Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca
Più Niente da Ridere
la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò l’Italia con sé nel mese di maggio del 2011
“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza. Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi, lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).
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Berlusconi secondo Altan su La Repubblica di martedì 24 maggio 2011.
Silvio Berlusconi: Adesso i milanesi devono pregare il buon Dio che non gli succeda qualcosa di negativo. Adesso speriamo che questi qui della sinistra si improvvisino in un mestiere che non hanno mai fatto... A Napoli penso che si pentiranno tutti moltissimo... Ho sentito Bossi, è d’accordissimo ad andare avanti insieme per fare le riforme, che adesso possiamo fare grazie a una maggioranza più coesa... Fisco, giustizia, piano per il Sud e abbattimento dei vincoli che danno il senso dell’oppressione burocratica e fiscale... Il partito adesso farà un ragionamento sulla propria organizzazione che avevamo già in mente per radicarci di più sul territorio. (La Repubblica, martedì 31 maggio 2011).
(su) Silvio Berlusconi: Berlusconi si deve dimettere. E il Parlamento cerchi, in una fase molto stretta di poche settimane, la soluzione di una nuova legge elettorale. Dopo di che si va a votare... Lui dice che andrà avanti? Lo farà affrontando una verifica parlamentare dove dovrà certificare il ribaltone che ha portato a una maggioranza Berlusconi - Scilipoti - Bossi e con la sentenza drammatica delle amministrative sulle spalle. Elezioni che dimostrano inequivocabilmente due cose: la fine della coalizione di governo e l’impotenza della sua azione. Ma ha un’altra strada: si dimette, prende atto del nuovo scenario che si apre e lascia alle Camere la valutazione su una legge elettorale del tutto diversa dall’attuale... Ma il grado di probabilità che si realizzi questo scenario non è molto alto.
(Pier Luigi Bersani, La Repubblica, martedì 31 maggio 2011).
Per la serie Non è che fan finta di nulla, è proprio nulla: il Pannella accanto al rivelatore universale di fascisti e all’Antonione.
(su) Marco Pannella: 1. Marco Pannella, venerdì 13 maggio, nel corso di un intervento a Radio Radicale, ha invitato a votare per Roberto Antonione, candidato della Destra alla carica di sindaco di Trieste, ex sottosegretario agli Esteri ed ex coordinatore di Forza Italia, nella tornata amministrativa di domenica prossima... 2. Marco Pannella, che venerdì 13 aveva invitato a votare nelle amministrative di domenica Roberto Antonione, poi, candidato anch’egli nella medesima tornata elettorale, ha personalmente ottenuto 58 (cinquantotto!) preferenze... (Da Segnalazioni). 3. Il nuovo sindaco di Trieste è Roberto Cosolini. Ha letteralmente schiacciato, con il suo 57,5%, il beniamino di Berlusconi Roberto Antonione, che si è fermato al 42,4. (La Repubblica, martedì 31 maggio 2011).
Perché meravigliarsi? Sempre stato di destra e sempre lo sarà.
(su) Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi e tutto il berluscismo: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un sommovimento sociale”. Così qualche mese fa dichiarava, a margine di un convegno, Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps. E dunque, per evitare il deprecato sommovimento sociale, in alto è stato deciso che i precari non potranno, come gli altri lavoratori, avere accesso dal sito dell’Inps ai dati che simulano le loro future prestazioni pensionistiche. Meglio non sapere... O, per essere più precisi, meglio non far sapere alle centinaia di migliaia di precari che, quando andranno in pensione, riceveranno 100, 200 o, nel migliore dei casi, 300 euro al mese. I pensionati di oggi, la metà dei quali riceve 500 euro mensili, come risulta dall’ultimo rapporto dell’Inps, appariranno privilegiati ai precari che andranno in pensione domani.
(Miriam Mafai, La Repubblica, domenica 29 maggio 2011).
Per la serie Inquietanti somiglianze gommose segnalano un’invasione di ultracorpi in atto?: Maurizio Sacconi e Sergio Marchionne.
(su) Sergio Marchionne e Maurizio Sacconi: Uno dei principi della nuova Confindustria è che il suo modello di relazioni sindacali non prevede la contrattazione permanente. Perché, dice, non se la può permettere. E in base a questo criterio seleziona i sindacati premiando chi lo accetta e punendo chi, come la Cgil, lo critica. Così può accadere quel che è avvenuto il 12 maggio scorso, quando la Fiat ha inviato una raccomandata a Fim, Uilm e Fismic sollecitandoli a costituirsi contro la Fiom nel processo intentato dall’organizzazione di Landini contro l’accordo di Pomigliano: “Considerando,” si legge nella lettera, “che l’azione promossa dalla Fiom ha l’obiettivo di vanificare quanto concordato”. Dunque potrebbe accadere nei prossimi giorni (c’è già stata una riunione tra i leagli) che due sindacati confederali si costituiscano in tribunale contro il terzo a difesa del nuovo contratto nazionale firmato a Pomigliano per consentire l’uscita della fabbrica dalla Confindustria. Perché la nascita di una nuova associazione di industriali è molto legata all’esito del processo che si aprirà a Torino il 18 giugno. Al punto che l’altro ieri il ministro Sacconi, favorevole all’intesa di Pomigliano, paventava “una sentenza creativa” invadendo il campo della magistratura ancora prima che si apra il processo. (Paolo Griseri, La Repubblica, sabato 28 maggio 2011).
Giulio Tremonti: Con Pisapia l’Expo se ne va via. E chi lo vota mette la croce anche su un pezzetto del suo stipendio, perché è sicuro che arriveranno le addizionali a pioggia. (La Repubblica, sabato 28 maggio 2011).
Per la serie Posso andare al gabinetto... Cioè, volevo dire: posso parlare?: Mario Borghezio.
Mario Borghezio: I patrioti sono patrioti e per me Mladic lo è. Quelle che gli rivolgono sono accuse solo politiche, io lo andrò a trovare. (La Repubblica, sabato 28 maggio 2011).
Per la serie Figurati chi si ostina a ringraziarlo di esistere: “Quest’uomo sta male”, titolo de Il Fatto di venerdì 27 maggio 2011.
(Da Segnalazioni).
Per la serie Chiediamo scusa a Obama, dovesse ammazzarci Silvio come un Bin Laden qualsiasi: Barack Obama.
(su) Silvio Berlusconi: Al tavolo ovale degli otto grandi, ospitati da Sarkozy, Berlusconi è stato accomodato dalla parte opposta di Obama, si vede chiaramente che freme per trovare l’occasione giusta. Vuole tentare l’approccio diretto con il presidente Usa. Così fissa gli occhi su Obama, insistentemente, sperando di intercettarne lo sguardo come si fa al ristorante con certi camerieri distratti. Ma l’espediente non funzione, né può urlare di nuovo come fece a Londra davanti alla regina. E allora Berlusconi sfrutta un piccolo trucco già sperimentato in passato: si avvicina con una scusa alla sua “vittima”, dopo aver avvertito il proprio fotografo personale di non farsi sfuggire la foto opportunity, lo sorprende da dietro con una pacca sulle spalle e lo costringe ad ascoltarlo. Il bilaterale con Obama, a quel punto, è servito. Dalle frasi che le telecamere registrano si comprende che nel breve colloquio (un paio di minuti) il Cavaliere si concentra solo sull’Italia. Si difende, spiegando di aver “subìto 31 processi, dai quali sono sempre stato assolto”. Racconta di avere ora “una nuova maggioranza”, con la quale portare avanti le riforme. Anzi, una riforma in particolare: “Abbiamo presentato una riforma che per noi è fondamentale, quella della giustizia. Perché in questo momento abbiamo quasi una dittatura dei giudici di sinistra”. Via via che l’interprete traduce a Obama le frasi del leader italiano, le labbra del presidente si serrano. Il volto è quello di un giocatore di poker che non deve scoprirsi, nessuna espressione, nessun cenno del capo: è una sfinge Obama, mentre Berlusconi gli racconta dello strappo di Fini, del governo con Scilipoti e della dittatura dei pm. (La Repubblica, venerdì 27 maggio 2011).
(su) Roberto Maroni: Dal 1° aprile una circolare del ministero degli Interni (prot. n. 1305) vieta alla stampa l’ingresso dei centri di identificazione de espulsione (Cie) e nei centri di acoglienza per richiedenti asilo politico (Cara). Il pretesto giuridico è la dichiarazione dello stato di emergenza per gli sbarchi. Un salto indietro di diversi anni, quando la direttiva Pisanu stabilì che nei centri di espulsione, che allora si chiamavano Cpt, nessun giornalista poteva entrare se non al seguito di qualche delegazione parlamentare. Peggio, anzi, perché per Maroni la stampa non può entrare nemmeno con i parlamentari. (L’Unità, venerdì 27 maggio 2011).
(su) Sergio Marchionne: Sergio Marchionne va all’attacco per salvare le intese di Pomigliano, di Mirafiori e della ex Bertone. Chiede una legge che stabilisca il seguente principio: il contratto aziendale si può sostituire al contratto nazionale. La novità è nella richiesta di una legge. Lo ha detto lo stesso Marchionne due giorni fa, prima al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e poi al presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. E lo ha detto, pare, perché nemmeno la possibile uscita della Fiat dall’associazione delle imprese può mettere il Lingotto al riparo dalle prossime sentenze giudiziarie che potrebbero, una dopo l’altra, riportare indietro le lancette dell’orologio delle relazioni industriali nel gruppo automobilistico. La legge, invece, porrebbe fine alle cause davanti ai tribunali promosse dalla Fiom-Cgil di Maurizio Landini... Ma la legge significherebbe anche il rapido declino della Confindustria e delle confederazioni sindacali nazionali, Cgil, Cisl e Uil, che proprio sul contratto nazionale hanno costruito dal dopoguerra il proprio ruolo. (La Repubblica, venerdì 27 maggio 2011).
Emma Marcegaglia: L’Italia ha vissuto il suo decennio perduto. Ora bisognerà muoversi in fretta: il tempo è un fattore chiave. (La Repubblica, venerdì 27 maggio 2011). L’addormentata nel bosco si sveglia e dice a noi di non perder tempo. Senza scusarsi per aver sostenuto il berluscismo per dieci anni. Si capisce meglio, ora, l’applauso ai manager della ThyssenKrupp condannati per omicidio: lei, con la faccia che ha, sarebbe sopravvissuta anche a quel rogo.
Silvio Berlusconi (a Porta a Porta): Chi vota Pisapia e De Magistris è senza cervello, non ha la testa sulle spalle... De Magistris è un belloccio che fa l’agitatore politico e il demagogo... Pisapia era un avvocato di De Benedetti e ha presentato leggi in favore dei terroristi... A fare tutte quelle interviste mi sono dovuto sacrificare... La crisi? Ma se lo vediamo tutti che oggi è difficile trovare un posto al ristorante o in aereo! E poi l’Italia spende dieci miliardi all’anno in cosmetici... I cittadini sono benestanti... Non è vero che dal 2015 l’Italia dovrà trovare 46 miliardi all’anno per tagliare il debito... I processi mi hanno costato enormi difficoltà... Mi accusano di concussione, a me, la persona più gentile del mondo... La socialdemocrazia tedesca ha rinunciato al marxismo cent’anni fa con il convegno di Gotesborg (in realtà cinquantadue anni fa nel congresso di Bad Godesberg). (La Repubblica, giovedì 26 maggio 2011).
Per la serie I disabilitatori: Antonio Gentile e Francesco Bevilacqua.
(su) Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile (pidiellìni senatori): Docenti di sostegno gestiti da privati? Accadrebbe tra qualche anno nella Scuola italiana se passasse il disegno di legge proposto da due senatori del Pidièlle e discusso qualche giorno fa in commissione Cultura al Senato. La proposta, avanzata da Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile, apre ai privati il delicato mondo dei disabili a scuola. (La Repubblica, giovedì 26 maggio 2011). Il leggiadro sorriso del Bevilacqua? Sì, non è nuovo: poche settimane fa ha sottoscritto una proposta di abolizione della XII norma transitoria della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista. Che le dure reazioni contro quell’iniziativa lo abbiano indotto a sentirsi più portato per la disabilità che per il diritto costituzionale?
Per la serie Silvio, grazie di esistere: Antonio Bassolino.
(su) Antonio Bassolino: Ci sono poi diversi messaggi inquietanti, come il “Manifesto della sinistra per Lettieri” (candidato sindaco di Napoli pidiellìno contro De Magistris, n.d.r.) firmato da venti esponenti vicini alla giunta bassoliniana tra cui l’ex assessore della giunta Bassolino Antonio Napoli. Questi dirigenti di area Pd, che si sono dati appuntamento all’hotel Vesuvio, nel loro documento dichiarano: “Lettieri è la novità che ci vuole”. (Roberto Saviano su La Repubblica di giovedì 26 maggio 2011). Ne saranno contenti gli stalinisti di quel che resta del Pd di Anticoli Corrado: tanto, cosa gliene importa a loro che uno come Saviano non sarebbe d’accordo con quel che hanno combinato... (Non sei anticolano e non capisci di che cosa stiamo parlando? Se vuoi, puoi documentarti qui e qui).
Per la serie Tremendamente antiumani: Luigi Cancrini, psichiatra e tenutario della piccola posta de L’Unità.
Luigi Cancrini, psichiatra (sull’assassinio di Elena, di un anno e mezzo, dimenticata dal padre in un’auto arroventata dal sole): Il modo in cui l’inconscio e le sue follie irrompono normalmente nella vita della persona normale. Condizionandoci e riportandoci di continuo all’imperfezione del nostro funzionamento mentale, al dubbio di cui non dovremmo mai liberarci sulla nostra capacità di essere davvero padroni, in ogni momento, del nostro pensiero e delle nostre azioni... Fino al momento in cui qualcosa dentro si rompe e non funzioniamo più come vorremmo e dovremmo. Travolti dalle isole di follia che sono sempre in agguato. Dentro tutti noi e dentro ognuno di noi. (L’Unità, lunedì 23 maggio 2011). Chi ha rispetto del padre di Elena come persona parte dall’idea per cui lui, da padre, pagherà per tutta la vita il prezzo della cosa, tremendamente umana, che gli è accaduto di fare. (L’Unità, mercoledì 25 maggio 2011). Che brutte bestiacce che siamo, noi Umani, secondo questi “maestri”. Fate attenzione, bambini, ché ogni vostro genitore, in quanto tremendamente umano, è un potenziale assassino. Fate attenzione, genitori, che ogni vostro figliolo, in quanto tremendamente umano, è un potenziale massacratore di padri e madri. E fate attenzione anche voi, lettori de L’Unità, ché dietro il placido sorrisino (tremendamente umano) di chi vi risponde dalle colonne del vostro quotidiano preferito potrebbe nascondersi un violentatore delle vostre menti...
(su) Silvio Berlusconi e Letizia Moratti: Pisapia: è pronta la mia querela sui veleni di questo ballottaggio. Il candidato del centrosinistra, che domenica sfiderà la Moratti nel secondo turno per il sindaco di Milano, ha annunciato l’esposto sugli episodi che “quotidianamente continuano a segnalarmi”. “Ho predisposto oggi e presenterò domani alla Procura della Repubblica di Milano una denuncia querela per tutta una serie di episodi di diffamazione, e soprattutto di scorrettezze che hanno una rilevanza penale in campagna elettorale, che quotidianamente mi vengono segnalate; e indicherò chiaramente anche i testimoni di queste scorrettezze”. Lo ha detto Giuliano Pisapia al termine dell’incontro con le Acli. Pisapia fa riferimento a “gruppi di persone che vanno in giro a disturbare nei metrò e nei quartieri i cittadini. E che dicono di essere esponenti dei comitati di zona di Pisapia”. Secondo il candidato sindaco ci sono persone travestite da zingari che “diffondono volantini come se fossero volantini che riguardano la mia campagna elettorale. Si tratta invece di volantini del tutto falsi”. Pisapia denuncia anche il fatto che molte persone “si presentano nei quartieri vestite da zingari, dichiarando che in quel luogo sarà costruita la nuova grande moschea, la più grande d’Europa”. “Queste condotte”, ha proseguito Pisapia, “hanno rilevanza penale, sono veri e propri reati, e per questo mi è sembrato giusto, nell’interesse di una campagna elettorale serena e che si confronti sulle verità e non sulle menzogne, di esporre alla Procura queste condotte e azioni ripetute soprattutto in periferia. È del tutto evidente che è una campagna organizzata di denigrazione della mia persona e del mio programma”.
(Dal sito de La Repubblica, martedì 24 maggio 2011).
Per la serie Lasciate che i pargoli vengano a noi: Joseph Ratzinger. (Da Segnalazioni).
(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone: Singoli casi di preti coinvolti negli abusi sui minori sono stati negli ultimi tempi alla ribalta della cronaca, ma fino a oggi non si era mai visto che un sacerdote diventasse membro attivo di un’associazione per la depenalizzazione della pedofilia e soprattutto che il suo diretto superiore ne giustificasse i comportamenti. Accade in Olanda, dove le autorità ecclesiastiche e i superiori salesiani stanno investigando su un caso rilanciato due giorni fa dal Daily Mail e, in Italia, dal blog Messainlatino. Don van B. (è nota soltanto l’iniziale del cognome), salesiano di 73 anni, è infatti un militante impegnato nel consiglio direttivo di un’associazione che chiede la liberalizzazione della pedofilia e la depenalizzazione dei rapporti sessuali con minorenni. Il sacerdote ha avuto problemi giudiziari per atti osceni in luogo pubblico, mentre al presidente dell’associazione è stata contestata la detenzione di materiale pedo-pornografico. Ma a far scalpore, più ancora della già di per sé impressionante partecipazione di un prete all’associazione pro-pedofilia, è stata l’intervista che il suo diretto superiore, il delegato salesiano per l’Olanda, don Herman Spronk, ha rilasciato alla rete Rtl Nieuws. Il sacerdote ha rivelato di essere da tempo a conoscenza della partecipazione del confratello alla vita dell’associazione e di non aver ritenuto di prendere provvedimenti nei confronti di padre van B. Alla domanda su cosa ne pensasse dei rapporti sessuali tra adulti e bambini, Spronk ha risposto che “simili relazioni non sono necessariamente dannose” e si è chiesto se le “norme sociali alle quali tutti dovrebbero attenersi” non siano “troppo strette”. Incalzato dal giornalista, il sacerdote ha continuato la sua apologia dei rapporti con i minori facendo un esempio concreto: “Sono stato una volta avvicinato da un ragazzo di 14 anni che aveva una relazione con un religioso più anziano. La cosa non era più consentita e il ragazzo ne era davvero scosso, persino ferito. Diceva: ’Padre Herman, ma perché volete proibirlo?’. Bene, che cosa diresti a un ragazzo così?”. Sconcertante anche un’altra risposta del delegato salesiano per l’Olanda: “Non dovremmo considerare l’età così rigidamente. Non si dovrebbe mai violare la sfera personale di un bambino se il bambino non lo desidera, ma quello ha a che fare col bambino stesso. Ci sono anche bambini che, loro stessi, indicano che si può fare. Il contatto sessuale è allora possibile”. Parole che provocherebbero polemiche se pronunciate da chiunque, ma che sulla bocca di un prete lasciano interdetti. Il caso olandese sembra confermare quanto emerso dal documentato studio commissionato dai vescovi americani al John Jay College della City University of New York. Dal rapporto emerge innanzitutto il fatto che gli abusi sui minori hanno avuto il loro picco all’inizio degli anni 1980 e da allora sono in costante diminuzione, a dimostrazione che le nuove e più ferree regole applicate nell’ultimo decennio stanno funzionando: oggi sono percentualmente inferiori, nonostante il clamore mediatico, rispetto all’inizio degli anni ’50. (Andrea Tornielli, La Stampa, lunedì 23 maggio 2011).
Silvio Berlusconi: Se Milano diventasse la Stalingrado d’Italia, credo che farebbe male ai milanesi e a tutta Italia... Una Milano che cade in una sinistra come questa, che non è socialdemocratica ma estrema, che si supporta su esponenti di estrema sinistra, sarebbe preoccupante. Le manifestazioni di violenza di questi giorni sono lì a dimostrarlo... C’è un clima preoccupante, da guerra civile. Abbiamo avuto una quasi invasione di militanti con le bandiere rosse provenienti da tutta Italia, non la vedevo da decenni. Poi questo episodio increscioso, questa signora colpita ripetutamente all’addome e poi buttata per terra e calpestata e ha dei segni visibilissimi sul corpo, ancora sotto shock e sconvolta, è in prognosi riservata per parecchi giorni... Sono state bruciate delle bandiere davanti alla sede di un nostro consigliere. Tutte le volte che Letizia Moratti incontra i cittadini ci sono delle formazioni di sinistra che la disturbano e la insultano, e anche a ogni mio appuntamento conosciuto c’è una banda di ragazzotti che me ne dice di tutti i colori... Tutte le persone democratiche e moderate devono pensare se conviene consegnare Milano all’estrema sinistra, vicina ai centri sociali, ai violenti e ai facinorosi. (La Repubblica, lunedì 23 maggio 2011).
Calderoli e Bossi
Umberto Bossi e Roberto Calderoli: Due ore di show alla festa di quartiere in via Farini, un tuffo nella Milano popolare, e il leader della Lega Nord si scatena contro avversari, alleati, giornalisti. Viene accolto da una piccola contestazione, sono i fan di Giuliano Pisapia, uno gli urla: “Vai a casa, non ti vogliamo!” e la sua replica non è esattamente soft: “Vieni qui ché ti mando all’ospedale!”. Poi la sonora pernacchia a Roberto Formigoni, colpevole di essersi allineato agli Alemanno e alle Polverini nel bocciare il trasferimento dei ministeri a Milano: “Stia zitto, è presidente della Lombardia grazie ai voti della Lega Nord!” Seguono le punture di spillo a Letizia Moratti, anche se lui è qui pe5r sostenerne la corsa: “La teniamo sotto tiro, se vince dovrà fare molto meglio che in passato”. E l’insulto a un giornalista che gli chiede cosa succederà se il centrodestra dovesse perdere Milano: “Noi vinceremo, pezzo di m....!” (Umberto). Con il federalismo abbiamo sconfitto Roma ladrona, con il decentramento sconfiggeremo Roma padrona: la cuccagna è finita, nessuno dei sindaci e dei governatori con cui abbiamo parlato si è detto in disaccordo, e questo ci fa ben sperare per il futuro... A Milano potrebbero arrivare anche il ministero dell’Economia e, dopo l’approvazione della riforma costituzionale, il Senato federale... Bossi è venuto qui da solo, lasciando a casa qualche migliaio di giovani, perché quelli della sinistra vogliono picchiare la gente, ma la gente, e la Lega Nord, non si spaventano... Pisapia è come tagliarsi le palle, un errore imperdonabile, perché ci riempirebbe la città di zingari e di clandestini (Roberto). (La Repubblica, lunedì 23 maggio 2011).
La Biancofiore in campagna elettorale per le Europee, nel 2009, quando dichiarò che avrebbe “portato con sé in Europa il vento di Berlusconi” (non il dito: il vento). Duramente provata da quando, il 28 gennaio scorso, il Berlusconi si presentò alla sua festa di compleanno annunciando di aver deciso di ribattezzare il partito Forza gnocca, la Biancofiore lascia ora il Pidièlle.
(su) Micaela Biancofiore (pidiellìna deputata): Micaela Biancofiore, con un’intervista al Corriere della Sera, notifica il suo addio al partito per aderire al nascente progetto politico di Scajola. (La Repubblica, lunedì 23 maggio 2011). In un certo senso, restituisce al Berlusconi il dito che si è tenuta dentro per due anni.
Per la serie Il “sindacato” dell’Unico vero: Bonanni, Berlusconi e Angeletti.
Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti: Siamo l’unico vero sindacato riformatore, nessuno può vantare questo risultato. Nonostante le condizioni del Paese abbiamo rinnovato i contratti e lo abbiamo fatto anche per i lavoratori della Cgil... Siano loro a cambiare opinione... Non abbiamo paura dei fascisti vestiti di rosso (Raffaele). Siamo l’unico sindacato confederale unitario del nostro Paese. Pur mantenendo le nostre diversità, siamo molto simili e insieme abbiamo ottenuto notevoli successi. Se siamo solo in due dobbiamo rassegnarci, farcene una ragione.
(La Repubblica, domenica 22 maggio 2011).
Per la serie Le speranze d’Italia: Renato Brunetta si affida a Silvio Berlusconi.
Standard&Poor’s, Giulio Tremonti, Raffaele Bonanni e Renato Brunetta: L’outlook dell’Italia scende da stabile a negativo... La probabilità che i rating possano essere abbassati nei prossimi 24 mesi supera il 33%... Le attuali prospettive di crescita sono deboli... L’impegno per riforme che aumentino la produttività sembra incerto... Il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire a un rilassamento nella gestione del debito pubblico... Le prospettive di ridurlo sono in calo... Le misure contenute nel Piano di Riforma non sono sufficienti a stimolare la crescita... Le prospettive potrebbero ulteriormente diminuire a causa dello sfavorevole profilo demografico (S&P). L’Italia rispetterà gli impegni presi e non c’è alcun rischio di paralisi politica... Sono in avanzata fase di preparazione i provvedimenti mirati al rispetto dell’obiettivo di pareggio di bilancio per il 2014: entro luglio avranno l’approvazione del Parlamento (Giulio). Andiamo ancora dietro alle agenzie che per dieci anni ci hanno preso per il culo? (Raffaele). Questo governo, per i restanti 22 mesi di legislatura, dovrà impegnare tutte le proprie energie su due grandi riforme: quella fiscale e il piano per il Sud. Dopo anni di rigore, rigore, rigore, occorre dare spazio alla crescita... Non ci sarà una crisi né tanto meno un pastrocchio di governo tecnico. Non ne abbiamo bisogno (Renato). (La Repubblica, domenica 22 maggio 2011).
Esterino e Polverina
(su e di) Renata Polverini (pidiellìna) ed Esterino Montino (piddìno): L’obiettivo è disarticolare il Pidièlle. Come? Appoggiando nei ballottaggi di Sora e Terracina i candidati di Renata Polverini che si scontrano con quelli del Pidièlle (Esterino, La Repubblica, giovedì 19 maggio 2011). Tutti noi, nel centrodestra, pensiamo che serva impegnarsi fino in fondo perché a Palazzo Marino resti Letizia Moratti... Problemi tra me e il Pidièlle? Nessun problema. Il Pidièlle non si aspettava che in due occasioni i miei candidati arrivassero al ballottaggio proprio contro i loro. Ma la mia non è stata un’impuntatura. Speravo che fossero i candidati anche del Pidièlle, ma questo non è stato possibile... Ma comunque vada, a Sora e a Terracina siamo sicuri che al secondo turno vincerà il centrodestra (Renata, La Repubblica, domenica 22 maggio 2011).
Silvio Berlusconi: I milanesi non hanno premiato il Pd e il Terzo polo, mentre il Pdl è il primo partito in Italia... Io sono in campo ogni giorno come cittadino di Milano e leader del Pdl... A sinistra dominano gli estremisti, gli integralisti e i violenti... Non dobbiamo consegnare Milano e Napoli a una coalizione che va dai centri sociali al partito delle manette, dai radicali ai cattocomunisti... I milanesi, come me, sono rimasti turbati da quelle bandiere rosse dilagate per festeggiare il risultato del primo turno... Vuol far diventare Milano la Stalingrado d’Italia, è questo che dobbiamo spiegare ai milanesi, una città islamica, una zingaropoli, dove i rom avranno il diritto di farsi una baracca dove meglio credono. (La Repubblica, sabato 21 maggio 2011).
Per la serie L’Unto li fa e poi li accoppia: la Berlusconi e il Paniz.
Maurizio Paniz (pidiellìno deputato): Marina Berlusconi è una grandissima manager e una persona
straordinaria, l’erede di suo padre. (La Repubblica, venerdì 20 maggio 2011).
Umberto Bossi: Roba da matti: quello vuole riempire la città di immigrati e di moschee. Ma c’è la Lega Nord. noi ci impegneremo a non consegnare Milano nelle mani degli estremisti di sinistra: Mai gente così al Comune... Non ho detto che Pisapia è matto. Ma il suo progetto è incompatibile con una Milano decente: vuole costruire una zingaropoli e la più grande moschea d’Italia. Sono cose che a Milano non vanno bene. (La Repubblica, venerdì 20 maggio 2011).
Per la serie L’Unto li fa e poi li accoppia: Azzoni, Moratti e (con le scuse di ScuolAnticoli) il co(s)mico Stan Laurel.
(su) Letizia Moratti: Milano neopagana: è un pranoterapeuta il più fidato tra i consiglieri di Letizia Moratti. Mario Azzoni, cinquant’anni, uno che vedrebbe aleggiare gli spiriti, la segue da tempo accorrendo nei momenti di crisi. Come lunedì sera, dopo il primo turno delle elezioni amministrative. Quando il sindaco si sarebbe appartata per un bel pezzo con un noto pranoterapeuta, tale Mario Azzoni, titolare tra Milano e Como dell’istituto di biopsicotronica (tranquilli, nessuno sa cosa sia), un cinquantenne né medico né psicologo che sarebbe in grado di stabilire l’anamnesi del cliente, tumori compresi, attraverso la vista della persona, che vedrebbe spiriti aleggiare, e il cui sito afferma senz’ombra di ironia: “Noi otteniamo dal cosmico ciò che domandiamo con sincerità”. Azzoni è anche il presidente di Casa Letizia (“associazione che intende promuovere lo sviluppo civile e i valori della cultura della libertà, della solidarietà sociale e dell’etica del merito”), in sostanza uno dei quartier generali della campagna elettorale di lady Moratti, uno che accorre quando la signora è un po’ (o un po’ tanto) giù. Nei sussurri lo chiamano “il mago”, in pubblico è lo spin doctor: un signore reclamizzato tra l’altro dal Maurizio Costanzo show, già un decennio fa, come “sensitivo”, con riferimento a indimostrabili poteri soprannaturali. La pranoterapia, del resto, è una pratica di medicina alternativa che consiste nell’imposizione delle mani sulla parte malata per permettere il passaggio di prana (un supposto “soffio vitale”, concetto religioso mutuato dall’Induismo: oddio, non è che lady Moratti ci riempirà la città di Extracomunitari indiani?). (L’Unità, venerdì 20 maggio 2011).
Per la serie Grandi opere d’arte, grandi opere di verità: il Karol Wojtyla di Oliviero Rainaldi in piazza dei Cinquecento a Roma.
(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger e, prima di lui, di Karol Wojtyla: La statua della discordia: “Non somiglia a Wojtyla”. E L’Osservatore Romano la stronca. Polemica a Roma. L’autore: non mi hanno capito. (Titolo de La Repubblica di venerdì 20 maggio 2011). Noi, invece, la troviamo ottima. Non solo, e non tanto, perché rivela il vuoto spaventoso che è il vero “contenuto”, se non di Karol Wojtyla, di una parte notevole d’ogni sorta di clero, quanto soprattutto perché ― alta quattro metri e con l’enorme tonaca minacciosamente spalancata su chi, dinanzi a essa, è ridotto alle dimensioni di un bambino ― rappresenta una sorta di memento del terribile ricordo che chissà quanti Piccoli, in tutto il mondo, hanno dovuto tenersi in mente per tutta la vita.
Per la serie Gli amari risvegli: Vittorio Sgarbi.
(su) Vittorio Sgarbi: Il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha sospeso Ora ci tocca anche Sgarbi per eccesso di ribasso negli ascolti: la prima puntata del programma, mercoledì, è stata seguita da 2,64 milioni di spettatori (l’8,27% di share), pochi per la prima serata della rete ammiraglia e superati perfino dagli spettatori di una partita del Portogallo su Rete 4... E intanto scoppia la grana di Regione Puglia e Vendola che procedono per vie legali contro la Rai, Sgarbi e Carlo Vulpio “per i contenuti di diffamazione dello show” in riferimento alla diffusione di impianti eolici e fotovoltaici nella Regione. (La Repubblica, venerdì 20 maggio 2011).
Per la serie Boccaccia mia statti zitta: Massimo Cacciari.
(su) Massimo Cacciari: Uno dei problemi (atavici) della sinistra è l’eccesso di intelligenza, frutto di un sovraffollamento di intelligenti non sempre in armonia tra loro. Ne è esempio preclaro Massimo Cacciari, che trenta secondi dopo la vittoria di Pisapia scuoteva il capo dicendo che se il candidato fosse stato Gabriele Albertini, la sinistra avrebbe vinto al primo turno. Il fatto che Gabriele Albertini sia un ex sindaco di centrodestra dev’essere, evidentemente, un trascurabile dettaglio, buono a scoraggiare le anime semplici come me, non un grande intellettuale come Cacciari. Personalmente avrei puntato su Lady Gaga (con Albertini vicesindaco, naturalmente), ma non ho osato dirlo perché, avendo Pisapia ottenuto il miglior risultato della sinistra milanese negli ultimi vent’anni, meritava, mi sembra, un ammirato applauso o, almeno, un rispettoso silenzio. (Michele Serra su La Repubblica di giovedì 19 maggio 2011). Silenzio? Ma i Cacciari e gli Scilipoti d’Italia hanno o non hanno il diritto di guadagnarsi anche loro qualche sacrosanta pagnotta? E non paia strano l’accostamento, poiché la filosofia, ahiloro, mica rende ai Cacciari miglior servizio di quello che rende agli Scilpoti l’agopuntura.
(su) Silvio Berlusconi: Una domanda a Silvio Berlusconi e ai 314 deputati che lo hanno sostenuto nel caso Ruby-Mubarak: secondo loro, Obama avrebbe dovuto, nell’interesse degli Usa, telefonare al capo della polizia di New York per far liberare Strauss-Kahn ed evitare così un incidente diplomatico con la Francia?
(Lettera a La Repubblica di mercoledì 18 maggio 2011).
Per la serie Italia, un Paese che non ha mai fatto fino in fondo i conti col fascismo che in Italia ha avuto origine: Scalfari con la madre.
(su) Eugenio Scalfari: Domenica 15 sera, a Che tempo che fa, Eugenio Scalfari ha ricordato che il 2 giugno 1946 votò per la monarchia. (Segnalazioni, martedì 17 maggio 2011).
Per la serie L’Orrore non è solo di destra: Tony Blair e il suo titolo più sincero.
(su) Tony Blair e Gordon Brown (reinventori della finta “sinistra” filoclericale e filopadronale e maestri, qui da noi, dei finti “sinistri” alla Veltroni, alla Ichino, alla Cacciari e alla “Beppe” Fioroni): L’anno scorso il salario medio britannico è stato di 25.800 sterline (circa 30.000 euro). Nello stesso anno, quello dei presidenti o amministratori delegati delle 100 maggiori aziende quotate alla Borsa di Londra è stato di 4 milioni e mezzo, cioè 145 volte più grande di quello medio nazionale. Questi dati, contenuti in un rapporto della High Pay Commission, creata dal governo per esaminare il problema della crescente disuguaglianza salariale, confermano che il gap aumenta: la disparità fra gli stipendi dei top manager e quelli del resto della popolazione ha raggiunto gli stessi livelli del 1940, ed entro il 2030, se il trend prosegue, raggiungerà un livello non visto in Gran Bretagna dall’inizio del ’900... Un’indagine parallela dell’Institute for fiscal studies indica che il gap è cresciuto maggiormente negli anni in cui era al potere il Partito laburista di Blair e Brown. (La Repubblica, martedì 17 maggio 2011).
Per la serie L’Unto li fa e poi li accoppia: Fabrizio Cicchitto e Maurizio Bianconi.
Maurizio Bianconi e Fabrizio Cicchitto: È ora di finirla con le icone. Quelli che sventolano la Costituzione sventolano amore per l’ignoto perché non la conosce nesuno, neanche i giudici che la leggono (Maurizio, confermando che martedì 17 presenterà una proposta di modifica della prima parte della Carta). Non esistono autorità o editti dogmatici per cui la prima parte della Costituzione sia da considerarsi intangibile (Fabrizio, confermandosi, come tutti i giorni, quello che è). (La Repubblica, domenica 15 maggio 2011).
Per la serie Riconoscenti ai terroristi grazie ai quali possono oggi sputare sugli avversari del padrone: Alessandro Sallusti.
(su) Alessandro Sallusti (direttore de Il Giornale): “Se i figli delle vittime difendono i carnefici: Tobagi Alessandrini e Rossa stanno con Pisapia amico dei terroristi che uccisero i loro genitori”. Vi prego di annotarvi questo titolo (prima pagina de Il Giornale di ieri) che è riuscito, dopo una vita che leggo i giornali, a farmi venire le lacrime agli occhi dal dolore. Avrei preferito scrivere: dall’ira, o dal disgusto. Ma era proprio dolore, dolore per la morte profanata, per gli affetti sconciati, per la verità brutalizzata, per quei tre padri e quei tre figli. Tre padri di sinistra (il socialista Tobagi, il comunista Rossa, il magistrato progressista Alessandrini) ammazzati dal terrorismo rosso che odiava la sinistra democratica quasi quanto la odiano, oggi, quelli de Il Giornale. Tre figli rimasti di sinistra anche in memoria di quella lotta per difendere lo Stato e la democrazia, anche per onorare i loro padri. Che oggi si sentono rinfacciare di “difendere i carnefici dei loro genitori” (non so se riuscite a cogliere la leggerezza dell’accusa, ad apprezzare lo stile raffinato) perché votano a sinistra e non a destra, come farà mezza Milano, mezza Milano dunque “amica dei terroristi”. Perché comunisti, sinistra, terroristi, brigatisti, per questi avvelenatori della memoria, della storia, della politica, del giornalismo, sono la stessa cosa, lo stesso infame branco da spazzare via, come ripete del resto da vent’anni il loro capo. Mi chiedo quanto irrisarcibile, incolmabile odio possa partorire un titolo così. (Michele Serra su La Repubblica di domenica 15 maggio 2011). Ma le cose stanno ancora peggio di così, caro Michele: per gli avvelenatori della memoria, terroristi e sinistra non sono la stessa cosa; essi, al contrario, preferiscono i terroristi alla sinistra. Allora come oggi, gli avvelenatori d’Italia furono, sono e saranno sempre immensamente grati ai terroristi. Grati, a chi ha disseminato il Paese di cadaveri e di sangue, come può esserlo un branco di necrofagi.
Maiali (da Segnalazioni).
(su) una parte dei dipendenti di Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone: Don Riccardo Seppia, cinquant’anni, è finito in manette con accuse pesantissime: pedofilia e cessione di cocaina... Da alcuni mesi il telefono del Seppia era intercettato dai carabinieri del Nas di Milano. L’inchiesta del pm Pietro Forno riguarda un traffico di sostanze dopanti che si è allargato a un giro di coca, e tra i clienti c’era anche il sacerdote genovese.
(La Repubblica, domenica 15 maggio 2011).
(di e su) Silvio Berlusconi e i 67.000 edifici abusivi campani: Il prossimo consiglio dei ministri approverà un provvedimento per sospendere per tutto l’anno gli abbattimenti, che ci permetterà di avere il tempo per trovare una soluzione definitiva... C’è una differenza antropologica tra noi e i personaggi della sinistra: noi godiamo facendo il bene. Loro, al contrario, godono facendo il male. Hanno portato nella vita politica un clima da guerra civile, e più li conosco più aumenta la paura nei loro confronti (Berlusconi). Quando vado all’estero non riesco nemmeno a raccontare quello che succede in Italia. Mancano le parole perché i concetti non sono traducibili. Un governo che sistematicamente massacra il proprio territorio, che apre la strada alle infiltrazioni del malaffare, che peggiora i propri bilanci costringendosi a fornire infrastrutture agli abusivi, che mette a rischio la vita dei cittadini incentivando la violazione delle norme antisismiche e di sicurezza idrogeologica. Come si fa a spiegare? Non ci credono... I terremoti non si possono prevedere, i condoni sì. Il primo, il Craxi-Nicolazzi, è del 1985. Il secondo, il Berlusconi-Radice, del 1994. Il terzo, il Berlusconi-Lunardi, del 2003. Uno ogni 9 anni. Il prossimo dovrebbe scattare nel 2012 e quello che sta succedendo in Campania suona come la premessa per estendere all’intero Paese la sanatoria edilizia (Vezio De Lucia, luminare dell’urbanistica. (La Repubblica, venerdì 13 maggio 2011).
Mariastella Gelmini (avatar di Giulio Tremonti contro la Scuola e di Silvio Berlusconi contro Tutto il Resto): È evidente la vicinanza di Giuliano Pisapia (candidato sindaco di Milano contro la Moratti, n.d.r.) a un estremismo di sinistra che lo rende inidoneo ad assumere la guida di una grande città come Milano e a rappresentare la maggioranza dei cittadini milanesi che è moderata e lontana da estremismi. (La Repubblica, giovedì 12 maggio 2011).
Per la serie Il terzo incomodo: Giuseppe “Beppe” Fioroni tra Silvio Berlusconi e Dorina Bianchi.
Giuseppe “Beppe” Fioroni: Il problema, caro Casini, non è licenziare la Bianchi, ma licenziare Berlusconi a Roma come in Calabria. Dorina Bianchi: Io di centrosinistra? Solo fino a che c’era Veltroni. (La Repubblica, giovedì 12 maggio 2011). Finalmente sappiamo: il Fioroni, il Veltroni e il Berlusconi non hanno in comune solo il suffisso -oni (comune, del resto, a tante parolacce), ma anche la prefissa (per) Dorina Bianchi.
Per la serie Quelli che lavarsi gli serve a poco: Silvio Berlusconi.
Silvio Berlusconi: Bisogna cambiare la composizione della Corte costituzionale, cambiare i poteri del capo dello Stato e come in tutti i governi occidentali dare più potere al presidente del Consiglio e al governo. Questa riforma è indispensabile e la presenteremo presto in Consiglio dei ministri... La sinistra? Sono sempre incazzati. E non è che si lavino molto... Essendo costretti a venire in Parlamento devono andare in bagno e sono costretti a farsi la barba. E non è che ci vadano spesso, perché si lavano poco e perché nel guardarsi allo specchio per farsi la barba si spaventano. (La Repubblica, mercoledì 11 maggio 2011).
(su) i plaudenti (solo alla ThyssenKrupp o anche alla criminalità organizzata?) imprenditori italiani: Esiste in Italia una vera e propria industria del riciclaggio che vale oltre il 10% del Pil, cioè più di 160 miliardi di euro, il doppio della media mondiale. Il suo giro d’affari oltretutto cresce “in funzione dell’apertura internazionale dei mercati e del ricorrere delle crisi economiche”. Oggi i criminali arrivano “a sedere nei consigli d’amministrazione, contribuiscono all’assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti”. È l’allarme di Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d’Italia. (La Repubblica, mercoledì 11 maggio 2011).
Per la serie Chiagne e chissà se almeno fotte: Roberto Maroni.
(di e su) Roberto Piagnucoloni Maroni: L’Italia non ha alcun motivo di lamentarsi per l’assenza di solidarietà europea in materia di immigrazione clandestina: appena 25.000 immigrati sono giunti in Italia dall’inizio delle rivolte democratiche, e gran parte di essi hanno immediatamente proseguito il viaggio verso nord, in particolare verso la Francia e il Belgio (Hans-Peter Friedrich, ministro degli Interni tedesco). Non è vero, siamo stati lasciati soli ad affrontare l’emergenza immigrazione: l’Europa non dà risposte, e non è bello, no, non è bello vedere gli altri Paesi dell’Unione che stanno a guardare (Roberto Piagnucoloni, ministro degli Interni italiano). (La Repubblica, mercoledì 11 maggio 2011). A frignare così, il moccichino verde finalmente gli servirà a qualcosa.
Per le serie Deputati per la delazione e Deputati per il giuramento di fedeltà degli Insegnanti al regime berluscista: Fabio Garagnani.
(su) Fabio Garagnani (pidiellìno deputato): Una modifica al Testo unico sulla scuola, avanzata dal deputato Fabio Garagnani, inserisce il divieto per gli insegnanti di “qualunque atto di propaganda politica o ideologica”. Dovrà essere il dirigente scolastico a vigilare sul rispetto della norma. I professori che faranno propaganda politica o ideologica nelle scuole potranno essere puniti con la sospensione dall’insegnamento “per almeno 1 - 3 mesi”. È quanto prevede, in estrema sintesi, la proposta di legge appena presentata alla Camera dal deputato del Pdl Fabio Garagnani, componente della Commissione Cultura di Montecitorio. Il commento del segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: “Esternazione delirante”. La proposta di Garagnani. Divieto di propaganda e sanzioni per i docenti. “L’importante era inserire nel Testo unico sulla scuola,” ha spiegato Garagnani, “il divieto di fare propaganda politica o ideologica per i professori”. “Per quanto riguarda le sanzioni,” aggiunge il parlamentare, “queste dovranno essere contenute poi in dettaglio in un provvedimento attuativo della legge”. “La propaganda politica, infatti,” prosegue Garagnani, “non può trovare tutela nel principio della libertà dell’insegnamento enunciato dall’articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un’altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare impunemente propaganda politica”. E sono molti, secondo l’esponente del Pdl, i casi in cui i professori oltrepassano questo limite. “Soprattutto in Emilia Romagna,” aggiunge, “tra i professori della Cgil”. Così Garagnani propone di inserire nel decreto legislativo del 16 aprile ’94, numero 297, un nuovo articolo (il 490-bis) nel quale si specifica per la prima volta in modo diretto che il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell’esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale”. A vigilare che questo non avvenga, spiega ancora il deputato del Pdl nella sua proposta, dovrà essere “il responsabile della scuola”, cioè il dirigente scolastico. Garagnani, modificando il Testo unico sulla scuola, propone anche una norma che specifichi come l’insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente “lo studio della storia delle religioni”. La replica della Cgil: “L’onorevole Garagnani ha perso un’altra occasione per stare zitto,” ha detto il segretario generale della Flc-Cgil, commentando la proposta di legge. “L’ultima esternazione di Garagnani è, per usare un eufemismo,” afferma Pantaleo, “delirante. Abbia rispetto per gli insegnanti tutti e per la loro funzione e abbia rispetto per la Cgil, una organizzazione sindacale che ha fatto della difesa dei valori costituzionali un punto identitario. Si ricordi, Garagnani,” conclude il sindacalista, “che gli insegnanti tutti non inculcano, ma educano secondo i principi della nostra Costituzione”. (La Repubblica sito, mercoledì 11 maggio 2011). Il buffo (si fa per dire) del Garagnani, è che oggi chiede che gli insegnanti siano tenuti sotto controllo politico da quegli stessi presidi contro i quali, due anni fa, invitava alla vigilanza: “I presidi non devono criticare la politica del ministero. È una questione di lealtà nei confronti del datore di lavoro”. Marcello Limina, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, alza la scure sui presidi emiliani. E punta il dito contro Daniela Turci, consigliera comunale del Pd e numero uno dell’Istituto comprensivo 10 di Bologna, “colpevole” di “dichiarazioni disdicevoli” contro il ministro Mariastella Gelmini... Tutto nasce da una lettera aperta in cui il deputato pidiellìno Fabio Garagnani si era lamentato delle dichiarazioni anti-Gelmini rilasciate dalla Turci, che in qualità di responsabile del settore Scuola per il Pidì aveva criticato a mezzo stampa i tagli all’organico disposti dal ministero... E Limina prende carta e penna e risponde a Garagnani dandogli ragione: “Sono d’accordo sul fatto che un dirigente debba mantenere un rapporto di lealtà nei confronti del datore di lavoro, e che dichiarazioni contro la politica del ministero sono disdicevoli”.
Per la serie Antropologicamente diversi: il Berlusconi e la Bianchi uniscono gli sforzi.
(su e di) Dorina Bianchi (ex piddìna fioroniana, ora uddiccìna berluscìsta): Già si sapeva che Crotone sarebbe stata un terreno minato per il centrodestra. Dorina Bianchi, la candidata sindaco, dice che aveva fatto gli scongiuri ed era quasi riuscita a “stravolgere un pronostico che ci dava perdenti”. Ma è bastata la frase di Berlusconi, venuto apposta ieri per il comizio (“Ora, senza Casini e Fini, il governo può fare le riforme”) a innescare il patatrac. Il segretario centrista, Lorenzo Cesa, ha “liquidato” Dorina: “La Bianchi non ha replicato? Io non sarò a Crotone per la chiusura della campagna elettorale: non posso accettare che un candidato sindaco designato dal mio partito non reagisca alle provocazioni di un presidente del Consiglio che attacca il leader dell’Udc”. Ci va giù duro, Cesa, e accusa: “Evidentemente la senatrice Bianchi, che è stata eletta nelle liste del Pd e che poi è transitata nel nostro gruppo parlamentare, non ritiene di aver completato il proprio tragitto politico”. Lei, Dorina, è infuriata e delusa: “Ma mica erano insulti. Sembra detto apposta per farmi perdere. Almeno avrebbe potuto chiamarmi... Per questa uscita rischiamo di azzerare gli sforzi fatti. Se non si vuole un’alleanza con qualcuno allora lo si dice. Non volevamo fare accordi con Berlusconi? Non li facevamo. No, è tutto assurdo”. (La Repubblica, mercoledì 11 maggio 2011). Dorina Bianchi... Chi è mai costei? Ricordiamola insieme. Il 14 febbraio 2009, quando il Veltroni la mette al posto di Ignazio Marino nella commissione Sanità del Senato, impegnata a redigere la legge sul testamento biologico, Dorina dichiara: Vengo dall’Uddiccì, sono stata relatrice della legge sulla fecondazione assistita, sono un’ex teodem passata a Fioroni, in commissione ho votato il ddl Berlusconi sul caso Englaro e la settimana scorsa sono andata a Lourdes con monsignor Fisichella. E allora? Pochi giorni dopo, il 1° marzo, si merita le seguenti parole di Emma Bonino: Dorina ha detto che “la vita non è un bene che appartiene a uno solo, al singolo individuo, ma alla collettività”. La mia collega Dorina Bianchi non è diversa dal mullah Omar, che decide lui chi si suicida saltando in aria. Capite bene che se una dice così, è forse meglio ritirare fuori l’habeas corpus; una dichiarazione come quella non l’avevo sentita da tanto tempo. Hitler disse: “La vita è della nazione”. È così che i peggiori regimi collettivisti si sono imposti in alcuni periodi della storia. Stiamo attenti a dove stiamo andando. Contro Bonino la difende il piddìno karaokista Renzo Lusetti, amico del Sacconi e del Bonanni e altra bella tempra (allora) di berluscista in incognito. E la incoraggia al punto che Dorina, pochi giorni dopo, in commissione Sanità, si astiene (insieme ad altri due piddìni chierichetti) sul testamento biologico proposto dal centrodestra. Tace, poi, fino a settembre (vacanze lunghe?) quando fa di nuoovo parlare di sé per aver dato il proprio assenso a un’indagine conoscitiva sulle modalità di applicazione della pillola abortiva Ru486. E finalmente, dopo lunghe riflessioni, nel febbraio 2010 lascia il Pd e ridiventa uddiccìna. La carriera politica di Dorina Bianchi è tutta qui, e il suo momento più glorioso resta quello in cui riuscì a indurre una donna come Emma Bonino, di cui non sarebbe degna neanche come viceportaborse, a dedicarle ben 93 parole.
Silvio Berlusconi: Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm di eversione. E questo non è un cancro della democrazia? Per 24 volte i pm di Milano mi hanno rivolto accuse infondate, mi ritengono un loro avversario politico... C’è una richiesta di una commissione parlamentare d’inchiesta avanzata dal mio partito per evidenziare se all’interno della magistratura c’è un’associazione finalizzata a delinquere... Sono un professionista dell’amore... Cercano di farmi fuori da anni, ma ho la scorza dura. (La Repubblica, martedì 10 maggio 2011).
Umberto Bossi: Non rispondo. Non parlo di magistrati. Ce n’è qualcuno stronzo, ma uno non può dire che sono tutti stronzi... Fini è uno stronzo. Ma l’importante è che noi prendiamo i voti e lui no... Governo tecnico? Non siamo scemi... La Lega Nord ha quasi in mano il Paese: Berlusconi può fare, ma deve avere l’accordo con noi.
(La Repubblica, martedì 10 maggio 2011).
Per la serie Cavallo di Troia: il Berlusconi e la Santanchè. (Cliccala per ingrandirla, se te la senti...)
(su) Daniela Santanchè: E non è finita qui. Attraverso il varco aperto da Berlusconi si è fatto largo il solito cavallo di Troia. La Santanchè, che non vuole mai restare indietro nella gara eversiva a chi la spara più grossa, ha addirittura individuato il fuoco del cancro in una persona. Per questa raffinata signora del berlusconismo “la metastasi” è Ilda Boccassini. (Francesco Merlo su La Repubblica di martedì 10 maggio 2011). Polemista raffinato ed elegante, Francesco Merlo esagera però con le maiuscole.
Giulio Tremonti e Umberto Bossi in comizio a Bologna: Il tempo passa e l’aria cambia. Quando mi hanno detto che le primarie del Pd le aveva vinte uno che si chiama Virginio Merola, pensavo di essere a Napoli. Invece ero a Bologna. Troppe persone vengono da fuori e un prossimo sindaco potrebbe chiamarsi Alì. Anzi: Alì Babà. Così i babbà li dà a Merola (Giulio). Non parlar male che Prodi ti ascolta. Non è stata un’impresa facile, ma con la firma del capo dello Stato dei decreti sul federalismo fiscale l’ultimo atto dal punto di vista legislativo si è concluso. Il Paese è finalmente cambiato grazie alla Lega Nord: un risultato storico, significa ridurre i costi e finalmente Tremonti potrà tagliare le tasse, cominciando a ridurre la mano nera dello Stato su chi lavora e produce... Gli emiliani sono come i lombardi, non sono scemi. Capiscono che c’è la mano nera dello Stato che porta via tutto. (La Repubblica, lunedì 9 maggio 2011).
Letizia Moratti balla Viva la mamma! (pensando al batfiglio?) mentre un altro bel figlio di mamma la saluta come merita.
Silvio Berlusconi (a Milano, al comizio per Letizia Moratti): I pm di Milano sono un cancro da estirpare, la Consulta è di sinistra, la democrazia è malata, la sinistra candida a Milano uno che voleva rifondare il comunismo, ma io me ne frego e continuo a fare quello che mi sembra giusto... Quella dei pm è una patologia, un cancro della democrazia. Per 26 volte hanno tentato di usare il diritto come arma politica per farmi fuori. Ogni lunedì in tribunale sono umiliato con accuse infondate, risibili, paradossali. Se in un Paese la sovranità non appartiene più al popolo, la democrazia è malata... La Corte Costituzionale è prona ai pm di sinistra, mentre i componenti del Csm dovranno essere estratti a sorte. Non dovrà più accadere che i pm possano impugnare delle leggi votate dal Parlamento... Se prendo meno di 53.000 preferenze, tutta la sinistra mi farà il funerale. Non possiamo nemmeno immaginare che Milano cada nelle mani dell’opposizione... La sinistra vuole ridurre il debito pubblico rimettendo l’Ici, introducendo la tassa patrimoniale... Sono giuste le lamentele degli imprenditori per i troppi controlli del fisco... La sinistra vuole far nascere templi musulmani ovunque... E candida Giuliano Pisapia, uno che fino al ’98 pensava che fosse giusto rifondare il comunismo. Una follia... La sinistra vuole le intercettazioni a go go e l’invasione dei clandestini per dargli il voto e cambiare a suo favore gli equilibri elettorali... Andate a convincere anche la portinaia che per il mal di piedi non vuole andare a votare. (La Repubblica, domenica 8 maggio 2011).
Emma Marcegaglia: Gli imprenditori devono fare i conti con la delusione di una maggioranza che non ci ha levato l’Irap. E di un’opposizione che minaccia di mettere la patrimoniale. Vogliamo dirlo che l’Irap deve sparire? Vogliamo dirlo che al contempo anche i lavoratori devono avere sgravi consistenti? (La Repubblica, domenica 8 maggio 2011). Vogliamo dirlo che favorire lo smantellamento dello Stato equivale a favorire l’antiStato? E che entrambe le azioni dovrebbero diventare reati di favoreggiamento?
Alfried Krupp, della Krupp, Harald Espenhahn, della ThyssenKrupp, ed Emma Marcegaglia, della ConfinKrupp.
(su) Emma Marcegaglia e il padronato italiano (amici della ThyssenKrupp in quanto eredi della Krupp come lo è la ThyssenKrupp?): Un applauso rispettoso della “sensibilità emotiva” del tragico evento arriva dalla platea di Confindustria alla fine del discorso di Harald Espenhahn, amministratore delegato di ThyssenKrupp in Italia, condannato a 16 anni e mezzo con la “storica” sentenza della Corte d’assise di Torino... Sentenza giudicata da molti degli industriali italiani “incredibile”. Lo si capisce bene anche dalle parole di Emma Marcegaglia: “Ribadiamo il totale e assoluto impegno delle imprese sulla sicurezza, ma la condanna di Harald Espenhahn a 16 anni per omicidio volontario è un unicum in Europa ed è un tema che va guardato con molta attenzione... Se una cosa come questa dovesse prevalere, potrebbe allontanare gli investimenti esteri dall’Italia e mettere a repentaglio la sopravvivenza del tessuto industriale”... D’altronde il 17 aprile era stato lo stesso presidente della ThyssenKrupp in Italia, Klaus Schmitz, ad auspicare una riflessione su queste condanne: “Abbiamo bisogno di garanzie per il nostro futuro. Confindustria deve reagire a questa sentenza. Dagli industriali italiani ci aspettiamo passi ufficiali”.
(La Repubblica, domenica 8 maggio 2011).
La bellezza del La Russa
Ignazio La Russa: Ci sono alcune elette non belle anche da noi, ma certo non raggiungono l’apice della sinistra, di donne di cui non faccio il nome. (La Repubblica, domenica 8 maggio 2011).
Per la serie Quelli che, prima di parlare, chiedono ai Cittadini il permesso di pisciare loro addosso: Mario Borghezio.
Mario Borghezio (portatore di moccichino verde): Buttiamo Napoli. Dobbiamo stare lontani da quello schifo di città. Mi domando se le condizioni in cui versa non siano un motivo sufficiente per essere indipendentisti e separatisti. I napoletani e Napoli non fanno parte dell’Europa civile. Bisogna scappare da questo schifo. Noi vogliamo essere liberi da questa Napoli che puzza di rifiuti e di camorra. Bisognerebbe fare una pulizia radicale.
(La Repubblica, domenica 8 maggio 2011).
(su) Giulio Tremonti: Norme anti vessazioni fiscali: la Guardia di Finanza sarà tenuta a bussare alla porta in borghese... Inoltre, l’articolo 7 del cosiddetto decreto sviluppo stabilisce che i controlli sulle imprese devono essere al massimo semestrali: i dipendenti pubblici che violano questa disposizione commettono un “illecito disciplinare” e ieri anche il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ha parlato di “soprusi sanzionati”... Norme semplificative riguardano anche il delicato mondo degli appalti pubblici: per le opere fino a un milione (oggi il tetto è 500.000 euro) si potrà procedere all’assegnazione senza gara. (La Repubblica, venerdì 6 maggio 2011). Dove trovano i soldi per far favori ai criminali fiscali? No problem: saranno pagati dalla Scuola di tutti gli Italiani.
(di e su) Giulio Tremonti: La spiaggia resta pubblica a tutti gli effetti, ma era ora di valorizzare il turismo soprattutto nelle coste. Fermo il diritto di passaggio sulla spiaggia, tutto ciò che è terreno su cui ci sono insediamenti turistici, strutture ricettive, chioschi, operatori balneari, sarà oggetto di diritto di superficie che durerà 90 anni. E pensiamo che un diritto lungo dia una prospettiva di tempo logica per fare davvero gli investimenti e creare lavoro (Giulio). Ma il diritto di superficie è uno strumento di diritto privato che ha le sue regole, fissate dal codice civile. Tra queste c’è il diritto a costruire, sia sul terreno ottenuto in gestione sia su quelli limitrofi. Nel caso degli stabilimenti balneari, dunque, la norma si traduce in possibilità di costruire sugli arenili, quelle zone di demanio marittimo dove fino a oggi era impossibile costruire alcunché, se non chioschi e piccole strutture... Ma la Commissione europea è “sorpresa” per la decisione del governo italiano. E ha immediatamente chiesto informazioni a Roma spiegando che, se quanto è stato finora pubblicato fosse esatto, “la norma non sarebbe conforme alle direttive sul mercato interno”. (La Repubblica, venerdì 6 e sabato 7 maggio 2011). C’è un’unica soluzione: boicottare TUTTO ciò che in Italia ha ricevuto favori dal berluscìsmo a spese (e danno) del Paese e dello Stato. Dopo di che, per i non berluscìsti, il solo modo per sopravvivere (e per divertirsi un po’, di quando in quando) sarà stare insieme e aiutarsi a vicenda. Mentre tutti i berluscìsti e leghisti faranno bancarotta nei loro negozi, spiagge, scuole private, cliniche e quant’altro VUOTI.
(su) Mariastella Gelmini (avatar di Giulio Tremonti contro la Scuola degli Italiani, e di Silvio Berlusconi contro Tutto il Resto degli Italiani): Il piano assunzioni dei precari della scuola annunciato dal governo è predisposto dall’articolo 9 del cosiddetto decreto sviluppo. Il piano, si legge, dovrà “garantire continuità nell’erogazione del servizio scolastico” e “conferire il maggior possibile grado di certezza nella pianificazione degli organici della scuola” e dovrà essere compatibile “con la stabilità dei conti pubblici”. Ma per vararlo definitivamente servirà un “decreto del ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e con il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione”. Insomma, ieri è stato fatto solo un annuncio fumosissimo, perché non è chiaro il quando né il quanto delle eventuali stabilizzazioni, anche se il segretario della Cisl Raffaele Bonanni esulta. (L’Unità, venerdì 6 maggio 2011).
Per la serie Se l’anima non ci fosse, bisognerebbe inventarla e lo farei io: papa Eugenio Scalfari.
Eugenio Scalfari (dal suo nuovo libro Scuote l’anima mia Eros): La caverna degli istinti: è così che penso di chiamare la regione dell’inconscio dove gli istinti si agitano senza che il nostro io, cioè la nostra coscienza, sia consapevole del come e del perché: una caverna, un luogo oscuro dove affondano le radici della nostra natura. (Traduzione: siamo tutti agitati nati. Ma l’io non ci capisce niente, perché l’io è coscienza e quindi abbiamo un io soltanto quando siamo svegli e quando riusciamo a controllarci. Se va via la luce, ho paura del buio. La nostra natura è meno che animale, è vegetale). La coscienza non ignora l’esistenza degli istinti, e del resto tutte le lingue, non solo le moderne ma anche le antiche e le antichissime di tutto il pianeta, conoscono e pronunciano quella parola e la mente ne pensa il concetto. Lo pensa, sa quanto gli istinti determinano la volontà, intuisce la loro sotterranea e continua tessitura dalla quale emerge la figura che chiamiamo Psiche. Anche la Mente è una figura pensata e immaginata. Psiche regna nella caverna oscura dell’inconscio, la mente nel mondo luminoso della razionalità. (Traduzione: chiedo scusa, poche righe fa mi sono sbagliato: la caverna oscura non è solo una regione dell’inconscio, l’inconscio è tutto una caverna oscura. Confermo, invece, che ho paura del buio). Ma le radici della mente scendono fino alla caverna degli istinti e questi a loro volta pervadono ogni cellula del nostro organismo corporale, viaggiano sui fasci nervosi, arrivano con la velocità della luce alle mappe neuronali del tessuto cerebrale. La dialettica tra la natura dionisiaca e quella apollinea è stata elaborata dalla cultura dei Greci ed è ancor oggi un modo appropriato per descrivere la duplicità della nostra specie. (Traduzione: gli esseri umani sono bestiacce, signora mia, ma per fortuna ci sono gli angeli custodi che ci aiutano). (La Repubblica, venerdì 6 maggio 2011). Consigliamo di leggere direttamente gli antichi Greci: si esprimevano incomparabilmente meglio. E perfino quando sbagliavano, emanavano però lo splendido sentore di freschezza intellettuale di chi, almeno, non stava ripetendo le stesse cose da duemilacinquecento anni.
Per la serie Trote e rospi: Bossi, Cota e Bossi.
(su) Umberto e Renzo Trota Bossi: Contestazione spontanea all’ingresso della celebre gelateria pasticceria Giolitti nei pressi di Montecitorio, dove a un tavolo c’erano il leader della Lega Nord e il figlio Renzo: alcuni studenti di una scuola del Frusinate, avvistato il ministro, hanno intonato in coro l’Inno di Mameli. (L’Unità, venerdì 6 maggio 2011).
Per la serie Saprei ben io quali comunità vi occorrono: Melandri, Bresso, Fassino e Scilipoti.
(su) Piero Fassino, Giovanna Melandri, Mercedes Bresso e Domenico Scilipoti: “Scilipoti ha confermato che se Italia dei valori accoglierà tutti i punti del programma del neo Movimento olistico, inizierà un’interessante collaborazione. In caso contrario, annuncerà la sua uscita dal partito di Di Pietro e farà parte del gruppo misto”. È quanto si poteva leggere sul numero del 9 ottobre di Qui Damanhur Quotidiano: il giornale riservato, appunto, ai “cittadini” di Damanhur, la chiacchierata “città stato” della Valchiusella, a cinquanta chilometri da Torino, a metà tra esoterismo e New age, fondata negli anni ’70 da Oberto “Falco” Airaudi e cresciuta fino a contare, oggi, tra i cinquecento e i mille residenti. Le vie di Damanhur e di Scilipoti s’incontrarono l’anno scorso, quando l’allora dipietrista lanciò il Movimento olistico transnazionale e quelli di Damanhur e del Conacreis (il coordinamento nazionale delle comunità etiche e spirituali, che con la “città stato” piemontese condivide dirigenti di primo piano) intuirono di poter allungare, con l’onorevole agopunturista, l’elenco dei buoni contatti in Parlamento. Una lista già nutrita e bipartisan, dove figurano leghisti della prima ora ma anche Mercedes Bresso e Piero Fassino: tutti in visita, almeno una volta, nel “tempio” sotterraneo damanhuriano, e tutti entusiasti del modello di sviluppo ecosostenibile dei villaggi. Ma distratti sugli aspetti più controversi: l’abusivismo, sanato con una legge ad templum, i guai del fondatore con il Fisco, le prime sentenze che riconoscono il tfr per il lavoro degli ex seguaci. E la denuncia del padre di una “cittadina”, che nel 2009 si è rivolto a Napolitano: “Non mi permettono di incontrarla”. Realtà ormai consolidata, Damanhur, con una bandiera, una capitale, un sistema di scuole (dal nido alle medie), una moneta e una Costituzione “che non fa cenno alle leggi italiane nemmeno en passant”, osservano Stefano Pitrelli e Gianni Del Vecchio, autori per Rizzoli dell’inchiesta Occulto Italia. Da ultimo, una proposta di legge di Giovanna Melandri, Pd, depositata a novembre, punta al riconoscimento delle “comunità intenzionali”. Proposta che facilita lasciti e donazioni alle comunità e dà un lasciapassare alla costruzione e all’ampliamento di templi “anche in deroga ai piani regolatori comunali”.
(Il Venerdì di Repubblica del 6 maggio 2011).
Per la serie Utilizzatori finali di mani: Silvio Berlusconi stringe la mano che ha stretto la mano di Walter Veltroni.
(A difesa del Veltroni, tuttavia, si potrebbe sostenere che lui, almeno, non riusciva a guardare in faccia il Calearo).
(su) Massimo Calearo: Indispone la promozione di Massimo Calearo che, dopo aver accettato nel 2008 di fare la “figurina” nel mazzo dei candidati di Veltroni, si ritroverà ora ricompensato, per i servigi resi nel cambio di campo, con il tragicomico incarico di “consulente per l’export del presidente del Consiglio”. (Massimo Giannini su La Repubblica di venerdì 6 maggio 2011). Notare la finezza di quel “per i servigi resi nel cambio di campo”: come se il Calearo (e i quattro quinti dei piddìni veltroniani) non avessero reso servigi al berluscismo anche prima del cambio. Ma che l’individuo indisponga è verissimo. E che il suo incarico sia tragicomico non lo è di meno. Ci consola, tuttavia, la speranza che sia vicino il giorno in cui il Veltroni sarà nominato consulente del presidente del Consiglio per l’export di parlamentari di finta sinistra.
Per la serie Della propria espressione di disgusto perenne non sempre si è in grado, da soli, di comprendere i motivi: Mariastella Gelmini.
(su) Mariastella Gelmini (avatar di Giulio Tremonti contro la Scuola degli Italiani, e di Silvio Berlusconi contro Tutto il Resto degli Italiani): Si vedrà oggi se il governo darà stabilizzazione a 65.000 precari della Scuola (in tre anni). La notizia andrebbe accolta con favore, naturalmente. Ma c’è del marcio in Danimarca anche quando sembra il contrario. Sul piano psicologico è senz’altro un sospiro di sollievo per quei professori che da anni vivono con un incarico che inizia a settembre e termina a giugno, persone per alcune migliaia tra i quaranta e i cinquanta, spesso con figli, ancora in attesa di darsi un futuro. La buona notizia finisce qui. Perché il resto è demagogia e bieca propaganda che serve a coprire il peggio. Intanto, perché ora? Non si poteva prevedere in un altro momento, considerando che è ancora tutto aperto il caos delle nuove graduatorie “a pettine”. E poi perché solo 65.000, quando i posti vacanti nelle scuole sono molti di più? La misura è smaccatamente elettorale. Arriva una prospettiva per 65.000 e rispettive famiglie, la fine delle snervanti attese in pieno agosto per la cattedra annuale. Certo, tutto vero. Ma, intanto, sono soldi che lo Stato già paga e quindi avverrà a costo zero, salvo poi le ricostruzioni delle carriere di ognuno che porteranno ad adeguamenti di stipendio, anche se da qui a qualche anno, forse al termine della legislatura. Inoltre, non avviene per scelta: è la conseguenza dei ricorsi vinti al Tar da precari storici a cui è stata negata la stabilizzazione. Ma il Def, il documento di economia e finanza del governo, dà alla Scuola, in realtà, un’altra mazzata. Dal 2012 al 2014 ci saranno riduzioni di spesa per quattro miliardi e 561 milioni ogni anno: 13 miliardi e 683 milioni il totale. Se si considera che dal 2009 al 2011 sono già state tolte all’Istruzione risorse per 8 miliardi e 13 milioni, con 87.000 cattedre in meno, 42.000 posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario in meno. Un piano diabolico, determinato dall’Economia e accettato supinamente dal ministro dell’Istruzione, che toglie alla Scuola in questa legislatura circa 22 miliardi, 43.000 miliardi delle vecchie lire. Se non si pone rimedio, per le generazioni future sarà tragedia certa. (Fabio Luppino su L’Unità di giovedì 5 maggio 2011).
Giorgio Napolitano: Credibile. Affidabile. Praticabile. “O la sinistra immagina così l’alternativa, oppure resterà all’opposizione”. Firmato: Giorgio Napolitano. Che cita Antonio Giolitti, ma intanto sottoscrive, attualizza. Primo, serve credibilità. “Bisogna essere capaci di esercitare l’azione di governo”. Secondo: l’affidabilità. “Bisogna togliersi di dosso il sospetto di volersi insediare al potere come un’alternativa senza alternativa”. Terzo: offrire soluzioni praticabili. “Bisogna rendere realistico e convincente il perseguimento degli obiettivi, gli ostacoli da superare e la gradualità da adottare”. (La Repubblica, giovedì 5 maggio 2011). Oh, finalmente. Almeno dai tempi del Veltroni e del blairismo aspettavamo parole come queste. Invece sono arrivate su Bersani, pazienza. Meglio tardi che mai.
(Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, secondo Alessio Spataro, su left 17 del 29 aprile)
Matteo Renzi, Enrico Letta e Paolo Gentiloni: Spero che non ci sia il coro ipocrita di chi dice bravo Napolitano e poi fa come gli pare. Quello che dice il presidente è come sempre giusto. Il Pd sarà credibile e affidabile quando la smetterà di parlare degli altri e metterà invece in campo le sue proposte (Matteo). Metterei il testo di Giolitti nello Statuto del Pd. Perché corriamo ancora il rischio di essere risucchiati nel massimalismo. L’opposizione è fatta di tante anime. Per essere credibili, affidabili e praticabili, noi democratici dobbiamo evitare il peggiore dei pericoli: stare dalla parte delle frange più estreme (Enrico). Prodi e Napolitano hanno messo il dito nella piaga di una debolezza di cui parlano in tanti. Basta girare un po’ per la campagna elettorale. Oggi avremmo un’alternativa più pronta se fossimo rimasti ai tempi di Dièsse e Margherita divisi e alleati. Con il Pd, invece, la certezza di una vittoria e di una credibilità di governo non la vedo (Paolo). (La Repubblica, giovedì 5 maggio 2011). Il giudizio sulle parole di Napolitano è presto fatto: dimmi a chi piaci e ti dirò chi sei.
Per la serie Preti e chierichetti: don Giuseppe “Beppe” Fioroni seguito da un concelebrante.
Giuseppe “Beppe” Fioroni: Le parole del presidente della Repubblica sono sagge e si rivolgono a tutti coloro che hanno un’idea della politica come bene comune. Ascoltando Napolitano, possiamo dire che Di Pietro, nel voto per la Libia, con il suo comportamento ha certificato che l’alternativa dell’opposizione non è alternabile, non è credibile. Voglio dire che così ha mostrato la difficoltà dell’opposizione nonostante lo spettacolo di una maggioranza pasticciona, litigiosa... Noi dovevamo dare al Paese una prova di serietà, di autorevolezza nel rispettare gli impegni e gli accordi internazionali. Tutto questo si poteva ottenere uniti nella mozione del Pd, ma ancora una volta la tentazione in campagna elettorale di guardare con più attenzione al proprio piccolo orticello, invece che all’interesse generale del Paese e a un’alternativa seria, è stata cattiva consigliera e l’Idv ha voluto smarcarsi. Io sono rispettoso di tutte le posizioni personali e anche della sacralità della pace. Ma se Di Pietro continua così, un’alleanza con lui è complicata: il centrosinistra deve far vedere di saper essere alternativa. (La Repubblica, giovedì 5 maggio 2011). Traduzione: se mi piace di più l’idea di bombardare la Libia (e contemporaneamente l’articolo 11 della Costituzione) o quella di fare un favore a Berlusconi mettendo zizzania tra Di Pietro e il Pd? Bella domanda.
Silvio Berlusconi: Se hanno volutamente assassinato il figlio di Gheddafi si tratterebbe di un fatto gravissimo... Sono giorni che non dormo bene la notte per paura di ritorsioni: ho cinque figli e tanti nipoti.
(La Repubblica, mercoledì 4 maggio 2011).
Castagnetti, Bressa, Zaccaria e Soro, berluscìsti piddìni, in alcune riuscite imitazioni del loro capo d’elezione.
(su) i berluscisti piddìni: Dal Pd una proposta sulle intercettazioni (la Fnsi: “È sorprendente che gareggino con Berlusconi”). Antonello Soro, Pierluigi Castagnetti, Gianclaudio Bressa e Roberto Zaccaria ipotizzano un articolo che aggiorni il codice dei giornalisti e lo affidi al Garante della privacy, perché “troppo spesso sui giornali compaiono particolari intimi per solleticare la fantasia pruriginosa del pubblico”. (La Repubblica, mercoledì 4 maggio 2011).
(su) Giorgio Napolitano: Scende in campo il Quirinale per smentire voci e ricostruzioni (cfr. qui e qui, n.d.r.) sulla guerra delle mozioni: nessun pressing di Napolitano per “orientare” le scelte sui diversi testi parlamentari per l’escalation della missione in Libia che da oggi approdano alla Camera: “Resta esclusiva responsabilità del governo e del Parlamento,” recita il comunicato, “la decisione circa gli sviluppi dell’adesione già data dall’Italia agli indirizzi formulati e alle misure autorizzate dalla risoluzione dell’Onu”... Si era parlato anche di un intervento su Bersani dopo la scelta del Pd di presentare una mozione, non gradita a Napolitano, contrario a un nuovo passaggio parlamentare. Non è così, “la telefonata con Bersani è semplicemente inventata” smentiscono ora dal Colle. E nega tutto anche il leader del Pd: “Il Quirinale dice la verità, non c’è stata alcuna telefonata sulla Libia”. Ma quella ricostruzione, protesta il Colle, ha poi innescato un attacco lanciato da Marco Travaglio, che ha accusato Napolitano di tenere in vita il governo artificialmente. “Facendo riferimento alla telefonata che non c’è stata,” lamenta perciò la nota dell’ufficio stampa del Quirinale, “il vicedirettore de Il fatto quotidiano ha imbastito una polemica dai toni provocatori nei confronti del capo dello Stato al di là delle posizioni da lui assunte nelle sedi appropriate”. Quali? Il presidente della Repubblica “ha espresso chiaramente già nel Consiglio supremo di difesa, organo di rilevanza costituzionale, le sue valutazioni sulla crisi libica, che ha quindi formato oggetto della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite”. Presenti i ministri, Maroni compreso, il capo dello Stato spiegò lì che bisognava intervenire per fermare i massacri di Gheddafi. (La Repubblica, martedì 3 maggio 2011).
Per la serie Chi va a puttane impara a farla: Umberto Bossi e Silvio Berlusconi
Umberto Bossi e Silvio Berlusconi divisi dal Tripolino: Berlusconi non è scemo, non vota per far cadere il governo (Umberto). Trovo la mozione della Lega Nord una presa di posizione ragionevole che si potrà approvare integralmente o modificare in parte, ma il senso della mozione è da condividere (Silvio). Se non vota la nostra mozione, vuol dire che vuol far saltare il governo. Non serve a niente bombardare, ammazzi solo gente che poi scappa (Umberto). Le minacce di Gheddafi? Credo sia stata la reazione di fronte alla delusione che ha per l’Italia che si era legata alla Libia con un trattato di amicizia. Non gli darei una grande importanza (Silvio). (La Repubblica, martedì 3 maggio 2011).
Sinite parvulos venire ad me...
(su) alcuni dipendenti di Joseph Ratzinger: Per almeno vent’anni “don” Lelio Cantini, parroco della chiesa fiorentina Regina della pace, ha abusato di bambine e adolescenti “a lui affidate in nome della fede”, spesso usando il Cantico dei cantici come “arma di avvicinamento” per carpirne l’innocenza. Per il pm Paolo Canessa e il gip Paola Belsito le violenze sono certe, numerose e gravissime. Ma non sono più punibili, perché non sono state raccolte testimonianze successive al ’93. E dunque i crimini si sono prescritti. Non sarebbe finita così se la Chiesa fiorentina non fosse stata sorda alla richiesta di aiuto, di giustizia e di verità delle vittime, una delle quali denunciò le violenze all’arcivescovo Piovanelli già nel lontano 1975. Responsabile dell’“assordante silenzio” della Curia è stato anche, secondo i magistrati, il vescovo ausiliare Claudio Maniago, già allievo del Cantini, che non prestò ascolto ai suoi ex compagni di parrocchia e che le indagini collocano anche al centro, nel ’96, di un festino sado-maso. (La Repubblica, martedì 3 maggio 2011). Pagine su pagine e titoloni su titoloni de La Repubblica sul “beato” Wojtyla. Sul Cantini e soprattutto sulle sue povere vittime, invece, solo poche righe a pagina 24. Ma si sa: ubi maior...
La “superiorità” del Brunetta sulla Sinistra.
Renato Brunetta: Sento di avere una superiorità morale, culturale, etica e ideologica nei confronti di questa sinistra che mi fa leggermente schifo... In questi tre anni di governo è successo di tutto, ma noi abbiamo vinto tutto, anche con un partito composito come il Pidièlle. Abbiamo gestito la più grande crisi economica. E questo Paese non ha fatto la fine della Grecia, del Portogallo e della Spagna, che pure ci dava lezioni. Nessuno ha ritirato i propri risparmi dalle banche come in Inghilterra. Lor signori, come io chiamo la sinistra, hanno cambiato tre segretari; e Bersani, anche lui in cambiamento, sarebbe il quarto. Non si sa cosa vogliono, non hanno proposte costruttive ma soltanto demonizzano e insultano. Mi chiedo: è questa la sinistra? (La Repubblica, martedì 3 maggio 2011).
La Biancofiore in campagna elettorale per le Europee, nel 2009,
quando dichiarò che avrebbe “portato con sé in Europa il vento di Berlusconi”. Non il dito: il vento.
Micaela Biancofiore (pidiellìna deputata): L’eliminazione dello sceicco del terrore Osama Bin Laden all’indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal papa che tanto tuonò contro il terrorismo. (L’Unità, martedì 3 maggio 2011). Ripugnante, vero? Ma forse la colpa non è sua, poverina. Forse è sotto choc, la poverina, dal 28 gennaio scorso, quando il Berlusconi, alla sua festa di compleanno, annunciò di aver deciso di ribattezzare il partito Forza gnocca.
Per la serie La Guerra è l’igiene dei popoli (e dei loro bilanci): Eugenio Scalfari e Giorgio Napolitano.
(su) Giorgio Napolitano ed Eugenio Scalfari: Nel mirino finiscono Lega Nord e Maroni (che anche in sede di Consiglio supremo di Difesa aveva detto di sì alla missione militare), il Berlusconi ondivago fra appoggio a Gheddafi e bombardamenti, ma anche il Pd che ignora il richiamo del Colle a evitare nuovi e laceranti passaggi parlamentari. In gioco ci sono gli interessi nazionali. Il Capo dello Stato ricorda che il pareggio di bilancio per il 2014 comporterà una riduzione di spesa pubblica di quattro punti del Pil, servirà una “ben ponderata” combinazione fra manovra e crescita. Chiede: ne hanno “piena consapevolezza” forze politiche e parti sociali? Tra le condizioni di successo del programma, infatti, “c’è certamente l’avvio di un nuovo clima di coesione”. Lo invoca ancora una volta, Napolitano. “Mi domando: è inevitabile l’attuale grado di conflittualità? È impossibile individuare impegni comuni? Si teme davvero che possa prodursi un eccesso di consensualità o di cancellare i rispettivi tratti identitari?” (Giorgio). Si profila la necessità d’una manovra finanziaria da 40 miliardi... Il 3 e 4 maggio, per volontà della Lega Nord, il Parlamento dovrà pronunciarsi sui bombardamenti che alcuni aerei italiani stanno effettuando su obiettivi militari di Gheddafi... Le opposizioni di fatto sono due. Il pacifismo di Di Pietro, che sa di posticcio, è poco pertinente all’attuale dibattito parlamentare. Il Terzo polo appoggia le posizioni del governo. Il Pd appoggia l’evoluzione naturale delle operazioni Nato alle quali aveva già aderito in marzo. Se il partito di Berlusconi si asterrà dal voto, i due documenti delle opposizioni, che presumibilmente voteranno sia il proprio che l’altro, dovrebbero sconfiggere in larga misura la mozione leghista. Il fatto avrebbe un notevolissimo rilievo politico: maggioranza divisa, Lega Nord battuta. Tanto da prevedere una crisi di governo o quantomeno uno sconquasso nel centrodestra. Con presumibili ripercussioni sulle elezioni di metà maggio. Vorrei qui aggiungere che le opposizioni si sono fatte sfuggire qualche giorno fa l’occasione di battere la maggioranza sul Documento economico e finanziario presentato da Tremonti. Quaranta assenti, di cui almeno trenta ingiustificati, in un passaggio parlamentare decisivo. Non risulta che il capogruppo del Pd abbia deciso le adeguate sanzioni per quei deputati che sono pagati per esser presenti a sedute di quest’importanza. Se si vuole uscire dalla palude, occasioni perse di questo genere non dovrebbero mai più ripetersi (Eugenio). (La Repubblica, domenica 1° maggio 2011). Fotocopiando le esternazioni del Napolitano di venerdì, lo Scalfari della domenica rampogna la maggioranza bersaniana del Partito democratico per non aver impedito alla minoranza scilipotiana, giovedì, di soccorrere il governo sul Def, e al tempo stesso le intima di soccorrere il governo, martedì e mercoledì prossimi, non votando con la Lega Nord contro i bombardamenti. Rampogna e intimazione si contraddicono (anche se l’illustre razionalità scalfariana tenta di annullare la contraddizione sostenendo che soccorrere il governo sul Def lo ha aiutato, mentre soccorrerlo sui bombardamenti potrebbe farlo cadere!) ma che importa? Lo Scalfari, come il Napolitano, è abbastanza colto per sapere che ordini contraddittori fanno impazzire, ed è proprio questo che vuole: che l’opposizione impazzisca per l’ennesima volta e salvi il governo. Perché? Perché si è convinto, col Napolitano, che sia meglio che lo faccia il berluscìsmo il salasso da 40 miliardi che nelle righe di cui sopra (si profila la necessità...) esplicitamente autorizza e benedice insieme alla soluzione finale per la Scuola degli Italiani che la nuova offensiva antiStatale porterà con sé. E a dar loro man forte salta fuori come un babau il Franceschini (cattivo sangue veltroniano non mente) che sùbito si adegua: come si può leggere qui sotto...
Per la serie Bombaroli democristiani: Franceschini, Casini e Rutellini.
Roberto Calderoli, Dario Franceschini, Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli e Italo Bocchino: Noi non chiediamo il voto dell’opposizione, chiediamo il voto di tutto il Parlamento, quindi di maggioranza e opposizione (Roberto). Non ci faremo coinvolgere dai giochetti della Lega Nord. Il Pd ha una posizione lineare che difende l’immagine internazionale dell’Italia e rispetta le risoluzioni delle Nazioni Unite e al contempo fa emergere le insanabili fratture in politica estera di una maggioranza che non c’è più. Tutto il resto non ci interessa, compresa l’offerta di Calderoli che fa parte del solito giochetto della Lega Nord di dire una cosa e poi farne un’altra in aula. Sono pronto a scommettere che, come al solito, Bossi andrà ad Arcore e uscirà con la coda tra le gambe (Dario). Prendo atto della risposta di Franceschini rispetto alla nostra mozione e del fatto che il Pd rinunci ad essere un partito di sinistra rinnegando i propri valori e schierandosi dalla parte dei bombaroli (Roberto). Noi in Parlamento faremo prevalere l’interesse dell’Italia, perché prima delle beghe politiche si sono l’Italia e gli italiani (Pierferdinando). Siamo pronti a convergere nell’interesse nazionale, ma senza i pasticci richiesti dalla Lega Nord e uscendo dallo zigzag tenuto da Berlusconi (Francesco). Contraraiamente alla mozione leghista, i costi e la durata dell’intervento non si conoscono e non è da escludere anche un intervento di terra. E poi siamo comunque convinti che alla fine Bossi e la Lega Nord silenzieranno l’ammuina in cambio di qualche posto di governo e di qualche vicesindaco (Italo). Sarebbe assurdo che il governo resti in piedi perché il Pd o un’altra forza di opposizione fa da spalla (Antonio Di Pietro).
(La Repubblica, domenica 1° maggio 2011).
Per la serie I migliori anni delle loro vite: Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi.
(Da Segnalazioni. Cliccala per vederla meglio!)
Muhammar Gheddafi: Dov’è finito il trattato di amicizia che non consente l’aggressione contro la Libia? Dov’è il mio amico Berlusconi? Avete chiesto scusa e come mai oggi ripetete l’invasione della Libia con i vostri aerei?... Il mio amico Berlusconi e il Parlamento italiano commettono un crimine. Chiaro che non esiste un Parlamento in Italia e tanto meno una democrazia. Il popolo italiano lo vede con chiarezza e vuole la pace, ma come potete mandare i vostri aerei a bombardare i libici nel giorno della ricorrenza della battaglia? Oggi come allora, l’Italia attua la stessa politica fascista e coloniale... Mi spiace dirlo, ma ho sentito i giovani di Sirte gridare vendetta e volere trasferire la guerra in Italia perché l’Italia ha ucciso i nostri figli nel 1911 e li sta uccidendo anche oggi, nel 2011. Ma hanno ragione e io non posso porre loro un veto. (La Repubblica, domenica 1° maggio 2011).
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