Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Meglio Ridere!
la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di aprile del 2009!
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In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere. E cerchiamo, invece, di riderne. Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche “perla” che ci è sfuggita... |
La prima pagina di Libero di giovedì 30 aprile 2009.
il Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso dal Pidì di Walter Veltroni): Votare sì o votare no al referendum? Ora tra i Democratici scatta l’allarme: “Rischiamo di fare un favore a Silvio”. (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). La vittoria del sì al referendum “contro” la legge porcata del Calderoli farebbe la porcata ancora peggiore di far sparire dalla scena politica tutti i partiti tranne il Pidièlle (al governo per i prossimi cinquant’anni almeno) e il Pidì (alla finta “opposizione” finché non verrà a noia al regime). Di qui il “glorioso” dilemma del Franceschini e di tutta la finta “sinistra”: votare no mettendosi con la Lega razzista (per portarla via al Berlusconi, sai che bell’acquisto) o votare sì per finir di distruggere la Sinistra? Un dilemma degno di loro.
Le belle famiglie berlusconiane: Anna e Noemi Letizia (da La Repubblica di giovedì 30 aprile 2009).
(su) Silvio Berlusconi: Come ho conosciuto il presidente? Non chiedetemelo più, per favore. Su questo consentiteci un po’ di privacy. Come persona, come famiglia e come madre. Le mie foto? No, non amo darle. Se vuole può farle uscire lui, papi... Papi, certo. Ne ha tante di foto... Vorrei dire, con infinito rispetto, alla intelligente signora Veronica Lario... Anch’io sono madre, anch’io difendo i miei cuccioli, e sono stata sfortunata: ho perso un figlio in un incidente stradale, anni fa... (Anna Letizia, madre di Noemi Letizia, la ragazza di Casoria alla cui festa dei diciott’anni si è presentato anche Silvio Berlusconi con un regalino. Entrambe, madre e figlia, chiamano il presidente del Consiglio “papi”. La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). Anche l’Italia, come certe povere Figliole, dovrebbe esser tolta al Berlusconi e affidata a un “padre della patria” moralmente più degno. Ma ormai è tardi: compiuti i diciott’anni, le povere Nazioni e le povere Figliole son “libere” di fare una brutta fine, se nessuno ha saputo insegnar loro a sottrarvisi. Speriamo almeno che ci siano ancora Madri e Padri degni di chiamarsi tali, nel nostro Paese, e che stiano raccontando alle loro Bambine una favola come quella che Guido Orefice inventa per il piccolo Giosuè ne La vita è bella: che è tutto finto, che gli orchi cattivi cattivi che comprano e vendono i figli stan solo giocando, e che alla fine le Bambine che non si faranno scoprire vinceranno un’Italia diversa.
(su) Matteo Renzi (ex ciellìno, attualmente piddìno di belle speranze): In lista con il candidato sindaco Pidì di Firenze Matteo Renzi c’è l’ex “schedina” di Quelli che il calcio Elisa Sergi: “Berlusconi le preferisce belle? Che male c’è...” (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). E pensare che Matteo Renzi era stato salutato da molte “anime candide” (e da ancor più “stomaci pelosi”) della finta “sinistra” come “l’Obama italiano”. E invece era solo un berluschino venuto da Comunione e liberazione.
Le belle facce della Destra italiana: Denis Verdini, deputato del Pidièlle.
Denis Verdini (deputato pidiellìno): Liste elettorali del Pidièlle “sbianchettate” per cancellare “letterine” e “letteronze”? Io il bianchetto me lo metto sulle unghie, anche dei piedi. Ma sulle liste non l’abbiamo usato perché non ce n’era bisogno. (La Repubblica, giovedì 30 aprile 2009). Che schifo. È mai possibile che immaginare un Denis Verdini che si sbianchetta le unghie dei piedi non faccia vomitare anche i suoi elettori? Ma allora è vero che sono antropologicamente diversi da noi.
(su) Silvio Berlusconi: Che cosa ne penso (dell’apparizione del presidente del Consiglio a una festa di compleanno di una ragazza napoletana, n.dr.)? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato... Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla, e ci fa soffrire. (Veronica Lario, seconda moglie di Silvio Berlusconi. La Repubblica, mercoledì 29 aprile 2009). Umanamente ci dispiace per lei, è chiaro. Ma chi ha scelto il Berlusconi per sposarlo non è diverso da quelli che l’hanno scelto per votarlo: o si dichiarano contenti di tutto ciò che l’individuo fa, dice e pensa (in ordine inverso di copiosità escretiva) o devono domandarsi come mai siano stati fino a oggi incapaci di comprendere quel che è evidente da almeno vent’anni a metà dei cittadini italiani. Che sono i soli, dunque, che hanno il diritto di lamentarsene senza sentirsi degli imbecilli per avergli creduto.
(su) Joseph Ratzinger (capo dell’unico Stato non democratico d’Europa): Nessuno di noi è stato invitato all’incontro col papa, e non credo che sia un caso. Da giorni noi studenti della Casa ― l’abbiamo fatto anche l’altra sera al Tg1 ― diciamo che abbiamo bisogno di una cosa sola: giustizia. L’avremmo detto anche di fronte al Santo Padre... Un giro di telefonate mi ha confermato che nessuno di noi è stato invitato. E non c’erano nemmeno i genitori dei ragazzi che sono morti. (Gabriele, uno degli studenti sopravvissuti al crollo della Casa dello Studente di L’Aquila, La Repubblica, mercoledì 29 aprile 2009). Bravo, papa, così si fa: che tutti vedano che la Chiesa cattolica non è seconda a nessun Berlusconi, in fatto di casting e sceneggiatura degli spot pubblicitari.
(su) Roberto Maroni (ministro degli Interni della Lega, il partito di governo più razzista dell’Occidente): Se ne vanno i medici-spia ma arrivano i presidi-spia, quelli che, in quanto incaricati di pubblico servizio, saranno costretti a denunciare il clandestino che cerca di iscrivere il figlio a scuola. Senza permesso di soggiorno l’immigrato non potrà più fare nulla, né dichiarare all’anagrafe una nascita, né mandare a scuola i figli avuti fuori dall’Italia (visto che i nati qui non esisteranno neppure), né presentarsi negli uffici di stato civile, né accedere ai pubblici servizi (ospedali esclusi). (La Repubblica, mercoledì 29 aprile 2009). I medici e gli infermieri si sono rifiutati di diventare i cani da guardia delle leggi razziali leghiste. E i presidi? Con qualche ottimismo (della volontà) e molto pessimismo (dell’intelligenza) restiamo in attesa delle sdegnate proteste delle loro associazioni.
(su) Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità e del Lavoro, a seconda dei turni di servizio): In una recente riunione dei quadri sindacali della Cisl, il ministro Sacconi ha definito la bilateralità (=il collaborazionismo delle organizzazioni dei Lavoratori con i padroni, n.d.r.) come una forma di “controllo sociale organizzato”, di “governo del mercato del lavoro”. E intende estenderla, oltre che alla gestione delle cosiddette politiche attive del lavoro, alla scelta dei beneficiari degli ammortizzatori sociali, alla fornitura di servizi di collocamento a chi è in cerca di lavoro, alla gestione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione, ai controlli sul rispetto delle norme sulla sicurezza sui posti di lavoro e, addirittura, alla gestione di previdenza e sanità. Il termine forse più appropriato per questa strategia del titolare del dicastero di via Veneto dovrebbe essere “delega alle parti sociali di funzioni altrimenti (e altrove) esercitate dallo Stato”... Ma guai se la bilateralità venisse vissuta dai lavoratori come una strategia per comprare il consenso di chi li dovrebbe rappresentare, come a una specie di “lato b” del sindacato. (Tito Boeri su La Repubblica di mercoledì 29 aprile 2009). Si tranquillizzi, Boeri: mai e poi mai i Lavoratori penserebbero che il Sacconi (e con lui il Berlusconi, il Tremonti e il Brunetta) vogliano spendere miliardi (delle nostre tasse) per comprarsi il Bonanni, l’Angeletti e tutti i “sindacalisti” della stessa risma. Sanno bene, i Lavoratori, che individui come il Bonanni e l’Angeletti non c’è neanche bisogno di comprarli.
Le belle facce intelligenti del partito di governo più razzista dell’Occidente: Luca Zaia, ministro leghista dell’Agricoltura.
Luca Zaia (ministro della Politiche agricoli, alimentari e forestali, intervistato sull’influenza suina): Consiglio ai consumatori di fare grandi scorte di carne suina italiana, dato che la troveranno a prezzo di saldo. (La Repubblica, mercoledì 29 aprile 2004). Ecco perché è il governo più amato dei mercanti: sarebbero capaci di venire a venderti qualcosa perfino sul tuo letto di morte.
(su) Sergio Cofferati (ex segretario della Cgil, non-candidato a sindaco di Bologna “per star vicino alla famiglia” e candidato al Parlamento europeo per star lontano dalla famiglia): Cofferati condannato per condotta antisindacale. “Il sindaco ha offeso il diritto di sciopero”. (Titolo de La Repubblica di martedì 28 aprile 2009). Da sindacalista di Sinistra a sindaco (sceriffo) di finta “sinistra” ad antisindacale di (vera) destra: una gloriosa carriera politica.
Linda Lanzillotta (esponente della banda di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): Mi sembra che Farefuturo sia la zona più vivace, più aperta alla modernità, nell’ambito della destra. E Fini sui temi della parità ha dato segnali importanti... (La Repubblica, martedì 28 aprile 2009). Spietata “modernizzatrice” in campo economico (iperliberista, è per la privatizzazione dell’acqua) e politico (“Il Pidì dev’essere lontano dalle logiche del secolo scorso” ha detto recentemente), la Lanzillotta è invece una romanticona di stampo ottocentesco in fatto di uomini. Fini dalla parte delle donne? Diverso da Berlusconi? Come no, Linda. Più o meno quanto Gaucci.
Silvio Berlusconi: Non sapevo nemmeno che fosse stato presentato un progetto di legge che equipara i repubblichini di Salò ai partigiani. In ogni caso, sarà ritirato. (La Repubblica, lunedì 27 aprile 2009). Diavolo d’un Silvio: in un batter d’occhi, capovolgendo le proprie dichiarazioni di un anno fa, è riuscito a collocarsi più a sinistra di Luciano Violante. E che dire di Fini? Per essere ancor più di sinistra non gli resta che passare a Rifondazione.
(su) Joseph Ratzinger (papa): Il referendum, indetto dopo una raccolta di firme di Pro Reli, organizzazione sostenuta dalle chiese e dalla Democrazia Cristiana (il partito della cancelliera Angela Merkel) chiedeva ai Berlinesi se volevano ripristinare la pari dignità dell’ora di religione (facoltativa e fuori dall’orario scolastico) con l’ora di etica (obbligatoria). Berlino ha detto no, e con un’ampia maggioranza. (La Repubblica, lunedì 27 aprile 2009). È l’ennesimo straordinario successo di Joseph Ratzinger. Non c’è che dire: di papi in gamba come questo ne càpita uno ogni mille anni. Neanche Bonifacio VIII ad Anagni, nel 1303, diede alla Chiesa cattolica vittorie altrettanto luminose.
Emma Marcegaglia (presidente della Confindustria): Pensare che sia lo Stato a guidare la ripresa dell’economia sarebbe un tragico errore. In effetti, è molto meglio che continui a guidarla il cosiddetto “libero mercato”: ovvero i padronacci, i banchieri e i finanzieri ― sfruttatori e speculatori ― che hanno dedicato gli ultimi trent’anni delle nostre vite a mandarci in rovina. Le riforme da fare sono quelle della pubblica amministrazione, della liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali, della previdenza e della sanità. Giusto: lo Stato deve continuare a morire, e il patrimonio pubblico, proprietà di tutti i Cittadini italiani, continuare a essere svenduto a padronacci, banchieri e finanzieri sfruttatori e speculatori. Altrimenti noi ― pezzenti e polli da spennare ― continueremo a pretendere di valere quanto loro. Sono contraria a un eccesso di regolazione. Il problema non è avere più regole, bensì regole migliori per coprire i “buchi” che hanno portato alla crisi della finanza. (La Repubblica, lunedì 27 aprile 2009). Come no. Le regole, infatti, proprio a questo devono servire: a “coprire” i loro “buchi”, non a impedirgli di farli.
(su) Guido Bertolaso (sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile) e tutto il suo (suo in che senso?) governo: Ecco, questo è l’eliporto. Sabato è sceso qui Berlusconi, domani arriva il papa. Elicotteri che atterrano a Onna, chi se lo sarebbe mai immaginato... Stavolta, almeno, vedremo in faccia il nostro ospite. Con il presidente del Consiglio siamo stati tenuti lontani da tutto... Ma gli occhi per vedere li abbiamo: per otto giorni i vigili del fuoco, che sono bravissimi, hanno dovuto lavorare soprattutto per preparare le visite di Berlusconi e del papa... Tutto bello. Ma nelle tende si vive malissimo. Gli anziani e chi cammina con difficoltà non possono nemmeno entrare in bagno. (La Repubblica, lunedì 27 aprile 2009). ’Sti ingrati di terremotati. Invece d’esser contenti, e ringraziare, perché ogni giorno vanno in tv a far pubblicità al governo. E perché qualcuno di loro, magari ― hai visto mai? ― un giorno di questi lo prenderanno pure al Grande Fratello. Che gente.
Silvio Berlusconi: Sono maturi i tempi perché la Festa della Liberazione possa diventare la Festa della Libertà, e possa togliere a questa ricorrenza il carattere di contrapposizione che la cultura rivoluzionaria le ha dato e che ancora divide piuttosto che unire. (La Repubblica, domenica 26 aprile 2009). Fate perfino tenerezza, poveri cocchi, voi e il vostro Povero Cocco Supremo. Dai, non siate timidi: perché non Festa del Popolo della Libertà, già che ci siete? Voi, infatti, la (vostra) Liberazione l’avete ormai completata: avete ogni “libertà” di fare il cavolo che vi pare. Noi, invece, abbiamo ancora Libertà da conquistare, e Libertà da scoprire, e “libertà” fasulle (tra cui parecchie delle vostre) da smascherare come folli e violente. Facciamo così: dividiamoci “piuttosto che unirci”, voi con la vostra “Festa del Popolo della Libertà” e noi con la nostra Festa della Liberazione. E vinca il migliore.
Joseph Ratzinger (papa): L’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica non è un’interferenza o una limitazione della libertà, ma un esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva. (La Repubblica, domenica 26 aprile 2009). E perché no? Se c’è chi chiama “libertà” l’avvelenamento, la cementificazione e la distruzione dell’ambiente, l’evasione fiscale e perfino la riduzione a merce del lavoro umano, perché mai il papa non dovrebbe chiamare “laico” uno Stato che insegna religione? Il significato delle parole, in fondo, non è opinabile? Un tavolo, per esempio, se ci salta il ticchio, non potremmo chiamarlo, che so?, caffettiera? Tanto più che i “ticchi”, se papali ed ex cathedra, sono “infallibili” dal Concilio Vaticano I del 1870.
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Le belle facce dei costruttori di “centri” per Esseri Umani “colpevoli”...
...di morire di fame nei loro Paesi: Roberto Maroni e Roberto Cota.
Roberto Maroni (ministro leghista degli Interni) e Roberto Cota (capogruppo leghista alla Camera): Accordo raggiunto, nel centrodestra, per portare da 2 a 6 mesi la permanenza dei clandestini nei centri di identificazione ed espulsione. La bocciatura del disegno di legge, l’8 aprile, aveva reso “furibondo” il ministro Maroni. “E domani,” ha detto, “per effetto di quel rinvio, saranno liberati 1038 clandestini che si trovano già da due mesi nei Cie. E nelle prossime due settimane ne usciranno altri 277”. “Sarà la festa della liberazione dei clandestini,” ha dichiarato Roberto Cota ironizzando sul 25 aprile. (La Repubblica, domenica 26 aprile 2009). Come consolare i leghisti per la Festa della Liberazione dai nazifascisti? Regalando loro tanti bei “centri” per Esseri Umani “colpevoli” di trovarsi in Italia senza permesso. Ma attenzione a non chiamarli, senza volerlo, lager, e nemmeno “campi di concentramento”: anche i leghisti hanno il loro bravo senso del pudore e delle convenienze, che diamine.
(su) Guido Bertolaso (sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile): Sì, è vero, lavora e dorme lì. È un uomo eccezionale. Perfino la prima settimana, quella più dura per tutti, quando la terra tremava ancora e molto, lui è stato l’unico a voler rimanere tra quattro mura anche di notte. Mentre gli altri, me compreso, erano in tenda. (Fabrizio Lisi, generale comandante della Scuola ispettori sottufficiali della Guardia di Finanza di l’Aquila. La Repubblica, sabato 25 aprile 2009). Ci vorrebbe la penna di un Victor Hugo per descrivere il Bertolaso tutto solo, in piena notte, in quella “caserma” che in realtà è una “piccola metropoli di cinquantamila metri quadrati di area coperta, con in più due palazzetti dello sport, sei campi da tennis, piscina, auditorium, aula magna, quattro sale mensa, un centinaio di aule studio, due mega-officine, lavanderie, una piccola chiesa e duemila e cinquecento posti letto”: il Bertolaso solo soletto, in piena notte, al centro di quell’immensità deserta ch’ogni minuto trema, “mentre tutti gli altri, generale compreso, sono nelle tende”. Ma noi disgraziatamente non abbiamo la penna di Victor Hugo. E dunque possiamo soltanto immaginarlo, il Bertolaso, mentre con una torcetta vaga a piedi nudi, fino all’alba, per quei “cinquantamila metri quadrati di area coperta”, dopo essersi perso tornando dal gabinetto.
I bravi amichetti di Alemanno festeggiano la sua elezione a sindaco
(dimenticando, però, di ringraziare anche il Rutelli e il Veltroni).
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Walter Veltroni (terminator, al momento a riposo, della Sinistra italiana, a proposito delle dichiarazioni del sindaco di Parigi Delanoe sui “saluti fascisti in Campidoglio”): Non fu Alemanno a fare quei saluti romani. (La Repubblica, sabato 25 aprile 2009). Anzi: quelli che glieli fecero erano lì per sbaglio. E l’Alemanno, comunque, li rifiutò con sdegno. Si dichiarò profondamente disgustato, e aggiunse che avrebbe preferito essere sconfitto, piuttosto che gente del genere votasse per lui. Peccato che tutto ciò lo disse al Veltroni all’orecchio, e nessuno lo udì.
“Beppe” Vacca (presidente della Fondazione Gramsci): La Resistenza è stata concepita per il bene dell’Italia, e mi trovo più a mio agio se la celebriamo tutti assieme. Se c’è una sinistra che storce il naso, significa che è mal ridotta. (La Repubblica, sabato 25 aprile 2009). Belle parole. Peccato che “tutti assieme” significhi assieme a chi ogni giorno aggredisce la Costituzione e i Diritti umani. Ma d’altra parte, povero Vacca, come non capirlo almeno un po’? L’ex neofascista Gianni Alemanno ha appena donato alla Fondazione Gramsci una nuova sede adeguata al suo prestigio, con gli archivi sopra il livello del Tevere e non, come adesso, esposti all’umidità e separati dal corpo centrale...
(su) la Fiat: Mi chiedo dove questa società altamente indebitata trovi i soldi per portare avanti nello stesso tempo due operazioni di questo genere. La Fiat non è precisamente il costruttore d’auto europeo che va meglio. (Günter Verheugen, commissario europeo all’Industria, sull’acquisto da parte della Fiat della Chrysler e dell’Opel. La Repubblica, sabato 25 aprile 2009). Chissà perché all’estero pensano così male degli Italiani. Cosa abbiamo fatto per meritarcelo? Se siamo così onesti gli uni verso gli altri, a maggior ragione saremo onesti nei confronti degli Stranieri, no? (Buffissima la risposta dell’amministratore delegato della Fiat, Vincenzo Marchionne: Non c’è, al momento, alcuna offerta per l’acquisizione di quote in Opel. Un po’ da monello colto sul fatto, si potrebbe pensare).
Silvio Berlusconi (annunciando la decisione di fare il G8 a l’Aquila): Non credo che i no global avrebbero la voglia, la faccia e il cuore di fare manifestazioni dure nella zona ferita dal terremoto. (La Repubblica, venerdì 24 aprile 2009). Dipende. A parte l’assoluta immoralità (per non dire la follia) di sfruttare gli Aquilani come ostaggi, non è detto che la furbata funzioni. Gli Israeliani per esempio, quando vogliono bombardare, se ne infischiano degli scudi umani. Ma i no global, forse, non saranno così cinici.
Franco Barberi (sismologo, commentando la decisione del governo di fare il G8 a l’Aquila): Per luglio la sismicità potrebbe essersi ridotta. (La Repubblica, venerdì 24 aprile 2009). O bella, ma la sismicità non era imprevedibile? Be’, sì, ma... qualche volta bisogna prevedere che si riduca, invece. O è prevedibile che si riduca... la simpatia del governo per i sismologi.
Fabrizio Cicchitto (ex craxista, attualmente capogruppo pidiellìno): Per essere un berlusconiano doc c’è bisogno di allenamento quotidiano. (La Repubblica, venerdì 24 aprile 2009). Allenamento quotidiano? E di qual parte del corpo, per la precisione? Dello sfintere?
(su) Bill Clinton e la finta “sinistra” degli Stati Uniti: L’indebitamento americano si è imperniato sulla deregulation avviata negli anni ’90 da Clinton e dal presidente della Fed, Greenspan. Loro due sono responsabili di questa crisi quanto Bush. (Loretta Napoleoni, economista, su left n°16, venerdì 24 aprile 2009). Sì, ma... che problema c’è? Nessuno è più “bravo” della finta “sinistra” a cambiar maschera a seconda dell’aria che tira. Ieri giuravano sui magnifici destini del liberismo? Oggi giurano di averlo sempre ferocemente criticato. Ma giurando fanno l’occhiolino, questa volta. Perché non ci si sente mai sufficientemente opportunisti, quando si è dei furbastri.
Le belle facce del Pidièlle: Michele Scandroglio
(su) Michele Scandroglio (fedelissimo del ministro Claudio Scajola), Pietro Lunardi (ex ministro, che disse che “con la mafia bisogna abituarsi a convivere”), Valentina Aprea (ex neofascista, ex aennìna, attualmente presidente della commissione Cultura), Roberto Tortoli (vicepresidente della commissione Ambiente), Sandro Biasotti (ex presidente della regione Liguria) e altri 131 deputati del Pidièlle: Lo scopo dichiarato è quello di contrastare “l’egoismo territoriale” che rallenta “il cantiere Italia”. Ma l’effetto della legge anti Nimby (not in my backyard, non nel mio giardino), in caso di approvazione, sarà di azzerare, attraverso la minaccia di risarcimenti milionari, i ricorsi alla giustizia amministrativa da parte di associazioni ambientaliste storiche che difendono ciò che resta del Bel Paese da abusi edilizi e colate di cemento. (La Repubblica, venerdì 24 aprile 2009). Non si potrà più adire le vie legali contro gli ecomostri? È un bel guaio. Qualcuno potrebbe pensare che non resti che abbatterli con la dinamite.
sul Pidì di Dario Franceschini (così diverso da quello di Walter Veltroni, oh, così diverso): No, grazie, non mi candiderò per il Pidì alle elezioni europee. Quindici anni da deputato e otto da presidente dell’Authority della privacy mi sembrano più che sufficienti. Il mio servizio civile è stato lungo e appagante, basta così. (Stefano Rodotà, La Repubblica, giovedì 23 aprile 2009). In tutti i seggi elettorali d’Italia, accanto alla lista dei candidati del Pidì, bisognerebbe affiggere quella delle Donne e degli Uomini per bene, e davvero di Sinistra, che con il Pidì non hanno alcuna intenzione di candidarsi. E poi stare a vedere quale delle due avrà la sanità mentale di arrossire.
Carlo Cottarelli (responsabile del Dipartimento fiscale del Fondo monetario internazionale): Se si riducono le spese per l’invecchiamento della popolazione e si riforma il welfare, si riuscirà a finanziare con relativa facilità il deterioramento della crisi. (La Repubblica, giovedì 23 aprile 2009). Traduzione: Se la crisi la facciamo pagare ai pensionati e ai malati, noi che l’abbiamo causata potremo uscirne con i sederini intatti.
(su) gli intelligenti Commercianti italiani: Uno via l’altro, hanno tirato giù la saracinesca. E piazzato il cartello “cedesi attività”, o “vendesi locale”, o “affittasi”. Duecentocinquanta negozi chiusi solo a Roma, e solo tra Montesacro e Talenti, nel 2008, mangiati dal calo dei consumi, dagli affitti lievitati, dalla crisi che divora gli stipendi. (La Repubblica, giovedì 23 aprile 2009). Votano da quindici anni per forze politiche che hanno fatto di tutto per impoverire i loro clienti; ed essi stessi hanno fatto di tutto per impoverirli, speculando sui prezzi ed evadendo le tasse. Di che cosa si lamentano, dunque? Siano gli uni i clienti degli altri, e se la vedano tra di loro.
Alessandra Mussolini (ex neofascista, ex aennìna, attualmente pidiellìna): Mi appello alla sensibilità verso le donne del presidente Berlusconi: insieme alle veline e alle letterine, candidi anche Raul Bova, Costantino e Riccardo Scamarcio. Il 52% degli elettori è donna e ci dovremmo accontentare di avere in lista solo Pomicino e Zappalà? Dateci i letteronzi. (La Repubblica, giovedì 23 aprile 2009). Letteronze o letteronzi, abbiamo la sensazione che candidate e candidati del Pidièlle faranno tutti rima con *******.
Le belle facce dei dipendenti di Joseph Ratzinger: Jean Laffitte
(su) Joseph Ratzinger (papa): Il vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, monsignor Jean Laffitte, in un articolo per l’Osservatore romano, ha ribadito che la R486, la “pillola del giorno dopo”, non va usata neanche in caso di stupro, perché “va difeso il diritto alla vita dell’essere umano eventualmente già concepito”. (La Repubblica, mercoledì 22 aprile 2009). Eventualmente già concepito? Allora il Laffitte dev’essere (come minimo) scomunicato, perché facendosi prete ha distrutto il diritto alla vita di tutti gli esseri umani che altrimenti avrebbe potuto eventualmente (far) concepire. E con lui anche il Ratzinger, e con il Ratzinger anche tutti i suoi dipendenti in gonnella. Meno quelli che vanno a donne e non prendono precauzioni, naturalmente.
Silvio Berlusconi: Ho preso la decisione di celebrare il 25 aprile. Credo che ci sia bisogno di dire qualcosa perché di questa festa non se ne appropri soltanto una parte. (La Repubblica, mercoledì 22 aprile 2009). Traduzione: Credo che ci sia bisogno di fare e dire qualcosa perché questa festa diventi l’ombra grottesca di sé stessa. (Come tutto ciò che certa gente tocca. Pazienza. Tanto la festa prima o poi sarà un’altra, perché è un po’ difficile che il giorno che ci libereremo di loro cada di nuovo un 25 aprile).
(su) Guido Bertolaso (sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile): Gli esperti della commissione hanno evidenziato che la sequenza sismica registrata negli ultimi giorni mostra l’attivazione della faglia che lambisce il lago di Campotosto a profondità comprese tra 5 e 10 chilometri, assegnando ad esse una potenziale magnitudo compresa tra 6 e 7. (Francesco Iadevaia, direttore della commissione nazionale Grandi rischi della Protezione civile, La Repubblica, mercoledì 22 aprile 2009). Ma come, i terremoti non erano imprevedibili? Sono davvero straordinari i progressi di cui la scienza italiana è capace nel giro di pochi giorni.
(su) Silvio Berlusconi: Mi auguro che Berlusconi possa rimettere il treno presidenzialista sul binario giusto. (Licio Gelli secondo La Repubblica di martedì 21 aprile 2009). Licio Gelli continua a ricordarci che tifa per il Berlusconi. Ma godere delle sue simpatie vuol dire essere così ripugnanti, che ci viene il dubbio che il re dei piduìsti elogi il re dei piazzisti per danneggiarlo. Rischiando, così, di rendercelo simpatico... Già, ma... e se fosse questo il suo scopo?...
Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro della Difesa): I partigiani rossi meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà. (La Repubblica, martedì 21 aprile 2009). Non capisce che così li offende? I Partigiani (rossi o non rossi) non meritano il suo rispetto. Meritano molto di più.
(su) Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità e del Lavoro, a seconda dei turni di servizio): Con le modifiche al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è possibile che saltino le accuse contro i dirigenti della ThyssenKrupp per il rogo del 6 dicembre 2007 nell’acciaieria di Torino (la Fiom). Il testo proposto dal governo è una porcata, e per di più ha valore retroattivo (Gianni Rinaldini, segretario della Fiom). Effettivamente il testo proposto lascia ampi margini di ambiguità e rischia di scardinare un principio generale del diritto (Raffaele Guariniello, pm al processo ThyssenKrupp). (La Repubblica, martedì 21 aprile 2004). Il Sacconi come Alfried Krupp von Bohlen und Halbach (1907-1967), nazista e schiavista in quel di Auschwitz? Ci rifiutiamo di crederlo nel modo più assoluto. Non è tipo. Il Sacconi è al governo con degli ex neofascisti e dei neorazzisti, mica con dei nazisti.
Dario Franceschini (garante dei cattolici e addetto al trucco pre-elettorale del Pidì): Il rinvio del referendum al 2010 avrebbe avuto un senso perché avrebbe consentito una riforma della legge elettorale in Parlamento. Ma Maroni mi ha proposto il 14 e il 21 giugno, non ho ricevuto altra proposta. (Repubblica, domenica 19 aprile 2009). E se il Maroni non parla, il Franceschini ― si sa ― non s’azzarda. Anche perché lui il referendum lo vuole, e ogni data gli va bene: quel che conta è imporre il bipartitismo Pidièlle-Pidì, e finirla una volta per tutte con la Sinistra italiana.
(su) Dario Franceschini (garante dei cattolici e addetto al trucco pre-elettorale del Pidì): “Non moriremo di prudenza,” dice, e sprona a non aver paura di parole come lotta, uguaglianza, solidarietà. (La Repubblica, domenica 19 aprile 2009). Sa di che pasta son fatti i dirigenti del Pidì, che di quelle parole han così paura, che pur di non dirle non vogliono nemmeno tentare di ingannarci con esse.
Silvio Berlusconi: Mio padre mi diceva che se uno nasce col piacere di fare del male ha davanti tre scelte: il delinquente, il pm o il dentista. (La Repubblica, domenica 19 aprile). Povero bimbo, figlio di un uomo convinto che si possa nascere col piacere di fare del male. (Ma, a parte questo, saremmo curiosi di sapere che cosa gli consigliò, cotanto padre a cotanto figlio: di fare il dentista, il pm o il delinquente?)
Silvio Berlusconi: C’è chi si preoccupa di ricostruire e chi pensa a ciò che è stato. Un costruttore che risparmia cemento e ferro è pazzo o criminale. Ben vengano le inchieste, ma non perdiamo tempo: cerchiamo di impiegarlo nella ricostruzione, non dietro a cose che non sono avvenute. Se qualcuno è colpevole le responsabilità emergeranno, ma per favore non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste. (La Repubblica, domenica 19 aprile 2009). Bisogna riconoscere che ci vuole un gran coraggio a rinunciare così ai voti di migliaia di costruttori. Più l’indotto.
Silvio Berlusconi (alla pensionata dell’Aquila che gli ha domandato: Perché le nostre case sono crollate?): I controlli erano compito di amministrazioni che non sono della mia parte. (La Repubblica, domenica 19 aprile 2009). Ingenuo. Non sa che in fatto di controlli, in Italia, praticamente tutte le amministrazioni sono dalla sua parte?
(su) Joseph Ratzinger (papa): Il 3 aprile la Camera dei deputati del Belgio ha votato una risoluzione di protesta ufficiale, definendo “inaccettabili” le espressioni di Benedetto XVI sui preservativi. A favore quasi tutti i gruppi parlamentari: i cristiano-democratici fiamminghi, i centristi francofoni, i socialisti e i liberali. Contro solo l’estrema destra e i nazionalisti. 95 sì, 18 no, 7 astensioni. Significativo l’intervento del premier democristiano Van Rompuy, secondo il quale “non spetta al papa mettere in dubbio le politiche della sanità pubblica, che godono di unanime sostegno e ogni giorno salvano delle vite”... Ma se l’imperatore Enrico IV, nel gennaio del 1077, per farsi ricevere da papa Gregorio VII fu costretto ad attendere davanti al castello di Canossa tre giorni e tre notti, al rappresentante del Belgio è andata peggio: per essere ricevuto dal “ministro” degli Esteri del Vaticano (e non dal papa) e presentargli la nota di protesta votata dal suo parlamento, ha dovuto aspettare due settimane: “Non è stato un ritardo casuale,” dicono Oltretevere, “l’attesa è stata voluta e ponderata per meglio accentuare il disappunto della Santa Sede per quel passo inconsueto, deplorevole e intollerante.” (La Repubblica, sabato 18 aprile 2009). Il problema è che il virus dell’Aids non rispetta gli Umani, mentre il preservativo sì: come può approvarlo, dunque, chi è convinto che l’essere umano sia inferiore (all’essere divino)? Ma non è il caso di preoccuparsi: Benedetto XVI non sarà mai un Gregorio VII. Quello era un uomo di ben altra tempra. Fra l’altro, non aveva intorno alcun padre Georg.
(su) Silvio Berlusconi (presidente del consiglio) e Guido Bertolaso (sottosegretario agli Interni con delega alla Protezione civile): Il 1° aprile, cinque giorni prima del terremoto, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente aveva inviato il seguente telegramma: “In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell’effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Si segnalano, in particolare, gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni”. (La Repubblica, sabato 18 aprile 2009). Dal Berlusconi e dal Bertolaso nessuna risposta, è vero, ma la colpa è del sindaco. Si può mandare un telegramma del genere proprio quel giorno lì? Il premier, che è un gran burlone e ama gli scherzi, l’avrà preso per un pesce d’aprile e si sarà fatto una bella risata. Anche perché in quei giorni aveva ben altre gatte da pelare: farsi fotografare con mister Obamaaa, non assordare troppo la regina Elisabetta, insegnare ad Angela Merkel che son le donne che devono aspettare gli uomini, e non viceversa... Quanto al Bertolaso, possibile che il sindaco non sapesse che era troppo oberato di lavoro in previsione del G8 in Sardegna, per occuparsi di certe quisquilie?
(su) Silvio Berlusconi: Rai, nomine a casa del premier. (Titolo de La Repubblica di sabato 18 aprile 2009). Sì, ma di preciso in quale stanza? Non in gabinetto, speriamo.
Paolo Bonaiuti (pidiellìno, sottosegretario alla presidenza del Consiglio): Qualcuno ricordi a Michele Santoro la favola di Fedro e la fine della rana che scoppiò, a forza di gonfiarsi per assomigliare al bue. (La Repubblica, sabato 18 aprile 2009). La minaccia è così violenta che sarebbe impossibile riderne (e a Santoro non è sfuggita, o non avrebbe commentato: “L’importante è che io scoppi da solo”) se non fosse per la demenziale comicità del paragone tra il Berlusconi e un bue. Non poteva fingere un lapsus, Bonaiuti, e parlare di tori? Ora dovrà guardarsi le “spalle”, per un po’. Sa com’è... Al Berlusconi potrebbe venir voglia di farle vedere che non è bue manco per niente...
Maurizio Gasparri (ex neofascista, ex aennìno, attualmente capogruppo pidiellìno alla Camera): Non possiamo parlare di Santoro tutti i giorni. Non ho visto la trasmissione e non me ne frega proprio niente. Ho cose più serie da fare che occuparmi di guitti e sciacalli. (La Repubblica, sabato 18 aprile 2009). Al povero Gasparri, se non andiamo errati, il Berlusconi non ha dato il permesso di andare a farsi riprendere e intervistare a l’Aquila. Ce l’ha con gli “sciacalli”, dunque, all’incirca come le vecchie scostumate che nessuno vuol più ce l’hanno con le “nuove leve”...
Francesco Cicciobello Rutelli (esponente di rilievo della banda di papisti-padronisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): Noi non siamo la sinistra. Noi siamo i democratici. (La Repubblica, sabato 18 aprile 2009). Ecco, questo è molto gentile da parte del Rutelli: così, finalmente, quelli che vogliono continuare a votare Pidì la finiranno di definirsi “di Sinistra”. E quelli che si considerano di Sinistra la finiranno di votare Pidì. La sincerità va sempre apprezzata. Anche se, naturalmente, del tutto sincero il Rutelli non potrà esserlo più: dove voleva andare lui, è arrivato prima il Capezzone.
(su) Raffaele Bonanni (segretario della Cisl) e Luigi Angeletti (segretario della Uil): Secondo la legge, dopo 36 mesi di contratti a termine, i precari hanno diritto a un posto a tempo indeterminato. Lo prevede anche il contratto nazionale dei metalmeccanici. Alla Ggp, però, la Cisl e la Uil hanno rinunciato a difendere i diritti stabiliti dalla legge e dal contratto nazionale. Si chiama deroga in pejus, peggiorativa. Ed è una delle novità che Cisl, Uil e Confindustria hanno inserito nel nuovo modello contrattuale, sottoscritto il 22 gennaio e reso applicativo con un documento comune firmato mercoledì. (left n°15, venerdì 17 aprile 2009). Grazie, Bonanni e Angeletti. Questo ci risolve un problema, qui a ScuolAnticoli. Non sapevamo come rinominarvi: Malanni? Diavoletti? Troppe connotazioni religiose, in questi soprannomi, perché potessero soddisfarci. Ora, invece, voi stessi ci avete cortesemente fatto sapere chi siete e cosa fate: siete due peggiorativi, e il vostro compito è peggiorare le cose. Per i Lavoratori, è ovvio, non per i padroni e i loro servi. Non c’è dubbio: “segretari in pejus” vi si addice proprio. E “sindacati in pejus”, per le vostre organizzazioni filo-padronali, è meglio ancora.
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione finché il Tremonti si ricorderà di mandare qualcuno a riaprirle il portone del ministero, poverina, ché le faccende le ha terminate da un pezzo): Il premier ha messo a noi giovani il sole in tasca. (left n°15, venerdì 17 aprile 2009). Non c’è dubbio. Il premier, ai giovani, qualcosa gli ha messo di sicuro. Solo che noi non lo chiameremmo sole. E dove glielo ha messo non lo chiameremmo tasca.
(sugli) Assassini d’Italia: Le armi italiane sfidano la crisi segnando un incredibile + 222% nell’ultimo anno. Sono dati del rapporto della Presidenza del consiglio. Tra i nostri clienti ci sono un po’ tutti. In cima alla lista, la Turchia. Ma anche l’India e il Pakistan, l’Algeria e la Libia, la Nigeria e Israele. Al Kosovo le aziende italiane forniscono “agenti tossici, chimici e biologici, gas lacrimogeni e materiali radioattivi”. Al Messico, insanguinato dalla guerra tra narcos e governo, armi leggere e pesanti per dieci milioni di euro. Siamo all’ottavo posto tra i paesi esportatori di armi. Finmeccanica è l’azienda leader: quinta nel mondo per profitti legati al settore militare, prima in Europa. E chi è il suo principale azionista? Lo Stato italiano. (Internazionale n° 791, venerdì 17 aprile 2009). Sono tanti, dunque, gli Italiani che abbracciando i figli, al ritorno dal lavoro, possono fieramente dirgli: “Anche questa notte, nel mondo, qualcuno andrà a dormire per l’ultima volta grazie al vostro papà.” (Ma tanti anche gli Italiani su cui qualche goccia di sangue ricade comunque, benché non producano né vendano armi, dagli introiti dello Stato azionista...)
Bruno Vespa (addetto ai contratti con gli Italiani di Silvio Berlusconi): Se io avessi fatto programmi come quelli di Santoro, avrei dovuto lasciare la Rai da molto tempo. (La Repubblica, giovedì 16 aprile 2009). Non si butti così giù, povero Vespa. Non possiamo credere che conservare il posto sia per lei più importante che essere un uomo libero.
(su) Bruno Vespa (addetto ai contratti con gli Italiani di Silvio Berlusconi): A parte lo sciacallaggio di andare a intervistare le persone che avevano appena perso tutto nel terremoto, ho assistito sgomenta all’appello di Vespa ripetuto ogni tre minuti a donare soldi per ricostruire le chiese. Per me è illegittimo raccogliere fondi a favore di uno Stato straniero proprio nel momento della tragedia. (Emma Bonino a La Repubblica di giovedì 16 aprile 2009). Povero Vespa, mettiamoci nei suoi panni: senza le chiese, gli Aquilani potrebbero scoprire che la domenica è molto più piacevole, per chi è libero di non andare a messa. E a quel punto, scoprire che il sonno è molto più dolce e salutare dopo una scopata che dopo due ore di Porta a porta sarebbe un gioco da ragazzi.
Raffaele Bonanni (segretario della Cisl) e Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità e del Lavoro, a seconda dei turni di servizio), a proposito dell’accordo separato firmato ieri da Confindustria, Cisl, Uil e Ugl sulla cosiddetta “riforma” della contrattazione: Non potevamo perdere altro tempo rispetto a chi non vuole mai firmare accordi. Che invece funzionano anche senza la Cgil (Raffaele). Solo una vecchia ideologia ottusa e classista impedisce di comprendere l’importanza della riforma: quelle della Cgil sono sciocchezze ideologiche (Maurizio). (La Repubblica, giovedì 16 aprile 2009). È bella questa consonanza, quest’amicizia, questa corrispondenza d’amorosi sensi tra la Cisl, la Uil, il padronato e il governo più nemico dei Diritti dei Lavoratori che l’Italia abbia avuto dal 25 luglio del 1943 a oggi. Così disinteressata, soprattutto: senza indennizzi né contropartite, senza ricavarne alcun vantaggio né personale né per le rispettive organizzazioni, il Bonanni e l’Angeletti buttano a mare milioni di lavoratori per un sogghigno della Marcegaglia, per una smorfia di compatimento del Sacconi, per un balzo o un guizzo del Brunetta, per una risata crassa del Berlusconi... Neanche i cani son così capaci di affetto.
Il nuovo look di Mariastella (dal Tg2 delle 20:30 di giovedì 16 aprile 2009).
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione finché il Tremonti si ricorderà di mandare qualcuno a riaprirle il portone del ministero, poverina, ché le faccende le ha terminate da un pezzo): Nuovo taglio di capelli per il ministro Gelmini. Il nuovo look assomiglia molto a quello della collega Carfagna. (La Repubblica, giovedì 16 aprile 2009). Assurdo. La Gelmini non potrà mai assomigliare alla Carfagna. Ha troppa ciccia addosso, e gli occhi non abbastanza enormi e fissi. I suoi spaventi devono essere stati un po’ meno traumatici.
(su) Walter Veltroni (esecutore capitale della Sinistra italiana): Qui c’è Unione, quindi c’è vittoria. (Romano Prodi a Flavio Delbono, il candidato a sindaco di Bologna che archivia l’epoca Cofferati e la “vocazione maggioritaria” del Pidì. La Repubblica, giovedì 16 aprile 2009). Dopo Che tempo che fa del 15 marzo, al poetico epitaffio prodiano in progress per l’ex segretario del Pidì si aggiunge un nuovo verso. Possiamo sbagliarci, ma abbiamo la netta impressione che l’ex premier gli stia preparando un intero poema...
Dario Franceschini (garante dei cattolici nel Pidì, e oggi anche addetto al trucco pre-elettorale del Pidì): La solidarietà, l’attenzione ai deboli, agli indifesi. La capacità di stare dalla parte dei poveri. (La Repubblica, mercoledì 15 aprile 2009). Star dalla parte dei Diritti umani, non “dei poveri”. Star dalla parte di tutti gli Esseri umani, non “dei poveri”. Poiché i poveri sono Esseri umani come tutti, e non una sorta di “etnia separata” creata da Dio affinché i chierichetti del Pidì possano dar prova di carità cristiana.
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Le belle barbe della finta “sinistra” italiana: Giorgio Merlo ed Enzo Carra
Silvio Berlusconi (presidente del Consiglio), Gianfranco Fini (presidente della Camera), Fabrizio Cicchitto (Pidièlle), Giorgio Merlo (Pidì), Enzo Carra (Pidì), Destra e finta “sinistra” unite nella lotta (contro Michele Santoro): La tv pubblica non può comportarsi in questo modo (Silvio). Una trasmissione indecente (Gianfranco). L’obiettivo di Santoro e company è quello di destabilizzare il quadro politico (Fabrizio). L’inchiesta interna decisa dalla Rai su Santoro è utile, tempestiva e corretta (Giorgio). Santoro è un pericolo, è privo del senso di appartenenza alla comunità (Enzo). (La Repubblica, martedì 14 aprile 2009). È confortante che gli uomini liberi e la libertà di espressione abbiano così tanti amici e sostenitori, nel nostro Paese, sia al governo che nella cosiddetta “opposizione”. La finta “sinistra”, però, come sempre è più astuta, più maligna, più micidiale: quel suggerimento del Carra, infatti (Santoro privo del senso di appartenenza alla comunità) sarà di grande aiuto alla Destra non solo per colpire il conduttore di Anno zero, ma soprattutto per mettere a punto il proprio concetto di appartenenza alla comunità come totale sottomissione psichica. Dal quale i Berlus-cloni, da soli (benché per loro sia da anni una prassi consolidata) mai e poi mai avrebbero i mezzi intellettuali per estrarre un’ideologia compiuta.
(su) Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e per l’Innovazione): Sono stati tutti coinvolti per l’emergenza terremoto in Abruzzo, eppure i 400 precari dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia rischiano di perdere il posto di lavoro per effetto della legge Brunetta: se il decreto passasse, il 40% verrebbe spazzato via. (La Repubblica, martedì 14 aprile 2009). Il Brunetta si è così commosso pochi giorni fa, al congresso del Pidièlle, che per tornare in forma ha forse bisogno di alcuni anni di assoluta indifferenza. E d’altra parte a lui le onde sismiche gli rimbalzano, come si dice a Roma, perché a livello subatomico vigono le leggi della fisica quantistica.
(su) Franco Frattini (ministro degli Esteri): I nostri ambasciatori sono stati invitati dal loro ministro a reagire quando i quotidiani stranieri parlano male dell’Italia. È capitato al Times quando ha ironizzato su Silvio Berlusconi che ha invitato i rifugiati dell’Aquila a “passare il weekend di Pasqua al mare”. È capitato al Guardian quando ha scritto che la fusione tra Aènne e Forza Italia segnava la nascita di una formazione “postfascista”. È capitato al Pais quando ha definito Berlusconi uno dei leader “più sinistri”. E allo Spiegel quando, al momento delle immondizie napoletane, ha chiamato l’Italia “uno stivale puzzolente”. (La Repubblica di martedì 14 aprile 2009). Noi, invece, riteniamo che gli ambasciatori avrebbero dovuto protestare contro l’eccessiva benevolenza di quei giornalisti. E qualcuno l’avrà anche fatto: disobbedienza e resistenza, a ogni livello e in tutti gli apparati dello Stato, si stanno estendendo e rafforzando giorno per giorno.
(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione fino a quando il Tremonti si ricorderà di mandare qualcuno a riaprirle il portone del ministero, poverina, ché le faccende le ha terminate da un pezzo): Che ne sarà della lingua italiana? Quanti docenti rimarranno in sella dopo i tagli annunciati? E come ne risentirà l’offerta didattica? Nel dubbio, i genitori di sette bambini residenti a Muggia, Comune italiano attaccato agli ex confini con la Slovenia, hanno deciso di iscrivere, per il 2009 - 2010, i propri figli “dall’altra parte”, alla scuola elementare slovena con lingua di insegnamento italiano di Crevatini. (La Repubblica, sabato 11 aprile 2009). Beati loro. Per la stragrande maggioranza degli Italiani lontani dai confini, invece, la scelta è tra la padella della “scuola” ex-pubblica berlusco-tremontina e la brace della “scuola” privata clerico-fascista.
(su) Emma Bonino: Alla fine Emma Bonino ha rotto gli indugi, ufficializzando la rottura col Pidì: correrà per Strasburgo guidando una lista che porta il suo nome... Ma è un addio senza troppi rimpianti, visto che il Pidì non teme che la Lista Bonino possa strappare voti. (La Repubblica, sabato 11 aprile 2009). Anzi: è un addio senz’alcun rimpianto, perché la finta “sinistra” spera che i Boninisti facciano così mancare il quorum alla Sinistra vera. E la cosa non stupisce: gente che ha potuto prosternarsi dinanzi al Berlusconi per ottenerla, la soglia di sbarramento alle elezioni europee, è ovvio che poi s’industri a farla funzionare. Quel che stupisce è che la Bonino voglia dare una mano ai papisti del Pidì a far fuori la Sinistra anche dal Parlamento europeo. Ma solo lì per lì: poi ci si rammenta che i papisti del Pidì sono anche padronisti ― grandissimi amici di padroni, padronacci e padroncini d’ogni risma ― e che in questo con la Bonino vanno più che d’accordo. E allora ci si stupisce sùbito molto meno.
sul Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso da quello di Walter Veltroni): Alle elezioni europee, l’area dell’ex Margherita chiede un riequilibrio nelle cinque circoscrizioni: tre capolista ai Dièsse (uno dei quali magari non troppo targato) e due agli ex Dièlle. Scendono le quotazioni di Goffredo Bettini, salgono quelle di alcuni esponenti del mondo cattolico, a partire da Andrea Riccardi, il presidente della comunità di Sant’Egidio. Girano anche i nomi di Emma Fattorini, storica della Chiesa, e di un vicedirettore del Tg1, mentre resta in pista Silvia Costa. (La Repubblica, sabato 11 aprile 2009). Chi pensasse di votare Pidì è avvisato: voterà per un rafforzamento della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana. Indipendentemente dalle “sfumature”, infatti, (ma poi, quali sfumature?, il Riccardi è uno che George Bush stava andando a trovare a Trastevere perché non dovesse scomodarsi lui, figurarsi quant’è simpatico), ogni cattolico che entra nel Pidì va ad accrescere il peso di tutti gli altri. Ogni cattolico che è nel Pidì in quanto cattolico ― diciamolo meglio ― è parte del cilicio che pesa su tutta la Sinistra italiana. E quali che siano le sue intenzioni coscienti, lo rende sempre più pesante e spinoso.
(su) Roberto Maroni (ministro degli Interni): Maroni: io, fan di Springsteen salverò il concerto di Roma. (La Repubblica, sabato 11 aprile 2009). E così la peggior Destra dell’Occidente è riuscita a farci andare di traverso anche Springsteen. Non tanto perché Maroni sia un suo fan (che colpa ne ha il Boss, non poteva mica impedirglielo), quanto perché temiamo fortemente che Bruce non sputerà su questo “aiutino”.
Giorgio Napolitano (presidente della Repubblica, in visita a L’Aquila): Ho sentito un esponente dell’ opposizione dire che nessuno è senza colpa, e credo che avesse ragione. (La Repubblica, venerdì 10 aprile 2009). Belle parole. Ma sarebbero state ancor più belle, e di gran lunga più credibili, se avesse aggiunto: Perciò diamoci solo il tempo di uscire dall’emergenza, e poi l’intera classe dirigente di governo e d’opposizione lasci la politica una volta per sempre. Poiché chi non è senza colpa, quando la colpa è smisurata come questa, deve pagare per quel che ha fatto. Poiché riconoscere la colpa e conservare imperterriti il posto di comando dal quale la si è commessa, quando la colpa è smisurata come questa, è prendere in giro le proprie vittime.
Le belle facce degli amici dei costruttori che chiedono tempo: Gabriele Boscetto, senatore pidiellìno.
Gabriele Boscetto (senatore pidiellìno): Abbiamo deciso di procrastinare di un altro anno l’entrata in vigore delle “Norme tecniche per le costruzioni in Italia”, pronte dal 2003 e contenenti anche la normativa antisismica, per accogliere le richieste di ingegneri e imprenditori che chiedevano più tempo per adeguarsi alle nuove regole. (La Repubblica, venerdì 10 aprile 2009). Qualcuno ha mai sentito la Gelmini (la diligente portavoce di Giulio Tremonti che presiede il ministero della Pubblica Istruzione) accogliere le richieste di milioni di Studenti, di Genitori e di Insegnanti? O il Brunetta e il Sacconi accogliere le richieste di milioni di lavoratori? O il Berlusconi rispondere diversamente da Glielo diamo in testa, il tavolo! ai cinque milioni di iscritti alla Cgil che gli chiedevano l’apertura di un tavolo di confronto? Ma le richieste dei padroni, padroncini e padronacci che li votano, quelle sì che le accolgono, e a tamburo battente: tanto, il peggio che può succedere è che qualche centinaio di Uomini, Donne e Bambini rimanga schiacciato sotto palazzi di finto cemento.
Le belle facce della finta “sinistra”: Lucio D’Ubaldo.
Lucio D’Ubaldo (senatore del Pidì e presidente di Asp-Laziosanità, commentando la proposta del X Municipio di Roma di istituire e mettere a disposizione di tutti i cittadini romani un registro dei testamenti biologici): Chiedo a Morassut e Milana di promuovere l’uscita del Partito democratico dalla giunta del X Municipio. (La Repubblica, venerdì 10 aprile 2009). Quando diciamo che la banda di papisti che tiene in ostaggio attraverso il Pidì quel che resta della Sinistra italiana è composta anche da padronisti, da palazzinari e da sanitari, sappiamo quel che diciamo. Il D’Ubaldo, per esempio, è un papista-sanitario.
(su) l’Argentina di Cristina Kirchner: Il Muro anti-poveri: a Buenos Aires è stata costruita una barriera per separare un quartiere residenziale da un rione povero. (La Repubblica, venerdì 10 aprile 2009). Il muro non funziona: per quanto sia alto, non impedirà alle esalazioni alcooliche, di tranquillanti, di antidepressivi, di cocaina e di follie deliranti d’ogni sorta provenienti dal quartiere ricco di avvelenare l’aria del rione povero. E poi non sta bene: per quanto odiosi siano i ricchi, sono pur sempre esseri umani.
Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni), Roberto Cota (leghista, capogruppo dei senatori leghisti) e Ignazio La Russa (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro della Difesa), commentando la sconfitta subita dalla Destra al Senato con la cancellazione, dal cosiddetto decreto sicurezza, della norma che avrebbe prolungato la permanenza degli Immigrati irregolari nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, da due a sei mesi: Sono furibondo, ed è un eufemismo (Roberto maior). Nel nostro gruppo non ci sono scemi (Roberto minor). Da noi invece ce n’è qualcuno (Ignazio). (La Repubblica, giovedì 9 aprile 2009). La coalizione di governo è composta da furibondi, da scemi e da gente di cui il meglio che si può dire è che non sono scemi. E lo dichiarano loro stessi.
(su) Antonio Di Pietro e l’Italia dei valori: Sul prolungamento a sei mesi della permanenza degli Immigrati irregolari nei cpt, tra le ire del Pidì, si astengono dieci dipietristi, guardacaso i fedelissimi: Donadi, Mura, Borghesi, Cimadoro, Favia, Messina, Monai, Paladini, Palomba e Rota. (La Repubblica, giovedì 9 aprile 2009). Ennesima conferma che gli Italovaloristi sono i Leghisti della finta “sinistra”, la sua ala forcaiola e giustizialista, proprio come la Lega lo è nella Destra. Solo che non è esatto: poiché anche i Leghisti, esattamente come i Dipietristi, sono costole della finta “sinistra”: donne e uomini che la finta “sinistra”, nel corso di almeno due decenni, ha diseducato, umiliato e abbandonato fino a ridurli come sono oggi.
Le belle facce dei nuovi “boia chi molla”: Giampaolo Vallardi.
Giampaolo Vallardi (sindaco leghista di Chiarano, Treviso): Nel mio paese ho iniziato a far le ronde nel 2006. Ce le hanno bloccate? Guardi, io resto fiducioso: noi non molliamo. (La Repubblica, giovedì 9 aprile 2009).
No, loro non mollano. Ci tengono troppo a fare i boia.
Silvio Berlusconi: Non c’è bisogno di aiuti stranieri. Siamo un popolo fiero, siamo in grado di rispondere autonomamente all’emergenza. (La Repubblica, mercoledì 8 aprile 2009). Con quali soldi? Facendo pagare le tasse agli evasori fiscali? O imponendone una nuova (una tantum) a chi già le paga per sé e per loro? Siamo proprio curiosi di vedere quanto sarà “fiera” una classe politica che per non tassare padroni, padroncini e padronacci non ha più un soldo per la Scuola, per la Sanità, per la Magistratura e per le Forze dell’Ordine, e che da ultimo, per togliere l’Ici ai proprietari di decine o centinaia di case, ha definitivamente ridotto lo Stato con le pezze al sedere. Fiera? Una classe politica che non riesce nemmeno ad acchiappare i cani randagi abbandonati lungo le strade di tutta la penisola dai loro padroni, padroncini e padronacci? È la prima volta che una battuta del Berlusconi riesce a farci ridere.
(su) Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità e del Lavoro, a seconda dei turni di servizio): Il pubblico ministero Raffaele Guariniello, impegnato nel processo contro gli ultimi padroni dell’Eternit, lancia anche un allarme su una norma contenuta nella bozza di riforma al testo unico (del 27 marzo scorso) delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: “Sembrerebbe,” spiega, “che se l’incidente è provocato da un lavoratore, il datore non è più responsabile”. Il riferimento è all’articolo 15-bis. “Il codice penale,” commenta il pm, “stabilisce che non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. La nuova proposta è, nel caso di incidenti sul lavoro, di mettere dei limiti. A quanto si legge, se l’infortunio è imputabile anche al lavoratore, il titolare potrebbe non essere più responsabile.” (La Repubblica, martedì 7 aprile 2009). Il Sacconi ci ha detto di stare attenti a come parliamo. Perciò diremo che la sua “bozza di riforma al testo unico delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro” non è, in alcun modo, una legalizzazione degli omicidi bianchi. Non lo è, capito? E lui, il ministro, non (lo ripetiamo: non) avrà sulla coscienza dei morti, perché la sua “bozza di riforma al testo unico delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro” non (lo ripetiamo: non) farà dei morti.
(su) certi insegnanti italiani: Mazzette in cambio dell’alterazione delle graduatorie, per ottenere supplenze alle elementari. Tutto sarebbe avvenuto attraverso la manomissione degli archivi informatici del provveditorato. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sono collegati alle rivelazioni di un funzionario del provveditorato al quale una insegnante avrebbe detto di aver versato 6.000 euro a un sindacalista. Cisl e Gilda si sono detti estranei alla vicenda. (La Repubblica, martedì 7 aprile 2009). Curioso che Cisl e Gilda abbiano sentito il bisogno di dirsi estranei. Qualcuno aveva per caso lanciato delle accuse nei loro confronti? O è solo coda di paglia? Comunque ci piacerebbe molto sapere a quali sindacati erano iscritti e per chi votavano questi colleghi mascalzoni. Anzi: più che saperlo, ci piacerebbe avere una conferma a ciò che già sappiamo benissimo.
(su) la Lidl: Stando a quanto ha pubblicato ieri il settimanale Spiegel, la Lidl schedava i dipendenti malati. Lo proverebbe il ritrovamento di un centinaio di pagine ― già cestinate ― in cui si annotavano i motivi dettagliati delle assenze, violando la privacy dei lavoratori. La Lidl era stata da poco condannata a pagare una sanzione di un milione e mezzo di euro per aver fatto spiare i dipendenti da investigatori privati. (La Repubblica, martedì 7 aprile 2009). Male che vada, il Brunetta e il Sacconi potranno sempre mandare i loro curricula alla Lidl e candidarsi a capi del personale (o come diavolo si chiamano adesso queste odiose figure).
Silvio Berlusconi: Ci sono state calunnie nei miei confronti e disinformazione nei confronti dei lettori. Non voglio arrivare a dire che servono azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e di certi protagonisti della stampa. Però sono tentato, perché non si fa così... Voi pensate che se io dico di non guardare più una televisione o altro, non c’è nessuno che mi segua in Italia? (La Repubblica, domenica 5 aprile 2009). “Che servano”, “se io dicessi” e “ci sia nessuno”, signor “laureato alla Sorbona”, non “che servono”, “se io dico” e “non c’è nessuno”. Ma a parte ciò, be’, ’sta volta siamo davvero impauriti: azioni dirette e dure, infatti, da quando esiste il Viagra, sono possibili a tutti.
Silvio Berlusconi (commentando la richiesta della Cgil di un tavolo di confronto sulla crisi economica): Sì, in testa glielo diamo il tavolo! (La Repubblica, domenica 5 aprile 2009). Giustamente dice diamo. Se provasse a sollevare un tavolo da solo, senza l’aiuto di quei marcantoni della scorta, si spezzerebbe in due.
Raffaele Bonanni (segretario della Cisl, a proposito della Cgil): La linea conflittuale e antagonista è ormai fuori dalla storia. (La Repubblica, domenica 5 aprile 2009). Conflitto? Antagonismo? Balle. I lavoratori si difendono dicendo sempre di sì, ai padroni e al governo. E non lo pensa solo il Bonanni: erano dello stesso parere anche Napoleone III, Pio IX, Mussolini, Hitler, Stalin, Breznev, il Partito comunista cinese, i colonnelli greci, Pinochet, la Corea del Nord, Milton Friedman, i generali golpisti argentini, Gheddafi, Margaret Tatcher, Tony Blair, Ronald Reagan, Saddam Hussein, Bin Laden, George Bush, Licio Gelli, Silvio Berlusconi e Walter Veltroni. (E di sicuro abbiamo dimenticato parecchia gente, ma già questi sono più che sufficienti a rendersi conto che il Bonanni non è affatto isolato: isolata è la Cgil).
Pierferdinando Pierferdy Casini (uno che il Berlusconi ha buttato via, ma al quale il Rutelli, il Fioroni e il Letta aspirano): Più poteri al premier non sono uno scandalo, ma qui c’è qualcosa di diverso nell’aria: c’è una sistematica rappresentazione del Parlamento come un’accolita di scansafatiche, come un ente inutile, abbinata alla rappresentazione di un presidente viaggiatore senza poteri. È la realtà o è un alibi costruito a tavolino?... Popolo e leader: per Berlusconi tutto si riassume in questo rapporto. Il colonnello Gheddafi fa lo stesso discorso e infatti ha abolito il Parlamento... Berlusconi ha un potere mediatico ineguagliato nel mondo occidentale ma chiede ancora più poteri, perché si lamenta di non poter nemmeno nominare i ministri: e che, la Carfagna e la Brambilla le abbiamo scelte noi? (La Repubblica, domenica 5 aprile 2009). Che mente, il Casini! 15 anni per capire quel che le intelligenze normali sanno dal 1994, e le più dotate dal primo giorno di trasmissione di Canale 5. E per far vedere quant’è tosto con chi se la prende? Con la Brambilla e la Carfagna, che è come sparare sulla Croce Rossa. Eh, qualche ragione ce l’aveva, il Padoa Schioppa, quando parlava di bamboccioni...
(su) la Teocrazia israeliana: Due quotidiani della destra religiosa israeliana, Yated Neeman e Shaa Tovà, hanno rimosso i due ministri donna dalla foto che ritraeva il nuovo esecutivo di Netanyahu. Vittime dell’epurazione fotografica Limor Livnat (Cultura e Sport) e Sofa Landver (Immigrati). (La Repubblica, domenica 5 aprile). Tutto il mondo (fondamentalista religioso) è paese: più son fanatici, più odiano le donne. Ma gli Ebrei e i Mussulmani, almeno, dopo che l’hanno fatte sparire, non le scimmiottano mettendosi la gonna.
sulla Cacalia (Paese leader dell’Occidente in fatto di disonestà): Gli Italiani e le tasse. Metà dichiarano meno di 15.000 euro. (La Repubblica, sabato 4 aprile 2009). Ladri? No, assassini. Chi si mette alla guida ubriaco o drogato è un assassino, poiché fa’ in modo di poter uccidere qualcuno. Analogamente, chi impoverisce lo Stato (che sia l’evasore fiscale o il privatizzatore di beni pubblici) fa’ in modo che lo Stato, all’occasione, non abbia i mezzi per salvare qualcuno, e che qualcuno di conseguenza muoia. (Detto questo, come si fa a riderne per non piangere? Be’, per esempio, pensando a tutti questi ladri e assassini che si domandano come mai siano sempre così infelici e disperati e rabbiosi, nonostante i soldi che rubano...)
Massimo Giannini (giornalista de La Repubblica): Possiamo non rimpiangere il “saio fiscale” caro a Vincenzo Visco. Possiamo non avere nostalgia di quel sottile accanimento “di classe” col quale l’ultimo centrosinistra unionista ha braccato i cosiddetti ricchi, con la malcelata intenzione di “farli piangere”. Ma non possiamo non vedere che l’evasione fiscale continua a costarci oltre 100 miliardi l’anno, pari a 7 punti di Pil. Continua a mantenersi su livelli ben superiori a quelli dei paesi europei... Dove c’è un povero, un disoccupato, qualcuno che perde il lavoro, non può non esserci un progressista al suo fianco. Se lo dice Brown è riformismo, se lo dice Franceschini è massimalismo. Non si capisce perché. A meno di non voler estirpare le radici della sinistra dalla storia del mondo. (La Repubblica, sabato 4 aprile 2009). Possiamo non rimpiangere il Giannini che ancora pochi mesi fa (dopo aver dato del qualunquista a Pertini e del retorico a Ciampi, dopo aver turbocapitalisticamente esortato il Veltroni, in caso di vittoria, a ridurre le spese dello Stato del 4,5% in cinque anni, dopo aver fieramente chiesto ― chiunque vincesse le elezioni ― scelte molto impopolari, dopo essersi congratulato col Veltroni per esser più liberista del Berlusconi e per aver accettato la flessibilità del lavoro, dopo aver ingiunto al Berlusconi medesimo di essere impopolare e, tanto per gradire, di privatizzare tutti i servizi pubblici locali, dopo aver imputato ai sindacati un incolmabile deficit culturale rispetto alle logiche della globalizzazione), spingeva il suo furore classista fino ad accusare il Tremonti di non essere davvero di destra e aver tradito il liberismo della cosiddetta “scuola” di Chicago, cioè il peggior fondamentalismo mercatista di tutti i tempi. Ma questo nuovo Giannini di Sinistra ci farebbe stare molto in pena per lui (simili repentine conversioni a u sono talvolta causate da tumori cerebrali) se non fossimo più che certi che dopo le elezioni europee in pochi giorni si riprenderà e ritroverà sé stesso. Specialmente se il Pidì di Franceschini, camuffato anch’esso da partito di Sinistra, riuscirà per l’ennesima volta a salvare la finta “sinistra” con i voti degli ingenui.
Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Con un 5 non si può essere ammessi agli esami: ci vuole più rigore nella valutazione degli apprendimenti, severità e disciplina nel giudizio sui comportamenti. (La Repubblica, sabato 4 aprile 2009). Gli apprendimenti della Gelmini, infatti, prima che diventasse avvocato, furono attentamente valutati a Reggio Calabria, dove i bocciati erano molto rari; e i suoi comportamenti, prima di essere presentata ad Arcore, furono attentamente valutati dal giardiniere di Berlusconi. Più rigore, severità e disciplina di così...
Francesco Cicciobello Rutelli e “Beppe” Fioroni (esponenti di primo piano della banda di papisti-padronisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana, a proposito della partecipazione di Dario Franceschini alla manifestazione della Cgil): È decisamente un errore politico (Cicciobello). Non dobbiamo schiacciarci sulle posizioni di Epifani, il Pidì deve ascoltare il sistema-Paese (“Beppe”). (La Repubblica, sabato 4 aprile 2009). Poverini, come li capiamo. Se non protestassero affatto, i loro “intelligenti” valvassori e valvassini di sotto-partito e sotto-governo si metterebbero paura che il partito stia davvero tornando a Sinistra. Se protestassero troppo, guasterebbero l’abile maquillage pre-elettorale del neosegretario pro tempore. Quindi protestano, ma mitemente. Poiché la finta “sinistra”, e non solo in Italia, sa parlare con lingua biforcuta (una leccata a destra e una slinguazzata a sinistra) come nessun’altra classe politica nella storia dell’Umanità.
(su) Silvio Berlusconi: Prendiamo per esempio lo statuto del Popolo della Libertà. Berlusconi “ha la rappresentanza del partito, ne dirige l’ordinato funzionamento e la definizione delle linee politiche e programmatiche, convoca e presiede l’ufficio di presidenza, la direzione e il consiglio nazionale, ne stabilisce l’ordine del giorno, procede alle nomine degli organi del partito, assume le definitive decisioni”. Nient’altro? (Internazionale, venerdì 3 aprile 2009). E i portacenere chi li svuota? Ci sembra difficile che un iscritto al Pidièlle sia in grado di farlo da solo.
(su) Silvio Berlusconi:
Da left di venerdì 3 aprile 2009
(su) Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e Innovazione): In che cosa consiste la controriforma Brunetta dei dipendenti pubblici e quindi della pubblica amministrazione, attuata insieme al Pidì e alla pseudo sinistra? Semplice. Verrà dato un tot di soldi alle singole amministrazioni, e il direttore (sempre esterno e sempre politico, e quindi con uno stipendione pagato da tutti i cittadini) deciderà come distribuirli ai dipendenti pubblici. Dovrà dimostrare l’efficienza del suo apparato e potrà licenziare immediatamente chi vuole e con qualsiasi scusa. Una volta, se qualcuno diceva, magari, che non timbravi il cartellino, occorreva dimostrarlo e poi i sindacati intervenivano. Invece ora il direttore ha questa facoltà. Ti licenzia e i sindacati c’entrano poco o nulla. Allora ti rivolgi al tribunale, dimostri che ha sbagliato, passano gli anni e intanto non prendi lo stipendio. Se riesci a portare la causa davanti a un giudice e vinci, lui ha un’altra facoltà, quella di reintegrarti oppure concederti una buona uscita. Se eri sgradito, aspettati sicuramente la buona uscita, così ti ritrovi in mezzo a una strada a cinquant’anni e con pochi soldi. (Da una lettera a left di venerdì 3 aprile 2009). Segnare a dito, escludere, emarginare, licenziare ed eliminare gli Esseri Umani è l’ossessione del Brunetta. Così, quando saranno spariti quasi tutti, anche lui riuscirà finalmente a guardarsi un po’ intorno.
(sulla) teocrazia israeliana: Il ministro ultrà Lieberman interrogato per frode e corruzione. (titolo de La Repubblica di venerdì 3 aprile 2009). Tutto il mondo (fondamentalista religioso) è paese: più son fanatici, più son disonesti. Presunti, naturalmente.
Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica e Innovazione): Le impiegate statali? Scappano dall’ufficio per fare la spesa e poi tornano furtivamente al lavoro... È così, è così, è così... protestate pure ma è così. Se poi non volete riconoscere la realtà, allora... Ma è così!... Fanno finta di essere malate per accudire i mariti, per accudire la famiglia. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Quelli che votano per il Brunetta, invece, pur di non stare a casa, sono in negozio o in ditta dalle 4 del mattino all’una di notte. E i risultati si vedono ogni fine settimana, quando i loro figli ubriachi e drogati si accoltellano fuori dalle discoteche o massacrano i nostri con i suv paterni. L’obiettivo del governo Berlusconi è molto chiaro: colpendo le famiglie col Brunetta e la scuola con la Gelmini, arrivare là dove le televisioni non arrivano grazie alla maggior presenza dei genitori sani (quelli che amano i figli più del denaro) e degli insegnanti sani: a rovinare, cioè, anche i Bambini e i Ragazzi che altrimenti sarebbero la Sinistra del futuro.
Pierferdinando Casini (commentando le parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, per il quale “la legge 40 sulla fecondazione assistita si basa su dogmi di tipo etico-religioso” e la sentenza con cui la Consulta l’ha dichiarata incostituzionale “rende giustizia alle donne italiane”): Lo Stato etico in Italia ci fu con il fascismo. Il Parlamento, nella quattordicesima legislatura, con un voto ampiamente trasversale che dovrebbe essere rispettato anche dall’attuale presidente della Camera, che con il suo partito vi ha concorso in modo determinante, ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Quelli erano i fascisti di una volta. I fascisti di oggi sono i servi dei preti in cerca di teocrazia e sono, è vero, ampiamente trasversali, dal momento che ce ne sono a bizzeffe persino nel Pidì. Figuriamoci nei Casini.
Rocco Buttiglione (presidente dell’Uddiccì, commentando la sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita): Non è nella tradizione dei cattolici criticare la Corte costituzionale, ma se oggi avviene è indice di un’insoddisfazione profonda. Ed è bene che emerga, altrimenti si corre il pericolo che i cattolici con il cuore si stacchino dalla Costituzione: non sarebbe più la “loro” Costituzione, se interpretata così da giurisperiti libertari radicali. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Con un discorso tecnicamente golpista, il Buttiglione minaccia la Costituzione di “ripudio” da parte dei cattolici. Ma non ci spaventa: ci riesce difficile immaginare generali, colonnelli e carri armati all’attacco della Corte costituzionale guidati dal Buttiglione. Con tutto il rispetto per i militari italiani, dubitiamo che siano degli esperti di primatologia.
(su) Renato Brunetta e Giulio Tremonti (ministri della Funzione Pubblica e dell’Economia, o del Tesoro, o delle Finanze, o quel che diavolo è, sempre dei nostri soldi si tratta): Un esodo biblico per impiegati e dirigenti dello Stato, obbligati a lasciare il lavoro e andare in pensione dopo 40 anni di contributi (compresi i versamenti figurativi, ad esempio per il riscatto della laurea) e senza nemmeno aver diritto alla liquidazione, che resterebbe congelata per oltre tre anni fino al 2013. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Tre anni di interessi bancari rubati. Latrocinio di Stato in un Paese a maggioranza ladra.
Franco Frattini (ministro degli Esteri): Non tollereremo mai i violenti, i gruppi estremisti, quelli a cui non importa niente dei grandi problemi globali ma vogliono semplicemente destabilizzare. Questo non lo possiamo consentire. Abbiamo attivato tutti gli strumenti di prevenzione per garantire un G8 sicuro. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Abbiamo attivato tutti gli strumenti di prevenzione? Capiremmo se lo dicessero il Maroni o il La Russa, ma il Frattini... Probabilmente è un modo un po’ contorto per confessare che i colleghi l’hanno caldamente invitato a non rifugiarsi alle Maldive, questa volta.
(su) Francesco Cicciobello Rutelli, “Beppe” Fioroni e tutta la banda di papisti-padronisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana: La maggior parte degli ex pippi-ì prende le distanze dalla manifestazione nazionale della Cgil. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Pippi-ì? E che diavolo vorrà dire? Partito papista italiano? Partito padronista italiano. Partito pro-palazzinari italiani? Be’, a seconda dei casi. Quando si tratta di dare addosso ai Lavoratori, allora sono padronisti.
Francesco Cicciobello Rutelli (esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana, commentando la sentenza della Consulta che ha giudicato incostituzionale la legge 40 sulla fecondazione assistita): Comunque è una legge positiva, l’impianto è stato confermato ma è da sistemare. (La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Cicciobello o mente sapendo di mentire o parla senza sapere quel che dice: la Corte costituzionale non ha confermato alcunché, se non si è potuta pronunciare anche sui quesiti restanti è stato solo per motivi tecnici.
Le belle facce della finta “sinistra” italiana: Francesco Cicciobello Rutelli.
(su) Francesco Cicciobello Rutelli: È morto da un anno e non si sa quando risorgerà. Nell’attesa, il portale-vetrina Italia.it, inaugurato dall’allora ministro Rutelli e poi chiuso perché zeppo di errori, sarà rifinanziato con 50 milioni. Il nuovo progetto è stato affidato al sottosegretario al Turismo Michela Vittoria Brambilla. (Il Venerdì de La Repubblica, venerdì 3 aprile 2009). Sicuri che basti, una Brambilla, per fare ancora peggio del vostro amichetto Rutelli? Oh, yeah! (Per far meglio, avrebbero preso il cane della Brambilla).
(su) Francesco Cicciobello Rutelli (e tutta la banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio quel che resta della Sinistra italiana): La Corte Costituzionale boccia la legge sulla fecondazione assistita. Secondo la Consulta è da considerarsi illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. (La Repubblica, giovedì 2 aprile 2009). Adesso è ufficiale: il Rutelli e i suoi cameratucci di sacrestia della finta “sinistra” andarono contro la Costituzione, quando per compiacere il Vaticano sabotarono e fecero fallire il referendum contro la legge 40. E il Pidì, finché non si libera di questi individui, ne è complice a tutti gli effetti.
Pietro Iacobelli (primario del Fatebenefratelli di Napoli, dove “qualcuno” ha denunciato alla polizia una madre extracomunitaria ― perché i suoi documenti, perfettamente regolari, erano però in fotocopia ― facendola arrestare e tener lontana per dieci giorni dal bambino appena nato): Abbiamo chiesto aiuto alla polizia per una paziente senza documenti, come succede sempre: non c’erano altre persone in grado di garantire per la puerpera. (La Repubblica, giovedì 2 aprile 2009). Da notare che la vergognosa legge che “autorizza” i medici e gli infermieri a denunciare gli Immigrati irregolari non è stata ancora approvata. Ma questi già la applicano, tanto non stanno nella pelle all’idea di poter “ergersi” ― a dispetto delle ridicole proporzioni delle loro personcine ― a personificazione del destino di qualche povero innocente. Che dire? Fateschifofratelli? fatevomitarefratelli? Legateviunapietralcollofratelli?
Di scarpette rosse si può anche andare a finir male... |
...come dovette scoprire, a proprie spese, la Strega dell’Ovest. |
(su) la ditta Ratzinger (altrimenti nota come Chiesa cattolica): Il congresso fondativo del Pidièlle ha fatto emergere, scrive l’Osservatore Romano, “l’immagine di una formazione forte, già più forte dello stesso Pidì... Ma il Pidièlle è più forte non solo in termini percentuali, ma perché, stando ai più recenti risultati elettorali appare, alla prova dei fatti, maggiormente in grado di esprimere i valori comuni della popolazione italiana, tra i quali quelli cattolici costituiscono una parte non secondaria.” (La Repubblica, martedì 31 marzo 2009). Dio li fa e poi li accoppia, verrebbe da dire. Ma noi, da non credenti, preferiamo ritenere che il Berlusconi e il Ratzinger si siano accoppiati in virtù di un’affinità elettiva a cui non hanno potuto né voluto resistere. Con quelle belle scarpette rosse, poi...
Walter Veltroni (terminatore dell’Opposizione italiana al regime): Il rafforzamento dei poteri del premier? Si può anche fare. Però in contemporanea al divieto di possedere mezzi di comunicazione, perché le due cose stanno insieme. (La Repubblica, martedì 31 marzo 2009). Il Veltroni non è più il segretario del Pidì, ma da aiutante del Berlusconi non gli è concesso dimettersi. E così appoggia la sua pretesa di assumere poteri quasi dittatoriali chiedendogli “in cambio” una rinuncia (al possesso di mezzi di comunicazione) che al Berlusconi non farebbe né caldo né freddo: tanto, suoi o di Fedele o di Pier Silvio, che differenza fa? Dopodiché, cercando di sembrare “di sinistra” nonostante le sue slinguazzate al sedere del premier, ecco che il Veltroni si lancia in un affondo contro Alemanno: Nella nostra città (= Roma, n.d.r.) c’è stata una rissa con un accoltellamento e un morto. Cose che non succedevano prima. Una frase così disgustosamente ruffianesca (o anche pretesca) che proprio non avremmo saputo come riderne, se non ci fosse venuto in mente che la rabbia che il Veltroni ha camuffato con queste parole contro il suo successore a sindaco dev’essergli stata suscitata, in realtà, dal suo successore alla segreteria del Pidì.
(su) il Pidì di Dario Franceschini (tanto, tanto, tanto diverso da quello di Walter Veltroni): In Emilia colpi bassi tra big del Pidì. La “zarina” Spaggiari torna da nemica. Scintille Cofferati-Caronna per un posto in Europa. E a Reggio l’ex sindaco Piccì si allea con l’Uddiccì. (Titolo de La Repubblica di martedì 31 marzo 2009). Risse da lupanare, si sarebbe detto una volta. Ma quelle erano meglio, perché lì ci si accoltellava per una donna, non per denaro...
(su) la Destra, la finta “sinistra” e i tagli alle risorse delle Forze dell’ordine: È un mondo alla rovescia. Quando al governo c’era Prodi, a protestare a fianco della polizia era scesa in campo la destra. Oggi, al contrario, che al governo c’è Berlusconi, a solidarizzare con le divise s’è schierato il centrosinistra. (Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, a La Repubblica, martedì 31 marzo 2009). Ed entrambi, evidentemente, stimano gli agenti così cretini da non accorgersene.
Gordon Brown (primo ministro inglese e capo della finta “sinistra” laburista da quando Tony Blair si è riciclato come galoppino del sanfedismo globalizzato interconfessionale): Anche Gordon Brown, come Obama, giudica “giustificata” la rabbia contro i banchieri, accusati globalmente di aver contribuito alla crisi economica. (La Repubblica, martedì 31 marzo 2009). Soprattutto perché così nessuno se la prende con i politicanti. Men che meno con quelli della finta “sinistra”. I quali, in effetti, hanno contribuito alla crisi economica mondiale non per protervia antidemocratica e antipopolare, come quelli della Destra, ma solo per quella sorta di giuliva stupidità che il sorriso di Tony Blair e il cipiglio di Gordon Brown, pur così diversi, interpretano entrambi così bene.
Joaquin Almunia (commissario europeo all’Economia): Ancora due anni fa, l’idea corrente era che la regolamentazione finanziaria fosse pericolosa e che occorresse lasciar fare al mercato. Ora tutti sono a favore di una regolamentazione del mercato, dei prodotti finanziari e delle istituzioni comuni. Ancora due anni fa, nessuno voleva utilizzare le politiche di bilancio per intervenire sull’economia. Ora si discute solo della misura in cui le politiche di bilancio devono intervenire. Un sacco di cose sono cambiate con la crisi. (La Repubblica, martedì 31 marzo 2009). L’idea di chi? Nessuno chi? L’Almunia si guarda bene dal dirlo, o dovrebbe ammettere che sta parlando di sé stesso e dell’intera classe politica di Destra e di finta “sinistra”. Dopodiché, gli toccherebbe spiegare come mai lui e i suoi amichetti (con la sola eccezione di George W. Bush, ma non dell’ineffabile famiglia Clinton) siano ancora tutti ai loro posti e addirittura si vantino di essere in grado di portare il mondo fuori dalla crisi! Un sacco di cose sono cambiate? Può darsi. Ma non la faccia tosta di questi individui.
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