il ritiro del libro che tutti gli italiani dovrebbero leggere, Falce e carrello. Giovedì prossimo, a Bologna, ci sarà un incontro pubblico per difendere la libertà di espressione, violata da questa incredibile sentenza che non fa onore alla magistratura e conferma l’esistenza delle toghe rosse e dei legami esistenti da sempre fra la parte più politicizzata della magistratura e la sinistra (Fabio). Non è il film Fahrenheit 451, e nemmeno l’estratto di un film di George Orwell, ma una sentenza incredibile. Penso a cosa sarebbe successo di fronte a una sentenza se si fosse ordinata la distruzione di un libro gradito alla sinistra. Saremmo alla rivolta di piazza. Invece questo intervento censorio avviene nel silenzio generale. Ma io non sto zitto e denuncio questa incredibile decisione, questa lesione di principi costituzionali che devono tutelare la libertà di pensiero. Promuoverò una presentazione ulteriore del libro Falce e carrello per denunciare ancora una volta questo fatto incredibile (Maurizio). (L’Unità, lunedì 19 settembre 2011). Suggeriamo a questi due lettori di libri qualche sinonimo di sentenza incredibile: sentenza mostruosa, aberrante, perversa, assurda, pazzesca. In latino: dura lex, sed lex.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Tengo famiglia e songo anche cristiano": Cristiano e Antonio Di Pietro.

Per la serie Tengo famiglia e songo anche cristiano: Cristiano e Antonio Di Pietro.

 

(su) Antonio Di Pietro: “Di Pietro come Bossi e Berlusconi, accomunati dalla stessa concezione familistica e privatistica della politica”. Alla candidatura alle regionali del Molise del figlio del leader dellIdv, Cristiano Di Pietro, i componenti del circolo dell’Italia dei valori di Termoli (Campobasso) reagiscono così: abbandonando il partito. E protestando pubblicamente. (La Repubblica, lunedì 19 settembre 2011). A Termoli, dove fanno le zuppe di pesce più buone d’Italia, evidentemente sanno bene che differenza c’è tra una zuppa di pesce e una sciacquatura di piatti riscaldata.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Berlusconi in comunità? Potrebbe essere un'idea... E chissà, potrebbe anche piacergli...

Berlusconi in comunità? Potrebbe essere un’idea... E chissà, potrebbe anche piacergli...

 

(su) Silvio Berlusconi: Coloro che sono più vicini a Berlusconi, parlamentari, ministri, la Chiesa, la Costituzione, non gli fanno capire che ci vuole un minimo di decoro. Berlusconi è malato. Mi offro di prenderlo nella mia comunità, stia un po’ con noi. Chissà che poi da lì la sua vita non possa ripartire. (Andrea Gallo, sacerdote, citato da La Repubblica di domenica 18 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Speriamo che la "imprenditoria pugliese di osservanza Pd" (e il Pd pugliese di osservanza imprenditoriale) non siano tutti così...

Speriamo che limprenditoria pugliese di osservanza Pd (e il Pd pugliese di osservanza imprenditoriale) non siano tutti così...

 

(su) la gentaglia di cui purtroppo c’è ancora traccia nel Partito democratico: E dunque Tarantini, all’amico Salvatore Castellaneta, avvocato d’affari brindisino che su Facebook giustappone la sua foto a quella di Harrison Ford per mostrarne la somiglianza, un professionista che orbita in area Pd e spera di raccattare qualche briciola che in qualche modo avrà (verrà nominato nel maggio 2009 nel collegio sindacale della Sistemi e Telematica spa, società controllata dal gruppo Finmeccanica), confida la sua eccitazione. Castellaneta lo incita: “Questa è la svolta della vita, è un ferro da battere caldo”. Tarantini lo sa. (...) Mette insieme un “comitato d’affari” che non guarda al colore, ma al grano che balla. E che attira imprenditori pugliesi di osservanza Pd. Da Enrico Intini a Roberto De Santis. Così come le raccomandazioni del “banchiere rosso” Vincenzo De Bustis (ex Deutsche Bank, Montepaschi e Banca 121), che affida a Tarantini una “relazione sulla situazione economica” per il premier. (La Repubblica, domenica 18 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Berlusconi e le Donne": a sinistra la realtà (disegnata da Staino per "L'Unità" del 17 settembre 2011), a destra la caricatura (fotografata).Per la serie "Berlusconi e le Donne": a sinistra la realtà (disegnata da Staino per "L'Unità" del 17 settembre 2011), a destra la caricatura (fotografata).

Per la serie Berlusconi e le Donne: a sinistra la realtà (disegnata da Staino per LUnità del 17 settembre 2011), a destra la caricatura (fotografata).

 

Silvio Berlusconi: Non ho affatto intenzione di respingere una mia richiesta di testimonianza, che è mio interesse rendere... Anche se, così com’è congegnata, ha l’aria di un trappolone politico-mediatico-giudiziario... Da tre anni sono sottoposto a un regime di piena e incontrollata sorveglianza il cui evidente scopo è quello di costruirmi addosso l’immagine di ciò che non sono... Il mio privato può piacere o non piacere, ma è personale, riservato e incensurabile... Da tre anni è in atto un mascalzonesco tentativo di trasformare la mia vita privata in un reato... Questo è uno scandalo intollerabile da parte di un circuito mediatico e giudiziario completamente impazzito... Nessun uomo di Stato è stato fatto oggetto di un’aggressione politica, mediatica, giudiziaria, fisica, patrimoniale e di immagine come quella a cui sono stato sottoposto io... Berlusconi è uno scandalo permanente perché è scandalosa la pretesa di governare stabilmente un Paese con il mandato degli italiani (minuscolo nel testo, n.d.r.), è scandaloso che un imprenditore rubi il mestiere a una classe politica fallimentare, è scandalosa la pretesa di fronteggiare la grande crisi mondiale con mezzi e con propositi diversi da quelli tradizionali... Io non mollo... Per quanto lo spionaggio sistematico e l’accanimento fazioso mi abbiano preso di mira... C’è ancora in questa Italia che amo una maggioranza di italiani che non sono disponibili ad avventure e a nuovi ribaltoni decisi nei salotti, nelle redazioni e in certi ambienti giudiziari... Il mio appello è a tutte le persone e le forze responsabili... Alcuni circoli mediatico-finanziari anglofoni mi hanno giudicato inadatto a governare l’Italia, ma gli italiani sono stati di diverso parere, e ho dalla mia, dal tempo in cui entrai in politica, risultati che saranno scritti nei libri di storia. (La Repubblica, sabato 17 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Immissione di squali e trote nel Po": Umberto e Renzo Bossi.

Per la serie Immissione di squali e trote nel Po: Umberto e Renzo Bossi.

 

Umberto Bossi (alle sorgenti del Po, dove da decenni guida i portatori di moccichino verde a far la pipì e poi benedice l’ampolla): Il governo per ora va avanti... Fino al 2013 mi sembra troppo... Sono degli str...., e mia moglie è una brava persona... Io verrò qui tutti gli anni e dopo di me verrà mio figlio, che oggi ho portato con me... L’Italia va a picco. Lo avevamo capito, e adesso lo vedono tutti. Per questo bisogna puntare sulla Padania... Se fosse solo la Padania a confrontarsi con il resto d’Europa, forse potrebbe farcela... Ripeto: Brunetta, il nano di Venezia, non capisce un c..... (La Repubblica, sabato 17 settembre 2011). Impagabile, quel forse: e noi si dovrebbe fare a pezzi l’Italia per il forse di un bofonchiatore spompato vestito di verde che va in giro a benedire sorgenti?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le tormentose macchine da guerra democristiane": Giuseppe "Beppe" "Santa Rosa" Fioroni.

Per la serie Le tormentose macchine da guerra democristiane: Giuseppe “Beppe” “Santa Rosa” Fioroni.

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni: Il leader della minoranza Beppe Fioroni, che ha organizzato una convention con Casini e Bonanni, dà l’alt a Bersani: “Il Pd non deve tornare alla gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria, coalizione Pd-Idv-Sel non può essere”. (La Repubblica, sabato 17 settembre 2011). Il “bello” (si fa per dire) di “Beppe” (si fa per dire) Fioroni è che se si ha un dubbio sulla “linea” del partito, basta fare il contrario di quel che dice lui (o Veltroni, o Gentiloni, o Fassino, o Chiamparino, o Violante, o D’Alema, o Renzi: i “seguitemi-e-andiamo-dietro-alla-morte” nel Pd son legione, e tutti così smaniosi di rovina da litigare anche fra loro) e ci si azzecca sempre. L’ammonimento di cui sopra, per esempio, a non tornare alla gioiosa macchina da guerra occhettiana (inutile perché nessuno vuol tornarci, ma in sé non sbagliato) detto da “Beppe” significa l’opposto di quel che sembra: non bisogna tornare alla gioiosa macchina da guerra occhettiana, bisogna tornare molto più indietro, alla tormentosa macchina di Santa Rosa democristiana.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Fratello aria": Maurizio Sacconi.

Per le serie Fratello aria: Maurizio Sacconi.

 

Maurizio Sacconi: Altro che sorella acqua: mi auguro che troveremo il modo per rimettere in discussione il referendum. (L’Unità, venerdì 16 settembre 2011). Prima le sorelle suore, stuprate dai briganti per fornirgli una barzelletta da raccontare ai neofascistelli di Atreju11, adesso sorella acqua: il Sacconi è in fissa. Sarà forse il caso di rispondergli alla romana: a tu’ sorella!

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Famiglie padane finite sui giornali": i coniugi Bossi.Per le serie "Famiglie padane finite sui giornali": i coniugi Bossi.

Per le serie Famiglie padane finite sui giornali: i coniugi Bossi.

 

(su e di) Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: “Lady B, imperatrice della Padania,” è il titolo che campeggia in testa all’articolo firmato su Panorama da Cristina Giudici, una lunga disanima sul ruolo che la consorte di Umberto, Manuela Marrone riveste nel movimento, di cui sarebbe “l’anima nera,” soprattutto dopo la malattia che ha colpito il leader. Ecco il ritrattino confezionato da Panorama: “Gestisce l’azienda del marito, stabilisce chi affiancargli e chi premiare; e ora sta combattendo la lotta contro i maroniani ribelli e dissidenti che non le perdonano di trattare il partito come un bene di famiglia. Da destinare al Trota”. Roberto Calderoli: “Carognata, attacco ignobile, inqualificabile, ingiustificato e privo di senso”. Roberto Maroni: “Sono stato io a segnalare a Calderoli l’articolo di cui avevo letto l’anticipazione, ci siamo mossi con Berlusconi perché la Mondadori è riconducibile a lui. Vogliamo capire se dietro a questo attacco alla Lega Nord c’è la regia di qualcuno, o se si tratta solo di un imperdonabile svarione”. Silvio Berlusconi: “Dissento nel modo più totale da ciò che ha scritto Panorama sulla Lega Nord e sulla signora Marrone, una persona straordinaria che stimo; sono lontanissimo dal contenuto dell’articolo e dall’intenzionalità ostile che da esso emerge nei confronti della famiglia Bossi e della stessa Lega Nord”. Matteo Salvini: “Berlusconi ha esaurito il suo mandato, la voglia, la possibilità e la forza; non vedo come possa più cambiare il Paese; le abbiamo provate tutte, con la destra e con la sinistra, ma nel futuro della Lega Nord penso ci sarà la corsa solitaria”. (La Repubblica, venerdì 16 settembre 2011). Anche più che nei maroniani della Lega Nord, questa panoramata dimostra che è nel Pidièlle che la voglia di far cadere Berlusconi (a qualunque costo) ha ormai raggiunto i massimi livelli decisionali.

 

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(su) Pier Luigi Bersani dal papa ad Ancona: Un centinaio di deputati tedeschi su 620 boicotteranno il primo discorso del papa davanti al Bundestag, il 22 settembre prossimo. È la Bild a riferire dell’intenzione espressa da rappresentanti della Spd, dei Verdi e della Linke. La decisione è stata giudicata “vergognosa” da diversi prelati tedeschi, tra i quali il cardinale di Colonia e il vescovo di Dresda. (L’Unità, venerdì 16 settembre 2011). Vedi, Pier Luigi? Non è difficile rifiutarsi di andare ad ascoltare, incontrare e omaggiare il signor Ratzinger. Basta non essere un Rutelli. Basta non essere un Giuseppe “Beppe” Fioroni. Basta non essere un Vendola. (Quanto alla Merkel, che più che democristiana sembra una beghina della Germania medioevale, che dire? Se il Berlusconi l’ha definita una culona intrombabile, come insinua Michele Serra su La Repubblica di oggi, be’, ci toccherà difenderla. Sperando però che il 22, quando s’inchinerà davanti al Ratzinger, la poveretta veda la luce e capisca che è anche a quel vecchietto dai buffi vestiti che l’Europa deve Berlusconi, le sue pagliacciate, i suoi insulti e, quel ch’è peggio, il neofascismo diffuso ovunque da berluscìsti e leghisti).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sergio Marchionne alla manifestazione della Fiom del 16 ottobre 2010. Un'immagine sgradevole? Senza dubbio. Ma se, come dice lui, non bisogna più avere "il concetto dei diritti acquisiti", se i diritti, sempre come dice lui, non sono che "pretese", perché i suoi dovrebbero invece restare pienamente in vigore?

Sergio Marchionne alla manifestazione della Fiom del 16 ottobre 2010. Un’immagine sgradevole? Senza dubbio. Ma se, come dice lui, non bisogna più avere il concetto dei diritti acquisiti, se i diritti, sempre come dice lui, non sono che pretese, perché i suoi dovrebbero invece restare pienamente in vigore?

 

Sergio Patetico Marchionne (a Bob King, leader di quel sindacato americano dell’auto che l’ad del Lingotto indicava come un esempio ― vedi anche qui e qui ― che la Cgil e la Fiom avrebbero dovuto seguire): Caro Bob, sono le dieci di sera e tra un paio d’ore scade il contratto di lavoro dei dipendenti della Chrysler. Io sono volato da Francoforte per concludere, come eravamo d’accordo. Ma per concludere è necessaria la mia presenza e la tua. Tu non ti sei presentato. Io e te abbiamo fallito. (La Repubblica, venerdì 16 settembre 2011). Povero Sergio, solo e abbandonato. Ci viene da piangere per te, cocco di mamma bello. Ma tu, per favore, non fare la vittima: già ce n’è uno che fa ridere il mondo intero confermando tutti i più vieti stereotipi sugli Italiani.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Aliti a confronto, vinca il peggiore": Sergio Marchionne e Silvio Berlusconi.

Per le serie Aliti a confronto, vinca il peggiore: Sergio Marchionne e Silvio Berlusconi.

 

Sergio Marchionne: Di fronte all’impossibilità di portare a termine l’unica iniziativa imprenditoriale che assicurava continuità al sito, la Fiat sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure per cessare l’attività dello stabilimento IrisBus di Valle Ufita... La produzione è passata dai 717 veicoli del 2006 ai 145 autobus del 2011... Ce ne andiamo perché in Italia non c’è mercato. (La Repubblica, giovedì 15 settembre 2011). A chi non ha perso la capacità di ricordare almeno le ventiquattr’ore precedenti sembrerà impossibile che il Marchionne di oggi, che deplora che Comuni, Province e Regioni non abbiano soldi per acquistare autobus, sia anche il Marchionne che ieri si è congratulato col governo per la manovra che ancora una volta taglia miliardi alle Amministrazioni locali. Ma perché stupirsi? Si pensa forse che si arrivi a essere un Marchionne mantenendo il pieno possesso delle proprie facoltà?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Luca Zaia (a sinistra) e (a destra) Bambini vittime delle ultime leggi razziali in Europa prime di quelle dei portatori di moccichino verde.Luca Zaia (a sinistra) e (a destra) Bambini vittime delle ultime leggi razziali in Europa prime di quelle dei portatori di moccichino verde.

Luca Zaia (a sinistra) e (a destra) Bambini vittime delle ultime leggi razziali in Europa prime di quelle dei portatori di moccichino verde.

 

(su) Luca Zaia (portatore di moccichino verde e “governatore” del Veneto): Prima i Veneti è lo slogan che ha accompagnato Luca Zaia in tutta la campagna elettorale che l’ha incoronato governatore con percentuali bulgare. Un motto che, nei mesi successivi, non ha mai smesso di echeggiare nel Palazzo della Regione a guida leghista. Tant’è che adesso lo slogan si sta tramutando in un progetto di legge. Anzi: in tre progetti di legge, che hanno ricevuto il primo via libera in commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, e prevedono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso ad asili e servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in Veneto da almeno quindici anni. (La Repubblica, giovedì 15 settembre 2011). Guarda caso, le prime leggi razziali dei portatori di moccichino verde colpiscono i Bambini migranti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il Veltroni di tanti anni fa (da "Il Baratto", di Michele De Lucia) e il Veltroni che alla fine del 2007 consegna al Berlusconi il governo Prodi.

Il Veltroni di tanti anni fa (da Il Baratto, di Michele De Lucia) e il Veltroni che alla fine del 2007 consegna al Berlusconi il governo Prodi.

 

Walter Veltroni: Dimostri di amare l’Italia, presidente Berlusconi, faccia un passo indietro! (La Repubblica, giovedì 15 settembre 2011). Il Veltroni crede davvero che il Berlusconi sia ancora in tempo a dimostrare (parola forte) di amare (altra parola forte) l’Italia? O finge di crederlo? Se lo crede davvero, il Veltroni (e non sarebbe la prima volta) è di fuori non come un balcone, ma come ciò che da un balcone è troppo lontano perché lo si possa vedere col cannocchiale. Se invece finge di crederlo, perché lo fa? Per far capire al Berlusconi che lui (il Veltroni), se un domani risalirà la china, potrebbe anche accordargli (in quanto amante e non utilizzatore finale dell’Italia) la Presidenza della Repubblica? O per danneggiare Pier Luigi Bersani agli occhi dei (purtroppo numerosi) tontoloni per i quali le uscite come queste non sono soltanto degli -oni finti “sinistri” del Pd, ma di tutto il Pd?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Maurizio Sacconi e tutto il berluscismo: La giungla di situazioni lavorative in cui qualsiasi lavoratore o lavoratrice potrebbe trovarsi sommerso è resa possibile dal comma 2-bis (o 3 che sia, nell’ultima versione) dell’articolo 8 della manovra. Tale comma costituisce un mostro giuridico quale la Repubblica italiana non aveva mai visto concepire dai suoi legislatori. Infatti esso permette niente meno che di derogare, ove si siano stipulate intese in tal senso tra associazioni dei lavoratori o le loro rappresentanze sindacali operanti in azienda, dalle disposizioni di legge che disciplinano le materie richiamate dal comma 2. Non qualcuna: tutte. Al riguardo la formulazione dell’articolo 8 non lascia dubbi: esso mira a stabilire per legge che è realmente possibile derogare da tutte le leggi che hanno finora disciplinato tali materie. Non soltanto dallo Statuto dei Lavoratori del 1970, dal pacchetto Treu del 1997, dalla legge 30 del 2003 con il successivo decreto attuativo (emanati dalla stessa maggioranza di governo), ma anche dalle centinaia di disposizioni legislative introdotte dagli anni ’60 in poi che si trovano citate in calce a ogni manuale di diritto del Lavoro. Oltre che ignorare (ma per il governo attuale son piccolezze) gli articoli 3 e 39 della Costituzione. (Luciano Gallino su La Repubblica di giovedì 15 settembre 2011).

 

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Per le serie "Come sarebbe a dire 'messa lì dal La Russa'? A fare che?": il Berlusconi, la Santanchè e il La Russa.Per le serie "Come sarebbe a dire 'messa lì dal La Russa'? A fare che?": il Berlusconi, la Santanchè e il La Russa.

Per le serie Come sarebbe a dire messa lì dal La Russa? A fare che?: il Berlusconi, la Santanchè e il La Russa.

 

(su) Silvio Berlusconi, Daniela Santanchè e Ignazio La Russa: Nella telefonata del 14 giugno tra Paolo Pozzessere (direttore commerciale della Finmeccanica) e Debbie Castaneda fioccano commenti. Negli atti si legge: “Pozzessere dice che parlando con Guido gli ha chiesto della Santanchè, che a quanto gli hanno detto ha 4-5 milioni di debiti perché si è rifatta casa e non ha pagato i fornitori. Debbia dice, riferendosi alla Castaneda: 'Lei è sempre stata una str...., Paolo; con tutti, eh?' Pozzessere dice che questa è gente di m...., d’altronde la stessa che frequenta Berlusconi. Debbie dice che quella (la Santanché) l’ha messa Ignazio. Secondo Pozzessere, questi sono gli errori che fa lui, che mette gente inqualificata in posti importanti. Debbie dice che la Santanchè è cattiva, anche se invece con lei è carina. (...) Secondo Paolo, quando il presidente andrà via, e prima o poi accadrà, tutta questa gente sparirà in un sol colpo”. Si legge ancora negli atti: “I due fanno riferimento allo scandalo Berlusconi relativo alle escort e Pozzessere dice che secondo lui il suo comportamento è criticabile, perché è il presidente del Consiglio, e che inoltre anche all’estero veniamo criticati per questo, infatti ieri in Turchia ha saputo che il primo ministro Erdogan non ha più rapporti con lui a causa di questo motivo. Pozzessere dice che non andrà lontano. (...) Secondo Pozzessere, lui è impazzito da quando si è lasciato con la moglie. Pozzessere dice che prima o poi gli prenderà un colpo, visto che la notte non dorme e l’altra volta gli si è addormentato davanti. (La Repubblica, giovedì 15 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Mentre gli insegnanti piangono, rettori e presidi fanno piangere": Luigi Frati e Giovanni Lobrano.Per le serie "Mentre gli insegnanti piangono, rettori e presidi fanno piangere": Luigi Frati e Giovanni Lobrano.

Per le serie Mentre gli insegnanti piangono, rettori e presidi fanno piangere: Luigi Frati e Giovanni Lobrano.

 

(su) Luigi Frati e Giovanni Lobrano: Gli illustrissimi Luigi Frati (sul quale vedi anche qui, n.d.r.) e Giovanni Lobrano hanno cambiato idea sul professor Muammar Gheddafi? O si getteranno anche loro all’inseguimento dell’ex dittatore libico non per consegnarlo ai ribelli, si capisce, ma per tornare a invitarlo a fare una lectio magistralis o addirittura a ritirare una laurea honoris causa? I primi ad avere questa curiosità dovrebbero essere gli studenti della Sapienza di Roma e della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Cagliari, protagoniste di indecorose genuflessioni all’allora capo della Jamahirya. Se la storia è davvero maestra di vita, infatti, nulla è più importante della memoria. Per imparare dagli errori. Per pesare le persone. Sono passati solo poco più di due anni dal giugno 2009 in cui il Colonnello venne in Italia. Due anni. Ed è impossibile dimenticare i salamelecchi nei quali si prostrarono Franco Frattini, Silvio Berlusconi (che indifferente alla tragedia degli italiani buttati fuori dal dittatore non solo gli baciava l’anello ma gli prometteva di tornare in Libia per festeggiare la vostra grande rivoluzione) e tanti altri esponenti della politica nostrana. Che arrivarono a spendere 994.923 euro per lavori di adeguamento della meravigliosa Villa Doria Pamphili dove il capriccioso ospite, che a Tripoli viveva nel palazzo da mille e una notte coi rubinetti d’oro che abbiamo scoperto poche settimane fa, fece tirar su una tenda beduina. Bene: in queste sviolinate spiccarono appunto quei due uomini della cultura nostrana. Il primo, Giovanni Lobrano, preside di Giurisprudenza a Cagliari, spiegò solenne che la deliberà del consiglio di Facoltà ha deciso per il conferimento della laurea honoris causa al Presidente Gheddafi spiegando che comunque la decisione finale sarebbe spettata al Rettore e al Ministero, che grazie a Dio riposero la stupidaggine là dove doveva stare, nel cestino. Il secondo, Luigi Frati, rettore della Sapienza, già noto come uomo tutto ateneo e famiglia per aver piazzato nei suoi immediati dintorni universitari la moglie, il figlio e la figlia, si spinse con sommo sprezzo del ridicolo a concedere al tiranno tripolino addirittura l’aula magna (dove il despota si presentò annoiatissimo con due ore di ritardo) perché tenesse una lezione sulla democrazia (vedi anche qui, qui e qui, n.d.r.). Lui! Sulla democrazia! Una lezione di leggendaria cialtroneria: Demos in arabo vuol dire popolo e crazi vuol dire sedia. Cioè il popolo si vuole sedere sulle sedie. Se noi ci troviamo in questa sala siamo il popolo, che si siede su delle sedie, e questa andrebbe chiamata democrazia, cioè il popolo si siede su delle sedie. Surreale, poi, fu l’invito a farsi avanti rivolto alle amazzoni bellocce e grintose che gli facevano da body-guard. Ammazza!, sbottò er rettore: Le abbiamo apprezzate molto! Purtroppo c’è qui mia moglie.... Ecco: entrando nel vivo dell’anno accademico non pensano i due esimi professori di avere qualcosa da spiegare ai loro studenti?

(Gian Antonio Stella su Il Corriere della sera di mercoledì 14 settembre 2011).

 

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Per le serie "Accusati di crimini contro l'Umanità": il Ratzinger, il Bertone, il Sodano e il Levada.Per le serie "Accusati di crimini contro l'Umanità": il Ratzinger, il Bertone, il Sodano e il Levada.Per le serie "Accusati di crimini contro l'Umanità": il Ratzinger, il Bertone, il Sodano e il Levada.Per le serie "Accusati di crimini contro l'Umanità": il Ratzinger, il Bertone, il Sodano e il Levada.

Per le serie Accusati di crimini contro l’Umanità: il Ratzinger, il Bertone, il Sodano e il Levada.

 

(su) Joseph Ratzinger, Tarcisio Bertone, Angelo Sodano e William Levada: Le vittime dei preti pedofili denunciano il papa al Tribunale dell’Aja. L’accusa: crimini contro l’Umanità. Ma il ricorso presentato alla Corte penale internazionale non tocca solo Joseph Ratzinger, nella sua veste di ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Riguarda anche i cardinali Bertone, Sodano e Levada, accusati di aver “tollerato” abusi e molestie su minori (“decine di migliaia di vittime”) e “protetto i responsabili”. La critica durissima fatta da due associazioni americane, la Rete degli abusati dai sacerdoti e il Centro per i diritti costituzionali, punta diritta alla testa della Santa Sede con un dossier di 20.000 pagine, e abbina l’iniziativa a un passo mediatico: un tour in 12 capitali europee, fino a Roma, “per portare il caso alla porta del Vaticano”. Nella denuncia si chiede alla Corte di “incriminare il papa” per la sua “diretta e superiore responsabilità nei crimini contro l’Umanità degli stupri e delle altre violenze sessuali commesse nel mondo” ai danni di minori. (La Repubblica, mercoledì 14 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi: In mattinata, ad Arcore, viene notificato al presidente Berlusconi l’avviso a comparire come parte offesa nell’indagine. I magistrati chiedono al premier di scegliere il giorno e vora dell’audizione tra quattro date: da domani a domenica inclusa, in un orario compreso tra le 8 e le 20. E invitano a comunicare la scelta di Palazzo Chigi entro le 14 di oggi. Ma c’è l’aut aut che fa capolino in calce: se il presidente non dovesse dar seguito all’avviso, si profilerebbe la possibilità (contemplata dalla legge per tutti i testimoni) dell’accompagnamento coattivo. Ovviamente, trattandosi di un parlamentare, previa autorizzazione da chiedere alla Camera. (La Repubblica, mercoledì 14 settembre 2011). Uno spettacolo, il Berlusconi coatto, che ci ripagherebbe di più di trent’anni di osceni spettacoli televisivi, di quasi venti di osceni spettacoli politici e degli ultimi tre di osceni spettacoli privati.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Contratto con gli Italiani... tonti": Silvio Berlusconi in una delle sue messinscene più indovinate.

Per le serie Contratto con gli Italiani... tonti: Silvio Berlusconi in una delle sue messinscene più indovinate.

 

(su) Silvio Berlusconi e su tutti i berluscisti: Non dovremmo limitarci a ridere di questa opera buffa a luci rosse. Il cammino dell’Italia da Paese glorioso a ridicolo, un cammino lastricato in parte dalle distrazioni carnali e legali di Silvio Berlusconi, minaccia la stabilità dell’Europa e non fa bene a nessuno... Rischi che si corrono quando si abbassa la guardia e ci si rilassa, si lascia che un eccesso di idiozia crei danni enormi, e non si chiede ai propri leader di render conto delle loro responsabilità. (The New York Times di martedì 13 settembre 2011 citato da La Repubblica di mercoledì 14 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Sergio Marchionne su Maurizio Sacconi: Con l’articolo 8 abbiamo ottenuto, insieme a tutti gli industriali italiani, quello che volevamo: la garanzia della governabilità nelle fabbriche... Sulla permanenza della Fiat nella Confindustria valuteremo a tempo debito, anche se l’articolo 8 ha tolto alcune delle ragioni per cui ce ne saremmo andati. (La Repubblica, mercoledì 14 settembre 2011). Adesso si chiama garanzia della governabilità nelle fabbriche, una volta era un semplice e brutale Ubbidisci e zitto, altrimenti ti licenzio. Cambiano i termini, ma sempre ricatto è. L’unica risposta possibile, per noi che non lavoriamo alla Fiat, è dunque boicottarne i prodotti? Che poi sarebbe come dire al Marchionne: falla finita o ti facciamo chiudere?...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Consolatori che fanno sembrare altissimi i consolati": Silvio Berlusconi e Renato Brunetti.

Per le serie Consolatori che fanno sembrare altissimi i consolati: Silvio Berlusconi e Renato Brunetti.

 

(su) Renato Brunetta: Per il tribunale del lavoro di Livorno è incostituzionale decurtare la busta paga dei dipendenti pubblici nei primi dieci giorni di malattia, come stabilisce la legge Brunetta. E il giudice Jacqueline Monica Magi ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi: “Di fatto,” scrive il magistrato nell’ordinanza che rimette alla Consulta la valutazione dell’articolo 71 della legge 133 del 2008, “la malattia diventa un lusso che il lavoratore non potrà più permettersi e ciò appare in contrasto con larticolo 36 della Costituzione che prevede che sia garantita una retribuzione proporzionata e in ogni caso sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa”. Il giudice ha così accolto l’eccezione sollevata dai legali di cinquanta lavoratori della Scuola della provincia di Livorno, che lamentano tagli ai compensi mensili dopo periodi di malattia. (La Repubblica, mercoledì 14 settembre 2011). Coraggiosi colleghi, che ci fanno un po’ vergognare della nostra acquiescenza e inerzia.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

19 settembre 2008: il Maroni nella caserma del Centro polifunzionale della Scuola tecnica di Polizia di Spinaceto.

19 settembre 2008: il Maroni nella caserma del Centro polifunzionale della Scuola tecnica di Polizia di Spinaceto.

 

(su) la salute mentale di una parte delle Forze dell’ordine italiane: Tra di loro lo chiamano “lanestesia”. Consiste nel picchiare talmente tanto la vittima da renderle insensibile “la parte prescelta” (per esempio, un gluteo) e poi morderla fino a strapparne la carne. Un rito a metà tra liniziazione e la tortura che ha un significato ben preciso: benvenuto nella caserma del Nocs, il Nucleo operativo centrale di sicurezza, quello che si occupa delle operazioni più delicate e importanti, dai sequestri alle catture dei latitanti. A raccontare di quel “morso” e di tutte le altre “incredibili forme di violenza fisica e psicologica che ogni notte, da anni, precipitano nel terrore il Centro polifunzionale della Scuola tecnica di Polizia di Spinaceto”, a Roma, sede del Nocs, è una voce dall’interno. (...) Non è una coincidenza che negli ultimi anni ci siano stati numerosi episodi di agenti affetti da depressione e “fuggiti” in pensione a soli quarant’anni, oltre al caso, più clamoroso, del suicidio di Paolo De Carli, l’agente che si sparò un colpo al cuore, due anni fa, proprio lì in caserma. (La Repubblica, mercoledì 14 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Non gliene va bene una": le dieci domande a Berlusconi (a sinistra, cliccale per ingrandirle) e le due sorelle Ghedini (a destra).Per le serie "Non gliene va bene una": le dieci domande a Berlusconi (a sinistra, cliccale per ingrandirle) e le due sorelle Ghedini (a destra).

Per le serie Non gliene va bene una: le dieci domande a Berlusconi (a sinistra, cliccale per ingrandirle) e le due sorelle Ghedini (a destra).

 

(su) Silvio Berlusconi: “Assolte”. Non offesero né l’onore né tanto meno la reputazione di Berlusconi. Le “nuove dieci domande”, ideate, proposte allo stesso premier e da lui rifiutate, scritte da Giuseppe D’Avanzo il 26 giugno 2009 sull’intreccio politico-giudiziario dei casi di Noemi Letizia e di Patrizia D’Addario, furono “un legittimo esercizio del diritto di critica e la lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinioni garantita dallarticolo 21 della Costituzione”. Era ricorso ai giudici il Cavaliere, in sede civile, e aveva chiesto un milione di euro di risarcimento. Assistito questa volta da una Ghedini donna, Luisa Ippolita, una delle due sorelle-avvocato matrimonialiste (l’altra si chiama Vittoria Nicoletta) di Niccolò. Ma Angela Savio, toga in servizio presso la sezione civile del tribunale di Roma, il 5 settembre gli ha dato torto e lo ha condannato a pagare le spese legali. Scrive la Savio: “In un Paese democratico costituisce un diritto-dovere della stampa chiedere conto e ragione dei comportamenti a chi ricopre cariche politiche ed esercita il potere di governo, per soddisfare l’interesse pubblico della formazione del giudizio complessivo di valore sulla persona che occupa posizioni di vertice, non solo sull’attività pubblica svolta, ma con riferimento al patrimonio etico e alla coerenza dei comportamenti”. La Costituzione, la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, il nostro Codice penale parlano chiaro: non c’è diffamazione a mezzo stampa se c’è “un interesse pubblico dell’informazione”, se “la notizia è vera”, se è espressa “in forma civile nell’esposizione dei fatti e nella valutazione”. Al diritto di critica è concessa qualche licenza in più: può essere esercitato “con toni aspri, duri, enfatici, impietosi, dissacranti”. E nel valutare le espressioni usate “non si può prescindere da un esame globale del complesso dell’argomento trattato”. Cos’erano, dunque, le domande di D’Avanzo? “Poste in maniera civile, garbata e misurata, senza allusioni o insinuazioni malevoli, erano riflessioni critiche sintetiche di interpretazione dei fatti”. Il diretto interessato, Berlusconi, può ritenerlo “fastidioso, impertinente e sgradevole”, ma tutto ciò rientra “nella lecita manifestazione del diritto di critica al potere politico e a chi ricopre posizioni di particolare responsabilità pubblica”. (La Repubblica, martedì 13 settembre 2011). Sentenza preziosa.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

L'abbigliamento ideale di chi gode a farsi legare.

L’abbigliamento ideale di chi gode a farsi legare.

Schiavo e padrone?

 

(su) la salute mentale di una parte della cosidetta élite politico-economica e intellettuale del Paese: “Per una legatura completa impiego cinque o al massimo dieci minuti”, ammette l’autore di xxxxx (titolo omesso per non fargli pubblicità, n.d.r.), l’unico manuale italiano sul tema. Inizia così il rituale di legatura. “Siamo migliaia. Neanche lo può immaginare”. E all’improvviso rivela: “Un politico. Uno che da poco è diventato un dirigente di un partito importante, lo fa. Insegnanti? Quanti ne vuoi, di ogni grado, da quello delle elementari al professore universitario. Medici, avvocati, ingegneri, studenti, attori e giornalisti”. (Da La Repubblica, cronaca di Roma, di martedì 13 settembre 2011). Per non sentirsi pervertiti, tutti i pervertiti vogliono credere e far credere di essere legioni, cioè “normali”. Ma sul politico di un partito importante, chissà perché, ci sentiamo indotti a supporre che l’individuo non racconti balle. E meno male che ha detto uno che da poco è diventato un dirigente, non il segretario, altrimenti qualcuno avrebbe potuto pensare ad Angelino Alfano.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Undici metri quadri in tre?": Angelino Alfano, Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma.Per le serie "Undici metri quadri in tre?": Angelino Alfano, Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma.Per le serie "Undici metri quadri in tre?": Angelino Alfano, Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma.

Per le serie Undici metri quadri in tre?: Angelino Alfano, Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma.

 

(su) Angelino Alfano (pidiellìno ex ministro della Giustizia), Francesco Nitto Palma (pidiellìno attuale ministro della Giustizia) e Roberto Maroni (portatore di moccichino verde ministro degli Interni di entrambi): La permanenza in carceri sovraffollate è “inumana e degradante” e può provocare ai detenuti danni esistenziali che l’amministrazione penitenziaria può essere chiamata a risarcire. Arriva da Lecce una pronuncia innovativa, destinata ad aprire nuovi scenari. Il Tribunale di sorveglianza ha infatti accolto il ricorso di un tunisino di 29 anni, arrestato per furto, costretto a vivere per alcuni mesi in una situazione disumana nella struttura di Borgo San Nicola. Lì, dove la capienza prevista è di 700 persone, si affollano in 1350, costretti in spazi angusti, come la cella di 11 (undici) metri quadrati in cui A. S. era sistemato insieme ad altri due detenuti. Per lui, che dormiva al terzo piano del letto a castello a 50 centimetri dal soffitto, non c’era spazio per muoversi, intimità per andare in bagno e neppure la possibilità di pregare. “Non erano garantiti i basilari diritti umani”, ha scritto il giudice salentino, al quale sono già pervenuti altri 40 ricorsi. Prima di lui solo la Corte di giustizia europea, nel 2009, aveva sancito la possibilità di risarcire la detenzione considerata disumana. (Chiara Spagnolo su La Repubblica di martedì 13 settembre 2011). Ma può darsi che invece i ministri coinvolti (e i berluscisti tutti) siano contenti di questa sentenza: infatti, data la congenità precarietà non solo del Lavoro quale il berluscismo lo ha ridotto ma delle umane sorti in generale, come possono escludere di trovarsi anchessi così ristretti nel giro, magari, di poche settimane?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Piccoli portatori di moccichini verdi crescono": l'Avannotto, lo Squalo e il Trota.

Per le serie Piccoli portatori di moccichini verdi crescono: l’Avannotto, lo Squalo e il Trota.

 

(su) la famiglia Bossi: Bossi starebbe pensando di affidare un incarico politico a suo figlio Roberto Libertà, di qualche anno più giovane di Renzo. Lo riterrebbe adatto a gestire il trasferimento di alcuni ministeri a Monza (dove il Senatùr ieri ha incontrato i presidenti di Provincia leghisti: insomma, una riunione di partito). Dopo Renzo, Robertino: evidentemente le doti politiche si trasmettono per via ereditaria. (La Repubblica, martedì 13 settembre 2011). Ma se Renzo è il Trota, Roberto Libertà che pesce sarà? L’Avannotto? Be’, in attesa di farci (dopo averli ripuliti dai moccichini verdi) una bella frittura mista, diciamo che potrebbe anche andare...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Dal debito mi salvi Dio, ché dalle beghine mi salvo io": Angela Merkel.

Per le serie Dal debito mi salvi Dio, ché dalle beghine mi salvo io: Angela Merkel.

 

(su) Angela Merkel: Angela Merkel vola a Monaco, al meeting di Sant’Egidio tra i leader religiosi: “Pregate e aiutateci con la vostra preghiera a vincere la sfida del debito”. (La Repubblica, martedì 13 settembre 2011). Pensa in quali mani ci siamo messi. Mi fiderei di più della danza della pioggia di uno sciamano. O di una bella processione piena di urla e ginocchioni per terra. Gente che raccomandandosi a Dio soffriva sul serio, almeno, altro che ’sti furbastri e marpioni con maghe, esorcisti e santocchi al seguito.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Silvio Berlusconi e la parte più furba dei suoi elettori, da "L'Unità" di lunedì 12 settembre 2011.

(su) Silvio Berlusconi e la parte più furba dei suoi elettori, da L’Unità di lunedì 12 settembre 2011.

 

Ma la vignetta di Mauro Biani, per quanto spassosa, è ingenua. Induce a supporre che gli elettori poveri del Berlusconi tacciano per vergogna o per timidezza, mentre per la maggior parte di loro non è così. Quanto meno, non lo è per i non pochi che conosciamo di persona nel nostro ambiente di lavoro, la Scuola. I quali, per niente silenziosi (anzi: agitandosi come ossessi) ripetono, perfettamente convinti, che quel che sta accadendo (e che non di rado li colpisce in prima persona) è colpa della Sinistra.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Da "L'Unità".

Da L’Unità.

 

(su) Mariastella Gelmini (quella dei tagli ai Ragazzi e ai Bambini) e Giulio Tremonti che la scatena: Maxi-taglio ai fondi per l’autonomia scolastica alla vigilia dell’apertura dell’anno scolastico. Insegnanti, alunni e genitori troveranno scuole ancora più povere e l’anno scolastico inizia tra le proteste. Nei giorni scorsi l’Esecutivo ha trasmesso alla Camera lo schema di direttiva ministeriale che finanzia la cosiddetta autonomia scolastica (ringraziamo il giornalista per quel cosiddetta: la Scuola è incaprettata a morte dall’antiStato al potere, altro che autonoma, n.d.r) con una sforbiciata del 38% dei fondi che arriveranno alle scuole. Oltre alle spese per il personale, che paga lo Stato, le istituzioni scolastiche ampliano l’offerta formativa con una miriade di attività e servizi aggiuntivi che da ora in poi non potranno più offrire. Basti pensare al servizio pre- e post-scuola, che consente ai genitori che lavorano di accompagnare in anticipo e prelevare in ritardo a scuola gli alunni delle materne e delle elementari, alle attività di recupero e sostegno per gli alunni in difficoltà e a quelle per i disabili. Fondi che sono usati anche per il potenziamento della lingua straniera, le gite scolastiche, le attività teatrali e di cineforum, e per quelle alternative alla Religione cattolica. Ma per la prima volta il budget che dà un senso all’autonomia scolastica scende sotto i 100 milioni di euro. Per il 2011 sono previsti poco meno di 79 milioni, un anno fa gli istituti si divisero quasi 127 milioni. Dal 2001 il finanziamento si è assottigliato del 71%: erano 521 i miliardi di lire, pari a 269 milioni di euro, che dieci anni fa arrivavano nelle casse scolastiche. (...) In tutto, per le attività del Piano per l’offerta formativa (Pof) 2011, le oltre 10.000 scuole italiane riceveranno 12 milioni (in media: 1.200 euro per ogni scuola, n.d.r.), un anno fa erano 48 milioni e nel 2001 addirittura 162. (Salvo Intravaia su La Repubblica di lunedì 12 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Grandissimi anomali": Giuliano Ferrara.

Per le serie Grandissimi anomali: Giuliano Ferrara.

 

(su) Giuliano Ferrara: Il direttore de Il Foglio ha detto che, grazie agli anni che portano l’impronta di Berlusconi, l’Italia avrebbe vissuto una “liberazione psicologica”. Si è sbarazzata di vecchie incrostazioni moraliste, di una democrazia con troppe regole, di tendenze micragnose, formalistiche. L’ora dei consuntivi sta arrivando, e nella valutazione dei diciassette anni passati c’è anche questo giudizio sull’avventura berlusconiana, imperturbabilmente positivo: quali che siano i loro esiti, vi sono “fenomeni grandiosamente anomali” che fanno magnifica la Storia, in Italia e altrove. (Barbara Spinelli su La Repubblica di lunedì 12 settembre 2011). Ma forse il giudizio del Ferrara, ne sia egli consapevole o meno, non è poi così positivo come Spinelli suppone. Sarebbe ora che i berluscisti, a partire dal capo, cominciassero a sentirsi anomali. Anzi: addirittura grandiosamente anomali. Prima chiamavano dementi noi.

 

 

Per le serie "Contenti che Bersani è andato a Pesaro, tristi ch'è andato ad Ancona": Pier Luigi Bersani com'è (a sinistra) e come temiamo che diventi (a destra).Per le serie "Contenti che Bersani è andato a Pesaro, tristi ch'è andato ad Ancona": Pier Luigi Bersani com'è (a sinistra) e come temiamo che diventi (a destra).Per le serie "Contenti che Bersani è andato a Pesaro, tristi ch'è andato ad Ancona": Pier Luigi Bersani com'è (a sinistra) e come temiamo che diventi (a destra).

Per le serie Contenti che Bersani è andato a Pesaro, tristi chè andato ad Ancona: Bersani com’è (a sinistra) e come temiamo che diventi (a destra).

 

Bel discorso di Pier Luigi Bersani, a Pesaro, a conclusione della Festa democratica nazionale. Così bello che, prevedendolo tale, D’Alema non c’è andato. Come non c’è andata quella che La Repubblica di domenica 11 settembre 2011 chiama la minoranza interna: Veltroni, Fioroni e Gentiloni. Già. Ma gli -oni -oni -oni del Partito democratico in questi giorni sono impegnati: pur di non applaudire il segretario, preferiscono andare a farsi applaudire alla festa Atreju11 (Roma, 7-11 settembre 2011) dei giovani pidiellìni (ex?) neofascisti (vedi qui, qui, qui e qui). Il che non ci meraviglia, anzi: ci fa piacere, perché così diverrà più difficile lasciare che simili individui continuino (disinteressatamente?) a fare del Pd una nauseabonda appendice del berluscismo... Bel discorso, dicevamo, quello di Pier Luigi Bersani a Pesaro. Con passaggi emozionanti, come: Chi non vuole rispettarci, chi si dà solo il compito di punzecchiarci per guadagnare un punticino nei sondaggi, da noi riceverà una denuncia e una richiesta di risarcimento danni... Non ci metterete nel mucchio, attenzione: critiche sì, calunnie no... Nel nostro Pantheon hanno posto Salvatore Vassallo, il sindaco pescatore, Mino Martinazzoli, politico rigoroso e perbene, e, lasciatemelo dire, Enrico Berlinguer... E passaggi dalla chiusa perfino umoristica, come: Mai metteremo un ostacolo al lavoro della magistratura, per noi mai un politico avrà un peso diverso rispetto a un cittadino comune... Il Pd fa sempre un passo indietro. Pensate a Berlusconi, però. Se per ogni indagine dovesse farlo lui un passo indietro, da Pesaro sarebbe arrivato ad Ancona (La Repubblica, domenica 11 settembre 2011). Bella battuta. Peccato che, mentre ancora ridiamo sotto i baffi pensando al Berlusconi a marcia indietro da Pesaro ad Ancona, su L’Unità leggiamo le righe che seguono: E alla fine, quando su Pesaro cala il buio, si capisce anche perché per la prima volta il segretario fa il comizio di chiusura di sabato e non di domenica, com’è sempre stata tradizione delle Feste dell’Unità prima e delle Feste democratiche poi. Quand’è sera, dopo il comizio in piazza del Popolo e dopo il bagno di folla giù dal palco, Pier Luigi Bersani va in albergo a cambiarsi la camicia bianca che gronda sudore e poi si infila in macchina. La destinazione è a non molti chilometri: Ancona, dove questa mattina assisterà alla messa che Benedetto XVI celebrerà nell’area Fincantieri, al porto, per la chiusura del venticinquesimo Congresso eucaristico. Ma via via che si son saputi i dettagli di questa giornata fortemente caratterizzata dall’attenzione e la vicinanza al mondo del lavoro (tra l’altro, Joseph Ratzinger pranzerà con operai precari e cassintegrati della Merloni di Fabriano, della stessa Fincantieri e di altre realtà in crisi della zona) Bersani ha deciso di andare anche lui ad assistere alla messa di un papa che non ha mai nascosto di stimare. Allora la voglia di ridere ci è passata, perché a un tratto, invece del Berlusconi, con gli occhi dell’immaginazione abbiamo visto Bersani camminare all’indietro da Pesaro ad Ancona, e ci siamo rimasti male. Ma dai, sarà la solita finta per l’elettorato cattolico, abbiamo (con una certa dose di coazione a ripetere) ipotizzato per consolarci... E invece no, sembra che Bersani il debole per il Ratzinger ce l’abbia davvero, a giudicare dalle righe che seguono, sempre da L’Unità di domenica 11 settembre 2011: Di Benedetto XVI, Bersani parla anche nel libro-intervista scritto con Claudio Sardo e Miguel Gotor (Per una buona ragione, Laterza), dicendo che “a dispetto di qualche luogo comune e di qualche valutazione superficiale” Ratzinger ha “validi strumenti per mettersi in contatto con la modernità, in modo amichevole e al tempo stesso sfidante”: “Benedetto XVI invoca una ragione che non si autoriduca a ciò che è sperimentabile e un diritto naturale che non accetti il perimetro definito da scienziati e biologi. Un’impostazione con la quale non si fatica a interloquire. Ahiahiahi, Pierluigi, così ci togli le speranze... Ce ne restano solo due: una, la più inverosimile, che la quinta colonna baciapile de L’Unità menta sapendo di mentire; l’altra, la più fantastorica, che tu (da quell’astuto che sei) nei confronti del Ratzinger stia imitando Oskar Schindler nella scena di Schindler’s List in cui “ipnotizza” il feroce nazista Amon Goeth per convincerlo che invece è un magnanimo leader.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Pecorelle smarrite che tornano all'ovile": Pierferdinando Casini.

Per le serie Pecorelle smarrite che tornano all’ovile: Pierferdinando Casini.

 

Pierferdinando Casini: Facciamo tutti un passo indietro. Deve farlo il presidente del Consiglio e deve farlo l’opposizione, che non può lavarsi la coscienza solo proponendo a Berlusconi di andare via... Bisogna essere disponibili a concordare con il premier e il Pidièlle l’agenda di fine legislatura, perché insieme si realizzi un grande sforzo di pacificazione nazionale. Traduzione: Facciano tutti un passo indietro: Berlusconi e il governo per far posto a me, l’opposizione per levarsi dalle scatole. Nelle divisioni e nelle liti c’è la rovina di tutti noi. Traduzione: La Chiesa e le banche mi hanno detto di andarci piano. Ci vuole un governo politico che raccolga le migliori energie del Paese: non uomini della provvidenza, piuttosto personalità già sperimentate a livello europeo che siano garanzia per i mercati, gli investitori e i partner comunitari. Traduzione: Montezemolo non lo posso vedere perché ho paura che le casalinghe cattoliche lo trovino più bello di me. Bersani rifletta se le Marche, dove governiamo insieme, sono state un incidente o una strada da perseguire. In quest’ultimo caso noi siamo interessati. Ma non è che possiamo fare un governo con chi sostiene che la Tav sia reato mortale. Traduzione: Bersani la smetta di essere di sinistra e torni a fare il bravo come i vari Veltroni, Fioroni, Gentiloni e compagnia salmodiante. Che tristezza sentire certe cose. Ma che tristezza anche leggerle sui giornali. In nessun Paese civile servono a mettere alla berlina esponenti privati o pubblici che siano. Traduzione: Come faccio a essere del tutto sicuro di non aver qualcosa da nascondere anch’io?... (La Repubblica, domenica 11 settembre 2011).

 

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(su) Enrico Letta, Paolo Gentiloni, Giuseppe “Beppe” Fioroni, Giuseppe “Pippo” Civati, Enrico Gasbarra, Walter Veltroni e Luciano Violante (che sono andati a farsi applaudire alla festa Atreju11 dei giovani pidiellìni, ma non ad applaudire Pier Luigi Bersani alla Festa democratica nazionale di Pesaro, vedi anche qui, qui, qui e qui): La testa del duce accanto a un teschio e al simbolo della Decima flottiglia Mas. Oppure un busto di Giulio Cesare affiancato da una Gladio. E poi la croce celtica, sormontata dall’invito Leviamo le coppe. Il tutto tatuato sui polpacci dei ragazzi che si aggiravano ad Atreju11: questa la singolare sfilata dei miti giovanili, fra i partecipanti alla festa dei giovani del Pidièlle. (L’Unità, domenica 11 settembre 2011). E le ragazze com’erano tatuate? Con la statuetta di Priapo che girava ai bunga bunga di Arcore?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Matteo Renzi secondo Staino su "L'Unità" di domenica 11 settembre 2011).

Matteo Renzi secondo Staino su L’Unità di domenica 11 settembre 2011).

 

(su) Matteo Renzi: Matteo Renzi è stato contestato alla festa del Pd a Firenze per la sua scelta di non aderire allo sciopero della Cgil e per alcuni giudizi sulla manovra: “Io non contesto lo sciopero,” ha detto a un certo punto Renzi, “ma dire che siamo obbligati a fare sciopero è un atteggiamento scorretto”. A questo punto una parte della platea ha urlato: “Vergogna!” Quando poi il sindaco di Firenze ha detto: “Credo che sia giusto fare una manovra da 45 miliardi, altrimenti salta il Paese. Se oggi abbiamo Tremonti è colpa di chi ha fatto cadere il governo Prodi,” dal pubblico qualcuno gli ha urlato: “Torna ad Arcore!”. All’inizio della serata Renzi aveva detto: “Alla festa del Pd mi sento a casa”. (La Repubblica, domenica 11 settembre 2011).

 

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Per le serie "Pensose espressioni": Jacopo Morelli.Per le serie "Pensose espressioni": Jacopo Morelli.

Per le serie Pensose espressioni: Jacopo Morelli.

 

Jacopo Morelli (uddiccìno presidente dei giovani della Confindustria): Alzare sùbito l’età pensionabile a 70 anni. Si libererebbero una decina di miliardi da utilizzare anche per ridurre gli oneri in busta paga e rilanciare i consumi. (La Repubblica, domenica 11 settembre 2011). Ma non era Federica Guidi la presidente dei padroncini? Che fine ha fatto? Ci siamo persi qualche passaggio... Però la rimpiangiamo: era di estrema destra, ma non fino a immaginare i luoghi di lavoro come campi di sterminio per vecchi...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Educatori di c....oni?": Luigi Frati.

Per le serie Educatori di c....oni?: Luigi Frati.

 

(su) Luigi Frati (rettore de La Sapienza): Il rettore dell’Università La Sapienza, professor Luigi Frati, che dice a un grande giornale nazionale: “Quella sulla grattachecca della Sora Maria era una domanda a cui avrebbe saputo rispondere anche un coglione”. Il rettore magnifico (?) adegua il suo linguaggio all’andazzo corrente, parla come un Calderoli, pare un Bossi qualunque... Arroganza, disprezzo e volgarità. Niente da dire: l’esame di incultura generale, il rettore, l’ha passato in pieno. In questa povera Italia, del resto, si trova perfettamente a suo agio: anni e anni di incarichi stanno lì a dimostrarlo. (Silvia Ballestra su L’Unità di domenica 11 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per le serie "Mamme bambine" e "La balla del ballo": Berlusconi l'unica volta che ha infranto il "fioretto" di non ballare.

Per le serie Mamme bambine e La balla del ballo: Berlusconi l’unica volta che ha infranto il fioretto di non ballare.

 

Silvio Berlusconi (venerdì 9 settembre, mentre tutte le Borse europee crollavano e Milano più di tutte): Bisogna cancellare lo strapotere dei giudici... Non temo le inchieste. Non c’è nessuno al mondo che mi possa ricattare... La mia vita è diamantina... Non ballo perché ho fatto un fioretto a venticinque anni che ho infranto solo per un giro di valzer con mia madre... Non fumo e non gioco... Mi è rimasta solo qualche altra cosa che non considero un vizio... Io il dono della sintesi ce l’ho solo dopo le nove di sera... Se potessi decidere da solo, prima di tutto farei la riforma della Giustizia, poi quella delle Istituzioni e quella fiscale... La sovranità popolare è dei magistrati... Se una legge non piace a Magistratura democratica, politicizzata e di sinistra, viene mandata alla Corte costituzionale, a maggioranza di sinistra, e viene puntualmente abrogata... Lo strapotere della magistratura, che da ordine dello Stato si trasforma sempre più in potere indipendente da qualunque controllo, è intollerabile... Tutti abbiamo degli umani sfoghi che abbiamo il diritto di fare se parliamo... Un Paese senza privacy, dove le conversazioni vengono sfornate sui giornali, non è un Paese completamente libero... Speriamo, e sottolineo speriamo, di fare le riforme... Mi viene da ridere. Non vedo in giro così tanti tecnici con il talento e l’autorevolezza politica. Nessun tecnico al mondo avrebbe fatto il miracolo che abbiamo fatto noi... Il mio pensiero non recondito è vedere Letta al Quirinale e Alfano presidente del Consiglio... La sinistra? Sono pronti per una dittatura. Sono anti-italiani... Il baciamano a Gheddafi l’ho fatto per educazione, perché da quelle parti usa così. (La Repubblica, sabato 10 settembre 2011). Tutto questo alla festa Atreju11 dei giovani pidiellìni (ex?) neofascisti. Dove anche Veltroni, Fioroni, Gentiloni e Violante sono andati. Disertando, invece, il comizio di Pier Luigi Bersani alla Festa democratica nazionale di Pesaro. Per la serie Ognuno va ad applaudire quelli che preferisce.

(Sulla quale vedi anche qui, qui, qui, qui e qui).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Fate largo all'Italia che inciucia": il Bonanni, il Sacconi e il Letta.Per la serie "Fate largo all'Italia che inciucia": il Bonanni, il Sacconi e il Letta.

Per la serie Fate largo all’Italia che inciucia: il Bonanni, il Sacconi e il Letta.

 

Maurizio Sacconi: È un esempio un po’ blasfemo... per rispondere alla Cgil rispetto agli scenari apocalittici che ha fatto. Vale quanto disse una suora in un convento del ’600, dove entrarono dei briganti e... violentarono tutte le suore tranne lei. Il Sant’Uffizio le chiese: “Come mai non è stata violentata?” Lei rispose: “Perché ho detto di no”... Il sindacato può dire di no! (La Repubblica, venerdì 9 settembre 2011). Ma i media cosiddetti “di sinistra” continuano a nascondere che accanto al Sacconi non c’era solo il Bonanni che gli sta come il Gatto alla Volpe. C’era anche il Letta (Enrico il piddìno, non Gianni il pidiellìno o Guido lo sterminatore di Ebrei). E con il Letta, a quel raduno di (ex?) neofascisti che è la festa di Atreju, c’era tutta la finta “sinistra”: clicca qui per i nomi...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Intanto, ad Ancona, il Vendola sembra aver infine rinunciato a insegnare al Ratzinger come si fa il papa, e si limita a ringraziarlo...

Intanto, ad Ancona, il Vendola sembra aver infine rinunciato a insegnare al Ratzinger come si fa il papa, e si limita a ringraziarlo...

 

(su) Nicola “Nichi” Vendola: Un viaggio a ritroso “per non dimenticare le sofferenze” di chi deve migrare. Gran parte dello stato maggiore di Sel sarà impegnata dal 18 al 24 settembre in una missione per mare. L’iniziativa si chiama “Invertire la rotta verso Tunisi”. Si parte dall’Italia, dal porto di Livorno, si toccano, tra musica e dibattiti, le banchine di Civitavecchia e Trapani e poi, a bordo dei traghetti di linea, giovedì 22, l’arrivo a Tunisi. Segue “carovana della solidarietà” fino a Sidi Bouzid, città di Mohamed Bouazizi, il giovane che, suicidandosi, diede il via alla rivoluzione dei gelsomini. Nichi Vendola rimane a terra, parlerà a Civitavecchia. Il viaggio è organizzato da un’agenzia dell’Aquila “come forma di riconoscimento ad un’impresa che resiste per ricostruire.

(Alessandra Longo su La Repubblica di venerdì 9 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Volpacchiotti del sottodeserto": Gaetano Di Chiara.

Per la serie Volpacchiotti del sottodeserto: Gaetano Di Chiara.

 

(su) Gaetano Di Chiara (ex aennìno, attualmente pidiellìno e sindaco di Villabate, in provincia di Palermo): Il sindaco di Villabate, Gaetano Di Chiara, è convinto che ci siano due personaggi meritevoli di essere menzionati nella toponomastica cittadina, così ha scritto nella delibera di giunta per l’intitolazione di alcune nuove strade in città. Eccoli, dunque, i nuovi eroi di Villabate: accanto a quattro ex sindaci, ci sono Manfred von Richthofen, il leggendario barone rosso, talento puro dell’aviazione tedesca, e poi Erwin Rommel, generale tedesco conosciuto anche con il soprannome la volpe del deserto, morto suicida a causa dei pesanti sospetti della sua connessione con i cospiratori nel complotto contro Hitler. (La Repubblica on line, giovedì 8 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Sono sicuri gli ospedali cattolici?": "terapie" medioevali (a sinistra) e ministri "moderni" (a destra).Per la serie "Sono sicuri gli ospedali cattolici?": "terapie" medioevali (a sinistra) e ministri "moderni" (a destra).

Per la serie Sono sicuri gli ospedali cattolici?: terapie medioevali (a sinistra) e ministri “moderni” (a destra).

 

(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger e su Ferruccio Fazio (pidiellìno ministro della Salute): Sono nubi sempre più grigie quelle che si addensano sul modo in cui è stata gestita la prevenzione infettivologica dei neonati. Era attivo più di un focolaio al Gemelli? O sono stati fatti male i calcoli sul periodo di infettività dell’infermiera? Ma a questo punto non è semplice per chi lavora al Gemelli diradare la nube di sospetti che circonda la gestione. E intanto i Nas sono andati al reparto di Fisiologia respiratoria, dove lavorava in precedenza la donna, per acquisire anche lì la documentazione: il sospetto è che possa essersi infettata lì. Ad abbassare la soglia di ansia ci ha pensato ieri il ministro della Salute, Ferruccio Fazio: “Non esiste un’emergenza per la Tbc in Italia e i bambini coinvolti, grazie alla profilassi, non avranno conseguenze. Dei 1.415 già sottoposti ai test, l’8,6% risultato positivo è sotto l’indice di bassa incidenza della Tbc nei Paesi sviluppati”. Il suo giudizio sul Gemelli è più che positivo: “Stiamo predisponendo un nuovo principio di indirizzo per le strutture sanitarie,” ha detto il ministro, “compreso anche il settore della neonatologia, a integrazione delle linee guida già emanate”. (La Repubblica, giovedì 8 settembre 2011). La nostra personale soglia di ansia non è affatto abbassata da un ministro che ammette che le linee guida già emanate erano incomplete o addirittura obsolete. O che è necessario ribadirle perché non venivano abbastanza rispettate. O le tre cose insieme. (E intanto, da un caro amico medico in un importante ospedale pubblico romano, riceviamo quanto segue: Gli ospedali religiosi non possono essere controllati dalle regioni prima di tutto per motivi politici. In alcuni casi le strutture sono extraterritoriali, per cui la regione paga, ma se manda un ispettore per una verifica, questo viene messo alla porta. Gli ospedali religiosi hanno classificazioni che consentono di avere rimborsi molto maggiori delle case di cura private. Tendenzialmente gonfiano i DRG (i codici delle diagnosi che determinano i rimborsi) perché tanto non vengono controllati. Inoltre ho potuto verificare che pazienti in day hospital o in attesa di intervento vengono inviati per le indagini diagnostiche in altre strutture pubbliche. Cosi la regione paga quelle prestazioni due volte, perché la tariffa del day hospital dovrebbe essere onnicomprensiva). (Sull’argomento, vedi anche qui e qui).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

L'evasore fiscale italiano medio e il suo rapporto con noi (con mille scuse alla memoria del bravo Ferdy Maine, conte von Krolock in "The Fearless Vampire Killers", 1967, di Roman Polanski, in Italia più conosciuto come "Per favore non mordermi sul collo").

L’evasore fiscale italiano medio e il suo rapporto con noi (con mille scuse alla memoria del bravo Ferdy Maine,

conte von Krolock in The Fearless Vampire Killers, 1967, di Roman Polanski, in Italia più conosciuto come Per favore non mordermi sul collo).

 

(su) Giulio Tremonti e tutto il cucuzzaro berluscìsta: Il carcere immediato per chi evade o non versa imposte superiori ai 3 milioni di euro, la misura più eclatante della manovra per quel che riguarda l’evasione fiscale, è stata ammorbidita. Le manette scattano sùbito, senza possibilità di ricorrere alla sospensione della pena, solo se la cifra evasa è pari almeno al 30% del fatturato. Ma la lotta all’evasione, il cui gettito era stimato in 3,8 miliardi in tre anni, ha perso anche altri pezzi, come la pubblicazione on line dei redditi di tutti sui siti dei Comuni e l’inserimento obbligatorio delle coordinate bancarie dentro Unico e 730. I sindaci, se vorranno, potranno metterli in rete in modo anonimo e per categoria... Il prelievo straordinario definito contributo di solidarietà è invece rimasto, ma ora colpisce solo i 34.000 contribuenti che dichiarano più di 300.000 euro l’anno con un prelievo del 3% sulla parte che eccede quel limite. La tassa è già pagata dagli statali e dai pensionati, ma per il 5% chi guadagna più di 90.000 euro e per il 10% chi guadagna più di 150.000. E per loro non c’è la deducibilità. (La Repubblica, giovedì 8 settembre 2011). “Un vulnus fortissimo, mai verificatosi nella storia della finanza pubblica italiana”, commenta Salvatore Tutino, tra i fondatori del Cer. “Un capovolgimento delle regole dell’Irpef a cui pure si ispirarono Visentini nel 1976, per il contributo straordinario dell’epoca, e Prodi per l’eurotassa, spalmata seguendo la progressività dei redditi”. Analogo disagio colto anche dalla Cgil: “Queste disparità tra lavoratori pubblici e privati sono incostituzionali,” dice Michele Gentile, responsabile del Dipartimento settori pubblici del sindacato della Camusso, che fa un ulteriore calcolo: “Mentre per un privato con un reddito Irpef pari a 310.000 euro annui il contributo di solidarietà (3%) netto è pari a 167 euro annui, ovvero meno di 14 euro al mese, allo stesso reddito ma di un lavoratore pubblico vengono invece detratti 19.000 euro annui, che sono pari a 1.583 euro mensili, e che per di più, a differenza del primo, non sono deducibili”. Un “mostro giuridico” che anche la Cgil porrà al vaglio della Consulta. (La Repubblica, venerdì 9 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Moccichinoverdopoli": il Calderoli, il Bossi e il Maroni.

Per la serie Moccichinoverdopoli: il Calderoli, il Bossi e il Maroni.

 

(su) Roberto Maroni: “Basta con gli slogan razzisti dei politici italiani”. Il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, nell’ultimo rapporto, ha citato come esempio negativo il ministro Maroni, che nell’estate del 2010, durante le espulsioni dei Rom dalla Francia, si rammaricò di non poter fare lo stesso. “Negli ultimi tre anni,” ha scritto, “i diritti degli immigrati sono stati poco rispettati. Sono scioccato dai manifesti a Milano per le elezioni che mettevano in guardia dal rischio che la città diventasse una zingaropoli. (La Repubblica, giovedì 8 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Come cambia il Mond": Arnoldo Mondadori (a sinistra) e Marina Berlusconi (a destra).Per la serie "Come cambia il Mond": Arnoldo Mondadori (a sinistra) e Marina Berlusconi (a destra).

Per la serie Come cambia il Mond: Arnoldo Mondadori (a sinistra) e Marina Berlusconi (a destra).

 

(su) Marina Berlusconi: Nuovo strappo a Segrate tra autori importanti e direzione della Mondadori. Questa volta per l’allontanamento di Andrea Cane, uno degli editor di più lunga carriera, per anni responsabile del settore della saggistica, dove finora l’amplissimo e autorevole catalogo è riuscito a far convuvere studi di valore internazionale e bestseller, ma soprattutto nomi politicamente e culturalmente variegati. Così, mentre tra i saggi in corso di pubblicazione nei prossimi mesi la casa editrice guidata da Marina Berlusconi annuncia titoli come La mafia uccide d’estate, di Angelino Alfano, e Che ci faccio qui, del vicepresidente della Camera, il pidiellìno Maurizio Lupi, a fianco di quelli di Jeremy Rifkin e Pietro Ichino (che in realtà è un pidiellìno anche lui, solo che è peggio, n.d.r.), l’allontanamento di Andrea Cane, maturato nel corso di una ristrutturazione degli organici in atto da mesi, provoca la protesta di quattordici autori. Che paventano inoltre l’offerta di una consulenza, proprio per il settore della saggistica, all’autore di casa ed ex ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. (La Repubblica, giovedì 8 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

La Marcia su Roma dei Cloni del raduno "Atreju11". Notare, in primo piano, il pugno teso contro di noi. (Sarà quello che ha attratto Enrico Letta e tutto lo stuolo dei soliti e noti finti 2sinistri"?)

La Marcia su Roma dei Cloni del raduno Atreju11. Notare, in primo piano, il pugno teso contro di noi.

(Sarà quello che ha attratto Enrico Letta e tutto lo stuolo dei soliti e noti finti “sinistri”?)

 

(su) Enrico Letta: “Mi auguro che nelle prossime settimane si formi un governo di responsabilità”. Lo ha detto Enrico Letta alla festa di Atreju, la manifestazione dei giovani del Pidièlle. “C’è bisogno di un governo che tenga insieme le forze responsabili riformiste e che tenga un’agenda per la quale la questione dell’occupazione giovanile e l’abbattimento del debito pubblico sia la principale. (L’Unità, giovedì 8 settembre 2011). Qual è la notizia, se il Letta (nipote di Gianni Letta nipote di Guido Letta) racconta in giro la solita balla che si possa abbattere il debito pubblico e insieme ridurre la disoccupazione giovanile, cioè che si possa strangolare lo Stato e insieme rafforzarne la funzione sociale? Infatti la notizia non è questa, ma quella (del resto non inattesa) che il Letta, un po come lo zio dello zio, frequenta ambienti (non di giovani pidiellìni, come dice ingenuamente L’Unità, ma) neofascisti. E ad ambienti di tal risma aggiunge il sia pur modesto lustro della sua presenza. In compagnia di chi? Di tipi come il Brunetta, il Sacconi, lo Storace, il Calderoli, il Tosi sindaco di Verona, lAlemanno, l’Alfano, il Cicchitto, il Quagliariello, il Verdini, il Formigoni, il Berlusconi, la Gelmini, il Gasparri, il Lupi e il La Russa. Vale a dire il meglio del meglio del Paese di m.... berluscista. Ma il Letta non c’è andato da solo, si è portato gli amichetti. E cioè Paolo Gentiloni, Giuseppe “Beppe” Fioroni, Giuseppe “Pippo” Civati, Enrico Gasbarra, Paola Binetti, Walter Veltroni e Luciano Violante. Vale a dire il meglio del meglio del Partito di m.... in cui costoro cercano da anni di tramutare il Pd. (P.s.: non stupisce molto la presenza in congrega di Luca Telese. Stupisce e addolora, invece, quella di Giuliano Pisapia).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Bar Sport Lega Nord": Alberto Torazzi. Con tante scuse ai veri Bar Sport...

Per la serie Bar Sport Lega Nord: Alberto Torazzi. Con tante scuse ai veri Bar Sport...

 

Alberto Torazzi (portatore di moccichino verde deputato): Se, oltre a un ministro degli Interni padano, avessimo anche i magistrati e il Csm padani, in Padania la mafia non ci sarebbe... La magistratura è fatta tutta di ragazzi del Sud, coi loro burocrati del Sud e cancellieri, un’autentica groviera di informazioni. Come fa uno a denunciare un mafioso se il mafioso dopo tre minuti lo sa perché viene informato da qualcuno, dagli amici?... Questi sono così: qualcuno sarà codardo, qualcuno sarà un venduto o semplicemente un facilone, quello viene preso di mira e ci lascia pure la pelle... Poi il magistrato, quando tornerà dalle ferie, quando avrà voglia, interverrà. Questo è il loro modo di fare... I magistrati del Sud considerano la mafia come una cosa endemica, come la pioggia. Purtroppo la sfiga ha voluto che la magistratura ce l’hanno in mano loro. (La Repubblica, giovedì 8 settembre 2011).

 

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Contro chi va dietro alla Morte e porta l’Italia con sé...

 

"6 settembre 2011 Grazie, Cgil!" di Sergio Staino (immagine tratta da "Segnalazioni", sfondo della Cgil e di Luigi Scialanca).

6 settembre 2011 Grazie, Cgil! di Sergio Staino (immagine tratta da Segnalazioni, sfondo della Cgil e di Luigi Scialanca).

 

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Maurizio Sacconi: Rispetto lo sciopero. Rispetto le libere manifestazioni democratiche quando si svolgono con ordine come queste. Ma devo constatare che è un’Italia molto minoritaria: le adesioni sono bassissime e dire minoritaria è già eccessivo rispetto alla dimensione molto contenuta delle adesioni. Dall’altra parte c’è una grande maggioranza che la pensa diversamente. E a Bersani, che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8, diciamo che non se ne parla proprio: è una norma chiesta dalla Bce, corrisponde a un percorso riformatore che avevamo avviato, è accettato dalla grande maggioranza delle parti sociali e in Parlamento è appoggiato dalla maggioranza e dal Terzo polo, quindi da due terzi del Parlamento, per non dire di più. (L’Unità, mercoledì 7 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Generazione Mediaset": il Renzi a "La Ruota della Fortuna".

Per la serie Generazione Mediaset: il Renzi a La Ruota della Fortuna.

 

Matteo Renzi (a proposito dello sciopero generale indetto dalla Cgil e della presenza in piazza di Bersani, Bindi, Enrico Rossi e molti altri esponenti di primo piano della Sinistra democratica): Il compito del politico non è quello di stare nelle piazze... Ho rispetto per chi va in piazza, ma il segretario del Pd tiri fuori le idee e non solo gli striscioni. (La Repubblica, mercoledì 7 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quelli che a Sinistra si sentono male e fanno star male chi ci sta": Paolo Gentiloni.

Per la serie Quelli che a Sinistra si sentono male e fanno star male chi ci sta: Paolo Gentiloni.

 

Paolo Gentiloni: Il Colle ci richiama alle responsabilità e noi dietro alla Cgil, che errore. Il Pd fa un altro mestiere e noi sbagliamo si ci arruoliamo dietro le bandiere della Cgil. (La Repubblica, mercoledì 7 settembre 2011). Cattolico, nobile, discendente di quel Gentiloni che nel 1912 ebbe la sciagurata idea di promuovere il rientro dei cattolici nella vita politica del nostro Paese, che per la prima volta se n’era liberato, ex aderente al Pdup (Partito di unità proletaria) ed ex braccio destro di Cicciobello Rutelli, il Gentiloni è noto al colto e all’inclita come l’uomo che da ministro delle Comunicazioni del secondo governo Prodi combinò assolutamente nulla contro l’assoluto predominio televisivo di Silvio Berlusconi. Dopo di che, dal 2008 a oggi, si è distinto come segue: il 27 settembre 2009 si è fatto un dovere di solidarizzare con il pidiellìno (allora viceministro) Paolo Romani contro Anno Zero. Il 9 maggio 2010 ha accusato Pier Luigi Bersani di voler trasformare il Partito democratico in una forza di sinistra (un concetto, quello di sinistra, che a Paolo il freddo evidentemente dà i calori) e lo ha invitato a non servirsi mai più del termine compagni (quando, fatti salvi gli omonimi, sarebbe caso mai il cognome Gentiloni, se impropriamente accostato alla parola compagno, a ferire lei). Il 27 novembre 2010 si è domandato quanto tempo ci voglia per capire che è sbagliata l’idea di un partito identitario che si rifà alla sinistra del Novecento. E il 5 maggio ultimo scorso ha finalmente dichiarato: Oggi avremmo un’alternativa più pronta se fossimo rimasti ai tempi di Dièsse e Margherita divisi e alleati. Con il Pd, invece, la certezza di una vittoria e di una credibilità di governo non la vedo. Paolo, Paolo: con questa frase ci avevi fatto sperare in una tua prossima dipartita (politica, per carità) dal Partito democratico: perché ci illudi e poi ci deludi, brutto cattivaccio?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quelli che a ogni buon conto misero il Penati accanto a Pier Luigi Bersani": il presidente del Copasir, Massimo D'Alema.

Per la serie Quelli che a ogni buon conto misero il Penati accanto a Pier Luigi Bersani: il presidente del Copasir, Massimo D’Alema.

 

Massimo D’Alema (contestato da una cinquantina di manifestanti, alla festa democratica di Genova, al grido di Vergogna! State avvallando i provvedimenti del governo, questa non è opposizione!”): L’estremismo è innanzitutto ignoranza. Poi è estremismo. (La Repubblica, mercoledì 7 settembre 2011). Può darsi. Ma anche esser succubi da un quarto di secolo del fondamentalismo iperliberista e antiStato è innanzitutto ignoranza. Poi è revisionismo.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Compulsivo per compulsivo, meglio erotomane che leccac...": il Rotondi (a destra) accanto al suo afrodisiaco preferito.Per la serie "Compulsivo per compulsivo, meglio erotomane che leccac...": il Rotondi (a destra) accanto al suo afrodisiaco preferito.

Per la serie Compulsivo per compulsivo, meglio erotomane che leccac...: il Rotondi (a destra) accanto al suo afrodisiaco preferito.

 

(su) Silvio Berlusconi: Io come cattolico ne ho solo una, ma c’è da invidiare Berlusconi che ha avuto donne in grande quantità. Un mare di donne mi hanno chiesto di essere presentate a Berlusconi. Che piaccia è un’ovvietà. Bisogna solo invidiarlo dal punto di vista della vitalità. Come maschi italiani tutti pensiamo di essere i migliori imprenditori, i migliori capitani di squadra, i migliori politici e anche grandi amatori. Ecco, Berlusconi tutte queste cose le ha fatte bene. E a letto non ci sono dubbi: come diceva Cossiga, gli unici successi o insuccessi che non si possono nascondere sono quelli di letto. (Gianfranco Rotondi, L’Unità, mercoledì 7 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Berlusconi secondo ElleKappa su "La Repubblica" di martedì 6 settembre 2011.

Berlusconi secondo ElleKappa su La Repubblica di martedì 6 settembre 2011.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Offensori di rispettabili categorie di Lavoratori": la categoria dei maggiordomi gratuitamente insultata da un manifestante della Fiom.

Per la serie Offensori di rispettabili categorie di Lavoratori: la categoria dei maggiordomi gratuitamente insultata da un manifestante della Fiom.

 

Raffaele Bonanni: Lo sciopero generale indetto per oggi dalla Cgil è demenziale. (La Repubblica, martedì 6 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'UmanitàPer la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'UmanitàPer la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'Umanità

Per la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'UmanitàPer la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'UmanitàPer la serie "Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo": il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l'Umanità

Per la serie Gli manca Hitler, ma prima o poi andrà a trovarlo: il Blair con alcuni di quelli con cui ha brindato contro l’Umanità

 

(su) Tony Blair (inventore della finta “sinistra” cristiano-fondamentalista, iperliberista, nemica dei Lavoratori e antiStato): Il rifiuto di Tony Blair di criticare aspramente Rupert Murdoch, quando in luglio è scoppiato lo scandalo delle intercettazioni illegali compiute da uno dei suoi tabloid londinesi, sollevò numerose illazioni: sembrava la prova del debito che l’ex premier laburista aveva nei confronti del più grande magnate dei media al mondo, che gli diede il sostegno cruciale dei suoi giornali conservatori per tre elezioni consecutive. Adesso salta fuori un altro indizio di quanto sia stretto il legame di questa strana coppia: Blair è diventato segretamente il padrino di battesimo delle due figlie più piccole di Murdoch. A rivelarlo è la terza moglie dell’editore, la cinese Wendi, in un’intervista all’edizione americana di Vogue che ieri è stata ripresa in prima pagina dai più importanti quotidiani inglesi. La donna racconta che l’ex primo ministro britannico si è recato nel marzo scorso sul fiume Giordano, nel punto in cui secondo il Vangelo fu battezzato Gesù, per fare il padrino di Grace e Chloe, le due figlie nate dal matrimonio fra Rupert Murdoch e Wendi. (La Repubblica, martedì 6 settembre 2011). Lo stato delle menti di simili individui rasenta l’incredibile: vanno a battezzare i figli dove fu battezzato Gesù, dunque si credono gli equivalenti odierni del padre di Gesù? O forse, più modestamente, si credono gli equivalenti di Giuseppe, perché i concepimenti al Viagra sanno molto di paternità putativa?

 

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(su) Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi e, per quel che conta, Renato Brunetta: L’emendamento arriva nel primo pomeriggio: è della maggioranza e ottiene l’approvazione della Commissione bilancio del Senato. Mette nero su bianco quel che la precedente versione dell’articolo 8 della manovra lasciava intuire. Dice che i contratti nazionali o territoriali “operano anche in deroga alle disposizioni di legge” sul lavoro: se un’azienda trova l’accordo dei sindacati, può aggirare in fabbrica quel che la legge impedisce a livello nazionale. E questo vale per gran parte delle materie, compreso il licenziamento senza giusta causa. Quel licenziamento, vietato dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, viene di fatto permesso in azienda se azienda e sindacati trovano un accordo sul risarcimento da corrispondere al licenziato... Ma quelle sui contratti di lavoro non sono le uniche novità di giornata di una manovra che non cessa di riservare colpi di scena. Ieri è saltato l’obbligo di indicare sulla dichiarazione dei redditi l’indirizzo della propria banca. I comuni invece potranno pubblicare su Internet le dichiarazioni dei redditi dei cittadini, ma solo raggruppandoli per categorie in modo da tutelare l’anonimato. (La Repubblica, lunedì 5 settembre 2011). Le modifiche della maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama (Susanna Camusso, segretario della Cgil, sito de La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Mai nella storia della Repubblica ci sono stati un governo e un ministro del Lavoro che avessero come scopo quello di abolire il contratto nazionale, lo Statuto dei lavoratori, i diritti dei lavoratori. È una vicenda che non ha precedenti. La contrasteremo con tutti i mezzi. (...) Il segno di questa manovra è quello di una profondissima iniquità. Una manovra che scarica tutto sul lavoro pubblico, sui pensionati, sui servizi ai cittadini, su una progressiva destrutturazione del welfare. Questa è una manovra socialmente insopportabile. Ma, d’altra parte, un governo animato da uno spirito di vendetta non può fare scelte positive per il Paese (Susanna Camusso, La Repubblica, lunedì 5 settembre 2011).

 

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Per la serie "Quelli così di destra che i Sacconi e i Brunetta gli fanno un baffo": Pietro Ichino.

Per la serie Quelli così di destra che i Sacconi e i Brunetta gli fanno un baffo: Pietro Ichino.

 

Pietro Ichino (piddìno finto sinistro, in realtà liberista fondamentalista, commentando l’articolo 8 della manovra, di cui nel post qui sopra): Non vedo particolari rischi nelle medie e nelle grandi aziende italiane, dove la contrattazione non dovrebbe presentare sorprese: è infatti presumibile che in quelle realtà i sindacati e le imprese sottoscrivano accordi rispettosi dei diritti dei dipendenti. Piuttosto va osservato che le norme di cui si parla non rispondono alle richieste della Banca centrale europea, che ci chiede di superare la distinzione tra garantiti e non garantiti nel mondo del lavoro. Questi provvedimenti rischiano invece di avere l’effetto opposto, aumentando la distanza fra chi lavora nelle imprese più grandi e chi invece dovrà fare i conti con una miriade di norme ad hoc contrattate nelle piccole aziende. (La Repubblica, lunedì 5 settembre 2011). Capito? Per l’Ichino, un individuo che sta nel Pd grazie al Veltroni e che purtroppo non si decide a levar le tende, la manovra tremonto-saccon-berluscìsta è troppo di sinistra. Ci fosse stato lui, al posto del Sacconi, avrebbe approfittato dell’occasione per privare di qualsiasi diritto anche i pochi garantiti (l’Ichino li chiama così, come se fossero oggetti, non Esseri umani) che ancora li conservano. O, per meglio dire, che ancora ne conservano una parvenza.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Papi": il Gheddafi e il Berlusconi ai bei tempi.

Per la serie Papi: il Gheddafi e il Berlusconi ai bei tempi.

 

(su) Silvio Berlusconi: “Tra di noi non lo chiamavamo Gheddafi, ma Papi”: è quel che ha dichiarato in un’intervista alla Cnn Oksana Balinskaya, una delle ex infermiere del colonnello. (La Repubblica, lunedì 5 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Paolo Romani (berluscìsta ministro dello Sviluppo economico): Abbiamo fatto una manovra straordinaria, da 131 miliardi in poche settimane. (La Repubblica, lunedì 5 settembre 2011). E quegli ingenuotti delle Iene che ponevano agli onorevoli complicate domande sulla scoperta dell’America o sulla Rivoluzione francese: sarebbe bastato interrogarli sulla tabellina del 2.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Santità ed eminenze reverendissime": il Ratzinger, il Sermattei della Genga e il Bagnasco.Per la serie "Santità ed eminenze reverendissime": il Ratzinger, il Sermattei della Genga e il Bagnasco.Per la serie "Santità ed eminenze reverendissime": il Ratzinger, il Sermattei della Genga e il Bagnasco.

Per la serie Santità ed eminenze reverendissime: il Ratzinger, il Sermattei della Genga e il Bagnasco.

 

(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger: Epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio. Sono questi i reati per cui la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati i vertici del policlinico Agostino Gemelli. (La Repubblica, martedì 6 settembre 2011). Una lettera indirizzata a “Sua Santità Reverendissima e Sue Eminenze Reverendissime, al Segretario di Stato Angelo Bagnasco e al presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica, Cardinale Dionigi Tettamanzi”. A scrivere direttamente al papa è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, convinto che sia “doveroso portarVi a conoscenza della grave situazione di sofferenza delle tantissime famiglie che sono state coinvolte nella tragica vicenda legata all’epidemia di Tbc nel policlinico Gemelli di Roma”. Perché, per l’associazione dei consumatori che da giorni insiste sulla vicenda tra esposti, denunce e rivelazioni, le altissime gerarchie ecclesiastiche “non sono a conoscenza delle esatte dimensioni del grave problema sociale che, specie con l’approssimarsi dell’apertura delle scuole e degli asili nido, rischia di profilarsi nella città di Roma”. Quasi a ipotizzare, insomma, che il papa sia stato tenuto all’oscuro di una vicenda che coinvolge quasi 2000 famiglie e che è partita da un polo sanitario cattolico considerato un’eccellenza. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Considerato un’eccellenza? Può darsi. Il papa e le altissime gerarchie ecclesiastiche tenuti all’oscuro? Anche questo può darsi. Come può darsi, invece, che il papa e le altissime gerarchie ecclesiastiche siano all’oscuro non perché tenuti ma perché dei bambini, una volta nati, non gliene importi un fico secco. Non sembra, per esempio, che le il papa e le altissime gerarchie ecclesiastiche si siano preoccupati un granché, negli anni scorsi, della possibilità che le potenti antenne vaticane siano pericolose per chi si trova nelle loro vicinanze, e in particolare per i bambini... Ma a parte questo, partecipi o meno che siano papi e cardinali della situazione di sofferenza di tantissime famiglie, quel che è accaduto e sta accadendo al Gemelli (come quel che accadde nel novembre 2010 al Bambin Gesù) pone un problema ben più grave. Un problema che mette i brividi, al pensiero di quanta parte della Sanità italiana è nelle mani del clero, e che si riassume in una semplice, drammatica domanda: sono sicuri gli ospedali cattolici? Si può pensare che lo fossero (benché relativamente) qualche decennio fa, quando a medici e infermieri non si chiedeva (forse) se fossero religiosi o meno. Ma oggi? Oggi che da decenni, ormai, nei nosocomi dei preti non si possono neanche pulire i cessi se non ci si è dimostrati più devoti di una suora di clausura? Il prevalere pressoché totale, nei luoghi dove si dovrebbe curare, di una mentalità religiosa legata (più o meno consapevolmente) a concetti di provvidenza divina (alla quale, si sa, si deve lasciar fare, profilassi e misure igieniche sono secondarie) nonché di salute o malattia intese come premio o punizione, sempre divini, come si concilia con la necessità di attenersi con rigore alle prescrizioni della scienza medica, senza la quale si torna ai secoli stregoneschi in cui la prepotenza ecclesiastica in queste materie era incontrastata, non esistevano cure, opporsi alle malattie significava opporsi alla volontà di Dio, e i malati erano solo assistiti fino alla morte o a una guarigione che venivano dal Cielo? A nostro parere, i fatti del Bambin Gesù e del Gemelli sono il segnale grave e preciso, che sarebbe criminale sottovalutare, di un pericolo tremendo: oggi che si dimostra fatale (come la crisi economica ci sta insegnando) l’errore di aver creduto che l’arbitrio privato sia più efficiente e più efficace del controllo pubblico nel provvedere a tutti i bisogni e perfino alle esigenze delle Società umane, quanto più rovinoso potrà dimostrarsi l’errore di aver creduto alla validità di un privato, quello religioso, che rispetto al capitalismo nato con l’avvento della borghesia è ancora sepolto in ben più remote tenebre di superstizione e di fanatismo? L’onnipotenza delle tirannie private sta di nuovo precipitando il mondo in una crisi che sarà forse altrettanto devastante delle precedenti: ma cosa potrebbero fare a tutti noi e ai nostri figli le tirannie religiose nell’evenienza di una crisi sanitaria globale? (Sull’argomento, vedi anche qui e qui).

 

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Per la serie "Non tutti gli occidentali sono così belli": Giulio Tremonti.

Per la serie Non tutti gli occidentali sono così belli: Giulio Tremonti.

 

Giulio Tremonti: La crisi è la fine dell’illusione che noi occidentali, essendo alti, biondi con gli occhi azzurri e una storia civile gloriosa, possiamo vivere meglio degli altri. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Ci vorrebbero decine di pagine per descrivere con qualche compiutezza l’odio per l’Umanità, la furbizia malevola e la feroce volontà di mistificazione della Storia (e del più elementare buon senso) che queste parole lasciano intuire nell’amico del Milanese fatto ministro dell’Economia dall’amico del Mora, del Tarantini e del Lavitola. Non avendo così tanto tempo da dedicare al veleno che simili individui continuano a spargere, ci limitiamo a serbarne memoria e a scusarci con tutti i Non occidentali del mondo: solo pochi Italiani, credeteci, son capaci come costui di giocherellare così fatuamente con le vostre sofferenze e speranze mentre tentano di precipitare anche Noi nell’abisso da cui Voi cercate di venir fuori.

 

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Per la serie "Con quella bocca può dire ciò che vuole": Angelino Alfano.

Per la serie Con quella bocca può dire ciò che vuole: Angelino Alfano.

 

Angelino Alfano: Nel 2013 Berlusconi sarà di nuovo candidato premier, la coalizione vive della sua leadership... Le primarie non serviranno, sarebbero un inutile sacrificio organizzativo per sapere che Berlusconi è il leader...Il Quirinale non è nei suoi desideri, lui vorrà essere scelto ancora dagli italiani... E la Lega Nord si apparenterà con lui e lo voterà... E Bersani mi sta proprio qui. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Non sappiamo se l’Alfano abbia anche pestato i piedi per terra, mentre la sua boccuccia s’imbronciava ancor più del solito per insultare Pier Luigi Bersani. Non lo sappiamo e non ce ne importa. Ci fa piacere, invece, che finalmente il Pd abbia un segretario a cui i berluscisti e i portatori di moccichino verde lesinano i complimenti. Che invece elargivano a piene mani ai Fassino, ai Rutelli e ai Veltroni. Per non parlare dei Chiamparino.

 

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Per la serie "Quelli che vedono ragazzi dappertutto": Giancarlo Galan e il suo "ragazzo" di piazza Navona.Per la serie "Quelli che vedono ragazzi dappertutto": Giancarlo Galan e il suo "ragazzo" di piazza Navona.

Per la serie Quelli che vedono ragazzi dappertutto: Giancarlo Galan e il suo ragazzo di piazza Navona.

 

Giancarlo Galan (pidiellìno ministro della Cultura, sull’atto di vandalismo contro la fontana del Moro in piazza Navona): Non basta certo inasprire le pene. Sarebbe necessario che i mezzi d’informazione proponessero programmi culturali, come avviene in altri paesi. E poi c’è il problema dell’educazione dei ragazzi. Credo che sarebbe utile insegnare la storia dell’arte in tutte le scuole fin dalle elementari. Se i ragazzi non imparano ad apprezzare questi tesori che ci sono stati consegnati da tremila anni di storia, non possiamo poi indignarci quando il vandalismo dilaga. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Prendersi il disturbo di dare un’occhiata al video e scoprire, così, che il vandalo è un adulto spelacchiato? Inutile: l ministro ha già deciso che è un ragazzo. E che la colpa è della Scuola, naturalmente, che grazie ai tagli berluscisti non ha più ore neanche per insegnare a leggere e scrivere, figurarsi per la storia dell’arte. Ma il Galan non è tenuto a sapere queste cose: mica è il ministro della Pubblica Istruzione, è il ministro della Cultura perché i portatori di moccichino verde gli hanno scippato l’Agricoltura e perché il Bondi è entrato in depressione.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Inquietanti scambi di sguardi tra berluscisti e finti 'sinistri'": la Carfagna, la Serafini e il Fassino.Per la serie "Inquietanti scambi di sguardi tra berluscisti e finti 'sinistri'": la Carfagna, la Serafini e il Fassino.

Per la serie Inquietanti scambi di sguardi tra berluscisti e finti sinistri: la Carfagna, la Serafini e il Fassino.

 

(su) Piero Fassino e Anna Serafini: Sarcasmo e curiosità per Mara Carfagna alla sua prima volta a una festa del Pd. La ministra delle Pari opportunità è stata invitata da Anna Serafini, la moglie di Piero Fassino, a parlare di Garante dell’Infanzia nella rossissima Modena: è stata accolta al suo arrivo da due piccole ali di folla, in un silenzio surreale, assenti gli esponenti di spicco del Pidièlle modenese. Contestata e applaudita. Una donna le ha detto: “Le devo fare i complimenti: lei è proprio la persona adatta per occuparsi delle donne, visto che è una donna giovane passata così in fretta dalle stalle alle stelle”. Carfagna non si è scomposta: “Mi confronto sempre, a patto che non ci sia dileggio”. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Non si preoccupi: il nostro dileggio, parafrasando Petrolini, non è per lei, ma per chi non ha ancora (metaforicamente) buttato di sotto i finti “sinistri” come Fassino e Serafini.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Crimini a favore dell'Umanità": Antonio Battaglia.

Per la serie Crimini a favore dell’Umanità: Antonio Battaglia.

 

(su) Antonio Battaglia (pidiellìno ex aennìno senatore): La manovra salva il numero chiuso per le farmacie, limitando di fatto la liberalizzazione del settore. La commissione Bilancio del Senato ha infatti approvato un emendamento a firma Battaglia che chiarisce che “la limitazione del numero di persone che sono titolate ad esercitare una professione, sia consentita per le professioni connesse alla salute umana”. La necessità di questa misura, si legge nella relazione tecnica all’emendamento, deriva dal fatto che, “se il settore dei servizi sanitari venisse abbandonato al libero mercato”, passerebbe solo la logica “della convenienza economica”. (La Repubblica, domenica 4 settembre 2011). Dopo aver offerto un così nobile esempio di dedizione all’Umanità al di sopra di qualsiasi considerazione utilitaristica, economica o di potere, il Battaglia deve fare solo una cosa per meritarsi il Nobel per la Pace: diversificare il più possibile il proprio aspetto da quello di un uomo che ha dedicato la vita esattamente all’opposto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Marinella Brambilla (a sinistra) e, a destra, Donald Sutherland nel "remake" de "L'invasione degli ultracorpi" girato da Philip Kaufman nel 1978.Marinella Brambilla (a sinistra) e, a destra, Donald Sutherland nel "remake" de "L'invasione degli ultracorpi" girato da Philip Kaufman nel 1978.

Marinella Brambilla (a sinistra) e, a destra, Donald Sutherland nel remake de L’invasione degli ultracorpi girato da Philip Kaufman nel 1978.

 

(su) Marinella che-non-è-indagata Brambilla: Alla fine lo ha dovuto ammettere anche lei, Marinella Brambilla, la storica collaboratrice di Berlusconi: altro che “foto da stampare”. Era denaro contante quello di cui la Brambilla, responsabile della segreteria personale del premier, discuteva al telefono con Valter Lavitola, editore dellAvanti!, oggi latitante perché all’estero. Ne erano sicuri i magistrati che indagano sul ricatto al presidente del Consiglio a opera del Lavitola, dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e della moglie Angela Devenuto, questi ultimi ora in carcere. E lo ha confermato la Brambilla ieri sera, che nell’audizione in Procura durata quasi due ore e mezza si è dovuta arrendere all’evidenza, pur provando a ridimensionare l’ammontare delle cifre: 20.000 euro mensili più mezzo milione una tantum, nella ricostruzione investigativa. Molto meno, nella versione della Brambilla. (La Repubblica, sabato 3 settembre 2011). Non è consolante che la Brambilla non sia indagata? Per chi?, si dirà, per lei e basta! Invece no: è consolante per milioni di persone. Per i milioni di berluscìsti che han tenuto in piedi il regimetto per quasi un ventennio, per i milioni di meno-male-che-Silvio-c’è e di Silvio-grazie-di-esistere è consolantissimo sapere che non sono e non saranno indagati. Per noi, invece, meno. Noi non potremo mai perdonarli. In primo luogo perché il termine perdono ci dà la nausea. E poi perché, parliamoci chiaro, caso mai perdoneremmo più facilmente il bandito che ci ha svaligiato casa che il sorridente vicino di pianerottolo che lo ha indirizzato da noi e ha spartito il bottino con lui.  Ci piacerebbe, quanto meno, che qualcuno indagasse nelle capocce di questa gente, e appurasse e ci facesse sapere cosa c’è dentro. Non che noi si pensi che davvero siano ultracorpi, come il simpatico accostamento fotografico di cui sopra potrebbe far supporre: saremo anche deliranti, ma non fino al punto di credere che gli extraterrestri si siano impadroniti del Pianeta. Magari lo facessero, forse le cose andrebbero meglio! No, non pensiamo che siano ultracorpi, la Brambilla e i milioni di altri cui dobbiamo le condizioni in cui l’Italia è ridotta. Tutt’al più, e con tutta l’ironia possibile e immaginabile, ultramenti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il fondamentalismo cristiano logora chi ce l'ha": Maurizio Sacconi.Per la serie "Il fondamentalismo cristiano logora chi ce l'ha": Maurizio Sacconi.Per la serie "Il fondamentalismo cristiano logora chi ce l'ha": Maurizio Sacconi.

Per la serie Il fondamentalismo cristiano logora chi ce l’ha: Maurizio Sacconi.

 

(su e di) Maurizio Sacconi: La contestazione nei confronti del ministro è partita quando Sacconi si è riferito ai “bastardi anni ’70, in cui le peggiori culture secolariste si sono espresse”. E ha parlato anche di “cattivi maestri” e “cattivi genitori”. A questo punto, dalla platea dell’incontro nazionale di studi organizzato dalle Acli, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, un uomo lo ha contestato urlandogli: “Fascista!”. “Sono un anticomunista, sì, mi dispiace,” ha replicato il responsabile del Lavoro, che ha aggiunto testualmente: “A me e alla mia storia familiare e personale mi si può dire tutto, ma non che sono fascista. Non so chi è quel cretino che dà del fascista a chi fa questo ragionamento, abbia almeno la bontà di alzarsi in piedi”. Sacconi nel corso del suo intervento ha poi difeso la tenuta sociale dimostrata durante la crisi: “Nel nostro Paese,” ha detto, “non si trova un cassintegrato che torna a casa ubriaco e picchia la moglie”. Altri brusii dalla platea. “Ci freghiamo se ci nascondiamo. Se non avete il prosciutto sugli occhi,” ha continuato, “io vi sto chiedendo di uscire tutti dai processi di secolarizzazione che hanno viziato anche i processi sociali”. (La Repubblica, sabato 3 settembre 2011). E questo non sarebbe fondamentalismo cristiano? Dal Sacconi a Breivik il passo ormai è breve. Altro che cassintegrato che si ubriaca e picchia la moglie, l’obiettivo degli individui come il Sacconi sono i roghi degli eretici e delle streghe nelle pubbliche piazze. E non ci consola affatto sapere che proprio loro, con tutto quello che hanno da perdere, saranno i primi a bruciare.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Salvatori del Paese di merda": Roberto Calderoli e come vede il Paese.Per la serie "Salvatori del Paese di merda": Roberto Calderoli e come vede il Paese.

Per la serie Salvatori del Paese di merda: Roberto Calderoli e come vede il Paese.

 

Roberto Calderoli: Sono d’accordo con Berlusconi, la stampa è criminale. E concordo anche su come ha definito il nostro Paese: noi siamo qui per migliorarlo. (La Repubblica, sabato 3 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Salvatori del Paese di merda": Giulio Tremonti, Silvio Berlusconi e l’Italia.

Per la serie Salvatori del Paese di merda: Giulio Tremonti, Silvio Berlusconi e l’Italia.

 

Silvio Berlusconi: L’Italia è il Paese che amo (1994). Ma anche di questo... non me ne può importare di meno... perché io sono così trasparente, così pulito nelle mie cose... che non c’è nulla che mi possa dare fastidio, capito? Sono uno che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato... quindi sono assolutamente tranquillo... a me, l’unica cosa che possono dire di me è che scopo. È chiaro? E quindi mi mettono le spie dove vogliono... mi controllano le telefonate... non me ne fotte niente... io... tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei... da un’altra parte e quindi... vado via da questo Paese di merda... di cui sono nauseato. Punto e basta (2011, luglio). Purtroppo in Italia abbiamo un’opposizione e una stampa di sinistra anti-italiana, che hanno un atteggiamento criminale capace di influenzare negativamente i mercati e aizzare la speculazione... Accusano il governo di caos quando invece sta lavorando per una manovra che sia la meno pesante e la migliore possibile... Resto per cambiare questo Paese. Che ho definito in un certo modo. Ma sono cose dette a tarda sera, magari con un sorriso o in modo paradossale, è una cosa che non esiste (2011, 1° settembre).

(La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su e di) Silvio Berlusconi: Un uomo sotto ricatto. Stretto da persone senza scrupoli o disperate che sono pronte ad “andargli addosso”, vogliono “tenerlo sulla corda”, metterlo “con le spalle al muro” o peggio “in ginocchio”. E gli spillano quattrini nella consapevolezza che “più merda esce, meglio è”. È il ritratto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, così come tratteggiato dal gip di Napoli Amelia Primavera che ha disposto l’arresto di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore barese che portò Patriza D’Addario a palazzo Grazioli, della moglie Angela Devenuto e di Valter Lavitola, direttore ed editore de L’Avanti, protagonista un anno fa della campagna di stampa sulla casa di Montecarlo in uso al cognato di Gianfranco Fini. Sono accusati di estorsione ai danni del premier. Tarantini è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, la moglie a Pozzuoli. Lavitola invece è irreperibile. “Non sono latitante, sono all’estero per lavoro” fa sapere (Dario Del Porto e Conchita Sannino su La Repubblica di venerdì 2 settembre 2011). Le ipotesi dei pm sono pura fantasia, io ho solo dato una mano a una famiglia con figli, che era abituata a vivere nell’agio e si è ritrovata nella povertà più nera. L’ho già fatto con una miriade di persone. Quando vedo che ci sono motivi veri per dare una mano a qualcuno lo faccio, visto che me lo posso permettere

(Silvio Berlusconi, La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011).

 

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Per la serie "Le 'pompe' si fanno anche a voce": Valter Lavitola.

Per la serie Le pompe” si fanno anche a voce: Valter Lavitola.

 

(su) Silvio Berlusconi: Io sinceramente non credo che ci sia una donna al mondo che se lei telefona, dice vieni qua a farmi una pompa, quella non viene correndo. Dottore, lei mi perdoni se mi permetto. (Valter Lavitola, direttore de L’Avanti, citato da La Repubblica di venerdì 2 settembre 2011). Perché scusarsi? In fondo gli ha fatto una pompa verbale, no?

 

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Per la serie "Tra i due incu.anti il terzo gode": il Letta, il Berlusconi e il Tremonti.Per la serie "Tra i due incu.anti il terzo gode": il Letta, il Berlusconi e il Tremonti.Per la serie "Tra i due incu.anti il terzo gode": il Letta, il Berlusconi e il Tremonti.

Per la serie Tra i due incu.anti il terzo gode: il Letta, il Berlusconi e il Tremonti.

 

(su) Gianni Letta e Giulio Tremonti: Noi abbiamo Letta e Tremonti che non è vero che sono in lite, Letta e Tremonti sono in accordo. L’unica lite che c’è è su chi deve fare il presidente... Poi Letta al Quirinale e Tremonti a Chigi, inculandosi a Berlusconi. (Valter Lavitola al telefono con alcuni individui legati alla Finmeccanica, citato da La Repubblica di venerdì 2 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

(su) Esteban Caselli: Ah, quello lì... è pericoloso, pericolosissimo. Esteban Caselli. (Silvio Berlusconi, al telefono con Valter Lavitola, citato da La Repubblica di venerdì 2 settembre 2011).

 

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Per la serie "Gli amici puoi sceglierli e i complici anche": il Bonanni, il Berlusconi e l’Angeletti.

Per la serie Gli amici puoi sceglierli e i complici anche: il Bonanni, il Berlusconi e l’Angeletti.

 

(su e di) Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti: E a fine giornata c’è tempo per annotare l’ennesima battaglia di posizione tra sindacati: le voci di un incontro segreto tra Sacconi, Cisl, Uil e Confindustria al ministero del Welfare mandano su tutte le furie la Cgil, che definisce “grave” la notizia di un vertice sulle norme sulla contrattazione aziendale in deroga a leggi e contratti nazionali. Sulla stessa linea la Confcommercio, altra grande esclusa dalla riunione, che parla di “fatto gravissimo”. Ma il leader della Uil, Luigi Angeletti, liquida le critiche con una battuta che innescherà nuove polemiche: “Purtroppo gli amici puoi sceglierli. I compagni sono quelli che capitano, e noi siamo stati un po’ sfigati...”. (La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Denis Verdini e Marcello Dell’Utri: La ragnatela della P3 parte da società editoriali, investe nell’eolico, si allunga a sorpresa fino a un casinò di Las Vegas. I conti bancari dei venti indagati, in particolare quelli di Denis Verdini e Marcello Dell’Utri, considerati punti di riferimento dell’associazione, sono stati scoperchiati cifra dopo cifra. Emerge una “centrale d’affari” che gestiva passaggi oscuri di denaro. Bonifici milionari non giustificati. Operazioni immobiliari sospette. Tutto questo è nelle 66.000 pagine depositate l’8 agosto per la chiusura delle indagini. (La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

A sinistra, la vignetta di Staino su "L'Unità" del 31 agosto 2011 (tratta dal sito "Segnalazioni"). A destra (e dove se no?), per la serie "La peggior borghesia d'Europa", Carlo De Benedetti, editore de "La Repubblica".A sinistra, la vignetta di Staino su "L'Unità" del 31 agosto 2011 (tratta dal sito "Segnalazioni"). A destra (e dove se no?), per la serie "La peggior borghesia d'Europa", Carlo De Benedetti, editore de "La Repubblica".

A sinistra, la vignetta di Staino su L’Unità del 31 agosto 2011 (tratta da Segnalazioni).

A destra (e dove se no?), per la serie La peggior borghesia d’Europa, Carlo De Benedetti, editore de La Repubblica.

 

Carlo De Benedetti: Serve qualcuno che abbia capacità di fare. Questi hanno la capacità di disfare tutti i giorni quello che hanno fatto la mattina... Ho paura che i mercati possano riaccanirsi... Dobbiamo valutare quello che è necessario al nostro Paese da un lato per crescere e, dall’altro, per mettere i conti a posto... Il governo dovrebbe innanzitutto fare riforme fondamentali come quelle delle pensioni, ridurre le imposte sul lavoro e, a fronte di questo, accettiamo la patrimoniale. (La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011). I ricchi americani, francesi, inglesi e tedeschi supplicano i rispettivi governi di tassarli. Il De Benedetti, bontà sua, si dice graziosamente disposo ad accettare di essere tassato. Alle sue condizioni, naturalmente. Cioè che si tartassino prima i pensionati.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Economisti-Shylock": Dustin Hoffman, nella parte di Roub... cioè: di Shylock, si accinge a tagliare una libbra di carne dal petto di Antonio in un "Mercante di Venezia" del 1989.

Per la serie Economisti-Shylock: Dustin Hoffman, nella parte di Roub... cioè: di Shylock,

si accinge a tagliare una libbra di carne dal petto di Antonio in un Mercante di Venezia del 1989.

 

Nouriel Roubini (economista della New York University): I mercati chiedono all’Italia uno, due, dieci chili di carne: dovete accettarlo. (La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Certi mestieri non fanno bene": Mariastella Gelmini.

Per la serie Certi mestieri non fanno bene: Mariastella Gelmini.

 

(su) Mariastella Gelmini: Nel suo vestito leggero color acquamarina, Mariastella Gelmini ieri da palazzo Chigi ha assicurato che i tagli sono finiti e la Scuola il 12 settembre partirà rinnovata e migliorata. Illustrando i dati ministeriali, la Gelmini ha sostenuto: si diffonde il tempo pieno, più 6% gli alunni rispetto al 2004. I docenti destinati al sostegno, quindi ai ragazzi in difficoltà, sono diventati 94.430, primato nella storia della Scuola. Tornano le borse di studio falcidiate da Tremonti: 100 milioni andranno per quella voce, “daremo un contributo a tutti i laureati con 110 e lode”. Ma negli androni dei provveditorati e nelle segreterie delle scuole si raccontano altre storie. A Torino un gruppo di docenti ha spiegato che i numeri record del sostegno si son fatti dirottando i “prof” di ruolo (che per vent’anni hanno insegnato matematica o storia) sui bambini in difficoltà. Per quanto riguarda l’Università, segnalano sindacati e studenti, i tagli decisi nel 2008 proseguono fino al 2013. E nei cicli inferiori ci saranno 19.700 insegnanti in meno. In generale, la spesa per l’Istruzione sarà calante fino al 2025. In tutto il Centro-Nord si segnalano classi-pollaio (il ministero certifica che sono cresciute). In Toscana, 2000 studenti in più (747 nelle superiori) e 898 insegnanti in meno. Si stanno allestendo Consigli comunali preoccupati nei comuni della Valdarno, nel Grossetano. In provincia di Pavia la soglia dei 30 studenti sarà superata in molte classi. Caro libri generalizzato: 40.000 Italiani hanno dovuto chiedere un prestito per comprare i manuali ai figli. Il sindacato Gilda parla di inizio dell’anno scolastico a rischio. Il Pd ha presentato un’interrogazione: “Abbassamento della qualità didattica, aumento della dispeersione scolastica”. In un lavoro di approfondimento, il periodico Tuttoscuola ha spiegato che grazie a tre commi della manovra bis di luglio la riorganizzazione gelminiana sarà profonda e dolorosa. Per cinque milioni di famiglie cambierà il preside: 3.180 a casa. Rivoluzionata la rete delle scuole: 5.600 (oltre la metà) saranno accorpate in 4.500, 1.100 saranno soppresse (quasi tutte elementari e medie). 2.000 scuole, le più piccole, saranno date in reggenza a presidi già impegnati. In Sardegna e in Sicilia un istituto su cinque sarà cancellato.

(Corrado Zunino, La Repubblica, giovedì 1° settembre 2011).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Mattarellum e matterelli": il D'Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.Per la serie "Mattarellum e matterelli": il D'Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.Per la serie "Mattarellum e matterelli": il D'Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.Per la serie "Mattarellum e matterelli": il D'Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.Per la serie "Mattarellum e matterelli": il D'Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.

Per la serie Mattarellum e matterelli: il D’Alema, il Violante, il Fioroni, il Casini e il Veltroni.

 

(su) Massimo D’Alema, Luciano Violante, Giuseppe “Beppe” Fioroni, Pierferdinando Casini e Walter Veltroni: L’atteggiamento da assumere sul referendum contro la legge elettorale Porcellum suscita nel Pd un vivace dibattito. Per Massimo D’Alema il referendum può essere uno stimolo,” ha detto al Messaggero, “ma non voglio tornare al Mattarellum: la legge si deve fare in Parlameto e la base deve essere la proposta approvata recentemente dal partito”. La posizione del presidente del Copasir è condivisa da Luciano Violante. Il responsabile del Pd per le riforme pensa che “il ritorno al Mattarellum non è l’obiettivo del Pd anche perché con altissima probabilità il quesito verrebbe rigettato dalla Corte costituzionale”. Dunque, conclude Violante, “chiedere di raccogliere le firme sapendo del probabile rigetto della Corte sa un po’ di presa in giro nei confronti dei cittadini”. Che la vicenda del referendum si arenerà di fronte alla Consulta è convinto anche Casini, sostenitore del modello tedesco, che ieri, dinanzi alla marea montante del sì al referendum nel Pd, ha offerto una sponda ai contrari dicendosi disponibile a discutere rapidamente del progetto presentato dal Pd. E la convergenza sul no al referendum dei dalemiani e di Casini è rafforzata da un altro niet ai quesiti, quello che arriva anche dall’area popolare guidata da “Beppe” Fioroni. (La Repubblica, giovedì 1° settembre 2011). Avevamo forti dubbi su questo referendum. Ricordiamo perché: è un referendum reattivo, nato per stoppare quello organizzato da alcuni comitati extraparlamentari, da esponenti della società civile e, nel Pd, dall’ex senatore diessìno Stefano Passigli, che noi preferivamo perché ci avrebbe riportato al sistema proporzionale (che consideriamo il più democratico: tanti voti, tanti rappresentanti) e perché stimiamo Passigli. Perché lo stimiamo? Intanto perché è un ex, cioè perché qualcuno (Veltroni) nel 2008 decise che in un Parlamento di nominati, al posto di un Passigli ci stava meglio, per esempio, un Calearo. Poi, e soprattutto, perché Passigli nel 1994 presentò una proposta di legge sul conflitto d’interessi. Legge che fu approvata dal Senato nel ’95, ma in seguito, fermata nel ’96 alla Camera, finì col decadere al termine della legislatura (fonte: left n° 33 del 2009, venerdì 21 agosto). Grazie a Stefano Passigli, insomma, ci saremmo potuti risparmiare gli ultimi quindici anni di berluscismo. Tra il suo referendum e il controreferendum dei suoi avversari, dunque (tra i quali il solito Veltroni) non avevamo dubbi: meglio il primo. A quel punto Pier Luigi Bersani chiese a entrambe le cordate di fare un passo indietro per sostenere insieme la proposta del partito, e cosa accadde? Passigli lo fece, i controreferendari no. Detto ciò, e aggiunto che ci piacerebbe sapere cosa pensi Stefano Passigli di quanto sopra (ma nessuno lo intervista più), confessiamo che l’avversione del D’Alema, del Violante e del Fioroni al controreferendum superstite è per noi un duro colpo: se una cosa non piace a tre finti “sinistri” come quelli, ci sembra infatti quasi doveroso che piaccia a chi di Sinistra è davvero. Che fare? Lo “stato delle cose”, per quel che ci riguarda, è al momento il seguente: dal convertirci al controreferendum (per diffidenza nei confronti del trio che lo avversa) ci trattiene ormai soltanto l’antipatia per il Veltroni che lo approva: lui da solo è più che sufficiente a bilanciare D’Alema, Violante e Fioroni messi assieme. P.s.: Secondo Giuseppe “Beppe” Fioroni, il referendum pro Mattarellum è come rimettere in piedi l’Unione 3, la vendetta: i vari Pecoraro Scanio, Diliberto, ecc., sono resuscitati. Mentre Veltroni: ho firmato il referendum per scuotere: non è vero che il Mattarellum porta all’Unione. (La Repubblica, venerdì 2 settembre 2011). I due -oni hanno dunque litigato? O si son messi ancora più d’accordo affinché il Fioroni si accosti a D’Alema e il Veltroni a Bersani per mandarli in rovina entrambi coi loro potenti effluvi?

 

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