ScuolAnticoli

Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Cosa cerca chi ci trova?

 

Home     Il Prof     Non hai trovato risposta? Clicca qui e scrivici!

Cosa cerca chi ci trova?

?

?

?

?

?

?

Non ci crederai, ma... tutte le domande trascritte in questa rubrica sono autentiche: qualcuno le ha davvero fatte (a Google) ed è stato portato qui.

Sei stato tu? Vuoi fare un commento? Hai nuove domande? Sia quel che sia, clicca qui e scrivici!

 

Chi odia le Donne?

Norman Bates, nei panni di sua madre, accoltella a morte una donna in "Psycho" (1960), di Alfred Hitchcock, dall’omonimo romanzo di Robert Bloch (1917 - 1994).Dalla rivista "Novella 2000": Noemi Letizia prima e dopo una presunta operazione di chirurgia plastica che ella avrebbe però smentito: nessuno, avrebbe dichiarato, è intervenuto sul suo viso e sul corpo con il "taglientissimo coltello per interventi chirurgici" (Dizionario Sandron della lingua italiana, 1984, p. 245) chiamato "bisturi".

A sinistra: Norman Bates, nei panni di sua madre, accoltella a morte una donna in Psycho (1960), di Alfred Hitchcock, dall’omonimo romanzo di Robert Bloch (1917 - 1994). A destra ― dalla rivista Novella 2000 ― Noemi Letizia prima e dopo una presunta operazione di chirurgia plastica che ella avrebbe però smentito: nessuno, avrebbe dichiarato, è intervenuto sul suo viso e sul corpo con il taglientissimo coltello per interventi chirurgici (Dizionario Sandron della lingua italiana, 1984, p. 245) chiamato bisturi.

 

Bella domanda, cara amica o amico. Alla quale, non essendo noi né psichiatri né psicanalisti né psicologi, risponderemo come Alfred Hitchcock in Psycho, il suo celebre film del 1960: chi odia le Donne fu odiato dalla madre, e a propria volta la odiò a tal punto che ne fece una dea (o una mummia) e la venerò. Questa, in estrema sintesi, la vicenda esistenziale che fece di Norman Bates, il protagonista di Psycho, un assassino seriale di Donne. La madre di Norman era una donna incredibilmente stupida, piena d’odio, invidia, bugie e fissazioni assurde. E non si era affatto disinteressata del figlio (cosa che per lui e le sue future vittime sarebbe stata una fortuna) ma gli aveva imposto tutto l’orrore che aveva dentro: l’odio e la paura degli esseri umani, e specialmente delle donne; le continue allucinazioni che ovunque le facevano vedere peccato e sporcizia; l’ossessione per la conservazione, la pulizia e l’immobilità degli oggetti, con i mille inderogabili rituali da essa derivanti: di tutto ciò, e solo di ciò, era stata nutrita la mente di Norman. Questa era stata la sua fede. E questo era diventato lui stesso: la reincarnazione della madre. Molto peggio, anzi: poiché, non essendo egli la propria madre, il diventarlo per forza aveva soffocato e deformato la sua psiche fino a renderla mostruosa, e l’immagine materna, già orribile di per sé, “addosso” a lui era diventata una maschera da assassino. Sì, cara amica o amico: è sempre pericoloso lasciarsi imprigionare da una “verità” che qualcuno, senza poter dimostrarla, pretende assoluta e ci impone dall’alto. (Ma attenzione: ci sono pazzi molto più scaltri di Norman Bates, che sanno indurre le Donne ad “accoltellarsi” da sé: a sforbiciarsi fino a diventare i cloni delle “madri” di chi le odia, a tramutarsi negli “ultracorpi” di sé stesse ― per citare un altro straordinario film: LInvasione degli Ultracorpi, di Don Siegel, del 1956 ― e poi, un bruttissimo giorno, se nessuno le aiuta a ritrovarsi, a sparire per sempre. Come la Claudia (Monica Vitti) ― odiata da un uomo che odia le Donne ― di un altro immenso film del 1960: LAvventura, di Michelangelo Antonioni).

 

*

 

Brianza beghina e leghista

Se lo dici tu, caro amico o amica, chi siamo noi per mettere in dubbio un giudizio che avrai scrupolosamente meditato? Permettici, tuttavia, di correggerlo lievemente nella forma. La cosiddetta Lega infatti, secondo noi, dovrebbe sempre esser chiamata Lega Nord per non aiutarla a farsi credere un partito nazionale. E i cosiddetti Leghisti, quindi (scritto con la maiuscola, poiché si tratta pur sempre di Umani, anche se molti di loro si comportano in modo da far pensare che cerchino di convincersi di aver cessato di esserlo) secondo noi dovrebbero sempre esser chiamati Leghìni nordìni. Che ne diresti, dunque, di Brianza beghina e leghìna nordina?... Facci sapere!

 

*

 

Come deve porsi una donna per far pensare a lui che sia lui a prendere la decisione?

Semplice, cara amica: deve sostenere a spada tratta l’opposto di quel che vuole in realtà. Ma stando ben attenta a cedere un attimo prima che ceda lui.

 

*

 

Cosa fare quando un docente si accorge che un alunno viene picchiato da un altro docente?

Liattrice Pam Ferris è Agata Trinciabue nel film "Matilda!" (1996), di Danny De Vito, basato sull'omonimo romanzo di Roald Dahl (1916 - 1990). Nella traduzione italiana del libro, Agata Trinciabue si chiama Agata Spezzindue, ma il concetto è il medesimo ed è da millenni lo stesso: i bambini non sono umani, sono bestie, dunque capiscono solo le botte.

L’attrice Pam Ferris è Agata Trinciabue in Matilda! (1996), di Danny De Vito, dall’omonimo romanzo di Roald Dahl (1916 - 1990). Nella traduzione italiana del libro, Agata Trinciabue si chiama Agata Spezzindue, ma il concetto è il medesimo, e da millenni: i bambini sono bestie, dunque capiscono solo le botte.

 

Ogni percossa è un crimine, caro amico o amica, dovunque e da chiunque e per qualunque motivo sia inferta. Perciò hai la più ampia libertà di scelta: puoi andare dai carabinieri o dalla polizia. Oppure (se non te la senti di farlo, o se hai commesso l’errore di confidarti con qualche sedicente “autorità” che adesso sta cercando di metter tutto a tacere) scrivici cliccando qui: dai carabinieri ci andremo noi al posto tuo, e senza fare il tuo nome. Sì, preferiamo i carabinieri. Chissà perché, ci sono più simpatici. Non certo per merito loro. (P.s.: non scherziamo, eh? Pur di denunciare un picchiatore di bambini siamo disposti anche a viaggiare. Verso ogni punto del territorio nazionale e perfino all’estero! Purché non con l’aereo.)

 

*

 

Esistono scuole che insegnano a fare il solletico ai piedi?

Quante ne vuoi, caro amico o amica! C’è un problema, però: gli allievi devono esercitarsi su cavie umane, e il solletico è solo il programma del primo giorno. Poi, a una a una, si passa alle altre forme di tortura. Fino alle più efferate e mortali.

 

*

 

I bambini nascono cattivi o ci diventano?

I mostruosi bambini de "Il villaggio dei dannati" (1960), dell'inglese Wolf Rilla, dal romanzo "The Midwich cuckoos" ("I cuculi di Midwich") di John Wyndham. Film e libro, nel 1995, hanno ispirato a John Carpenter un "remake" assai più valido di entrambi.

I mostruosi bambini de Il villaggio dei dannati (1960), dell’inglese Wolf Rilla, dal romanzo The Midwich cuckoos (I cuculi di Midwich) di John Wyndham. Film e libro, nel 1995, hanno ispirato a John Carpenter un remake assai più valido di entrambi.

 

Né l’una né l’altra, caro amico o amica: i Bambini non son cattivi affatto. Cattiverie e malvagità sono dei non-Bambini, di chi sta diventando o è diventato adulto male, e ciò è così evidente che quando sei vittima di una cattiveria, se per caso eri al buio o distratto e non hai visto chi è stato, puoi comunque tranquillamente escludere i Bambini presenti dalla lista dei sospettati. Sarà, dirai tu, ma i non-Bambini che diventano o son diventati adulti male, ci nascono o ci diventano?. Ci diventano, cara amica o amico. Ogni Adulto venuto male è un’opera a sé, frutto della creatività umana (sua e altrui) e assolutamente unica. Potremmo attribuirne il merito (o la colpa) all’evoluzione della specie solo dopo che ci fossimo estinti con le nostre mani. Poiché le specie che evolvono caratteristiche autodistruttive (ammesso e non concesso che ciò sia possibile) non possono che estinguersi. E alla svelta.

 

*

 

La mia Anna è un topo

Ci son topi e topi. Come, naturalmente, ci son tope e tope.

Ci son topi e topi. Come, naturalmente, ci son tope e tope.

 

Son cose che capitano, caro amico. Poteva andarti peggio: la tua Anna poteva essere un pidocchio, un serpente a sonagli, una vedova nera, una tenia... Ma è un topo in che senso? È forse un ratto? O invece è una graziosa topolina tipo Minnie? Una cosa non capiamo: perché la chiami topo, al maschile? Intendi forse che la tua Anna è un topo maschio di nome Anna? Se è così va bene, altrimenti è più gentile dire che la tua Anna è una topa. E ti aiuterà a riconciliarti con la situazione. Una bella topa è sempre meglio che niente. Ma tu questo lo sai già, forse, o non parleresti di lei come della tua Anna.

 

*

 

Racconto il Paese dei Bambini frettolosi

La fretta? È piacevole solo quand'è per finta!

 

In tutti i Paesi del mondo, una delle cose più sgradevoli che gli Adulti fanno (o sono indotti a fare) ai Bambini è mettergli fretta. La fretta non è mai piacevole, e niente di quel che si fa in fretta è bello. Si può mantenere la calma o meno, quando si ha fretta, ma non si è mai contenti di averla. In fretta ― per natura ― si scappa, si aggredisce, qualche volta si muore. E nient’altro. Non vedere l’ora, non star più nella pelle per il desiderio, non significa aver fretta: è un’esperienza gradevole, talvolta molto gradevole, in cui la fretta non è reale, ma simulata: così come i Bambini fingono la paura quando le Mamme e i Papà si fingono streghe o lupi cattivi per divertirli, allo stesso modo ― per la gioia di vedere il mostruoso babau terrorizzante ridotto a un giocattolo ― Piccoli e Grandi fingono di aver fretta quando un piacere in avvicinamento rende giocosa un’esperienza che altrimenti è insopportabile: lo scorrere del tempo in direzione di un termine che non può essere allontanato. Quando mettiamo fretta a un Bambino, dunque, noi lo costringiamo a confrontarsi con una minaccia più o meno grave che incombe su di lui, o su entrambi: poiché l’approssimarsi di qualcosa che impone di fuggire dal Presente, che altro può essere ― in Natura ― se non una minaccia? Ma il Paese dei Bambini frettolosi ― ahinoi ― non è lo Stato di Natura chè il Mondo dei Bambini alla Nascita: è una Società governata ― o piuttosto tiranneggiata ― da un Ordine che altro non è che un’immensa e capillare Rete di Scadenze che attimo per attimo ci mette in fuga dal Presente bacchettandoci e sferzandoci con orologi e suonerie. A che scopo? Perché la produzione e la vendita delle merci e il profitto che per alcuni ne consegue non rallentino mai, cascasse il Mondo (che infatti sta per cascare proprio per questo). Noi, gli Adulti, tentiamo di credere di esserci abituati a vivere così, di considerarlo necessario o addirittura di trovarlo appassionante, ma in cuor nostro sappiamo benissimo che ci sentiamo come animali in gabbia. Ma un Bambino è ben poco capace, almeno fino a una certa età, di contraffare i sentimenti, l’immaginazione e il pensiero con la razionalità: scappare, per lui, è scappare e basta, finché non impara a mistificarne la realtà chiamandolo arrivare in tempo. E scappare è brutto, e vivere scappando è orribile, ed essere a poco a poco indotti, per assuefarvisi, a separare la mente dal corpo e dalla realtà... è triste da impazzire. Potrebbe andare diversamente? Certo. Le idee e la tecnologia per far sparire la fretta dalla faccia della Terra esistono già. E tanto più ne disporremo quanto più ci libereremo dal dominio delle Tirannie private.

 

*

 

Trovami le persecuzioni romane, se no ti uccido!

Sentirsi molto insoddisfatti, anche dinanzi a un monitor, consegue quasi sempre dall’aver sbagliato la ricerca...

Sentirsi molto insoddisfatti, anche dinanzi a un monitor,

consegue quasi sempre dall’aver sbagliato la ricerca...

 

Se no uccidi chi, caro amico o amica? Il computer, come sta per fare l’ossuta signorina qui sopra? O ScuolAnticoli, a cui la tua furiosa ricerca è stata (chissà perché) recapitata? Temiamo, non potendosi privare della vita chi non ne ha, che tu ce l’abbia con noi. Eccoti la risposta, dunque: chi detiene il potere, al tempo dei Romani come oggi, perseguita chiunque gli sembri ostacolare la conservazione del medesimo. Asterix e Obelix, per esempio. Inoltre, essendo la religione un ottimo dispositivo per l’avvilimento e l’istupidimento (e dunque il controllo) delle menti, chi detiene il potere, al tempo dei Romani come oggi, perseguita chiunque gli sembri ostile alla religione. “San” Pietro e “san” Paolo, per esempio. Due le principali differenze, tra allora e oggi: 1. Il potere, da noi, fondandosi più sulla ricchezza che sulle legioni, teme che eccedere in persecutorietà intralci i flussi di denaro: finché non ce ne saremo liberati, dunque, cerchiamo di giustificare questo timore; 2. La religione, da noi, è stata quasi del tutto sostituita dalla tivù, e il potere (dove non è nelle grinfie di perfetti imbecilli) se n’è accorto così bene che dei preti tende ormai a infischiarsene. Soddisfatto, caro amico o amica? In ogni caso, morti per morti, meglio uccisi per non aver saputo rispondere che per una risposta che non è piaciuta all’Imperatore e ai suoi sgherri. O al Pontefice e ai suoi...

 

*

 

Altrimenti lei non mi direbbe di andare a trovare sua figlia sentendo che io sto male, e non direbbe neanche a mio cugino di andarsene a dormire da mia cugina Giovi: questo è clamoroso...

Siamo perfettamente d’accordo con te, cara amica. O caro amico. Per fare un po’ gli avvocati del diavolo, tuttavia, ti invitiamo a considerare la possibilità che la lei a cui ti riferisci ritenga: 1. Che andare a trovare sua figlia (nell’ipotesi che quest’ultima sia un medico o goda di potenti virtù taumaturgiche) possa guarirti dal male che stai; 2. Che il ritorno di tuo cugino nel letto di tua cugina Giovi (che poi di tuo cugino è la moglie) possa risanarti anche nella psiche dai sensi di colpa che ti affliggono per averglielo portato via. Se le cose stessero effettivamente così ― e sottolineiamo se ― la lei a cui ti riferisci agirebbe come agisce per il bene di voi tutti. E clamoroso, in tal caso, sarebbe solo che tu non te ne renda conto.

 

*

 

Come comportarsi quando esce il sangue dal naso e un po finisce nel cervello?

Il sangue, penetrando nel cervello, vi porta anche l’ossigeno di cui disgraziatamente è ricco, e questo può rendere il pensiero di gran lunga più agile. Per questo gli zombie sono così astuti.

Il sangue, penetrando nel cervello, vi porta anche l’ossigeno di cui disgraziatamente è ricco, e questo può rendere il pensiero di gran lunga più agile. Per questo gli zombie sono così astuti.

 

Innanzi tutto mantieni la calma: sei in grave pericolo di vita, ma se farai quel che ti diremo hai circa il 6,2% di probabilità di morire senza soffrire, l’1,8% di sopravvivere gravemente menomato e lo 0,05% di uscirne illeso. Qual è il pericolo? Che tutto il tuo sangue si riversi nel cervello, tramutandoti in una mente prigioniera di un cadavere. Cioè in uno zombie più o meno paralitico. Qual è la terapia? Eccola: 1. Siediti con il tronco leggermente piegato in avanti e la bocca aperta, in modo che le vie aeree non vengano ostruite dal sangue o da coaguli di sangue; 2. Stringi la punta del naso per circa 15 minuti. Attenzione: nel frattempo, però, non dimenticarti di respirare con la bocca! 3. Lascia lentamente la presa e non toccare più il naso né soffiartelo. Se dopo 20 minuti l’emorragia non si è ancora arrestata, chiama il medico.

 

*

 

Veltroni melenso/Fioroni violenza da dentro da fuori

Due domande, cari amici o amiche, che assemblate si tramutano in una folgorante risposta! Sia nel Veltroni che nel Fioroni, voi suggerite, la melensaggine cela la violenza (da dentro da fuori, dici, caro amico o amica, e in quattro parole comunichi perfettamente l’idea di una violenza psichica, non fisica, che pervade ogni molecola dell’atmosfera nazionale intossicandola del tutto) ma solo unendole (l’unione fa la forza, si sa) la violenza arriva a sovrastare la melensaggine! Grazie a voi, ignoti amici o amiche, abbiamo capito a che servono i chierichetti nel Pidì.

 

*

 

Abbandonare i figli ai nonni

Con certe nonne non si scherza.

Con certe nonne non si scherza.

 

Premesso che affidare i bambini ai nonni per qualche ora, o anche per un fine settimana, non è necessariamente un abbandono, e che determinare se lo sia non è semplicissimo (i genitori abbandonanti sanno come atteggiare il viso per non sembrare tali a chi li osserva; anzi: sanno anche come atteggiare la mente per non sembrarlo a sé stessi) non è forse insensato supporre che le madri e i padri che ogni anno vanno in vacanza senza i figli, lasciandoli ai nonni per settimane, siano in effetti molto simili ai genitori di Hänsel e Gretel. Anche perché le nonne e i nonni dei papastri e delle mammastre quasi mai son vecchietti simpatici e affettuosi: spesso sono streghe e streghi velenosissimi (cosa che spiega, in qualche misura, la sorta di padri e di madri che ne furono i figli) e la loro ripetuta e prolungata compagnia, nel giro di qualche anno, rischia di avere sui nipotini proprio i perniciosi effetti che i genitori (più o meno consapevolmente) si augurano che labbandono a cotali avi produca e approfondisca. Se non addirittura la soluzione finale di cui certe nonne (non si sa se più feroci o più istupidite dalla televisione) sembrano andare in cerca per le strade di città quando vi caracollano tenendo per la manina un tenero nipote... dalla parte delle auto che sfrecciano.

 

*

 

Gli uomini preistorici erano geni o son venuti gli alieni ad aiutarli?

Quale alieno, con le sue anchilosate manine verdi, avrebbe potuto affrescare la grotta di Chauvet?

Quale alieno, con le sue anchilosate manine verdi, avrebbe potuto affrescare la grotta di Chauvet?

 

Bella domanda, cara amica o amico. Peccato, però, che le risposte siano sbagliate sia l’una che l’altra: proprio come al giorno d’oggi, infatti ― secondo noi ― solo alcuni degli uomini preistorici riuscivano a conservare fino all’età adulta il naturale genio di chi nasce umano. Talmente pochi, ahinoi (in caso contrario, i nostri progressi sarebbero stati immensamente più rapidi) che non potevano non sembrare alieni a chi invece non ce l’aveva fatta. Ne vuoi una prova? Eccola qui: è ScuolAnticoli. Mica sono stati gli alieni ad aiutarci a realizzarlo: siamo noi che ci siamo riusciti, da soli, a dispetto degli alieni che da sempre fan di tutto per ostacolarci.

 

*

 

Come punire il proprio figlio?

Non hai mai pensato che entrambi sareste molto più felici, se tu riuscissi a far sparire il concetto di punizione dalla tua mente? Con l’idea di punizione, cara amica o amico, noi non ci siamo mica nati, sai? È un’idea religiosa (Dio, se esistesse ― ma per fortuna può anche darsi che non esista ― sarebbe il più spietato castigamatti dell’Universo, le sue pene sarebbero addirittura eterne, e sarebbe per meglio punire che un brutto giorno terminerebbe il mondo fregandosene di come ci resterebbero male milioni di Bambini che avrebbero appena iniziato a viverci) e sono stati i preti a mettercela in testa. Infatti, come tutte le idee pretesche, anche quella di castigo scaturisce dalla convinzione che gli animali umani non si distinguano in alcun modo dagli animali non umani, e che niente di valido se ne possa dunque ottenere se non con lezioni più o meno violente e “risolutive”. Svegliati domattina, cara amica o amico, senza più quellideaccia in mente: questo è il nostro consiglio. Perduta una volta per sempre Via della Punizione, tu non hai idea di quante altre vie più umane (e più efficaci) sarai immaginosamente costretto a escogitare per trovare un’intesa con la tua prole.

 

*

 

Come difendersi da un rettiliano?

L’idea del cervello rettiliano, credetemi, è un invidioso rettilomorfismo. Abbiamo il copyright di quel tipo di mente, e non lo cediamo ad alcuno!

L’idea del cervello rettiliano, credetemi, è un invidioso rettilomorfismo.

Abbiamo noi rettili il copyright di quel tipo di mente, e non lo cediamo ad alcuno!

 

Anche tu, cara amica o amico, credi alla bufala del cervello rettiliano? O ti servi di questo termine come di una similitudine, per dar l’idea di una persona che si comporta come una bestia senza cuore né fantasia? In ogni caso, quel ch’è certo è che hai a che fare con un individuo (o un’individua) da cui senti di dover difenderti, e contro il quale (o la quale) hai deciso di chiedere aiuto a ScuolAnticoli. Hai fatto bene! Ascolta: prepara una bacchetta di venti centimetri acuminata da entrambe le estremità come l’aculeo di un istrice, tienila a portata di mano e, quando il rettiliano ti si avvicina con le fauci spalancate, conficcagliela tra lingua e palato in modo che non possa mai più richiuderle. Ma questo, naturalmente, fallo solo se è davvero un rettile. Altrimenti mandalo semplicemente a quel paese.

 

*

 

Dì il mio nome, urlalo forte nel vento, poi dillo piano, ascolta attentamente le lettere sussurrate dalle tue labbra, che hanno un suono così dolce che fanno sembrare il mio nome la poesia più soave da me mai sentita...

Il cuore di ScuolAnticoli è stato trafitto!

Il cuore di ScuolAnticoli è stato trafitto!

 

Siamo lusingati e felici, cara amica, che questa ricerca ti abbia portato dritta dritta su ScuolAnticoli. Da giorni e giorni stiamo eseguendo queste tue istruzioni a puntino, dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, trascurando ogni altro impegno, dimenticando perfino di mangiare, di bere, di dormire e di farci la barba. Il solo problema è che non conosciamo il tuo nome, ma non importa: li proviamo tutti, ogni volta ne diciamo e urliamo uno nuovo, e già una gran folla stupita e ammirata si è raccolta sotto le nostre finestre per ascoltarci: siamo a buon punto, siamo arrivati alla G di Gertrude! Ma tu non appari ancora... Non ti chiamerai mica Zoe?

 

*

 

Sentirsi disprezzati fa venire il raffreddore?

Sentirsi disprezzati fa venire il raffreddore? O è avere il raffreddore che fa sentire disprezzati?

Sentirsi disprezzati fa venire il raffreddore? O è avere il raffreddore che fa sentire disprezzati?

 

Non ci avevamo mai pensato, caro amico o amica... L’idea, te lo confessiamo, ci tenta... Chi, infatti, è più soggetto ai raffreddori? I Bambini. Che tra gli Umani sono, se non i più disprezzati, poco ci manca: piccoli mostri, bestioline, ranocchietti, bulli nati, angioletti, demonietti e peccatori originali da battezzare al più presto per cominciare pian pianino a umanizzarli tra difficoltà inenarrabili: chi è più disprezzato di loro? E infatti si raffreddano praticamente tutti i giorni!... Niente di più facile che l’apparato immunitario di chi è disprezzato si metta a fare i capricci, non ti pare? E magari anche quando il disprezzato non si accorge di esserlo: lui no, ma il suo naso sì!Sì, la tua ipotesi ci tenta, caro amico o amica... Ma purtroppo siamo costretti a respingerla da un fatto incontrovertibile e inconfutabile: noi ― intendendo per noi il sottoscritto Prof ― siamo tra gli esseri più disprezzati della Terra, e tuttavia da quando abbiamo smesso di fumare (il 1° aprile 1998) non ci raffreddiamo più. Capito? DA QUANDO ABBIAMO SMESSO DI FUMARE. Solo che tu, allora, potresti domandare: Sentirsi disprezzati fa venir voglia di fumare che fa venire il raffreddore? Ottimo argomento per una nuova ricerca: alla prossima!

 

*

 

Fianchi dei bambini doloranti

Interpella un medico, cara amica, non Google! Ma vedrai che il medico ti tranquillizzerà: i “fianchi” dei Bambini “dolorano” tutte le volte che i Bambini, giocando, corrono a lungo e a perdifiato: non sappiamo perché accada ma ce lo rammentiamo bene, anche se è passato quasi mezzo secolo dall’ultima volta che ci è capitato! E com’era bello, nel ricordo di oggi, quel fastidioso doloretto!

 

*

 

Che tipo di trauma può subire un bambino rimproverato da un adulto non genitore del medesimo per colpe che non ha commesso?

La capacità di rimproverare è una prerogativa degli animali umani? Be’, non è mica detto... (Cliccala per ingrandirla!)

La capacità di rimproverare è una prerogativa degli animali umani? Be’, non è mica detto! (Cliccala per ingrandirla)

 

È il tema (o piuttosto è tra i temi) di uno dei più bei racconti mai scritti: Giro di vite (The turn of the screw, 1898), di Henry James (1843 - 1916), che ti consigliamo vivamente di leggere. Un rimprovero non meritato”, per quanto ingiusto esso sia, può naturalmente non causare alcun trauma: lo si può rifiutare e respingere (in seguito, se non sul momento) e si può essere aiutati a rifiutarlo e respingerlo. Ma se nessuno lo smentisce, se l’accusatore ha il potere di ripeterlo, di martellarlo, di farne una sorta di mondo virtuale nel quale il Bambino è a poco a poco rinchiuso e convinto che quello sia il mondo reale (ricordi The Truman Show?), allora il rimprovero” può portare alla rovina interiore e perfino alla morte. In questo senso, a nostro avviso, il peggiore dei rimproveri” (che i Genitori, senza rendersene conto, seguitano a infliggere ai Figli) è il battesimo: col quale una “tradizione” millenaria continua ancora oggi a “rimproverare” fin dal primo giorno di vita, al nuovo Essere Umano, una nascita imperfetta. Un “rimprovero” che non è solo assurdo: se nessuna voce si leva a contrastarlo, se è creduto e accettato e fatto proprio ― non semplicemente a parole, quanto soprattutto nei comportamenti ― da tutta la comunità del Bambino, e se alla fine il Bambino stesso se ne convince, è anche una violenza psichica inenarrabile.

 

*

 

I bimbi più cretini del mondo

Praticamente tutti, se osservati da adulti pieni d’odio e di paura. Altrimenti nessuno. Come? Chi sono gli adulti pieni d’odio e di paura per i Bimbi? Un tempo, quelli che da piccoli a propria volta non erano riusciti a resistere ad altri adulti pieni d’odio e di paura. Ma oggi c’è anche un sistema più semplice e rapido: credere alle campagne d’odio e di paura delle televisioni contro i Bambini e i Ragazzi. C’è gente che ogni sera, dopo aver visto un tg, strangolerebbe i figli nei loro lettini...

 

*

 

Arrivare ad Anticoli Corrado

Vuoi programmare una gita ad Anticoli senza rischiare di sguerciarti? Clicca sulla mappa per ingrandirla!...

Vuoi programmare una gita ad Anticoli senza rischiare di sguerciarti?

Clicca sulla mappa per ingrandirla!...

 

Non è facilissimo, cara amica o amico. Anticoli Corrado, come forse saprai, è un Paese Immaginario. Di più: è forse l’unico Paese Immaginario esistente nella Realtà. La sua ubicazione e le caratteristiche sue e dei suoi abitanti (che sono i primi a non concordare su di esse in quasi alcunché) variano quindi molto da viaggiatore a viaggiatore. (Anzi: se la gita dura più di qualche ora, mutano quasi sempre anche per uno stesso viaggiatore: noi, per esempio, la prima volta che venimmo ad Anticoli, al momento di ripartire scoprimmo che la via per tornare a casa era diversa da quella dell’andata...) In altre parole è possibilissimo che tu riesca, pur con qualche traversia, a giungere ad Anticoli da Roma prendendo la via Appia, mentre il tuo compagno (o compagna) di viaggio vi arrivi in meno di mezzora prendendo la Cassia; che Anticoli sia per te su un’isola in mezzo al mare, e per lui (o lei) in un’oasi in pieno deserto; che tu vi muoia di freddo, un altro vi schiatti di caldo, un terzo vi si senta come alle Canarie e un quarto... non possa vederla neanche col cannocchiale senza una tuta da astronauta e la Guida galattica per autostoppisti. Tentare di raggiungere Anticoli in compagnia non è consigliabile, dunque: si rischiano lo stallo perpetuo, il moto solo apparente e l’irrisolvibile, logorante disaccordo senza uscita delle convivenze forzate. Mille volte meglio separarsi alla partenza e godere poi della gioia purissima di scoprire, ritrovandosi ad Anticoli, che esistono luoghi in cui solo a quelli che son liberi come gatti gli uni dagli altri accade talvolta d’incontrarsi, come per magia, l’uno nel sogno dell’altro... Benché di quando in quando ― è doveroso avvisarti, cara amica o amico ― accada invece che di due, partiti assieme, solo uno arrivi in paese e l’altro non giunga che alla disperata conclusione che non esista. Ma anche in questo c’è del buono, in fondo: da certe traiettorie è meglio non essere risucchiati, e che sia la tua meta, anziché tu, a decidere con chi vi arriverai, non è forse una meravigliosa semplificazione della vita?... Fa’ come Don Chisciotte, cara amica o amico: monta a cavallo e lasciagli le briglie sul collo; l’arrivo in un Paese Immaginario non si programma: si scopre.

 

*

 

Ignorare i propri genitori

Puoi provarci, cara amica o amico, ma temiamo che questa pratica potrebbe danneggiare più te che loro. Pensa solo a quante volte ti faresti male inciampando nei loro piedi! E le faccende di casa? Ignorare tua madre e poi farti servire da lei di barba e di parrucca sarebbe un po’ ridicolo, non credi? E come la mettiamo con i soldi? Ignorare i genitori e spendere e spandere il loro denaro è un comportamento troppo da fascistella (o da fascistello) perché una giovane (o un giovane) per bene come te possa adottarlo senza riempirsi di disprezzo per sé stessa (o per sé stesso). No, guarda, devi fartene una ragione: i genitori si possono (credibilmente) ignorare solo se non si ha alcun bisogno di essi. Altrimenti è molto più efficace (e più sano) fare esattamente l’opposto. Cioè dirgliene di tutti i colori. (P.s.: se invece, scrivendo ignorare i propri genitori, intendi per caso letteralmente dire che non sai chi siano, il nostro consiglio è di cercartene un paio di seconda mano: ce n’è di ottimi, sai?)

 

*

 

Quando un uomo ti guarda in modo interessato, cosa fare?

A meno che interessato non significhi stupratore, a te la scelta: guardarlo anche tu in modo interessato, o guardarlo in modo schifato. Ma in un modo o nell’altro guardalo, cara amica, se un domani non vuoi invecchiare tra i rimorsi.

 

*

 

Se si scrive al dirigente scolastico: appellativo

Stanislao e Gertrude Pierpaoli, presidi (maschio e femmina, poiché vi sono entrambe le specie) dell’Istituto Pierpaolo Pierpaoli. (Da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, illustrazioni di Vinicio Berti, Bemporad - Marzocco, Firenze, 1963). Cliccala per ingrandirla!

Stanislao e Gertrude Pierpaoli, presidi (maschio e femmina, poiché vi sono entrambe le specie) dell’Istituto Pierpaolo Pierpaoli. (Da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, illustrazioni di Vinicio Berti, Bemporad - Marzocco, Firenze, 1963). Cliccala per ingrandirla!

 

Non è facile rispondere a questa domanda, cara amica o amico. Un dirigente scolastico ― cioè l’individuo che è chiamato preside, o direttore, nei Paesi non devastati dall’idiozia e dalla cattiveria, tipiche della finta “sinistra”, di tentare di far impazzire gli Esseri Umani cambiando o distruggendo i nomi delle cose e delle persone ― è una Personalità così Eminente e Stratosfericamente Straordinaria, che è difficile escogitarle un qualsiasi appellativo che non la degradi. Vostra Maestà Imperiale? No, troppo poco... Siamo davvero in difficoltà... Ti consigliamo di rivolgerti a uno di quei burocrati ministeriali che di quando in quando convocano carrettate di “dirigenti scolastici” per lavar loro il cervello circa le ultime pretese del “Beppe” Fioroni o della Mariastella Gelmini di turno: vedrai che lui avrà di sicuro qualche “appellativo” da suggerirti. Se però ti consigliasse di chiamare il tuo preside come lo chiama il ministro, con un fischio, tu non dargli retta: non funziona. Che ci voglia quello a ultrasuoni? (Nota: ci dissociamo dal curatore di questa rubrica: sembrerà incredibile, ma esistono anche presidi che si ribellano. E che finiscono sotto inchiesta).

 

*

 

Perché si guarda la televisione?

Il cervello dopo un certo tempo brucia? Forse sì...

Il cervello dopo un certo tempo brucia? Forse sì...

 

Per mettere sotto controllo il cervello (del quale si è stati religiosamente educati a diffidare) stringendolo nella morsa di una continua attenzione a un discorso altrui; e per impedirgli, così, di funzionare liberamente. Effetti collaterali indesiderati? Solo uno: il cervello dopo un certo tempo brucia, come la frizione di un’auto sotto i piedi di un principiante: fenomeno spiacevole per il soggetto e per i suoi cari, ma che produce un posto di lavoro per una brava badante straniera. Un consiglio? Si ottiene il medesimo effetto (e si risparmia il canone!) ripetendo all’infinito una preghierina o un mantra. Avvertenza: queste pratiche autolesionistiche non inibiscono la creatività (è impossibile) ma aiutano a tramutarla in una “creazione del vuoto” estremamente distruttiva. Auguri!

 

*

 

Perche mi bruciano gli occhi quando guardo la tv?

Forse, perché gli occhi sono l’unica parte del cervello in grado di provare dolore.

 

*

 

Suore sculacciate

Una pratica erotica che può far male più a te che a chi la subisce, cara amica o amico. Cerca almeno di non farlo a mani nude, se proprio non puoi farne a meno.

 

*

 

Quello che vediamo è solo la scorza

È anche vero, però, che i frutti col verme sono i più buoni...

È anche vero, però, che i frutti col verme sono i più buoni...

 

Forse, quello che vedono i tuoi occhi... Ma quel che intanto mandi giù è anche polpa, sai? Adotta una dieta sana, cara amica o amico, e vedrai che la tua vista migliorerà.

 

*

 

Le piu belle parole che una madre può dire a un figlio

Non esistono, cara amica, parole che siano in assoluto le più belle che una madre può dire a un figlio: una frase che in una certa situazione è bellissima può essere orribile in un’altra. Anzi: le stesse parole nella stessa situazione possono risultargli meravigliose o mostruose a seconda del tono e soprattutto dell’intenzione inconscia con cui le pronunci. Perfino le più belle parole di tutti i tempi possono far male a un bambino, se gliele dici dopo averlo costretto a umiliarsi perché tu smettessi di guardarlo male. Però non vogliamo lasciarti senza risposta... Le più belle parole che puoi dire a tuo figlio sono: “Parlami, ti ascolto”. A condizione che di ascoltarlo ti vada davvero. Che sia la cosa che (almeno in quel momento) ti va di più al mondo. Altrimenti non funziona.

 

*

 

Vedere la tua vita che trascorre insignificantemente...

Solo la vita? Ma ogni istante può avere un senso!

Solo la vita? Ma ogni istante può avere un senso! Naturalmente, se tu gli vuoi così bene da creargliene uno.

 

Può essere seccante, cara amica o amico. Ma niente paura: non hai comprato la tua vita in un negozio, in un centro commerciale o su Internet, quindi non è scadente ed effimera di per sé in modo che qualcun altro ci guadagni. Né d’altra parte esiste, è mai esistito o mai esisterà un unico senso della vita, che se tu non riesci a fartelo spiegare e a capirlo, allora è la fine: chi dice il contrario (tanto più se afferma che il senso che gli dà lui è il solo possibile) è un pazzo o un imbroglione. O un pazzo e anche un imbroglione. Ogni vita ― anzi: ogni istante della vita ― può avere un senso, e solo tu puoi crearglielo. In questo momento, per esempio, hai scelto di essere su ScuolAnticoli, e la tua vita è quindi molto significativa! (Ovviamente, infatti, chi è lì con te mentre crei il senso dell’attimo può renderti l’impresa più o meno facile o difficile...)

 

*

 

Come muoiono le maestre?

La Morte e la Maestra

La Morte e la Maestra

 

La casistica tanatologica magistrale, cara amica o amico, prevede tre modalità: 1. Maestre immortali: vuoi perché respinte perfino dalla Signora con la Falce, vuoi perché penetrate così a fondo nei neuroni degli alunni da continuare a materializzarsi nei sogni e/o nei deliri loro e dei loro discendenti per un numero incalcolabile di generazioni. 2. Maestre che muoiono di pizzichi, per aver sposato commercianti o piccoli imprenditori che lavorano venti ore al giorno e le altre quattro parlano di lavoro anche nel sonno. 3. Maestre che muoiono di colpo d’aria al cervello, per essersi strappate troppi capelli e aver troppo digrignato i denti pensando alle colleghe.

Conosci altre modalità di dipartita? Clicca qui e scrivici!

 

*

 

In Natura non c’è alcuna perfezione... ma un sacco di tempo sì! (Clicca sulla scimmia, se vuoi la sorella maggiore!)

In Natura non c’è alcuna perfezione... ma un sacco di tempo sì! (Clicca sulla scimmia, se vuoi la sorella maggiore!)

La perfezione noiosa

 

 

La perfezione si può solo immaginare, non trovare.

La perfezione si può solo immaginare, non trovare.

 

Speriamo, cara amica o amico, che il tuo motore di ricerca preferito non ti abbia condotto qui perché considera ScuolAnticoli un esempio di noiosa perfezione! Se così fosse, avrebbe errato di un buon 50%: saremo anche un po noiosi, chi lo nega, ma perfetti no. Non tutto ciò che è noioso è anche perfetto, sai? Ciò che è perfetto, invece, è sempre noiosissimo. Infatti: 1°. La perfezione non esiste: non è di Dio, poiché non c’è alcun dio; non è della Natura poiché essa, in quanto prodotto del caso e dell’adattamento, è capace di perfezione più o meno come la proverbiale scimmia alla macchina per scrivere; e non è nostra, non è umana, poiché la Natura ― cioè, appunto, il caso e l’adattamento ― ci hanno resi così creativi che possiamo immaginare qualcosa di perfetto, ma non produrlo o anche solo riconoscerlo come tale. (Del resto, nemmeno la morte è perfetta: chi muore comincia subito a rientrare in circolo. Sarà perfetta, se mai, solo la perfetta entropia finale). 2°. Se la perfezione non esiste, non la si può raggiungere più di quanto si possa trovare una pentola piena d’oro alla fine dell’arcobaleno, e le persone o le cose che ci si presentano come perfette, o che ci sembrano tali, non lo sono e non lo saranno mai: o tentano di ingannarci, o siamo noi che c’inganniamo, o entrambe le cose. 3°. L’inganno mira al dominio e allo sfruttamento. L’apparenza della perfezione, essendo inganno (o autoinganno), ha il medesimo scopo: dominare gli “inferiori” (o sottomettersi credendosi inferiori). 4°. Apparenza di perfezione e potere hanno in comune l’immobilità: chi vuole apparire perfetto non può evolversi (sarebbe come ammettere che non lo era prima, e che un domani si potrebbe scoprire che non lo è neanche oggi) e il potere non può diminuire né aumentare: o è totale, o non è potere. 5°. Assoluta immobilità equivale ad assoluta noia. Concludendo: 1° + 2 °+ 3° + 4° + 5° = Chi crede a un’immaginaria perfezione (quale che sia) vive in uno stato di “perfetto” inganno, “perfetta” sottomissione, “perfetta” immobilità e “perfetta” noia. (P.s.: naturalmente, quanto sopra non autorizza in alcun modo a concludere che l’imperfezione sia sempre veritiera, libera, vivace e spassosa!)

 

*

 

Come si riproducono gli umani?

Per caso E. T. spiò gli Umani mentre facevano sesso?

Per caso E. T. spiò gli Umani mentre facevano sesso?

 

Bella domanda, caro amico (o amica)! Siamo lusingati che essa ti abbia condotto proprio su ScuolAnticoli! Dai termini che usi ― cioè dal fatto che domandi come si riproducano non i grandi, per esempio, ma gli umani ― deduciamo che tu, invece, non sia umano, e proprio per questo desideri sapere come ci riproduciamo noi. Però non sei neanche un non umano terrestre, perché qui sulla Terra gli animali non umani non sanno scrivere né tanto meno effettuare ricerche sul Web... Dunque sei un alieno! Ti risponderemo francamente, caro Alieno curioso, sperando che tu non sia un minore: noi Umani non ci riproduciamo. Nessuno è mai riuscito a riprodurre un Umano, e nessuno mai ci riuscirà. Nasciamo tutti diversi. E voi?

 

*

 

Paese poco religioso

Siamo lieti che questa ricerca ti abbia portato (anche) qui, caro amico o amica. Sì, ScuolAnticoli è un paese (virtuale) molto poco religioso. E un giorno ― è la nostra speranza ― non lo sarà affatto: ci stiamo attrezzando. Ma liberarsi del tutto della religiosità che ci è stata inculcata fin da bambini (e di ideologie e filosofie, e della tendenza a istituzionalizzare i rapporti) non è facile: decidemmo all’età di undici anni che Dio (per noi) poteva benissimo non esistere, e oggi che ne son passati ― purtroppo ― quasi cinquanta, ancora scopriamo abissi di religiosità (in noi e negli altri) che non sospettavamo neppure: idee astratte, logica razionale, credenze, doveri, ancora troppo spesso tentano di imporsi sui nostri affetti, sull’immaginazione creatrice, sul pensiero nato nel rapporto e per il rapporto...

 

*

 

Se lei ti dice che non vuole stare con te, vuol dire che è interessata?

Congratulazioni (o condoglianze) caro amico: hai ben il 50% di probabilità che lo sia contro soltanto il 50% che non lo sia. Sia che tu intenda interessata a te, sia che tu intenda interessata ai tuoi soldi.

 

*

 

Mia nonna mi ha creato

Lo scheletro di nonna Lucy

Lo scheletro di nonna Lucy

 

Sì, anche. Ma per quanto la cara vecchietta sia (o fosse, ma speriamo sia) simpatica, dolce e affettuosa, perché fermarti a sentirti creato (o creata) solo da lei? Materialmente, la fila di chi ci ha messo al mondo risale fino a Lucy laustralopiteca e oltre, verso i protozi. E non materialmente ― nel senso, cioè, a cui più probabilmente la tua ricerca allude ― non è forse vero che la “creazione” degli Esseri Umani è reciproca, e ci rende tutti coautori gli uni degli altri?

 

*

 

Il vetro cooooome si utilizza?

Oooocchi di bamboooole (cliccali per ingrandirli!)

Oooocchi di bamboooole (cliccali per ingrandirli!)

 

Per faaaaare occhi per le bambooooole. Per schiacciaaaaare minuscole creatuuuuure sotto le lenti dei microscooooopi. Per scaldaaaaare le piantine in inveeeeerno. Per non far entraaaaare la pioggia dai buchi nei muri delle caaaaase. Per tratteneeeeere l’una accanto all’altra moleeeeecole in rapido movimeeeeento. Per mostraaaaarci un’immagine orizzontalmeeeeente capovolta di noi steeeeessi.

 

*

 

Faccia come se non ci fossi

Questa è una frase che non ci piace. Gli Esseri Umani ci sono sempre, e ci sono tutti. Chi fa come se un altro non ci fosse, in cuor suo l’ha già ucciso. E dovremmo essere proprio noi ad autorizzarlo a farci sparire? Faccia come se io ci fossi anche quando materialmente non ci sono, ecco che cosa dovremmo dirgli.

 

*

 

Che nervoso! Ragazzi al rogo!

Quando provi un sentimento di questo tipo nei confronti di Bambini o Ragazzi, caro amico o amica, considera che esso è un chiaro segno che qualcuno, quanderi piccolo (o piccola), ti indusse a odiare te stesso (o te stessa), e che tu non hai ancora trovato la forza e l’immaginazione per scoprire che in fondo non eri affatto una schifezza, a quei tempi.

(E ricorda che bambino o ragazzo, dopo che hai compiuto cinquant’anni, è chiunque ne abbia meno di trenta!)

 

*

 

Quando una persona esce dal movimento di Comunione e Liberazione, chi rimane dentro come si comporta con lui?

Guarda: il fatto che tu ti ponga una domanda simile (che di solito viene in mente e fa paura a chi vuol uscire da una setta di fanatici o da un’associazione di criminali) dimostra che Comunione e Liberazione è un’entità dalla quale è meglio non lasciarsi divorare. Esci, esci al più presto e senza voltarti indietro! Chi rimane dentro, se per lui c’è ancora speranza, non potrà che trarre coraggio e fantasia dal tuo esempio. E se invece tentasse di ostacolarti, o peggio di punirti, non esitare: accumula prove delle sue molestie, e denuncialo per stalking.

 

*

 

Natura in Moby Dick e Xke Moby Dick è bianca?

Balena e balenottero (cliccali per ingrandirli!)

Una copertina di "Moby Dick", di Herman Mellville (1819-1891) (cliccala per ingrandirla!)

Balena e balenottero

(cliccali per ingrandirli!)

Moby Dick, di Herman Mellville

(1819-1891) (clicca per ingrandire!)

 

Moby Dick è la Natura nel suo aspetto più possente e talvolta tremendo: la Natura che ubbidisce solo alle proprie leggi, non si piega alla volontà degli Umani e non li serve, anzi: talora li distrugge. Rappresenta, cioè, quel che non può essere modificato dalle nostre realizzazioni, quel che non siamo ancora stati capaci di cambiare e che forse non potremo mai cambiare: i terremoti, le eruzioni vulcaniche, le stelle che esplodono distruggendo interi sistemi solari, la morte stessa. Ma anche ― meravigliosa se assecondata quanto terribile se contrastata ― la nostra natura umana. Tutto ciò, insomma, che non possiamo che accettare com’è. Achab, invece, non ammette che vi siano cose che la sua volontà, il suo spirito, non può sottomettere. Achab vuole uccidere Moby Dick non perché gli ha mozzato una gamba, ma perché la Balena Bianca, per lui, è il Male che bisogna spazzar via dalla faccia della Terra; e perché il Male, per lui, è tutto ciò che è selvaggio e indomabile, che niente può assoggettare: né le leggi né le preghiere, né i sogni né le poesie. È per questo che Achab affascina i suoi uomini fino al punto di far loro dimenticare la bramosia di guadagni e perfino l’istinto di sopravvivenza; è per questo che piega facilmente la volontà dei pochi che gli si oppongono: perché la sua impresa è immane, è la sconfitta del Male, e perché i suoi uomini sentono e vedono che se al mondo c’è qualcuno che può compierla, questo è proprio lui, Achab, che ha dimostrato di esser capace di tutto, di non arretrare di fronte a nulla. Ma Achab è destinato invece a fallire, a essere distrutto, e a far perire con lui tutti quelli che lo hanno seguito (meno uno, naturalmente, poiché per la fantasia umana c’è sempre almeno uno che si salva). E viene sconfitto perché la Natura (quella che ci circonda così come quella che è in noi, che ne facciamo parte allo stesso modo di tutto ciò che esiste) può, certo, essere trasformata e sfruttata, ma non può e non deve essere mai neanche sfiorata in ciò che vi è in essa, appunto, di selvaggio e indomabile. Poiché il selvaggio, l’indomabile, l’irrazionale, non è il Male, ma la fonte stessa della vita, degli affetti, della fantasia, del pensiero. Possiamo e dobbiamo coltivare le piante, allevare le bestie, ucciderle per sfamarci, curare le malattie, asservire ogni fonte di energia. Ma non possiamo uccidere Moby Dick. Non possiamo uccidere ciò che non può essere domato, perché significa distruggere il fondamento di noi stessi. Ed è per questo che Achab, che invece vorrebbe essere spirito senza corpo, finisce per essere niente. Quanto al colore, Moby Dick è bianca perché nessun altro colore è per noi così carico di immense opposizioni: caldo e freddo, buono e venefico, purissimo e funesto, vivificante e mortale, fonde in sé tutti i colori così come da noi può scaturire tutto ciò che è umano e tutto ciò che lo devasta.

 

*

 

Differenza tra bambino selvaggio e bambino

Victor, il bambino "selvaggio" dell’Aveyron, interpretato da Jean-Pierre Cargol ne "L’Enfant Sauvage", bel film di François Truffaut del 1969.

Victor, il “selvaggio” dell’Aveyron, interpretato da Jean-Pierre Cargol

ne L’Enfant Sauvage, film di François Truffaut del 1969.

 

Nessuna. Selvaggio, infatti, significa allo stato di natura. E ogni animale, umano o non umano che sia, viene al mondo quale la Natura l’ha fatto. Il piccolo umano, dunque, è e non può non essere un selvaggio. Ma non in senso negativo: manca di esperienza, ma per il resto ― avendo alle spalle qualche milione di anni di evoluzione umana ― è una creatura pressoché perfetta, nel suo genere. Né più né meno di quanto lo sono, nei loro generi, gli animali non umani. In quanto prole di una specie sociale, tuttavia, il piccolo umano non può fare a meno di rapporti umani ― e per un lungo periodo di tempo ― per “estrarre” dalla propria natura tutti i “doni” che l’evoluzione gli ha (casualmente) fatto e per esprimere a pieno le potenzialità in essi contenute. Se i rapporti umani sono infelici, dunque, o se addirittura vengono del tutto a mancare, il bambino naturalmente selvaggio rischia di diventare “selvaggio” nel senso negativo del termine. Quelli che vennero chiamati così tra ’700 e ’800, infatti, non erano bambini selvaggi, ma bambini abbandonati.

 

*

 

Come comportarsi dinanzi a piccoli bulli?

Se sei tentato dalla “carriera” del bullo , da’ prima un’occhiata a  ...la Pubblicità Progresso della Maestra Cristina!  

Ti attrae la “carriera” del bullo? Da’ prima un’occhiata a...

la Pubblicità Progresso della Maestra Cristina!

 

Il “piccolo bullo”, come abbiamo detto altre volte, è un bambino che fin dalla nascita è stato intimidito, spaventato e picchiato ogni volta che con i suoi piccoli mezzi di bambino, che col tempo diventavano però sempre meno piccoli tentava di ribellarsi a chi sistematicamente lo disprezzava, lo sottovalutava, lo teneva a distanza. Gli adulti (e gli esseri umani in genere), per lui, si dividono pertanto in due sole categorie: quelli di cui deve suo malgrado aver paura (in attesa di diventar più forte anche di loro) e quelli di cui si sente più forte già ora, e che deve sottomettere affinché non sottomettano lui. Per stabilire un rapporto umano (cioè non di dominio) con un “piccolo bullo”, dunque, non puoi “fare il buono”, o diventerai il suo zimbello. Devi iniziare “facendo il cattivo”: producendoti, cioè, in una perfetta imitazione degli adulti pieni d’odio, stupidi e violenti coi quali egli ha avuto dolorosamente a che fare fino a oggi. Per poi “spiazzarlo”, però, servendoti del “potere” per dargli interesse, considerazione e simpatia. Ma attento: 1°. Siccome “piccolo bullo” non è sinonimo di “piccolo scemo” ― anzi! ― la tua “imitazione di cattivo” dovrà essere da grande attore (anche se non potrai, è ovvio, produrti in cattiverie vere) e potrà durare a lungo (anche un anno); 2°. Interesse, considerazione e simpatia dovranno essere autentici: se sei un insegnante (o più in generale un adulto) capace di indifferenza o antipatia nei confronti di chi ha meno della metà dei tuoi anni, ti conviene lasciar perdere. (Non per darti all’ippica, però, o sarai da capo).

 

*

 

Tema su Dante, Inferno: Immagina di trovarci i tuoi insegnanti...

Una vignetta tratta dal celeberrimo "Inferno di Topolino", creazione tutta italiana perché sceneggiato da Guido Martina, disegnato da Angelo Bioletto, pubblicato da Mondadori tra il 1949 e il 1950 e poi più volte ristampato.

Che bel tema! Dunque: la vignetta che vedi qui sopra è tratta dal celeberrimo Inferno di Topolino, opera tutta italiana sceneggiata da Guido Martina, disegnata da Angelo Bioletto e pubblicata da Mondadori tra il 1949 e il 1950. Alla loro simpatica idea (la prof “tagliata” per fare i conti, martellata perché le cresca il “bernoccolo della matematica”, bersagliata di frecce, “attanagliata”, morsa e “lucchettata” per “silenziarla”) aggiungiamo per te quella di un insegnante di Lettere trasformato in errore grave indelebile su un tema d’Italiano, torturato da freghi e fregacci (non mi domandare cosa sono: usa il vocabolario), cancellato, sbianchettato, corretto e biasimato davanti a tutta la classe per i secoli dei secoli. Amen.

 

*

 

Disconoscimento madre da parte del figlio adulto

Adulto quanto? Dovrebbe essere lei a disconoscere te, per non esserti ancora deciso a farlo. (A parte gli scherzi, sei per caso argentino e la donna che finora hai chiamato “mamma” è la moglie di un alto ufficiale di estrema destra? In tal caso, ti consigliamo di non disconoscerla prima di aver individuato, nel suo comportamento verso di te, almeno un’altra prova della mostruosità interiore che fino a oggi è riuscita a dissimulare...)

 

*

 

Bambino lento, pigro

E se fosse, invece, un bambino calmo e riflessivo che ama fantasticare, un piccolo sognatore incantato dai tesori (e di quando in quando intimorito dagli orrori) che l’immaginazione gli rivela negli altri? Non sempre i bambini svelti ed energici sono bambini più vitali, sai? Talvolta son solo dei bambini infelici, che non san più trovare bellezza e interesse nello sconfinato paesaggio del momento presente, e che nessuno ha aiutato a non interiorizzare i ritmi pazzeschi a cui essi vedono costretti e assuefatti gli adulti, nella vita reale e in televisione, da una Società asservita al delirio padronale del tempo è denaro. Prova a rallentare tu, quando sei con lui. Prova ad andargli appresso, invece di sorpassarlo facendo gestacci dal finestrino.

 

*

 

Come si chiama il paese in cima a una collina con giardino sul tetto di una villa molto antica in provincia di Frosinone?

Anticoli Ciociaro?

 

*

 

Lei ti guarda sempre

Perché le piacciamo più di te. Così ti avremmo risposto, se avessi detto questo a noi. Ma forse cercavi: lei mi guarda sempre... In tal caso, sappi che forse non lo fa perché sei grottesco e ridicolo, o perché hai uno scorpione che ti passeggia sui capelli, o perché si va convincendo che sia proprio tu il teppista che cercò di scipparle la borsetta qualche settimana fa. Può darsi, al contrario ― per quanto possa sembrarti incredibile ― che ti guardi perché la attrai. Ma se ogni volta ti rifugi in un internet point a domandare ai motori di ricerca perché lo faccia, di guardarti si stancherà presto. E tu perderai per sempre la possibilità, guardandola a tua volta, di spingere lei a rifugiarsi in un internet point per digitare su Google la ricerca...

 

*

 

...Se ti guarda non è detto che sia interessato
Come sarebbe a dire? Se ti guarda, è sicuramente interessato. Poi, però, si tratta di capire a che cosa sia interessato, fra le tante che vede in te. Al vuoto demenziale che scorge nei tuoi occhi mentre mastichi una gomma? Ai tuoi soldi? Alla tua curiosa somiglianza con un pechinese bastonato? No, dai, stiamo scherzando: è interessato, ne siamo certi, al tuo sconvolgente potere di indurre in lui repentini rossori, pallori e poi di nuovo rossori, tachicardie da infarto, barcollamenti, tremiti, vertigini e balbuzie ogni volta che ti vede.

 

*

 

Saluto ironico ai professori

Supponiamo che il saluto che stai cercando non sia per la vita di tutti giorni, ma per una qualche occasione, per così dire, conclusiva. Per il tuo ultimo giorno di scuola, per esempio, o per quando ti congederai dalla commissione d’esame. E che i professori in questione, se cerchi un saluto ironico, non godano di tutta la tua stima... Che ne dici, in tal caso, di profonderti in ringraziamenti per tutto quello che hanno fatto per te? Ti darà un sottile ma intenso piacere constatare che nessuno di loro sarà neanche sfiorato dal dubbio che tu non stia parlando sul serio.

 

*

 

Luigi Scialanca, "Garofano rosso nonostante Craxi", Roma, p.za Navona, 1980 (Clicca sulla miniatura per ingrandirla!)

Luigi Scialanca, Garofano rosso nonostante Craxi,

Roma, p.za Navona, 1980.

(Clicca sulla foto per ingrandirla!)

 

No, non hai un garofano rosso nel cuore

Il garofano rosso, come certamente saprai, è il fiore che dà il titolo al bellissimo romanzo che Elio Vittorini (1908 - 1966) scrisse a soli 25 anni. Poi, purtroppo (in un periodo della nostra Storia poco meno triste dell’attuale) cadde nelle grinfie lorde di tangenti del partito craxista, e ne fu talmente insozzato che per qualche lustro gli Italiani per bene inorridivano solo a vederlo, e perfino la memoria del libro ne fu contaminata. Ora che il craxismo è finito nella pattumiera, però (adesso c’è il berlusconismo, che è addirittura peggiore, ma almeno lascia in pace i fiori perché in fatto di imbrattamenti ha mire molto più ambiziose), il garofano rosso è tornato a essere un fiore puro e bellissimo. Ecco, se per caso non lo rammentassi, uno dei nostri brani preferiti: Tarquinio si stiracchiava, si sgranchiva, si lisciava come una specie di gatto.Ah, Madre di Dio! esclamò. Pensa che mi sognavo di volere bene... E per un momento ebbe la sua voce calma delle grandi confidenze. Ci credi? A una che non vedevo e suonava, figurati. Come dire che volevo bene a una musica... (Elio Vittorini, Il garofano rosso, Mondadori, capitolo III).

 

*

 

Storiella sui pirati bambini

Non conosci la leggenda dei pirati che sognavano di ritrovare l’isola incantata ove li attendeva la loro vera infanzia, che non avevano potuto vivere nella realtà? Non l’avrebbero raggiunta, immaginavano, finché non fossero riusciti a tornare bambini; e perciò come bambini agivano e si comportavano, tra loro e nei confronti dei marinai e dei passeggeri delle navi abbordate, e pian pianino riuscirono a convincersi di esserlo davvero, e da quel momento nessuno li vide più. Si narra che tra quei piratucci vi fossero anche molte bambine ― ehm... cioè piratesse che credevano di esserlo, volevamo dire. E che non di rado uomini e donne dei vascelli depredati (depredati, in genere, di dolci, ninnoli e piccoli animali) chiedessero di poter unirsi a loro. Non era possibile, la Derechos de los Niños ― così si chiamava la nave, un nome che sarebbe piaciuto a Herman Melville ― era al completo. Ma i pirati li invitavano ad ammutinarsi e a seguirli.

 

*

 

In sogno trasformarsi in topo Ombra topo paura

Premesso che interpretare i sogni non è il nostro mestiere, che anche se lo fosse avremmo verosimilmente grosse difficoltà a comprenderli ignorando ogni cosa di chi li ha sognati, e che il fatto che tu non abbia potuto domandarne la spiegazione che a Internet ci rattrista molto... Premesso questo, tentiamo ugualmente di risponderti ricordandoti che a trasformare gli esseri umani in topi, secondo Roald Dahl (1916 - 1990, autore, fra l’altro, di Matilda e de La fabbrica del cioccolato) sono le Streghe. Tu, per caso, ne hai qualcuna intorno?

 

*

 

Come difendersi dalle ingiustizie degli insegnanti?

Supponendo che per ingiustizie degli insegnanti tu intenda le simpatie e antipatie nelle quali incorrono alcuni di essi, siamo spiacenti di dover dirti che difendersi non è tanto facile. Ma neanche impossibile. Devi scoprire chi (o che cosa in lui stesso) tu gli ricordi. Qualcuno (o qualcosa) di terribilmente spiacevole, di cui non son mai riusciti a venire a capo, che gli è rimasto impresso nell’immaginario come un’indelebile cicatrice deturpante, e a cui tu in qualche modo assomigli. Magari molto alla lontana, intendiamoci. Se riuscirai a scoprire di chi (o di che cosa si tratta) potrai stornare la loro antipatia con improvvise e spiazzanti trasformazioni. Se, per esempio, scoprissi che il professore di Lettere ce l’ha con te perché gli rammenti un suo cugino geniale anche se arrogante e sfrontato con cui da piccolo lo mettevano ogni giorno sfavorevolmente a confronto, fingiti mediocre, non meritare mai più di un 6 risicato, e vedrai che da quel momento i tuoi comportamenti non proprio ortodossi passeranno del tutto inosservati. (P.s.: se invece ciò che non sopporti non è l’antipatia ma la simpatia di qualche insegnante, il metodo per scoraggiarla, mutatis mutandis, è il medesimo: fa’ di tutto per dimostrargli che non sei la sua creatura ideale discesa sulla Terra ― per esempio, lasciando che ti sorprenda qualche volta con le dita nel naso ― e vedrai che tutto andrà a posto).

 

*

 

Ignorante è considerato un insulto?

Purtroppo sì. È incredibile che vi siano persone così out da considerare un insulto quello che invece è un pregio, ma tant’è: il mondo è bello perché è vario, no?

 

*

 

Chi è a favore che la colpa del bullismo sia del bullo?
La responsabilità è personale, stabiliscono l’articolo 27 della Costituzione e il buon senso, e dunque: certo che la “colpa” dellatto di bullismo è di chi lo compie. Ma questo è così ovvio che può domandarlo a ScuolAnticoli solo chi, come te, ha reso povera e banale la propria immaginazione. Le persone più in gamba si domandano invece di chi sia la responsabilità di aver avviato (e lungamente “manutenzionato”) il dolorosissimo processo che nel giro di pochi anni ha spezzato le naturali resistenze e la fantasia di un neonato e lo ha indotto a tramutarsi in un bulletto. Ti consigliamo la lettura del nostro La colpa del bullismo è di chi non cè. Ti darà il coraggio, forse, di capire che la domanda Chi è a favore che la colpa del bullisimo sia del bullo?, è tipicamente da bullo.

 

*

 

Gli uomini ricordano le donne che hanno amato?

Ecco, purtroppo la risposta è sì: le ricordano. Le ricordano benissimo. In ogni particolare. Ti consigliamo dunque di cambiare identità e città prima che lui ti trovi. Gli uomini che le dimenticano, invece, sono quelli che non le hanno amate. Il caos vuoto che hanno in testa e nel cuore costoro, riguardo alla propria storia affettiva, è paragonabile solo a quello delle donne che non ricordano gli uomini che (non) hanno amato.

 

*

 

Tutte le ragazze che si chiamano Beatrice

Chissà perché, sono tutte bellissime e geniali. Finché non si sposano.

 

*

 

La principessa lavrebbe sposato se il principe resisteva sotto la sua finestra 100 giorni e 100 notti...

L’avrebbe sposato?! Ma non sarebbe stata una crudeltà trattare in questo modo un uomo così innamorato da restare sotto la sua finestra 100 giorni e 100 notti?

 

*

 

Perchè Capitan Uncino vuole uccidere Peter Pan?

Capitan Uncino odia Peter Pan perché Peter, essendo un ragazzino, ha ancora tempo. Mentre Uncino non ne ha non perché sia un vecchiaccio (si può esser vecchi e avere ancora tutto il tempo che un essere umano può avere, cioè lattimo presente) ma perché per Uncino, da quando ha ucciso il proprio bambino, il tempo si è fermato. E l’attimo, da allora, per lui è sempre uguale: un enorme Coccodrillo che spalanca le fauci per divorarlo.

 

*

 

La vita non sarà perfetta, ma quanta perfezione in alcuni attimi!

Siamo d’accordissimo. Adesso, visto che siamo così bravi da render perfetti alcuni attimi, cerchiamo di far lo stesso anche agli altri. Se aspettiamo che lo faccia il cosiddetto Buon Dio, infatti, ci ritroveremo presto a non esser più capaci di renderne perfetto neanche uno.

 

*

 

Zighete zaghete

Ma no, guarda che ti sbagli: si chiamava Zigo Zago, non Zighete Zaghete, ed era un

Zigo Zago, di Richard Scarry.

simpaticissimo personaggio di Richard Scarry. Eccolo qua!

 

*

 

Farsi amare dal coniglio, Quanti giorni di allattamento per un coniglio?, Puka coniglio, (e così via, conigliando conigliando...)
Un sacco di curiose ricerche sui conigli approdano a ScuolAnticoli. Probabilmente perché Internet è poco interessata a quei simpatici e prolifici mammiferi. Ma passiamo alle risposte: farsi amare dal coniglio e allattare il coniglio son due obiettivi strettamente collegati: più a lungo lo allatti, più il roditore ti amerà. Il Puka è il gigantesco (ma invisibile) coniglio rosa, chiamato Harvey, amicissimo di Elwood P. Dowd nello splendido film
Harvey, di Henry Koster (1950), interpretato da James Stewart. E un bel romanzo pieno di valorosi conigli è La Collina dei Conigli, di Richard Adams, del 1972.

 

*

 

Scoperta della fantasia di sparizione

La scoperta della fantasia di sparizione ha più di quarant’anni e appartiene allo psichiatra italiano Massimo Fagioli.

 

*

 

Professoressa ipnotizza

Intendi dire che spiega così bene che t’incanta? O che fa oscillare davanti ai tuoi occhi un pendolino luminoso spiraliforme, ti spedisce in trance e ti suggestiona a studiare come un matto per dodici ore al dì? Nel primo caso, goditela. Nel secondo, filmala e mandaci il video.

 

*

 

Suggerimenti recita di fine anno

Metti in scena mezzo governo in visita nella vostra scuola. Con la Gelmini pupazza da ventriloquo in braccio al Tremonti, il Tremonti pupazzo da ventriloquo in braccio al Berlusconi, il Brunetta che, ogni volta che parla, gli altri guardano sotto le sedie per capire da dove venga quella vocina chioccia, e tutti e quattro che si abbandonano ad atti di vandalismo contro la scuola e di bullismo contro alunni e insegnanti. Ma con un lieto fine, per favore. Una pubblica esecuzione, per esempio. Gli spettatori ne saranno estasiati: chi è di sinistra per ovvi motivi, chi è di destra perché i suoi gusti in fatto di entertainment sono di quel livello.

 

*

 

Verosimile che una signora distratta lascia bruciare le pietanze sul fornello?

Perché no? Temi forse che ti abbia detto una bugia, e che le pietanze in realtà siano bruciate al calore della passione del suo amante? Quel che non è verosimile, caso mai, è solo la distrazione: è assai più probabile che sia stata la collera (contro di te) a fargliele dimenticare sul fuoco.

 

*

 

SIGNORINA CHE MI FACCIA COMPAGNIA

La stiamo cercando anche noi. Se la trovi, chiedile se ha un’amica.

 

*

 

Bambini dinanzi al linguaggio degli insegnanti

Se i bambini non comprendono il linguaggio degli insegnanti, la colpa naturalmente è di costoro: o perché parlano troppo difficile, o perché parlano troppo facile. Ma vi sono anche bambini che non li comprendono perché, ossessionati dai dubbi, non fanno che domandarsi che cosa l’insegnante stia davvero dicendo, che cosa nascondano le sue parole, di quali trappole egli stia disseminando il cammino della loro crescita affettiva e intellettuale. Sono bambini che i genitori hanno prevenuto e spaventato contro gli insegnanti fin da prima che li incontrassero.

 

*

 

Una rosa resta rosa anche in mezzo alle ortiche: di chi è questa frase?

Di uno che non ha provato a mettere una rosa in mezzo alle ortiche. Altrimenti avrebbe visto la rosa non restare rosa, ma farsi rossa come un peperone. Anzi: diventare proprio un peperone.

 

*

 

Pigiama bicicletta giardino

Hai sorpreso tuo figlio in pigiama in bicicletta in giardino? Ma di giorno o di notte? Se era notte, la cosa non è grave. Se invece era giorno... neppure. Pensa che noi, a dodici anni, una volta andammo addirittura a scuola in pigiama (sotto i pantaloni). E non in bicicletta, ma col 97 barrato. I bambini le fanno, queste cose. Intuiscono che l’ordine razionale del mondo adulto alla lunga li farebbe impazzire, e di quando in quando perciò lo scombinano lievemente, per “andare a vedere” il bluff filosofico e religioso di chi sostiene che non è possibile infrangerlo senza danneggiare sé stessi e gli altri.

 

*

 

Spiando mia madre

Qualsiasi cosa tu voglia sapere (o vedere), abbi il coraggio di parlarne con lei. Non accettare che tua madre sia per te così irrimediabilmente lontana da sembrarti inavvicinabile. Una volta o l’altra, per esempio, invece di spiarla, balza fuori all’improvviso facendole un bel ruggito.

 

*

 

Papà è una caccola

Papà dev’essere assai deludente, per indurti a immaginarlo in una “veste” così schifosa. Ma non sarài invece tu, a vederlo così, perché ogni volta che ti salta il ticchio te lo togli dal naso e lo attacchi sotto qualche ripiano? Guarda che con un padre si possono fare molte altre (e più belle) cose!

 

*

 

Idee per vestire un tavolinetto rotondo in raso

Spiacenti, non ne abbiamo. Né idee, né tavolinetti, né raso. E poi, guarda che un tavolinetto, anche se rotondo, non è mica nudo.

 

*

 

Compiti in classe a sorpresa

Sono una vigliaccata. Anzi: sono anche peggio, poiché di solito sono “sorprese” che si fanno perché quel giorno non si ha voglia di far lezione.

 

*

 

Tema sui MIEI DIFETTI

Un tema sui tuoi difetti è una stupidaggine: dillo (un po’ più gentilmente) da parte nostra a chi te l’ha assegnato. Avrebbe un senso (ma sempre poco) se ti invitasse a riflettere non solo sui difetti, ma anche sui tuoi pregi. E ancora più senso se fosse sui pregi e sui difetti di entrambi ― tuoi e dell’insegnante ― e su quelli del vostro rapporto nel contesto della classe e della Scuola. Ma poi, siamo sicuri che esistano creature viventi difettose? Forse, solo un manufatto può esserlo. In un essere vivente possono esservi, caso mai, dei geni malfunzionanti, ma l’insegnante non ha il diritto di importi di far analizzare il tuo DNA, né tanto meno di rendere pubblici gli esiti dell’analisi.

 

*

 

Bambino irruente, mamma disperata

Secondo i dizionari, irruente è chi si precipita violentemente in un luogo, o contro qualcuno... E tu, per così poco, addirittura ti disperi, mamma? Sappi che irruente ha sinonimi di gran pregio, come impetuoso, appassionato, focoso, trascinante. Preferiresti che il tuo bambino fosse lento, pigro e controllato? Abbraccialo a lungo, quando è davvero troppo irruente, accarezzalo, parla affettuosamente con lui, spiegagli quel che accade intorno a voi e a voi, interessati affettuosamente a lui, e vedrai che si calmerà.

 

*

 

Come si ambientano i gatti?

Dando loro il tempo di ambientarsi da soli. Ogni intervento umano, anche affettuoso, ottiene l’effetto contrario, perché l’unica risorsa di un gatto, in mancanza d’immaginazione e di pensiero, è l’abitudine, e i tentativi del padrone di aiutarlo interrompono il processo di assuefazione. Un cane, invece, non si ambienta mai: per lui, anche dopo dieci anni, il luogo in cui vive è “casa” solo se le persone con cui lo condivide sono lì.

 

*

 

Cosa farò da grande? Il geometra!

Ottima scelta, se ti conforta l’idea di trascorrere il resto della vita ubbidendo

senza discutere. Altrimenti, punta a un lavoro che al datore del medesimo sia impossibile predeterminare e controllare per intero.

 

*

 

I ciellini sono ingenui?

Probabilmente sì. Ingenuo, infatti (etimologicamente) è colui che alla nascita non è stato preso dal padre sulle proprie ginocchia. Il neonato non riconosciuto, non accettato, non amato. E abbandonato. Ciò non toglie, però, che negli affari i ciellini possano essere astuti come volpi: ingenuo, infatti (etimologicamente) è anche l’opposto di genuino.

 

*

 

Tutti si voltano

Verso dove? Verso di te o dalla parte opposta?

 

*

 

Linsegnante che mette in castigo i bambini dellinfanzia

Che differenza c’è tra mettere in castigo e mettere in prigione? Mai capito. Il castigo è una pena detentiva. È una minaccia, un ricatto d’abbandono, un abbandono di fatto. L’insegnante che mette in castigo è un insegnante che rompe il rapporto col bambino, lo allontana, lo isola, proprio nel momento in cui il rapporto è più necessario al bambino.

 

*

 

Testardaggine dei bambini

Hai mai provato a chiamarla resistenza dei bambini? Se lo farai, ti garantiamo che non solo la tua vita familiare, ma il mondo intero ti sembrerà diverso.

 

*

 

Bambini e senso del dovere

I bambini, non avendolo, ci insegnano che il senso del dovere non è natura umana. Naturale è fare le cose per bisogno (fame, sete, ecc.), per realizzarsi (diventare più bravo, più sapiente, più fantasioso, ecc.) o per puro piacere. I doveri li hanno inventati le istituzioni e le società autoritarie, fondate sull’imposizione di fatiche sgradevoli agli schiavi, ai servi della gleba, ai reietti, agli sfruttati. Se non esistessero doveri, né i bambini né noi avremmo difficoltà a comprendere, quando ci sentiamo costretti a fare una cosa, che essa ci sembra tale solo perché non siamo ancora riusciti a scoprire il piacere che può darci. O perfino la gioia.

 

*

 

Bambini selvaggi

Sono, sempre, bambini abbandonati.

 

*

 

Bambini nascosti

Certo. Quando c’è in giro gente pericolosa, i bambini si nascondono. Se poi intendi dire che non vedi bambini in giro quando in giro ci sei tu, be’, allora vuol dire che è di te che hanno paura.

 

*

 

Azzerare il rettiliano

Tranquillo (o tranquilla), dentro di te non c’è alcun rettile. Il cervello rettiliano è una fandonia (tale e quale il peccato originale) messa in giro da chi vuol convincerci che veniamo al mondo con un mostro dentro. Perché? Per giustificare gli apparati di controllo delle menti (religioni, ideologie, mode) e dei corpi (istituzioni, rapporti autoritari) che a loro e ai loro padroni garantiscono potere e ricchezza. (Non ti convince? Dici che a volte ti senti proprio un rettile dentro? Va be’, ma perché azzerarlo? Un periodo di affettuosa e fantasiosa evoluzione interiore può trasformarlo in una simpaticissima creatura. Altrimenti, non ti resta che andare a costituirti).

 

*

 

Maestra, ti voglio bene!

Nelle Scuole elementari queste bellissime parole vengono davvero pronunciate, qualche volta. Collocando microfoni nascosti nelle aule si potrebbe ridurre lo stipendio delle (e degli) insegnanti del 10% per ogni anno in cui nessuno dei loro alunni le pronunci. Al decimo anno scatterebbe il licenziamento. (Frasi come Maestra, ti odio! o come Sei una maestra brutta e cattiva! non verrebbero prese in considerazione). Nella Scuola secondaria bisognerebbe invece escogitare altri metodi di (s)valutazione, perché i più grandi, anche quando sentono di voler bene ai professori, si vergognano (o temono) di manifestarlo. Si potrebbe contare quante volte gli sorridono...

 

*

 

Come fanno lamore i conigli?

Forse cercavi quanto fanno l’amore i conigli, poiché è nella quantità, più che nella qualità, che quei prolifici mammiferi son più bravi di noi... Ma perché ti interessa? Ti sei convinto (o convinta) di esser finito (o finita) per errore in un corpo umano e mediti il salto di specie? In tal caso, più che i conigli, ti consigliamo vivamente gli scimpanzè bonobo. Se la spassano da non credersi.

 

*

 

Nella villa dozio

Forse cercavi la villa d’Orazio di Licenza. Ma una villa d’ozio è meglio.

 

*

 

Vesti Walter Veltroni

No, per carità! Non siamo bravi come il bimbo della favola, che vide sùbito che il re era nudo, abbiamo fatto tanta fatica ad aprire gli occhi: se adesso qualcuno lo riveste, quello potrebbe farci fessi un’altra volta.

 

*

 

Quando gli uomini vogliono unaltra, da cosa si capisce?

Dal fatto che tu te ne accorgi.

 

*

 

Mi sento circondata più da nemici che da amici

Butta il televisore fra i rifiuti ingombranti, cara amica (anche perché è il televisore che cerca in continuazione di indurti a odiare, disprezzare e temere i tuoi simili) e annuncia che d’ora in poi, in casa tua, o lui o tu. Chi ne sarà lieto (ma dagli, magari, qualche giorno di tempo per acclimatarsi) è tuo amico, chi ti metterà il muso è il nemico. Sul lavoro, invece, fa’ vedere che ti piace, t’impegna, ti appassiona: il collega che non lo sopporterà ti odia, quello che lo troverà naturale ti ama. Mentre il tuo capo, al contrario, si congratulerà con te se ti vuol male, si preoccuperà se ti vuol bene.

 

*

 

Viziare le figlie e maltrattare il maschio

Son due forme di maltrattamento analoghe. Viziando il maschio e maltrattando le figlie, infatti, l’istupidimento, l’odio e l’infelicità che si rischia di arrecare a entrambi sono i medesimi. Se sei tu che tendi a comportarti così, chiedi scusa ai tuoi figli e cercati un bravo psichiatra. Se invece è il (o la) coniuge, chiedi scusa ai tuoi figli per averlo sposato (o per averla sposata) e manda dallo psichiatra lui (o lei).

 

*

 

Qual è il carattere della zitella senza figli?

Una gagliarda propensione a godersi la vita. O, all’estremo opposto,

un’insana passione per i lettoni deserti. Difficile dirlo, senza conoscere la signora in questione... Ma quale sarà, invece, il tuo carattere? Una maligna e infelice tendenza a fantasticar miserie sulle tue povere amiche?

 

*

 

Perchè voglio fare l’insegnante?

Questa è facile: perché vuoi restare disoccupato (o disoccupata) fino al giorno in cui in Italia ci sarà una Sinistra vera, e l’Italia, dal canto suo, si sarà decisamente e definitivamente spostata a Sinistra.

 

*

 

Scherzi da fare in gita

Il migliore è sempre quello di non andarci. Non puoi neanche immaginare quanto te ne saranno grati e quanto si divertiranno senza di te.

 

*

 

Conversazione in Sicilia (non speranza)

La non speranza, in Conversazione in Sicilia, è quella di credere il genere umano perduto ed essere, nondimeno, quieto, non aver febbre di fare qualcosa in contrario, solo furori astratti, senza sangue. La non speranza è vedere l’orrore, saperlo, capirlo, perfino indignarsi, razionalmente, e tuttavia non aver più sentimenti né affetti da cui scaturiscano azioni contro l’orrore.

 

*

 

Braccialetto satellitare da mettere ai polsi dei giovani

Sarebbe l’espressione tecnologica delle religioni e ideologie per le quali gli umani nascono mostruosi, e mostruosi (sotto sotto) restano per tutta la vita. Gli adulti persuasi di ciò stabiliscono con i bambini e i ragazzi ― piccoli King Kong da tener sempre in catene ― rapporti basati sul disprezzo, la diffidenza, un autoritarismo umiliante (in quanto permeato di sfiducia) e continui tentativi di manipolazione e controllo.

 

*

 

Il padre arrabbiato gli dà un ceffone e lui in lacrime va nella sua stanza

Piangerebbe anche tuo padre (e forse lo fa) se si rendesse conto di averti colpito ― fallendo il rapporto con te come rapporto fra umani ― perché in quel momento (sperando che sia stato un momento, e non una radicata follia) non ti ha distinto da una bestia. Cerca, anche per il suo bene, di dimostrargli creativamente che invece sei umano. Ma, se non ci riesci, studia col massimo impegno, trovati un lavoro e separati da lui. (P.s.: sei sicuro di non esserti talvolta comportato in modo un po’... bestiale? In tal caso, cerca d’ora in poi di evitarlo, o accrescerai la sua confusione!)

 

*

 

Si stava bene, io dissi e lo pensai

Sì, è vero, lo dicemmo (e lo pensammo) anche noi. Oggi, invece, si sta male in Italia. E lo pensiamo e lo diciamo.

 

*

 

Insegnante che ignora scolaro

Un insegnante che ignora è un insegnante ignorante. E lo scolaro, se non vuol realizzarsi come ancor più ignorante, può e deve fare di tutto (salvo comportarsi in modo pericoloso o violento) per costringere l’insegnante a desistere dall’ignorarlo. Un suggerimento? Scrivi (e leggi in classe) un racconto di almeno dieci pagine in cui un insegnante, per ignorare un alunno, va incontro a ogni sorta di comiche o grottesche disavventure...

 

*

 

Docenti scuola materna: come comportarsi in mensa?

Possibilmente, senza scambiare i bambini per oche da ingrasso. Evitando, cioè, di inchiodarli alla sedia, mentre gli altri giocano, per costringerli a mangiare ciò che non gli va. I bambini, infatti, sono esseri pienamente umani (anche se non tutti i docenti se ne rendono conto), l’alimentazione forzata di un essere umano è proibita dall’articolo 32 della Costituzione (La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana) e il regime fascio-teocratico non potrà imporla. O, quand’anche lo faccia, nessuno sarà tenuto a ubbidire. Neanche i docenti di scuola materna.

 

*

 

Il vivere dell’attimo impercettibile

Non vi sono attimi impercettibili. Fa’ più attenzione, cara amica o amico, e percepirai (e vivrai) ogni singolo attimo. (Ma questa affermazione non può essere invocata come una garanzia, da parte nostra, che ogni singolo attimo sia piacevole).

 

*

 

Temario: cosa prova un bambino quando nevica...

Una piacevolissima premonizione di scuola chiusa?

 

*

 

Come trattare i prepotenti

Spiegagli che fanno i prepotenti perché ce l’hanno troppo piccolo. Digli che il metodo che finora hanno usato per allungarlo, ancorché piacevole, non funziona e rischia anzi di storcerlo. E suggeriscigli, invece, di legarlo con una lenza a una grossa pietra e di buttare il tutto dalla finestra. Se ti daranno retta, te ne libererai per un po’. Se non lo faranno, puoi sempre minacciarli di ricorrere a un bel grafico alla lavagna.

 

*

 

Gianni Alemanno buddista

Cerca di capire: essere neofascista già significava aver nella zucca il vuoto assoluto. Figurarsi un ex neofascista: il vuoto nel vuoto nel vuoto nel vuoto... Naturale (e perfino commendevole) che l’Alemanno tenti in qualche modo di riempirlo: disgraziatamente, però, il vuoto è attratto dal vuoto.

 

*

 

Marilyn Monroe nuda

Ti accontentiamo, caro amico: clicca qui, e vedrai Marilyn Monroe (quasi) nuda. E non è tutto: stiamo studiando la possibilità di dedicare un’intera pagina di ScuolAnticoli alle più belle donne di ieri e di oggi!

 

*

 

Cosa causa uneducazione troppo severa e rigida nel bambino

Delle due l’una: o il bambino, con gran dispetto del falso educatore, si realizza creativamente liberandosi di lui. Oppure accetta l’immagine di sé che il falso educatore gli propina e si convince di essere un pazzo stupido e violento. Per poi liberarsi di lui in maniera pazza, stupida e violenta.

 

*

 

Come fare capire a un ragazzo che non deve darla vinta a suo papà che sbaglia a giudicare male la sua ragazza?

Digli che, se lo fa, per tutta la vita avrà in mente il fantasma di suo padre ogni volta che sarà con una donna.

 

*

 

La sua impazienza mi irritava

Il fatto è che non ti andava, ma non osavi dirglielo. Quindi è in te che qualcosa non va. O perché non ti andava, o perché non osavi dirglielo. O per entrambe le cose.

 

*

 

Frasi affettuose per bambini

Che ne dici di Ogni volta che ti vedo mi si riempie il cuore di così tante frasi affettuose, che non ho bisogno di cercarle su Internet?... Sì, lo so, il bambino (o la bambina) potrebbero ribattere: Per esempio?... Ma vedrai che a quel punto, in piena emergenza, te ne verranno in mente chissà quante. Altrimenti, la cosa più affettuosa che puoi fare per loro è suggerirgli di chiedere a un giudice di affidarli ad altri.

 

*

 

5 in condotta per i bulli

Mettersi a scrivere, davanti a un bambino o a un ragazzo che si comporta in modo manifestamente pazzesco ― qualsiasi cosa tu scriva: voti, note sul diario o ponderose relazioni che nessuno leggerà mai ― è un comportamento manifestamente pazzesco. Te l’immagini un chirurgo che al momento di operare d’urgenza si metta a scrivere? Scrivere dovevi, certo, e studiare, e pensare, ma prima, non ora: ora devi stare con lui. Se puoi, senza fare il bullo (vattene fuori!) né dimostrare la tua totale inettitudine (chiamo il preside, chiamo i tuoi genitori, chiamo Maroni!)...

 

*

 

Testo per convincere i compagni a non guardare la tv

Ci sarebbe il nostro classico L’abuso di tv come possibile concausa di lesioni cerebrali e demenza... Ma tentare di metter paura ai tuoi compagni non va bene. Prova, piuttosto, a telefonargli proprio mentre vanno in onda i loro programmi preferiti. Se non ti mandano a quel paese ― cioè se non sono incurabili ― tienili al telefono il più a lungo possibile e produciti in una performance comunicativa così intrigante da distrarli dal teleschermo. Cerca di indurli ad alzarsi, a muoversi, a uscire di casa. Tròvati un alleato, se sei una lei, o un’alleata se sei un lui: in due, dividendovi i compagni a seconda del sesso, otterrete di più. Altrimenti mandateli tutti a quel paese e andate a divertirvi voi due.

 

*

 

La foresta precede luomo, il deserto lo segue

Vera solo la prima parte. Il deserto, invece, segue certi uomini. Dire che segue l’uomo, in generale, significa dire che tutti gli esseri umani sono violenti e distruttori per natura. Cioè tifare per il deserto. O per lo sterminio dell’Umanità.

 

*

 

Brutte esperienze con i membri di Comunione e Liberazione

Ben ti sta: così impari a frequentare certa gente.

 

*

 

Un luogo che amo: il mare

Anche noi lo amiamo molto, caro amico (o amica) e una delle sue caratteristiche che ce lo rendono più caro è proprio quella che in realtà il mare non è un luogo. Hai notato che non si riesce a dargli un nome? Dove finisce il mar Ligure e comincia il Tirreno? L’Adriatico non è forse anche Mediterraneo? Cosa impedisce alle onde del Pacifico di diventare onde dell’Atlantico? I luoghi ― quelli veri ― non si comportano in questo modo: Venezia non è anche Mestre, per esempio. (O sì?...) Chissà, forse un giorno anche i luoghi impareranno dal mare a non esserlo, e si potrà pacificamente sostenere che niente, in effetti, impedisce alle genti di Romania di diventare genti d’Italia, e viceversa. Come quando eravamo molto, molto piccoli, e le parole non avevano ancora cominciato a tracciare (precari) confini tra le onde (sonore) dei nostri gorgheggi.

 

*

 

Il ruolo della madre in Conversazione in Sicilia

Un intero libro non basterebbe, forse... Ma pensa alle sue mani rudi e spicce, quasi maschili, dure nella notte: impossibile rassegnarsi a esse, bisogna partire, andar via lontano a cercare una donna che sia donna, odalisca, quando tocca. E tuttavia può accadere che questa donna che sia donna noi non riusciamo a far sì che ci venga incontro ― o forse è la quiete della non speranza, in un tempo in cui il genere umano è perduto, a portarcela via ― e che la madre, allora, come la Sicilia, come ogni cosa al mondo al tempo dell’infanzia, resti purtroppo quanto di più vero abbiamo trovato nella vita prima di partire in cerca di qualcosa più vero ancora: il passato da cui non possiamo non separarci; la nostalgia che sappiamo pericolosa; la bellezza nella quale intravediamo brutture; l’amore che non del tutto è amore.

 

*

 

La deontologia del professionista psicologo fra tutela dell’utente e rapporto con i colleghi

Problema grave. Da insegnante posso solo dirti, caro amico (o amica), che voler tutelare quello che (chissà perché) chiami freddamente l’utente porta spesso a scontrarsi con i colleghi, mentre voler tutelare il rapporto con i colleghi (e con i superiori, e con le autorità politiche e culturali, e con la Società costituita) conduce il più delle volte a fregarlo, l’utente. Scegli tu: vuoi essere uno psicologo o una marionetta?

 

*

 

Bar Scialanca

È questo, caro amico (o amica), sei arrivato (o arrivata), non devi più cercare: accomodati, fa’ come se fossi a casa tua, sèrviti, prendi quel che vuoi!

Al Bar Scialanca è tutto gratis!

 

*

 

Come difendersi dalle ingiustizie dei professori?

Abbiamo già risposto a questa domanda: clicca qui!

 

*

 

Se lei ti guarda fisicamente, perche lei ti guarda?

Delle due l’una: o ti desidera fino al rapimento o la disgusti fino alla fascinazione. Tuttavia, visto che a quanto pare sei un tipo che ha bisogno che gli si spieghi perché le donne guardino gli uomini, onestamente propendiamo per la seconda ipotesi.

 

*

 

Nauseata

Come ti capiamo, cara amica!

Ma vieni a trovarci, e scoprirai che c’è anche chi nauseante non è...

 

*

 

Doveri maestra elementare

Doveri? Nessuno. I doveri sono gli input di chi è diventato una macchina. Mentre tu sei una maestra elementare perché ogni giorno desideri, ami e soffri di esserlo. I doveri sono per chi se non ha doveri scappa, si dilegua, sparisce mille miglia lontano. Mentre tu sei con i bambini perché non puoi non esserci. I doveri sono per i missionari e i martiri dell’insegnamento, mentre per te sarebbe un sacrificio non insegnare.

 

*

 

Accusando in tal caso ricevuta significa...

Che devi avere le prove di ciò che affermi, altrimenti Ricevuta ti può denunciare per calunnia e querelare per diffamazione.

 

*

 

Qual è la morale della fiaba Giricoccola?

Le sorelle di Giricoccola ― che ignorano fino alla fine di esser già stecchite, cioè già rigide e dure per esser morte dentro ― filano duro argento e duro oro e invidiano la morbida seta di Giricoccola ch’è fantasia, immaginazione, creatività. Cercano di confondere le acque scambiando i fili, chiedono a una maga di trasformarla in una statua ancor più dura e rigida di loro: non funziona. Poiché c’è una resistenza, nell’indeterminazione del rapporto umano con la realtà, che è più forte di qualsiasi grado di durezza che si possa raggiungere disumanandosi per adattarsi alla realtà.

 

*

 

Come creare vestiti da bambina?

Domanda difficile, cara amica. Hai provato a rivolgerti a quella fata che creava abiti meravigliosi canticchiando, mentre i suoi amici topini tagliavano stoffe e i loro colleghi passerotti facevano incontrare a mezz’aria i fili e le crune degli aghi?

 

*

 

ABITI DA TRAPEZISTA

Spiacenti: qui abbiamo solo abiti da peripezista.

 

*

 

Vesti Berlusconi da cretino

Lascialo nudo: si vede meglio.

 

*

 

Andare quattro volte di corpo in un giorno nei bambini

Ti giungerà forse nuova, caro amico (o amica), ma da alcuni millenni esistono persone, chiamati medici, il cui compito è proprio quello di rispondere a domande come questa. Google non ha modo di sapere come mai il tuo bambino stia andando di corpo quattro volte al giorno: un medico, invece, lo visiterà, capirà cosa gli accade e ti dirà cosa devi fare. (P.s.: Se per caso non conosci alcun medico, scrivici! Saremo lieti di consigliartene uno). (P.p.s.: Non è che li stai ingozzando come maialini, i tuoi bimbi? Non sei mica la strega di Hänsel e Gretel, vero?)

 

*

 

Medicina ho uno strano luccichio agli occhi

Perché non vai da un oculista? E poi che cos’è un luccichio agli occhi? Significa forse che vedi luci che non ci sono? In tal caso, devi rivolgerti a uno psichiatra. O intendi dire che i tuoi occhi, prima spenti come due schizzi di mota su una lapide, ora brillano come le pupille di un vivo? In tal caso, tutto dipende dal tipo di luccichio: se non è di natura assassina, vuol dire semplicemente che quel che stai guardando ti piace un casino.

 

*

 

Docente a rischio percosse

Se ci poni questa domanda, caro (o cara) collega, vuol dire che hai già

concluso di non poterti rivolgere alle Forze dell’ordine, di non poter chiedere aiuto ad amici robusti e di non essere in grado di ricorrere ― come sarebbe tuo diritto ― a una qualche forma (non eccessiva) di legittima difesa. Non ti resta dunque che far presente a chi ti minaccia che le sue percosse creerebbero fra voi un’intimità fisica troppo intensa perché tu possa sopportarla senza disgusto. Vedrai: ci sono buone probabilità che la prospettiva faccia schifo anche al tuo aggressore.

 

*

 

Slealtà degli adulti

È ne Il buio oltre la siepe, quando Jem domanda al padre perché non abbia colpito il razzista che gli ha sputato in faccia chiamandolo amico dei negri: “Se l’avessi fatto,” risponde Atticus, “non avrei più potuto dire a te e a Scout cosè giusto e cosè sbagliato”. Gli adulti sleali, invece, credono di aver diritto alla fiducia e all’obbedienza dei bambini a prescindere da ciò che fanno e da come si comportano. Giudicano i bambini in continuazione, ma non danno alcuna importanza al loro giudizio. Fanno un rapporto che non è mai alla pari, e questo è disprezzo. È trattare i bambini come bestie, è mettere in dubbio che siano umani.

 

*

 

Narra un fatto accaduto o inventato che potrebbe accadere davvero

C’era una volta un ragazzo (o una ragazza) che domandò a Google: “Narrami un fatto accaduto o inventato che potrebbe accadere davvero”. E Google ripose: “C’era una volta un ragazzo (o una ragazza) che domandò a Google: <Narrami un fatto accaduto o inventato che potrebbe accadere davvero>. E Google rispose: "C’era una volta..."” (Puoi continuare quanto vuoi!)

 

*

 

Come riconciliarsi con la mamma che ti considera la sua bambina

Toglile la paghetta per un mese, chiudila in casa per un settimana e nascondile il telecomando. Vedrai che capirà cosa vuol dire... (Questa risposta è di Eleonora: grazie, figliola!)

 

*

 

Punizioni ortiche schiena

È roba da monache, e dobbiamo confessare la nostra ignoranza in materia. Hai provato a scrivere alla Binetti? Dvd consigliato: Magdalene, di Peter Mullan, Leone d’oro alla Mostra di Venezia del 2004.

 

*

 

Un consiglio per il passaggio dalla scuola pubblica a una scuola privata...

Lascia perdere, le scuole private sono per i poveretti: così maltrattati fin dalla nascita, che in quelle pubbliche non ce la fanno.

 

*

 

Autostima scolaro che fare

Per un’autostima così così, arriva puntuale e non fare assenze. Per un’autostima a prova di bomba, interessati più a loro che alle chiacchiere dei tuoi colleghi. Ma dev’essere una cosa sincera, perché a far finta son buoni tutti.

 

*

 

Licio Gelli Rignano Flaminio

Interessante ipotesi. Hai le prove? Due piccioni con una fava: sarebbe un colpaccio.

 

*

 

Così si uccidono le maestre

Non serve. Non sono umane. Verrebbero a farti il solletico ai piedi nei tuoi incubi.

 

*

 

La più bella pagina del Giovane Holden di Salinger

Secondo noi, la penultima. Quando Holden ritrova la voglia e il piacere di essere in rapporto con i suoi simili scoprendo quanto la sorellina è importante per lui.

 

*

 

Interpretazione sogni: orecchie grandi coniglio

Prova a giocarti l’11. O l’88. Vuoi un’interpretazione più intelligente? Eccola: orecchie grandi del coniglio = un rapporto più intenso con la realtà ti guarirà dalla fifa.

 

*

 

Docenti non in grado di entusiasmare i ragazzi

Sono i docenti che non sono più (o mai sono stati) in grado di entusiasmarsi per quel che insegnano. Come differenziarsene? Semplice: appassionandosi a qualcosa (a qualsiasi cosa) quanto basta per preferirla (almeno) all’80% dei programmi televisivi serali. E poi andare a insegnarla.

 

*

 

Cosa dire alla collega prepotente

“I prepotenti, cara collega, sono quelli che i genitori trattarono talmente come bestie da convincerli di esserlo. Ma è solo un’allucinazione, credimi: tu sei un animale speciale, un animale umano! Anziché con la forza, puoi ottenere ciò che vuoi: 1, con le bugie; 2, con l’inganno; 3, con la creazione di seducenti fantasie che inducano gli altri a darti retta. Quest’ultimo metodo è il migliore: ti attirerà molte invidie, certo, ma ― in una Società non troppo bigotta ― difficilmente ti porterà in galera o sul rogo.”

 

*

 

Tipi di pesce nellAniene

Tutti d’allevamento. Li buttano in acqua e li ritirano sù in continuazione.

Ma in realtà anche i pescatori (come, del resto, i cacciatori) sono d’allevamento. La differenza è che agli animali si getta mangime, a pescatori e cacciatori si gettano animali, e dagli uni e dagli altri si pescano (o si cacciano) voti. Per farne che cosa? Per mangiarci sù.

 

*

 

La tv ha colpa del bullismo?

La tv rimbecillisce, non fa diventare bulli, e in genere ci mette decenni. Ma è anche vero che la pubblicità, degradando i Bambini a consumatori, e certi genitori, usando la tv per toglierseli di torno, comunicano loro un’immagine di sé che trasformerebbe in una iena perfino una farfalla.

 

*

 

Fare linsegnante vuol dire...

Essere, per i Bambini e i Ragazzi, l’ultimo Adulto che incontrano prima di diventare adulti a propria volta. E correre, se l’incontro è deludente, il più alto rischio d’impazzire dopo quello di chi fa il genitore. (Escluse, naturalmente, le attività che neppure s’intraprendono se non si è già pazzi prima).

 

*

 

Perché un uomo ti guarda negli occhi?

Per vederci dentro chi è. Perciò non essere troppo dura.

 

*

 

Come prendere i terzaroli e tenere le borose?

Hai provato a prendere i terzaroli coi denti? Dicono che sia efficacissimo contro la carie e la placca. A condizione, s’intende, che le vele siano di ottima qualità.

 

*

 

Indecisione dei bambini nello scrivere

Il fatto che tu creda che solo i Bambini siano indecisi nello scrivere dimostra che è passato moltissimo tempo dall’ultima volta che hai tentato di scrivere qualcosa.

 

*

 

Dama di compagnia

La stiamo cercando anche noi. Vogliamo unire le nostre forze? Forse è più facile, la prima volta, se si esce in quattro...

 

*

 

Personaggi brutti ma buoni diventati cattivi

Sono dolci biscottini (in genere fatti in casa) trascurati per troppo tempo e lasciati al buio nella credenza finché non sono andati a male.

 

*

 

Come spiegare la Shoah ai bambini?

Aspettando con pazienza che siano abbastanza grandi da sostenerne la spiegazione.

 

*

 

Vestiti per ragazze da rep

Cercavi forse “vestiti per ragazze da rap”?

 

*

 

Wendy nella storia di Peter Pan comè, cosa fa, il carattere

Molto carina. Ma minuscola, crudele e gelosa. Un’immagine femminile piena di paura e di disprezzo per le donne, che fa il paio con quella di Peter Pan, piena di disprezzo e di paura dei bambini.

 

*

 

Filastrocche e lavoretti per la festa della mamma

Ma ci mancano ancora quattro mesi! Rilassati!

(Oppure vai sulle pagine della Maestra Cristina...)

 

*

 

Noooooo

E invece sì, purtroppo. Scusaci tanto!

 

*

 

Immaginate di presentarvi a una persona sconosciuta. Come vi descrivete?

In primo luogo, come una persona che è lieta di conoscerla.

 

*

 

Abiti bambini poveri nel tempo

Prova a digitare semplicemente “stracci”. O “rags”, se vuoi più risultati.

 

*

 

Quale è la piu bella parte dellAndalusia?

Le Andaluse, caro amico. E gli Andalusi, cara amica.

 

*

 

In quale libreria trovo linfanzia rimossa?

Ovvio: nella tua, se possiedi ancora i libri di quando eri piccolo o piccola. Altrimenti, puoi cercare di ritrovare e acquistare su MareMagnum le stesse edizioni di allora. In entrambi i casi, però, l’infanzia rimossa tornerà al suo posto solo se quei libri li rileggerai da cima a fondo e con tutta calma. Importanti soprattutto le illustrazioni: cerca di entrarci dentro, come facevi allora. Se non ci riesci, rivediti Mary Poppins.

 

*

 

Ah, se la cetra fosse là fuori, potresti udire la sua musica!

Ma c’è! Tant’è vero che la udiamo benissimo.

Clicca qui (10 mega di download) e potrai udirla anche tu!

 

*

 

Non gli piaccio perchè sono grassa, è possibile?

Può darsi. Ma è anche possibile il contrario: che tu sia grassa perché non gli piaci. O perché lui non piace a te. O perché nessuno è ancora riuscito a piacerti più del cibo. O per motivi che hanno niente a che vedere con le vostre dimensioni. O forse è lui che è troppo magro. Domande che devi farti non da sola, ma con lui. Ma bada: niente diete se non sotto controllo medico. Specialmente se il giovanotto è proprio il tuo medico.

 

*

 

Sono la pace, sono rinchiusa

Resisti! Stanno massacrando uomini, donne e bambini per venire a liberarti!

 

*

 

Alunni silenziosi

Prova a chiedergli di farti delle domande, caro (o cara) collega. O, ancora meglio, prova ogni tanto a tacere finché non diranno qualcosa loro. Se, nonostante ciò, resteranno ancora in silenzio, controlla se respirano.

 

*

 

Io e linsegnante che è in me

Davvero ne hai uno? Allora, prima di tutto, aumentagli lo stipendio.

 

*

 

 Ho tantissimi amici

Ci fa tantissimo piacere. Non dimenticare, però, la legge di Harvey: Avere più amici di quelli che ti è possibile presentare a un enorme coniglio rosa senza dimenticare alcun nome o cognome accrescerà l’entropia dell’intera comitiva fino a renderla irreversibile entro e non oltre la mezzanotte.

 

*

 

Cosa vuol dire: marinare la scuola

Bella domanda. In buona sostanza significa infarinare la scuola, friggerla in olio e immergerla poi in aceto aromatizzato con alloro, rosmarino o altri aromi. O anche metterla a frollare, immergendola in aceto o vino aromatizzato, affinché perda l’odore di selvatico che talvolta la caratterizza. Una volta marinata, la scuola si conserva a lungo, senza alterazioni, anche fuori dal frigorifero, e si può dunque tranquillamente rimandarla al giorno successivo e andarsene a spasso.

 

*

 

Descrizione di Olimpia Spallanzani

È “una donna molto alta e snella, di proporzioni armoniose, vestita splendidamente... Di solito tiene le mani giunte e le braccia appoggiate a un piccolo tavolino davanti a lei. Il suo viso è angelico”, ma “i suoi occhi hanno una strana fissità, non hanno forza visiva... Pare che dorma a occhi aperti”. Il suo corpo è “bellissimo” ma rimane “ore e ore immobile nella stessa posizione, dura e impalata come una statua...” Questo, e altro, nella celeberrima fiaba di E. T. A. Hoffmann (1776 - 1822) che puoi leggere cliccando qui!

 

*

 

Cosa rispondere ai figli quando domandano come nascono i bambini

Raccontargli come sono nati loro potrebbe essere un’ottima idea. Le storie d’amore piacciono ai bambini.

 

*

 

Sentire toccare annusare gustare guardare

Che altro possiamo fare? Per poi sognarci un po’ sù.

 

*

 

I rimproveri e i castighi servono ai bambini di età 10 anni?

Non pensarci nemmeno. I baci, le frasi affettuose, i doni, son forse cose che ci scambiamo perché servano? Lo stesso accade quando ci arrabbiamo: non è un’attività diretta a uno scopo: è che l’altro ci ha fatto star male. E l’altro, se ci vuol bene, ne sarà dispiaciuto. Ma fare qualcosa perché serva, tra esseri umani, è sempre una manifestazione di disprezzo.

 

*

 

Il padre e il senso del dovere nel bambino

Si fa bene solo ciò che si fa con piacere (come gli altri animali) e con gioia (come solo gli umani). I bambini ci guardano. È bene che vedano che le nostre gioie sono innumerevoli; che i piaceri, benché non infiniti, sono incomparabilmente più numerosi di quelli del gatto o del cane di casa. E che per dovere, tutt’al più, passiamo l’aspirapolvere.

 

*

 

Ragazzi che non vogliono studiare

Anche lo studio, come ogni altra cosa, è tanto meno sopportabile quanto meno è un piacere e una gioia. Quanto più è un dovere. I ragazzi che studiano, se lo fanno solo per dovere, sono detti secchioni (o, almeno, così erano chiamati ai nostri tempi). Poi ci sono ragazzi che dallo studio, nonostante la fatica che costa, traggono (anche) un certo piacere, una certa gioia. Che col tempo (se non aggrediti da squallidi insegnanti che non ricavano né piacere né gioia da ciò che fanno) diverranno sempre più intensi. Sono ragazzi, noi crediamo, il cui naturale desiderio di conoscenza non è stato ostacolato e fatto sentire colpevole fin dai primi anni. Ragazzi, i cui genitori (e poi gli insegnanti) traevano e traggono piacere e gioia dal parlare con loro.

 

*

 

Bambino interiore

È il bambino (o la bambina) del (o della) quale ognuno di noi è la macchina del tempo. Ogni tanto scende e se ne va per i fatti suoi. Può tornare poco dopo, o non farsi rivedere per un pezzo. Ogni volta che sale a bordo è un bel momento. Quando è dentro, il tempo passa ― alla velocità che piace a lui (o a lei); quando è via, non passa mai. Se non torna più, dobbiamo purtroppo dedurne che siamo morti. O quasi.

 

*

 

Idee su un racconto sui jeans

Quante ne vuoi, caro amico o amica. La grande Gara mondiale di velocità (a coppie) nell’infilarsi e sfilare i jeans, con lei che li infila a lui e lui che li sfila a lei. L’uomo che incontrò un giorno i propri jeans che se ne andavano a spasso da soli per la città, e con profonda vergogna si accorse di essere in mutande. I jeans del diavolo, nelle cui tasche le mani restavano imprigionate per sempre o― peggio! ― si perdevano e nessuno riusciva più a ritrovarle. I jeans del papa, magici e prodigiosi, che si tramutavano in una gonna ogni volta che cercava di indossarli... Ne volessi, di storie, quante potremmo dartene.

 

*

 

Tuta da ginnastica in gita?

Perché no? Perché non ci dovremmo vestire come ci pare e piace?

 

*

 

Racconta la storia di Pinocchio al giorno doggi

Al giorno d’oggi, Pinocchio sarebbe un Bambino vero in un mondo di Adulti trasformati in asini e burattini di legno da una banda di imprenditori dell’istupidimento. Una bella Fatina lo guiderebbe fino al Paese dei Balocchi (convincendolo a non dare retta a Lucignolo, un quasi-Adulto che invece vorrebbe farlo restare nel mondo degli Adulti), lì ritroverebbero tutti gli altri Bambini e insieme a loro crescerebbero felici e contenti. Senza dimenticare, ogni tanto, di aprire le porte del Paese dei Balocchi per lasciar entrare qualche Adulto sano di mente in fuga. Come Geppetto, che si sarebbe salvato dalla televisione, dal consumismo, dalla globalizzazione e dalla crisi economica nascondendosi per trent’anni nella pancia di una balena.

 

*

 

Bar Streghe cattive Marano

Grazie per la segnalazione! Non sapevamo di questo bar delle Streghe cattive a Marano. Appena ci sarà possibile andremo a visitarlo, perché le Streghe ci interessano molto. Anzi: più sono cattive, più ci interessano.

 

*

 

I 3 capelli d'oro del diavolo

Se l’Inferno esistesse, caro amico o amica, una volta all’anno e per un istante il Diavolo avrebbe un diavolo per capello. In quell’istante, per un istante, tre dei suoi tredici miliardi di capelli brillerebbero come l’oro. E ogni dannato che li vedesse ― qualunque sia stata la sua colpa ― si ritroverebbe all’istante in Paradiso. Se il Paradiso esistesse.

 

*

 

Un lume alla finestra: inventa una novella a sfondo natalizio

Quando Babbo Natale fu bandito perché si arricchiva a spese dei genitori, la notte del 24 fu imposto l’oscuramento: nessuna luce doveva segnalare a lui e alle sue renne città, villaggi e case isolate... Ora continua tu, caro amico o amica. Ti suggeriamo due finali: 1. Un bimbo ribelle accende una luce e si becca tutti i regali del mondo; 2. Il governo fa lasciare accese le luci delle carceri, Babbo Natale viene catturato e la chiave della cella gettata in mare. (Colpo di scena 1: il bimbo muore schiacciato sotto i doni. Colpo di scena 2: la Corrente del Golfo porta la chiave fino in Lapponia e una renna la ripesca.)

 

*

 

Immagini che scrivi quello che vuoi

Quello che vuoi, caro amico o amica, è quello che vuoi tu”. Non puoi chiedere a Internet che cos’è che vuoi, sei tu che devi dirglielo! Non sai quello che vuoi? Ma sì che lo sai!...

 

*

 

Movimento ambiguo

Per i fisici, un movimento ambiguo è un movimento del quale è impossibile determinare se stia avvenendo o meno. Diversamente da quasi tutti i fenomeni quantistici, questo è facilmente (ancorché introspettivamente) osservabile ogni volta che si prova attrazione e al contempo repulsione per un oggetto.

 

*

 

Casacche da bowling

Come mai questa ricerca ti abbia portato su ScuolAnticoli, caro amico o amica, è per noi un mistero. A ogni modo, se per te fa lo stesso, noi conosciamo molte Cosacche amanti del bowling. Scrivici!

 

*

 

Offese da un graduato

Getta la divisa alle ortiche, caro amico! Oppure, se questo non ti è possibile, evita di rifarti su chi è ancora più debole di te: sarà come non aver più la divisa addosso.

 

*

 

Al tempo dei nostri nonni si viveva meglio di oggi?

Solo se erano migliori i nonni.

 

*

 

 Leggere un libro è più interessante che guardare la televisione?

Sì. E non brucia il cervello. Leggi, se vuoi, il nostro saggio L’abuso di tv come possibile concausa di lesioni cerebrali e demenza. Ma non abusarne!

 

*

 

Onorevole Giuseppe Fioroni

Cerchi “Beppe” Fioroni? Per carità, caro amico o amica: smetti. E lascia che si perda.

 

*

 

Perché Babbo Natale è rosso?

La risposta è semplice: per assomigliare a una lattina di Coca Cola.

 

*

 

Vestito di rosso con la renna

Contro domanda: cercavi forse Babbo Natale? O se no che cosa? Un pompiere scandinavo dedito allabigeato?

 

*

 

Cosa fare quando puzzano i piedi?

Prova a lavarli, caro amico ― o amica ―e vedrai che ci ringrazierai.

 

*

 

Come riconoscere gli stupidi

Facile. Gli stupidi sono quelli che non la pensano come te. Chiunque tu sia. A parte gli scherzi, questa domanda ti ha condotto su ScuolAnticoli perché ci siamo occupati dell’argomento in uno scritto ― intitolato La Gioia, la Fiducia e la Sfida tra l’adulto e il Bambino ― in cui ci chiedevamo se i meno intelligenti lo siano dalla nascita o lo siano diventati. Se hai molta, molta pazienza ― e, soprattutto, se non sei uno stupido tu stesso ― ti consigliamo di scaricarlo e di leggertelo da cima a fondo. Vedrai che alla fine la penserai come noi.

 

*

 

La matematica e la Befana

Sono gemelle. A volte si scambiano gli abiti e nessuno se ne accorge.

 

*

 

Dopo che ho lavato i denti mi viene da vomitare

Molte possono essere le cause di questo fenomeno. Usi forse un dentifricio prodotto vicino alla discarica di Pianura, o comunque in Campania? Pretendi forse, mentre ti lavi i denti, di darti una spazzolata anche all’ugola? Usi cimentarti in spericolate associazioni mentali fra lo spazzolino e altri oggetti di forma (più o meno) analoga? Comunque sia, non farlo più! Ma se il disturbo nonostante ciò persiste, consulta il medico!

 

*

 

Dopo quanto marcisce un limone?

Questa è come la storia che, nessuno avendo mai visto un asino morto, poi nasce la leggenda che l’asino sia immortale. Un limone marcio, effettivamente, nessuno l’ha mai visto. E anche noi, nel nostro piccolo, ricordiamo di aver tratto dal frigorifero, un giorno, addirittura un mezzo limone talmente vecchio da assomigliare fisicamente a Brunetta e nonostante ciò commestibilissimo (il mezzo limone, non il Brunetta). Onde per cui proponiamo una nuova leggenda: i limoni sono immarcescibili.

 

*

 

Inventa una storia con una regina, un re, un orco, un drago, un cavaliere, la servitù e un castello

Bellissima storia, complimenti! Possiamo pubblicarla su ScuolAnticoli?

 

*

 

Tema sulla ricreazione

Che tema interessante! Scusa ma questa idea te la rubiamo: ragazzi, documentatevi sull'argomento!

 

*

 

Difendersi dalle ingiustizie da parte dei professori

Sei nel posto giusto, caro amico o amica. Per difenderti dalle loro ingiustizie, infatti, devi innanzi tutto imparare a riconoscere, già da lontano e a colpo sicuro, I falsi insegnanti. Clicca, e saprai tutto! Dopo di che, per difenderti al meglio, ti consigliamo di metter da parte ogni falsa modestia e deciderti, una buona volta, a mostrargli che ne sai molto più di loro su tutti i progressi delle loro discipline negli ultimi vent’anni. Vedrai che ti lasceranno talmente in pace, che ti verrà il dubbio di esser diventato selettivamente invisibile.

 

*

 

Chi è l'insegnante?

È l’opposto del falso insegnante.

 

*

 

Quante persone si chiamano Beatrice?

Non domandarlo a noi. Per noi ce n’è solo una. E non sei tu.

 

*

 

Tv sempre accesa puo bruciare?

Sì: il tuo cervello.

 

*

 

Come si prepara uno che va nella sedia elettrica?

Nei sei mesi precedenti, passa ogni giorno ore e ore a bruciacchiarsi tutto il corpo con ogni sorta di prosperi, cerini e fiammiferi. Riesce così a mitridatizzarsi. E la sedia elettrica gli brucia solo le palle.

 

*

 

Tessera prepagata x mene abbienti

Vorremmo risponderti, ma... ignoriamo che cosa siano le mene abbienti? Forse delle trame un po losche ma in compenso ricche? Se invece ti riferisci alla cosiddetta social card, ti consigliamo di scordartela: non solo han fatto in modo che sia difficilissimo ottenerla, ma i commercianti filogovernativi son troppo ignoranti e maleducati per non svillaneggiarti davanti agli altri clienti non appena la tirerai fuori.

 

*

 

Decadimento esponenziale

Oddìo, che sarà mai? Diccelo tu, per favore! Ci ha fatto preoccupare, cominciamo ad avere i nostri annetti...

 

*

 

Vergognato pigiama

È davvero molto difficile comprendere che cosa possa averti indotto a cercare su Google le parole vergognato e pigiama. Forse qualcuno ti ha deriso per il tuo pigiama? In tal caso, ti consigliamo di togliertelo dicendogli che sei molto più bello nudo. Se, invece, sei un bimbo che si è vergognato per aver intuito che la mamma non sopporta di vederlo senza (almeno) il pigiama addosso, be’, che dire... Trovati un’altra mamma al più presto!

 

*

 

Collega strega

A chi lo dici!

 

*

 

Mammucci bellissimo

Che cosa ti fa pensare che ce ne importi qualcosa?

 

*

 

Asini in calore con donne

Come disse Petrolini allo spettatore che lo fischiava: non ce l’abbiamo con te, ma con quello scimunito di motore di ricerca che invece di buttarti di sotto porta su ScuolAnticoli uno come te.

 

*

 

Ma cosa scorre sotto via Cesare Battisti a Trieste?

Non lo sappiamo. Nemmeno ScuolAnticoli è onnisciente, dopo tutto. E anche se lo sapessimo non te lo diremmo, guarda un po. Così t'impari a farci domande troppo difficili!... E va be’, ci proviamo: forse la stessa melma che scorre sotto più di metà dell’Italia?

 

*

 

Foto di topi di fogna

Per farne cosa? Forse per decorare le volte del tuo canale di scolo?

 

*

 

Sentì il suo alito gelido sulla mia pelle
Questa è davvero una ricerca stupenda, caro amico o amica. Ma facci capire: lei (o lui), sulla tua pelle, sentì il suo o il proprio alito? Guarda che fa molta differenza. Se sentì il gelido alito proprio, mandala (o mandalo) sùbito a quel paese: la tua pelle merita di più. Se invece sentì il gelido alito suo... be
’, allora è lei (o lui) che deve mandare a quel paese te per non essertelo tolto di dosso prima dell’incontro.

 

*

 

Cognomi ebraici rumeni

Perché li cerchi? Ti chiami forse Adolf Hitlerejanu?

 

*

 

La strega con il pensiero ti parla?

Sì. E lo fa per indurti a consultare uno psichiatra. Ma tu non darle retta.

 

*

 

Minorata significato

Il significato di minorata, cara amica, è che chiunque pronunci questa parola davanti a te, intende avvertirti che è un cretino. Ringrazialo per la premura e non frequentarlo più.

 

*

 

Davide non vuole farci vedere un film, come si fa per convincerlo?

Prova a minacciarlo che lo dici al professor Scialanca: forse si spaventa.

 

*

 

Mi piace quando nevica

Ne siamo felici, ma la prossima volta dillo a un essere umano, non a Google.

 

*

 

Nonno

Ci dispiace, ma il tuo caro nonno non è in Internet. Né in cielo. E nemmeno in paradiso o all’inferno, che non esistono. Però è nei tuoi ricordi, nel tuo affetto, nelle cose che sai e hai capito di lui. E in questo senso (ma solo in questo) vivrà per sempre insieme a ciò che vivrà per sempre di te.

 

*

 

La scuola ha dalla sua parte la forza dirompente della cultura

Inutile cercare, caro amico o amica: sei tu che hai le risposte!

 

*

 

Torna in cima alla pagina

Home

Altre domande? Clicca qui e scrivici!

 

 

 

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

Cosa cerca chi ci trova?

 

 

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?

?

?

?

?

?

?

?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?

?

?

?

?

?

?

?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?
?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?

?