Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Meglio Ridere!
la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di maggio del 2009!
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In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere. E cerchiamo, invece, di riderne. Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche “perla” che ci è sfuggita... |
Facce da Celti
Umberto Bossi: L’Uddiccì è il passato che cerca di tornare. È gente che merita legnate. E Casini è un pirla. (La Repubblica, domenica 31 maggio 2009). È un grande complimento essere insultati e minacciati da facce come quelle. Così grande, che temiamo che il Casini debba mangiare ancora molte pagnotte, prima di meritarselo davvero.
(Ma qui non c’è niente da ridere...)
(su) Barack Obama (presidente di Sinistra degli Stati Uniti d’America): Nell’entourage di Berlusconi qualcuno inizia a intravedere i contorni di qualcosa di oscuro. Un tipo prudente come Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del Cavaliere, definisce ad esempio l’intera vicenda (dei presunti “rapporti del Berlusconi con minorenni”, n.d.r.) “molto strana”. E non è più soltanto il ministro Gianfranco Rotondi, che è convinto sia in corso “un’operazione raffinata, una speculazione che non parte dai giornali ma se ne serve come strumenti per colpire politicamente”. Rotondi, sibillino, non aggiunge di più. Altri invece fanno notare che nel 1994, quando a Berlusconi arrivò il primo avviso di garanzia in piena conferenza Onu a Napoli ― primo anello di una catena che portò il governo alle dimissioni ― la Casa Bianca era retta da un’amministrazione democratica. Proprio come ora. (La Repubblica, domenica 31 maggio 2009). Non venga in Italia, presidente Obama, la scongiuriamo: non venga. Iniziamo a intravedere i contorni di qualcosa di oscuro: per lei, signor presidente, venire in Italia in questo periodo può rappresentare un grosso rischio. Nella migliore delle ipotesi (anche se lei non è certo tipo da farsi fotografare nudo a villa La Certosa) il rischio d’esser messo in ridicolo da qualche buffonata apparentemente casual, ma in realtà studiata per mesi. Nella peggiore... Per carità, alla peggiore non vogliamo neanche pensare.
(su) Silvio Berlusconi: L’industria italiana è andata in Germania convinta di giocare con regole di mercato, ha informato il governo ma non ha chiesto nulla. Sono scesi in campo i governi tedesco e russo, e mentre si giocava a calcio, si sono messi a giocare a rugby, hanno preso la palla con le mani, hanno spintonato. Ormai i governi si occupano di tutto, non so se sia giusto o sbagliato, ma so che sta cambiando tutto. Son convinto che Berlusconi con la sua influenza avrebbe potuto fare molto. (Giulio Tremonti, ministro dell’Economia. La Repubblica, domenica 31 maggio 2009). Ma cos’avrebbe fatto il Berlusconi con la sua influenza? Costretto tutti a mettersi le mascherine? Una cosa è certa: se perfino il Tremonti si concede il lusso di attaccarlo, è forse segno che l’odore che il (governo) Berlusconi emana (benché non ancora da mascherina) stia però cominciando a non esser più tanto sano...
Massimo Giannini (giornalista, vicedirettore de La Repubblica): Dalle pensioni alla pubblica amministrazione, dalla scuola alle infrastrutture. C’è solo l’imbarazzo della scelta, se il governo passa dalla rappresentazione all’azione. (La Repubblica, sabato 30 maggio 2009). Che cosa è meglio, un quotidiano onestamente di Destra o uno che si finge di “sinistra” quando rovista nelle discariche delle ville del premier ma poi lo attacca da destra perché non porta a termine l’umiliazione dei Dipendenti Pubblici e la distruzione della Scuola? Per il Giannini il problema non si pone: evidentemente è persuaso che l’età mentale dei lettori de La Repubblica non superi quella dei fan di Emilio Fede.
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Il Gelli quand’era ricercato, il Gelli (con l’Andreotti) quand’era cercato (dai politici), il Gelli ora ch’è premiato
e la ricevuta che documenta l’adesione del Berlusconi, il 26 gennaio 1978, alla loggia Propaganda 2 (cliccala per ingrandirla).
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I pidiellìni su cui il Gelli può contare a Ostia: Tonino Colloca, Salvatore Colloca e Giacomo Vizzani.
(su) Licio Gelli: Condannato a 10 anni (sentenza definitiva della Cassazione) per depistaggio sulla strage di Bologna, e a 12 anni per la bancarotta del Banco Ambrosiano, Licio Gelli sarà premiato per il suo “Dizionario poetico” dall’associazione Anco Marzio di Ostia (presidente Tonino Colloca, padre di Salvatore Colloca capogruppo del Pidièlle nel XIII municipio di Roma). Alla manifestazione parteciperà il minisindaco Giacomo Vizzani, anche lui del Pidièlle. (La Repubblica, sabato 30 maggio 2009). Delle due l’una: o è il Gelli medesimo, il potente così potente da rendere remunerativo esporsi fino a questo punto per lui, o è qualcun altro che lo ama proprio tanto...
Totò Cuffaro (uddiccì, ex presidente della regione Sicilia): Quella è la Madonna di Tindari, quella è l’Immacolata Concezione, quella è la Madonna di Fatima, quella viene dal Brasile, quella dalla Spagna. Me ne hanno regalati quattrocento, tra crocifissi e madonnine, quando ho avuto l’avviso di garanzia. (La Repubblica, sabato 30 maggio 2009). Come se non lo sapessimo, da che parte stanno i santi e le madonne. E su quali comodini le bibbie.
Silvio Berlusconi (al termine di una riunione di ministri sull’Abruzzo, chiusa ai giornalisti ma aperta a telecamere e fotografi): C’è qualcuno che ha domande da farmi sulle minorenni? Io non ho detto niente al riguardo. Ho risposto all’unica domanda che riconosco abbiano tutti il diritto di farmi: “Presidente, lei ha avuto rapporti, diciamo, piccanti o più che piccanti con una minorenne?” La risposta è: “Assolutamente no”. Ci ho messo sopra anche il carico di un giuramento sulla testa dei miei figli e ho detto che sono consapevole che se fossi uno spergiuro mi dovrei dimettere un minuto dopo averlo detto. (La Repubblica, venerdì 29 maggio 2009). E nessuno che gli abbia domandato: “Vabbe’, preside’, con una no. E con cinquanta?”
(su) Silvio Berlusconi: Il Nobel José Saramago scrive nel suo ultimo libro che l’opinione degli Italiani nei confronti di Berlsuconi “è indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale”. E i sondaggi sul voto dei cattolici, dopo l’affaire Lario-Noemi, sembrano confermarlo, visto che non si assiste per ora a crolli di fiducia. (La Repubblica, venerdì 29 maggio 2009). Il che può stupire solo chi non sa che i cattolici, fra tutti i religiosi, in quanto confessabili e assolvibili, sono i più immorali e ipocriti. O, se si sentono forti, i più immorali e basta. Mentre i cattolici “morali” (che pure esistono) son donne e uomini che si credono cattolici, ma non lo sono.
Vittorio Sgarbi: Fossi padre, preferirei vedere mia figlia con il premier piuttosto che con un tronista o un drogato. (left n°21, venerdì 29 maggio 2009). Dunque per lo Sgarbi solo un drogato è peggio di un tronista e solo un tronista e un drogato sono peggio del Berlusconi? Si meriterebbe una querela. Dal tronista, dal drogato e dal Berlusconi.
La Fede col Fede
(su) Emilio Fede (giornalista, direttore del Tg4, anche lui ottimo padre e nonno): La figlia di Emilio Fede, Sveva, 43 anni, il 15 marzo 2008 imbocca contromano una strada di Cortina. Fermata dai vigili, comincia con “lei non sa chi sono io” e conclude con un mezzo dizionario di parolacce. Un’oretta di tensione. Poi ci si mette anche il padre, che durante un Tg4 si scaglia contro i “ghisa” cortinesi. A meno di un patteggiamento, il 18 novembre Sveva andrà a processo per resistenza a pubblico ufficiale, omissione delle generalità, ingiuria aggravata, auto non revisionata e bambino sul sedile posteriore ma non sul seggiolino. (L’Espresso, venerdì 29 maggio 2009). Poverina, 43 anni può essere un’età ingrata. Soprattutto se si è cresciuti in un ambiente in cui la vecchiaia, per le donne, comincia molto, molto precocemente. Ancor più poverino il bimbo, però: perché esporlo al rischio di farsi male? Non è mica colpa sua, se la mamma è nata figlia di Emilio Fede.
Tutti a chiamarlo Fannulletta per essersi assopito durante l’assemblea di Confindustria. E invece si vede benissimo che è un fotomontaggio, povero Brunetta, perché il suo capino sporge di venti centimetri buoni al di sopra dello schienale...
Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e per l’Innovazione): Ieri se l’è presa anche con i poliziotti, quelli che non possono essere mandati “on the road” perché sono “panzoni”, non avendo fatto altro che “i passacarte”, e che perciò finirebbero “mangiati” dai delinquenti... Poi, dopo la rivolta di tutte le associazioni dei poliziotti e critiche anche dalla maggioranza, ha precisato: “Non c’era nessuna volontà di offendere nessuno. Era solo una constatazione scherzosa per dire che chi, per tanti anni, ha fatto il burocrate dietro la scrivania è difficile che faccia il poliziotto alla Starski e Hutch in strada. Chiedo scusa ai bravi poliziotti con la pancia. Non dovevo dire panzoni, ma dicendolo, tutti mi hanno capito tranne gli ipocriti”. (La Repubblica, venerdì 29 maggio 2009). E così alla fine, per scusarsi del “panzoni” ai poliziotti, ha dato degli “ipocriti” ai poliziotti delle associazioni di poliziotti. Ma si sa, le persone fisicamente perfette, come il Brunetta, non riescono facilmente a rendersi conto che certe allusioni ai difetti fisici possano ferire...
(su) Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro della Difesa): Genova, aggressione a La Russa. Fermato anarchico spagnolo. (Titolo de La Repubblica di venerdì 29 maggio 2009). Il Tg2 delle 20:30 del 28, invece, aveva parlato di uno “sputo” e a momenti ci aveva fatto vomitare, al pensiero che qualcuno possa essere così insensibile da entrare in intimità col La Russa fino a portare una parte di sé a contatto col suo viso.
(su) Silvio Berlusconi: Berlusconi chiaramente non è Mussolini: lui ha squadre di starlette, non di camicie nere. Il pericolo di Berlusconi è di ordine diverso da quello di Mussolini: è quello dei media che rendono fatui i contenuti seri della politica e li sostituiscono con l’entertainment. È quello di un’inesorabile demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire basi indipendenti ai diversi poteri. È mettere una fortuna al servizio della creazione di un’immagine grandiosa, composta da affermazioni di successi senza fine e sostegno popolare... No, Berlusconi non è un fascista, ma un pericolo in primo luogo per l’Italia, e un esempio deleterio per tutti. (Il Financial Times di mercoledì 27 maggio 2009 su La Repubblica di giovedì 28 maggio 2009).
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione perché il Tremonti ha le mani occupate, a proposito della lettera dei presidi del Lazio ai genitori): A un dirigente scolastico è richiesto di dirigere una scuola, e io credo che debba assumersi onori e oneri. Deve finire l’abitudine a fare politica, a fare comunicazione, a scaricare sul ministero le responsabilità. Chi non sa dirigere, cambi mestiere. Chi lo sa fare vada avanti e risolva i problemi. Molte volte apprendiamo dai giornali i problemi che non ci vengono neppure segnalati. Io sono per la collaborazione, ma anche per la corresponsabilità. (La Repubblica, giovedì 28 maggio 2009). Traduzione: mi riesce difficile pensare, perciò comincio con due banalità: un dirigente scolastico è uno che dirige una scuola, e con gli onori deve prendersi anche gli oneri. Lo so che non sono frasi particolarmente intelligenti, ma tant’è... Sì, lo so che anche “tant’è” lo dicono tutti, ma che vuoi farci... E poi qui non si fa politica!... Ehm... Anche questa non è molto originale, vero? La diceva già il nonno della Mussolini, vero?... Però, insomma, comunque bisogna smetterla di scaricare le responsabilità sul ministero! Il ministro della Pubblica Istruzione occupa un posto di grande responsabilità proprio per non prendersi responsabilità, possibile che non lo capite?... E poi non sono mica stupida, me ne accorgo quando dico sciocchezze: quindi mi correggo (cercando di non farmene accorgere) e dico che non volevo dire che non voglio responsabilità, ma il contrario: io le vorrei, ma i presidi segnalano i problemi ai giornali invece che a me... Dunque, ricapitolando: segnalate i problemi a me, non ai giornali, ma senza scaricarli su di me, che sto qui per fare un favore a un amico e non voglio responsabilità. Quindi segnalateli a me, perché dirli ai giornali è fare politica, ma non aspettatevi che io li risolva. Dovete risolverli da soli, chiaro? Perché i problemi sono gli oneri, e i ministeri gli onori... E non ditemi che chieder soldi ai genitori è un modo per tentare di risolvere i problemi: i genitori coi loro soldi devono pagare le rette delle scuole private, non sovvenzionare le scuole pubbliche che io sto strangolando per fare un favore a un amico. Io sono per la collaborazione, quindi collaborate con me, ma anche per la corresponsabilità, quindi arrangiatevi. E se non vi sta bene, cambiate lavoro. Trovatevi un giardiniere che vi presenti ad Arcore, e vedrete che svolta!
(su) Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni) e Angelino Alfano (pidiellìno, ministro della Giustizia): A ventiquattr’ore dal G8 dei ministri della Giustizia e degli Interni, i 14 reparti Mobile italiani protestano perché da gennaio non gli vengono pagati gli straordinari: “Sono cinque mesi che non vediamo un centesimo,” dice Adolfo Guglielmi, un passato nell’Ugièlle, segretario del Movimento per la sicurezza, di ispirazione di centrodestra, “e intanto le ore di lavoro extra aumentano e i soldi non arrivano, mentre il governo continua a fare operazioni di facciata come quella dei militari e ora delle ronde”. (La Repubblica, giovedì 28 maggio 2009). Niente paura, camerati, ci pensa Tremonti: lo Stato italiano non ha un centesimo, ma vedrete che la prossima emissione di buoni del tesoro risolverà tutto. Se Germania, Francia, Inghilterra e Stati Uniti non ci faranno troppa concorrenza.
Per la serie I grandi strateghi della finta “sinistra”: Luigi Zanda.
il Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso dal Pidì di Walter Veltroni): Berlusconi attacca il Parlamento definendolo “pletorico” e “inutile”? Il Pidì contrattacca e lo sfida: al Senato, il democratico Luigi Zanda presenta una norma per portare subito da 615 a 500 i deputati e da 315 a 200 i senatori. Ma il Pidièlle boccia la proposta. (La Repubblica, mercoledì 27 maggio 2009). Far propri gli attacchi del Berlusconi alla democrazia e lanciarli prima di lui: questa nuova strategia potrebbe rendere invincibile l’opposizione del Pidì. Peccato che il Berlusconi, dei propri attacchi al cuore dello Stato, voglia tutto il merito solo per sé...
Per la serie I grandi Amorazzi del XXI secolo, l’abbraccio della Cisl di Raffaele Bonanni a Maurizio Sacconi dopo la sua vittoria ai punti contro il Brunetta nella gara a chi è più miserabilmente offensivo contro i Lavoratori. (Da left n° 21 del 29 maggio 2009).
Maurizio Sacconi (patito del karaoke e ministro pidiellìno del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio): La morte dei tre operai in Sardegna conferma la necessità di adeguati investimenti in formazione e in informazione da parte delle imprese, affinché ciascun lavoratore abbia piena consapevolezza di tutto ciò che può costituire pericolo per la sua salute. (La Repubblica, mercoledì 27 maggio 2009). Dopo questa uscita, l’infame gara tra il Sacconi e il Brunetta a chi è più miserabilmente offensivo si concluderà, temiamo, con la vittoria del primo. Peggio che insultare gli assassinati sul lavoro che potrà inventarsi il Brunetta? Ingiuriare direttamente i loro orfani e le vedove?
(su) la Scuola italiana al tempo dei Capri Espiatori: Più decenza a scuola. Capi d’istituto in Sicilia e a Trento hanno invitato gli studenti ad andare in classe in modo decoroso. A Ragusa alcuni alunni del liceo Enrico Fermi non sono stati ammessi in classe perché indossavano pantaloni che coprono fin sotto le ginocchia (“pinocchietti”). Episodio analogo a Trento: una preside ha vietato pantaloni a vita bassa, minigonne e canottiere corte. (La Repubblica, mercoledì 27 maggio 2009). Contro la libertà di espressione sancita dalla Costituzione ― non esistono in Italia luoghi pubblici o privati ove la si possa limitare ― contro la legge, che non vieta i capi d’abbigliamento di cui sopra, e contro il senso del ridicolo che dovrebbe indurli a non farsi conoscere dall’intero Paese come parrucconi sessuofobi che non sopportano la vista di qualche centimetro di pelle nuda, presidi e insegnanti si accodano da par loro alla campagna d’odio nazionale contro i più indifesi. (Quanto a noi, se avessimo la sventura d’insegnare in una di quelle scuole, chiederemmo che il regolamento d’istituto preveda controlli anche sul decoro di presidi e docenti: se si lavano i denti o se invece gli puzza l’alito, se si lavano il corpo o se invece gli puzza tutto, se si fanno vedere a fumare, se si radono e depilano, ecc. ecc.)
Raffaele Lombardo (emmeppià, presidente della regione Sicilia): Io il patto l’ho stretto con Berlusconi. E lui si era impegnato a colmare il divario economico tra Nord e Sud: non mi sembra che, dirottando sull’Ici le risorse destinate alle infrastrutture nel Meridione o tenendo bloccati i 4 miliardi di fondi Fas che spettano alla Sicilia, l’abbia onorato. E il ponte sullo stretto rimane un miraggio. Be’, non si vive di miraggi. (La Repubblica, mercoledì 27 maggio 2009). Si moltiplicano i geniali scopritori della dura realtà: lo Stato italiano non ha più un soldo. Fra poco rimarranno solo le agenzie di rating a far finta di non vedere.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Anfiteatro di Ostia Antica. S’inaugurano i Giochi nazionali sportivi studenteschi. Quasi quattromila tra studenti e insegnanti affollano le gradinate. “Una cultura sportiva sana è un elemento essenziale nella formazione della persona”, esordisce il ministro Gelmini. E dalla platea si leva una bordata di fischi. Poco dopo il ministro si allontana. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Perché fischiare la povera Mariastella? Tutti sanno che il vero ministro della Pubblica Istruzione (così “coraggioso” da nascondersi dietro di lei) è Giulio mandate-avanti-le-donne Tremonti. È come prendersela con una colf, anziché con la sua datrice di lavoro, perché sbatte i tappeti sopra i balconi dei vicini.
Per la serie Quel che ci fa paura nei religiosi, un gesto e un’espressione di Angelo Bagnasco.
Angelo Bagnasco (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di presidente della Conferenza episcopale italiana): Troppo spesso, nell’attuale difficile congiuntura economica, i lavoratori sono stati scaricati come fossero un’inutile zavorra, una qualunque merce di scambio sottoposta alla legge della domanda e dell’offerta. Non è accettabile una concezione meramente mercantile del lavoro umano. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Come dobbiamo dirglielo, o Bagnasco? La svalutazione dell’umano inizia dall’invenzione del sovraumano, cioè del divino. Siamo più che sicuri che non è che lei ci sia, o Bagnasco. Quindi dobbiamo pensare che lei ci faccia: nel senso che in realtà ha capito benissimo che gli Esseri Umani non riavranno il posto che gli spetta finché non ne saranno scacciati gli Esseri Divini che lo usurpano, ma finge di non capire per non perdere il posto. Vero, o Bagnasco?
Per la serie Quel che ci fa paura nei religiosi, una messa (in posa) di Carlo Caffarra.
Carlo Caffarra (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di arcivescovo di Bologna): Mi è capitato di vedere uno spot televisivo che per promuovere la grande capacità di un’automobile esalta la poligamia. Queste sono cose inammissibili, in un Paese che riconosce la monogamia come un valore non più discutibile, ma dove purtroppo ci sono già tutti i presupposti culturali perché venga legittimata la poligamia. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). A parte la confusione (che ci auguriamo solo dell’eloquio e non anche mentale) per cui non si capisce chi li crei, i presupposti culturali della poligamia, se davvero il Paese è tutto per la monogamia (ma forse non è confusione, né dell’eloquio né mentale: è solo razzismo abilmente dissimulato), siamo spiacenti di dover ammettere che la poligamia non piace neanche a noi. Speriamo, dunque, che prima o poi un’apposita legge vieti lo sfruttamento del lavoro delle suore da parte di cardinali, vescovi e papi. Che altro che poligamia: ne hanno dei veri harem...
(su) Silvio Berlusconi: Non ci credo che a un uomo politico avanzi il tempo per andare con tutte quelle donne lì, magari. Io non riesco a star solo nemmeno quando vado al gabinetto. E poi, onestamente, Berlusconi i suoi anni li ha. Vabbe’ che c’è il Viagra, però ci credo poco. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Traduzione: Non ci credo che il Berlusconi ne abbia quante ne ho io, che mi seguono pure al gabinetto. E comunque non credo che ce la farebbe, neanche se pasteggiasse a Viagra. (A parte gli scherzi, il Bossi è un “difensore” che meglio perderlo che trovarlo: se gli sputava addosso era meno sprezzante.)
Le belle facce della Destra: Barbara Saltamartini
Barbara Saltamartini (pidiellìna): La Sinistra utilizza le Donne, infangandole e attaccandole, per colpire il presidente Berlusconi. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Potente ragionamento. Un po’ come i Medici utilizzano i Malati, infangandoli e attaccandoli, per colpire Virus e Batteri?
Silvio Berlusconi: In città come Tokio e Pechino non c’è un mozzicone, una plastica, una carta, scritte sui muri. Anzi c’era una legge, cambiata qualche mese fa, con cui chi deturpava le strade veniva punito a nerbate. Non voglio arrivare a tanto, ma bisognerebbe recuperare la norma del codice penale che è caduta in disuso e che commina il carcere a chi rovina i centri storici. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Curioso che proprio lui, che va avanti a sondaggi più di quanto un etilista vada ad alcol, non cerchi di appurare per chi votino i proprietari di Suv che svuotano i portacenere sui marciapiedi, i commercianti che non fanno la raccolta differenziata e i genitori dei ragazzi che non userebbero i cestini per i rifiuti neanche se gli corressero dietro su apposite rotelle...
Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e per l’Innovazione): Ha ragione la Marcegaglia a dire no alla proposta di Sacconi per una moratoria dei licenziamenti. In economia non esiste il concetto di moratoria. Ci sono la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Davvero per il Brunetta quel che non è nell’economia non esiste o quanto meno è irrilevante? E con l’amore come fa? Solo a pagamento? E con l’aria? Si sforza di non respirare o ne proporrà la privatizzazione? E con le persone molto, molto basse? Accetterebbe che siano pagate la metà? O, nei casi come il suo, un quarto?
Raffaele Lombardo (segretario dell’Emmeppià, Movimento per le autonomie, e governatore della Sicilia, annunciando l’azzeramento della giunta regionale): Non c’è dubbio che questa casa vada rasa al suolo e ricostruita, per questo invito tutti gli assessori a presentare le dimissioni. Non si può stare nella maggioranza e nel governo e dire anche che non ci spettano i fondi Fas. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). Ha ragione e ha fatto bene. Non era carino continuare ad augurarsi un terremoto anche in Sicilia per far tornare indietro i soldi dirottati in Abruzzo.
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Scorci di Buon Governo della Sicilia: Cascio, Castiglione, l’usciere e venditore di stigghiole Lentini, Lombardo e Micciché.
Raffaele Lombardo (segretario dell’Emmeppià ― Movimento per le autonomie ― e presidente del consiglio regionale della Sicilia): Il mio collega deputato Salvatore Lentini, passato dall’Emmepià al Pidièlle? È un usciere e un venditore di stigghiole. Francesco Cascio (presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed esponente di spicco del Pidièlle nell’isola): Il governo Lombardo? È il peggiore degli ultimi quindici anni. Gianfranco Micciché (pidiellìno, sottosegretario alla presidenza del Consiglio): Giuseppe Castiglione, il coordinatore regionale del Pidièlle? È un farabutto che racconta minchiate a Berlusconi. (La Repubblica, martedì 26 maggio 2009). In tempi di crisi economica, evidentemente, dividersi da buoni amici quel che rimane non è facile.
(su) Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Guido Bertolaso (a L’Aquila e altrove): Passa, anche in questo caso, come un assioma di fede, che le tasse altro non sono che una malversazione dello Stato nei confronti dei cittadini. Quindi, se i soldi per il terremoto ce ne sono pochi a causa della crisi finanziaria, essi andavano cercati altrove. Leggendo il decreto si scopre che la somma maggiore, per 4,5 miliardi, è stata attinta dai fondi destinati al Mezzogiorno fino al 2013, precedentemente stanziati per fronteggiare la crisi nel Sud. Dunque, per la prima volta nella Storia, viene accollato al Mezzogiorno il peso maggiore di un’emergenza nazionale. Bossi sarà soddisfatto. Ed ecco perché i terremotati abruzzesi saranno trattati peggio di quelli colpiti da altri sismi devastanti. (Mario Pirani su La Repubblica di lunedì 25 maggio 2009). Ma se il Mezzogiorno e la Sicilia hanno votato in massa per Berlusconi, non è ovvio che proprio a loro egli giochi adesso questi tiri mancini? Ci sono uomini che amano quelli che li amano, e uomini che invece li disprezzano (perché si disprezzano). Al Mezzogiorno e alla Sicilia, evidentemente, il Berlusconi pensa di poter fare quello che gli pare. Mentre alla Padania invece no, perché potrebbe andarsene con la Lega.
Joseph Ratzinger (papa): È necessario un nuovo umanesimo. L’attenzione all’uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati. (La Repubblica, lunedì 25 maggio 2009). Sante parole: un nuovo umanesimo, che finalmente metta l’Essere Umano al di sopra delle proprie creazioni, ci vorrebbe davvero.
“Beppe” Fioroni (ex ministro della Pubblica Istruzione ed esponente di primo piano della banda di papisti-padronisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): Un premier che ha condiviso la denuncia del relativismo del Santo Padre, e il dramma dell’emergenza educativa, ora non può che vergognarsi guardandosi allo specchio: ha solo fornito cattivi esempi. (La Repubblica, lunedì 25 maggio 2009). Con la ferocia tipica dei Torquemada, il Fioroni ci pone di fronte a un dilemma crudele: meglio il papa o il papi? Saremo anche noi degli emergenti educativi, caro “Beppe”, ma se potessimo scegliere solo tra quei due non avremmo dubbi: meglio il papi. Almeno col papi (sia pure a condizione di riconoscergli lo jus primae noctis) potremmo continuare ad andare a Donne. Mentre col papa non ci resterebbe che farci tutti cicciottelli come te e il Bonanni, o ciciobelli come il Rutelli, o emaciati e sofferenti come il Sacconi.
Silvio Berlusconi: Alle Europee il Pidièlle può puntare al 51%... Io sono il leader più popolare d’Europa, datemi il record delle preferenze... Ma scrivete bene il mio nome! (La Repubblica, domenica 24 maggio 2009). Gli risulta forse che i suoi elettori siano così analfabeti di ritorno da non saper scrivere Berlusconi? O è solo che non riesce a trattenersi dallo sbeffeggiare e prendere a zimbelli perfino loro? Propendiamo per la seconda ipotesi.
(su) Silvio Berlusconi e Tony Blair: Quella sera in Sardegna Tony mi disse: “Qualsiasi cosa succeda, evita che mi facciano delle foto vicino a Silvio con la bandana. Sta’ in mezzo tu, perché altrimenti la stampa britannica ci uccide”. (Cherie Blair a Che tempo che fa di sabato 23 maggio 2009. La Repubblica, domenica 24 maggio 2009). Anche Blair uno di quegli “eroi” che si nascondono dietro le donne. Dio li fa e poi li accoppia.
(su) Raffaele Bonanni (segretario della Cisl), Maurizio Sacconi (patito del karaoke e ministro pidiellìno del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio) e Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica): Voglia di Balena Bianca. Di una Balena Bianca sociale. Che se la batta con la Cgil e, dall’altra, con la borghesia “laicista”, come la chiama Maurizio Sacconi, ministro cattolico del Welfare. Il congresso della Cisl, conclusosi ieri, ha rieletto Raffaele Bonanni con un consenso senza precedenti: il 99%... “Partecipare” è la parola chiave. Nel governo delle aziende e sulla scena politica. Da cattolici. Seguendo l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa. “Perché le encicliche,” ha detto Bonanni, “non scadono mai”... C’erano tutti al XVI congresso della Cisl: la Compagnia delle Opere (Cdo), la Confcooperative, la Confartigianato, il Movimento cristiano dei lavoratori (Mcl) e poi la Coldiretti e le Acli... Un confronto diretto con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, laico ma interlocutore fondamentale. E anche alleato, come nella battaglia che ha portato alla presidenza della Popolare di Milano Massimo Ponzellini, non a caso l’unico banchiere salito sul palco del congresso. Tremonti è uno dei ministri che piacciono ai cattolici sociali: ha riscoperto l’etica e cerca più nella Bibbia che nei tomi di economia le chiavi interpretative del collasso finanziario. Piace Sacconi ― applauditissimo ― ma non piace il laicissimo Renato Brunetta. Netto l’attacco di Bonanni: “Quando ci sono ministri che dicono «io risolvo il problema, o si fa come dico io o mi dimetto», quando si arriva a questo si segnala la presenza di un politico male educato democraticamente”... Ma ai catto-sociali piacciono anche Casini ed Enrico Letta: l’Uddiccì e il Pidì cattolico. Tutti ex diccì. (Roberto Mania su La Repubblica di domenica 24 maggio 2009). Onore al compagno Brunetta, martire dell’incomprensione papista-padronista. E pensare che avrebbe tanto da dare, poverino, a tutti ’sti vice-preti di complemento. Però dovrebbe fare come il Tremonti: far contente le loro scarselle, la sola cosa (dato che di puro spirito non si campa) che agli spiritualisti interessi davvero. E il Brunetta potrebbe riempirgliele molto più facilmente del Tremonti: gli basterebbe infilarcisi.
Maurizio Sacconi (patito del karaoke e ministro pidiellìno del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio, intervenendo al congresso della Cisl): Il governo lavorerà, per tutelare il pieno potere d’acquisto delle pensioni, ad ancorarle a un paniere di beni calcolati sui consumi effettivi. (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). To’, guarda chi si rivede: la scala mobile. E senza nemmeno chiedere scusa a Enrico Berlinguer. Ma non ci stupisce: per i “socialisti” alla Sacconi, si sa, è molto più facile scodinzolare davanti ai padroni che mostrare riconoscenza ai Maestri.
(su) Silvio Berlusconi (fotografato mentre s’incipria) e Gianfranco Fini (spiato mentre fa il ritroso): La domestica addetta a cancellare ogni traccia di fondo tinta dagli apparecchi telefonici di villa La Certosa. Il beauty-case con pennello e cipria scovato nei bagni del Quirinale qualche ora dopo l’incarico. Fino alla ritrosia di Fini, visibile anche al termine del congresso fondativo del Pidièlle, a scoccare baci sulle dense gote del Cavaliere. (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). Davvero un ingrato, il Fini. E pensare che fu proprio il Berlusconi, quando Gianfranco contese a Cicciobello l’elezione a sindaco di Roma, a tirar fuori i neofascisti dalle fogne. Dalle quali si esce con qualcosa di ben più disgustoso, sulle guance e altrove, di un po’ di belletto.
Fedele Confalonieri (presidente di Mediaset): Voi di Repubblica, con la vostra campagna contro il presidente del Consiglio, state superando ogni limite. Avete toccato il fondo. Siamo all’intolleranza, alla sharia, mi pare di stare in Iran... (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). Anzi: magari il governo potrebbe depenalizzarla del tutto, la pedofilia. Così la finiremmo di assomigliare tanto all’Iran.
Filippo Penati (Pidì, presidente della provincia di Milano): Se ho regalato 250.000 euro ai Comuni che vogliono istituire le ronde? A sinistra fanno le anime belle, ma che c’è di male nell’associare ai sindaci carabinieri e poliziotti in pensione? (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). Speriamo che il 6 e 7 giugno “ronde” di elettori di Sinistra se lo trombino una volta per tutte, questo squallido imitatore della Lega.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione perché il Tremonti ha le mani occupate): Le scuole non hanno soldi e fanno una colletta tra i genitori. Succede nel Lazio, dove più di 250 dirigenti scolastici hanno inviato una lettera ai genitori sulla “grave situazione finanziaria” degli istituti. (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). La Gelmini, felice, oggi si concederà uno shampo: sperando che il Tremonti, stasera, le faccia pat pat sulla testa.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione perché il Tremonti ha le mani occupate): Sono profondamente perplesso per la chiusura dei due licei (nei quali si sono verificati alcuni casi di nuova influenza, n.d.r.) ordinata dal ministero senza avvertire il Comune né le altre istituzioni locali. È sbagliato. Può darsi che ci siano motivazioni a me sconosciute che hanno indotto a muoversi così, ma in casi del genere è necessario che il Comune venga avvisato prima. (Gianni Alemanno, sindaco di Roma grazie a Francesco Cicciobello Rutelli. La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). Abbia un po’ di pazienza, Alemanno, con la povera Gelmini: è così avvezza a esser trattata come una marionetta dal Tremonti e dal Berlusconi, che le accade di far lo stesso con gli altri senza neanche accorgersene. Ma non ha niente di personale contro di lei, creda. È già tanto se sa chi è e cosa fa.
(su) Billy Ballo, detto anche Neuron: L’attore riesce a carpire la fiducia della ragazzina di 13 anni fino a plagiarla, a uscirci insieme e ad avere un rapporto sessuale. Per questo, ieri all’alba, la squadra mobile di Milano guidata dal dirigente Francesco Messina ha arrestato per violenza sessuale Alessio Saro, 33 anni, conosciuto in tv e rete come Billy Ballo e Neuron, protagonista di sketch comici trasmessi da Mai dire Martedì, su Italia 1, e in altre trasmissioni su AllMusic. (La Repubblica, sabato 23 maggio 2009). Poveretto. Chi gli avrà dato il cattivo esempio? Forse, qualcuno che a propria volta potrebbe esser padre a lui.
I pedofili della Chiesa cattolica: Ecco allora don Marco Gamba, giovane parroco di Chiusa San Michele (torino), condannato a 4 anni (con un notevole sconto) per possesso di materiale pedopornografico e violenza sessuale aggravata su due chierichetti. O don Giorgio Mazzoccato, parroco della borgata di Arpinova, a due passi da Foggia, condannato a 6 anni per aver molestato e abusato di dieci bambine e bambini dai sette ai dodici anni attirandoli in casa sua, nel confessionale e durante le gite in parrocchia. E poi don Giuseppe Rassello, don Luciano Michelotti, don Giorgio Carli, don Bruno Puleo, don Romano Dany, don Mauro Stefanoni, don Paolo Pellegrini, don Marco Cerullo. Centinaia di preti, centinaia di piccole vittime. Un catalogo lungo, dettagliato, triste... (La Repubblica, venerdì 22 maggio 2009). Solo centinaia? Benché in crescita, i numeri sono in realtà ancora ben lontani dal rispecchiare l’importanza (e la presunzione d’onnipotenza) della Chiesa cattolica in Italia. La drammatica arretratezza del nostro Paese, l’orrore che ovunque vi s’intravede, il senso diffuso di sporcizia... devono pur avere un’origine altrettanto estesa, altrettanto ramificata, altrettanto soffocante.
Silvio Berlusconi su Nicoletta Gandus (presidente del collegio che ha condannato David Mills, testimone corrotto dal premier) e su Emma Marcegaglia ( presidente della Confindustria): Da anni, e da tre giorni tutti i giorni, il premier urla a gola piena contro Nicoletta Gandus. Con ostinazione ne vuole screditare la credibilità, la reputazione e l’imparzialità umiliandola senza contraddittorio, dipingendola come “un nemico politico”, “un’avversaria in tutti i campi”, “un’estremista”, sostenendo che “ha dimostrato avversione nei suoi confronti”. E al devoto Augusto Minzolini, neodirettore del Tg1, riferisce di avere un asso nella manica per dimostrarne la faziosità: “Ho un testimone che ha ascoltato una conversazione tra Nicoletta Gandus e un altro magistrato. La Gandus ha detto: «A questo str.... di Berlusconi gli facciamo un c... così. Gli diamo sei anni e poi lo voglio vedere fare il presidente del Consiglio» (la Stampa, 18.06.08). Dov’è finito questo testimone? Di lui non si è avuta più notizia. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di venerdì 22 maggio 2009). Ieri sera la nostra presidente Emma Marcegaglia è venuta a trovarmi a Palazzo Chigi e un commesso mi ha detto: «C’è di là una velina». Era lei in gran forma, elegante, tutta vaporosa perché andava a una cena: sembrava volasse sui tappeti di Palazzo Chigi. (Silvio Berlusconi, La Repubblica, venerdì 22 maggio 2009). La Marcegaglia risponde a giro di posta: “Non ho niente contro le veline, non mi dispiace che mi si dica questo. Quando si hanno più di quarant’anni... Ma francamente preferisco quello che mi ha detto Raffaele Bonanni accogliendomi in questa sala: che sono una persona seria, libera e concreta.” Delle due l’una, col Berlusconi (più una terza, cioè non risultargli esistenti): o lo si contrasta e si è odiati a morte, oppure gli si dà anche solo un attimo di confidenza e si diventa per sempre i suoi zimbelli, i suoi buffoni perennemente esibiti al dileggio del popolo. (Perché? Probabilmente perché non aver intorno che mostri o pagliacci è il solo modo di risollevare un pochino un’autostima che non dev’essere più stata alta dopo i primi giorni di vita, ma che la vecchiaia deve aver ulteriormente deteriorato). Vale per tutti, dai papi ai ragazzini, dai presidenti degli Stati Uniti ai posteggiatori canterini. Ma per le donne è peggio, poiché l’odio e il disprezzo contro di esse vanno evidentemente al di là della sfera politica ed economica, affondano le radici in chissà quale remota tragedia personale (qualche suggerimento in Citizen Kane, di Orson Welles, e ne Il Sorpasso, di Dino Risi). Non c’è che una salvezza, col Berlusconi: freddezza e riserbo assoluti, e senza la minima soluzione di continuità. La Marcegaglia non ne è stata capace: si tenga ora la velina. (Quanto all’entusiasta Federica Guidi, presidente dei cosiddetti “giovani” della Confindustria, di lei si sono addirittura perdute le tracce: speriamo non abbia fatto la fine di Emanuela Orlandi).
Silvio Berlusconi: Adesso diranno che offendo il Parlamento, ma questa è la pura realtà: le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti... I parlamentari imprenditori non ci sono mai perché hanno cose più importanti da fare che stare tutto il giorno con le mani dentro la scatoletta del voto, col capogruppo che gli dice come votare... Ma ci vorrà un disegno di legge d’iniziativa popolare, perché non si può chiedere ai capponi o ai tacchini di anticipare il Natale. (La Repubblica, venerdì 22 maggio 2009). Il Parlamento si domanderà contrito cosa gli ha fatto di male, dal momento che è (quasi) tutto ai suoi ordini. Ma è una domanda a cui non saprà mai rispondere, poiché le gerarchie fondate sull’odio e il disprezzo di chi sta “sopra” nei confronti di chi sta “sotto” funzionano appunto così: nessuno può permettersi di scoprire che i “superiori” lo trattano esattamente come lui tratta gli “inferiori”, altrimenti dovrebbe condannare sé stesso per il fatto di comportarsi allo stesso modo, e giudicandosi male giustificherebbe l’odio e il disprezzo di cui è oggetto: un paradosso irrisolvibile.
Sean Brady (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di cardinale, arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda): Il dossier della Child Abuse Commision istituita dal governo irlandese, che in nove anni di inchieste ha raccolto le testimonianze di 2.500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni ’40 e gli ’80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda? I racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente? La pedofilia e l’abuso sessuale dei bambini dimostrati un fatto endemico? “Sono profondamente dispiaciuto. Mi vergogno”. (La Repubblica, giovedì 21 maggio 2009). Belle scuse, Brady. Perfino uno che ti ha solo pestato un piede per sbaglio saprebbe fartene di più contrite.
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione perché il Tremonti ha le mani occupate) e Gianni Alemanno (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e sindaco di Roma grazie a Francesco Cicciobello Rutelli) sulla scuola elementare Pisacane di Roma che voleva cambiare nome: Con il massimo rispetto per il teorico dell’educazione creativa Tsunesaburo Makiguchi, è inaccettabile che una scuola italiana cancelli un simbolo così importante del nostro Risorgimento (Mariastella). Carlo Pisacane è un eroe del nostro Risorgimento e non si capisce per quale motivo l’intestazione di una scuola a suo nome debba essere cancellata (Gianni). E un gruppo di militanti de Il popolo di Roma, partito della destra romana, ha steso uno striscione davanti alla scuola ― Giù le mani dalla Pisacane! ― accompagnato dalle bandiere tricolori. (La Repubblica, giovedì 21 maggio 2009). Se la Gelmini non studiasse solo i discorsi del Tremonti, e l’Alemanno non leggesse solo le memorie di Pino Rauti, saprebbero ― come ogni scolaretto delle medie ― che Carlo Pisacane, comunista ante litteram, fu assassinato da bande di contadini sanfedisti agli ordini di pretacci di estrema destra. (Quanto alla Gelmini, poi, avremmo dato chissà che per sentirla dire Tsunesaburo Makiguchi. O, se è per questo, anche Carlo Pisacane).
(su) Paolo Garimberti (giornalista de La Repubblica, attualmente presidente, su indicazione della finta “sinistra”, del Consiglio d’amministrazione della Rai): Le nomine vengono decise da un Cda dimezzato. I consiglieri di opposizione abbandonano infatti la riunione per marcare in maniera ancora più forte il loro dissenso, mentre il presidente Paolo Garimberti (espresso dal centrosinistra) resta e vota a favore. (La Repubblica, giovedì 21 maggio 2009). Uomini per i quali essere espressi dalla “sinistra” significa esser serviti come espressi ― in tazzina o “al vetro”, lunghi e ben zuccherati ― direttamente a letto, la mattina, quando la Destra si sveglia.
David Mills (avvocato del Berlusconi in Inghilterra): Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione... Sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato curve pericolose, per dirla in modo delicato) aveva tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo. (La Repubblica, giovedì 21 maggio 2009). Ci sono individui, dunque, che da uomini liberi si son ridotti a essere persone di B., o di C., o di D., o di chissà chi. Come fossero cani: “Di chi sarà quel cane?” “Credo che sia uno dei cani di B.” E chiediamo scusa ai cani, che poverini non hanno ricevuto dall’evoluzione la possibilità d’esser altro che di qualcuno.
(su) Silvio Berlusconi: E ora un bel lodo anche per gli 007. Per proteggerli da intercettazioni indiscrete (vedi Abu Omar). E per garantire che, entro cinque giorni dall’inizio dell’ascolto, sia avvisato il premier. (La Repubblica, giovedì 21 maggio 2009). Mussolini ce l’aveva, la sua polizia segreta. Perché il Berlusconi non dovrebbe averla?
Silvio Berlusconi: Sempre meglio i respingimenti che i Centri di identificazione ed espulsione, che assomigliano molto a campi di concentramento. Tanto che il Parlamento li ha bocciati. (La Repubblica, mercoledì 20 maggio 2009). Tenuto conto che i cosiddetti “respingimenti” (in realtà deportazioni) per alcuni Migranti possono equivalere a condanne a morte, è come se avesse detto che lo sterminio è meglio dei lager. Impossibile riderne? Be’, ci si può sempre fare una risata ipotizzando che il Berlusconi sia andato a “laurearsi alla Sorbona”, come dice lui, per non aver troppo a che fare con la lingua italiana.
(su) Silvio Berlusconi: “Mills corrotto da Berlusconi”: così i giudici accusano il premier. In 376 pagine il verdetto della Gandus. (Titolo de La Repubblica di mercoledì 20 maggio 2009). “Mills corrotto da Berlusconi” ci pare lievemente eccessivo. Si sarà pur corrotto un pochettino anche per conto suo e in precedenza, ’sto Mills, per esser poi bello pronto a lasciarsi corrompere dal Berlusconi. Sta’ a vedere che adesso tutte le colpe sono del “corruttor” Berlusconi. E le cattive compagnie che forse il Mills avrà frequentato in gioventù? E le donne che lo avranno deluso e umiliato? E gli insegnanti? E i genitori? E i nonni? Il povero “corruttor” Berlusconi è arrivato buon ultimo e dovrebbe prendersela tutta lui, la responsabilità della rovina morale del Mills?
Silvio Berlusconi: Gli italiani stanno con me! (La Repubblica, mercoledì 20 maggio 2009).
Gli “italiani” forse sì. Ma gli Italiani certamente no.
(su) Silvio Berlusconi: La prima tranche di nomine prevede l’arrivo al Tg1 di Augusto Minzolini da La Stampa e a Raiuno di Mauro Mazza, in quota Aènne... Il Genio, l’Uomo dei Miracoli, il Premier Ingegnere, il Premier Generale, tanto per citare alcune definizioni del Minzolini in uno dei suoi tanti splendidi esempi di reportage nordcoreano, insomma padron Berlusconi ha deciso così. (Curzio Maltese su La Repubblica di mercoledì 20 maggio 2009). E allora? La lingua del Minzolini è sua e la gestisce lui. Anche perché col Berlusconi
(su) Silvio Berlusconi: Lungo i sentieri del “group B very discreet” della Fininvest sono transitati quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che hanno ricompensato Bettino Craxi per l’approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi (se non si vuole dar credito a un testimone che ha riferito che “i politici costano molto... ed è in discussione la legge Mammì”. E ancora: il finanziamento estero su estero a favore di Giulio Malgara, presidente dell’Upa (l’associazione che raccoglie gli inserzionisti pubblicitari) e dell’Auditel (la società che rileva gli ascolti televisivi); la proprietà abusiva di Tele+ (violava le norme italiane, per nasconderla furono corrotte le “fiamme gialle”); il controllo illegale dell’86% di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l’acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch (contro le leggi antitrust tedesche); le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma; gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favorirono le scalate a Standa, Mondadori, Rinascente: al fondo della fortuna di Berlusconi ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c’è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; e la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di mercoledì 20 maggio 2009). Al fondo della fortuna del Berlusconi, però, non c’è alcun abigeato in Sardegna. E questo ― se si considera come gli sarebbe stato facile, da villa La Certosa, andare a rubare il bestiame dei vicini ― ci sembra che deponga a suo favore.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): “Siamo al collasso, è rischio bancarotta”. Presidi, lettera a 40.000 famiglie: niente soldi per i supplenti e i corsi di recupero. (Titolo de La Repubblica di mercoledì 20 maggio 2009). Possibile che i presidi non capiscano che questa è musica per le orecchie del Tremonti e felicità per il cuoio capelluto della Gelmini? Perché non scrivono piuttosto qualcosa che induca il Tremonti a negarle, per una sera o due, la solita grattatina sulla testa?
Per la serie L’Intelligenza rifulge sulle Facce della Destra: Laura Marsilio, assessore alla Scuola del comune di Roma.
Laura Marsilio (assessore alla Scuola del comune di Roma): Siamo pronti ad allontanare la preside della scuola elementare Carlo Pisacane, che vuole intitolare l’istituto all’educatore giapponese Makiguchi. (La Repubblica, mercoledì 20 maggio 2009). Così razzista, da preferire un comunista (sia pure dell’800) a un giapponese: se invece era giapponese lei, la Marsilio stava ancora in una sperduta isoletta del Pacifico ad aspettare gli Americani.
Le belle guanciotte dei (mon)signori buongustai: Elio Sgreccia.
Elio Sgreccia (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di presidente emerito della pontificia Accademia per la vita), Rocco Buttiglione (pidiellìno) e Gaetano Quagliariello (pidiellìno pure lui): I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo non sono definibili come precetti religiosi perché riguardano i diritti fondamentali dell’uomo, sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione (Elio). I vostri non sono precetti religiosi, Elio? Che bella notizia. Siate così gentili allora, da oggi in poi, di farli seguire dalla dicitura: “Nessuno è tenuto a seguirli se non lo desidera”. * Noi non diciamo mai che una cosa è vera perché la dice il papa. Semmai diciamo che il papa la dice perché è vera (Rocco). Traduzione: Noi non diciamo che una cosa è falsa perché la dite voi che non siete papi. Semmai diciamo che voi che non siete papi dite una cosa perché è falsa... Grande Rocco: come si vede che hai studiato filosofia. * Il vero Stato etico è quello in cui si pretende di governare per legge ogni aspetto della libertà della persona, sottraendola alla sua responsabilità (Gaetano) (La Repubblica, martedì 19 maggio 2009). Non avremmo saputo dir meglio, Gaetano, grazie: proprio questa è la pretesa vostra e di tutti i papisti della Destra e della finta “sinistra”.
Vuol portare con sé in Europa il vento di Berlusconi? Pazienza.
Ma almeno non si porti dietro anche il suo dito medio, per favore.
Michaela Biancofiore (deputata pidiellìna candidata alle Europee in accoppiata con Elisabetta Gardini): Porterò in Europa il vento di Berlusconi. (La Repubblica, martedì 19 maggio 2009). Sia più precisa, onorevole, gentilmente: quale vento?, e prodotto come, dal Berlusconi?
Roberto Calderoli (leghista, ministro per la Semplificazione, a proposito dell’aggressione a Gianni Rinaldini, segretario della Fiom, da parte di estremisti dei Cobas): Mi verrebbe da dire che chi semina vento raccoglie tempesta, pensando agli attacchi che abbiamo subìto nelle nostre manifestazioni o nelle nostre sedi dalla sinistra. Ma mi preoccupa che le frange estreme non si sentano più rappresentate da chi fino a ieri le capeggiava: un segnale che fa temere pericolosi rigurgiti o il nascere di germogli di neobrigatismi che sembravano emarginati, schiacciati o dispersi. (La Repubblica, lunedì 18 maggio 2009). Paura, eh? (Non è difficile notarlo, osservandoli con attenzione: i principali esponenti della Destra vivono nella paura, le loro fisioniomie lo proclamano. Tranne quella del Bossi, che non può più muovere la faccia, e quelle di chi è troppo “gasato” per accorgersi del terrore che lo divora.
Umberto Bossi: La sinistra che conoscevo un tempo era capace di fare analisi, sentiva e capiva quello che voleva la gente. Adesso mi pare che non capisca più. Vuole aiutare gli immigrati, quando mancano le case e i posti di lavoro alla nostra gente. (La Repubblica, lunedì 18 maggio 2009). Con la Destra, invece, i senza casa e i senza lavoro restano senza lavoro e senza casa. Ma pieni d’odio e di paura degli Stranieri, così danno la colpa a loro.
Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, oggi pidiellìno e ministro della Difesa): Laura Boldrini, la portavoce dell’Unhcr (l’Alto commissariato dell’Onu per i Rifugiati) è disumana o criminale. È nota per essere di Rifondazione comunista. Porta il cognome di un noto capo partigiano. E l’Unhcr è uno di quegli organismi che non contano un fico secco, finché la stampa non decide che contano qualcosa. (La Repubblica, domenica 17 maggio 2009). Non è strano che il La Russa usi un linguaggio da picchiatore fascista: viene da quell’ambiente. Non è strano che il La Russa lo usi contro una donna: è tipico di quell’ambiente di vili. E non è strano che il La Russa ritenga che vi siano umani che contano come i fichi secchi: è tipico di chi viene da un ambiente di vili collaborazionisti dei nazisti. È molto strano, invece, che il La Russa s’illuda che qualcuno ignori ― anche tra gli elettori di Destra ― che perfino un fico secco conta assai di più, nel vasto mondo, di quanto contano i “collaboratori” di Silvio nel Pidièlle.
(su) la Global Garden products (azienda che “produce tosaerba e trattorini per il giardinaggio esportati in mezzo mondo”): “Qui hanno applicato,” dice Aziz Bouigader, quarant’anni, marocchino, da diciannove in Italia e delegato Fiom, “un proverbio vecchio come il mondo: morte tua, vita mia. Vita ai garantiti, morte per i precari, in parte donne e soprattutto extracomunitari.” L’azienda ha fatto sapere a tutti i dipendenti a tempo pieno che non poteva assumere i “terministi” che a norma di legge, dopo 36 mesi di contratti a termine, avevano diritto all’assunzione a tempo indeterminato: “Se prendiamo anche quelli,” hanno detto, “rischia di crollare tutto. Chiuderemo qui e andremo a produrre in altri Paesi.” E allora quasi tutti si sono spaventati e hanno accettato il ricatto. Cisl e Uil hanno detto sì all’azienda e a pagare sono stati i più deboli. “Se qualcuno deve stare a casa,” dicevano qui in fabbrica, “meglio loro che noi. Purtroppo hanno ragionato così anche tanti nostri iscritti della Fiom.” Ha buona memoria Paolino Barbiero, segretario della Cgil di Treviso: “Vent’anni fa,” dice, “sulla statale Feltrina c’erano le prime scritte della Lega: «Via i terroni dal Veneto». Adesso i «terroni» sono ben inseriti e in gran parte votano Lega. Ma la voglia di mandare a casa qualcuno non è mai passata... La Global Garden sapeva che i tempi erano pronti per mettere contro i più deboli coloro che si credono più forti. E i più forti hanno abboccato.” (Jenner Meletti su La Repubblica di sabato 16 maggio 2009). Anche perché son vent’anni che la finta “sinistra” papista e padronista va confondendo i Lavoratori raccontandogli la stupida panzana che il conflitto tra le classi, e le classi stesse, sarebbero roba vecchia. E allora, se son roba vecchia, ognuno per sé e Dio per tutti, no? (E visto che abbiamo nominato Dio invano, aggiungiamo che d’ora in poi chi acquista prodotti Global Garden non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù, e quando muore va giù giù giù.)
(su) Roberto Maroni (leghista ministro degli Interni), il governo Berlusconi e l’Italia razzista: Abbiamo invitato il governo italiano a sospendere il respingimento dei Migranti in mezzo al mare, perché questa politica è in contrasto con il principio di non respingimento, che trova applicazione anche in acque internazionali, sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951... Chiediamo che le persone finora respinte in Libia dalle acque internazionali siano riammesse in Italia per dare la possibilità ai richiedenti asilo di essere accolti... In caso contrario, l’Italia sarà responsabile delle conseguenze del respingimento. (Laurens Jolles, rappresentante per l’Italia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La Repubblica, sabato 16 maggio 2009). L’Italia sarà responsabile delle conseguenze dei respingimenti? Troppo cauto. Ogni singolo Italiano che non li contrasti, doveva dire.
Umberto Bossi: Adesso state bene a sentire, vi do una notizia: tra poco i magistrati verranno eletti dal popolo, e ogni regione avrà i suoi. Meno male, non se ne poteva più. Il provvedimento è già pronto, spero di metterlo in discussione prima del voto: sarebbe molto bello. Ne ho già parlato con Berlusconi, e lui è d’accordo. (La Repubblica, sabato 16 maggio 2009). Da un lato, così, ci saranno regioni e paesi dove si potrà finire in galera soltanto perché un po’ scuri di pelle, o per aver dimenticato a casa il moccichino verde. Ma d’altra parte ci saranno anche regioni e paesi dove si potrà finire in galera per un leggero accento padano. E anche questo, per dirla col Bossi, non sarebbe molto bello?
Enrico Letta, Filippo Penati e Giorgio Merlo (Pidì solidali con Sergio Chiamparino, Pidì solidale col Maroni sul respingimento degli Immigrati): Le idee di Chiamparino sono di buon senso (Enrico). Se il vertice del Partito democratico non discute di questi argomenti fa un grave errore (Filippo). Chiamparino ha interpretato i sentimenti di molti elettori. E parlo dei nostri, non dei leghisti (Giorgio). (La Repubblica, sabato 16 maggio 2009). D’ora in poi votare per il Pidì, ogni volta che non vi sarà garanzia che il voto non venga “spalmato” anche su questi individui, vorrà dire votare per un sostegno attivo alle leggi razziali.
Claudio Scajola (ministro per lo Sviluppo economico): Quando abbiamo varato gli incentivi ecologici per l’auto, abbiamo chiesto e ottenuto l’impegno di Fiat a non effettuare licenziamenti e a non chiudere stabilimenti. (La Repubblica, sabato 16 maggio 2009). Tanto a mettere in mezzo alla strada decine di migliaia di Precari del settore pubblico ci pensa già il governo.
(su) la Chiesa Cattolica: Le critiche dei vescovi al respingimento degli immigrati clandestini? Non so di critiche. Quando ho parlato con loro ho sempre trovato accoglienza positiva ai provvedimenti. (Silvio Berlusconi, La Repubblica, venerdì 15 maggio 2009). Il Berlusconi accusa la Chiesa di avere due facce. Scommettiamo che quei grandi “difensori dei diritti umani” non replicheranno?
Maurizio Sacconi (patito del karaoke e ministro pidiellìno del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio): Invito chi fischia a risparmiare ossigeno per il cervello. (La Repubblica, venerdì 15 maggio 2009). Curiosa battuta. Dà l’idea che se ne intenda. Forse dedica il tempo libero alla ricerca di metodi per il miglioramento delle proprie prestazioni cerebrali. Ho un udito raffinatissimo e un fiuto raffinato. Annuso a distanza comunisti e post comunisti. Curiosa battuta. Possibile che abbia inteso attribuirsi da solo una caratteristica bestiale, neanche fosse un porco da tartufi? Mah... Forse non gli farebbe male ossigenarsi un po’.
Silvio Berlusconi: Volevo dire al rappresentante della Cgil, che è calvo, che se vuole un giusto inidrizzo io glielo so dare e potrebbe grandemente approfittarne. (La Repubblica, venerdì 15 maggio 2009). Tutti brutti, per lui. Tutti disgustosi, tutti ripugnanti. Tutti non umani. Sarebbe stato uno straordinario kapò.
I begli abiti bianchi delle spose della Destra: il 12 settembre 2008, nella chiesa di san Lorenzo in Lucina a Roma, il Berlusconi testimonia alle nozze della deputata del Pidièlle Elvira Savino con Ivan Campili, regala alla giovane un collier di brillanti (sùbito indossato, perché si sa che il Berlusconi dopo un po’ dichiara di essere stato frainteso) e con Mariano Apicella canta canzoni napoletane agli sposi.
(su) Silvio Berlusconi: Io non ho dubbi sulla sincerità di Berlusconi. Nessuno meglio di lui conosce la verità. (Elvira Savino, deputata pidiellìna. La Repubblica, venerdì 15 maggio 2009). Si vede che la Savino non crede in Dio, congratulazioni. Altrimenti direbbe: Uno Solo conosce la Verità meglio di Silvio.
Silvio Berlusconi ed Elio o Benedetto Letizia: “Ho incontrato la ragazza due o tre volte, non ricordo, e sempre alla presenza dei genitori,” dice il premier, ma i genitori non hanno ancora confermato le sue parole... “Raccontare il mio primo incontro con il futuro premier? Non ho alcuna intenzione di farlo,” dice Letizia. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di giovedì 14 maggio 2009). Perché mai? Confermare le sue parole cosa vorrebbe dire? Forse disarmarsi? E raccontare il primo incontro? Forse smascherarsi?
Le belle facce della finta “sinistra”: Sergio Chiamparino, detto Tir-a-chiampar-a-Torino.
(su) Sergio Chiamparino (Pidì, finto sinistro sindaco di Torino): In un’intervista al Mattino, Sergio Chiamparino difende i respingimenti alle frontiere, chiede “confini blindati” e attacca il Pidì, “sinistra degli snob”. “La mia linea sugli immigrati clandestini,” dice, “coincide con quella di Fassino”. (La Repubblica, giovedì 14 maggio 2009). Che il Chiamparino creda di apparire intelligente coincidendo con il Fassino la dice lunga sulla sua... intelligenza. Ma d’altra parte, poveraccio, in un partito allo sbando, anche lui deve pur tirare... a chiampare.
(su) Silvio Berlusconi: Berlusconi usa fondo tinta, burro di cacao lucida labbra e un piccolo ritocco di matita alle sopracciglia. (Diego Della Palma, ex curatore del look del cavaliere. La Repubblica, giovedì 14 maggio 2009). E ha la faccia che ha. Pensa se non li usasse. Farebbe scappare i bambini solo a vederlo.
(su) Roberto Maroni (ministro degli Interni): Regolarizzare le ronde significa legalizzare la Guardia nazionale padana e quindi cancellare con un colpo di spugna l’inchiesta su di essa. Maroni ha imposti al parlamento una sorta di lodo Alfano per sé e per i vertici della Lega (Massimo Donadi, Idv). Non vorrei chye ciò riveli il sogno nascosto, ma ancora attuale, della Lega: legittimare, con la regolarizzazione delle ronde, anche organizzazioni come quelle guidate da Maroni ai tempi della secessione (Laura Garavini, Pidì). Allora le ronde servivano per la secessione, oggi per la sicurezza. Vien da pensare che un progetto eversivo stia per ottenere l’imprimatur, e anche i fondi, dello stesso Stato da cui si vorrebbe separare (Paolo Ferrero, Rifondazione comunista). (La Repubblica, mercoledì 13 maggio 2009). Così fanno apparire il Maroni una specie di Hitler, e non ci sembra giusto. Lui pensa molto più in grande.
il governo Berlusconi (con l’appoggio di Pierferdy Casini): Via libera del Senato al ritorno del nucleare in Italia. (La Repubblica, mercoledì 13 maggio 2009). Emanuele Filiberto e suo padre avranno brindato: se una decisione presa dalla maggioranza del popolo italiano con un referendum può essere spazzata via così, anche la monarchia si può ripristinare per legge. Ma il brindisi gli andrà di traverso, perché non sarà Savoia. Ma Berlusconia.
(su) Silvio Berlusconi: Quotidiani, settimanali, mensili, televisioni e siti al servizio del premier ogni giorno si spalancano su Veronica Lario per macchiarla, denigrarla, distruggerla. Per fare di lei non una moglie che, non sopportando più le umiliazioni e le stranezze del marito, chiede come è suo diritto la separazione, ma una creatura suggestionabile, instabile, irragionevole. (Natalia Aspesi su La Repubblica di mercoledì 13 maggio 2009). Che c’è di strano? Qualcuno credeva forse che il Berlusconi fosse capace di combattere lealmente? Non è una questione personale. Non ce l’ha con la moglie. Farebbe così anche coi figli, se gli si rivoltassero.
(su) Marco Carta e Maria De Filippi: Alla terza canzone il concerto è stato interrotto dalla polizia, preoccupata nel vedere tante persone sotto al palco e, fra queste, tanti bambini. Preoccupazione che è aumentata quando qualcuno, proprio fra i più piccoli, è svenuto per il gran caldo. (La Repubblica, mercoledì 13 maggio 2009). I distruttori di Bambini li distruggono per questo: affinché i distrutti diventino distruttori di Bambini a loro volta.
Silvio Berlusconi: Su quei barconi, persone che hanno diritto d’asilo non ce n’è praticamente nessuna: solo casi eccezionalissimi. (La Repubblica, martedì 12 maggio 2009). E per lui i casi eccezionalissimi non sono esseri umani, si sa. Lui, gli esseri, li giudica umani a occhio. Anzi: a peso. Se ce n’è pochi, gli sembrano bestie.
Francesco Cicciobello Rutelli (capo della gang di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): Sono favorevole ai respingimenti. Basta con le ipocrisie. (La Repubblica, martedì 12 maggio 2009). Ci dispiace che il Rutelli, in passato, si sia sentito costretto a fare l’ipocrita per un po’ di voti di Sinistra, e siamo felici che oggi egli si senta finalmente libero di gettare la maschera, invece, e di gridare a tutti il proprio razzismo e il proprio odio per i Diritti Umani sanciti dalla Costituzione e per il Diritto internazionale. Speriamo che uno di questi giorni, da uomo senza più falsi pudori, egli trovi la forza di rivelarci anche i risultati dei suoi test d’intelligenza.
Joseph Ratzinger (papa): La Shoah non si può negare e non si deve verificare mai più: fermiamo l’antisemitismo. (La Repubblica, martedì 12 maggio 2009). Per noi va bene. Ma il Ratzinger, così, si dà la zappa sui piedi elegantemente calzati: non sa che non può finire l’antisemitismo finché non finisce l’antiumanesimo religioso?
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Il ministro Gelmini ha annunciato che della striscia quotidiana dedicata alla Costituzione, curata da Claudio Martelli su Canale 5, farà acquistare i dvd per distribuirli nelle scuole. Visto che Mediaset è di proprietà del suo presidente del Consiglio, forse c’è un leggero conflitto d’interessi. (Da una lettera a La Repubblica di martedì 12 maggio 2009). Sarà anche conflitto d’interessi. Ma del Berlusconi, non della povera Gelmini. Lei ubbidisce, e basta. Al suo livello d’istruzione, il ministro dell’Istruzione ritiene evidentemente che far parte dell’Esecutivo significhi dover eseguire. Gli ordini del capo.
i Commercianti italiani: La crisi economica e il reddito in discesa degli Italiani hanno cancellato, nel 2008, 30.000 negozi. “È la prima volta che si assiste a un saldo negativo,” spiega Marco Venturi, presidente della Confesercenti. E il 2009 sarà peggio: già nei primi tre mesi, altri 20.000 commercianti hanno chiuso bottega. (La Repubblica, lunedì 11 maggio 2009). Sarete contenti, supponiamo. Non votate forse da quindici anni per la distruzione dello Stato sociale, per la diseguaglianza, per non pagare le tasse e perché siano messi in mezzo a una strada i dipendenti pubblici? Cioè per ridurre in mutande i vostri stessi clienti? Ebbene: ci siete riusciti.
Franco Frattini (non quello dei rubinetti, ma il pidiellìno ministro degli Esteri): Il grande urlare della sinistra favorisce solo i trafficanti di esseri umani che chiedono da 500 fino a 1.500 dollari a persona, a persone poverissime. (La Repubblica, lunedì 11 maggio 2009). Loro invece chiedono ai trafficanti di portarli da un’altra parte, gli esseri umani, così i razzisti italiani non li vedono. E regalano miliardi a un dittatore che opprime la Libia da decenni e che, per sua stessa ammissione, ha fatto esplodere un aereo pieno di passeggeri.
(su) Silvio Berlusconi: Per il mio quarantesimo compleanno, mio padre mi ha regalato una collezione di bastoni con i pomi scolpiti con figure diverse: una tigre, un delfino, un mago... (Piersilvio Berlusconi, La Repubblica, lunedì 11 maggio 2009). Un bastone è un regalo simbolico, non c’è dubbio. Ma simbolico di cosa? D’impotente decrepitezza (la famosa “terza gamba”) o di gioventù violenta (dal manganello fascista a quelli di Arancia meccanica)?. Ci viene un dubbio: che il Silvio consideri il Piersilvio uno smidollato?
Massimo Giannini (vice direttore de La Repubblica): Alemanno che mette un uomo di D’Alema nel consiglio d’amministrazione dell’Acea?! Ma che razza di destro è? Ma allora siamo più destri noi finti sinistri! Non c’è più religione! Speriamo che Berlusconi si arrabbi e li costringa a ripensarci. Anzi: mo’ gliela metto io una pulce nell’orecchio, al Berlusconi: “Eccoli, i nuovi Poteri Forti della città: il business, un pezzo irrequieto e autonomo di Pidièlle, i centristi dell’Uddiccì e i riformisti del Pidì. Prove tecniche di una futura maggioranza di salute pubblica post-berlusconiana?” (Sintesi di un articolo del Giannini in Cronaca di Roma, La Repubblica, lunedì 11 maggio 2009). Una branca particolarmente “tignosa” dei papisti-padronisti che tramite il Pidì tengono in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana è quella dei lanzillottisti fissati con la privatizzazione dell’acqua. Ma che cosa gliene verrà in tasca, a loro, dalla svendita dell’ultimo Bene pubblico degli Italiani? Lo faranno per soldi, per imbecillità o per dispetto? Noi preferiremmo il dispetto. Ci farebbe sentire importanti.
Silvio Berlusconi: Nessuno scandalo per il rimpatrio dei clandestini, abbiamo solo applicato il diritto internazionale. La sinistra vuole un’Italia multietnica, noi no. (La Repubblica, domenica 10 maggio 2009). Sul diritto internazionale, il Berlusconi mente. Ma forse mente senza sapere di mentire, ’sta volta, poiché è probabile che non conosca il diritto internazionale altrettanto bene della famiglia Letizia. Quanto all’Italia multietnica, sarebbe interessante sapere come la vogliono loro, invece. Multipervertita, per caso?
(su) Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso: L’alloggio del presidente Obama a L’Aquila potrebbe essere l’hotel Campo Imperatore, che fu la prigione di Mussolini tra il 26 luglio e il 12 settembre 1943. E proprio ieri una squadra di tecnici della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco ha visionato la struttura. Stanza del Duce compresa. (La Repubblica, domenica 10 maggio 2009). Datti malato, Barack. Non ci venire proprio, in Italia. E tanto meno a L’Aquila. Saresti nelle loro mani. Nella migliore delle ipotesi ti stanno preparando qualche scherzetto da clown malefici. E nella peggiore son capaci di “proporti” un gemellaggio L’Aquila-Dallas...
(su) Silvio Berlusconi (papi) e Joseph Ratzinger (papa): Alla Chiesa importa molto dei comportamenti privati, ma tra un devoto monogamo che contesta certe sue direttive ed uno sciupafemmine che le dà invece una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupafemmine. Sant’Ambrogio disse, non a caso: “Ecclesia casta et meretrix”. (Francesco Cossiga, La Repubblica, domenica 10 maggio 2009). Se abbiamo capito bene, il Cossiga per solidarizzare col Berlusconi ha dato della meretrix (= puttana) alla Chiesa. Ma se la Chiesa è una meretrix, il Ratzinger che cos’è? E il Berlusconi? Meglio un calcio dove fa più male che la tua solidarietà, caro Francesco.
Gerardo D’Ambrosio (senatore del Pidì): Non trovai alcuna prova per dire che Pinelli era stato ucciso e che il commissario Calabresi era in quella stanza. E non fu suicidio, perché Pinelli era del tutto estraneo alla bomba. Ipotizzai un malore, dopo i tre giorni da trattenuto in questura, e contestai ai poliziotti il reato di arresto abusivo. Uno che non ha né mangiato né dormito per tre giorni è molto più facile che abbia un malore piuttosto che si suicidi. E non fu ucciso: le perizie esclusero che gli avessero fatto l’agopuntura, dato il siero della verità o un colpo di karate, i poliziotti furono assolti. (La Repubblica, domenica 10 maggio 2009). Interessante idea: tenere un uomo senza mangiare né dormire per tre giorni non è tentare di ucciderlo. E se l’uomo ne muore, non è omicidio. Un modo di ragionare, quello del D’Ambrosio, che a Guantanamo gli varrebbe una standing ovation.
Alfredo Mantovano (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e sottosegretario agli Interni): Il reato di clandestinità è funzionale a rendere effettive le espulsioni, non prevede sanzioni detentive, si estingue con l’espulsione. (La Repubblica, sabato 9 maggio 2009). Traduzione: Non vi preoccupate, elettori di Destra: non li mettiamo in prigione, dove saremmo costretti a trattarli umanamente; li mandiamo nelle galere dei loro Paesi d’origine, dove li violenteranno, massacreranno e uccideranno. Contenti?
Piero Fassino (col Veltroni ombra di ministro degli Esteri del Pidì, col Franceschini responsabile Esteri del Pidì: un mutamento epocale): Il respingimento degli Immigrati non è uno scandalo, si è fatto anche nel passato quando eravamo noi al governo. (La Repubblica, sabato 9 maggio 2009). Articolo 10 della Costituzione: L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Scagliandosi insieme al Maroni contro i Diritti Umani fondamentali, il Fassino conferma quel che pensiamo di lui da quando ci dissero che Maria De Filippi l’aveva fatto piangere davanti alla sua vecchia tata: uno che di potere ne ha poco non perché abbia meno cattiveria, ma perché ha meno cervello.
(su) Sergio Chiamparino (Pidì, sindaco finto-sinistro di Torino): Dopodomani, Sergio Chiamparino toglierà le deleghe all’assessore all’Istruzione, Luigi Saragnese, di Rifondazione Comunista. La sua maggioranza scenderà da 37 a 33 voti e, in Sala Rossa, si profila anche l’ipotesi di una nuova alleanza con l’Udc guidata da un ex sottosegretario dei governi Berlusconi (e imprenditore nel settore della sanità privata), l’avvocato Michele Vietti. (La Repubblica, sabato 9 maggio 2009). Mandare a quel paese la Sinistra e farsi amica la sanità privata cattolica, casiniana ed ex(?)berlusconiana: a un anno dalle elezioni amministrative bisogna cominciare a ungere un po’ le ruote, no?
Francesco Cicciobello Rutelli, Enzo Bianco e “Beppe” Fioroni: ( cercando di far abortire ― da bravi esponenti di spicco della banda di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana ― la nascente Alleanza europea dei Democratici e dei Socialisti): Quelli che Pippié e Piesseé stanno prendendo per la commissione Ue sono accordi mediocri e di basso profilo (Cicciobello). Inaccettabile la nostra adesione, sotto qualunque veste, al gruppo socialista (Enzo). Non sono ammessi, in questa vicenda, gli editti imperiali comunicati attraverso il misso dominico. La collocazione europea non è ancora decisa, le ipotesi di cui leggo non vanno bene, a cominciare dal nome (“Beppe”). (La Repubblica, sabato 9 maggio 2009). Speriamo che gli elettori non ce la mandino proprio, a Strasburgo, questa manica di baciapile nemici dei diritti umani. Così il problema (da imbecilli) del gruppo a cui aderire e del nome da darsi sarà risolto alla radice. Una volta per sempre.
Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni): La politica del respingimento sostituisce quella del rimpatrio. È una svolta storica. I clandestini non li facciamo entrare. (La Repubblica, venerdì 8 maggio 2009). Mussolini consegnava gli Ebrei a Hitler, Berlusconi e Maroni agli sbirri violentatori e torturatori di Gheddafi. Marx si sbagliava: le tragedie della Storia si ripetono come farse solo ai “piani alti”: per i poveri cristi, sempre tragedie restano.
Matteo Salvini (capogruppo leghista nel Consiglio comunale di Milano): Prima c’erano i posti riservati agli invalidi, agli anziani e alle donne incinte: adesso si può pensare a posti, o vagoni, riservati ai milanesi. (La Repubblica, venerdì 8 maggio 2009). Non è un’idea malvagia: avendo tutti i pezzi di cacca della città concentrati in apposite vetture riservate ai Milanesi non si rischierebbe di colpire (con uova marce) gli innocenti.
il Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso da quello di Walter Veltroni): Bersani, Bindi, Castagnetti, Zingaretti: c’era mezzo Pidì, il 23 marzo, al ricevimento organizzato dall’ambasciata italiana presso la Santa sede per il compleanno di papa Ratzinger, per sfilare di fronte ai cardinali Bertone, Bagnasco e Ruini, al nunzio in Italia Bertello, a monsignor Crociata e a molti altri... (left n°18, venerdì 8 maggio 2009). I furbetti della parrocchina.
la Cisl di Raffaele Bonanni: Maurizio Sacconi santo sùbito. Se non l’hanno accolto come il Messia, di certo come un suo emissario. Un ministro del Lavoro ex socialista osannato da una platea di sindacalisti e imprenditori di estrazione cattolica: è quello che è successo a Roma il 15 aprile, in occasione del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica, un neonato cartello creato per lavorare sui temi del welfare da Cisl, Compagnia delle opere (il braccio imprenditoriale di Comunione e liberazione), Confcooperative, Confartigianato e Movimento cristiano lavoratori. (left n°18, venerdì 8 maggio 2009). Per la serie Lasciate che i Soldi vengano a Me.
(su) Luciano Violante (Pidì): Esistono due modi di fare il presidente della Camera: come lo fece Violante, che si faceva carico delle esigenze della maggioranza, e come lo fece Nilde Iotti, che prese invece a cuore le richieste dell’opposizione. Fini ha scelto il modo di fare di Nilde Iotti. (Fabrizio Cicchitto, Pidièlle. La Repubblica, venerdì 8 maggio 2009). Esistono due modi di far finta di essere di sinistra: con un po’ di vergogna e senza vergogna. Il Violante ha scelto di meritarsi i complimenti di un Cicchitto.
l’Imbecillità (della Destra): Parte in America la crociata anti-jeans. I conservatori contro il pantalone simbolo: “Sono sciatti e troppo di sinistra”. (La Repubblica, venerdì 8 maggio 2009). Eppure anche l’imbecillità della Destra ha una sua (modesta) funzione, nel Grande Ordine dell’Universo: ti fa ritrovare il piacere delle buone, vecchie, piccole cose di Sinistra.
(su) Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Guido Bertolaso: Prima o poi il presidente Berlusconi se la dovrà pur prendere, la responsabilità di dire agli Italiani e agli Aquilani che per ricostruire davvero questa città c’è una sola strada: ci vuole una tassa di scopo... Tutto il resto è solo una presa in giro, con cui finiremo di costruire nel 2034. (Massimo Cialente, sindaco di L’Aquila, La Repubblica, giovedì 7 maggio 2009). Esser presi in giro, se non ci si accorge di esserlo, è come sognare credendosi nella realtà. E dunque è grave, il comportamento del sindaco: non si rende conto che dire così all’improvviso a molti Aquilani e Italiani che il Berlusconi, il Tremonti e il Bertolaso si fanno beffe di loro può essere pericoloso come strattonare uno sonnambulo in bilico su un cornicione?
Le belle famiglie berlusconiane
(su) Marcello Dell’Utri (cofondatore di Forza Italia, noto per aver detto a Santoro Io ho mafiato, sotto processo per concorso esterno, estimatore dello scomparso “stalliere” mafioso Vittorio Mangano, senatore pidiellìno, presidente del Circolo ― incredibile! ― del buongoverno e ritrovatore ― così fortunello che un malfidato potrebbe pensare che se li sia scritti da solo! ― dei diari del duce, da lui definito un uomo straordinario): Non ho mai visto il padre di Noemi Letizia né ho mai saputo di una sua amicizia con il premier. Non ne sapevo davvero nulla. Né io né alcuni miei amici, esponenti a Napoli del Pidièlle, lo abbiamo mai sentito nominare. Eppure vivo qui a Portici e ho rapporti di amicizia e lavoro con esponenti di spicco di Forza Italia come Marcello Dell’Utri e suo figlio. Ho lavorato con la mia società anche per loro e mi onoro di considerarli miei amici. Proprio di recente ho incontrato il senatore a Napoli. (Giuseppe Fornino, direttore della Villaggio Globale, presso la quale Noemi Letizia, la pupilla del Berlusconi, realizzò a 15 anni il primo book fotografico. La Repubblica, giovedì 7 maggio 2009). Da quando non c’è più Vittorio Mangano, le frequentazioni del Dell’Utri sono molto migliorate. Che sia merito della lettura dei cosiddetti diari di Mussolini?...
Per la serie Quel che ci fa paura nei religiosi, un gesto e un’espressione di Angelo Bagnasco.
L’Avvenire (quotidiano dei vescovi italiani) e Angelo Bagnasco (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di cardinale, presidente della Conferenza episcopale italiana) su Silvio Berlusconi: Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a varare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese (L’Avvenire). Il richiamo alla sobrietà e alla responsabilità per tutti è un richiamo sempre molto positivo, ognuno secondo la propria situazione concreta e secondo le proprie responsabilità. Questi richiami non possono essere che benvenuti da parte di tutti (Angelo). (La Repubblica, mercoledì 6 maggio 2009). C’è da dire però che con il Berlusconi (anche se le accuse della moglie fossero fondate) almeno i maschietti potrebbero star tranquilli. Non è così in tutte le chiese.
(su) Silvio Berlusconi: È un uomo che non sta bene. (Veronica Lario, La Repubblica, martedì 5 maggio 2009). Lui non sta bene, eh? E come sta chi l’ha votato? Non sta addirittura peggio? E non se ne rende conto ancor meno di lui?
Marcello Dell’Utri (cofondatore di Forza Italia, noto per aver detto a Santoro Io ho mafiato, sotto processo per concorso esterno, estimatore dello scomparso “stalliere” mafioso Vittorio Mangano, senatore pidiellìno, presidente del Circolo ― incredibile! ― del buongoverno e ritrovatore ― così fortunello che un malfidato potrebbe pensare che se li sia scritti da solo! ― dei diari del duce): Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come Stalin. Era un uomo straordinario, di grande cultura. (La Repubblica, martedì 5 maggio 2009). Tutto è relativo, anche l’idea di bontà. Almeno in una cosa, infatti, Mussolini fu davvero troppo buono: non consegnò ai nazisti la famiglia Dell’Utri per impedirle di mettere al mondo il futuro senatore Marcello.
Renzo Bossi (figlio scolasticamente difficile di Umberto Bossi): Non sarò mai io a chiedere di essere candidato, ma se un giorno il capo, per le mie competenze, me lo chiederà, sono pronto. Di Roma non me ne frega nulla, m’interessa il territorio: a Roma vado per conoscere le leggi e poi spiegarle sul territorio. (La Repubblica, martedì 5 maggio 2009). Assistiamo, sempre più addolorati, al progressivo, rapido deterioramento della coerenza e comprensibilità dei discorsi di quel povero giovane. “Vado a Roma per conoscere le leggi e spiegarle sul territorio” non ha senso, possibile che il constatarlo faccia star male solo noi? Ripetiamo il nostro accorato invito alla famiglia: datecelo per due mesi come la piccola Helen Keller di Anna dei miracoli (e alle medesime condizioni), ve lo rimetteremo in sesto!
(su) Joseph Ratzinger (papa): Dopo i primi giorni di riprese ci hanno negato molte location. Non mi aspettavo collaborazione, né di girare nelle chiese o nella Cappella Sistina, ma non credevo che l’influenza del Vaticano fosse così forte da impedirci di girare anche in luoghi esterni. (Ron Howard, regista di Angeli e demoni, intervistato da La Repubblica di lunedì 4 maggio 2009). Scherzi, Ron? In Italia l’influenza vaticana è tremenda.
Molto più intensa e preoccupante di quella suina.
(su) Roberto Maroni (ministro leghista degli Interni) e Maurizio Sacconi (patito del karaoke e ministro pidiellìno del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali): Una delle ragioni per cui arrivano tanti immigrati clandestini in Italia è che il nostro mercato del lavoro offre molte opportunità di impiego in nero. Si può facilmente guadagnare senza avere alcun contratto di lavoro. Invece di prendersela con il Parlamento, Maroni dovrebbe allora chiedere al suo ex sottosegretario Sacconi, oggi titolare del dicastero di via Veneto, di intensificare i controlli sui posti di lavoro, anziché emanare direttive che contemplano una minore attività ispettiva in questa fase. (Tito Boeri su La Repubblica di lunedì 4 maggio 2009). Hai ragione, Tito. Ma è come chiedere ai padroni del Paese dei Balocchi di rinunciare a tramutare i ragazzini in ciuchi, non ti pare? E poi non credi, scusa, che voi “sapienti” della finta “sinistra”, prima di montare in cattedra, dovreste scusarvi per aver incoraggiato il Veltroni a far cadere Prodi?...
(su) Silvio Berlusconi e Veronica Lario (1): Sotto accusa non ci sono solo le scelte private di un marito, ma la connivenza di un Paese che non si indigna di fronte alla pretesa immunità morale del presidente del Consiglio. (la “pensosa” Rosi Bindi, Pidì, su La Repubblica di lunedì 4 maggio 2009). Non sai, Rosi, che l’Italia è il Paese dei “peccatori” confessati e assolti? O fingi di non saperlo? Non basta prendersela col Paese che non s’indigna, o cristiana e cattolica Rosi: bisogna prendersela con i preti, anche, che ci hanno insegnato e abituato ad annullare la nostra storia di rapporti umani buttandocela dietro le spalle con un pater, ave e gloria.
(su) Silvio Berlusconi e Veronica Lario (2): Veronica si conferma come il vero capo dell’opposizione. (il feroce Vittorio Sgarbi su La Repubblica di lunedì 4 maggio 2009). Ma lo Sgarbi si renderà conto di aver detto che Veronica dopo trent’anni ha almeno iniziato a farsi sentire mentre la finta “sinistra” continua a farsi inchiappettare senza fiatare?
Un celebre fotogramma di Seven Chances, di Buster Keaton (1925) rielaborato dal Prof
ispirandosi a un celebre fotogramma di Shining, di Stanley Kubrick (1980).
(su) Silvio Berlusconi e Veronica Lario (3): Spero che alla fine non divorzino, lui ha nella famiglia il suo rifugio. (La teneramente ingenua Stefania Prestigiacomo, Pidièlle, su La Repubblica di lunedì 4 maggio 2009). Il suo rifugio? E da che cosa, o Stefania? Dalle migliaia di “letteronze” che lo inseguono come Buster Keaton in Seven Chances?
Giulio Tremonti (ministro dell’ Economia): Sono comunque evidenti, e con la crisi appaiono positivamente attivi, i particolari caratteri di resilienza propri dell’Italia: geografia politica non concentrata in metropoli circondate da anelli ad alta tensione sociale; ruolo delle famiglie; il capitale umano diffuso in circa 8 milioni di partite Iva; la sostanziale stabilità dell’assetto politico e di governo. (Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica, La Repubblica, domenica 3 maggio 2009). Il capitale umano dell’Italia, secondo il Tremonti, è tutto in quegli 8 milioni di partite Iva. Cioè in 8 milioni di oggetti inanimati. Gli altri, a quanto pare (compresi, sembra di capire, i titolari di quelle partite Iva) non sono abbastanza umani perché il ministro li consideri tali.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): La relazione ribadisce quello che già la Banca d’Italia aveva rilevato: le risorse per i pacchetti anticrisi sono state trovate tagliando altrove. Per chiarire: si salvano i dipendenti allungando la cassa integrazione ma facendo altrettanti disoccupati nella Scuola. (Pierluigi Bersani, responsabile economico del Pidì, intervistato da La Repubblica di domenica 3 maggio 2009). Credevamo che fosse solo una “donna di paglia” del quartetto Berlusconi-Tremonti-Sacconi-Brunetta, e invece si scopre che è la Gelmini a mantenere loro. Ma senza rischiare retate: i soldi che passa al Governo non deve mica guadagnarli lei, son quelli della Scuola, cioè dei Bambini e dei Ragazzi italiani.
(su) Silvio Berlusconi: Veronica, addio a Berlusconi: “Ho deciso, chiedo il divorzio”. (Titolo de La Repubblica di domenica 3 maggio 2009). Così adesso il Veltroni avrà sulla coscienza anche di aver causato lo sfascio di quella povera famiglia, quando ha fatto cadere Prodi servendosi di Mastella.
(su) Silvio Berlusconi e la Destra italiana: Nonostante l’Europa occidentale goda a tutt’oggi della più ampia libertà di stampa, l’Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di espressione è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell’eccessiva concentrazione della proprietà dei media. (Rapporto Freedom of the Press 2009, citato da La Repubblica di domenica 3 maggio 2009). Hanno dimenticato il fattore più importante: la pecoresca fifa che induce molti Italiani a imbavagliarsi da soli.
Le belle facce della Destra italiana: Vittorio Pesato (sulla sinistra) con il sindaco di Roma Gianni Alemanno
(immagine tratta dal blog http://laviniaprono.splinder.com)
(su) Vittorio Pesato (pidiellìno di provenienza aennìna, esponente della direzione nazionale del Pidièlle): È stato bloccato dalla polizia stradale dopo che non si era fermato all’alt. Si tratta di Vittorio Pesato, pavese, leader dei giovani del Pidièlle: risultato positivo alla prova del palloncino, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. L’episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato, intorno alle 4 di mattina, in pieno centro a Pavia. Al Pesato è stata sospesa la patente. (La Repubblica, domenica 3 maggio 2009). Ma che devono fare, questi poveri giovani del Pidièlle: le giovani se le pappa tutte il Capo, che cosa gli resta se non l’alcool e la velocità?
(su) Guido Bertolaso (sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile) e Silvio Berlusconi: Arrivi al campo della Protezione civile di Villa Sant’Angelo (L’Aquila)... Una donna piange, sono lacrime di rabbia per il fatto di sentirsi abbandonati a loro stessi. La fotografa che è con noi le accarezza il viso cercando di consolarla. Ma ormai c’è chi si è accorto degli “intrusi”. Ecco che si materializzano le gerarchie ufficiali. Arriva il capo campo, infastidito dalla nostra presenza, e ci chiede di uscire. In maniera sbrigativa si rivolge al carabiniere di turno per farci andare via. La stessa persona che ci ha invitati nella sua tenda interviene per spiegare come sono andate le cose. Niente da fare. Evidentemente non è ammesso lamentarsi. Soprattutto con stampa e fotografi. (Lorenzo Baldo e Anna Petrozzi, vicedirettore e caporedattrice di Antimafia Duemila, su left n°17, venerdì 1° maggio 2009). E cosa sarebbe accaduto se i giornalisti avessero invitato le persone che volevano lamentarsi a uscire dal “campo” per parlare con loro fuori? Dai “campi” (una parola assai cara al governo della Destra) si può uscire liberamente o si deve chiedere un permesso? Chi vive nei “campi” è ancora in possesso dei propri diritti umani, o è sottoposto a una sorta di “regime speciale” che di fatto li sospende? E tutti noi, che dai “campi” crediamo (o ci illudiamo) di essere fuori, siamo ancora liberi o che cosa? E i “campi” sono luoghi di accoglienza e sostegno alle vittime del terremoto o parchi-giochi per politicanti e preti in cerca di pubblicità e per figli di evasori fiscali in cerca di sentirsi “buoni” andando ad “aiutare” chi è costretto a subire le loro intrusioni?
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione finché il Tremonti si ricorderà di mandare qualcuno a riaprirle il portone del ministero, poverina, ché le faccende le ha terminate da un pezzo): Al meeting dei 7.000 insegnanti di religione cattolica promosso a Roma dalla Conferenza episcopale italiana ha ricordato che “l’insegnamento della religione deve avere la stessa dignità delle altre materie” e che anzi “l’ora di religione ha una valenza educativa maggiore di altre discipline”. (Left n°17, venerdì 1° maggio 2009). Educativa a che cosa? A degenerare da umani a “pecorelle” per il gregge del papa? O per il gregge di “papi”?
Massimo D’Alema: La Lega protesta e si appella a noi. Ma io spero che con loro si apra un confronto sulla legge elettorale più utile al nostro Paese. E se Bossi rispondesse positivamente a questo confronto si aprirebbe una situazione diversa, potrebbe nascere una potenziale nuova maggioranza. (La Repubblica, venerdì 1° maggio 2009). Nel 1939 Baffone stipulò un patto di non aggressione con il nazismo hitleriano. Settant’anni dopo, Baffino va in cerca di nuove maggioranze con il razzismo bossiano. Aveva ragione Marx: le tragedie della Storia si ripetono come farse.
Le belle facce della banda di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana:
Renzo Lusetti mentre sghignazza (ma con occhi umilmente bassi) con Silvio Berlusconi.
(su) Renzo Lusetti (rutelliano, cioè esponente della banda di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): Disturbo della quiete pubblica. A interrompere una delle ultime serate canterine sono stati i carabinieri. Chiamati dai vicini di casa, che di quel karaoke sparato fino a tarda ora non ne potevano più... Location, la casa romana di Renzo Lusetti... Con Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio), Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, e Renata Polverini, dell’Ugl. (La Repubblica, venerdì 1° maggio 2009). Nel luglio del 2008, quando la Destra ha messo al di sopra delle leggi (e di tutti noi) le cinque prime cariche dello Stato, il Lusetti (non contento e geloso) propose di sospendere i processi a tutti i parlamentari. Non solo: accusò il Veltroni (da destra, naturalmente) di aver avuto troppa fretta di votare no al cosiddetto “decreto-sicurezza”. Poi tacque per qualche mese, indotto forse alla prudenza dall’aver avuto sentore che, secondo i giudici, il “dominus di fatto” del Comune di Napoli, Alfredo Romeo, coltivava “rapporti consolidati con i parlamentari Rutelli e Lusetti del Pidì e con l’onorevole Bocchino, del Pidièlle”. Ma il 9 febbraio scorso, passata la paura, ha ritrovato la voce per dichiararsi a favore del disegno di legge urgente (e anticostituzionale) con cui la Destra voleva “salvare la vita” di Eluana Englaro: “Non sono un teodem ma voterò a favore per salvare una vita da una condanna a morte”. Non solo: l’11 marzo non si è vergognato di approvare la scomunica, da parte di un vescovo brasiliano, di una madre e un medico che avevano fatto abortire una bambina violentata. Credevamo, a questo punto, d’aver visto tutto del Lusetti e dei papisti-padronisti di finta “sinistra” come lui. E invece no: ci mancava di saperlo dedito, insieme al duo Sacconi-Bonanni, ad atti di bullismo contro i suoi poveri vicini. Che evidentemente, a differenza di lui, la mattina devono alzarsi presto per andare a lavorare. Mancavano l’ectoplasmatico Angeletti, segretario della Uil, e l’ineffabile “Beppe” Fioroni, ex ministro della Pubblica istruzione, e questo ci dispiace: che stiano poco bene? Ma forse sono solo stonati.
(su) Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro della Difesa): Almeno fosse partita da me l’idea di candidarmi alle europee, mi è arrivata da loro. A Roma avanti e indietro, alberghi, aerei, treni, sempre a spese mie. Per ricevere le pacche sulle spalle da La Russa: “Signorina, l’abbiamo appena candidata, mi lasci anche il numero di telefono, se ha bisogno per la campagna elettorale mi faccia uno squillo, ché io sono sempre disposto a dar consigli...” (Chiara Sgarbossa, conduttrice di Lotto alle otto. La Repubblica, venerdì 1° maggio 2009). Ma come si permette questa signorina di mettere in piazza il povero Ignazio come se fosse un Pulcinella qualsiasi? Tenta forse di insinuare nelle nostre menti il sospetto che il povero Ignazio conti come il due di picche, visto che la prima “conduttrice” che passa può sbeffeggiarlo così? Vuol forse farci credere che a un “giovane leone” come il povero Ignazio il Berlusconi possa permettersi di sfilare il “pasto” di sotto il muso come se niente fosse, quando gliene salta il ticchio? Non lo crederemo mai. Puniscila, Ignazio. Minimo una settimana di cpr se la merita!
il Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso dal Pidì di Walter Veltroni): Votare sì o votare no al referendum? Ora tra i Democratici scatta l’allarme: “Rischiamo di fare un favore a Silvio”. (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). La vittoria del sì al referendum “contro” la legge porcata del Calderoli farebbe la porcata ancora peggiore di far sparire dalla scena politica tutti i partiti tranne il Pidièlle (al governo per i prossimi cinquant’anni almeno) e il Pidì (alla finta “opposizione” finché non verrà a noia al regime). Di qui il “glorioso” dilemma del Franceschini e di tutta la finta “sinistra”: votare no mettendosi con la Lega razzista (per portarla via al Berlusconi, sai che bell’acquisto) o votare sì per finir di distruggere la Sinistra? Un dilemma degno di loro.
Le belle famiglie berlusconiane: Anna e Noemi Letizia (da La Repubblica di giovedì 30 aprile 2009).
(su) Silvio Berlusconi: Come ho conosciuto il presidente? Non chiedetemelo più, per favore. Su questo consentiteci un po’ di privacy. Come persona, come famiglia e come madre. Le mie foto? No, non amo darle. Se vuole può farle uscire lui, papi... Papi, certo. Ne ha tante di foto... Vorrei dire, con infinito rispetto, alla intelligente signora Veronica Lario... Anch’io sono madre, anch’io difendo i miei cuccioli, e sono stata sfortunata: ho perso un figlio in un incidente stradale, anni fa... (Anna Letizia, madre di Noemi Letizia, la ragazza di Casoria alla cui festa dei diciott’anni si è presentato anche Silvio Berlusconi con un regalino. Entrambe, madre e figlia, chiamano il presidente del Consiglio “papi”. La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). Anche l’Italia, come certe povere Figliole, dovrebbe esser tolta al Berlusconi e affidata a un “padre della patria” moralmente più degno. Ma ormai è tardi: compiuti i diciott’anni, le povere Nazioni e le povere Figliole son “libere” di fare una brutta fine, se nessuno ha saputo insegnar loro a sottrarvisi. Speriamo almeno che ci siano ancora Madri e Padri degni di chiamarsi tali, nel nostro Paese, e che stiano raccontando alle loro Bambine una favola come quella che Guido Orefice inventa per il piccolo Giosuè ne La vita è bella: che è tutto finto, che gli orchi cattivi cattivi che comprano e vendono i figli stan solo giocando, e che alla fine le Bambine che non si faranno scoprire vinceranno un’Italia diversa.
(su) Matteo Renzi (ex ciellìno, attualmente piddìno di belle speranze): In lista con il candidato sindaco Pidì di Firenze Matteo Renzi c’è l’ex “schedina” di Quelli che il calcio Elisa Sergi: “Berlusconi le preferisce belle? Che male c’è...” (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). E pensare che Matteo Renzi era stato salutato da molte “anime candide” (e da ancor più “stomaci pelosi”) della finta “sinistra” come “l’Obama italiano”. E invece era solo un berluschino venuto da Comunione e liberazione.
Le belle facce della Destra italiana: Denis Verdini, deputato del Pidièlle.
Denis Verdini (deputato pidiellìno): Liste elettorali del Pidièlle “sbianchettate” per cancellare “letterine” e “letteronze”? Io il bianchetto me lo metto sulle unghie, anche dei piedi. Ma sulle liste non l’abbiamo usato perché non ce n’era bisogno. (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). Che schifo. È mai possibile che immaginare un Denis Verdini che si sbianchetta le unghie dei piedi non faccia vomitare anche i suoi elettori? Ma allora è vero che sono antropologicamente diversi da noi.
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