Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Meglio Ridere!
la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di novembre del 2008!
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In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere. E cerchiamo, invece, di riderne. Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche “perla” che ci è sfuggita... |
Le belle facce del razzismo italiano: Isabella Bertolini, del Pidièlle
Isabella Bertolini (Pidièlle, a proposito della sentenza con cui la Cassazione ha stabilito che non va condannato quel padre, immigrato regolare e con lavoro stabile, che per non abbandonare la figlia la introduce illegalmente in Italia): Ci mancava solo l’ok all’ingresso clandestino dei figli di immigrati. Un’altra mazzata alla legalità e alle leggi rigorose volute dal Parlamento. (La Repubblica, domenica 30 novembre 2008). Tutta invidia. Lei, poverina, un padre così ha dovuto fantasticare di trovarlo nel Berlusconi.
(su) la Destra più bigotta e sessuofoba dell’Occidente: Un’addizionale del 25 per cento colpirà, dice il decreto, “ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva e multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico, in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti.” (La Repubblica, domenica 30 novembre 2008). Per il Decameron, per Madame Bovary o per L’amante di lady Chatterley è tornata la censura. Per Il vangelo invece no: lì, si sa, la concezione è immacolata.
(su) Silvio Berlusconi (proprietario di televisioni e, attualmente, presidente del Consiglio che decreta sulle televisioni): Un colpo a Sky, con l’Iva sugli abbonamenti che passa al 20%. E un colpo alla Rai, che non beneficerà di alcun aumento del canone per il 2009. (La Repubblica, domenica 30 novembre 2008). Inutile malignare: il Berlusconi, che è un giusto, voleva imporre qualche sovrattassa anche a Mediaset. Ma il D’Alema, che è ancora più giusto, l’ha dissuaso: Mediaset, ha detto (come aveva fatto il 4 aprile 1996, quando da leader dei Dièsse visitò gli studi Fininvest di Cologno Monzese) è un’azienda che è patrimonio del Paese.
(su) Claudio Scajola (ministro per lo Sviluppo economico), Maurizio Sacconi (ministro del Welfare) e Giulio Tremonti (ministro delle Finanze): Esiste un fondo soprannominato Scajola, per dire infrastrutture emergenziali. Esiste un altro fondo soprannominato Sacconi, per dire provvedimenti aggiuntivi sul lavoro... C’era, e sarà in parte riposizionato, un fondo per le aree sottosviluppate, di oltre 50 miliardi, dei quali 25 sono stati ricollocati da Tremonti per infrastrutture a tempo futuro... (Eugenio Scalfari su La Repubblica di domenica 30 novembre 2008). Tanti bei soldarelli da gestire in libertà, senza dover sottostare a lunghi e noiosi controlli da parte del Parlamento. E i 13 miliardi per la messa in sicurezza delle Scuole? Be’, cerchiamo di capirli, non è che non volessero darli, ma... si sarebbe dovuto affidarli a Mariastella, ed era troppo rischioso: non è mica stata fatta ministro della Pubblica Istruzione perché sia una brava portavalori, no?
(su) la famiglia Bossi: Renzo Bossi bocciato per la terza volta. La prova di maturità era stata ripetuta dopo il ricorso, accolto dal ministero. E il padre attacca i prof: “Erano gli stessi dell’altra volta.” (La Repubblica, domenica 30 novembre 2008). Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: tutta la nostra solidarietà al ragazzo, vittima di circostanze familiari sfortunate. E con la solidarietà una proposta desunta da Anna dei miracoli, stupendo film basato su vicende reali: ci offriamo (gratis) a Bossi jr come insegnanti privati, e ci impegniamo a risolvere i suoi problemi scolastici. A una condizione: che egli ci sia consegnato, e per tre mesi non possa comunicare che con noi. Con la piccola Helen Keller funzionò, anche se era cieca, sorda, muta e trattata come una bestiolina dai suoi. E noi ― benché Romani, Meridionali, di Sinistra (vera) e Rom honoris causa ― siamo certi di farcela. Già il semplice cambiamento d’aria gli gioverà, povero Renzo: dalle stalle alle stelle.
(su) Pietro Ichino e Michele Tiraboschi (“giuslavoristi”: il primo, inventore del termine fannulloni per indicare i dipendenti dello Stato e senatore del Pidì per volontà di Walter Veltroni; il secondo, presidente della fondazione Marco Biagi e consigliere del ministro del Welfare Maurizio Sacconi): Ichino ha chiesto ai sindacati di rinunciare all’articolo 18, quello che difende dai licenziamenti senza giusta causa. In cambio ha offerto un’estensione degli ammortizzatori sociali pagata dalle imprese, con una sovracontribuzione dello 0,5 per cento, e gestita da enti bilaterali sindacato-imprese... Tiraboschi, invece, in cambio della rinuncia all’articolo 18, offre ai sindacati di farsi in prima persona garanti degli ammortizzatori, aggiungendo alle risorse pubbliche fondi privati, tramite meccanismi di “sussidiarietà e collaborazione” gestiti da enti bilaterali. (Left, venerdì 28 novembre 2008). Traduzione: Cari sindacati, se ci lasciate licenziare anche senza giusta causa, vi offriamo un altro bel mucchio di soldi da gestire senza troppi controlli. Firmato: Ichino, della finta “sinistra”, e Tiraboschi, della Destra. Conosciamo almeno un paio di “sindacalisti” (gente, per intenderci, del tipo del Bonanni e dell’Angeletti) che avranno già l’acquolina tra le ganasce. La Cgil, invece, speriamo di no...
Gianni De Gennaro (poliziotto, attualmente direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza): Dopo gli attentati terroristici di Mumbai è necessario alzare la guardia anche in Occidente. (La Repubblica, venerdì 28 novembre 2008). Una guardia che invita ad alzare la guardia potrebbe farci ridere anche senza ulteriori commenti. Ma quando la guardia è una guardia che si chiama De Gennaro, il pensiero ― chissà perché ― vola a Genova e al 2001, quando le guardie si alzarono anche troppo e alzarono le mani e i piedi sopra le non guardie, e così ti mette in guardia, il pensiero, dall’abbassare la (nostra) guardia fino a ridere di guardie di questa fatta.
“Beppe” Fioroni (pippiì nel Pidì, ex ministro della Pubblica Istruzione, attualmente “responsabile organizzativo” del Pidì, riferendosi alla dichiarazione di Anna Finocchiaro, capo dei senatori del Pidì, “di non escludere di poter candidarsi a prendere il posto di Veltroni”): Io vorrei sostituirmi a Putin, ma non so se lui si preoccuperebbe di una mia candidatura... (La Repubblica, venerdì 28 novembre 2008). Si preoccuperebbe, “Beppe”, e come se si preoccuperebbe. Chiunque si preoccuperebbe, “a prescindere”, vedendo avvicinarsi gente come lei o il Rutelli.
Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica e l’innovazione): Napoli è una principessa che aspetta solo il bacio di un principe per tornare com’era. (Il Venerdì di Repubblica, venerdì 28 novembre 2008). Il Brunetta è davvero uno spericolato: e se adesso tutta Napoli si mette in testa di baciare lui per farlo smettere di gracidare?
Giuseppe D’Avanzo (giornalista de La Repubblica con pose da curatore d’anime e, di quando in quando, da beghina tout court): Non è dal fondo della bestialità che erutta l’orrore di Erba. È dal cuore umano. Perché è malvagio il disegno dell’uomo, e non possiamo farci niente. (La Repubblica, giovedì 27 novembre 2008). Eh, signora mia, siamo nati per soffrire... Certo non ha figli, il D’Avanzo. Poiché, se li avesse, come gemerebbe, poverino, ogni volta che guardandoli delirasse di intravedere anche in essi un “malvagio disegno”. E come gemerebbero loro, sentendosi sempre addosso i suoi sguardi pieni di commiserazione. Roba da diventar come minimo dei bulli, dai e dai.
Giulio Tremonti e la Destra più razzista dell’Occidente: Debutta a gennaio la social card. Azzurra, anonima, destinata alle famiglie e agli anziani più poveri iscritti all’anagrafe come cittadini italiani. (La Repubblica, giovedì 27 novembre 2008). E i poveri che non sono cittadini italiani? Il ministro e la sua elemosina non li conoscono. Fingono che non esistano. Il razzismo più vile e ributtante: quello di chi si volta dall’altra parte.
Il Pidì di Walter Veltroni: Quel che non è riuscito alla destra lo voleva fare la mia maggioranza, cioè continuare a fare nelle zone interne e nell’agro lo scempio che si è fatto sulle coste. (Renato Soru, presidente dimissionario della regione Sardegna. La Repubblica, giovedì 27 novembre 2008). Renato Soru non capisce che gli scempi, quando li fa il Pidì (proprio come le ruberie ai danni della Scuola, quando le fa il Pidì, o le urla isteriche contro i Rumeni, quando a lanciarle è il Veltroni, o la corruzione nelle pubbliche amministrazioni, quando a praticarla è il Pidì) sono scempi e ruberie e urla isteriche e corruzione “di sinistra”. Cioè tutta un’altra cosa.
La Scuola nel paese della Destra e della finta “sinistra” più ignoranti e violente dell’Occidente: Per la messa a norma e in sicurezza delle 57.000 scuole statali e private servirebbero 13 miliardi di euro... Ma non posso tacere che i governi che si sono succeduti negli anni e gli enti locali, di ogni colore politico e all’unanimità, hanno prorogato a colpi di decreti di fine d’anno e anche nelle scuole l’applicazione della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ed è inaccettabile nonché vergognoso che la legge madre di tutte le norme sulla sicurezza non sia applicata là dove mandiamo i nostri figli a crescere. (Guido Bertolaso, capo della Protezione civile. La Repubblica, mercoledì 26 novembre 2008). 13 miliardi? Ma anche 130. Basterebbe smetterla di smantellare lo Stato e stanare una volta per tutte i criminali che gentilmente continuiamo a chiamare “evasori fiscali”. Solo che poi si arrabbierebbero quelli che gentilmente continuiamo a chiamare “il popolo delle partite Iva”. Gente che della sicurezza delle scuole se ne infischia, perché i figli (quando non se ne infischia anche di loro) li affida agli “angeli custodi”.
Il Pidì di Walter Veltroni - 1: Crisi in Sardegna, Renato Soru si dimette da presidente della Regione dopo che mezzo Pidì boccia la sua proposta di vietare ogni nuova costruzione fino a trecento metri dalla costa. (La Repubblica, mercoledì 26 novembre 2008). Il quotidiano non lo dice, ma il “mezzo Pidì” è naturalmente la “sinistra” ultra-finta (ancor più fasulla, cioè, della già finta “sinistra” costituita dagli ex Dièsse) dei margheritini capitanati dal Rutelli e dal “Beppe” Fioroni. Vale a dire i veri artefici (insieme al Veltroni) dell’instabilità e della caduta del governo Prodi.
Il Pidì di Walter Veltroni - 2: Il Pidì non firmerà (perché non lo consentono gli ex popolari) il manifesto per le elezioni europee 2009 che invece avrà il sì di tutto il resto della grande famiglia socialdemocratica. Però, ed ecco la trovata a sorpresa, se non firma Walter firma Piero. Poiché Fassino dirà invece sì al documento come leader dei Dièsse italiani, che formalmente esistono ancora in seno al Partito socialista europeo e all’Internazionale socialista. È questo il compromesso siglato fra diessini e popolari; con “Beppe” Fioroni a spiegare che a loro, agli ex Pippiì, non si può chiedere di aderire a un dossier che parla e abbonda di “indirizzi socialisti e socialdemocratici per uscire dalla crisi del capitalismo neoliberale...” (La Repubblica, mercoledì 26 novembre 2008). Se gli zombi e ogni altra mostruosa creatura più o meno trapassata a volte ritornano (come dimostrano proprio i Pippiì del Pidì, forse i più pestilenziali tra i democristiani in continua fuoruscita dalle tombe) perché non dovrebbero riapparire anche i Dièsse? Tanto più che il Fassino, come leader di un’orda di “non morti”, ha proprio il fisico adatto.
L’Osservatore Romano (quotidiano dello Stato straniero della Città del Vaticano): Considerare un crocifisso offensivo in Occidente è sintomo di amnesia e necrosi culturale. E in Spagna l’impulso autodistruttivo assume espressioni violente... Chi vuol togliere i crocifissi dalle scuole è uno scorpione che si uccide col proprio veleno. (La Repubblica, martedì 25 novembre 2008). Anteporre il rispetto per la libertà degli esseri umani al rispetto per un oggetto è un atto di una violenza mostruosa? E invece è pacifico e gentile chiamare scorpione, cioè bestiaccia non umana, chi non la pensa come noi? Certo, come no. Ma solo nello squallido mondo disumanizzato di certi preti.
Roberto Calderoli (leghista, ministro per la Semplificazione normativa): Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma è il simbolo della nostra civiltà. (La Repubblica, martedì 25 novembre 2008). Meno male che è un po’ difficile che i crocifissi possano udire le parole del Calderoli. Se no, al pensiero di quanto son civili lui e i suoi soci, si rivolterebbero da soli contro i muri. E noi saremmo costretti a credere...
Giulio Tremonti (pidiellino, nonché fiscalista o ministro delle Finanze, a seconda di come gli vanno le cose): Daremo aiuti da 150 a 900 euro, a seconda dei componenti della famiglia, ai nuclei con figli il cui reddito annuo è inferiore a 20.000 euro. (La Repubblica, martedì 25 novembre 2008). Anche alle famiglie degli Immigrati? Anche a quelle non “in regola”? Ce lo auguriamo. Altrimenti le famiglie per bene, pur faticando ad arrivare alla metà del mese, preferiranno rifiutare quei soldi avvelenati dal razzismo.
Le belle facce della Destra italiana: Adriano Paroli, sindaco di Brescia
la Destra più razzista dell’Occidente: Mille euro a ogni bambino nato nel 2008. Purché sia figlio di almeno un genitore italiano. Lo ha deciso il centrodestra di Brescia, guidato dal sindaco pidiellino Adriano Paroli. Perché, dice Paroli, “una madre italiana che lavora non riesce a mandare il figlio al nido, mentre ci vanno i figli di immigrate che non hanno un’occupazione”. (La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). Il razzismo non c’entra. La decisione è stata presa: primo, per vedere quante persone perbene ci sono a Brescia: quanti degli “aventi diritto”, cioè, rifiuteranno quel denaro avvelenato; secondo, per consolare gli evasori fiscali, sdegnati perché per la prima volta, per colpa degli Immigrati, non riuscivano più a “soffiare” i posti negli asili nido ai figli dei lavoratori.
la Scuola in Spagna e in Italia: “Via i crocifissi dalle aule”: sentenza storica in Spagna (titolo de La Repubblica di lunedì 24 novembre 2008). Noi, invece, non solo non togliamo i crocifissi, ma per ribadire il concetto crocifiggiamo anche gli studenti accusandoli di ogni sorta di misfatti. O sepellendoli sotto le macerie.
Silvio Berlusconi (gran raccontatore di barzellette, attualmente anche presidente del Consiglio) su Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione per che cosa? Non perché sappia calunniare gli insegnanti in modo più o meno furbesco, naturalmente. Ma allora perché?): Credo che il crollo di Torino sia stato una drammatica fatalità, il preside è una persona avveduta e corretta. E i professori, mi ha detto la Gelmini, non sarebbero mai entrati in un’aula pericolante. (La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). Traduzione: La colpa può essere solo degli insegnanti e del preside, non dello Stato che da vent’anni svende e abbandona il patrimonio pubblico degli Italiani. Io e la Gelmini, però, siccome siamo buoni, li assolviamo. Così si sentiranno pure in colpa, per aver manifestato contro di noi.
(Ma perché, Mariastella riesce pure a parlare, quand’è con lui? E come fa?)
Renato Schifani (ex forzaitaliota, attualmente pidiellino ma sempre presidente del Senato, riferendosi all’aggressione di una banda di neonazisti a una troupe del Tg1): Esprimo la mia più sincera solidarietà ai giornalisti della troupe del Tg1 oggetto di un’inaccettabile aggressione. Nel nostro Paese il diritto di cronaca è sacrosanto. Diritto che è e resterà uno dei cardini della nostra democrazia. (La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). Ma come se n’esce a dire queste cose lo stesso giorno in cui il Berlusconi denuncia il “complotto dei conduttori di sinistra” contro di lui? Intercediamo per il povero Schifani, signor presidente del Consiglio: lo perdoni, non si era reso conto che quelli che chiama “aggressori” potevano essere stati ispirati dalle sue parole.
Nicola Latorre (noto come dalemiano, checché significhi, parlando del suo pizzino in diretta tv): Era un classico dei partiti staliniani liquidare i critici accusandoli di intelligenza con il nemico. Non ho mai giocato di sponda con gli avversari. Faccio politica in modo trasparente pensando però che dall’altra parte non ci siano dirigenti politici paragonabili a Hitler. (La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). Primo, le accuse staliniane venivano da un dittatore ed erano fasulle, quelle al Latorre vengono dalla base e sono vere, perché tutti l’hanno visto fare quel che ha fatto. Secondo, ci sono parecchi hitlerini perfino nel Pidì (il Veltroni, il D’Alema, il Rutelli, il Fioroni, il Marrazzo, e via tronfiando) figurarsi nella Destra. Ma ai finti “sinistri” gli hitlerini piacciono, questa è la verità. E farebbero qualsiasi cosa, pur di riuscire a esserlo come e più di loro.
(su) la finta “sinistra” italiana: Ero stata contattata per le mie competenze tecniche, in un anno di Pidì non sono stata consultata nemmeno per un parere (Irene Tinagli, 34 anni, ricercatrice presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, dimissionaria dal Pidì - La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). ScuolAnticoli l’aveva previsto (cliccare per credere) ma non è questo che fa ridere. Fa ridere il pensiero di quel che dovranno inventarsi il Veltroni, il D’Alema e il “Beppe” Fioroni per tentare di rendere credibili le liste del Pidì alle prossime elezioni (che fa pure rima). Chi ci metteranno, ’sta volta? L’arcangelo Gabriele? Topolino? Montalbano?
(su) la finta “sinistra” inglese: I poliziotti inglesi avranno a disposizione la Taser, la discussa pistola in grado di colpire con una scarica elettrica paralizzante da 50.000 volt. Negli Stati Uniti, secondo Amnesty International, le Taser hanno provocato tra il 2001 e il 2006 centocinquanta morti. Nel 2007 l’Onu le ha denunciate come “strumenti di tortura”. (La Repubblica, lunedì 24 novembre 2008). E per fortuna che quello inglese passa per un governo “di sinistra”. Se erano di destra che cosa gli davano ai poliziotti? I gas asfissianti? (Ma comunque sempre meglio che in Italia, unico paese occidentale dove la tortura, specie se poliziesca, non è un crimine).
(su) Silvio Berlusconi: Dieci minuti per sciogliere Forza Italia (titolo de La Repubblica di sabato 22 novembre 2008). E che c’è di male? Mica l’ha sciolta nell’acido. (Perché quei metodi hanno fatto il loro tempo? No, perché sarebbe stato molto meno rapido.)
Mara Carfagna (ministro per le Pari opportunità): Meglio Massimo Boldi che Nanni Moretti, almeno fa ridere. (La Repubblica, sabato 22 novembre 2008). Meglio di tutti la Carfagna, che fa ridere ancora di più. Specie se si pensa a com’è diventata ministro.
i Beati Sottoscrittori (di fondi pensione): I fondi pensione finora sono stati una delusione: dal 2003 alla fine di ottobre 2008, il rendimento medio complessivo è pari al 15%. Un bel po’ al di sotto di quanto si è rivalutata nello stesso arco di tempo la tanto bistrattata liquidazione (o Tfr). (La Repubblica, sabato 22 novembre 2008). Sì, ma vuoi mettere l’ebbrezza di giocarsi il futuro alla roulette?
i Beati Telespettatori: La percezione di insicurezza è massima tra chi guarda la tv più di quattro ore al giorno. (La Repubblica, sabato 22 novembre 2008). In effetti, deve mettere un bel po’ di paura seguire in diretta sul video il proprio lento scivolare nella demenza.
(su) Mara Carfagna (ministro per le Pari opportunità) e Maurizio Sacconi (ministro del Welfare): Cancellata la norma introdotta da Romano Prodi per fermare lo scandalo delle dimissioni in bianco, che molti datori di lavoro usano per mandare a casa chi resta incinta. Potranno continuare a farlo, con la benedizione di Sacconi e Carfagna. (L’Espresso, venerdì 21 novembre 2008). Son cose che il Sacconi e la Carfagna non possono capire: loro, al padrone, le dimissioni in bianco gliel’hanno firmate spontaneamente e con piacere. Anche perché è estremamente difficile restare incinta facendo il lavoro che fanno loro.
(su) la Destra più razzista dell’Occidente: Denunciare gli irregolari ammalati? I medici non ci stanno e si scagliano contro l’emendamento al pacchetto sicurezza, all’esame del Senato, presentato dalla Lega e condiviso dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi: “Siamo indignati e preoccupati, non denunceremo i clandestini perché è contro le norme morali della professione medica” è il commento degli specialisti della Società italiana di medicina delle migrazioni. “Per gli immigrati il Servizio sanitario nazionale è a rischio” afferma Roberto Lala, segretario del Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana. Una posizione condivisa dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici. (La Repubblica, giovedì 20 novembre 2008). Già avevano grosse difficoltà a trovare un giudice che gli desse ragione o un insegnante (sia pure di scuola privata) che gli promuovesse i figli somari. Se si fanno odiare anche dai medici, delle due l’una: o d’ora in poi vanno tutti a curarsi all’estero, o per la prima volta nella Storia un’intera classe politica sarà messa fuori combattimento a forza di prescrizioni “sbagliate” e interventi chirurgici “mal riusciti”.
(su) Nicola Latorre (dalemiano) e Massimo D’Alema (latorriano? dalemiano? boh, la differenza è nulla): Il “pizzino” è un angolo di giornale su cui Nicola Latorre ha vergato con grafia chiara un suggerimento a Italo Bocchino, avversario del centrodestra, durante un match in tv con il dipietrista Massimo Donadi: “Io non posso dirlo: e la Corte Costituzionale? E Pecorella?” Come dire: “Ricordagli queste cose, così lo metti in difficoltà sulla Commissione di vigilanza sulla Rai...” (La Repubblica, giovedì 20 novembre 2008). La cinica strumentalità del recente “sinistrismo” del D’Alema e della sua corrente è definitivamente acclarata. Più Red di quel rosa stinto del Veltroni? Forse sì, ma di vergogna. Se di vergogna è capace. E addio anche alla fama (usurpata) di raffinatezza: farsela con la Destra è già brutto; con uno che di nome fa Bocchino, poi...
(su) Gianni Alemanno (ex neofascista, poi aennino, poi pidièlle, attualmente sindaco di Roma grazie a Francesco Cicciobello Rutelli): Parcheggiatori abusivi, la notte, a piazza Navona e a piazza Farnese. Inesistente la presenza dei vigili urbani. Commercio fuori da ogni controllo. E il cuore della città trasformato in un garage all’aria aperta. È la denuncia che arriva dall’associazione “Piazza Navona e dintorni”. “Speravamo in un grande cambiamento con questa nuova amministrazione,” spiega Flaminia Borghese, presidente del comitato, “invece la situazione è drammaticamente peggiorata.” (La Repubblica, giovedì 20 novembre 2008). È il destino delle speranze sceme.
Silvio Berlusconi: Il Tg3 mi insulta, mi oltraggia e mi prende in giro ogni sera, l’unica cosa da fare è non pagare il canone Rai. (La Repubblica, mercoledì 19 novembre 2008). La seconda più alta carica dello Stato istiga a non pagare una tassa allo Stato? È un po’ come farsela in mano e poi darsi uno schiaffo.
Silvio Berlusconi: Si è nascosto dietro un lampione di piazza Unità d’Italia e poi si è manifestato con un “cucù”. Così Berlusconi ha accolto ieri Angela Merkel a Trieste. (La Repubblica, mercoledì 19 novembre 2008). E se nessuno si fosse accorto della sua mancanza? Ci vuol coraggio, dobbiamo riconoscerlo, per correre così serenamente il rischio di scoprire la propria irrilevanza. Soprattutto quando il rischio, come in questo caso, è altissimo.
Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica e l’innovazione): La spesa pubblica improduttiva è un tumore che pesa sul respiro degli italiani (minuscolo nel testo, n.d.r.) svuotando le loro tasche e pompando ricchezza in un settore che restituisce bassissima produttività. (La Repubblica, martedì 18 novembre 2008). Il Brunetta non è nazista: non sterminerebbe, per esempio, le persone produttive. Con lui è a rischio solo chi non produce, come i bimbi appena nati, gli anziani, gli infermi. Sì, perché chi non produce, o produce poco, per lui è un tumore. No, non è un nazista. Ma il suo cuore, per dirla con Fabrizio De André, è forse un po’ troppo vicino al buco dello scarico.
Piero Vizzani (responsabile dell’Ufficio Stampa del Pidì alla Camera): Caro direttore di Repubblica, non è vero, come ha scritto Paolo Rumiz, che il Pidì il 6 agosto ha votato col governo a favore della privatizzazione dell’acqua. Il Pidì ha votato contro. Risposta di Paolo Rumiz: Formalmente il voto del Pidì è stato in effetti contrario. Ma perché giudicava la norma voluta dal governo troppo poco liberalizzatrice. (La Repubblica, martedì 18 novembre 2008). Grande Paese, il nostro: non abbiamo una Sinistra vera, ma in compenso abbiamo ben due Destre, ognuna convinta di saper fare la Destra meglio dell’altra. E noi siamo in mezzo.
Silvio Berlusconi: Non c’è stato alcun malore. Sono in piena forma, pronto ad affrontare tutto con la gagliardia di un ventenne. (La Repubblica, lunedì 17 novembre 2008). Ma chi è che ogni tanto mette in giro la voce che il Berlusconi si sia sentito male o addirittura sia in fin di vita? I fabbricanti di champagne e spumanti? O quelli di fuochi d’artificio?
(su) Roberto Maroni (ministro degli Interni): Il prefetto Morcone, capo del dipartimento emigrazione del ministero degli Interni, ha prontamente ottemperato all’invito del suo superiore e ha cancellato il protocollo in atto da sei anni con “Medici senza frontiere” per il primo soccorso sanitario sul molo di Lampedusa. (La Repubblica, lunedì 17 novembre 2008). E al posto dei medici senza frontiere chi ci metterà? L’opposto di un medico senza frontiere? Qualcuno che la gente la fa ammalare (di razzismo) e la carica di frontiere (mentali)? Un leghista, insomma? O un forzaitaliota? O un aennino? Il Maroni avrà solo l’imbarazzo della scelta.
(su) Antonio Manganelli (capo della Polizia): Ma Antonio Manganelli non era quello che si complimentava al telefono col questore Colucci, poi processato per falsa testimonianza durante il processo Diaz, e gli diceva: “Abbiamo dato una bella botta a ’sto magistrato”? (La Repubblica, lunedì 17 novembre 2008). Assolutamente no, deve trattarsi di un caso di omonimia. Non può essere lo stesso Antonio Manganelli del quale Walter Togliattino Veltroni ha riconosciuto proprio oggi l’indiscutibile fedeltà alla Costituzione.
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione per che cosa? Non perché sia fanaticamente di destra, naturalmente. Ma allora per che cosa?): Questo governo che crede nel cambiamento è un governo per certi versi di sinistra. (La Repubblica, lunedì 17 novembre 2008). Nei cambiamenti credeva anche Hitler. Infatti anche lui diceva di essere di sinistra, e per questo aveva chiamato il suo partito “nazionalsocialista”. Se sono tutti qui i suoi certi versi, signora Gelmini, a noi paiono dunque dei gran brutti versacci. Ci faccia sentire anche gli altri, comunque, e ne riparleremo. Ma da chi l’ha messa dov’è (per meriti per certi versi oscuri), sia gentile, si sforzi di non imparare solo a credere che i cittadini siano tutti deficienti...
(su) Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica e l’innovazione): È un deputato fannullone, che percepisce due stipendi, quello da parlamentare e quello da ministro, ma a Montecitorio non si presenta mai. (Franco Barbato, deputato dell’Italia dei Valori, su La Repubblica di lunedì 17 novembre 2008). Non è affatto vero, povero Brunetta, che lui non vada a Montecitorio. È solo che preferisce andarci con le proprie gambe, per fare un po’ di moto, e così la seduta è bella che finita e lui è ancora a metà strada.
Le belle facce della Destra italiana: Marcello Dell’Utri e Mariastella Gelmini
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione per che cosa? Non perché sia più bella di Marcello Dell’Utri, naturalmente. Ma allora perché?): È ora di finirla con l’ideologia dell’egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti. (La Repubblica, domenica 16 novembre 2008). Giusto: che bisogno c’è di egualitarismo, quando gli esami si possono tranquillamente superare con un bel viaggetto a Reggio Calabria? Che poi fa anche bene all’industria turistica.
Silvio Berlusconi: Non siamo in ritardo come affermano i signori della sinistra. Anzi: abbiamo avuto per primi l’intuizione dell’arrivo della crisi. (La Repubblica, domenica 16 novembre 2008). L’aveva avuta così tanto, l’intuizione, che ha speso miliardi per togliere l’Ici ai ricchi (come se di lì a poco non dovesse averne bisogno per sostenere l’economia) e miliardi per detassare gli straordinari (come se di lì a poco non dovesse averne bisogno per rifinanziare invece la cassa integrazione). In realtà il Berlusconi dice di aver avuto l’intuizione pensando che l’abbia avuta il Tremonti, cioè un suoquipendente del cui lavoro intellettuale lui pensa di poter tranquillamente appropriarsi. Ma fa ridere lo stesso, perché neanche il Tremonti l’ha mai avuta: ha solo parlato e scritto del possibile arrivo di una crisi globale, senza crederci lui stesso, per seminare nelle “teste” del Pidì, facendo discorsi “di sinistra”, ancor più confusione di quella che già vi regna: una “strategia” che lo accomuna ai vari Brunetta, Sacconi e perfino Gelmini. Poi la crisi è esplosa davvero, e da allora il Tremonti passa per un genio.
sull’etica del Capitalismo: Investire i propri soldi nelle prigioni private statunitensi. Alla base del consiglio c’è un ragionamento che non fa una grinza: c’è la recessione, una delle conseguenze sarà l’aumento della criminalità e, quindi, le carceri diventeranno sempre più un business. La proposta è del Credito Svizzero. (La Repubblica, domenica 16 novembre 2008). Gli investitori guadagnerebbero, dunque, chiunque finisca in quelle galere. Di conseguenza, potremmo arricchirli ficcando in prigione loro stessi. Un’affascinante rivoluzione incruenta: liberarsi di tutti i pezzi di m.... del pianeta riempiendoli al contempo di soldi.
Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, già leader della destra del Pci ― clicca qui per le fonti ― già ministro degli Interni, già presidente per il governo Dini della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo): Ci vogliono rigore e sacrifici. (La Repubblica, sabato 15 novembre 2008). Peccato che anche questa volta (come nel 1977) si sia dimenticato di dire chi deve fare sacrifici. I Precari licenziati? I Precari licenziabili? I Pensionati al minimo? Gli Immigrati sfruttati come schiavi?... Sullo stesso numero de La Repubblica gli risponde da par suo l’economista Lucio Gallino: Una classe politica rinnovata dovrebbe avere tra i suoi primi scopi l’allargamento della partecipazione dei cittadini, insieme con il rientro dell’economia nel suo alveo di strumento di cui la società decide gli impieghi, piuttosto che subirla come una padrona. Conosciamo bene l’obiezione (e qui al Napolitano saranno fischiate le orecchie, ammesso e non concesso che le sue non gliel’abbia del tutto assordate il Berlusconi fin dai tempi de Il Moderno, n.d.r.): quando l’economia mondiale rischia di crollare, occorrono drastici rimedi economici, che i cittadini debbono accettare. Se non fosse che qui siamo dinanzi a un rovesciamento del rapporto tra cause ed effetti. È stata l’abdicazione della politica, il porsi diligentemente al servizio dell’economia, che ha prodotto i disastri economici cui stiamo assistendo. Sono le leggi che la politica ha varato, in una con la sua assenza di scopi da porre all’economia: produrre tramite il lavoro più sicurezza umana piuttosto che insicurezza, ridurre gli abissi delle diseguaglianze, estendere la fruizione dei beni pubblici al maggior numero. Questo sì che sarebbe un messaggio di Capodanno degno di un paese civile. Ma qualcosa ci dice che dal Napolitano non lo ascolteremo mai.
(su) Roberto Maroni (ministro degli Interni): Dopo un anno di farneticazioni sui centomila zingari affluiti dalla Romania, il ministro Maroni ha reso noto che nei campi di Roma, Milano e Napoli sono stati schedati in tutto 12.000 nomadi, senza peraltro precisare quanti di loro abbiano la cittadinanza italiana. Nessuno chiederà conto a Gianni Alemanno della sua promessa di espellere ventimila rom da Roma: ne hanno contati seimila. Mentre Letizia Moratti lamentava che “a Milano diecimila nomadi sono troppi” e per non esserle da meno il presidente della Provincia, il pidì Filippo Penati, sparava addirittura la cifra di 23.000. Ebbene, l’insopportabile emergenza è stata quantificata nel milanese in tremila persone, nomi e cifra già ben nota ai vigili urbani. Lo stesso a Napoli. (Gad Lerner su La Repubblica di sabato 15 novembre 2008). Qui c’è poco da ridere: dove saranno finiti gli 88.000 Rom mancanti all’appello? La loro sparizione è estremamente preoccupante. Delle due l’una: o il Maroni rivolge un accorato appello alla Nazione attraverso le telecamere di Chi l’ha visto, oppure dovremo presumere che lui e le sue ronde padane siano in qualche modo implicate nella scomparsa...
(su) la Questura di Roma (a proposito della manifestazione degli Universitari del 14 novembre): La Questura di Roma alle due del pomeriggio certifica centomila manifestanti, alle 17 ci ripensa e ne annuncia 30.000 (La Repubblica, sabato 15 novembre 2008). Si chiama dare i numeri, ed è una nobile professione: chi gioca al lotto lo sa bene. La Questura di Napoli, però, potrebbe non gradire la concorrenza di quella romana.
(su) Silvio Berlusconi: Roman Polanski, regista premio Oscar nel 2002 con Il Pianista, si alza dal divano di pelle nera del suo studio e va a prendere sulla scrivania una foto ritagliata da un giornale inglese. È un’immagine di Berlusconi colto mentre sale in auto sorridente e saluta a mano aperta: “Guardi che espressione. Mi fa molto ridere questa foto ed è emblematica: ha un sorriso da clown, pare una maschera, e saluta come Hitler. E guardi il contrasto tra il suo sguardo da giullare e quello truce e solenne delle sue guardie del corpo. Dice così tanto questa foto...” (Il Venerdì di Repubblica, venerdì 14 novembre 2008). Il Berlusconi potrebbe risparmiare un mucchio di soldi: non ha bisogno di guardie del corpo, fa molto più paura lui.
sui “tutori dell’ordine” della Diaz di Genova 2001: Finisce con la semplice condanna di un gruppo di “celerini” e del loro capo, insieme a quella dell’agente e del funzionario che materialmente portarono le molotov nel cortile della scuola. Tutti assolti i super-poliziotti, compresi quelli che firmarono i verbali farciti di prove false: secondo i giudici, furono ingannati dagli agenti “cattivi”... (La Repubblica, venerdì 14 novembre 2008). Ingannati? I giudici pensano forse che questi “superpoliziotti” siano dei super-idioti, per lasciarsi infinocchiare tanto facilmente? E tuttavia... chi siamo noi per discutere i liberi convincimenti di un magistrato?
(su) Riccardo Villari (senatore del Pidì, ma eletto presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai coi voti della Destra): Cinquantatreenne, napoletano verace, residente del club Napoli al Parlamento, raccoglitore di amuleti che, si narra, gli assicurano una vita lontana da guai e dolori (sul tema è stato intervistato fianco a fianco con il mago Otelma), ora qui ora là, con De Mita, con l’Udeur di Mastella, con i Popolari, poi con Rutelli e la Margherita. Infine nel Pidì, sembrerebbe più vicino a Franco Marini... (La Repubblica, venerdì 14 novembre 2008). Lo sappiamo: non è gentile ridere dei poveri disgraziati. Infatti non è del Villari che ridiamo, ma dei ce-fai-o-ce-sei che l’hanno infilato nel Pidì (insieme a molti altri come lui) e del Veltroni che come l’ultimo dei gonzi se l’è lasciato rifilare.
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi: Noi siamo fermamente convinti che bisogna metter fine al processo di allontanamento di Unione Euroepa, Stati Uniti e Occidente dalla Federazione Russa... Quanto all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, l’Italia riuscirà a convincere gli altri Paesi europei dell’importanza strategica di questo Paese (Berlusconi). Ma la Lega boccia le aperture di Berlusconi ad Ankara: “Il nostro no non è negoziabile.” (La Repubblica, giovedì 13 novembre 2008). I leghisti non capiscono che il Berlusconi si muove nella prospettiva di una guerra mondiale tra Occidente e Islam (a cui l’Italia, che diamine, dovrà ben partecipare) e pertanto cerca di unire in una Santa Alleanza i Paesi non islamici e di dividere la Turchia, tradizionale alleato dell’Occidente, dal fronte nemico. Il Berlusconi, dal canto suo, non capisce che le nostre Forze Armate, ridotte (da vent’anni di tagli alle spese dello Stato) a farsi gli scarponi col cartone riciclato, potranno tutt’al più dar la caccia agli Immigrati sul fronte interno al comando del Bossi, del Maroni e del Calderoli... Be’, speriamo però che si comprendano e si mettano d’accordo, perché è di vitale importanza che l’Italia entri in guerra unita.
(su) Silvio Berlusconi, Emma Marcegaglia (presidente di Confindustria), Luigi Angeletti (segretario della Uil) e Raffaele Vaffaele Bonanni (segretario della Cisl): Una cena dalla quale la Cgil è stata esclusa, un ennesimo colpo di grazia all’unità sindacale... A palazzo Grazioli, abitazione privata del premier, dove l’altra sera Berlusconi e alcuni ministri hanno ricevuto la visita di Emma Marcegaglia e dei due leader sindacali Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni... Per Epifani “un fatto gravissimo, senza precedenti, che apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria.” (La Repubblica, giovedì 13 novembre 2008). Il compagno Epifani non si rende conto che non si è trattato di un insulto ai cinque milioni di Italiani iscritti alla Cgil, ma di una cortesia nei suoi confronti: solo due sindacalisti di pura plastica (e bronzo) come il Bonanni e l’Angeletti, infatti, potevano guardar mangiare affiancati il Berlusconi e la Marcegaglia (più alcuni ministri, e immaginiamo quali) senza incorrere in disastrose disavventure gastro-intestinali.
Giuseppe “Beppe” Fioroni (ex ministro della Pubblica Istruzione e attuale responsabile organizzativo del Pidì): La Cgil deve capire che il mondo è cambiato, i massimalismi non vanno più bene. (La Repubblica, giovedì 13 novembre 2008). Sentir parlare di massimalismo un minimalismo semovente come il Fioroni è davvero il massimo. O il minimo?
Massimo D’Alema: La vera notizia del seminario organizzato da me e Fini ad Asolo non era l’idea, in fondo banale, della bicamerale sull’attuazione del federalismo... La vera notizia era che giovani di destra e di sinistra (il D’Alema continua a chiamare “sinistra” il Pidì, ma più per far dispetto a Veltroni e soci che perché la parola abbia ancora per lui un sia pur vago significato, n.d.r.) si fossero messi a studiare insieme il federalismo e la sera andassero a cena insieme e poi in discoteca. (La Repubblica, giovedì 13 novembre 2008). La cosa davvero grave è che vadano in discoteca. Che poi ci vadano con giovani di Destra è ovvio: con chi altro si può andare in discoteca?
(su) Walter Togliattino Veltroni: Alla guida del Pidièsse il Cavaliere a D’Alema preferiva senz’altro Veltroni, che considerava assai meno pericoloso come manovratore. (Ezio Cartotto, amico del Berlusconi dal 1972, in un libro ricco di episodi inediti sui primi anni di Forza Italia, citato da La Repubblica di giovedì 13 novembre 2008). Meno pericoloso in che senso? In quanto suo fido aiutante? In quanto utile idiota? Non è chiaro.
Laura Marsilio (assessore alla Scuola del comune di Roma, parlando con gli studenti ad Auschwitz): Vi sono classi-ghetto in cui la massiccia presenza di extra-comunitari (fino all’80%) compromette la didattica... (La Repubblica, mercoledì 12 novembre 2008). Speriamo che i colleghi romani si rendano conto che la massiccia presenza di neofascisti non può che compromettere la valenza educativa e didattica dei viaggi ad Auschwitz.
(sulla) Destra più razzista dell’Occidente: Non è passato l’emendamento della Lega che limitava l’accesso alle cure sanitarie degli Immigrati irregolari, con gravi pericoli per la sanità pubblica. Ma è passata la norma che autorizza gli enti locali ad avvalersi di “ronde” di cittadini... Si istituisce un registro dei “senza fissa dimora” italiani e stranieri... Si burocratizza la spedizione di denaro all’estero mediante “money transfer”, col rischio di deviarla verso canali illegali... Si impedisce il matrimonio all’irregolare, così come facevano alcuni padroni di schiavi nelle piantagioni... (Massimo Livi Bacci su La Repubblica di mercoledì 12 novembre 2008). Però i voti alla Lega (a spese del Pidièlle) aumentano: segno che Bossi e amichetti hanno trovato il metodo infallibile, che gli altri partiti cercano invano da vent’anni, per svuotare a proprio favore le fogne d’Italia. Chiamali stupidi.
Silvio Berlusconi (signore di settantadue anni che “sta tutta l’estate a cercare di abbronzarsi al sole e d’inverno si mette sotto le lampade” nonché, attualmente, presidente del Consiglio): Quello che non sopporto più è il continuo dileggio sulle televisioni e sui giornali... In tv, ogni giorno, su tutti i canali, in prima serata mi prendono per il c... Questa abitudine sta diventando insopportabile. Deve finire. (La Repubblica, mercoledì 12 novembre 2008). In effetti, quando in un Paese c’è già qualcuno come lui, che ha una così bella risata e la esibisce tanto spesso, che bisogno c’è che rida qualcun altro? Anche ScuolAnticoli deve fare mea culpa: d’ora in poi, parleremo del Berlusconi sempre e soltanto con le lacrime agli occhi. Dal ridere, ovviamente.
Lozano Barragan (cardinale e presidente del Consiglio pontificio per la pastorale della salute ― checché ciò significhi ― rivolgendosi a Obama senza nominarlo): Gli scienziati lo dicono chiaramente, finora le cellule staminali embrionali non servono a nulla e non c’è mai stata una guarigione. (La Repubblica, mercoledì 12 novembre 2008). Se si dava retta ai preti, né scienziati né medici sarebbero mai esistiti. Quanto a Obama, non deve preoccuparsi: fra quattro secoli ci arriveranno pure le prodigiose menti dei papi e dei cardinali e gli chieranno scusa.
(su) Silvio Berlusconi (signore di settantadue anni che “sta tutta l’estate a cercare di abbronzarsi al sole e d’inverno si mette sotto le lampade” nonché, attualmente, presidente del Consiglio): Il colloquio tra Berlusconi e Obama durante il G20 di sabato potrebbe saltare, le ultime indicazioni trasmesse a Roma dall’ambasciata italiana a Washington sono negative: “Obama vuole rimanere in silenzio per un lungo periodo. Vuole lavorare alla squadra e studiare le misure per affrontare la crisi economica.” (La Repubblica, martedì 11 novembre 2008). Bisogna capire anche il povero Berlusconi: riabituarsi a dialogare con una persona seria, dopo aver avuto per otto anni a che fare con un Bush, non dev’essere facile. Non per lui, soprattutto.
(su) Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, già leader della destra del Pci ― clicca qui per le fonti ― già ministro degli Interni, già presidente per il governo Dini della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo): “Caro compañero Giorgio Napoletano” gli si è rivolto con affetto Lula, presidente del Brasile. Che poi, parlando della crisi, ha auspicato “un nuovo ordine mondiale in cui l’essere umano, il lavoratore, sia il motivo vero dell’economia, e non la speculazione finanziaria.” (La Repubblica, martedì 11 novembre 2008). Questo Lula è più gaffeur del Berlusconi: come si fa a dare del compagno al Napolitano? E poi non è gentile far sentire smemorato un signore così anziano parlandogli di cose che non ricorda più.
Le belle facce del padronato italiano: Steno, Emma e Antonio Marcegaglia (da La Repubblica di martedì 11 novembre 2008)
(su) la famiglia Marcegaglia (Steno, il padre, fondatore del gruppo, Emma, la figlia, presidente di Confindustria e fan sfegatata di Mariastella Gelmini, Antonio, il figlio): Diciassette conti congelati, da “porre in collegamento con le dichiarazioni rese da Marcegaglia Antonio.” È il Ministero pubblico della Confederazione elvetica, con una missiva spedita la scorsa settimana all’ufficio del procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, a rialzare il sipario sui conti esteri della famiglia Marcegaglia. Una parte dei quali erano già stati scandagliati durante l’inchiesta Enipower, una storia di tangenti pagate per accaparrarsi commesse milionarie per le quali, a marzo 2008, il figlio del fondatore del colosso dell’acciaio ha patteggiato una pena (sospesa) di 11 mesi per corruzione. (La Repubblica, martedì 11 novembre 2008). Be’, e allora? Mica è con l’etica d’impresa e con l’amor di patria che si fanno i soldi.
Maurizio Sacconi (ex craxiano, attualmente pidièlle e ministro per il Welfare): La paralisi improvvisamente organizzata di aeroporti, stazioni ferroviarie, strade e autostrade è un atto illegale che dev’essere rimosso e sanzionato. Nessuna manifestazione sindacale, tanto più se condotta da minoranze poco rappresentative, può prendere in ostaggio un Paese. (La Repubblica, martedì 11 novembre 2008.) È un bene che gente come il Sacconi cominci a capire queste cose. Soprattutto in un Paese come il nostro, che secondo alcuni ha mandato al governo una minoranza di ex piduisti perché suggestionato dagli imbonimenti di una minoranza di saltimbanchi televisivi.
(su) la finta “sinistra” italiana: Obama cambia tutte le leggi di Bush: si comincia con le staminali. Oggi vertice alla Casa Bianca, pronte più di 200 modifiche. (Titolo de La Repubblica di lunedì 10 novembre 2008). Se ci riuscirà, sarà la prova (come se ce ne fosse bisogno) che il nostro Pidièsse-Dièsse-Pidì era ed è una “sinistra” finta: due volte hanno sostituito al governo il Berlusconi, nel 1996 e nel 2006, ed entrambe le volte, nonostante le pressioni dei ministri della Sinistra Vera, hanno lasciato intatto tutto ciò che la Destra aveva fatto. Non solo: hanno addirittura sostenuto che i governi di sinistra non possano e non debbano sovvertire l’operato dei loro predecessori. (Il guaio è che anche Obama, purtroppo, dovrà vedersela con una finta “sinistra”. Cioè con i clintoniani).
(su) la Destra al governo: Il concetto di “mignottocrazia” va interpretato in senso “de-sessualizzato”. Non si riferisce solo ai ministri donna, come la Carfagna, ma all’assenza di qualunque merito nella scelta delle persone a cui affidare gli incarichi. (Paolo Guzzanti, senatore del Pidièlle, su La Repubblica di lunedì 10 novembre 2008). Era difficile dire dell’Italia della Destra qualcosa di peggio di quel che aveva già detto, ma Guzzanti c’è riuscito: peggio di una mignottocrazia, infatti, c’è solo una mignottocrazia de-sessualizzata. Dove, cioè, i cittadini son governati da signore e signori di quella risma ma non ne ricavano alcuna “soddisfazione”. (E naturalmente attendiamo con ansia la prossima puntata, quando il senatore ci dirà chi è, secondo lui, il magnaccia di tutti questi, secondo lui, mignotti).
Claudia Bellocchi (leghista dei Parioli che sta lanciando la Lega nel Lazio): I miei sono di destra, ma io sono sempre stata leghista, la pecora nera della famiglia. (La Repubblica, lunedì 10 novembre 2008). Traduzione: I miei sono di destra, ma io sono così nera che faccio paura perfino a loro.
Emma Marcegaglia (presidente di Confindustria) e Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione per aver fatto che cosa? Non si riesce a saperlo): Gli industriali alla fine l’hanno applaudita a lungo, quasi una standing ovation. E il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, scesa in riviera a rendere omaggio al ministro, ha dichiarato: “Condivido completamente il suo sforzo di cambiare la scuola, la Gelmini è uno dei ministri che mira ad un reale cambiamento della società.” (La Repubblica, domenica 9 novembre 2008). Uno dei ministri “che mira”... La Marcegaglia, a quanto pare, ha studiato in una scuola privata. O in una scuola pubblica modello Gelmini.
Francesco Cossiga (ex ministro degli Interni, ex presidente della Repubblica, senatore a vita e, secondo alcuni, gran Pennywise delle politica italiana): Cossiga ha invitato il capo della polizia, Antonio Manganelli, a “non intervenire per un po’, lasciando che gli studenti facciano danni.” Ha auspicato quindi che l’escalation degli scontri (magari “anche contro l’arcivescovado di Milano”) si concluda con un morto, “meglio se un bambino”. Solo a quel punto, secondo Cossiga, dovrebbero “intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine contro i manifestanti.” (La Repubblica, domenica 9 novembre 2008). Forse il Cossiga, per stare un po’ meglio, ha solo bisogno di una brava e buona signora sempre accanto. Ventiquattr’ore su ventiquattro. Ucraina, o moldava, o rumena. Purché senza bambini, poiché il Cossiga, vedendone uno, potrebbe chiamare la polizia.
Abbronzato
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Ingiallita |
Sbiancato
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Arrossito |
Color che cosa?
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Maurizio Gasparri (presidente dei senatori del Pidièlle): Sulla lotta al terrorismo vedremo Obama alla prova, perché questo è il vero banco di prova... Su Obama gravano molti interrogativi; con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaida è più contenta. (La Repubblica, giovedì 6 novembre 2008). Traduzione: Mi rode che siate così contenti per la vittoria di Obama. Adesso vi ricordo il terrorismo e il fondamentalismo, così vi metto paura e la finite di gioire... Peccato, Maurizio, che basta guardarti per sganasciarsi dalle risate: spiacenti, ma come ministro della Paura non funzioni.
Silvio Berlusconi (gran raccontatore di barzellette e, attualmente, presidente del Consiglio): A Obama potrò dare dei consigli perché sono più anziano. Aspetto di farlo quando potrò abbracciarlo di persona. (La Repubblica, giovedì 6 novembre 2008). Altro che Gasparri, è il Berlusconi il vero ministro della paura. Altro che terrorismo, è il suo abbraccio il vero banco di prova di Obama. Riuscirà il più grande sbertucciatore del pianeta a fare anche di Obama un buffone? O Obama riuscirà a sfuggirgli, e niente potrà più impensierirlo? Il mondo lo saprà fra pochi giorni.
Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, già leader della destra del Pci ― clicca qui per le fonti ― già ministro degli Interni, già presidente per il governo Dini della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo): Non c’è più spazio né per il militarismo né per l’antimilitarismo. È sancita una cultura della pace... (La Repubblica, mercoledì 5 novembre 2008). Noi invece siamo antimilitaristi, guarda un po’. Nel senso che la nostra cultura della pace si fonda sulla speranza che tutte le armi siano cancellate dalla faccia della pianeta, guarda un po’. E lo spazio per il nostro antimilitarismo non abbiamo nessun bisogno che qualcuno ci dica se c’è o non c’è, guarda un po’. Perché ce lo assegnano gli articoli 11 e 21 della Costituzione della Repubblica, guarda un po’.
Marcello Dell’Utri (senatore forzaitaliota): La Rai è popolata di gente che alimenta una visione negativa della vita. Io guardo il Tg3, ad esempio, e vedo che ci sono degli anchormen che hanno già una faccia un po’ gotica, un po’ dark. Sicuramente ce ne sono più in Rai che sugli altri network. (La Repubblica, mercoledì 5 novembre 2008). Una conduttrice del Tg3 ha definito queste parole un avvertimento mafioso. Magari fosse solo questo. Selezionare, escludere e segregare le persone sulla base dei lineamenti era una pratica nazista, e fu l’anticamera dei campi di sterminio. Come riderne? Non è difficile: basta pensare a costoro da giovani, prima che qualcuno si prendesse il disturbo di dirozzarli un po’: quando le reti Mediaset non c’erano, e la difficoltà di capire quel che vedevano e udivano in televisione (tranne forse Carosello, e neanche sempre) sedimentava in loro l’odio inestinguibile per la Rai che ancora non son riusciti a sfogare benché la tv pubblica sia ormai quasi del tutto identica alla privata.
Tarcisio Bertone (segretario di Stato della Città del vaticano): Pio XII fu una figura straordinaria, tra i più grandi personaggi del XX secolo, che seppe preparare, con profetica intuizione dei segni dei tempi, il cammino della Chiesa nell’epoca moderna. (La Repubblica, martedì 4 novembre 2008). Noi veramente avremmo voluto tornare addirittura a Bonifacio VIII, ma pazienza: Giovanni XXIII è comunque servito, e questo è ciò che conta. Vero, Tarcisio?
(su) Walter Togliattino Veltroni: La prima persona che chiamerei a parlare di università è Walter Veltroni. Perché so di aver commesso un errore in passato, quando ho fatto di tutto per cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza. Dagli errori bisogna imparare, sulla scuola ci vuole un discorso unitario. (Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione, intervistato da La Repubblica di lunedì 3 novembre 2008). Un buffetto sulla guanciotta del Veltroni per la bella pensata filogovernativa del referendum: che rischia di addormentare la protesta (tanto il referendum metterà tutto a posto...), non restituirà un euro ai Bambini e ai Ragazzi italiani (impoveriti non dal decreto Gelmini, ma dalla finanziaria) e riattizzerà stupide discussioni come la grembiulino sì-grembiulino no, che alla Destra vanno a fagiolo perché non spostano un centesimo e dividono l’opposizione.
Franco Frattini (ministro degli Esteri): I punti di contatto tra Berlusconi e Obama si notano. Ho sentito Obama fare discorsi, basati molto sugli ideali, che si concentrano su alcuni pensieri chiave. Questo modo di comunicare è simile a quello di Berlusconi. E poi Obama insiste sul concetto buy american, comprate americano, investite sul vostro Paese. Ciò che fa in Italia anche Berlusconi. (La Repubblica, lunedì 3 novembre 2008). La Destra italiana è sincera: non le interessano le idee politiche o il colore della pelle del vincitore, quel che le importa è avere un Capo dinanzi al quale inginocchiarsi. Il Berlusconi li ha scelti uno per uno sulla base di questo criterio, e lui non è diverso da loro.
Paola Cilicio Binetti (fondamentalista cattolica e senatrice del Pidì): Tendenze omosessuali radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Da qui il rischio pedofilia. (La Repubblica, lunedì 3 novembre 2008). Un istinto non è che possa risultare incontrollabile: un istinto è incontrollabile. Delle due l’una: o la Binetti non lo sa, e allora è una povera ignorante. Oppure lo sa, e allora sta proponendo la camicia di forza per gli omosessuali. In entrambi i casi, la Binetti è preziosa, poiché ci aiuta a non dimenticare di che pasta son fatti quelli che l’hanno voluta nel Pidì.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione per che cosa? Non perché brava a prendere appunti mentre il Tremonti o il Berlusconi parlano, naturalmente. Ma allora per che cosa?): Riforma università, lo stop del governo. Slitta l’atto secondo della Gelmini. “Prima calmiamo le acque.” (La Repubblica, domenica 2 novembre 2008). Tanto ormai i miliardi dalle tasche dei Bambini e dei Ragazzi li hanno sfilati: che gli importa di riformare?
Alfredo Mantovano (aennino, sottosegretario agli Interni, a proposito dei video, registrati durante gli scontri a piazza Navona, in cui si sentono i poliziotti chiamare per nome i neofascisti): È normale che la Digos conosca bene i manifestanti e li chiami per nome e cognome. (La Repubblica, domenica 2 novembre 2008). Come no. Sarà per questo che non riescono mai a contare tutti quelli che sono in piazza: capirai, dovendoli chiamare per nome uno per uno...
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Applauso in Consiglio dei ministri, ieri, per il ministro Mariastella Gelmini. (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Quando si è svegliata, non vedendo più i ministri, ha creduto di aver sognato e si è sentita male. Ma poi si è accorta che l’applauso non era stato un sogno: era ancora lì, gliel’avevano lasciato sul comodino. Allora è stata meglio. E ha trovato la forza di alzarsi dal letto.
(su) Silvio Berlusconi: Sono nato sotto il fascismo, sono fascista e morirò fascista... L’unico che può portare avanti il mio Piano di rinascita democratica è Berlusconi: non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo, anche se ora è in un momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare. (Licio Gelli, La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Come lo “stalliere” Vittorio Mangano era un eroe per il Berlusconi e il Dell’Utri, così il Berlusconi e Mussolini sono grandi uomini per il Gelli. Ma che c’è di strano? Anche il Brunetta sembrerà un gigante ai topolini che vedendolo passare si rintanano spaventati nei buchi sotto i marciapiedi.
(su) Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, già leader della destra del Pci ― clicca qui per le fonti ― già ministro degli Interni, già presidente per il governo Dini della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo): A varcare la soglia di un’università in piena contestazione è la massima carica dello Stato che, prima in Bocconi poi in Statale, ha ascoltato la voce dell’Onda... (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Ci sembra giusto. Perché mai il capo dello Stato dovrebbe recarsi prima all’università statale e poi alla privata? Vorrà dire che d’ora in poi, invece che della Repubblica, lo chiameremo presidente della Reprivata. “Il presidente ci ha invitato a essere propositivi, a non incaponirci contro i ministri e i decreti,” racconta Dario, anche lui nella delegazione di studenti ricevuta da Napolitano... Dario, tradito dall’emozione, ha anche interrotto il presidente: “Lui ci stava parlando del decreto Gelmini, l’ho fermato per dirgli che noi protestiamo per i tagli della legge 133.” (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Il Napolitano deve ancora imparare molto dal Berlusconi. Per esempio, che certe “semplificazioni” (per non dire certi “tentativi di confondere le persone”) è più sicuro farli per televisione, se si vuole evitare che un bambino o un ragazzo, come nella favola famosa, gridino: Il presidente è nudo!...
Francesco Cossiga (ex ministro degli Interni, ex presidente della Repubblica, senatore a vita e, secondo alcuni, gran Pennywise delle politica italiana): Non accetto lezioni di etica politica da Rosy Bindi. È brutta, cattiva e cretina. (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Ne consegue che il Cossiga, invece, si crede bello, buono e geniale.
Ma allora... come mai non ha dato alla Bindi anche della malata di mente?
(su) la bella Italia di Silvio Berlusconi e Soci: Tre anni di carcere e arresto in flagranza di reato per chi butta un frigorifero o un materasso per strada, ha deciso il governo. La pena si applica solo a chi vive in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Ma il disegno di legge proposto dalla maggioranza nega alla magistratura e alle forze dell’ordine la possibilità di intercettazioni mirate a bloccare il traffico di rifiuti pericolosi. (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Ci dispiace che il governo tratti i cittadini delle regioni del Sud come se fossero gli unici zozzoni d’Italia: mica tutti hanno votato per la Destra, da quelle parti! (Quanto al divieto di intercettare i trafficanti di rifiuti pericolosi, invece, siamo d’accordo col governo: se diamo tre anni a chi butta un materasso per strada, che cosa dovremmo fare a chi nasconde uranio nel cemento delle nostre case, gasarlo? Tutto sommato, meglio di no. Soprattutto perché non sappiamo, poi, chi altro potrebbe venirgli voglia di gasare...)
(su) Raffaele Vaffaele Bonanni e Luigi Angeletti (segretari della Cisl e della Uil): Bonanni e Angeletti, lì in piazza del Popolo a protestare con la Cgil contro i tagli alla Scuola e all’Università, ma già con la penna in mano per firmare, solo qualche ora dopo, l’accordo con il governo Berlusconi sui contratti pubblici... (La Repubblica, venerdì 31 ottobre 2008). Cenano insieme al ristorante Loreto, nel giorno dell’accordo separato per gli statali e della manifestazione per la scuola, il ministro Giulio Tremonti, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, e quello della Uil, Luigi Angeletti. (La Repubblica, sabato 1° novembre 2008). Li chiameranno, come un tempo, sindacalisti gialli?... Servi dei padroni?... O diranno che si son venduti per un piatto di lenticchie?... Dal canto nostro non abbiamo dubbi: se la cena l’ha offerta il Tremonti, che non per niente è ministro del Tesoro, altro che lenticchie: il piatto sarà stato assai più ricco.
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