ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

L'immagine di sfondo di questa pagina, raffigurante piazza delle Ville ad Anticoli Corrado, è un dipinto dell'artista danese Viggo Rhode (1900-1976). L'ha segnalata a ScuolAnticoli il signor Peter Holck. Rielaborazione grafica di Luigi Scialanca.

La Terra vista da Anticoli Corrado

nellaprile del 2016

 

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(Sabato 30 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Lunedì 25 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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La Gita a Livata della Scuola media di Anticoli Corrado

In oltre cento immagini, una più bella e divertente dell’altra

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Ricordo della compagna Vittoria Nenni

(Ancona, 1915 - Auschwitz, 1943)

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Forse non tutti i giovani anticolani sanno chi fu Vittoria Nenni, e perché fu dedicata a lei la Sezione di Anticoli Corrado del Partito Socialista Italiano, la cui targa è ancora oggi visibile, in piazza delle Ville, accanto al bar di Santino. Per celebrarne e rinnovarne il ricordo, traggo dunque le notizie che seguono dal sito dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), dalla pagina dell’Anpi di Lissone e da uno scritto di Pierpaolo Nenni sul sito de l’Avanti.

 Vittoria Nenni era soprannominata Vivà.

Nata ad Ancona il 3 ottobre 1915, sposò giovanissima il cittadino francese Henry Daubeuf. Col marito, dopo l’invasione tedesca della Francia, Vittoria entrò nella Resistenza. Arrestati dalla Gestapo con l’accusa di aver stampato e diffuso manifestini antinazisti e di aver svolto, soprattutto negli ambienti universitari, “propaganda gollista antifrancese”, Henry venne fucilato l’11 agosto 1942 al Mont Valerien, nelle vicinanze di Parigi, e Vittoria fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, dove morì.

Per commemorarla, nel 1988 il PSI le dedicò la tessera del partito, con un ritratto di Renato Guttuso.

Pietro Nenni parla di lei in diverse pagine dei suoi diari: “Il ben augurale nome non ha portato fortuna”.

“Pasqua! La passo coi miei. L’anno scorso ero a Regina Coeli, nel 1942 ero solo soletto al confino di Pierrefort. Ma sono oggi, più che allora, oppresso di tristezza. Mi rattrista il pensiero della mia Vivà, che passa nel campo di concentramento di Auschwitz la sua seconda Pasqua di internata...” (9 aprile 1944).

“Ho buone notizie di Vivà” (16 aprile 1944).

“Stasera è giunta da Parigi una lettera disperata di Vany che corre alla ricerca di notizie di sua sorella e si urta al muro di silenzio. Risulterebbe che Vivà non era più dal marzo a Ravensbruk ma al campo di sterminio di Mauthausen. Una notizia captata a Radio Parigi smentisce la voce che mia figlia sia morta e afferma che non si hanno di lei notizie. Attendiamo. Ma ho il cuore gonfio di malinconia” (7 maggio 1945)...

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(Lunedì 18 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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(Venerdì 15 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Anticolane, Anticolani

Il video Anticolane, Anticolani, dedicato alle imminenti elezioni comunali di Anticoli Corrado, è disponibile su YouTube cliccando qui.

(Martedì 12 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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ScuolAnticoli sta compiendo dieci anni. Rivediamoli insieme...

La Banda del Buco

di Luigi Scialanca

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ScuolAnticoli sta compiendo dieci anni. Rivediamoli insieme...

Perché Anticoli è un Paese Immaginario?

di Luigi Scialanca

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Interessanti articoli su Le Scienze di aprile

Su Le Scienze di aprile 2016, per una volta (e finalmente) non si parla di ciò che gli altri animali hanno in comune con noi (che siamo umani), ma di ciò in cui da noi differiscono. Non di quel che sanno fare anche loro, ma di quel che noi facciamo e loro no. In un lungo e interessante articolo, Gli animali sanno come nascono i bambini?, Holly Dunsworth, antropologa all’Università del Rhode Island, risponde e dimostra che no, non lo sanno, benché le apparenze sembrino talvolta suggerire il contrario. Ecco un breve estratto, riguardante la capacità di prevedere (io direi immaginare) gli effetti dei propri comportamenti: Gli animali possono mettere in atto ogni tipo di comportamenti all’apparenza complessi senza prevederne gli effetti. Sara Shettleworth, scienziata cognitiva dell’Università di Toronto, cita l’esempio di quei corvi che fanno cadere le noci su una superficie dura, spaccandole. Molti osservatori danno per scontato che i corvi mettano in atto tale comportamento in modo cosciente per avere del cibo. Ma un approccio più scientifico, nota Shettleworth, è partire dal presupposto di una causa “prossima”: lo stato fisiologico dell’uccello, la fame, è legato alla presenza di superfici dure. Quando un corvo vola su una superficie dura e lascia cadere le noci, a spingerlo è una fisiologia che incoraggia un comportamento alimentare condizionato sulla base dei successi precedenti, non un ragionamento del corvo su cosa sia meglio fare per placare la fame.

In un altro interessante articolo, Lo straordinario cervello dei bambini, di Takao K. Hensch, docente di neurologia alla Harvard Medical School e al Boston Children’s Hospital, e di biologia mollecolare e cellulare all’Harvard’s Center for Brain Science, trovo queste intriganti parole: Fotoni e onde sonore sono segnali per la macchina molecolare del cervello al fine di disporre, e poi selezionare, collegamenti tra le cellule cerebrali che dureranno fino all’età adulta e alla vecchiaia...

(Venerdì 8 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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Storia di un “magnifico diciannovenne”, della ragazza che lo amò e da lui fu amata, e della “pura perla”

che per un attimo e per sempre egli “tenne alta alla luce del sole”

 

A diciassettenne anni, nell’estate del 1835, Karl Marx consegue la licenza liceale presso il ginnasio Federico Guglielmo di Treviri con la valutazione media di abbastanza soddisfacente.

Poteva far meglio? Certo. Ma legge e studia anche per suo conto, scrive poesie, s’innamora: alla scuola ha dedicato solo una parte del suo tempo. Ed è così sicuro di sé che non dubita di poter continuare a impegnarsi su entrambi i fronti: far contento il padre che ama moltissimo, e che insiste perché si concentri nella costruzione di un futuro professionale e sociale all’altezza delle sue qualità, e proseguire l’appassionante ricerca della “pura perla”.

Così, verso la metà di ottobre, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bonn.

Un mese dopo riceve una lettera dal padre: “Caro Karl, sono trascorse più di tre settimane dacché sei partito, e nessun segno da parte tua! Conosci tua madre e la sua apprensività, e tuttavia questa sconfinata noncuranza! Ciò, con mio dispiacere, mi conferma anche troppo nell’opinione che, nonostante alcune tue buone qualità, io continuo ad avere, che cioè nel tuo cuore domina l’egoismo”.

Non si conosce la risposta di Karl, ma probabilmente si dichiara addolorato se Heinrich, in una lettera successiva, ammette di avergli detto “di scrivere solo dopo che [si fosse] un po’ ambientato. Voglio che tu raggiunga ciò che io in circostanze meno favorevoli non potei ottenere. Desidero vedere in te ciò che forse sarei diventato se fossi venuto al mondo sotto auspici altrettanto buoni. Le mie più belle speranze tu le puoi realizzare o distruggere. [...] Che tu ti mantenga moralmente buono, è cosa di cui non dubito affatto. Tuttavia un grosso sostegno della morale è la pura fede in Dio. Sai che niente mi è più alieno del fanatismo, ma la fede prima o poi è per l’uomo un vero bisogno, e ci sono momenti nella vita in cui anche gli atei sono involontariamente portati a invocare l’Altissimo”.

Heinrich sa che il figlio non crede in Dio. Ma ignora che Karl, oltre che a diventare quel che Heinrich non ha saputo essere, è alla ricerca di qualcosa che il padre non riesce neanche a immaginare: “Ti confesso con tutta sincerità, caro Karl, che non capisco la tua poesia: né il suo vero senso, né a cosa tenda. Nella vita comune è un assioma incontestato che con l’adempimento del più ardente desiderio il valore di ciò che si desidera diminuisce di molto e spesso scompare del tutto. [...] Guidàti da questo pensiero, si rifiutano i piaceri immorali e si differiscono anche i leciti, per mantenere col differimento il desiderio o anche per avere un piacere aumentato. Lo dice bene Kant nella sua Antropologia”.

Karl rimane a Bonn fino all’estate successiva, quando il padre gli ordina di proseguire gli studi a Berlino. Perché? Karl, è vero, ha speso tanto e commesso qualche ragazzata (“Riguardo al suo comportamento, va notato che è incorso nella pena di un giorno di carcere per schiamazzi notturni e ubriachezza” dice il suo certificato di congedo dall’Università di Bonn. Sembra, inoltre, che a primavera si sia battuto in duello) ma il motivo della decisione di allontanarlo da Bonn è sicuramente un altro.

Da Treviri a Bonn vi sono duecento chilometri. Da Bonn a Berlino, altri quattrocento. Una distanza enorme, per quei tempi. E, per il diciottenne Karl, un abisso tra lui e la famiglia, gli amici, i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza. Tanto più che all’inizio dell’estate (prima che il padre gli imponesse di trasferirsi a Berlino) si è innamorato della ventiduenne Jenny von Westphalen, “compagna di giochi della sua infanzia e amica intima, nonché coetanea, della sorella Sophie”: una ragazza “non solo di non comune bellezza, ma anche di animo e carattere non comuni”, “molto corteggiata e ambita”, alla quale “si apre l’avvenire brillante di una figlia di funzionario d’alto rango”.

È un amore appassionato. E l’estate del ’36 è indimenticabile per entrambi...

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(Domenica 3 aprile 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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C’eran ragazzi che come me la finta sinistra non ha distrutto

Certo ricordate C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. È del tempo in cui credemmo, con immensa speranza, che la Sinistra non fosse, anch’essa, una macchina di potere per illudere, rapire, far impazzire e distruggere i giovani. E poi, a una a una, tutte le sue infinite scissioni, i suoi gruppuscoli, le sue sette, con i loro capi e capetti tutti anaffettivi, tutti votati a disumane divinità, tutti stupidi, tutti violentemente bramosi di potere. Il disinganno è durato cinquant’anni di dolore, e per molti non è ancora finito. Traditi e abbandonati, in realtà, fin dal primo istante, fin dal primo mellifluo sorriso ipocrita, oggi siamo soli. I compagni di una volta, quelli che non ce l’hanno fatta, ci guardano con sospetto, quando non con malcelato odio. Ma siamo liberi, non distrutti, non pazzi. E la Sinistra vera siamo noi.

(Lunedì 29 marzo 2016. Luigi Scialanca, scuolanticoli@katamail.com).

 

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ScuolAnticoli sta compiendo dieci anni. Rivediamoli insieme...

"La Corriera immaginaria", di Luigi Scialanca

La Corriera immaginaria

di Luigi Scialanca

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