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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Meglio Ridere!

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

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la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di luglio del 2008!

 

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere.

E cerchiamo, invece, di riderne.

Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche perla che ci è sfuggita...

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(su) Silvio Berlusconi (a proposito della vicenda dellAlitalia): La soluzione Air France prevedeva 2.150 esuberi (= licenziamenti, n.d.r.) mentre Berlusconi ha comunicato che ce ne saranno almeno 5.000. (La Repubblica, giovedì 31 luglio 2008). Povero Berlusconi, sappiamo bene com’è, è stato troppo a lungo con Mike Bongiorno: danni e disgrazie lui non li lascia mai quelli che sono, quanto meno li raddoppia.

 

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Maurizio Sacconi (ministro del Welfare e della Salute, sulla decisione del governo Berlusconi ― vedi sotto ― di negare ai lavoratori precari truffati dalle aziende il diritto di ottenere da un giudice il reintegro nel posto di lavoro): Ma riguarda solo un numero ridotto di lavoratori! (La Repubblica, martedì 29 luglio 2008). Geniale, il pensiero (da contabile di un lager) del Sacconi: sotto un certo numero di persone, i diritti cessano di essere importanti. Si spieghi meglio, ministro: se i lavoratori erano ancora meno avrebbero potuto perdere anche il diritto alla vita?

 

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Walter Togliattino Veltroni (commentando gli esiti del congresso di Rifondazione comunista): Auguri a Ferrero, ma oggi si capisce meglio la bontà della nostra scelta di andare liberi. (La Repubblica, martedì 29 luglio 2008). “Andando libero e bello” ― come dice lui nel suo sublinguaggio mutuato dagli spot ― è stato proprio il Togliattino che ha dato forza, dentro Rifondazione, agli avversari della ricerca di Fausto Bertinotti. Dopo di che il viscido furbacchione, indicando la rovina da lui causata, la trova orribile e se ne scandalizza. Come se un energumeno, dopo averti sfigurato a cazzotti, ti dicesse: Come sei brutto, ho fatto bene a pestarti. Peggio: come i nazisti nei campi di sterminio, che affettavano ripugnanza per le loro vittime per come essi stessi le avevano ridotte.

 

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Mario Pallalpiede Pirani: ...la straordinaria competitività del sistema produttivo industriale italiano, trainato dal Centro Nord, malgrado la drammatica palla al piede costituita dalla pubblica amministrazione, in primis dalla scuola (minuscola dell’autore, n.d.r.) e dalla Giustizia... (La Repubblica, martedì 29 luglio 2008). Lo stesso giorno, sulle stesse pagine: Banchi sfondati, vetri rotti, aule allagate con gli idranti antincendio, pavimenti lordati dalla polvere degli estintori, computer scaraventati dalla finestra, bagni distrutti... Uno scenario di devastazione, con danni per 250.000 euro, quello della scuola elementare di via Appio Chieregatti, a Tor Tre Teste. In azione, un quartetto di baby teppisti che si è divertito a filmare tutto coi telefonini... C’è qualche differenza fra i “baby teppisti” di Tor Tre Teste e i teppisti “di lusso” che incitano all’odio e al disprezzo contro la Scuola descrivendola come una “drammatica palla al piede”? Certo che sì, ma a favore dei “baby.” I quali, mentre sfasciano, certo non hanno in mente i miliardi di euro che lo Stato ― se li abbandonasse a sé stessi facendone un mero problema d’ordine pubblico ― potrebbe regalare sotto forma di minori tasse alle tirannie private d’ogni sorta. La rabbia dei “baby teppisti” è curabile, le ferite prodotte dai loro denti sono lievi. Fra le zanne dei pescecani umani, invece, soffrono e muoiono milioni di esseri umani. E per di più tocca sorbirsi le nauseabonde prediche (fasulle) dei loro pennivendoli.

 

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(su) Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e innovazione): La norma che elimina indennità o emolumenti nei primi 10 giorni di assenza per malattia, secondo l’avvocato Rienzi, presidente del Codacons, “trasforma la malattia, che è una causa di forza maggiore, in una sorta di ‘colpa’ del lavoratore” e punisce anche la lavoratrice madre, alla quale viene impedito “l’adempimento di quella che, secondo i principi costituzionali, è la sua essenziale funzione familiare. (La Repubblica, martedì 29 luglio). Se nel pubblico ci si assenta mediamente più che nel privato, infatti, è solo perché nel pubblico sono di gran lunga più numerose le donne con figli piccoli (che le tirannie private, invece, cercano di non assumere o di licenziare). È su queste donne ― in Italia poco meno che nei paesi islamici ― che grava il peso della famiglia, ed è contro di esse, dunque (e contro i loro bambini) che il governo del Berlusconi si accanisce (nel privato ci pensano i padroni). Ma perché scandalizzarsi? Il Brunetta l’hanno eletto i mercanti, no? Quelli che abbandonano i figli per lavorare dalle quattro del mattino alle due di notte, no? Ovvio che schiattino di rabbia perché i figli dei dipendenti pubblici (mediamente) vengon sù meno distrutti dei loro.

 

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(su) Gianni Alemanno (sindaco di Roma): Viale Libia, viale Eritrea e viale Nizza non saranno più “strade verdi” riservate agli autobus, ma da agosto verranno riaperte al traffico. E se i commercianti fanno festa, i residenti sono sul piede di guerra: “Queste strade ripiomberanno nell’antico caos ― grida Paola Mariotti del comitato Strade Verdi ― e il trasporto pubblico per più di 300.000 residenti collasserà definitivamente. (La Repubblica, martedì 29 luglio 2008). Aveva detto che sarebbe stato il sindaco di tutti. Di tutti i commercianti, caso mai. Ma i residenti, visto che sono ben 300.000, perché non indicono il boicottaggio di tutti gli esercizi di quei tre viali per almeno un annetto? Invitando a parteciparvi, va da sé, tutti i Romani per bene.

 

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(su) Matteo Bragantini (deputato della Lega autore della modifica alla finanziaria che toglie gli assegni sociali a chi non ha lavorato per almeno dieci anni in regola e continuativamente): È stato un errore. Non ce l’aveva con le casalinghe, i disoccupati, i vecchi emigrati italiani di ritorno dall’America Latina, i frati e le suore. Ce l’aveva con i lavoratori extracomunitari e i loro familiari. (La Repubblica, martedì 29 luglio 2008). Pezzenti, oltre che razzisti.

 

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Preside Buco della Chiave: Si fotografavano con il cellulare in pose sexy e inviavano gli mms ai compagni. Per questo tre ragazze di una media inferiore del veneziano sono state sospese per un giorno. Se n’è accorta la preside, trovando le foto in un cellulare sequestrato. (La Repubblica, lunedì 28 luglio 2008). Sequestrare poteva, frugare no. Sospenda anche sé stessa, signora, e a casa scriva cento volte sulla lavagna (della spesa): Non ho alcun diritto di violare la privacy delle persone. Perché i ragazzi sono persone, lo sapeva? E non pèrdono i diritti umani neanche quando si fanno fotografare in pose sexy.

 

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Umberto Buratti (sindaco Pidì di Forte dei Marmi): Vietato l’accesso ai venditori ambulanti, italiani o extracomunitari, abusivi o illegali, non solo di merce contraffatta, sia sulla spiaggia che in centro. Inattuabile anche un mercatino etnico, e non si torna indietro neppure sulla decisione di incrementare la polizia municipale con nuove unità pagate dai commercianti. La norma è “irrevocabile” dice Buratti, “e non è razzista: tra gli ambulanti ci sono tantissimi italiani.” (La Repubblica, lunedì 28 luglio 2008). Ed è sincero: Immigrati o Italiani, per un sindaco di finta “sinistra”, noi che non siamo commercianti siamo tutti una razzaccia.

 

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(su) Silvio Berlusconi e Soci: L’ultima trovata del governo batte ogni precedente, quanto a disprezzo per le persone che si guadagnano da vivere alle dipendenze di un’impresa e adozione esplicita di misure che tolgono a esse ogni possibilità di difesa, mentre introducono fra i lavoratori stessi forme clamorose di ingiustizia sociale. (...) Anziché passare da una condizione di precarietà lavorativa ed esistenziale alla modesta sicurezza che offre oggi un contratto a tempo indeterminato, la persona che protesta per le irregolarità che subisce rischia di perdere pure il contratto a termine. (...) Le imprese non tarderanno ad approfittare della nuova normativa. Dinanzi alla prospettiva di perdere anche il posto da precario, pochi lavoratori oseranno rivolgersi al giudice, reso ormai impotente dal nuovo dispositivo. (...) Si dice che la trovata di togliere potere ai giudici del lavoro, annerendo al tempo stesso le prospettive di lavoro e di vita di tanti precari, sia motivata dal fatto che migliaia di lavoratori delle Poste che hanno un contratto a termine hanno fatto causa all’azienda. Se il motivo fosse davvero questo, la trovata in parola non solo apparirebbe ancora più meschina di quanto già non sia: sarebbe anche rivelatrice di che cosa debbono attendersi i lavoratori italiani per quanto riguarda le intenzioni già annunciate dal governo Berlusconi di procedere a ulteriori riforme del mercato del lavoro. Si parte da situazioni specifiche, che magari fanno problema ma richiederebbero soluzioni altrettanto specifiche, per ridurre all’impotenza e al silenzio la massa dei lavoratori dipendenti. (Luciano Gallino su La Repubblica di lunedì 28 luglio 2008). Non dica queste cose, egregio professor Gallino. Pensi ai lavoratori, anche precari o con figli precari, che turandosi il naso hanno votato per la Destra sacrificandosi per il bene dei padroni come non facevano neanche gli schiavi nell’Antichità o i servi della gleba nell’Età feudale. Li rispetti, professor Gallino, e se la prenda piuttosto con i lavoratori, anche precari o con figli precari, che senza turarsi il naso hanno votato per il Pidì. Che l’opposizione la fa fare a Di Pietro o supplica che gliela facciano il Bossi e la Veronica Lario.

 

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(su) Roberto Maroni: Il tribunale civile di Palermo ha assegnato maxi risarcimenti da 113 e 114 mila euro a due immigrati rimasti feriti durante un incendio al Cpt di Trapani. “L’amministarzione degli Interni ha l’obbligo giuridico di tutelare l’incolumità degli internati,” ha scritto il giudice. (La Repubblica, domenica 27 luglio 2008). Che guaio: adesso i Cpt non potranno più diventare dei lager. E i “tutori dell’ordine” stile G8 di Genova 2001, che già smaniavano per “lavorarci”? Ci resteranno male. Ma niente panico: sgominati i giudici penali, si potrà sempre mettere la mordacchia anche alla magistratura civile.

 

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Roberto Maroni e Soci: Clandestini: il governo, su proposta del ministro degli Interni Maroni, ha proclamato, ieri, lo stato di emergenza nazionale. (La Repubblica, sabato 26 luglio 2008). Un errore scusabile: il governo non è clandestino, è vero, ma è di sicuro un’emergenza nazionale.

 

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Silvio Berlusconi: Ho visto con i miei occhi un tratto pulito di strada rovinato in quindici minuti da chi buttava rifiuti dalle auto... Il governo, su questo, dovrà essere assolutamente rigoroso. A Singapore chi sporca viene punito con sette frustate. Mi dispiace non poterlo fare in Italia. (La Repubblica, sabato 26 luglio 2008). Dunque i diritti umani sono per il Berlusconi un dispiacere? La cosa non ci sorprenderebbe... In questo caso, però, gli conviene farsi prima fare uno dei suoi famosi sondaggi. Così, tanto per sapere quanti elettori di Destra lasciano i loro rifiuti sui prati e sulle spiagge, svuotano i portaceneri delle auto sui marciapiedi, riempiono le vie (degli altri) di escrementi canini e smaltiscono i cartoni e le plastiche dei propri negozi nei cassonetti dell’indifferenziata...

 

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Il Fondo monetario internazionale (Fmi): I prestiti del Fondo monetario internazionale (Fmi) potrebbero aver aumentato la diffusione della tubercolosi. Secondo uno studio pubblicato su Plos Medicine, in 21 paesi dell’ex Unione Sovietica e dell’Europa orientale le condizioni poste dall’Fmi per l’erogazione dei fondi hanno causato un peggioramento dei servizi sanitari e un aumento del 16,6 % della mortalità da tubercolosi. (Internazionale di venerdì 25 luglio 2008). Dunque i banchieri dell’Fmi potrebbero avere sulla coscienza migliaia di morti. Chissà cosa ne pensa Mario Draghi? Ma i morti e i morenti di tubercolosi di quei paesi possono almeno prendersela con i ricatti economici e politici dell’Fmi. A noi, invece, le prestazioni sanitarie il governo Berlusconi ce le riduce di sua spontanea iniziativa ― vedi sotto ― per far contenti imprenditori, commercianti e tassisti.

 

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Silvio Berlusconi e Soci: Tagli ai posti letto negli ospedali, diminuzione degli organici, blocco del turn over e nessun futuro per dodicimila precari che lavorano nelle strutture ospedaliere... Revocato il decreto del governo Prodi che estendeva i livelli essenziali di assistenza: il dentista per gli indigenti, la fornitura di apparecchi per la mobilità, il parto indolore, la maggiore assistenza ai malati cronici a cominciare dall’Alzheimer, il riconoscimento di centonove malattie rare, l’assistenza a domicilio ai malati terminali, il vaccino gratuito contro il papilloma virus, causa del cancro dell’utero... Tutto cancellato, o quanto meno sospeso. (La Repubblica, venerdì 25 luglio 2008). Prima di accusare il governo di derubare la Sanità, la Scuola, le Forze dell’ordine e quant’altro, riflettiamo sul fatto che questi soldi finanzieranno la detassazione degli straordinari (per la gioia dei padroni) e l’abolizione dell’Ici. Che a chi di case ne ha una sembrerà pochino, in cambio della distruzione dei servizi pubblici e dello Stato sociale, ma per chi di case ne ha tante è una vera manna.

 

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(su) Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, già leader della destra “migliorista” del Partito comunista italiano, già ministro degli Interni, già presidente per il governo Dini della Commissione per il riordino del sistema radiotelevisivo ― clicca qui per le fonti): Giorgio Napolitano mette la sua firma sotto la legge che garantisce l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato. (La Repubblica, giovedì 24 luglio 2008). I difensori dicono che non poteva non firmare, poiché nella legge non vi è alcunché di incostituzionale. L’articolo 73 della Costituzione, però, gli dava un mese di tempo. Lui, invece, lo ha fatto all’istante. Ma noi vogliamo difenderlo anche per questo: avrà voluto mostrarci che nonostante l’età è ancora perfettamente in grado di correre come un ventenne.

 

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Le animucce candide della Destra e della finta “sinistra” (a proposito del pupazzo sulla sedia elettrica al luna park di Milano): Mi auguro che chi ne ha competenza interrompa questo indegno spettacolo (Letizia Moratti, sindaco Pidièlle di Milano). Si deve porre fine a uno spettacolo che trova la sua essenza nella mancanza di umanità. Ridere dell’agonia è un’aberrazione (Filippo Penati, presidente Pidì della provincia di Milano, noto alle cronache per essersi scagliato contro la moschea di viale Jenner ― clicca qui ― e aver giudicato positiva ― clicca qui ― la presenza di soldati in armi nelle vie delle città). Una trovata disgustosa e inquietante. Mi spaventano le madri che portano i figli a vedere un così macabro spettacolo. Si trovi il modo di fermare al più presto lo scempio (Giorgia Meloni, ministro Pidièlle per le Politiche giovanili). Il governo deve intervenire! (Lele Fiano, deputato Pidì). Una trovata che solletica gli aspetti più deteriori e bestiali (Nessuno tocchi Caino, associazione radicale, insieme ad Amnesty international). Presenteremo un esposto alla procura della Repubblica chiedendone il sequestro! (Codacons, associazione di consumatori). L’esperienza della morte entra nei luna park perché non c’è spazio per la sofferenza e il dolore nella nostra società (Stefania Perduca, psicologa, sul sito della Curia milanese). Un adulto che porta i suoi bimbi a vedere questa giostra è una persona che non sta bene con sé stessa e gioisce nel veder punire gli altri (Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria) (La Repubblica di giovedì 24 luglio 2008). E un adulto che non distingue un pupazzo da un essere umano che cos’è? Secondo alcuni, un matto da legare... Mentre si sfruttano e si ammazzano i Lavoratori, si perseguitano i Rom e gli Immigrati, si affamano i Pensionati al minimo e un giorno si additano gli Statali, e il giorno dopo i Ragazzi, come i nuovi Mostri, questi si disperano per le sofferenze di un manichino.

 

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Gianni Alemanno (sindaco di Roma grazie al Pidì che ha candidato Rutelli): La Resistenza è stata anche di destra (La Repubblica, mercoledì 23 luglio 2008). Di questo passo, fra poco se ne uscirà che perfino Mussolini ha fatto la Resistenza. E che a piazzale Loreto, resistendo a sé stesso, sè appeso per i piedi da solo.

 

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La finta “sinistra” Pidì durante il “dibattito” al Senato sulla legge che ha cancellato l’eguaglianza dei cittadini rendendone quattro più uguali degli altri: E il centrosinistra in preda alla più cupa e desolata rassegnazione. Non un’idea spiazzante, non un gesto inatteso, alcuni senatori Pidì neanche illustrano i loro emendamenti. Emiciclo distratto, parecchi vuoti, atmosfera di pacificata umanità, la Finocchiaro accarezza allegramente la leghista Rosy Mauro con tenace chewingum... (La Repubblica, mercoledì 23 luglio 2008). Immaginiamola, la piddìista (come somiglia a piduista, ’sta parola) Finocchiaro che accarezza Mauro mentre la guancia della leghista continua tenacemente ad alzarsi e abbassarsi sotto la sua mano. Immaginiamola davvero, non solo con gli occhi della mente, ma sentendo ciò che frattanto pigramente, stolidamente, le si smuove nei sensi e nella mente. E poi andiamo a leggere, due pagine più in là, gli stupefatti racconti di chi ha avuto occasione di parlare, in questi anni di latitanza, col genocida serbo Radovan Karadzic. Il principale responsabile delle fosse comuni di Srebrenica si faceva chiamare Dragan David Dabic, si presentava come un ricercatore, un esperto di medicina alternativa, e teneva conferenze sul “viver bene...” Non ho mai conosciuto persone così profonde ― racconta Biljana (Biljana Sbrljanovic, un’affermata scrittrice, non la prima venuta, n.d.r.) ― era davvero un piacere ascoltarlo. Ci siamo rivisti un paio di altre volte. No, non si è mai parlato di politica né della sua vita privata, si è sempre e solo limitato a parlare di spiritualità. Spiritualità. Dev’esser questa ― ciò che chiamano spiritualità ― l’idiozia che si frappone fra costoro e la realtà umana che pur vedono, toccano, sentono. Spiritualità. E possono estasiarsi, ascoltando un grande macellaio d’uomini, con la stessa fatuità con cui si rallegrano accarezzando una povera leghista. E poi ci meravigliamo che la loro sia una opposizione (e una sinistra) del tutto finta. Invece di meravigliarci, speriamo solo che non vada peggio. Poiché il male e il peggio che gli accarezzatori di leghisti possono ancora farci è direttamente proporzionale alla statura malefica di chi si troveranno ad accarezzare.

 

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Pietro Ichino (senatore Pidì, teorico dei “fannulloni” e dei “nullafacenti”, messo in lista da Walter Togliattino Veltroni nella speranza ― futile assai più che maligna ― che gli elettori di Destra lo preferissero a Brunetta): Brunetta è il primo ministro della Repubblica ad aver dato piena voce alla preoccupazione e alla protesta degli italiani (minuscola dell’autore, n.d.r.) per i gravissimi difetti di efficienza e produttività di moltissime amministrazioni... Per questo l’iniziativa di Brunetta, pur con tutti i suoi difetti, merita rispetto. (La Repubblica, martedì 22 luglio 2008). Ebbene sì: noi amiamo i tanti Ichino del Pidì. Lo sappiamo, son così tanti che ammettere di amarli è quasi come confessare di amare il Pidì in quanto tale. Ma come non amarli? Poiché gli Ichino ogni giorno ci confermano che non siamo pazzi né cattivi: la sinistra” veltro-rutelliana è davvero finta.

 

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La finta opposizione di Walter Togliattino Veltroni: Per certi colleghi dell’opposizione, Umberto Bossi un giorno è utile e il giorno dopo è pericoloso,” ironizza Casini: cioè a volte sperano di utilizzare Bossi per destabilizzare la maggioranza e altre volte ne denunciano l’estremismo. (La Repubblica, martedì 22 luglio 2008). Detta da uno come Pierferdy, ’sta cosa fa ridere più che altro di lui. E poi si sbaglia: per destabilizzare la maggioranza, le possenti armate della finta sinistra, più che in Bossi, speravano in Veronica.

 

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Stefania Prestigiacomo (ministro dell’Ambiente): Ho 40 anni e con serenità mi posso permettere di dire che essere bella, forse, mi ha aiutato. (da un’intervista al settimanale Grazia citata da La Repubblica di martedì 22 luglio 2008). Illudersi di essere belli essendolo poco o niente è una menomazione privata di cui mai ci metteremmo a sghignazzare coram populo. Proclamarsi belli, e per di più da ministro della Repubblica, è invece una spudoratezza alla quale ― anche nell’interesse del soggetto ― non solo si può, ma si deve replicare. Come? Ovvio: invitando la Prestigiacomo a guardarsi meglio. A notare, per esempio, come il suo viso, i muscoli facciali, le guance, l’epidermide stessa appaiano così rigidi, indeformabili, da sembrare di plastica. Una sorta di maschera semovente, guizzante perfino, ma al contempo innaturalmente cristallizzata. Ragion per cui ci pare assai probabile che ad aiutarla ― come dice lei ― più che la bellezza sia stata la sottile paura che incute, il senso di indefinito, quasi impercettibile orrore che suscita. Reso ancor più spaventevole, per chi non scorge la bruttezza che lo emana, dall’inspiegabilità di esso. Dev’essere doloroso portarsi dietro dalla mattina alla sera una faccia così pietrificata. Quasi quanto la perenne fissità oculare della Carfagna. Dice: ma anche il Berlusconi sembra di plastica. Vero, ma il Berlusconi ha più di settant’anni vissuti come sappiamo, era il minimo. Ritrovarsi così alterati già a quaranta è di gran lunga più penoso. Anche se, in fondo, l’età relativamente giovane lascia aperta una speranza di crisi, di cura, di trasformazione. Coraggio, onorevole Prestigiacomo: non è più bella da chissà quanto tempo, ma può ancora tornare a esserlo.

 

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Umberto Bossi: Non possiamo lasciarci martoriare i figli da insegnanti che non sono del Nord. Uno dei nostri è stato stangato perché alla maturità aveva portato una tesina su Cattaneo (...) Renzo Bossi, figlio del senatur, si è presentato da privatista al liceo scientifico Bentivoglio di Tradate, un istituto religioso, ma la sua tesina non ha convinto gli esaminatori, che l’hanno bocciato. L’anno scorso Renzo era stato bocciato in un liceo a Varese. (La Repubblica, lunedì 21 luglio 2008). La nostra solidarietà al ragazzo, vittima di circostanze sfortunate probabilmente annose, anche se magari non risalenti addirittura all’Unità d’Italia. E con la solidarietà una proposta desunta da Anna dei miracoli, stupendo film basato su vicende reali: ci offriamo (gratis) a Renzo come insegnanti privati, e ci impegniamo a risolvere i suoi problemi scolastici. A una condizione: che egli ci sia consegnato, e per tre mesi non possa comunicare che con noi. Con la piccola Helen Keller funzionò, anche se era cieca, sorda, muta e trattata come una bestiolina dai suoi. E noi ― benché Romani, Meridionali, di Sinistra (vera) e Rom honoris causa ― siamo certi di farcela. Già il semplice cambiamento d’aria gli gioverà, povero Renzo: dalle stalle alle stelle.

 

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(su) Imprese private e Stato, in Italia e nel mondo: Tra il 1991 e il 1992 (dopo il crollo dell’Unione Sovietica, n.d.r.) ...un vecchio mondo si frantuma... Mondi che prima erano separati da ostacoli, più o meno, invalicabili ― o valicabili a prezzo di grandi rischi ― entrano in costante comunicazione... I servizi segreti, che, con il mondo diviso in blocchi, erano monopolisti dell’informazione, perdono nello spazio di un mattino la loro supremazia. È uno scettro che passa nelle mani dell’impresa privata. Italtel, per dire, dopo il 1989 aveva 150 - 200 uomini in Urss e agiva con i governi delle singole repubbliche dell’ex blocco sovietico mentre il Sismi faticava per infiltrare anche soltanto un uomo oltre le linee. Chi contava di più? Chi poteva avere più informazioni? (dall’intervista di Giuliano Tavaroli, ex agente segreto della Telecom, a La Repubblica di lunedì 21 luglio 2008). Altro che privatizzazioni. Se perfino i servizi segreti sono in mano a quelle che Noam Chomsky chiama le tirannie private, allora il cosiddetto Stato ― che era l’unica nostra difesa dal prepotere criminale di quelle stesse tirannie ― è ormai solo una commedia recitata per turlupinarci. E pensare che c’è chi si concede l’infame lusso di sentirsi superiore ai Rom, o agli Immigrati, o ai Poveri. Mentre per i potentati della disumanità mercantile (a cui anche le finte sinistre si son vendute da almeno vent’anni) siamo tutti quanti, noi e i Rom e gli Immigrati e i Poveri, quasi (?) inerme carne da cannone.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Nel 2001, quando Berlusconi e i suoi si insediano a palazzo Chigi, (va) al potere una famiglia impenetrabile, gente che è insieme, gomito a gomito, dai banchi di scuola, gente che pensa solo agli affari e all’assalto alla diligenza... (Tavaroli annuncia in settembre una memoria difensiva molto documentata, e comunque va ricordato qui che la sua è la ricostruzione di un indagato, nota de La Repubblica) Mi immagino una piramide. Al vertice superiore Berlusconi. Dentro la piramide, l’uno stretto all’altro, a diversi livelli d’influenza, Gianni Letta, Luigi Bisignani, Scaroni, Cossiga, Pollari. È il network che, per quel che so, accredita Berlusconi presso l’amministrazione americana. Io non esito a definire questa lobby un network eversivo che agisce senza alcuna trasparenza e controllo. (dall’intervista di Giuliano Tavaroli, ex agente segreto della Telecom, a La Repubblica di lunedì 21 luglio 2008). La cosa più orribile, se il Tavaroli dice il vero, è lidea di starsene tutti dentro una piramide, l’uno stretto all’altro, con persone di quella sorta. Una piramide minuscola, se ci stanno così stretti in appena cinque. E con il Berlusconi sopra, al vertice superiore, spaparanzato su tutti. Ma il Berlusconi in che senso starà sopra? All’interno o all’esterno? Poiché, se sta dentro, poggia almeno su morbidi gropponi, anche se incastrato nel cacume della piramide. Ma se sta fuori siede proprio sull’acuminato del cacume medesimo. Senz’aria quelli dentro, impalato quello fuori... Speriamo, per il bene dei poveretti, che l’orribile immagine sia frutto dell’intraprendente fantasia difensiva del Tavaroli.

 

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Umberto Bossi: Gli insegnanti sono ignoranti. (La Repubblica, domenica 20 luglio 2008). Ignoranti? Peggio. Poiché è anche da mani d’insegnante che escono gli Umberto Bossi.

 

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Umberto Bossi: Bisogna far eleggere i magistrati dal popolo, così possiamo sperare che venga fuori il meglio. (La Repubblica, domenica 20 luglio 2008). In effetti, si ha proprio l’impressione che dal voto degli Italiani venga fuori il meglio... Ma ciò che fa più ridere, nelle pensate di questa risma, è la tosta “identità” padana che lasciano intravedere: imitare gli Americani fin nei dettagli, ecco la famosa “identità” padana.

 

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I Rutelliani (cioè quelli che disprezzano sé stessi fino a vedersi più come pezzi di Rutelli che come esseri umani interi): E i neo-dem, i rutelliani, primi firmatari Pierluigi Mantini e Renzo Lusetti, hanno presentato un lodo per sospendere i processi per tutti i parlamentari, a patto che non ci sia flagranza di reato. (La Repubblica, domenica 20 luglio 2008). Audaci, questi pezzi di Rutelli: possibile che siano così sicuri che non saranno mai colti in flagrante?

 

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Stefania Prestigiacomo (ministro dell’Ambiente): Privatizzare il verde. È il progetto del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Nel mirino 800 zone del territorio, dal parco d’Abruzzo alle Dolomiti, che potrebbero essere gestiti da imprese a fini di lucro. “Lo Stato non ha più risorse,” ha dichiarato il ministro, “per questo dobbiamo cambiare le cose.” (La Repubblica, domenica 20 luglio 2008). Qual è il compito di un ministro dell’Ambiente come Stefania Prestigiacomo? Rendersi inutile privatizzando l’oggetto del proprio ministero. Vediamola così, immaginiamoli che a uno a uno si rifanno e si riscoprono inutili. Come quel tizio che scavava, scavava, scavava... e poi ci si è buttato dentro e si è messo tranquillo.

 

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Maurizio Gasparri: Il Consiglio superiore della Magistratura presieduto dal presidente della Repubblica? Una “cloaca”. “Correntizio, partitizzato, parcellizzato”. Uno “scandalo che offende gli Italiani.” (La Repubblica, sabato 19 luglio 2008). Ai neofascisti del Movimento sociale italiano, una volta, si consigliava di tornare nelle fogne. E una cloaca cos’è, se non una fogna? Lasciamo in pace il povero Gasparri: voleva offendere nessuno, quella parola gli è salita alle labbra insieme a un empito incontenibile di nostalgia.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(sul) Pidièlle: Per oltre un mese, a Belluno, il sindaco e gli assessori di centrodestra hanno potuto parcheggiare gratis, ovunque, le loro auto. Non solo quelle di servizio, ma anche quelle personali. Così avevano deciso loro stessi, votando il 3 giugno un’apposita delibera, pare dopo avere ricevuto una serie di multe. (Il Venerdì di Repubblica, venerdì 18 luglio 2008). Poverini, forse l’hanno fatto perché si son sentiti diversamente abili.

 

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(su) Comunione e Liberazione: Succede all’ospedale di Niguarda, uno dei colossi della sanità lombarda, dove Cl ha conquistato i vertici dell’ente. Un medico anestesista si è rifiutato di somministrare un antidolorifico a una donna ricoverata per un aborto terapeutico: “Mi spiace, sono un obiettore di coscienza: non posso farlo,” ha risposto alla donna, una giovane ucraina di 30 anni, in preda a dolori fortissimi causati dai primi interventi per l’induzione dell’aborto teraupetico. (Repubblica, giovedì 17 luglio 2008). “Eh, signora mia, siamo nati per soffrire...”, questo è il livello culturale dei cosiddetti “difensori della vita”. Se ne possono dedurre anche le condizioni psichiche?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi: Ma vi pare che vado a dire certe cose proprio a Mara? Una persona di santi princìpii, Mara: una Santa Maria Goretti. (La Repubblica, giovedì 17 luglio 2008). Ignoranti di storia sacra come confessiamo di essere per nostra scelta quasi emisecolare, ci siamo documentati su Microsoft Encarta: Goretti, Maria (1890 - 1902), martire cristiana. Cresciuta in un ambiente rurale dove, accanto alla miseria estrema, condivise l’intensità del sentimento religioso della sua famiglia, fu oggetto, all’età di dodici anni, delle insidie di Alessandro Serenelli, un giovane che lavorava nella stessa cascina dei Goretti. La sua resistenza ebbe un epilogo tragico il 5 luglio 1902, quando il Serenelli la colpì mortalmente con un punteruolo. Venerata come martire, fu canonizzata da papa Pio XII nel 1950. Dunque, se Mara Carfagna è Santa Maria Goretti (e siamo immensamente lieti di dire che a noi non consta in alcun modo il contrario) la domanda che sorge spontanea è: chi sarà l’Alessandro Serenelli che la insidia, e che un giorno (non sia mai) la colpirà mortalmente? (P.s.: e così ci è toccato apprendere che la povera bambina Maria Goretti ― fatto su cui è naturalmente impossibile ridere ― fu assassinata nel 1902 alla stessa età in cui noi decidemmo, nel 1963, di fare a meno del sacro vita natural durante...)

 

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(su) Silvio Berlusconi: A cena da Berlusconi l’“Italia del fare”. Imprenditori convocati a Villa Madama (titolo de La Repubblica di giovedì 17 luglio 2008). E non solo gli imprenditori. C’erano anche i capi della Confcommercio e della Confesercenti. I sindacati invece no, nessuno. Ovvio: i lavoratori non fanno parte dell’Italia del fare. I lavoratori non fanno. I lavoratori sono l’Italia dell’essere sfruttati a morte.

 

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(su) Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Soci: Il decreto legge sull’Ici ha cancellato i 45 milioni di euro per il ripristino dei paesaggi degradati; 105 milioni sono stati dirottati a compensare mancati introiti Ici e al Fondo per la politica economica; infine, il decreto legge 112/2008 taglia ai Beni culturali nel prossimo triennio quasi un miliardo, di cui 761 milioni dalla tutela dei beni culturali e paesaggistici (Salvatore Settis su La Repubblica di giovedì 17 luglio 2008). Ma andiamo... A che servono i Beni culturali agli elettori del Pidièlle? Qualcuno stanzia forse dei fondi per comprare anticoncezionali alle monache?

 

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(su) Roberto Maroni (jazzista, leghista e ministro degli Interni) e la sua decisione di non interrompere il rilevamento delle impronti digitali dei Rom, ma anzi di estenderlo a tutti i cittadini italiani: È affascinante la possibilità di essere riconosciuti attraverso sensori che leggono i codici naturali che ci portiamo addosso, come impronte, iride, voce... Ma fino a che punto possiamo essere tranquilli che tali informazioni non possano essere catturate e sottoposte a un uso distorto? (Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, citato da La Repubblica di giovedì 17 luglio 2008). È come se un energumeno, accusato di avercela con noi per averci preso a cazzotti, decidesse di malmenare chiunque incontra per dimostrare la propria imparzialità. Una decisione razzista e lesiva della libertà individuale, una volta estesa a tutti gli Italiani, cessa di essere razzista ma rimane lesiva della libertà individuale. Molto significativo, poi, che perfino un ex neofascista come il Fini si sia ritrovato meno a destra del Maroni...

 

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(su) (e di) Walter Togliattino Veltroni: Sono in politica da meno di un anno, come membro del Partito democratico chiedo scusa a tutti gli Italiani per tutte le volte che il mio partito non ha difeso la democrazia, non ha provato a ripararla, non si è sforzato di attuare o proteggere la Costituzione, di ampliare la libertà di ciascuno (da una bella lettera di Pier Giorgio Gawronski, della Direzione nazionale del Pidì, a La Repubblica di mercoledì 16 luglio 2008 ― clicca qui per leggerla per intero). Le parole di Gawronski (benché purtroppo facili da prevedere ― e da noi previste, clicca qui per verificarlo ― già durante la campagna elettorale per la carne giovane cinicamente messa in atto dal Togliattino) fanno piangere. Ma se vogliamo ridere, ci pensa il Veltroni con la sua “involontaria” (ah, voce dal sen fuggita...) rispostina a Gawronski: Sapete cosa invidio ai partiti del centrodestra? Il silenzio. (Walter Veltroni, citato da La Repubblica dello stesso giorno). Capito, Gawronski? Vuole il silenzio. Non solo: lo invidia al centrodestra. Cioè a Berlusconi. Faccia silenzio, Gawronski, che è meglio. Se no come fa il Togliattino a sentirsi un Berluschino?

 

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Massimo D’Alema: In determinate condizioni politiche la grande coalizione tra Pidì e Pidièlle non sarebbe uno scandalo. (La Repubblica, martedì 15 luglio 2008). Traduzione: se Silvio Berlusconi scegliesse me, come capo della finta “opposizione”, io non mi scaglierei contro la grande coalizione come farò se invece la farà fare a Veltroni.

 

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Il Pidì di Walter Togliattino Veltroni: Oggi la direzione del Pidì discuterà anche delle elezioni europee del 2009. Sono tutti d’accordo su uno sbarramento al 3% con le preferenze. Ma Berlusconi invece vuole il 5% e l’abolizione delle preferenze. E sarà il Cavaliere a decidere. (La Repubblica, martedì 15 luglio 2008). Lo sbarramento al 5% mira a eliminare la Sinistra (e nel caso del Berlusconi anche la Destra estrema) dal Parlamento europeo, così com’è già avvenuto in Italia. Il Veltroni si accontenta del 3% perché sa che tanto il lavoro sporco glielo farà il Berlusconi. Oh, il Veltroni griderà, certo (così qualche allocco o furbacchione della Sinistra, vista la mala parata, potrà correre a intrupparsi nel Pidi senza arrossire troppo) ma come al solito non farà alcuna opposizione seria.

 

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La finto-“sinistra” Linda Lanzillotta: L’emendamento del governo approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera genera il ribaltamento delle parti: fino a un anno fa era il centrodestra ad accusare il governo di non riuscire ad aprire al mercato i feudi delle varie municipalizzate” nel settore dei trasporti, della gestione dei rifiuti o delle utenze luce, acqua e gas; ieri invece era l’ex ministro del Pidì, Linda Lanzillotta, ad affermare che le nuove misure “vanificano la liberalizzazione...” e che nella decisione del governo ha evidentemente pesato la volontà della Lega di mantenere il controllo degli enti locali. (La Repubblica, martedì 15 luglio 2008). La finto-“sinistra” Lanzillotta si batte da anni per la privatizzazione dell’acqua, cioè per aggiungere una bolletta idrica di 200-300 euro ogni due mesi alle troppo poche che già paghiamo. Il governo Prodi non poté accontentarla perché i ministri della Sinistra glielo impedirono. Il governo Berlusconi nemmeno, perché glielo impedisce (per motivi ben diversi) la Lega. Ma niente paura: il Pidì “che corre da solo” è nato apposta per accontentare lei e tutti quelli come lei. Solo, stia attenta con queste dichiarazioni: dovete recuperare voti fra chi sarà disposto a credervi “di sinistra” ancora una volta.

 

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Francesco Cossiga (democristiano, ministro degli Interni durante il rapimento Moro, nel 1979 capo di un governo in cui sedevano due ministri e tre sottosegretari iscritti alla loggia massonica segreta P2, presidente della Repubblica, senatore a vita, appassionato di tecnologie informatiche e servizi segreti, rivolgendosi alle forze dell’ordine): Contro il libidinoso nanetto ministro di un governo di piccoli mercanti e cattivi contabili che si dimostra privo del senso delle istituzioni e che vuole affamarvi e disarmarvi ― vedi sotto ― scioperate!... E tenete pronte e ben oliate le vostre armi! Può venire il momento in cui insorgere potrà essere non un diritto, ma un dovere. (La Repubblica, martedì 15 luglio 2008). Che il Cossiga inciti i corpi armati della Repubblica alla ribellione non ci meraviglia: conosciamo il suo senso dello Stato da almeno trent’anni. Quel che ci stupisce, piuttosto, è la clamorosa caduta di stile di quell’accenno ai nanetti: non è bello offendere Brontolo, Dotto, Pisolo, Eolo, Gongolo, Mammolo e Cucciolo con simili accostamenti.

 

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Silvio Berlusconi: Sono determinatissimo. Il dialogo non è una mia preoccupazione. Se c’è, bene. Altrimenti non è necessario: anche sulle riforme costituzionali posso far da solo... Andremo avanti col nostro programma in piena serenità di spirito e convinti di avere con noi non la maggioranza, ma la grande maggioranza degli Italiani (maiuscola nostra, n.d.r., La Repubblica di lunedì 14 luglio 2008). Eppure Veltroni e D’Alema, ciascuno a suo modo, continuano a scodinzolare. Ci viene un dubbio: se già loro sono gli scodinzolatori di Berlusconi, i Veltroniani e i Rutelliani ― vedi sotto ― che cosa sono? Le pulci? E i portaborse dei Veltroniani e dei Rutelliani? La mente vacilla...

 

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I Rutelliani, cioè quelli che disprezzano sé stessi fino a vedersi più come parti di Francesco Rutelli che come interi (e che vorrebbero astenersi o anche votare a favore del cosiddetto decreto “sicurezza”, che mette le più alte cariche dello Stato al di sopra della legge e i Rom, cioè tutti noi, al di sotto): Il 70% delle proposte del governo sono le nostre, certo c’è l’aggravante contro gli Immigrati, ma si può arrivare a un’astensione sul provvedimento e un sì a singole misure (Pier Luigi Mantini). Veltroni è stato troppo frettoloso sul voto contrario (Renzo Lusetti). Abbiamo ottenuto un grande risultato (con la modifica della norma blocca-processi, ottenuta però in cambio della sostanziale accettazione dell’immunità per i quattro Presidenti) e se votiamo contro lo svalutiamo. La via giusta è l’astensione (Enzo Bianco). I due terzi? I quattro quinti? I nove decimi? Quanti sono, nel Pidì, i già pronti a passare a Destra nel caso che il regime arrivi alle estreme conseguenze delle sue fin troppo esplicite premesse? Noi pensiamo tutti, meno due o tre.

 

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Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini e Francesco Rutelli: Noi stiamo con la piazza, non con il potere: nell’eterna lotta fra Davide e Golia, stiamo con Davide. Nelle piazze c’è la politica, mentre nelle stanze del potere c’è la politica dello scandalo (Tonino). L’idea che la prima cosa da fare sia la riforma dei regolamenti per riconoscere il “governo ombra” equivale ad accettare l’idea di Berlusconi. Veltroni rifletta sul fatto che il “governo ombra” è funzionale agli interessi della maggioranza (Pierferdy). Il Pidì nasce per fare l’agenda del Paese e invece siamo al traino di Berlusconi... Bisogna prendere le impronte a tutti, senza discriminazioni razziali, e banca del dna almeno per i condannati in primo grado (Francesco, detto Cicciobello, che la prossima volta chiederà la pena di morte: per tutti, senza discriminazioni razziali) (La Repubblica, domenica 13 luglio 2008). Il capolavoro di Walter Togliattino Veltroni: resuscitato Berlusconi, cacciata la Sinistra dal Parlamento, messo Di Pietro a usurparne il posto, si fa scavalcare a sinistra da Casini e a destra da Rutelli in un teatrino di burattini che farebbe ridere se non fosse macabro. E accusa i comici di far politica, lui, buttato là come un Pulcinella sdrucito in mezzo al casino che ha combinato.

 

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La sicurezza” di Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Roberto Maroni: Lampadine fulminate, telecamere spente, tubi dell’acqua che perdono. Quest’estate, caserme dei carabinieri, questure e commissariati rimarranno a secco: senza un euro in cassa. Gli “accreditamenti per le manutenzioni ordinarie” sono infatti sospesi da una circolare interna del Viminale, datata 13 giugno 2008... E non è tutto: mancano i soldi per gli agenti sui treni a lunga percorrenza, e sono stati dimezzati i fondi per la squadra nautica di Porto Empedocle: le motovedette impegnate sul fronte caldo dell’immigrazione clandestina rischiano di rimanere in porto. (La Repubblica, domenica 13 luglio 2008). È la distruzione dello Stato, portata avanti con implacabile protervia dalle Destre (e dalle finte “sinistre”) di tutto il mondo. Le forze dell’ordine non fanno eccezione, altrimenti non potrebbero arricchirsi le polizie private. E i quartieri che non possono pagarle? No problem, li abbiamo già quasi persuasi a organizzare ronde in ogni strada.

 

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La“sanità” di Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi: Ticket sanitari anche a carico delle categorie ora esenti: anziani con patologie invalidanti, malati oncologici, a prescindere dal reddito. Riduzione dei posti letto ospedalieri... Taglio del personale sanitario, medici, infermieri e tecnici, per raggiungere il pareggio di bilancio. (La Repubblica, sabato 12 luglio 2008). È la distruzione dello Stato, portata avanti con implacabile protervia dalle Destre (e dalle finte “sinistre”) di tutto il mondo. La salute non fa eccezione, altrimenti non potrebbe arricchirsi la sanità privata. E se ci saranno dei morti fra chi non può pagare? No problem, servono anche quelli. A che cosa? A rendere indistruttibile la complicità fra la Destra e i suoi elettori.

 

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Umberto Bossi e tutta la sua Lega: Via libera dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera alla cosiddetta Robin Hood Tax, ma con qualche ritocco, chiesto dalla Lega, che limita la social card ai cittadini italiani invece che estenderla a tutti i residenti. (La Repubblica, sabato 12 luglio 2008). Be’, dobbiamo chiedere scusa, la Lega non è razzista: quella social card ― che trasforma il diritto in carità elemosinando ai poveri e ai pensionati al minimo la miseria di 3-400 euro all’anno a condizione che la tirino fuori in pubblico nei supermercati ― grazie a Bossi e soci agli Immigrati sarà risparmiata. Un vero privilegio, rispetto agli Italiani trasformati in accattoni... Ma questa buona azione gli sarà stata ispirata da un senso di ospitalità verso gli Stranieri, o solo dalla pezzenteria?

 

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Alessandro Vallocchia (del Comitato difesa Esquilino-Monti, Roma): Questi negozi non rispettano le regole. Se nei prossimi giorni non interverranno le istituzioni per sanare la situazione, sfonderò le vetrine di sette esercizi commerciali gestiti da Cinesi: un’operazione “mazzaferrata” per fare rispettare le regole, nella convinzione che assieme a me scenderanno in piazza decine di altre persone. (Cronaca di Roma de La Repubblica di venerdì 11 luglio 2008). Era ora che qualcuno si muovesse, e vogliamo contribuire anche noi a fare rispettare le regole: se nei prossimi giorni non interverranno le istituzioni per sanare la situazione, sfonderemo le vetrine di sette esercizi commerciali gestiti da Italiani che nelle ultime settimane non ci hanno rilasciato lo scontrino fiscale.

 

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I rapitori di Bambini: Per sei giorni è stata sottratta alla madre e trattenuta in un centro accoglienza per minori fiorentino una ragazzina rom con passaporto croato di 12 anni scambiata per Angela Celentano, scomparsa dodici anni fa. (La Repubblica, venerdì 11 luglio 2008). L’antica diceria è dunque vera, purtroppo: gli Italiani rapiscono i Bambini. Non solo i Bambini degli Ebrei, come hanno fatto fino ai primi decenni del Novecento su istigazione della Chiesa, ma anche i Bambini dei Rom. Sarà il caso di fare uno screening del dna di tutte le famiglie italiane per controllare che i Bambini che hanno con sé siano davvero loro?

 

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(su) Roberto Bobo Maroni (leghista, jazzista e ministro degli Interni): Il Parlamento europeo, con 336 sì, 220 no e 77 astenuti, ha chiesto alle autorità italiane di “astenersi dal raccogliere le impronte digitali dei Rom, minori inclusi, e dall’utilizzare quelle già prese in attesa dell’imminente valutazione della Commissione europea” perché il provvedimento voluto dal ministro Maroni costituisce “un chiaro atto di discriminazione su razza e origine etnica vietato dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo,” in particolar modo per aver motivato il censimento con la dichiarazione di uno stato di “grave emergenza sociale...,” che consente ai prefetti di adottare “misure straordinarie in deroga alle leggi...” Per capirci, si tratta di una normativa che permette di introdurre il coprifuoco e la legge marziale... Per fare un esempio, l’ordinanza del presidente del Consiglio del 31 maggio, “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi della regione Lazio,” prevede la possibilità di derogare a una quindicina di leggi e decreti dello Stato e delle Regioni. Tra queste, la normativa che fissa limiti alla possibilità per le forze dell’ordine di identificare i cittadini e quella che stabilisce il diritto di ognuno a conoscere l’utilizzo dei dati che lo riguardano. (La Repubblica, venerdì 11 luglio 2008). Le tre etnie italiche del trio Berlusconi-Maroni-Fini: i quattro superuomini legibus soluti (i presidenti della Repubblica, del Consiglio dei ministri, della Camera e del Senato); gli uomini (una confusa maggioranza di persone i cui diritti sono tutti in pericolo per il semplice fatto che non sono più uguali per tutti, sono stati sottratti alla Costituzione e sono ormai nelle mani del governo); e i sottouomini (i cui diritti umani sono stati diminuiti per decreto). Ma a scatenare il trio, non dimentichiamolo mai, fu Walter Togliattino Veltroni, che dopo l’assassinio della signora Reggiani si mise a gridare all’emergenza Rumeni e si incontrò con Berlusconi accordandosi con lui per la caduta del governo Prodi. E credendo pure di essere furbo.

 

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Le belle facce del duopolio e del baratto: Walter "Togliattino" Veltroni e Silvio Berlusconi. Indovinello: chi dei due si sentiva più furbo, in quel momento?

Le belle facce del duopolio e del baratto: Walter Togliattino Veltroni e Silvio Berlusconi.

Indovinello: chi dei due si sentiva più furbo, in quel momento?

 

Ezio Mauro (direttore de La Repubblica, a proposito della manifestazione di martedì 8 luglio a piazza Navona, a Roma, e delle parole che vi sono state pronunciate da Marco Travaglio, Beppe Grillo e Sabina Guzzanti): Con un crescendo da “Corrida” che mescolava denunce planetarie e racconti da Calandrino sul Cavaliere, accuse a Napolitano (come se fossero le istituzioni di garanzia il vero problema del Paese) e al Pidì come principale nemico, secondo la tradizione consolidata della peggior sinistra, per cui il vero avversario è il tuo compagno. (La Repubblica, venerdì 11 luglio 2008). Il Mauro mente due volte in poche righe. La prima menzogna: è stato il Pidì a rompere con la Sinistra, non il contrario. La Sinistra manifestò contro il governo, certo, e Fausto Bertinotti si spinse fino a definire Prodi un grande poeta morente, ma non ruppero il rapporto né l’alleanza. Il governo Prodi cadde per opera della sua destra interna, cioè di Walter Togliattino Veltroni, con la famosa dichiarazione che avrebbe corso da solo, e di Clemente Ceppaloni Mastella che ne trasse le conseguenze. La seconda menzogna: l’avversario della Sinistra ― quella vera, attualmente (quasi) tutta da (ri)costruire ― non è il tuo compagno per il semplice motivo che Walter Togliattino Veltroni non è un compagno e non è di Sinistra, avendolo lui stesso più volte esplicitamente dichiarato. Il vero avversario, dunque, non può essere solo la Destra, ma necessariamente anche la finta “sinistra” che della Destra è un valido sostegno: quando è al governo perché governa come la Destra o non ne smantella il funesto operato; e quando non è al governo perché riesce purtroppo a menare per il naso ancora molti elettori di Sinistra facendo loro credere (a parole, e per di più fiacche e ripetitive) di essere un’autentica forza di opposizione. Ingombrando il terreno alla nascita di un’opposizione e una Sinistra vere. E diffondendo incultura, disvalori e disperazione nell’elettorato di Sinistra. Che c’è da ridere?... Solo la pervicacia con cui gli Scalfari e i Mauro continuano a credere che l’avventura del Pidì abbia un futuro. Per il nostro povero Paese, il solo futuro sano possibile, la sola speranza, è che l’equivoco finta “sinistra” sia raso al suolo, sulle rovine sia sparso il sale, e il popolo italiano metta al mondo una Sinistra assolutamente nuova e davvero trasformativa, non compromessa in alcun modo con la vecchia classe dirigente.

 

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(su) Vladimir Vladimirovic Putin e Dmitrij Anatol’evic Medvedev (amici russi di Silvio Berlusconi): Oggi una legge approvata dalla Duma (il Parlamento russo, n.d.r.) autorizza gli omicidi commessi al di fuori dei confini della Federazione da agenti dei Servizi. Nel suo ufficio-fortezza di Knightsbridge, Boris Berezovsky (miliardario russo fuggito in Gran Bretagna e diventato un acerrimo nemico del regime putiniano) discute con la foga compiaciuta di chi, all’indomani della morte di Litvinenko, aveva visto lungo. Dice: “Non c’è nulla di casuale nella guerra di spie che si è scatenata a Londra... Perché la verità è che Mosca conosce un solo linguaggio, quello della supremazia, e sta giocando una partita decisiva per affermare la sua egemonia. Questa partita ha due priorità strategiche: il controllo delle fonti di approvvigionamento energetico, gas e petrolio, e la protezione degli immensi capitali russi che ogni giorno muove la finanza londinese. È una lotta tra democrazia e totalitarismo. Tra Capitale di mercato e Capitale criminale. (Carlo Bonini su La Repubblica di venerdì 11 luglio 2008). Naturalmente non abbiamo nessun dubbio che, fra i due capitali, Silvio Berlusconi porti agli amici Putin e Medvedev il proprio know how sul capitale di mercato, quando li incontra... Ops, chiediamo scusa: naturalmente, intendevamo dire: non abbiamo alcun dubbio.

 

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Le belle facce del Pidièlle: la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco.

Le belle facce del Pidièlle: la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco.

 

Anna Cinzia Bonfrisco (senatrice forzaitaliota, andando a portare solidarietà al ministro Mara Carfagna): Io suggerisco il ricovero ospedaliero per Sabina Guzzanti, perché è evidente che si tratta di una persona piena di problemi. Quel padre (Paolo Guzzanti, deputato anche lui forzaitaliota, n.d.r.) ha grandi responsabilità: come ha fatto a rendere questa figlia così infelice? (La Repubblica, giovedì 10 luglio 2008). Diagnosi selvaggia per diagnosi selvaggia, suggeriremmo alla senatrice Bonfrisco di fare outing: come ha fatto a innamorarsi così di Sabina? Anche se abbiamo sentito dire che queste sparate di solito non le fanno contro i padri, ma contro i mariti o i fidanzati delle concupite... (Della Bonfrisco, del resto, ci eravamo già occupati ― clicca qui ― quando chiese di inserire nel decreto “sicurezza” il permesso di portarsi in borsa lo spray al peperoncino: dunque il quadro clinico si precisa...)

 

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Mara Carfagna (ministro delle Pari opportunità): Via le prostitute dalle strade. Multe e arresto per chi vende sesso e per chi lo compra sotto gli occhi di tutti. Via libera di massima, invece, alle case chiuse. Lo schema di disegno di legge sulla prostituzione messo a punto dal ministero delle Pari opportunità (con il placet del Viminale) dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri domani. (La Repubblica, giovedì 10 luglio 2008). Pensata che naturalmente è un altro mostro anticostituzionale. È come proibire ai genitori di schiaffeggiare i figli sulla pubblica via e invitarli a farlo solo in privato. Un comportamento o è criminoso o non lo è. Ma si può pensare che la ministra Carfagna sia stata animata da buone intenzioni: in fin dei conti non è mica giusto che la riservatezza di chi si prostituisce nei palazzi sia tutelata e chi lo fa per strada invece lo vedano e lo conoscano tutti...

 

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Silvio Berlusconi: In Giappone ha ripreso a teorizzare la politica del confronto. Ma, ha avvertito, solo se Veltroni regge. Perché, è il suo ragionamento, se davvero resterà segretario solo fino alle elezioni europee, allora tanto vale iniziare a cambiare interlocutore fin da ora.” E l’interlocutore... si chiama Massimo D’Alema. Tant’è che pochi giorni fa, prima di partire per Tokyo, durante un incontro fra ministri ha raccontato di aver chiesto a un importante banchiere romano ― in grado di tessere rapporti con entrambe le sponde politiche ― si organizzare un incontro proprio con l’ex presidente del Consiglio. (La Repubblica, giovedì 10 luglio 2008). O è falso, e il Berlusconi cerca solo di fare un favore al Veltroni facendo sembrare il D’Alema un amico suo. O è vero, e il Berlusconi cerca solo di fare un favore al D’Alema facendo sembrare il Veltroni un nemico suo. In entrambi i casi, il D’Alema e il Veltroni sono tutti e due amici suoi e nemici nostri. E il Berlusconi di tutti e due ha bisogno, per continuare a fingere che un’opposizione ci sia.

 

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La Scuola e la Guerra secondo la Destra e la finta “sinistra”: Sulla manovra non è detta l’ultima parola. Dobbiamo puntare a dimezzare i tagli alla Difesa da 668 a 300 - 200 milioni di euro,” ha detto Ignazio La Russa. Il responsabile della Difesa punta sulla battaglia che i deputati di maggioranza e opposizione ingaggeranno insieme in parlamento per cambiare la consistenza dei tagli. (La Repubblica, giovedì 10 luglio 2008). Per i tagli alla Scuola non vale la pena di scaldarsi, ma per la Difesa sì. E Pidièlle e Pidì si scaldano fianco a fianco, perché in merito la pensano allo stesso modo: di Scuola ai “nostri ragazzi” ne basta poca, tanto poi li dobbiamo mandare a crepare per gli Americani.

 

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(su) Silvio Berlusconi: L’Alto Commissariato per la lotta alla corruzione è stato sciolto per tagliare la spesa pubblica. La decisione è in un articoletto passato inosservato del decreto legge del 25 giugno scorso. (La Repubblica, giovedì 10 luglio 2008). Ci pare sensato: lottare contro chi ha già vinto su tutta la linea è un evidente spreco di risorse.

 

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Roberto Maroni (ministro degli Interni): Tengo a precisare di non aver mai disposto alcun censimento per i Rom, una misura di cui non ho mai parlato perché sarebbe su base etnica. Ho invece disposto un censimento per i campi nomadi, dove con ogni evidenza ci sono Rom ma anche Extracomunitari. Dunque la mia non è una iniziativa sui Rom ma sui campi nomadi, e le due cose non possono e non devono essere confuse. Così ho corretto l’impostazione, questa sì etnica, di Amato e Minniti, che avevano decretato l’emergenza per i Rom. (Repubblica, mercoledì 9 luglio 2008). Vuoi perseguitare in santa pace un gruppo di esseri umani? Facile: basta dichiarare che non sono un’etnia. Se ci pensava Hitler, era in una botte di ferro: Io non ho disposto alcuna misura contro gli Ebrei, avrebbe detto. Ho solo disposto un censimento degli Antipatici, fra i quali con ogni evidenza ci sono Ebrei ma anche Bambini diversamente abili, Malati incurabili, Zingari, Omosessuali e Comunisti. Dunque la mia non è un’iniziativa sugli Ebrei ma sugli Antipatici, e le due cose non devono e non possono essere confuse. Geniale Maroni: ci fosse stato lui, accanto a Hitler! (P.s.: però su una cosa ha ragione: gli Amato, i Minniti, i Veltroni e i Penati non sono meglio. Sterminali, Roberto! Tanto la finta “sinistra” non è mica un’etnia...)

 

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La bella Lombardia di Roberto Maroni, Roberto Formigoni, Filippo Penati (vedi sotto), Letizia Moratti e Gian Valerio Lombardi prefetto di Milano: Ultima settimana di vita della moschea milanese di viale Jenner. Da venerdì 18, la tradizionale preghiera del venerdì della più numerosa comunità islamica di Milano traslocherà al velodromo Vigorelli, costruito nel 1935, teatro di sfide ciclistiche memorabili, che ospitò nel 1965 l’unico concerto milanese dei Beatles. (La Repubblica, mercoledì 9 luglio 2008). Non si vantino troppo, adesso: l’idea di schiaffare in uno stadio tutti quelli che si vogliono far sparire non è originale, l’hanno già avuta Pinochet in Cile e Bush a New Orleans. Dice: ma al Vigorelli non ci saranno i soldati a puntargli addosso i mitragliatori. Mica vero, il deputato leghista Matteo Salvini ha pensato anche a questo: Chiediamo cento agenti per pattugliare il Vigorelli e riaccompagnare la gente dopo la preghiera, ha dichiarato (La Repubblica, mercoledì 9 luglio 2008). Ma questi Padani non farebbero prima a stare un po’ più appresso alle figlie, alle sorelle, alle mamme, alle mogli? Così non avrebbero più tanta paura che gli scappino con gli Stranieri. E costerebbe anche meno all’erario.

 

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Silvio Berlusconi e Soci: Novità anche per quanto riguarda il mercato del lavoro: un emendamento prevede che il lavoratore licenziato abbia quattro mesi di tempo per impugnare la decisione del datore di lavoro. Mentre fino a oggi, fra tempi di impugnazione e azione da parte dell’avvocato c’erano un anno e due mesi. (La Repubblica, mercoledì 9 luglio 2008). Sembra una bagatella, una cosetta da niente... Ma questa “cosetta” scoraggerà di fatto la maggior parte dei lavoratori dall’intentare vertenza. Più tempo a disposizione prima dell’azione legale, infatti, significava per il lavoratore più possibilità di trovare un altro lavoro e di consolidarvisi. Cioè di sentirsi ragionevolmente al sicuro da un vendicativo passaparola fra il padrone vecchio e quello nuovo. Che c’è da ridere?... Be’, un gran sollievo per la povera Lotta di Classe, che Walter Togliattino Veltroni dava per defunta e invece a quanto pare è viva e vegeta. Anche se a colpire, al momento, è una parte sola.

 

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(su) George Bush: In novembre gli abitanti di San Francisco voteranno, oltre che per la Casa Bianca, per decidere se intitolare a Bush una discarica di rifiuti. È un luogo che lo rappresenta,” dicono i promotori, “perché ci vorranno anni per rimediare ai danni che ha fatto. Proprio come per le discariche.” (La Repubblica, mercoledì 9 luglio 2008). Anche noi abbiamo un sacco di discariche senza nome. Ma più che a stranieri preferiremmo fossero intitolate a eminenti personalità nazionali. In particolare, ai due principali esponenti dei due schieramenti a noi avversi.

 

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(su) Silvio Berlusconi: “Il premier italiano Silvio Berlusconi è uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per la corruzione e i vizi dei suoi governi... Un uomo d’affari con massicce proprietà e grande influenza nei media, che è considerato da molti un dilettante in politica e ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui mezzi di comunicazione italiani. (Da una cartella per la stampa distribuita dalla Casa Bianca ai giornalisti che seguono il presidente americano al G8 in Giappone, citata da La Repubblica di martedì 8 luglio 2008). Qualcuno dovrebbe spiegare a Bush che è da cafoni trattare in questo modo la servitù.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Silvio Berlusconi un po’ è perseguitato e un po’ è coglione, per come parla di certe cose al telefono. (Umberto Bossi, citato da La Repubblica di martedì 8 luglio 2008). Il Bossi non fa che parlare (vedi sotto) di palle e di coglioni. Strana ossessione, nella quale per ovvi motivi non riusciamo a immedesimarci. Ci guardiamo bene, tuttavia, dallo stigmatizzarlo per questo: aver sempre in bocca palle e coglioni è cosa strettamente privata.

 

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Mara Carfagna (ministro per le Pari opportunità): A ogni discorso ho un fuoco interno che mi brucia e che incide sul mio peso. (La Repubblica, martedì 8 luglio 2008). Sarebbe ora che la lasciassero in pace, perché è evidente che la poverina non sta bene. Dopo tutto quello che ha passato prima di diventare ministro...

 

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Filippo Penati (presidente Pidì della provincia di Milano): Io sono molto distante dal modo di pensare del centrodestra, ma non posso tollerare che a viale Jenner venga violata la legge. Il venerdì tutta la zona è invivibile. Migliaia di persone che pregano in strada sono un fatto che non si può più tollerare. Multe a chi intralcia il traffico e libertà di culto a chi può pregare all’interno. (La Repubblica, lunedì 7 luglio 2008). Il finto “sinistro” Penati ci fa sempre pensare ai conati, ma questa volta siamo d’accordo con lui e sentiamo anzi di doverlo ringraziare. Era ora che qualcuno lo dicesse: le processioni che bloccano la circolazione per ore, le centinaia di persone dagli occhi spiritati in marcia dietro una croce, i poveri automobilisti a passo d’uomo alle loro spalle in attesa che le strade tornino libere ma impossibilitati a protestare per paura di essere tirati fuori dalle macchine e pestati a sangue da un manipolo di energumeni cantilenanti fra gli strilli delle beghine, i tuoi figlioletti intimiditi che ti fanno domande imbarazzanti alle quali non sai come rispondere... Tutto questo è intollerabile, e deve finire.

 

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Nicola Rossi (economista del Pidì e relatore di minoranza del Dpef, Documento di programmazione economica e fiscale, alla Camera): La verità è che la manovra del governo è stata sbagliata, decisamente rinunciataria e poco coraggiosa sul versante dei tagli. (La Repubblica, lunedì 7 luglio 2008). Poco coraggiosa? Una sola assunzione ogni dieci pensionamenti nel settore pubblico comprese le forze dell’ordine, miliardi in meno ai Beni culturali e alla ricerca, e soprattutto otto miliardi e centomila insegnanti in meno in tre anni alla Scuola, alla finta “sinistra” sembrano tagli poco coraggiosi?... Be’, in effetti si può capire che la pensino così: a gente che da vent’anni si è tagliata da sola le palle, ogni altro taglio deve parere una cosetta da nulla.

 

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Mariastella Gelmini (ministro dell’Istruzione): È ridicolo prendersela con il ministro di turno al di là dell’appartenenza politica. Il problema sono le risorse. È giusto che i cittadini sappiano che il 97% del bilancio dell’Istruzione è fatto di personale e in queste condizioni il sistema non può reggere. È sciocco difendere lo status quo. (La Repubblica, domenica 6 luglio 2008). Hai ragione, Mariastella, è sciocco difendere il personale. Lo dice la parola stessa: un personale è fatto di persone, cioè di esseri umani. Che c’è di più inutile degli esseri umani? E se poi a quegli esseri umani ci aggiungi tutti i bambini e i ragazzi a cui quegli esseri umani insegnano, altro che 97%: le persone raddoppiano, triplicano, centuplicano! Pensa a quanti bei soldi puoi fare eliminandoli e basta.

 

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Il Mondo come piace alla Destra: È l’indifferenza per la sorte delle persone. Più precisamente, è il fatto che nella matrice delle decisioni delle multinazionali le persone non esistono. Non c’è la casella adatta per collocarle. Nelle righe delle azioni da intraprendere queste imprese inseriscono i volumi di produzione prevedibili, la tecnologia del prodotto, i mezzi di produzione da impiegare, la quantità necessaria di materie prime e di semilavorati, e molte altre variabili, tra cui naturalmente la quantità di forza lavoro che occorre. Nelle colonne delle conseguenze di cui tenere conto inseriscono i volumi delle vendite, i ricavi lordi, le possibili contromisure della concorrenza, e il costo del lavoro. In un simile quadro o matrice decisionale la forza lavoro al pari dei suoi costi sono entità astratte, numeri che si aumentano o si riducono con un clic del mouse. Alla fine, fatta girare sul pc, la matrice dice se e quanto conviene produrre, e per quanto tempo. Se il costo del lavoro non fa quadrare i calcoli, si offrono salari più bassi, o si chiedono orari più lunghi a parità di salario. E se pur abbassando il costo del lavoro i conti non tornano, si chiude lo stabilimento o l’ufficio. In tale quadro le persone semplicemente non compaiono. Sono invisibili. Stanno al di là dell’orizzonte di chi decide. Non ci sono caselle in cui dare un peso reale ai bilanci familiari eventualmente compromessi, alla macerazione di chi ha perso il lavoro o non lo trova, al destino dei figli, alla vita della comunità in cui l’impresa opera, al benessere di una regione. (Luciano Gallino, economista, su La Repubblica di sabato 5 luglio 2008). Non ridiamo di Luciano Gallino, naturalmente, che è un insigne studioso e un fior di galantuomo. Ridiamo, amaramente, di chiunque finga ancora di non sapere che le condizioni che resero possibile il nazismo e la Shoah non furono astratte “condizioni”, ma i concreti esseri umani che lo pensarono, lo accettarono, lo favorirono e collaborarono con esso. Oggi il nazismo di Hitler non c’è più, ma i nazisti sono ovunque. E stanno facendo il mondo come lo voleva lui. Al cospetto di queste forze, Berlusconi che realizza il piano di Gelli sembra un moscone che si crede Attila per aver contribuito con la sua cacchetta a inzaccherare il Colosseo. Ben altri piani vanno a compimento negli schermati cervelli di molti nostri vicini apparentemente irreprensibili, degli impassibili ossessi che mugugnano sull’autobus accanto a noi, dei folli che odiano in silenzio come siamo vestiti o le nostre strane facce: un mondo in cui gli esseri umani siano polvere, e la polvere sia oro.

 

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Silvio Berlusconi: La sinistra riformista dovrebbe aver acquisito una sufficiente cultura di governo e invece ha siglato un patto scellerato con l’ala giacobina e giustizialista. (La Repubblica, sabato 5 luglio 2008). Il furbacchione cerca di dare un “aiutino” a Walter Togliattino Veltroni (messo in difficoltà dal Di Pietro, che si crede più bravo di lui a menar per il naso noi) dipingendolo come un suo feroce avversario. Come si dice?... Una mano lava l’altra, e tutt’e due lavano la faccia... di bronzo”. O meglio “in” bronzo, come direbbe il Berlusconi.

 

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Umberto Bossi (parlando di Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione): Mettono a fare i ministri chi non ha mai fatto l’insegnante, mi sentirei più sicuro se la Scuola (maiuscola nostra, n.d.r.) fosse in mano alla Lega, che ha le palle, invece che a Forza Italia. Ci vogliono ministri forti. (La Repubblica, sabato 5 luglio 2008). Per avere le palle di Bossi bisognerebbe essere Bossi. Qualcuno, pur di avere le sue palle, vorrebbe essere nelle condizioni di Bossi? Possiamo sbagliarci, ma ci sentiamo di affermare che perfino Mariastella risponderebbe di no.

 

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Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e innovazione): Penso che alcuni servizi pubblici possano anche essere forniti dai privati. Per esempio le carceri: abbiamo tanti villaggi turistici dismessi, riconvertiamoli affidandoli a controllori privati. Anche la scuola: mettiamo in concorrenza la pubblica e la privata, sarà il mercato a decidere chi deve chiudere. (Citato da Left n° 27 di venerdì 4 luglio 2008). Trasferiti i carcerati nei villaggi turistici, nelle patrie galere svuotate metterà gli scolari. Così le scuole, abbandonate, potranno diventare strutture turistiche. Chiuso il cerchio, si ricomincia: i turisti in prigione, gli scolari nei villaggi dismessi e i carcerati nelle scuole. Al terzo giro, i turisti si ritrovano nei villaggi, gli scolari nelle scuole e i reclusi nei reclusori. A ogni mano, il piatto va ai controllori privati. Grande Brunetta! All’estero ce l’invidiano.

 

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La bella Italia del duopolio Pidièlle-Pidì: La nuova febbre del mattone non conosce ostacoli perché raccoglie consensi trasversali.Tirando i fili del potere si scopre che in Liguria, e in Italia, si è formato un partito unico, trasversale, che va da sinistra a destra. Politici locali e nazionali, imprenditori, alti prelati, banchieri, siedono contemporaneamente in più consigli d’amministrazione e si spartiscono cariche pubbliche, concorsi, appalti, finanziamenti. (Da un’intervista a Marco Preve e Ferruccio Sansa, autori de Il partito del cemento, editore Chiarelettere. Il Venerdì di Repubblica n° 1059, venerdì 4 luglio 2008). Grandioso: la mafia, tutt’al più, in un pilastro di cemento ci inumava un mortammazzato alla volta. Questi, invece, nel cemento ci stanno seppellendo l’Italia intera. E viva, per di più.

 

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(su) Silvio Berlusconi: Le sue parole sono davvero così viziose da metterlo nei guai? Addirittura da costringerlo alle dimissioni? È vero che, in un documento acustico, spiega a Fedele Confalonieri le ragioni postribolari dell’ingresso di qualche ministra nel governo?...Che “Silvio” e “Fedele” vi si intrattengono sulle virtù di una giovane signora planata dallo spettacolo nella politica?... Nessuno potrà più ascoltare le loro parole. La registrazione è stata mandata al macero... (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di venerdì 4 luglio 2008). Che sollievo! Da giorni vivevamo nel terrore che la ministra di cui sopra fosse quella dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Per fortuna, invece – se il D’Avanzo è ben informato – si tratta di quell’altra... come si chiama?... ce l’abbiamo sulla punta della lingua ma non viene... Meno male, comunque, che non era la Gelmini, perché affidare la Scuola a una persona sulla base di quel genere di meriti avrebbe potuto far sospettare, nellautore della scelta, strane fantasticherie contro i Bambini e i Ragazzi italiani. Per fortuna, invece – lo ripetiamo – non è così, e la Gelmini è ministro dell’Istruzione solo per derubare Scolari e Studenti di quanto più tempo d’insegnamento riuscirà a sottrargli.

 

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Angelino Alfano (ministro della Giustizia): Si parla sempre dei padri costituenti, dell’ottimo lavoro che hanno fatto, della Costituzione intoccabile. È mai possibile che l’unica macchia fosse proprio l’immunità? È lì, invece, che bisogna tornare. (La Repubblica, venerdì 4 luglio 2008). Larticolo 68 della Costituzione, nella sua formulazione originaria, stabiliva che: Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale; né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nellatto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o lordine di cattura. Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile. (Nel 1993, tale articolo è stato modificato come segue: Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, ecc., ecc. Abolendo, cioè, l’autorizzazione del Parlamento all’avvio da parte della Magistratura di un procedimento penale.) Ma i padri costituenti, nessuno escluso, durante il ventennio mussoliniano avevano visto deputati e senatori scacciati dal Parlamento, intimiditi, percossi, arrestati dalla canaglia fascista, e Giacomo Matteotti – per ordine del cosiddetto “duce” – rapito e assassinato. Per questo e non per altro vollero garantire ai rappresentanti del popolo sovrano una (per altro parziale) immunità giudiziaria. Non gli passava neanche per l’anticamera del cervello, ai padri costituenti, che di lì a qualche tempo decine di parlamentari della Repubblica sarebbero stati inquisiti per reati comuni. Né tanto meno che costoro non avrebbero provato alcun disgusto a sedere vicino a quegli stessi “post”fascisti da cui essi, i padri, avevano inteso proteggerli per l’avvenire.

 

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(su) Mariuoli e Maria: Un’inchiesta è stata aperta dalla polizia giudiziaria di Pau nei confronti di padre” Raymond Zambelli, rettore dei santuari di Lourdes, sospettato di una distrazione di fondi. Il prete, che avrebbe sul proprio conto 427 mila euro, ha spiegato che son solo frutto di donazioni. Il 13 settembre Benedetto XVI sarà nella città mariana per il 150° anniversario delle “apparizioni” (La Repubblica, giovedì 3 luglio 2008, virgolette nostre). Padre” Zambelli, se davvero si è appropriato di quei soldi, in effetti ha cominciato un po male il suo ritorno dal Cielo alla Terra. Ma quel che conta è iniziare: pian pianino, se è uomo intelligente, capirà che il mondo umano offre di più e di meglio. Un lavoro vero, per esempio, che lo restituisca alla Società e ad autentici rapporti con gli altri. E poi, soprattutto, una donna da amare. Auguri, Raymond! Ma non fermarti lì! Per te, non per noi!

 

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(su) Silvio Berlusconi e Soci: Stanno cambiando gli assetti al vertice dello Stato, con una lotta tra poteri costituzionali che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Vengono travolti princìpi fondativi come quelli dell’eguaglianza e della solidarietà. Cambia così l’assetto della Società, non più fatta di liberi ed eguali, rispettati nella loro autonomia e nella loro dignità, ma di nuovo ordinata gerarchicamente, con gli ultimi, con i dannati della terra posti in fondo alla scala sociale: Immigrati, Rom, Poveri... Non è un fulmine a ciel sereno. Da anni, molte forze lavoravano per questo risultato, molti apprendisti stregoni davano il loro contributo. Si pubblicavano libelli contro la solidarietà; si ridimensionava, fin quasi ad azzerarla, la portata del principio di eguaglianza; si accettava senza batter ciglio che la Costituzione fosse definita “ferrovecchio” o “minestra riscaldata”; la difesa dei princìpi si faceva sempre più tiepida; si diffondeva in ambienti altrimenti insospettabili la convinzione che la logica del mercato imponesse la riscrittura dellarticolo 41 della Costituzione, apparendo evidentemente eccessivo che che la libertà dell’iniziativa economica avesse un limite invalicabile addirittura nel rispetto della sicurezza (e le morti sul lavoro?), della libertà, della dignità umana; si accettava che le commissioni bicamerali mettessero allegramente le mani sulla delicatissima materia della giustizia. Gli anticorpi democratici si indebolivano... È una storia che comincia ai tempi della “Grande riforma” craxiana, e che oggi sembra giungere a compimento. (Stefano Rodotà su La Repubblica di giovedì 3 luglio 2008). O Rodotà, grande Rodotà, tu parli bene, molto bene... Ma perché non osi essere più esplicito? Solo i lettori meno frettolosi devono poter cogliere le tue sottili allusioni? Di’ la verità, o grande Rodotà: quando accenni a “molte forze,” a “molti apprendisti stregoni”, ad “ambienti altrimenti insospettabili”, a “commissioni bicamerali”, è anche con la finta “sinistra” che ce l’hai, è anche alla finta “sinistra” ― tutta, compresi i baffini che oggi fanno i red ― che tu addebiti la catastrofe che (“dai tempi di Craxi”, guarda caso) sta abbattendo i pilastri della libertà, dell’eguaglianza e della solidarietà in Italia. Gli stregoni, certo, hanno fatto il proprio turpe mestiere ― tu vuoi dire ― ma gli apprendisti stregoni hanno portato loro mille volte più acqua di quanta quelli gliene chiedessero. E allora dillo chiaro, o grande Rodotà: così noi babyboomers potremo almeno farci una risata amara immaginando i Veltroni, i D’Alema, i Fassino e compagnia cantante inseguiti da milioni di scope come Topolino in Fantasia.

 

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La bella Europa: In America Latina la direttiva europea sull’immigrazione ha suscitato sdegno anche per l’assenza di quella “gratitudine” che questi paesi considerano dovuta, visto che negli ultimi due secoli hanno accolto a braccia aperte milioni di emigrati europei. Il più determinato nelle critiche è stato il venezuelano Chavez. Ma neppure presidenti più moderati come il brasiliano Lula o la cilena Bachelet hanno risparmiato il vecchio continente. Tutte le istituzioni regionali, dall’Osa al Mercosur, sono già insorte. E qualche Stato studia come imporre un visto d’ingresso ai turisti europei. (La Repubblica, giovedì 3 luglio 2008). La cosa ci sembra grave soprattutto per noi Italiani. Che fra poco, nelle mani di Berlusconi e Tremonti, potremmo trovarci a dover nuovamente emigrare in massa per sopravvivere. E dove andare, se non in America Latina e in Australia?

 

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(su) Mariastella Gelmini (ministro dell’Istruzione): Mio figlio frequenta il IV liceo scientifico, è stato rimandato (non so se si dica ancora così) in Storia dell’Arte, frequenterà lo “sportello” (si dice così) fino al 4 luglio. E fin qui tutto normale o quasi. Quello che, secondo me, normale non è, è che a tutt’oggi nessuno ci ha comunicato le date dell’esame di riparazione. Il ministero dal canto suo smentisce il giorno dopo quanto dichiarato il giorno prima, addirittura sulle modalità del recupero. Insomma: la confusione più totale. Io vorrei semplicemente sapere la data, pretenderei che il governo, molto impegnato sul rispetto dei diritti di cittadini più o meno noti, trovasse il tempo per fare rispettare allo stesso modo il diritto di milioni di famiglie, comunicando le date degli esami di riparazione. (Da una lettera a La Repubblica di giovedì 3 luglio 2008). Comprendiamo il disappunto di questo padre, che a buon diritto si aspettava di più. Ma siamo onesti: son poche settimane che si è impoltronata a viale Trastevere, Mariastella è in rodaggio. Diamole tempo, senza farci trarre in inganno da queste piccolezze, e certo riuscirà a far peggio di campioni del Male come Berlinguer, Moratti e “Beppe” Fioroni. L’aria ce l’ha, d’esser capace di cotanta impresa.

 

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Mariastella Gelmini (ministro forzaitaliota dell’Istruzione), Marco Lodoli (scrittore e insegnante) e Ignazio La Russa (ministro aennino della Difesa): La proposta di tornare al grembiule nelle scuole è da prendere in considerazione, non è solo un fatto d’ordine, ma anche di eguaglianza sociale tra i ragazzi, ora che va tanto di moda l’abbigliamento firmato già in giovanissima età (Mariastella). Mi sembra una scelta sensata che permette di cancellare vanità e differenze economiche (Marco). (La Repubblica, mercoledì 2 luglio 2008). Vera Destra e finta “sinistra” unite e furibonde contro Scolari e Studenti. Prima abbandonano i Bambini e i Ragazzi alla Società disumana che per volontà o disperazione stanno costruendo insieme. Li abbandonano perché li odiano – tutti, non solo i propri figli – perché nel Bambino e nel Ragazzo vedono intatto l’essere umano che in loro è ormai scempiato. E poi, quando l’odio gli fa percepire ― sì, ritorciamo contro di loro il termine con cui tentano di far passare per matti noi invalidando il nostro rapporto con la realtà ― quando l’odio gli fa percepire tutti i Bambini e i Ragazzi cattivi, bulli, perduti, allora gli si scagliano addosso (come contro i Rom e gli Immigrati) fantasticando di vedere anche in essi un’incarnazione del “Male” a cui son soliti addebitare l’orrore che essi stessi causano. Al pari dei folli che ammazzano il figlio perché non era lui, era il demonio, la vera Destra e la finta “sinistra” delirano di “risanare” la Società accanendosi contro i Giovanissimi che ne sono le prime vittime. E metterli tutti in divisa, renderli tutti uniformi, è ― com’è sempre stato ― il primo passo di una disumanizzazione (non tanto) strisciante (poiché la varietà dell’aspetto esteriore che creativamente diamo a noi stessi è uno dei tratti che ci distinguono dagli altri animali) cui in genere seguono gli altri passi (rasatura dei capelli, imposizione di un’identica andatura e identici gesti, occhi bassi, divieto di parlare senza essere interpellati) che alla prima occasione (di solito, alla prima ribellione più o meno disperata) “giustificheranno” (agli occhi folli dei deliranti) la disumanità della violenza psichica e materiale: dagli psicologi in tutte le scuole agli psicofarmaci in tutte le case, dai bastoni e bacchette branditi più o meno minacciosamente al ritorno ai “sani” castighi corporali . Fino a quando arriverà l’Ignazio di turno ― vedi sotto ― (in divisa, manco si credesse Napoleone, già ci si è messo, ma ha perso un po’ della sua marzialità dando una craniata contro lo stipite di un portello) per mandarli a crepare in massa in qualche guerra di cui nessuno oserà proclamare il vero perché, sempre lo stesso: sterminare la nuova generazione di mostri che non ci si vuol più vedere davanti.

 

Materiali di ScuolAnticoli sull’argomento della

demonizzazione e persecuzione dei Bambini e dei Ragazzi

 

Ma che cosa c'è nella testa del ministro Fioroni? (15 novembre 2006)

La colpa del bullismo è di chi non c'è (26 novembre 2006)

Gentile Collega, scriva cento volte: Sono un'ignorante! (29 giugno 2007)

La gioia, la fiducia e la sfida tra l'Adulto e il Bambino (maggio-luglio 2007)

Riapre la caccia ai Ragazzi e i media ricominciano a sparare... (15 ottobre 2007)

Perché non ci piacciono gli psicologi (e le psicologhe) a scuola (2 gennaio 2008)

 

Alle radici della violenza c'è la persecuzione dei Bambini? (Righe di Libri n° 2)

 

 

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Ignazio La Russa (ministro della Difesa): I giovani paracadutisti del Col Moschin, i ranger alpini dell’Esercito, gli incursori della Marina militare combattono in segreto i Taliban. Non li aspettano: li vanno a cercare di giorno e di notte... “Combattono da più di un anno, e Prodi lo ha tenuto sottocoperta,” dice Ignazio La Russa, “ma lo dico senza fargliene colpa, perché per evitare altri problemi con la sua maggioranza di governo anch’io avrei fatto così.” Affermazione che il suo predecessore, Arturo Parisi, smentisce seccamente. (La Repubblica, mercoledì 2 luglio 2008). Pappa e ciccia nel disprezzo e nello smantellamento della Costituzione (che allarticolo 11 stabilisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali), pappa e ciccia nel mandare a uccidere e a morire i  Ragazzi che odiano ― vedi sopra ― la vera Destra e la finta “sinistra” si distinguono però quanto a intelligenza: il La Russa, per esempio, sarà anche bravo a doppiare i cattivi dei cartoni animati, ma non arriva a capire che smascherando così i suoi sedicenti “oppositori” mina le basi del regime di cui fa parte insieme a loro.

 

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Lanfranco Tenaglia (Pidì, ombra di ministro della Giustizia): Dopo Roberto Giachetti, rutelliano del Pidì, e gli ex dièsse Francesco Tempestini e Alessandro Maran, in tema di Giustizia “apre” alla Destra anche Lanfranco Tenaglia, che della Giustizia è ministro-ombra: “Sì, si può discutere non solo dell’obbligatorietà dell’azione penale, ma anche di una riforma del Consiglio superiore della Magistratura... E poi la separazione dei poteri così netta tra politica e magistratura nasce dall’esperienza del fascismo. C’erano leggi speciali, tribunali speciali: era necessario spezzare con la Costituzione il legame tra esecutivo e magistratura. Ma oggi quel sistema va attualizzato.” (La Repubblica, mercoledì 2 luglio 2008). Non lo spieghiamo al lettore, che lo sa benissimo, ma allombra Tenaglia: non furono i Padri costituenti (che per di più tu descrivi come bimbetti un po troppo atterriti dall“esperienza” del fascismo) a inventarsi l’indipendenza del potere giudiziario dall’esecutivo e dal legislativo. Nacque nel secolo XVIII, con l’Illuminismo e soprattutto con l’Esprit des lois di Montesquieu, e fu il passo avanti più importante della nostra libertà dopo la Magna Charta e l’habeas corpus che i nobili inglesi strapparono a Giovanni Senza Terra agli inizi dell’XI. Ma per te, o Tenaglia, ombra (in tutti i sensi) di Alfano e Soci, è qualcosa di cui liberarsi senza troppi complimenti. Neanche Berlusconi, benché i suoi atti vadano con ogni evidenza in questa direzione, si è (finora) mai scagliato così esplicitamente contro il fondamentale principio della separazione dei poteri. Come riderne, non volendo piangerne? Consolandoci col pensiero che Berlusconi, sì, ci sta riportando al Ventennio, ma con Veltroni saremmo finiti a capo fitto nell’Alto Medioevo. E avremmo pure dovuto ringraziare noi stessi.

 

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Silvio Berlusconi (sui giudici, sul Consiglio superiore della Magistratura e sul presidente della Repubblica): Terremo conto di chi non ha assolto ai propri doveri istituzionali... Anche il capo dello Stato deve sapere che se andrà a finire così, noi non solo riformeremo il Csm, ma incideremo sulla gestione dei giudici. Separazione delle carriere, orario di lavoro con il tesserino da timbrare all’ingresso dei tribunali, ferie di trenta giorni come tutti i dipendenti pubblici e lo stipendo indicizzato ai contratti del pubblico impiego. (La Repubblica, martedì 1° luglio 2008). Minacce? Ricatti? A chi semplicemente lo critica? E a chi lo guarda pure storto che cosa gli fa? Tira fuori il coltello?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi, Roberto Maroni e Soci: Dalla scure dei tagli non si salva nessuno: dalla Ps ai Carabinieri, dalla Forestale alla Penitenziaria, dalla Guardia di Finanza alla Stradale e alla Polizia ferroviaria. Il taglio del turn over del 10% (ogni dieci agenti che vanno in pensione saranno reintegrati con un nuovo assunto) porterà a una riduzione del personale pari a 1.611 unità nette già dal prossimo anno... In totale nel 2012 ci saranno in Italia 6.689 poliziotti in meno rispetto a oggi, che andranno ad aggiungersi all’attuale carenza di organico di circa 9.000 elementi... Già per il prossimo anno si rischia un preoccupante ridimensionamento dell’operatività: a Roma, per esempio, le strade cittadine sono sorvegliate attualmente da 13 volanti per ciascun turno (di circa sei ore). Con i tagli scenderanno a dieci. (La Repubblica, martedì 1° luglio 2008). Dicono di avere a cuore la nostra sicurezza, ma la sola cosa che gli preme è impoverire lo Stato. Per abbassare le tasse? Come no... Di cinquanta centesimi al giorno a chi (soprav)vive di stipendio, di migliaia di euro a chi ne ha milioni. Proposta: quando andremo nei campi dei Rom a chiedere che vengano prese le impronte anche a noi, lasciamo qualcosa agli agenti. Così ― un euro io, un euro tu, un euro lui ― i poveretti potranno mettere benzina per tornarsene a casa.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(Sui garanti di) Gianni Alemanno: Sceglieva ragazzini fragili, tutti maschi e minorenni, dagli 11 ai 16 anni, con situazioni familiari problematiche... Era questa la tattica di Ruggero Conti, 55 anni, parroco della chiesa della Natività di Santa Maria Santissima (un santa solo non bastava, n.d.r.) di via di Selva Candida, alla periferia di Roma... Un prete molto noto nella capitale, tanto che il sindaco di Roma Gianni Alemanno lo aveva scelto in campagna elettorale, con altri otto esperti, quale garante per le politiche della periferia e della famiglia... Già lo scorso anno il prete era stato sospeso dalle sue funzioni in parrocchia, per un mese, per gli stessi motivi che lo vedono oggi nel carcere di Regina Coeli. (La Repubblica, martedì 1° luglio 2008). Da Maria Santissima alla Regina del Cielo: ha fatto carriera, è sempre tra Santi e Madonne e per di più in un luogo dove certo troverà un buon samaritano che vorrà aiutarlo a riciclarsi su un target adulto e consenziente. Più delicata, invece, la situazione del povero Alemanno, che a garantirlo presso le famiglie romane ― diciamolo, direbbe Ignazio Mimetica La Russa ― ha inviato un figuro come questo “don” Ruggero pur sapendo che era già indagato. Una scelta da allocco assoluto? Be’, c’è di peggio. In fondo, Paolo VI scelse Marcinkus come banchiere capo e Gesù scelse Giuda come tredicesimo apostolo.

 

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La Cassazione: Sostenere che bisogna cacciare gli Zingari (maiuscola nostra, n.d.r.) perché rubano non è istigazione all’odio razziale. La discriminazione si deve fondare sulla qualità del soggetto (nero, zingaro, ebreo, ecc.) e non sui comportamenti. Con questa motivazione la Cassazione ha annullato la condanna al sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, che nel 2001 guidò una campagna contro i Rom affermando che “gli Zingari devono essere mandati via perché dove arrivano ci sono furti.” (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). I giudici di Cassazione sono gli unici contro i quali non gridano Berlusconi e Soci. Perché? Per la mirabile intelligenza di cui son dotati, ecco perché. In Cassazione, infatti, non siedono squallidi razzisti. E dunque è al genio che si deve attribuire la loro strepitosa trovata che i diritti umani si possono aggredire come e quanto si vuole, purché si spieghi l’aggressione con il comportamento (anche immaginario) dell’aggredito. Vorresti mettere una stella gialla sul petto di qualcuno e poi spedirlo in un campo di sterminio? No problem! Basta che dichiari che non lo fai perché è Ebreo, ma perché hai sentito dire che si comporta peggio di un Rom: non ruba solo il rame, vuol impadronirsi del Mondo.

 

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(su) Roberto Maroni (leghista, jazzista, ministro degli Interni): Dare un nome e un cognome a tutti i Rom (maiuscola nostra, n.d.r.) ricorrendo anche alle impronte digitali. Passa la linea del ministro degli Interni. I prefetti di Milano, Roma e Napoli escono dal Viminale con un’intesa di massima: per censire i campi Nomadi, rileveranno le impronte digitali anche ai minorenni. Dopo oltre due ore di riunione domenicale, viene così ricucito lo strappo del prefetto di Roma, Carlo Mosca, “colpevole” di essersi dissociato dalla linea del ministro. (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). Ieri, infatti, Carlo Mosca aveva dichiarato ― vedi sotto ― che così come non si prendono le impronte digitali per il passaporto ai minori italiani, non si vede il motivo per cui bisogna farlo con i bambini dei Rom. Ha cambiato idea alla svelta. Benché abbia 62 anni, sia prefetto dal 1993 e sia stato a lungo capo di gabinetto del Viminale. Neanche una splendida carriera, un’età (relativamente) avanzata e la certezza di una pensione (a buon diritto) lauta bastano dunque a liberare un uomo dalla paura? Come ha fatto il Maroni a convincerlo? Con quali mezzi di persuasione?... Vi saranno, in Italia, dipendenti del ministero degli Interni che disubbidiranno a ordini lesivi della dignità umana opponendo obiezione di coscienza? E se ordini di tal fatta fossero impartiti anche agli insegnanti?

 

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Tito Boeri (economista): Si può migliorare la qualità dell’istruzione senza aumentare la spesa o ridurre la spesa scolastica senza peggiorare la qualità dell’istruzione. Perché ciò avvenga non si può intervenire d’imperio da Roma. Bisogna che i dirigenti scolastici abbiano maggiore autonomia nel gestire gli organici..., ma anche che i loro incentivi corrispondano agli interessi della collettività, che vuole pagare meno tasse e avere una scuola migliore. I dirigenti scolastici, sfruttando anche il calo demografico, possono procedere ad accorpamenti di classi al primo anno, se possibile tenendo i docenti migliori, quindi migliorando anche la qualità della didattica. Possono anche ridurre il più possibile il ricorso ai supplenti... E bisogna che i risparmi possano essere utilizzati anche per migliorare il materiale didattico, l’unica cosa che si finisce sempre per tagliare dato che le lavagne non protestano. (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). Meno tasse e scuola migliore, meno tasse e sanità migliore, meno tasse e trasporti migliori... Meno tasse, naturalmente, significa un caffè in più al giorno per il 90% di noi e un sacco di soldi per chi li usa per pagar miliardi le prestazioni di manager ladri e incompetenti, elargire lucrosi mutui a chi non potrà mai ripagarli, speculare sui futures del petrolio e dei generi alimentari e incasinare la finanza mondiale. Ma questo non lo dicono mai, i nipotini di Milton Friedman che pullulano come scarafaggi dalla finta “sinistra” in dissoluzione. I peggiori dei quali sono i tipi come il Boeri, il cui sport preferito è tirare il sasso contro la Scuola e nascondere la mano facendosi titolare l’articolo ― come in questo caso ― La Robin Tax è solo marketing, la pressione fiscale aumenterà... Un individuo che niente sa non solo di Scuola, ma dell’Italia e perfino della vita. Come dimostra la sua fatua convinzione che i dirigenti scolastici” (che nei paesi civili si chiamano presidi), una volta dotati del potere di assumere e di licenziare, terranno i docenti migliori... I presidi! Che nella stragrande maggioranza dei casi preferiscono i meno creativi, i meno intelligenti e i meno colti, perché per loro, come per tutti i burocrati della Terra da che mondo è mondo, sono e saranno sempre i meno fastidiosi. Ma che ne sa il Boeri? Il Boeri conosce la Scuola, l’Italia e la vita come può conoscerla un tizio che ama più gli oggetti inanimati (misurabili) che gli esseri umani (imprevedibili). Un tizio che soffre per il materiale didattico e le lavagne ― che, poverini, non possono protestare ― e non sa immaginare le irreparabili perdite di opportunità causate alle persone (e a persone molto giovani) dal furto di tempo, d’interesse e di cura che chiama eufemisticamente “accorpamenti di classi.”

 

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Umberto Bossi (leghista, ministro delle Riforma): Questo clima avvelenato non serve a nessuno, nemmeno a Veltroni. In questi giorni proverò a parlarci io. Bisogna abbassare i toni, essere più distesi. Farsi la guerra in questo momento non conviene, né da una parte né dall’altra. (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). Con la consueta “franchezza”, il Bossi dice le cose come stanno: le discordie intestine nuocciono al sistema. Non solo perché mettono in pericolo gli affari comuni, ma anche e soprattutto perché si rischia che tra i sudditi emergano e si rafforzino idee e iniziative davvero nuove. Anche le cosche criminali, del resto, non preferiscono forse accordarsi che dichiararsi guerra?

 

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Giorgio Del Papa (amministratore delegato della società Umbria Olii che ha chiesto 35 milioni di euro di danni ai familiari dei quattro operai che due anni fa morirono bruciati nell’esplosione di un silos pieno di gas): Secondo la procura di Spoleto, Del Papa sapeva che c’era gas esplosivo (del tipo esano, molto pericoloso) nei silos saltati in aria. E proprio quel gas, per la procura, è la causa di tutto. Per Del Papa, invece (che ha citato per danni anche i periti di parte) la colpa dell’incidente è degli operai. (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). Nei 35 milioni, secondo la tabella pubblicata dal quotidiano, sono compresi un milione e seicentomila euro d’olio bruciato. Dell’olio, cioè, che bruciando ha ridotto in cenere la pelle, la carne, il sangue, la corteccia cerebrale, i ricordi e gli affetti di quattro esseri umani. Dove trovare (per non piangere) qualcosa da ridere nella contemplazione di una mente capace di voler quell’olio indietro dai figli dei martiri?... Forse solo nel ripensare a Walter Togliattino Veltroni, che pochi mesi fa, tra grandi sorrisi da coniglio mannaro, giurava che la lotta di classe è finita col ’900. Aveva ragione: questa non è lotta. Questo è stragismo di classe.

 

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La bella Italia (a proposito dell’accordo raggiunto dal governo coi sindaci della val di Susa per la realizzazione dell’alta velocità): Tra coloro che hanno subìto uno smacco ci sono invece i vertici delle ferrovie italiane: per trovare un’ipotesi di tracciato sul versante italiano che venisse incontro alle richieste dei sindaci, è stato necessario chiedere l’aiuto informale dei tecnici francesi. (La Repubblica, lunedì 30 giugno 2008). Uno smacco solo per i vertici delle ferrovie? Nel Paese dei geometri, delle veline e dei tronisti? Che devolve all’istruzione meno denaro pubblico di tutti gli altri? Che a ogni cambio di governo, di vera Destra o di finta “sinistra”, si fa un punto d’onore di riuscire a derubare la Scuola ― cioè i bambini e i ragazzi ― più e “meglio” del governo precedente? Smacchi del genere sono di tutti noi, e le conseguenze dobbiamo ancora cominciare a vederle.

 

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