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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Meglio Ridere!

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

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la Pagina di Quelli che fanno Piangere... nel mese di novembre del 2009!

 

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

In questa pagina raccogliamo le parole di chi vorrebbe farci piangere.

E cerchiamo, invece, di riderne.

Torna spesso: troverai sempre delle novità, perché questa è gente che una ne pensa e cento ne dice! E se vuoi segnalarci qualche perla che ci è sfuggita...

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Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Che tocca fa' pe' campa'": Renato Brunetta.

Per la serie Che tocca fa pe campa: Renato Brunetta.

 

Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica): La mia prossima battaglia sarà l’obbligo, per chi lavora nel pubblico impiego, della gentilezza e della cortesia. (La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009). Adesso tutti diranno che il Brunetta è lui per primo un gran maleducato, un cafone, eccetera eccetera. Noi non siamo d’accordo. Anzi: noi lo compiangiamo, il povero Brunetta. Non dev’essere facile, con una fantasia forse limitata dalle dimensioni corporee come la sua, inventarsene ogni giorno una nuova per farsi beffe dello Stato dinanzi all’antiStato. Lo pagheranno anche bene per questo, non diciamo di no, ma gli fanno fare una vita...

 

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Silvio Berlusconi: Dalla lettura dei quotidiani dei giorni precedenti, e anche di oggi, appare evidente a ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all’attacco più incredibile e ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni... L’attacco più incredibile e ignobile da quando ho deciso di dedicarmi con tutte le mie forze al bene del mio Paese... Se c’è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura e impegno politico, è lontanissima dalla mafia, questa persona sono io... Se c’è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è il Popolo della libertà... Se c’è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo. Che, sono certo, sarà ricordato anche come il governo che nella storia della nostra Repubblica ha lanciato alla mafia la sfida più determinata... Questo è il terreno civile e politico sul quale intendo contrastare la campagna di stampa del gruppo La Repubblica-L’Espresso, che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dell’azienda Fininvest. (La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009).

 

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(su) Silvio Berlusconi e la sua lotta alla mafia: La maggioranza di destra, votando la Finanziaria al Senato, ha approvato un emendamento che abroga in pratica la decisione di requisire i beni mafiosi e della criminalità organizzata per devolverli alle comunità locali onde promuovere iniziative sociali, culturali, di solidarietà, scuole, comunità di recupero, case per anziani, ecc., e, per contro, procede alla libera vendita all’asta delle proprietà confiscate. È facile intuire che questo aprirà la porta ai criminali, magari attraverso intermediari di comodo, per ricomprarsi le proprietà sottrattegli e annullare gli effetti della legge La Torre - Rognoni. Aver lasciato 90 giorni per destinare gli immobili a finalità sociali prima di procedere all’asta è una foglia di fico, come può immaginare chiunque conosca la lungaggine delle procedure burocratiche... (...) Valutazioni economiche fatte dal sito www.lavoce.info provano che l’ammontare dei beni sequestrati ammonta a 725 milioni di euro, di cui 225 negli ultimi 18 mesi, grazie all’azione intensificata del commissario straordinario per i beni mafiosi, reintrodotto da Prodi nel 2007 dopo che Berlusconi ― guarda caso ― l’aveva soppresso nel 2003.

(Mario Pirani su La Repubblica di lunedì 30 novembre 2009).

 

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Per la serie "Ministri dalle larghe vedute": Mariastella Gelmini.

Per la serie Ministri dalle larghe vedute: Mariastella Gelmini.

 

Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione) su Silvio Berlusconi: Quando lo accuseranno per Ustica e la strage di Bologna? (La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009). Neanche a una futura mamma, signorina ministro,

è consentito dire e non dire su certe cose: se davvero sa qualcosa su quelle stragi, si rivolga al più presto

alla magistratura. Anche a costo di dover incrociare, per le scale o nei corridoi di qualche palazzo di Giustizia, pentiti come Gaspare Spatuzza.

 

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Per la serie "Ministri dalle larghe vedute": Mariastella Gelmini.

Per la serie Ministri dalle larghe vedute: Mariastella Gelmini.

 

(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Poche settimane fa è stato presentato un disegno di legge sull’Università. I grandi mezzi di comunicazione non hanno finora dato ampi spazi ai suoi contenuti e alle valutazioni espresse in varie sedi. Eppure si tratta di scelte decisive per il futuro del Paese. Ho trovato, a proposito del progetto del ministro Gelmini, solo poche annotazioni. Mi hanno colpito, comunque, quelle che fanno leva sul potere di cui disporrebbero i professori universitari e che elogiano il progetto Gelmini in quanto mirato a indebolire il suddetto potere. E l’indebolimento avrebbe la propria base in una riforma mirata a privilegiare le domende del mercato: negli atenei, insomma, si dovrebbe insegnare solo ciò che è utile per le imprese che assumeranno i futuri laureati. Mi preoccupano il diffondersi di una simile concezione della cultura e l’ipotesi che essa trovi consenso fra i cittadini. Se davvero la cultura va al mercato, allora non c’è più spazio per un Montale o per un Einstein, e al posto di una società civile e responsabile resta soltanto una massa informe e facile da governare.

(Enrico Bellone su Le Scienze n°496, dicembre 2009, lunedì 30 novembre 2009).

 

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(su) Silvio Berlusconi e la sua battuta” contro chi scrive o fa televisione sulla mafia: Se non ci emancipiamo da questa favoletta di regime secondo la quale la mafia è alle corde, e se non capiamo che la battaglia si vince o si perde sul fronte dei rapporti tra mafia e politica, tra vent’anni continueremo a chiederci perché ancora si paga il pizzo. (Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto di Palermo. La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009). Ma perché parla così? Crede forse che il Berlusconi sia uno stupido, che non capisce e non sa benissimo queste cose?

 

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(su) Silvio Berlusconi, Angelino Alfano (pidiellìno, ministro della Giustizia) e Nicolò Ghedini (pidiellìno deputato): Tutto con le modalità d’intervento già rodate ― le leggi ad personam non arrivano direttamente dal governo, ma da singoli deputati ― che hanno il vantaggio di consentire a palazzo Chigi di smentire quello che in realtà, nel frattempo, viene fatto. È il caso della prescrizione: mentre Alfano la smentiva, Ghedini la studiava, ed ecco saltar fuori la prescrizione del processo. Così per lo scudo congela processi e per il concorso esterno in associazione mafiosa: non sarà il governo a muoversi, ma singoli parlamentari. Tutto, a questo punto, a brevissima scadenza. (Liana Milella su La Repubblica di lunedì 30 novembre 2009). Sarebbe il principio del gioco delle tre carte: bisogna muoverle rapidissimamente, o gli astanti vedranno il trucco.

 

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Marcello Dell’Utri (pidiellìno senatore): Dalle procure mi aspetto che si acclari la verità su quelle che sono evidenti e assolute falsità. Spatuzza può inventarsi qualsiasi cosa: è anche difficile difendersi... Se dovesse cadere Berlusconi, sarebbe la fine per tutti. Anche per Fini. E lui lo sa bene... Ho detto che Vittorio Mangano è stato un eroe, e lo ripeto. Il suo comportamento è stato eroico, non so se avrei fatto lo stesso: in carcere, malato, invitato a parlare di Berlusconi e di me, ha detto di non aver nulla da dire... Taluni pm, di Magistratura democratica in particolare, sono organizzatissimi nel trovare qualcosa che possa essere presentato come apparenza di reato... La sinistra, i poteri occulti, i poteri forti, non vedono Berlusconi di buon occhio... Il concorso esterno in associazione mafiosa non è un reato, ma qualcosa di simile alla lesa maestà: consente di incriminare chiunque non sia criminale.

(La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009).

 

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Per la serie "Né massoni né filoislamici": i naturali alleati della Lega Nord.

Per la serie Né massoni né filoislamici: i naturali alleati della Lega Nord.

 

Roberto Castelli (leghista, portatore di moccichino verde, ex ministro della Giustizia, attualmente viceministro non ci ricordiamo di cosa, ma non importa) sul referendum che in Svizzera ha detto no alla costruzione di nuovi minareti: Ancora una volta dagli Svizzeri ci viene una lezione di civiltà. Occorre un segnale forte per battere l’ideologia massonica e filoislamica. La Lega Nord deve ottenere nella riforma costituzionale l’inserimento della croce nella bandiera italiana. (L’Unità, lunedì 30 novembre 2009).

 

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Maurizio Gasparri: Bersani abbassi le ali, invece di dare via intervista ordini alla maggioranza: fermate la legge sul giusto processo, sulle riforme la Bibbia è la bozza Violante... Così si risponde all’invito al dialogo arrivato dalle massime istituzioni?... Sulla giustizia noi andiamo avanti, e con proposte più sagge di quelle salva-mafia fatte dalla Finocchiaro... Sulle riforme siamo aperti al confronto, ma la bozza Violante è minimalista: noi proponiamo il presidenzialismo. (La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009). È contenta la Finocchiaro? È contento il Bersani? È contento il Violante? Il Berlusconi non li vuole i loro servizi, è inutile che si danno tanto da fare, e neanche glielo dice di persona: glielo fa dire da chi a servirlo è autorizzato.

 

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(su) Pierferdinando Casini (ex alleato del Berlusconi e genero del banchiere Caltagirone), Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema (promotori dell’alleanza, in Puglia, con l’Uddiccì di Casini): In questi anni ho detto dei sì, come quello che ha portato all’internalizzazione dei servizi sanitari e alla stabilizzazione dei precari, in un settore storicamente monopolizzato da società di una certa provenienza sociale. Ho detto anche dei no: al nucleare, per esempio, quando l’Enea ha indicato la Puglia come il sito migliore in Italia. Oppure alla privatizzazione di un bene fondamentale, com’è l’acqua. Abbiamo toccato interessi forti: leggo sui giornali economici che all’operazione Acquedotto Pugliese erano interessati importanti gruppi nazionali, come per esempio quello che fa capo a Caltagirone. (Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, intervistato da La Repubblica di lunedì 30 novembre 2009).

 

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Per la serie <Le facce di destra della finta "sinistra">: Lillo Speziale.

Per la serie Le facce di destra della finta “sinistra”: Lillo Speziale.

 

Lillo Speziale (piddìno consigliere regionale) e il Pidì di Pierluigi Bersani (molto, molto, molto diverso dai Pidì del Franceschini e del Veltroni): Non so se sarò candidato, ma mettetevi in testa che sarò io il sindaco di Gela.

(La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009).

 

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Per la serie "Monsieur de La Palisse, un minuto prima di compiere 18 anni, non aveva ancora 18 anni": Silvio Berlusconi con Noemi Letizia e i genitori di lei.

Per la serie Monsieur de La Palisse, un minuto prima di compiere 18 anni, non aveva ancora 18 anni:

Silvio Berlusconi con Noemi Letizia e i genitori di lei.

 

(su) Noemi Letizia (ex minorenne): Noemi Letizia campeggia su maxi-cartelloni pubblicitari nelle strade di Napoli. La ragazza di Portici ― diventata famosa dopo che Silvio Berlusconi partecipò, il 26 aprile scorso, alla festa organizzata per i suoi 18 anni in un locale di Casoria ― è da qualche tempo testimonial di una casa di biancheria intima. Ora i manifesti, dove Noemi è in posa su uno sfondo rosso, sono arrivati anche nelle strade della città dove la ragazza vive. (La Repubblica, lunedì 30 novembre 2009). Basta che non li mettano anche ad Arcore o sotto i palazzi della politica, ché il poverino ormai ha una certa età: potrebbero fargli male.

 

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Silvio Berlusconi: Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive quei libri sulla mafia, che ci fanno fare una bella figura all’estero, lo strozzo... Hai problemi con la mafia? Ci sono io!... Mi scusi, signor Palenzona, ma viste le richieste che mi sono arrivate dalla mia signora non credo di poterle offrire un pasto adeguato... Basta, troppo parlai... Mi sono proposto per il casting delle hostess dell’Alitalia... Eminenza, poi passo da lei a confessarmi... Che bella ragazza che sei, con 50 anni di meno ti farei una corte della madonna!... Adesso, pur di sputtanarmi, si sono inventati i reati retroattivi. Sono nato nel 1936 ed è come se mi accusassero di aver commesso un delitto nel ’35... Fantasie... Voci infondate e infamanti... Mi accusano di aver fatto delle cose che non potrei nemmeno aver pensato! Avrei ordinato delle stragi per favorire l’affermazione di Forza Italia? È ridicolo. Secondo questi magistrati avrei pensato alle stragi ancora prima di aver concepito la nascita del nostro movimento, capite?... Forza Italia è nata nel ’94, decisi di scendere in campo solo quando i sondaggi indicarono che c’era uno spazio politico... Su dieci magistrati, undici sono di sinistra. E si occupano di me... Al processo Mills, pur di evitare la prescrizione, hanno fatto le capriole. I magistrati hanno sostenuto che il reato è stato commesso non quando Mills avrebbe ricevuto i soldi da Fininvest, ma quando ha iniziato a spenderli. Assurdo... In Italia dai processi non si esce mai. Si chiudono solo con la prescrizione e lo dimostra quello che sta accadendo oggi a me: dopo 15 anni stanno ancora rivoltando il fango. In America una cosa del genere non sarebbe possibile. Da quando è nata Forza Italia, sono la persona più indagata dell’universo. (La Repubblica, domenica 29 novembre 2009). Dobbiamo confessare che il Berlusconi ci ha quasi convinto della sua innocenza. E della sua disperazione. Solo un innocente disperato, infatti, parlerebbe in modo così sgangherato e autolesionista. Un colpevole no, a meno che non fosse un povero idiota. Ma un povero idiota non potrebbe aver commesso crimini così sofisticati come quelli di cui il Berlusconi è accusato.

 

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(su) Silvio Berlusconi (?): Alexis de Tocqueville descrive il despota come una persona intenta solo “a procurarsi piaceri piccoli e volgari” per soddisfare i propri desideri. Un despota “estraneo al destino di tutti gli altri”. Gli altri “non li vede, li tocca ma non li sente. Vive in sé stesso e per sé stesso, e se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria”. (Gianfranco Fini, durante un convegno). Berlusconi è politicamente morto. (Gianfranco Fini, secondo Il Giornale, smentito dal portavoce di Gianfranco Fini). (La Repubblica, domenica 29 novembre 2009). Che cosa vuol dire politicamente morto, anche se fosse? Che dopo, fisicamente, potrebbe lo stesso campare fino a 120 anni?

 

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Per la serie "Quelli che non distinguono un Napoletano da un cane, figurarsi un Commercialista da un Economista": Matteo Salvini.

Per la serie Quelli che non distinguono un Napoletano da un cane, figurarsi un Commercialista da un Economista: Matteo Salvini.

 

Matteo Salvini (leghista e portatore di moccichino verde che si è fatto una fama per aver chiesto, il 9 luglio 2008, cento agenti che riaccompagnino a casa i fedeli mussulmani dopo la preghiera del venerdì; l8 maggio 2009 per aver proposto vetture riservate ai Milanesi sulla metro; l8 luglio 2009 per aver cantato: Senti che puzza, scappano anche i cani: sono arrivati i Napoletani. Son colerosi, son terremotati: con il sapone non si sono mai lavati. Napoli merda, Napoli colera: sei la rovina dellItalia intera; il 22 luglio 2009 per aver invitato a espatriare in Marocco il giudice che aveva ordinato all’Azienda tranviaria milanese di assumere un conducente marocchino respinto solo perché straniero; e il 14 ottobre u.s. per essersi scagliato contro l’integrazione scolastica dei Bambini stranieri ― una mole impressionante di duro lavoro, in meno di un anno e mezzo): Oltre che un amico, Maurizio Fugatti è una persona intelligente, e siccome fa il commercialista, anche uno molto competente in materia economica: ha tutta la mia stima, perché con la sua proposta ha centrato un problema reale. (La Repubblica, domenica 29 novembre 2009). Meno male che il Fugatti non fa l’installatore di caldaie a gas, altrimenti il Salvini l’avrebbe proposto come progettista di centrali nucleari. Ah, come sarebbe bello se tutti questi individui fossero obbligati a render pubblici i loro voti scolastici: non è giusto che abbia dovuto farlo solo il buon Renzo La Trota Bossi...

 

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Per la serie <Le facce di destra della finta "sinistra">: Antonino Papania.

Per la serie Le facce di destra della finta “sinistra”: Antonino Papania.

 

Antonino Papania (piddìno senatore): In provincia di Trapani conto più io che il papa in Vaticano. (La Repubblica, domenica 29 novembre 2009). Non è gentile, per la provincia di Trapani, paragonarla al Vaticano.

 

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Silvio Berlusconi: Io sono il capo della mafia, lo sapete tutti, no?... Sì, c’è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia, a partire dal ’92. Ed è vero: sulla mafia ho raccontato molte storielle. (La Repubblica, sabato 28 novembre 2009). Curioso: sulla mafia anche il Berlusconi, come il Dell’Utri, alterna battute di dubbio gusto e lapsus imbarazzanti. Una pura coincidenza, naturalmente: mica li si può chiamare mafiosi solo perché sanno nulla di psicanalisi del lapsus e del motto di spirito.

 

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(su) Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri: Alcune delle frasi contenute nei verbali di Gaspare Spatuzza, il mafioso di Brancaccio: “Filippo Graviano ha nutrito sempre simpatia nei riguardi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. È tutto patito dell’abilità manageriale del presidente del Consiglio. Potrei riempire pagine e pagine di verbale della simpatia e del... possiamo dire... dell’amore che lo lega a Silvio Berlusconi e a Marcello Dell’Utri... Filippo è attentissimo nel seguire gli scambi, tiene in considerazione la questione Fininvest, tiene d’occhio il volume degli investimenti pubblicitari. Mi dice meraviglie di una trasmissione come Striscia la notizia: minimo investimento, massima raccolta di spot, introiti da paura. Il programma più redditizio della Fininvest... Filippo mi parla di Borsa, di Tizio, di Caio, di investimenti, di titoli. Spiega quanto può guadagnare nell’edilizia o in Borsa. Abbiamo parlato anche di Telecom, Fiat, Piaggio, Colaninno, Tronchetti Provera, ma la Fininvest era un terreno di sua pertinenza, come se fosse un suo investimento, come se fossero soldi messi di tasca sua, la Fininvest.

(Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di sabato 28 novembre 2009).

 

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Per la serie "Meglio mille Immigrati in casa che un solo evasore fiscale fuori dalla porta": Maurizio Fugatti.

Per la serie Meglio mille Immigrati in casa che un solo evasore fiscale fuori dalla porta: Maurizio Fugatti.

 

Maurizio Fugatti (deputato leghista e portatore di moccichino verde): Le risorse sono quelle che sono, e prima di tutto dobbiamo guardare ai cittadini italiani, quindi diamo la cassa integrazione agli extracomunitari, ma solo per sei mesi: se non c’è lavoro per gli italiani, non ce n’è per nessuno... Rimanga qui solo chi ha il lavoro o la cig, gli altri tornino a casa, come del resto dice la stessa legge Bossi-Fini... L’emendamento è una mia iniziativa personale in linea con lo spirito dei provvedimenti sull’immigrazione. (La Repubblica, sabato 28 novembre 2009). Questo individuo, benché deputato, da ben undici mesi non riusciva a far parlare di sé i quotidiani a spese della povera gente (come ormai sa fare anche il più miserabile portatore di moccichino verde di paese). Era il 7 gennaio 2009, infatti, quando giulivo e soddisfatto dichiarò: L’Agenzia delle entrate non potrà più far scattare, come avviene oggi, l’accertamento automatico nei confronti del lavoratore autonomo o del professionista che ha presentato una denuncia dei redditi con valori inferiori a quelli consentiti dagli studi di settore. Ecco, dunque, (nelle sprovvedute e involontariamente sincere parole del Fugatti medesimo) perché mai in Italia le risorse son quelle che sono: perché i portatori di moccichini verdi (e il governo tutto) sono dalla parte dei ladri evasori fiscali contro i Lavoratori. E poi, tentando d’istupidire d’odio gli Italiani in modo che non se ne accorgano, li aizzano contro gli Stranieri.

 

Per la serie "Quelli che non abitano a Ciampino né a Marino": Altero Matteoli.

Per la serie Quelli che non abitano a Ciampino né a Marino: Altero Matteoli.

 

(su) Altero Matteoli (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti): Omissioni e abuso di atti d’ufficio. Sono le accuse contestate dai sindaci dei comuni di Ciampino e Marino (Roma) al ministro Matteoli. È il contenuto di una denuncia penale depositata giovedì mattina dal legale delle due amministrazioni, Carlo Taormina, per non aver dato mandato all’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) di emettere un’ordinanza di riduzione del numero dei voli dell’aeroporto low cost di Ciampino, alle porte di Roma. Walter Enrico Perandini, primo cittadino di Ciampino, e Adriano Palozzi, sindaco di Marino, imputano al ministro Matteoli di aver ignorato i gravi dati rilevati dallo studio Cristal, realizzato dall’Arpa Lazio, in cui si dimostra la necessità di ridurre drasticamente, dai 162 attuali a un massimo di 60 al giorno, i voli da e per l’aeroporto. (Terra, sabato 28 novembre 2009). Ma perché avrebbe dovuto farlo? Il Matteoli e i suoi parenti e amici non abitano mica a Ciampino e a Marino. A Ciampino e a Marino ci abitano gli amici, i parenti e i bambini di qualcun altro.

 

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Per la serie "Il saluto fascista non fa bene alla pelle": Alessandra Mussolini.Per la serie "Il saluto fascista non fa bene alla pelle": Alessandra Mussolini.

Per la serie Il saluto fascista non fa bene alla pelle: Alessandra Mussolini.

 

Alessandra Mussolini: Vendono su E-bay frammenti di cervello di mio nonno. Poi vengo denunciata da Gino Paoli per aver eccepito il fatto che la canzone Il pettirosso trattasse di pedofilia. E oggi, infine, in contemporanea all’articolo de Il Giornale sul video hard con me e Roberto Fiore, il leader di Forza nuova, uscirà un film dove mi si dà della puttana e dell’assassina con l’autorizzazione di un giudice che ha respinto il mio ricorso e mi ha condannata pure a pagare 5.000 euro di spese processuali. Che devo dire? Non lo so più. (La Repubblica, sabato 28 novembre 2009). Ecco, brava.

 

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Per la serie "È esattamente quello che è successo": Marcello Dell'Utri esattamente fotografato con Mariastella Gelmini.

Per la serie È esattamente quello che è successo: Marcello Dell’Utri esattamente fotografato con Mariastella Gelmini.

 

Marcello Dell’Utri (senatore pidiellìno): Gaspare Spatuzza s’inventa che io e il presidente Berlusconi nel ’93 abbiamo fatto un patto con la mafia per prendere in mano il Paese attraverso le stragi, il terrorismo. Come si fa a smentirlo? È esattamente quello che è successo... Le minchiate di Spatuzze vengono prese sul serio e si spendono soldi per giudici e indagini. (La Repubblica, venerdì 27 novembre 2009). Già una volta il Dell’Utri, invitato a una trasmissione di Santoro, dichiarò di aver mafiato. Ora aggiunge: È esattamente quello che è successo. Saranno lapsus o battute di spirito? Secondo noi, in ogni caso, dovrebbe farci attenzione: non si sa mai, qualche giudice potrebbe essere anche un po’ psicanalista...

 

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Silvio Berlusconi: È in atto un tentativo di far cadere il governo condotto soprattutto da una parte della magistratura che ha preso una deriva eversiva. È evidente che c’è una persecuzione e un accanimento nei miei confronti. Si ha l’impressione di assistere a una guerra civile tra i poteri dello Stato... Tutti mi dicono di non mollare. E chi molla?... L’abbraccio tra Brunetta e Tremonti? Gli ho detto: fuori i gay! (La Repubblica, venerdì 27 novembre 2009). Guerra civile fra poteri dello Stato, abbracci gay fra ministri dello Stato... e un po’ di confusione tra le facoltà mentali del capo del governo dello Stato?

 

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Per la serie "La Mano del Mistero ha colpito ancora": Renato Schifani.

Per la serie La Mano del Mistero ha colpito ancora: Renato Schifani.

 

(su) Renato Schifani (presidente del Senato della Repubblica Italiana) e (su) Gaspare Spatuzza (mafioso pentito): Preciso che questa persona contattava sia Cosenza che Filippo Graviano in incontri congiunti. La cosa mi fu confermata da Filippo Graviano. Preciso che anch’io, avendo in seguito visto Schifani sui giornali e in televisione, l’ho riconosciuto per la persona che all’epoca vedevo agli incontri di cui ho parlato (Gaspare). Non ho mai avuto rapporti con Filippo Graviano e non l’ho mai assistito professionalmente. Questa è la verità. Sono indignato e addolorato (Renato). (La Repubblica, giovedì 26 novembre 2009). Che Paese democratico che è il nostro: chiunque, qui ― perfino un detenuto per mafia ― può interpellare da pari a pari le massime istituzioni e ricevere una pronta risposta. Siamo davvero fortunati a vivere in Italia.

 

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Per la serie "Uominii che non si pentono. Mai": Gaetano Quagliariello. (Ma questa è la sua faccia cattiva. Cliccalo, se vuoi vedere quella buona!)

Per la serie Quelli che non si pentono: Gaetano Quagliariello.

(Ma questa è la sua faccia cattiva. Cliccalo, se vuoi vedere quella buona!)

 

Gaetano Quagliariello (vicecapogruppo pidiellìno al Senato): Non ci piegheremo al tentativo di trasformare l’Italia in una Repubblica di pentiti. (La Repubblica, giovedì 26 novembre 2009). Non può averlo detto, ci rifiutiamo di crederlo: Così parlano i terroristi e i mafiosi, che dai pentiti hanno qualcosa da temere.

 

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Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica): Tremonti non è un economista, io si. Il bue che dà i voti all’asino. Ho detto, e volentieri ripeto, di avere condiviso e contribuito a definire la politica di rigore finanziario. Resa necessaria dal debito pubblico, accumulatosi nel tempo e lasciatoci in eredità. (La Repubblica, giovedì 26 novembre 2009). Debito pubblico lasciatoci in eredità da chi? Guarda caso, dallo stesso Craxi che ci ha lasciato in eredità il “socialista” Brunetta. Quando si dice le coincidenze, eh?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Paolo Garimberti (ex giornalista de La Repubblica e attuale presidente del consiglio di amministrazione della Rai) dopo il suo voto a favore della rimozione di Paolo Ruffini dall’incarico di direttore di Rai3: Finiamola con l’ipocrisia del presidente di garanzia. Questo è un presidente di maggioranza. Ha sempre votato secondo le indicazioni del direttore generale: su Minzolini, su Liofredi, sul contratto di Vespa (Nino Rizzo Nervo, consigliere di minoranza. La Repubblica, giovedì 26 novembre 2009). Chi ci ha guadagnato, alla fine, sono stati la Berlinguer (diventata direttrice del Tg3) e il Di Bella (diventato direttore di Rai3). Due che evidentemente non si fanno scrupoli di prendere il posto di chi non piace quanto loro alla Destra e alla finta “sinistra”.

“Scuola” Floris, che fece lo stesso quando fu epurato Santoro.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "IT, a volte non ritornano...": Francesco Rutelli.

Per la serie IT, a volte non ritornano...: Francesco Rutelli.

 

Francesco Rutelli (vincitore, andandosene, del premio Benefattore del Pidì per il 2009): Ho sciolto la Margherita, che era un partito importante, a due cifre. L’ho sciolto per costruire una strada nuova, un partito pluralistico. Ma oggi è evidente che il Pidì è un partito di sinistra. Può essere utile per il Paese? Ben venga. Ma non era questa la nascita del Partito democratico che volevo io. (La Repubblica, mercoledì 25 novembre 2009). Il partito democratico, lui, lo voleva di centrodestra. Un’Italia con due destre, un centro, un Vaticano e nessuna Sinistra: ecco il Paese che piacerebbe al Rutelli. Anche perché, finché non lo avrà, si sentirà in colpa. Verso il Berlusconi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: “Spatuzza vi ha fatto il nome di Berlusconi? Cioè: qual è il motivo, il movente suo per fare questi attentati? Ne avete parlato? Giuliano glielo ha detto?” chiedono i magistrati a Pietro Romeo. E il pentito conferma le precedenti dichiarazioni e aggiunge: “Ricordo che Spatuzza rispose a Giuliano che il politico era Berlusconi. Non si trattava di una battuta. Stavamo parlando di armi in quel momento, e di altri argomenti seri. Giuliano chiese se il politico dietro alle stragi fosse Andreotti o Berlusconi, e Spatuzza rispose Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo esecutori. (...) Giuseppe Graviano aveva fatto questi discorsi, che si doveva fare attentati con bombe perché lo aveva detto un politico di farle. Il politico diceva di fare questi attentati a cose di valore storico artistico”. (La Repubblica, martedì 24 novembre 2009). Ci rifiutiamo di crederlo. Che bisogno aveva il Berlusconi di fare attentati a cose di valore storico e artistico se a “sistemare” tutto quel che c’è di bello in Italia ci pensavano già le sue televisioni? Voleva far peggio? Non servivano le bombe: bastava il Bondi ministro dei Beni culturali.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I grandi Demolitori": la rara immagine di una catastrofe con cui non c’entrano il Berlusconi e lo Scajola.Per la serie "I grandi Demolitori": la rara immagine di una catastrofe con cui non c’entrano il Berlusconi e lo Scajola.Per la serie "I grandi Demolitori": la rara immagine di una catastrofe con cui non c’entrano il Berlusconi e lo Scajola.

Per la serie I grandi Demolitori: la rara immagine di una catastrofe con cui non c’entrano il Berlusconi e lo Scajola.

 

Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, e Claudio Scajola, ministro per lo Sviluppo economico (in visita negli Emirati Arabi tre giorni prima del crollo finanziario del Dubai, causato da dissennate speculazioni immobiliari a base di intere isole costruite sparando in mare sabbia del deserto): Qui c’è un dinamismo incredibile: costruiscono un’isola in sette anni! Da noi non ne basterebbero settanta! (Silvio). Dubai ha superato la crisi, crescerà del 5% nel 2010 e ora guarda con simpatia all’Italia e con ammirazione ai nostri prodotti (Claudio). (La Repubblica, martedì 24 e venerdì 27 novembre 2009). Chi, al mondo, sa portar fortuna a un Paese come il Berlusconi? Solo uno: il Berlusconi medesimo accompagnato dallo Scajola, quello che diede del rompicoglioni al povero Marco Biagi qualche giorno prima che le Brigate Rosse lo facessero fuori.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I grandi Realizzatori": Maurizio Gasparri, CHE LE TABELLINE LE SA!

Per la serie I grandi Realizzatori: Maurizio Gasparri, CHE LE TABELLINE LE SA!

 

Maurizio Gasparri (ex neofascista, ex aennìno, attualmente capogruppo pidiellìno al Senato): L’associazione nazionale magistrati dovrebbe studiare le tabelline. (La Repubblica, martedì 24 novembre 2009). Impresa, evidentemente, che il Gasparri ricorda come massacrante. O ai giudici avrebbe assegnato una prova meno facile.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Silvio Berlusconi

 

(su) Silvio Berlusconi: Dunque, esordisce Berruti il 10 agosto 1994 alle 10 e 29 (chiama da casa, sa o presume di essere ascoltato): “Sono Massimo, presidente... Mi vogliono parlare... Sembra che qualcuno abbia detto che io sono andato a chiedere a qualcuno di non parlare delle cose Fininvest”. Tocca a Berlusconi spiegare che cosa l’uomo deve fare e dire ai pubblici ministeri: “Vabbè, lei dice: ma voi siete pazzi! Dice: io non ho niente da nascondere. Voi fate una cosa di questo genere su un cittadino della Repubblica?! Voi pigliate... E lei si mette a urlare: voi siete dei pazzi, delle belve feroci, lei non può mettermi in galera, questo è sequestro di persona!... Eccetera... Quello è un pezzo di rincoglionito, che capisce lucciole per lanterne!... Poi faccia dichiarazioni ai giornalisti: non se ne può più di questi matti! Faccia dichiarazioni prima di entrare dentro: con tutto questo non si fa altro che andare contro l’interesse del Paese, perché il Paese ha bisogno di lavorare in fiducia, in tranquillità, bisogna ricostruirlo!... Questi sono dei nemici pubblici!” (...) Con l’esito ― è questo che ci attende, se Berlusconi la spunterà ― di depenalizzare addirittura il reato di corruzione in una scena pubblica dov’è abolita ogni distinzione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario con la creazione di uno “stato di eccezione” che annulla e contraddice ogni aspetto normativo del diritto, anche quello fondamentale di essere eguali davanti alla legge. È un paradigma di governo che invoca, in nome della sovranità, “pieni poteri”. Come se potessimo trascurare, anche solo per un attimo, che l’esercizio sistematico dell’eccezione conduce necessariamente alla liquidazione della democrazia. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di lunedì 23 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Mariastella Gelmini (signorina ministro della Pubblica Istruzione): In Sardegna il Tribunale accoglie il ricorso di 18 genitori: il ministro ha ridotto la presenza degli insegnanti di sostegno. Il Tar dà torto alla Gelmini: più assistenza per i disabili. (Titoli de L’Unità di lunedì 23 novembre 2009). Possibile che la signorina ministro non capisca che l’assistenza ai Bambini disabili non riguarda solo i Bambini disabili e i loro genitori, ma potenzialmente qualsiasi genitore? Eppure dicono che sia incinta.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica): Tremonti esercita un egemonismo opaco, cieco e autoreferenziale sull’attività di tutti noi: ha praticamente commissariato l’esecutivo. Ne soffriamo tutti. Forse un po’ meno i ministri della Lega, che per ragioni non filosofiche ma opportunistiche sono trattati un po’ meglio, anche se non benissimo. (La Repubblica, lunedì 23 novembre 2009).

E poi dicono che sono i lavavetri ad aver modi aggressivi, quando chiedono l’elemosina.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Mettetevi nei nostri panni: con Berlusconi al gabbio, noi finiremmo a dormire sotto i ponti": Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

Per la serie "Mettetevi nei nostri panni: con Berlusconi al gabbio, noi finiremmo a dormire sotto i ponti": Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

Per la serie "Mettetevi nei nostri panni: con Berlusconi al gabbio, noi finiremmo a dormire sotto i ponti": Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

Per la serie Mettetevi nei nostri panni: con Berlusconi al gabbio, noi finiremmo a dormire sotto i ponti:

Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

 

Sandro Bondi (pidiellìno ex comunista), Fabrizio Cicchitto (pidiellìno ex craxista) e Maurizio Gasparri (pidiellìno ex neofascista), commentando le parole di Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano, che intervistato sulla cosiddetta “politica” berlusconiana sulla giustizia, ha dichiarato: “Il processo breve? Non lo sarà, e quella legge non serve a nulla... Il ministro Alfano è incorso in un pericoloso boomerang, perché se solo l’1% dei processi cade, vuol dire che il 99% funziona egregiamente, ma allora dov’è il problema?... Allontanare i pm dalla polizia giudiziaria? C’è una logica aziendale... Se è meglio il processo breve o il legittimo impedimento, detto anche lodino? Non ho dubbi, né l’uno né l’altro sono compatibili con il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”: Non c’è un solo paese al mondo in cui un magistrato può dire pubblicamente quello che ha detto Spataro. E la seconda anomalia è che la sinistra non esprime preoccupazione e condanna (Sandro). È in pieno svolgimento l’offensiva del circo mediatico-giudiziario. Un ridotto nucleo di magistrati è protagonista di un’offensiva contro gli equilibri politici stabiliti dagli elettori (Fabrizio). Siamo di fronte a un’azione eversiva contro la legalità democratica dove gli Abu Omar e gli Spatuzza diventano i campioni di una strategia per occupare le istituzioni (Maurizio).

(La Repubblica, lunedì 23 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Stronzi? Mica parlava di noi!": Roberto Calderoli e Roberto Cota.

Per la serie "Stronzi? Mica parlava di noi!": Roberto Calderoli e Roberto Cota.

Per la serie Stronzi? Mica parlava di noi!: Roberto Calderoli e Roberto Cota.

 

Roberto Calderoli (leghista, ministro per la Semplificazione) e Roberto Cota (leghista, capogruppo della Lega alla Camera) sullo stronzo di Gianfranco Fini a chi parla dei Migranti come di diversi: Fini ha ragione a dire che è stronzo chi dice che lo straniero è un diverso. Ma è altrettanto stronzo chi illude gli immigrati dicendo che in Italia c’è lavoro per tutti (Roberto Ca.). Se l’immigrato perde il lavoro, non è più produttivo per nessuno che resti qui un anno. A fare cosa? (Roberto Co.). (La Repubblica, domenica 22 novembre 2009). È evidente, dunque, che parlare genericamente di stronzi, come ha fatto l’ex neofascista Fini, è riduttivo e superficiale. Il mondo è complesso, gli oggetti, i fenomeni, non sono tutti uguali: ci son differenze, distinzioni, sfumature. Il Calderoli, per esempio, gli Immigrati non vuol proprio che vengano. Il Cota, invece, li fa venire e poi, dopo l’uso, li scaccia. Cos’è meglio? Cos’è peggio? Difficile dirlo. Noi, nel nostro piccolo, per niente al mondo vorremmo essere fatti venire dal Cota, neanche con la promessa di esser poi lasciati andare... Non si può fare d’ogni erba un (ex) fascio, o ex neofascista Fini.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli eroi della Lega contro la povera gente": Cedrik Pasetti. (Qualche anima buona per favore lo avvisi che il suo nome si scrive "Cedric").

Per la serie Gli eroi della Lega contro la povera gente: Cedrik Pasetti.

(Qualche anima buona per favore lo avvisi che il suo nome si scrive Cedric).

 

Alessandro Bozzoli (indipendente, sindaco con un’amministrazione Lega-Pidièlle di San Martino dall’Argine, Mantova), Alessio Renoldi (leghista, vicesindaco) e Cedrik Pasetti (leghista, assessore alle Politiche sociali, membro del direttivo provinciale e responsabile per la Lega dei comuni della zona): “Chiunque fosse a conoscenza della presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, all’ufficio di polizia municipale o all’ufficio anagrafe del Comune per i necessari atti conseguenti. Grazie della collaborazione”. Firmato: l’amministrazione comunale. (La Repubblica, domenica 22 novembre 2009). Per i necessari atti conseguenti? E quali sarebbero? Perché non li dichiarate chiari e tondi, i necessari atti conseguenti a cui vi abbandonerete contro quella povera gente? Forse perché anche voi tremate, come il sindaco e gli assessori di Coccaglio, mentre imbrattate fogliacci di questa risma?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Erano 500 e non erano né giovani né forti": Stefano Maullu.

Per la serie Erano 500 e non erano né giovani né forti: Stefano Maullu.

 

(su) Stefano Maullu (pidiellìno, assessore alla Polizia locale della regione Lombardia): Residenti sentinella pronti a segnalare “auto e persone sospette” alle forze dell’ordine, e cartelli esposti nelle strade per avvisare i malintenzionati: “Qui la comunità collabora con le autorità”. È il progetto di vigilanza di quartiere promosso dalla regione Lombardia su iniziativa di Stefano Maullu. Il programma, già attivo a Caronno Pertusella in provincia di Varese, viene ora sperimentato a Milano. Il primo quartiere interessato sarà Baggio, dove 500 cittadini con una raccolta di firme hanno dichiarato la propria disponibilità a vigilare dalla finestra e a segnalare ai vigili targhe di auto mai viste in zona. (La Repubblica, domenica 22 novembre 2009). I 500 avranno dunque niente in contrario, supponiamo, se noi vigiliamo invece su di loro e tutto ciò che fanno: eventuali piccoli abusi edilizi, scontrini non rilasciati, auto in divieto di sosta e altre infrazioni al codice della strada, cacche di cane non raccolte, cartacce e cicche gettate sul marciapiede, raccolta differenziata non fatta, ecc. ecc. Siate più che irreprensibili d’ora in poi, o 500, o per voi saranno dolori.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Non basta sembrare Stanlio per non far paura ai Bambini": il rimpianto Stan Laurel e la causa-di-pianto Letizia Moratti.

Per la serie Non basta sembrare Stanlio per non far paura ai Bambini: il rimpianto Stan Laurel e la causa-di-pianto Letizia Moratti.

 

Letizia Moratti, (pidiellìna, ex ministro della Pubblica Istruzione non meno letale dei “Beppe” Fioroni e delle Gelmini, attualmente sindaco di Milano), partecipando a un convegno (alla Casa delle carità diretta da “don” Virginio Colmegna) dopo aver deportato per due volte in tre giorni alcune famiglie di Nomadi, aver distrutto le loro baracche con tutto ciò che contenevano, averli costretti a cercare rifugio in una chiesa e aver loro proposto di dividere i Bambini di più di sette anni dalle Madri: È urgente cercare insieme nuove forme di convivenza per uscire da una cultura dello scontro e della paura. (La Repubblica, domenica 22 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie "Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti": Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

Per la serie Le belle famiglie allargate di certi poveri innocenti: Giancarlo Abelli, Alessandro Cattaneo, Ambrogio Cotta, Vittorio Poma, Rosanna Gariboldi, Giuseppe Grossi, Roberto Formigoni, Rocco Buttiglione, Ignazio La Russa, Mariastella Gelmini e Giorgio Patelli.

 

(su) Giancarlo Abelli (pidiellìno deputato e vicecoordinatore nazionale del Pidièlle): “Il Faraone è tornato e saprà distinguere tra amici e nemici,” tuona minaccioso Giancarlo Abelli... Non meno di duecento persone capeggiate dal sindaco pavese Alessandro Cattaneo, cui sfugge una lacrimuccia, da quello di Vigevano Ambrogio Cotta, dal presidente della provincia Vittorio Poma e dai “generali” della sanità lombarda, omaggiano il Faraone redivivo. Il quale rivela, commosso, di aver appena ricevuto una lettera dalla sua signora Rosanna Gariboldi, ex assessore alla provincia di Pavia, in carcere per associazione a delinquere e riciclaggio di 22 milioni di euro insieme a Giuseppe Grossi, il ras delle bonifiche ambientali, quello che regalava orologi a politici e funzionari (per 6 milioni e mezzo di euro) come un distintivo di appartenenza al suo clan. Lady Abelli, come la chiamano a Milano, in cella si dispera, “ma noi siamo forti,” avverte il marito in quel melting pot di ex democristiani, ex socialisti, ex fascisti ed ex comunisti confluiti nel nuovo potere berlusco-ciellino, “e se qualche finto amico pensa che il vecchio leone sia ferito e vuole tirargli un calcio, si sbaglia di grosso. Il leone è vivo, e il suo morso è ancora potente”. Come quello della leonessa, che il tribunale del riesame, oltre ai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, considerano dotata di “una capacità criminale non comune” e parte di “un meccanismo ben lungi dall’essere completamente disvelato”... La maschia esternazione del Faraone (detto anche “Telefonino” per il ruolo di comunicazione via cellulare ricoperto da anni tra il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e Silvio Berlusconi) segue di pochi giorni quella al fianco di Rocco Buttiglione nel castello di Bereguardo, dove Abelli scolpì una scomunica per “la lobby degli omosessuali, perché gli esseri umani sono necessariamente o uomini o donne”... Ma che ci faceva Mariastella Gelmini all’incontro con il governatore e con il coordinatore del Pidièlle La Russa? Il ministro della Pubblica Istruzione, finora considerata possibile candidata alla presidenza della Lombardia per il Pidièlle in caso di dipartita di Formigoni, aspetta un figlio da Giorgio Patelli, immobiliarista bergamasco, già socio della Tecno-Geo, che ha fatto parte ― alla faccia del conflitto di interessi ― del comitato regionale per le valutazioni di impatto ambientale sull’apertura di nuove cave, cui sono molto interessati i pm... I nuovi filoni d’inchiesta pullulano, e non si sa dove potranno portare. (Alberto Statera su La Repubblica di domenica 22 novembre 2009). Noi preferiremmo nascere in una compagnia diversa.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Stato e antiStato: Nei mesi più duri e violenti della Grande Crisi i governi (ma soprattutto quello americano) hanno speso molti soldi per impedire collassi drammatici di istituzioni finanziarie (e di aziende) di primaria grandezza. Ed è proprio in quell’occasione che si è parlato di “più Stato”, con gioia di una certa sinistra... Proprio a causa di quegli interventi, i bilanci statali (e non parliamo di quello italiano) sono messi molto male. Sono cioè molto indebitati. In termini più chiari: sono indebitati in modo intollerabile... Gli Stati, quindi, saranno costretti a vendere tutto quello che possono vendere. Per fare cassa e ripagare, almeno in parte, i propri debiti. Meno Stato dunque, alla fine, non più Stato. (Giuseppe Turani su La Repubblica di domenica 22 novembre 2009). Possono le istituzioni sopravvivere in un ambiente in cui la loro delegittimazione diviene una deliberata strategia politica? Che cosa accade quando il rispetto della Costituzione è costretto a rifugiarsi in luoghi sempre più ristretti? Stiamo percorrendo una anomala e inquietante via italiana all’estinzione dello Stato? (Stefano Rodotà su La Repubblica di domenica 22 novembre 2009). Magari fosse solo italiana. Magari ci fosse un posto dove rifugiarsi, quando il mondo intero sarà nelle mani di quelle che Noam Chomsky chiama le tirannie private. Nelle mani, cioè, dell’antiStato.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare": l’acqua del rubinetto e Franco Debenedetti.Per la serie "Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare": l’acqua del rubinetto e Franco Debenedetti.

Per la serie Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare: l’acqua del rubinetto e Franco Debenedetti.

 

Franco Debenedetti (fratello di Carlo De Benedetti, ingegnere, imprenditore, ex senatore pidiessìno, attualmente liberale in red ― cioè, forse, padronista dalemiano): Il decreto Ronchi, battezzato come “privatizzazione dellacqua”, ha suscitato una reazione negativa singolare per compattezza delle voci e per asprezza dei commenti... Avanzo una spiegazione: alla radice della protesta non c’è il fatto che il prezzo possa essere gonfiato, ma il fatto che ci sia un prezzo; non c’è l’entità del profitto, ma la misurazione del costo, il dover accettare che anche per l’acqua si debba pagare un prezzo che copra le spese di esercizio, gli investimenti, e il costo del capitale. Non è per “protestare per i disservizi” che si vuole avere come controparte un sindaco e non i privati, ma per chiedere al sindaco di non presentare il conto. (La Repubblica, domenica 22 novembre 2009). Secondo il Debenedetti, le bollette che paghiamo ai privati (cioè, in Italia, all’antiStato) ai quali viene svenduto il patrimonio dello Stato (cioè il nostro patrimonio) comprenderanno le spese di esercizio, gli investimenti e il costo del capitale. Qui, o Debenedetti, delle due l’una: o ti sei dimenticato che comprenderanno anche i profitti dei privati, o vuoi darci a bere che i privati ci faranno pagare solo le spese e i costi, senza guadagnarci alcunché. E che sono, angeli? Va bene smettere di demonizzarli, o Debenedetti, ma parlare dei privati come di altrettanti santi Franceschi ci par da scemi anche di più. Anche perché, o Debenedetti, senti un po’ in questo stesso numero de La Repubblica come son descritti, per esempio, i privati che in Francia si son pappati la telefonia pubblica: Compiuti quarantanove anni, di cui trenta passati dentro France Telecom, Yonnel Dervin ha scoperto che il suo posto non esisteva più. O meglio: che sarebbe stato declassato da ingegnere per i sistemi aziendali ad addetto guasti per i clienti privati. “Come un chirurgo che diventa barelliere” sintetizza... Yonnel Dervin ha tirato fuori dalla tasca un coltello e se lè piantato nello stomaco... Non è riuscito ad ammazzarsi... Ma aveva cominciato a morire nel 1997, quando lo Stato aveva deciso di privatizzare l’azienda. Suo padre era stato un dipendente della vecchia Poste e Telecomunicazioni, per lui il lavoro era un affare di famiglia: “Poco a poco,” ricorda, “abbiamo perso il senso del servizio pubblico. L’interesse commerciale ha preso il sopravvento. (Anais Ginori su La Repubblica di domenica 22 novembre 2009). Bello il privato, eh, Debenedetti? Ma ora che tocca all’acqua (poi mancherà solo l’aria) noi diciamo no, adesso basta, o Debenedetti. Non sappiamo te, o Debenedetti, ma a noi dispiacerebbe, un brutto giorno, veder uscire dal rubinetto il sangue dell’ennesimo suicidato dai privati.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Poveri angeli calunniati": Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri con Mariastella Gelmini.

Per la serie "Poveri angeli calunniati": Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri con Mariastella Gelmini.

Per la serie Poveri angeli calunniati: Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri con Mariastella Gelmini.

 

(su) Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri: Il pentito Gaspare Spatuzza dice ai pm Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi, della Dda di Firenze: “Ritengo di poter escludere categoricamente, conoscendoli assai bene, che i Graviano si siano mossi nei confronti di Berlusconi e di Dell’Utri attraverso altre persone. Non prendo in considerazione la possibilità che Graviano abbia stretto un patto politico con costoro senza averci parlato personalmente”. Spatuzza era il braccio destro dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano (entrambi in carcere con ergastoli per stragi e omicidi, tra i quali quello del sacerdote don Pino Puglisi e del figlioletto del pentito Di Matteo). Quando Giuseppe Graviano gli rivelò il “patto” che sarebbe stato stretto con Berlusconi, si trovava a Roma per preparare il fallito attentato allo Stadio Olimpico per uccidere decine di carabinieri. Il pentito aggiunge: “Non posso sapere quale fosse il proposito che Berlusconi e Dell’Utri avessero in mente stringendo questo patto. La mia esperienza di queste vicende, ma è una mia deduzione, è che costoro, che in primo momento hanno fatto fare le stragi a Cosa Nostra, si volevano poi accreditare all’esterno come coloro che erano stati in grado di farle cessare. (La Repubblica, sabato 21 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Angelino Alfano (ministro della Giustizia): Se la riforma della giustizia fosse fatta sotto la dettatura dell’Anm, (l’Associazione nazionale magistrati) ho il leggero sospetto che resterebbe un foglio bianco, perché loro non vogliono alcuna riforma... I pubblici ministeri dovranno diventare gli avvocati dell’accusa, perché solo così i piatti della bilancia della giustizia saranno equilibrati, e l’avvocato del cittadino e quello dell’accusa saranno allo stesso livello... Riformeremo il sistema in modo che il giudice e il pubblico ministero non si diano del tu, non vadano a prendere insieme il caffè, e magari non si fidanzino. (La Repubblica, sabato 21 novembre 2009). Così gli imputati saranno difesi dai loro avvocati (per denaro) e dai giudici (per inimicizia nei confronti dei pubblici ministeri), e i pubblici ministeri da nessuno. Più di così, c’è solo mettere i pubblici ministeri in galera.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli eroi dal moccichino verde": Roberto Maroni, Claudio Abiendi, Franco Claretti e Agostino Pedrali.

Per la serie "Gli eroi dal moccichino verde": Roberto Maroni, Claudio Abiendi, Franco Claretti e Agostino Pedrali.

Per la serie "Gli eroi dal moccichino verde": Roberto Maroni, Claudio Abiendi, Franco Claretti e Agostino Pedrali. Per la serie "Gli eroi dal moccichino verde": Roberto Maroni, Claudio Abiendi, Franco Claretti e Agostino Pedrali.

Per la serie Gli eroi dal moccichino verde: Roberto Maroni, Claudio Abiendi, Franco Claretti e Agostino Pedrali.

 

Agostino Pedrali (leghista, assessore alle Politiche sociali del comune di Coccaglio): Aspettiamo che Maroni riferisca in Parlamento, poi faremo anche qui una conferenza stampa. Da quando ci siamo insediati, a giugno, abbiamo speso più per gli stranieri che per gli italiani: 89.000 euro contro 43.000. (La Repubblica, venerdì 20 novembre 2009). Come potremmo intitolarla? I razzistocomici di Coccaglio? Ricapitoliamola, questa saga ― non si sa se più inquietante o più ridicola ― di Coccaglio in provincia di Brescia: mercoledì 17 Claudio Abiendi, assessore alla Sicurezza, dice (secondo La Repubblica) che entro Natale scaccerà dal territorio del comune di Coccaglio tutti i Migranti che troverà col permesso di soggiorno scaduto: Da noi non c’è criminalità, dichiara, vogliamo solo iniziare a fare pulizia. La chiama proprio così, pulizia: per i portatori di moccichini verdi, evidentemente, ci son persone-persone e persone-immondizia. E aggiunge (sempre secondo La Repubblica): Il ministro Maroni è un uomo pratico, ci ha dato dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici. Il giorno dopo, però, l’Abiendi passa in secondo piano. Nel senso che la frase sui consigli del ministro, responsabile della legge e dell’ordine (consigli, guarda caso, per farla in barba sia alla legge che all’ordine) non sarebbe più dell’Abiendi (secondo La Repubblica di giovedì 19) ma del sindaco Franco Claretti. Com’è possibile? Va bene che i portatori di moccichini verdi dicono tutti le stesse cose come se li avesse partoriti tutti lo stesso incubo, ma addirittura parola per parola? Non sarà che l’assessore alla Sicurezza, reso insicuro dalle sue stesse vergognose dichiarazioni, ha deciso di provvedere innanzitutto alla propria sicurezza nascondendosi dietro il Claretti come in una comica finale? Il sindaco, comunque, non si fa pregare, e ancor più vergognosamente (sempre secondo La Repubblica) dichiara: Tutto questo clamore mi stupisce. Siamo nell’ambito della legge. Io do attuazione al programma della Lega. “White Christmas” è una denominazione casuale, a cui la polizia locale è pervenuta in modo scherzoso per coincidenze cronologiche. In modo scherzoso? Le Donne e gli Uomini che per l’Abiendi sono sporcizia da pulire, per il suo degno sindaco Claretti son dunque anche una specie di buffoni personali della polizia e suoi, di cui sghignazzare assieme mentre si va, casa per casa, a rovinargli la vita? Ma la saga non è finita, perché oggi, terzo giorno, ecco che si eclissa anche il Claretti e come un babau salta fuori il Pedrali. Il quale lascia perdere i consigli del ministro su come imbrogliare i giudici, lascia perdere la sporcizia umana da eliminare, lascia perdere le “belle” risate che tutti insieme si sarebbero fatti, i portatori di moccichini verdi e i loro agenti, alle spalle di povere Donne e poveri Uomini e poveri Bambini, e viene a raccontarci che i leghisti di Coccaglio, anziché persecutori, sarebbero benefattori di Migranti. Sindaco e assessore alla Sicurezza tutte due nascosti dietro l’assessore alle Politiche sociali? E domani chi altro spunterà? Giocano a rimpiattino o che cosa, questi individui? Quel ch’è certo è che son tutti su Facebook (con decine di loro amici) e che solo lì possiamo guardarli in faccia. E allora guardiamocele bene, le loro facce ― il sorrisuccio intelligente dell’Abiendi, la barbetta intorno al “solco di pesca” che divide in una sorta di “natiche” il bel mento rotondo del Claretti, il lindo cucinino in cui il Pedrali sè autoritratto in posa da pensatore ― e domandiamoci una cosa: nelle rispettive famiglie, a scuola, in paese, nel lavoro, nel tempo libero, quali esperienze potrebbero aver avuto insieme, questi individui, prima di quella leghista? Quali ricordi comuni, racchiusi nelle menti racchiuse da quei crani, potrebbero averli portati a concepire insieme un’azione come White Christmas, non si sa se più da pagliacci o da orchi ― spazziamo via quella sporcizia umana, ridiamo di loro insieme alla polizia (tanto il ministro ci protegge, e ci spiega anche come neutralizzare la legge e la giustizia) e mentre lo facciamo gli diciamo che li amiamo, e che gli abbiamo dato un sacco di soldi? E a metterla in atto, insieme, in piena tranquillità, senza timore, sicuri che il riparo offertogli dalle loro cariche pubbliche avrebbe impedito a quelle povere Donne e a quei poveri Uomini inermi di reagire anche solo con uno sputo nel “bel” mezzo dei loro visi? E a coprirsi l’un l’altro davanti ai media, sempre insieme, come ragazzacci colti sul fatto? Domandiamoci in quale “brodo primordiale” possa essersi formata, un’associazione di sentimenti e d’intenzioni e d’idee di questa sorta, e poi sbrigliamo la fantasia.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Francesco Rutelli (eroico liberatore del Pidì dalla propria presenza): Se Berlusconi fosse condannato in primo grado, non se ne dovrebbero chiedere le dimissioni. (Left 46, venerdì 20 novembre 2009). Che il Rutelli parli così può essere un buon segno: forse ha finalmente deciso di smetterla di far finta di non essere del Pidièlle.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Massimo D’Alema (trombato ministro degli Esteri europeo): Sono stato frenato da Zapatero, da Brown, dagli accordi tra i governi per i commissari economici. E dal Partito socialista europeo. Hanno dato diritto di precedenza a chi appartiene al Partito socialista europeo. (La Repubblica, venerdì 20 novembre 2009). E che vi aspettavate? Sono anni che i papisti e i padronisti alla Veltroni, alla Rutelli e alla “Beppe” Fioroni (per citare solo i capibastone) sputano sul socialismo e perfino sulla parola “sinistra” ogni volta che aprono bocca, e poi vorreste che i Socialisti europei come per incanto tornino a considerarvi compagni quando fa comodo a voi?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Bill Clinton e la finta “sinistra” americana: Pochi giorni prima di Natale 2000 il presidente Clinton firmava una legge sulla Modernizzazione dei Derivati nel settore delle Merci ― incluse le derrate alimentari. La legge sottraeva quasi totalmente i prodotti finanziari derivati, ivi compresi i contratti a termine o futures, al controllo delle commissioni competenti, e apriva la porta alla proliferazione forsennata dei derivati scambiati al di fuori delle borse. Il cui valore nominale ha superato nel 2008 i 700 trilioni di dollari ― dodici volte il Pil del mondo. (Luciano Gallino su La Repubblica di venerdì 20 novembre 2009). Oltre i milioni di Donne e di Uomini rimasti senza lavoro, ci sono dunque anche i milioni di Bambini e di Donne e di Uomini che in tutto il mondo sono stati affamati a morte, in conseguenza del fatto che il Clinton riuscì a far credere (agli Americani che lo votarono) di non essere di destra.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: L’imbarazzante bilancio giudiziario non liquida un lamento che nella “narrativa” di Berlusconi è vitale: fino a quando nel 1994 non mi sono candidato al governo del Paese, la magistratura non mi ha indagato. Se non si lasciano deperire i fatti, anche questo ossessivo soundbite non è altro che l’alchimia di un mago, pubblicità. Berlusconi viene indagato per traffico di stupefacenti, undici anni prima della nascita di Forza Italia. Nel 1983 (l’accusa è archiviata). È condannato in appello (e amnistiato) per falsa testimonianza nel 1989, venti anni fa. Nel 1993 ― un anno prima della sua prima candidatura al governo ― la procura di Torino già indaga sul Milan e i pubblici ministeri di Milano sui bilanci di Publitalia. Al di là di queste date, è documentato dagli atti giudiziari che Silvio Berlusconi e il gruppo Fininvest finiscono nei guai non per un assillo “politico” dei pubblici ministeri, ma per le confessioni di un ufficiale corrotto del Nucleo regionale di polizia tributaria di Milano. Che ammette che le “fiamme gialle” hanno intascato 230 milioni di lire per chiudere gli occhi nelle verifiche fiscali di Videotime (nel 1985), Mondadori (nel 1991) e Mediolanum Vita (nel 1992), tutti controlli che precedono l’avventura politica dell’Egoarca. (Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica di venerdì 20 novembre 2009). Le cose stanno davvero così? In tal caso, potremmo vantarci di essere l’unica nazione dell’Occidente governata da 15 anni da un delinquente abituale.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: La riforma della giustizia serve, ma deve essere fatta per migliorare i tempi e i servizi dei cittadini, non per far piacere a qualcuno sull’onda di problemi personali. (Luca Cordero di Montezemolo, La Repubblica, venerdì 20 novemkbre 2009). Son dieci anni che i berlusgherri di Striscia la notizia fanno del Montezemolo un buffone senza che lui osi neanche fiatare. Ma si sa: quando la nave affonda, i topi la abbandonano.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "E io che c’entro? Io non c’ero! E se c’ero dormivo!": Joseph Ratzinger.

Per la serie E io che c’entro? Io non c’ero! E se c’ero dormivo!: Joseph Ratzinger.

 

(su) Karol Wojtyla, Joseph Ratzinger, Marcinkus, Poletti e chi più ne ha più ne metta: Secondo la superteste Sabrina Minardi, che fu la donna del boss della Magliana Renatino De Pedis, Emanuela Orlandi, figlia quindicenne del postino personale di Wojtyla, non fu sequestrata per soldi. L’ordine di rapire la ragazza, il 22 giugno 1983 ― recita il verbale del giugno 2008 ― partì dalle “alte vette... tipo monsignor Marcinkus, quello dello Ior”, detto “il banchiere di Dio”, con cui De Pedis sarebbe stato in affari per il riciclaggio dei soldi dei sequestri... Ed Enrico De Pedis, detto Renatino, ammazzato a rivoltellate il 2 febbraio 1990, fu sepolto, con il beneplacito dell’allora cardinale vicario, Ugo Poletti, nella basilica di Sant’Apollinare, a due passi da piazza Navona e dal luogo in cui la povera Emanuela fu vista viva per l’ultima volta... Ma Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, parla anche di come il Vaticano “si è comportato negli ultimi anni. Mia madre abita lì, a cento metri da loro. Mia sorella è ancora cittadina vaticana, perché non ne è stata dichiarata la morte. Nessuno è mai venuto a dirci una parola di conforto. Soprattutto papa Benedetto XVI ha dimenticato Emanuela. Ignora la mia famiglia. E io mi chiedo continuamente perché”.

(La Repubblica, venerdì 20 novembre 2009). Riciclatori di denaro sporco, pedofili, sequestratori di bambine:

se la Minardi dice il vero, la ditta Chiesa Cattolica non ne esce bene... E il signor Karol Wojtila, che dieci giorni dopo il sequestro lanciò urbi et orbi un appello che oggettivamente contribuì a sviare le indagini?

Lui, in compenso, ne uscirà santo. E santo sùbito, anche. Certo, come no.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli Incitatori di Lupi": Roberto Maroni, Claudio Abiendi e Franco Claretti.

Per la serie "Gli Incitatori di Lupi": Roberto Maroni, Claudio Abiendi e Franco Claretti.

Per la serie "Gli Incitatori di Lupi": Roberto Maroni, Claudio Abiendi e Franco Claretti.

Per la serie Gli Incitatori di Lupi: Roberto Maroni, Claudio Abiendi e Franco Claretti.

 

Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni e portatore di moccichino verde): Ci sono segnali seri... Non nascono nella mente di un matto, c’è qualcosa da approfondire... Verrà aumentata l’attenzione... Questo fenomeno è connesso con altri che abbiamo seguito finora: certi fermenti dell’area antagonista, ma soprattutto l’eventuale rapporto con il radicalismo islamico... A Milano e in Lombardia il terrorismo si è radicato e si sta sviluppando sempre di più... C’è stato il primo caso di kamikaze in Italia: purtroppo si concentrano tutti qui e per questo l’attenzione è massima. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009). Osservavamo, ieri, che al Maroni tuttavia non mancano il tempo e la voglia, fra un allarme e l’altro, di curarsi anche de minimis: come Claudio Abiendi, l’assessore alla Sicurezza (leghista) che per Natale si è impegnato a scacciare dal territorio del comune di Coccaglio tutti i Migranti che troverà col permesso di soggiorno scaduto: Da noi non c’è criminalità, ha dichiarato, vogliamo solo iniziare a fare pulizia. Pulizia, proprio così: per i portatori di moccichini verdi ci son persone-persone e persone-immondizia. Ed ha aggiunto: Il ministro Maroni è un uomo pratico, ci ha dato dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici.” E trovare su Internet una fotografia dell’Abiendi non era stato facile, perché su La Repubblica, guarda caso, il suo nome era sbagliato: Claudio Abendi, invece di Claudio Abiendi... Ma ecco che oggi (giovedì 19 novembre 2009), guarda caso, La Repubblica scagiona quasi completamente l’Abiendi e chiama in causa il suo sindaco, Franco Claretti, anche lui leghista. Non l’Abiendi ma il Claretti avrebbe detto: Il Maroni è un uomo pratico, ci ha dato dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici...” L’Abiendi si sarebbe limitato a straparlare del Natale come festa della tradizione cristiana, della nostra identità, e non dell’accoglienza”. Anche del suo discorsetto nazista sul fare pulizia, guarda caso, oggi non si parla più. Non solo: La Repubblica continua a sbagliare: Franco Claretti, oggi, lo chiama Flanco Claretti... L’impressione, nel complesso, è che né l’Abiendi né il Claretti abbiano il coraggio delle proprie azioni: si nascondono l’uno dietro l’altro, tutti e due cercano riparo dietro il Maroni e quando parlano con i giornalisti, guarda caso, né l’uno né l’altro riesce a pronunciare bene il proprio nome. Poi il Claretti aggiunge: Tutto questo clamore mi stupisce. Siamo nell’ambito della legge. Io do attuazione al programma della Lega. “White Christmas” è una denominazione casuale, a cui la polizia locale è pervenuta in modo scherzoso per coincidenze cronologiche. In modo scherzoso?! Vuol forse dire che per la polizia locale rastrellare gli Immigrati è un divertimento, un gioco, uno spasso? Bene, speriamo allora che almeno questi eroici tutori dell’ordine, così spietati da ridere degli Esseri Umani a cui entrano in casa a rovinargli la vita, adesso non si mettano a nascondersi l’uno dietro l’altro come in una comica finale e a tartagliare i propri nomi come l’assessore e il sindaco... Quanto al Maroni, che invece non si nasconde che dietro il Bossi, ripetiamo ciò che abbiamo scritto ieri: un ministro degli Interni che insegna a individui come l’Abiendi a farla in barba alle leggi? Così sembra. E d’altra parte, come non capirlo? Non fa che gridare al lupo, il Maroni: ma al lupo non basta gridare, bisogna anche esasperarlo il Maroni lo sa bene ― o c’è il rischio che porti pazienza e non azzanni mai.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Umberto Bossi: Il diritto di voto, nelle consultazioni amministrative, agli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni? Gli immigrati devono essere mandati a casa loro, qui non c’è lavoro neanche per noi. (La Repubblica, giovedì 19 novembre 2009). A meno che uno si chiami Renzo Bossi: allora il lavoro c’è e come.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Berlusconi sì che ci sa fare": Linda Lanzillotta invidiosa di Andrea Ronchi.Per la serie "Berlusconi sì che ci sa fare": Linda Lanzillotta invidiosa di Andrea Ronchi.

Per la serie Berlusconi sì che ci sa fare: Linda Lanzillotta invidiosa di Andrea Ronchi.

 

(su) Andrea Ronchi (ex neofascista, ex aennìno, attualmente pidiellìno e ministro per le Politiche comunitarie): La liberalizzazione dell’acqua prevista nel decreto Ronchi peserà sulle tasche dei cittadini con aumenti a due cifre, compresi fra il 30 e il 40%. “Si profila una vera e propria stangata”, dicono Codacons, Movimento dei consumatori e Adiconsum. “Nel giro di tre anni, e cioè alla fine di questo processo di privatizzazione, il rischio concreto è rappresentato da un aumento medio del 30% delle tariffe.” (La Repubblica, giovedì 19 novembre 2009). Chissà come sarà contenta la finta “sinistra” Linda Lanzillotta: la caduta veltroniano-papista-padronista del governo Prodi e la riconsegna del Paese al Berlusconi, ai neofascisti e alla Lega finalmente pagano.

 

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Per la serie "Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare": l’acqua del rubinetto e Giuseppe Lumia.Per la serie "Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare": l’acqua del rubinetto e Giuseppe Lumia.

Per la serie Ce la farete pagare? E noi ve la faremo pagare: l’acqua del rubinetto e Giuseppe Lumia.

 

Giuseppe Lumia (piddìno senatore): L’acqua è un diritto fondamentale della persona e non può essere equiparata a una merce. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009). Belle parole, o Lumia piddìno e senatore. Belle (quasi) come quelle di Paolo Rumiz: Lo Stato è in bolletta (non per un destino cinico e baro, o Rumiz, ma per amore dei delinquenti che non pagano le tasse, n.d.r.), da vent’anni non investe più come si deve sulla rete idrica e oggi meno che mai ha soldi per un’azione di ammodernamento che costerebbe come otto ponti sullo stretto di Messina. Meglio dunque lasciare la patata calda ai privati, che con meno remore politiche potrebbero scaricare sulle tariffe il costo di un’operazione indilazionabile, e per la mano pubblica è una delle ultime ghiotte occasioni di far cassa. Dimenticando che, quasi ovunque le grandi società sono entrate nel gioco, le tariffe sono aumentate in assenza di investimenti sulla rete. Sì, le parole sono tutte belle, certo, come no. Ma quelle del Rumiz anche ingenue, e quelle del Lumia anche fasulle. Ingenuo, il Rumiz, poiché qui non si tratta di dimenticanze, politici corrotti e “imprenditori” criminali non son tipi da “dimenticare” checchessia: insieme fanno l’antiStato e insieme si spartiscono i beni dello Stato (cioè i nostri beni) non certo per fare investimenti (a favore di chi, dei nostri figli?) ma per spremerne fino all’ultimo centesimo e poi passare ad altro. Quanto al Lumia, è un fasullo perché non si scusa per le sciagurate privatizzazioni dei governi della finta “sinistra”, non maledice l’infausta memoria della Lanzillotta, assatanata nemica della proprietà pubblica (cioè nostra) dell’acqua. Troppo facile, o Lumia piddìno e senatore, ardere di sdegno contro la Destra quando si è all’opposizione per poi ricominciare, quando si è maggioranza, a maledire la Sinistra Vera che non lascia sgovernare in pace la finta “sinistra”. Vi crederemo dopo che vi avremo visto incatenarvi agli acquedotti, o buffoni supremi, non prima. E anche allora con riserva.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Gaeatano Quagliariello. Se sei forte di stomaco, ti consigliamo di cliccarlo: vedrai l’altra sua faccia!

Per la serie Riformare la Costituzione? Non ce n’è più bisogno, l’ho già fatto io ieri mentre stavo al bagno: Gaetano Quagliariello.

(Ma questa è la sua faccia cattiva. Cliccalo, se vuoi vedere quella buona!)

 

Gaetano Quagliariello (vicecapogruppo dei senatori pidiellìni): Il presidente Schifani ha espresso una considerazione (dichiarando che se la maggioranza non è compatta dietro il Berlusconi si andrà a elezioni anticipate, n.d.r.) che nella democrazia degli elettori è assolutamente naturale. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009). Peccato che non esistano democrazie degli elettori altro che in capocce come quella del Quagliariello. Capocce che non arrivano neanche a capire che in “democrazie” di quella risma non vi sarebbe alcun bisogno di deputati e senatori, e tanto meno di capigruppo e vicecapigruppo come lui: basterebbe premere il pulsante o il pulsante no (ma quasi sempre il ) mentre ci si continua tranquillamente a rimbecillire davanti al teleschermo.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli Incitatori di Lupi": Roberto Maroni e Claudio Abiendi.

Per la serie "Gli Incitatori di Lupi": Roberto Maroni e Claudio Abiendi.

Per la serie Gli Incitatori di Lupi: Roberto Maroni e Claudio Abiendi.

 

Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni e portatore di moccichino verde): Ci sono segnali seri... Non nascono nella mente di un matto, c’è qualcosa da approfondire... Verrà aumentata l’attenzione... Questo fenomeno è connesso con altri che abbiamo seguito finora: certi fermenti dell’area antagonista, ma soprattutto l’eventuale rapporto con il radicalismo islamico... A Milano e in Lombardia il terrorismo si è radicato e si sta sviluppando sempre di più... C’è stato il primo caso di kamikaze in Italia: purtroppo si concentrano tutti qui e per questo l’attenzione è massima. Ma al Maroni non manca il tempo e la voglia di curarsi anche de minimis: come Claudio Abiendi, l’assessore alla Sicurezza (leghista e portatore di moccichino verde) che per Natale si è impegnato a scacciare dal territorio del comune di Coccaglio tutti i Migranti che troverà col permesso di soggiorno scaduto: Da noi non c’è criminalità, ha dichiarato, vogliamo solo iniziare a fare pulizia. Pulizia, proprio così: per i portatori di moccichini verdi, infatti, ci son persone-persone e persone-immondizia. Ed ha aggiunto: Il ministro Maroni è un uomo pratico, ci ha dato dei consigli per attuare il provvedimento senza incorrere nei soliti ricorsi ai giudici. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009). Un ministro degli Interni che insegna a individui come l’Abiendi a farla in barba alle leggi? Così sembra. E d’altra parte, come non capirlo? Non fa che gridare al lupo, il Maroni: ma al lupo non basta gridare, bisogna anche esasperarlo

il Maroni lo sa bene ― o c’è il rischio che porti pazienza e non azzanni mai.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Quando il gioco si fa duro, i Fioroni cominciano ad appassire": Giuseppe "Beppe" Fioroni

Per la serie Quando il gioco si fa duro, i Fioroni cominciano ad appassire: Giuseppe “Beppe” Fioroni

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni (ex ministro della Pubblica Istruzione ed esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana, riferendosi al presidente della Camera Gianfranco Fini): Non vedo molte possibilità di governare insieme, noi e Compagno Manganello. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009). Com’è diventato duro, da quando Bersani ha vinto le primarie, il finora sempre molliccio “Beppe”. Che gli sarà successo? Si sarà messo a magnà pane e vorpe ogni mattina a colazione, come dicono a Roma? Ma no, tranquilli, le guanciotte e la boccuccia non mentono, quella del Fioroni è tutta scena: tre sconfitte papiste in un anno ― del piacionismo rutelliano, del buonismo veltroniano e del cattivismo franceschiniano ― lo devono aver convinto che ora tocchi a lui tentar di coniare il linguaggio che ci farà fessi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, caro Giuseppe “Beppe”, abbiamo la netta sensazione che il tuo sarà ancor più ridicolo degli altri tre.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Come si chiama questa organizzazione? Transparency? Ah, lo sapevo: è roba di trans, non di escort...

 

(su) Silvio Berlusconi: L’Italia perde posizioni nella classifica delle nazioni meno corrotte. La lista, stilata da Transparency International, vede infatti il nostro Paese scendere dal 55° al 63° posto, a pari merito con l’Arabia Saudita e peggio di Turchia, Namibia, Sud Africa e Botswana. In Europa fanno peggio dell’Italia solo Grecia, Romania e Bulgaria. Questa flessione nel 2008, ha spiegato Miklos Marshall, direttore di TI per l’Europa, “è dovuta a quello che noi chiamiamo il fattore Berlusconi. (La Repubblica, mercoledì 18 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "La ministra presciolosa fece le 'riforme' cieche": Mariastella Gelmini.

Per la serie La ministra presciolosa fece le riforme cieche: Mariastella Gelmini.

 

(su) Mariastella Gelmini (ministro della Pubblica Istruzione): Quest’anno, per i tagli del duo Tremonti-Gelmini, i bambini e i ragazzi disabili hanno perso la metà dei loro diritti: ore di sostegno dimezzate, assistenza inesistente, accesso allo studio ― di fatto ― negato. I dati dell’anno 2009 - 2010 segnalano un taglio di circa 500 insegnanti di sostegno, con un aumento però di oltre 4.000 bambini e ragazzi disabili. E questo vuol dire che la maggioranza di essi, che ieri avevano diritto a 18 ore di sostegno alla settimana, oggi arriva a malapena a nove. (Maria Novella De Luca e Salvo Intravaia su La Repubblica di mercoledì 18 novembre 2009). Solo il Maroni può fare dei Migranti delle non persone? E la Gelmini? Non può anche lei fare dei Bambini e dei Ragazzi disabili delle non persone? Come, del resto, ha già fatto dei Lavoratori cosiddetti precari? Dicono che sia incinta, la signorina Gelmini. Ma a noi, per il momento, risulta che quel che sta mettendo al mondo è un’intera Scuola. Disabile. E senza alcun sostegno. Le auguriamo di tutto cuore che non si ripercuota sulla felicità della sua gravidanza, questo misfatto.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

 

(su) Giorgia Meloni (ex neofascista, ex aennìna, oggi pidiellìna e ministro per le Politiche giovanili): Volevo esprimere la mia solidarietà al ministro Meloni per quanto scritto e pubblicato dal vignettista Spataro. Colgo l’occasione per esprimerle altrettanta solidarietà per l’epiteto rivoltole dal suo capo durante il congresso del Pidièlle, il 29 marzo 2009. Mister B la chiamò sul palco apostrofandola “zoccola” davanti a centinaia di supporters. Il fatto fu pubblicizzato su YouTube, ma non ricordo in quelloccasione nessuna solidarietà da parte di chicchessia, e in particolare dalle donne del Pidièlle. (Lettera a L’Unità di lunedì 16 novembre 2009). Ma è ovvio: chi gli si prosterna non può che essere molto più disprezzato (dal Berlusconi e da chiunque) di chi non è a sua disposizione.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "A volte è il Lupo a gridare al lupo": Roberto Calderoli e Roberto Maroni.

Per la serie "A volte è il Lupo a gridare al lupo": Roberto Calderoli e Roberto Maroni.

Per la serie A volte è il Lupo a gridare al lupo: Roberto Calderoli e Roberto Maroni.

 

Roberto Calderoli e Roberto Maroni (leghisti, ministri per la Semplificazione e degli Interni e portatori di moccichini verdi): Il presidente del Consiglio era solo il primo obiettivo. Nel mirino ci siamo tutti: maggioranza e opposizione, direi l’intero sistema democratico. Stanno cercando di far fuori la politica, a prescindere dagli schieramenti. A quattro mesi dalle elezioni regionali sta accadendo di tutto. In Puglia sulla sanità emergeranno cose devastanti. In Sicilia, se fossi un dirigente del Pidièlle, mi preoccuperei per quel che potrebbe venire fuori. In Campania il fronte Bassolino-Cosentino mi fa dubitare che a gestire le cose sia ancora la politica. Nel Lazio, prima hanno costretto Storace a dimettersi da ministro e adesso mettono in croce Marrazzo con la pubblicazione di verbali coperti dal segreto istruttorio. Messo in croce anche il governatore dell’Emilia, Errani, per una vicenda che riguarda suo fratello. E in Lombardia chiacchiere su inchieste che potrebbero colpire Formigoni... Tutto questo è molto sospetto. Per fermarlo, bisogna aprire una stagione costituente vera (Calderoli). Sarebbe stato il ministro degli Interni a far spostare il capo del Governo da via del Plebiscito a piazza Colonna. Al Viminale hanno evidentemente giudicato un alto rischio i quindici minuti passati in Rete da Game (il terrorista libico che il 12 ottobre è saltato in aria a Milano, rimanendo ferito) dopo aver cercato su Google “Arcore affitti posto letto”. Mentre per i Servizi interni (Aisi) e per l’antiterrorismo (Ucigos) quelle ricerche non costituivano un pericolo concreto. Intervenuto all’inaugurazione di una scuola materna a Tradate, nel Varesotto, Maroni si è detto “preoccupato” per “i segnali che abbiamo ricevuto dell’attività di un gruppo che si rifà alle Brigate Rosse”. “Contrasteremo con ogni mezzo”, ha detto, “questi criminali che non hanno sufficiente materia grigia per far politica senza violenza”. (La Repubblica, domenica 15 novembre 2009). Perché due ministri (tra cui, autorevolissimo, il ministro degli Interni) parlano di primi obiettivi, di attacchi al sistema democratico, di cose devastanti, di sospetto, di necessità di intervenire sulla Costituzione, di allarmi per la sicurezza del presidente del Consiglio, di azioni di contrasto da condurre con ogni mezzo? Perché ventilare pericoli così gravi quando è evidente che gli unici attacchi al sistema democratico vengono proprio da una parte consistente della Destra, da alcuni settori della finta “sinistra” (alla Destra molto più vicini, o succubi, di quanto vorrebbero far credere) e dalle forze oscure e pervasive dellantiStato che con la Destra e la finta “sinistra” sintersecano? Si vuol forse fomentare un senso di allarme così minaccioso (non tanto fra i Cittadini, quanto nelle élite politiche, ecclesiastiche, economiche e militari) da “giustificare” uno “stato di eccezione”, il ricorso a decreti liberticidi e la sospensione “a tempo determinato” delle garanzie costituzionali e dei Diritti fondamentali? Che cosa prepara ― davvero ― la Lega, a che cosa mira? Qual è il “piano B” (leghista e di qualcun altro) per evitare la caduta del Berlusconismo o rimpiazzarlo con qualcosa di peggio? Chi sono ― davvero ― le “migliaia di uomini in armi” a cui spesso lancia appelli il Bossi? E quanto è il caso, a questo punto, che i sani di mente comincino a stare davvero in guardia? (P.s.: tutto ciò fa così poco ridere, ce ne rendiamo conto, che la faccina qui sopra dovrebbe cambiare espressione da così a così. A meno di non voler vedere qualcosa di ferocemente comico, malgrado tutto, nel Maroni che parla di criminali senza sufficiente materia grigia per far politica senza violenza mentre il suo capo ciancia di uomini in armi e lui stesso parla di azioni di contrasto da condurre con ogni mezzo...)

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Noi offendiamo e licenziamo decine di migliaia di Lavoratori statali, trattiamo i Migranti e i Rom e i Carcerati come se non fossero Umani, insultiamo ogni giorno la Sinistra e pretendiamo di insegnare ad altri il rispetto: Angelino "Con-quella-boccuccia-può-dire-ciò-che-vuole" Alfano.

Per la serie Noi offendiamo e licenziamo decine di migliaia di Lavoratori statali, trattiamo i Migranti e i Rom e i Carcerati

come se non fossero Umani, insultiamo ogni giorno la Sinistra e pretendiamo di insegnare ad altri il rispetto:

Angelino Con-quella-boccuccia-può-dire-ciò-che-vuole Alfano.

 

Angelino Alfano (ministro della Giustizia): Vorrei che anche la magistratura associata, e mi riferisco all’Anm, avesse la giusta dose di rispetto nei confronti del legislatore. Riteniamo che i giudici siano soggetti alle leggi. Le leggi le fa il Parlamento. (La Repubblica, sabato 14 novembre 2009). La cosa più buffa è scoprire che l’Alfano crede di sapere che cosa sia il rispetto. O più probabilmente di poter dirne ciò che vuole, ché tanto non lo sa più nessuno.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Volete mettere, quanto è più pericoloso di me un Immigrato irregolare? Non c'è paragone!

 

(su) Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Nicolò Ghedini (pidiellìni e portatori di leghisti), Umberto Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli (leghisti e portatori di moccichini verdi) e il loro disegno di leggeper la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi: Di fatto, introducono nel diritto italiano il principio della discriminazione su base etnica e di censo. Come definire altrimenti la scelta di escludere dal beneficio della prescrizione gli imputati di immigrazione clandestina?... Lo straniero irregolare, se approvata la nuova legge, subirà la medesima limitazione di garanzie riservata a presunti mafiosi e terroristi... La colpa originaria del clandestino sia dunque imprescrittibile. Egli appartiene a una categoria destinata a restare priva di garanzie. Il principio costituzionale dell’uguaglianza di fronte alla legge non deve riguardarlo... Un’altra volta, con la consueta prontezza, la Lega approfitta delle difficoltà del premier imponendogli la sua egemonia culturale. Prosegue così la codificazione normativa del sentimento xenofobo. (Gad Lerner su La Repubblica di sabato 14 novembre 2009). Come un preteso genio può rivelarsi il più stupido degli stupidi ― lo raccontò mirabilmente, tanti anni fa, un film intitolato Oltre il giardino ― così un potere creduto immenso si rivela oggi debole come un verme, nella sua disperata ricerca di puntelli, proclamando un piccolo Migrante clandestino più pericoloso, per questo Paese senza spina dorsale, del plurimiliardario e presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I buoi danno dei cornuti agli asini": Sandro Buoindi

Per la serie I buoi danno dei cornuti agli asini: Sandro Buoindi

 

(su) Sandro Bondi (ministro della Cultura): Bondi l’ho visto applaudire al Quirinale mentre parlava Ranieri, cercava anche lui il consenso. Il cinema fatto da accattoni? È vergognoso che un ministro parli così di chi lavora, il cinema ha reso allo Stato più di quello che aveva chiesto. Schiavi e proni verso chi? Verso il presidente della Repubblica? Il signor Bondi ― non lo chiamo ministro ― si scusi. (Marco Risi, La Repubblica, sabato 14 novembre 2009). Siamo noi, invece, che ci scusiamo col Bondi perché appare troppo di rado su questa rubrica, mentre è uno che se ci si mette fa ridere parecchio. Ecco dunque una piccola antologia riparatrice: Al posto del premio Oscar Ennio Morricone, dimissionario dal consiglio d’amministrazione dell’Opera di Roma, Bondi ha messo Bruno Vespa (23 dicembre 2008). Quando ho visto Daniela lasciare il Grande Fratello ho provato tenerezza e partecipazione (13 febbraio 2009). Il quotidiano La Repubblica è un’insidia per la democrazia, che getta fango da mesi sul premier utilizzando i più sleali mezzi a disposizione del giornalismo (23 giugno 2009). Una storiografia cinquantennale fondata su falsità e reticenze... Architetti della sinistra che hanno costruito orribili edifici al soldo degli speculatori... Registi di film inconsistenti... Scrittori di pessimi libri... Gli intellettuali di sinistra sono ciechi che preferiscono, poiché abituati al servaggio, cambiare padrone piuttosto che assumersi il peso della libertà (17 settembre 2009). La maggioranza scenda in piazza per difendere la democrazia e la libertà nel nostro Paese (5 ottobre 2009). In compenso il Bondi piace a Lucio Dalla, che dichiara: Mi fa simpatia Sandro Bondi, perché scrive poesie ed è meglio di quei sindaci di sinistra che si accaniscono contro i piccioni nelle storiche piazze d’Italia (29 ottobre 2008).

I servi generano servi che generano servi. Poi, tutti insieme, chiamano servi i liberi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Noi sì che sapremmo far carta straccia dei Diritti fondamentali, altro che il Berlusconi": Giorgio Tonini.

Per la serie Noi sì che sapremmo far carta straccia dei Diritti fondamentali, altro che il Berlusconi: Giorgio Tonini.

 

Giorgio Tonini (esponente veltroniano della banda di papisti che tramite il Pidì continua a tenere in ostaggio la Sinistra italiana): Possiamo anche scendere in piazza, certo (contro il disegno di legge “per la tutela del cittadino dalla durata indeterminata dei processi” che per salvare il Berlusconi dai giudici lascerà impuniti fior di criminali ma non i Migranti, n.d.r.) ma i veri riformisti devono avere un loro pacchetto di proposte. Non si limitano a difendere lo status quo... Ripresentare il lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale? È un’idea che andrebbe valutata. (La Repubblica, sabato 14 novembre 2009). Mai così sfacciatamente esibita la tattica dei servi del Berlusconi nella finta “sinistra”: fingere di ribellarsi alle sue picconate alla Democrazia, e invece legittimarle accettando di discuterne. E mostrarsi pronti, intanto (insieme al Casini) a intervenire perfino sui Principi fondamentali della Costituzione, se è vero che un nuovo lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale non potrebbe farsi senza stravolgere l’articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Si può ancora illudersi che si tratti solo d’ignoranza, stupidità, autolesionismo? O è ora di cominciare a sentir puzza, nei “sinistri” come il Tonini (uno che il 13 settembre scorso ha avuto la faccia di dichiarare che di fronte alla mozione Bersani e ad alcuni suoi sostenitori va sollevata una grande questione democratica e civile) di qualcosa di molto peggio?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica): Giulio Tremonti, giovedi scorso, mi avrebbe intimato di non avvicinarmi perché altrimenti mi avrebbe preso a calci nel sedere, per usare un sinonimo? No, non è così. Nel Consiglio ci sono interventi interessanti. Se poi ogni tanto qualcuno un po’ stressato perde le staffe, poco male.

(La Repubblica, sabato 14 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Quando si può fare il pagliaccio e quando no": a sinistra, il Berlusconi allontana da sé un ministro serbo che mette troppo in risalto la sua mediocre statura; a destra, il Berlusconi si guarda bene dal fare lo stesso col Djukanovic.

Per la serie "Quando si può fare il pagliaccio e quando no": a sinistra, il Berlusconi allontana da sé un ministro serbo che mette troppo in risalto la sua mediocre statura; a destra, il Berlusconi si guarda bene dal fare lo stesso col Djukanovic.

Per la serie Quando si può fare il pagliaccio e quando no: a sinistra, il Berlusconi allontana da sé un ministro serbo

che mette troppo in risalto la sua mediocre statura; a destra, il Berlusconi si guarda bene dal fare lo stesso col Djukanovic.

 

(su) Silvio Berlusconi (primo ministro italiano) e Milo Djukanovic (primo ministro montenegrino): Il premier montenegrino Milo Djukanovic per 15 anni è stato indagato dalla procura di Bari per contrabbando di sigarette (almeno 1000 tonnellate al mese), armi da guerra e sostanze stupefacenti. Ma anche per aver favorito la latitanza di mafiosi (una quarantina) per i quali in Italia era stato emesso un ordine di cattura; e per essere entrato negli affari di un’associazione criminale se non addirittura, come numerosi pentiti hanno dichiarato al pubblico ministero, per esserne stato il capo indiscusso. Assieme ai suoi più stretti collaboratori, tra cui ministri, faccendieri e autorità di pubblica sicurezza. (Djukanovic, il capo della Tortuga, di a.d.p., su left 45, venerdì 13 novembre 2009). Com’è naturale, la “parte migliore del nostro Paese” ― come il Brunetta ha definito la destra berlusco-leghista ― fa amicizia con la parte “migliore” del Pianeta: Putin, Gheddafi, Djukanovic... Meno male che almeno Bokassa e Idi Amin sono morti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Nicolò Ghedini visto da left

Nicolò Ghedini visto da left

 

(su) Nicolò Ghedini: Ha iniziato la sua fulminante carriera nel penale difendendo, come assistente del suo maestro, il serial killer Mario Furlan, il ragazzo della Verona bene che voleva liberare la società da drogati, Rom e lussuriosi. L’iniziazione politica dell’artefice delle leggi ad personam, invece, è stata con il Fronte della gioventù di Padova. Nicolò Ghedini diventa poi segretario delle Camere penali, ruolo che svolge a fianco del presidente Gaetano Pecorella. Sarà proprio quest’ultimo a presentarlo a Silvio Berlusconi. Da qui la difesa del Cavaliere e l’entrata in Forza Italia. (Dal killer al premier, di s.b., su left 45, venerdì 13 novembre 2009). Il Taormina non sarebbe andato bene per la parte. Lui ha difeso solo la Franzoni, una donnetta. Molto meglio un virile difensore di stragisti neonazisti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "La parte migliore del Paese": a sinistra il Brunetta durante una delle sue esibizioni, a destra il Mangano (boss mafioso che fu "stalliere" ad Arcore) durante uno dei suoi processi.

Per la serie "La parte migliore del Paese": a sinistra il Brunetta durante una delle sue esibizioni, a destra il Mangano (boss mafioso che fu "stalliere" ad Arcore) durante uno dei suoi processi.

Per la serie La parte migliore del Paese: a sinistra il Brunetta durante una delle sue esibizioni, a destra il Mangano (boss mafioso, definito dal Berlusconi e dal Dell’Utri un eroe, che fu “stalliere” ad Arcore) durante uno dei suoi processi.

 

Renato Brunetta (ministro per la Funzione pubblica): Il Pidièlle rappresenta la parte migliore del Paese, quella che rischia, mentre la sinistra la peggiore. (La Repubblica, giovedì 12 novembre 2009). Ringraziamo il Brunetta per non aver incluso nella parte peggiore del Paese, insieme a Noi di Sinistra, anche la criminalità organizzata di stampo mafioso, camorrista e ’ndranghetista. Evidentemente ― ognuno ha i suoi gusti ― l’ha inclusa nella parte “migliore”.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: Dal decreto “salvaladri” al lodo Alfano, diciotto leggi ad personam in 15 anni: Decreto “salvaladri” (1994); Falso in bilancio, Stop alle rogatorie internazionali e Scudo fiscale (2001); Cirami (legittimo sospetto), Conflitto di interessi e Pecorella (niente appello per l’accusa) (2002); Lodo Schifani (immunità per le alte cariche), Intercettazioni, Tremonti bis (detassazione plusvalenze), Decreto salva Rete 4, Inasprimento pene per falsi decoder (2003); Gasparri (sistema tv), Decreto Certosa (segreto di Stato) e Sanatoria sui reati ambientali e sulle coste (2004); Ex Cirielli (taglia prescrizioni) (2005); Norma blocca processi, Intercettazioni e Lodo Alfano (immunità per le alte cariche) (2008). (La Repubblica, giovedì 12 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi e la finta “sinistra”: Il patologo chiama “magnifiche” cose brutte e penose. Esiste una patologia delle norme, le cui meraviglie fanno storia nell’età berlusconiana, formalmente databile dal marzo 2001, ma l’embrione sta nei lavori della famigerata Bicamerale, in pieno centrosinistra, quando pensatori d’ambo le parti ripresentano idee annotate dal Venerabile Licio Gelli nel suo “Piano” d’una “rinascita democratica”.

(Franco Cordero su La Repubblica di giovedì 12 novembre 2009.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti: La verità nuda e cruda delle cifre è che in diciotto mesi ― come denuncia il neo-presidente dei Verdi, Angelo Bonelli ― sono stati tagliati oltre 500 milioni di euro destinati alla difesa del suolo. Ridotti i fondi iniziali a 270 milioni, il centrodestra ha soppresso poi quelli per il monitoraggio sismico (4,5 milioni); i finanziamenti di 151 milioni per il territorio della Sicilia e della Clabria; i 45 milioni per il ripristino del paesaggio; i 15 milioni per i piccoli Comuni. (La Repubblica, mercoledì 11 novembre 2009). E che dovevano fare, poverini? Far pagare le tasse al povero “popolo delle partite Iva”?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Nicola Cosentino (consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere regionale nel 1995, deputato forzaitaliòta nel 1996, vicecoordinatore e poi coordinatore forzaitaliòta in Campania, attualmente pidiellìno e sottosegretario al Tesoro): In un verbale del 1996 il boss pentito Dario De Simone rivelò di aver commentato con l’allora consigliere regionale Nicola Cosentino il difficile momento giudiziario attraversato dai Casalesi a seguito dell’inchiesta Spartacus: “Cosentino mi riferì che la vittoria della coalizione di Forza Italia avrebbe sicuramente comportato un alleggerimento della pressione nei nostri confronti. In particolare si riferiva alle disposizioni di legge sui collaboratori di giustizia. Parlavamo anche degli orientamenti politici dei giudici che si occupavano delle nostre vicende, in particolare del dottor Greco e del dottor Cafiero, che ritenevamo particolarmente agguerriti nei nostri confronti. Arrivammo alla conclusione”, sostiene ancora De Simone, “che l’affermazione di Forza Italia avrebbe potuto mutare la situazione, nel senso che i giudici di sinistra sarebbero stati ridimensionati, non avrebbero avuto più quel potere che avevano alla Procura di Napoli. (Dall’ordinanza con la quale il gip di Napoli Raffaele Piccirillo chiede al Parlamento l’arresto di Nicola Cosentino. Citata da Dario Del Porto e Conchita Sannino su La Repubblica di mercoledì 11 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Il seggio parlamentare è mio, mica di chi mi ha votato": Linda Lanzillotta.

Per la serie Il seggio parlamentare è mio, mica di chi mi ha votato: Linda Lanzillotta.

 

(su) La banda di papisti che tramite il Pidì teneva in ostaggio la Sinistra italiana: la veltroniana Linda Lanzillotta ha lasciato ieri il Pidì: aderisce al movimento fondato da Francesco Rutelli... Con Rutelli anche Bruno Tabacci (ex uddiccìno), il veltroniano Massimo Calearo... e il veltroniano Gianni Vernetti. I veltroniani Achille Serra e Luigi De Sena, ex prefetti, ci stanno pensando... La popolare (ex uddiccìna ed “ex teodem passata a Fioroni”) Dorina Bianchi deciderà nei prossimi giorni, per ora parla solo del suo disagio nel Pidì di Bersani... Tra i deputati hanno inoltre aderito Pisicchio e Misiti (ex dipietristi) e starebbero per lasciare il Pidì anche Donato Mosella (quello che dice che la Binetti “è una risorsa”) e il “salvatore di Eluana” Marco Calgaro. Tra i senatori, Astorre (ex Idv) e lidratatore e alimentatore forzante Claudio Gustavino (dal Pidì). (La Repubblica, mercoledì 11 novembre 2009). E il Veltroni, il Giuseppe “Beppe” Fioroni e il Franceschini che aspettano? Quando se ne vanno? Lasciateci solo la Bindi, per favore. Ma dimettetevi anche da parlamentari: chi vi ha messo su quegli scranni non sono gli elettori del “movimento” del Rutelli ma quelli del Pidì, costretti a votarvi perché il Veltroni si era accordato col Berlusconi per non cambiare la legge elettorale porcata del Calderoli. Se non siete più nel Pidì, quindi, due son le cose: o non siete più neanche in Parlamento, o siete dei golpisti in quanto usurpatori di una rappresentanza che non vi appartiene.

 

Per la serie "Le belle facciotte che sanno farsi feroci solo coi poveri cristi": Matteo Salvini.

Per la serie Le belle facciotte che sanno farsi feroci solo coi poveri cristi: Matteo Salvini.

 

Matteo Salvini (capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Milano, europarlamentare e portatore di moccichino verde): Ogni multa per divieto di sosta è ben data, ma ci vuole criterio. Mi auguro che non si arrivi a un multificio indiscriminato. (La Repubblica, mercoledì 11 novembre 2009). Il Salvini si preoccupa per chi sosta in seconda o terza fila dinanzi ai negozi di chi vota a destra. Ma dai, Matteo, tranquillo: non lo sai che i multatori di destra sono già stati “sensibilizzati”, su questo argomento, dagli esercenti di destra?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Le vignette troppo gentili": il tentacolo pedofilo non si vede, forse è sul retro?

Per la serie Le vignette troppo gentili: il tentacolo pedofilo non si vede, forse è sul retro?

 

(su) Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger (in quanto capi di tutti i dipendenti di Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger): Un solo esempio basti: il clamore suscitato dai casi di pedofilia ha portato il Vaticano a estendere su quel reato la giurisdizione di un tribunale ecclesiastico ufficialmente deputato a questioni di fede. E se la magistratura italiana pretende di indagare su qualche delitto si alza la cortina del silenzio e del segreto. Non senza compiacenti torsioni delle regole istituzionali. Nel caso Orlandi il giudice unico del Vaticano era anche il capo dell’ufficio legale del Parlamento italiano: lui si mandava le rogatorie e ancora lui, attraversato il Tevere, le respingeva al mittente, cioè a sé stesso. Il resoconto della ricerca di Pino Nicotri merita dunque di essere letto. Fa riflettere sul legame tra due Stati dalla diversissima legislazione. Il primo vive di scandali quotidiani e di una sfacciata immoralità e impunità dei potenti, che anche se condannati si rifiutano di sottostare alla legge. Il secondo nasconde i vizi privati dei suoi potenti sotto l’affettazione pubblica della virtù. (Recensione di Adriano Prosperi al libro Emanuela Orlandi - La verità di Pino Nicotri, edizioni Baldini Castoldi Dalai. La Repubblica, martedì 10 novembre 2009).

Il primo è il corpo, il secondo l’anima. E fanno schifo tutti e due.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Alunno Scuola pubblica? Ahiahiahi!": Angelo Bagnasco.

Per la serie Alunno Scuola pubblica? Ahiahiahi!: Angelo Bagnasco.

 

Angelo Bagnasco (dipendente di Joseph Ratzinger col grado di cardinale e presidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, parlando per l’appunto all’assemblea generale dei vescovi italiani): Chiediamo al governo di non operare tagli, in fase di Finanziaria, sui fondi destinati alle scuole non statali cattoliche, già penalizzate da decurtazioni consistenti. (La Repubblica, martedì 10 novembre 2009). Ai Bambini e Ai Ragazzi delle Scuole statali o delle Scuole non statali non cattoliche, invece, tagliategli quello che vi pare: non ce ne può fregare di meno.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Basta farsi furbi per non crepare di sevizie nelle galere di uno staterello medioevale": Carlo Giovanardi.

Per la serie Basta farsi furbi per non crepare di sevizie nelle galere di uno staterello medioevale: Carlo Giovanardi.

 

Carlo Giovanardi (ex democristiano, ex uddiccìno, attualmente pidiellìno, sottosegretario alle Politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile): Stefano Cucchi era uno spacciatore abituale, un anoressico che era stato pure in una comunità, ed era persino sieropositivo. Sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così. (La Repubblica e Terra, martedì 10 novembre 2009). I Carlo Giovanardi, invece, cos’è che li riduce così? Il servilismo berlusconiano? L’abbrutimento televisivo? Le lunghe, interminabili ore trascorse in chiesa? O più semplicemente furono le loro gentili mamme e i loro egregi papà, tanto, tanto, tantissimo tempo fa?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Meno intelligente di Obama? Chi, io? Ma l'intelligenza non si misura mica dall'abbronzatura!

 

(su) Silvio Berlusconi: Obama è una persona intelligente e arguta e chiunque abbia una logica si renderà conto che lui non considera Berlusconi come suo fratello... Quando Berlusconi fa commenti del genere di quello sulla “abbronzatura” del presidente degli Stati Uniti, dimostra a Obama che ha a che fare con una persona meno intelligente. E Obama prova compassione verso persone meno intelligenti che dicono stupidaggini... Unendovi a Bush, voi Italiani, assieme ad altri Europei, avete dato legittimità alla sua guerra contro Bagdad. Se non gli aveste dato questo appoggio, non credo che Bush ce l’avrebbe fatta. Spero che in Italia, come in altri paesi europei, ci si faccia un esame di coscienza per aver permesso a un presidente americano di cavarsela pur avendo compiuto un crimine assoluto. (Michael Moore, regista, intervistato da Lucia Annunziata. La Repubblica, lunedì 9 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Walter Veltroni (intombatore capo della Sinistra italiana, attualmente in sonno): Nelle regioni in cui lUddiccì intende fare un’alleanza con il centrosinistra, dovrebbe spiegare al suo elettorato che intende allearsi con un partito come il Pidì, che non segue più la linea veltroniana. Ma quella, ad esempio, che è d’accordo con la sentenza della corte europea che chiede di togliere il crocifisso. Mi chiedo: come può pensare un partito di cattolici di avere simili alleati? (Roberto Calderoli, leghista, ministro per la Semplificazione, La Repubblica, lunedì 9 novembre 2009).

Non c’è che dire: quelli che rimpiangono i tipi come il Veltroni sono di gran lunga i migliori.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Massimo Giannini (vicedirettore de La Repubblica): L’aula del Senato ha dato finalmente via libera al decreto Ronchi, che prevede la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Una battaglia che iniziò già il governo dell’Unione con Linda Lanzillotta, poi bloccata dai veti di Rifondazione comunista, (Lanzillotta che nei giorni scorsi ha lasciato il Pidì assieme al Rutelli, n.d.r.) e che ha rilanciato l’attuale ministro delle Regioni Fitto (superando gli ostacoli frapposti dall’ala statalista del Pidièlle)... Vogliamo dirlo? Insieme a qualche norma della Gelmini sull’Università, questo pacchettino di liberalizzazioni è forse l’unica cosa decente di politica economica fatta da questo governo in venti mesi di vita. (La Repubblica Affari & Finanza, lunedì 9 novembre 2009). Vogliamo dirlo? Se La Repubblica è una maschera (anche se ormai a brandelli) il supplemento finanziario è il suo vero volto (di lunedì, del resto, dissimularlo non è facile per nessuno). E il suo vero volto è molto peggio che di destra: è di finta “sinistra”. Vogliamo dirlo? Le cosiddette “liberalizzazioni” e “privatizzazioni” sono la svendita dei Beni pubblici degli Italiani a un’imprenditoria ignorante, cialtrona e paramafiosa che li spremerà come limoni, ne trarrà (in combutta con politicanti, sindacalisti e giornalisti suoi servi) tutto il denaro che riuscirà a trarne, licenzierà quanti più Lavoratori riuscirà a licenziare, aumenterà le bollette come le parrà e piacerà (vedi alla voce autostrade) e non solo non farà investimenti, ma considererà un ottimo investimento (dal suo punto di vista paramafioso) lasciar andare in rovina i Beni pubblici degli Italiani a tutto vantaggio dell’anti-Stato, cioè della criminalità organizzata nostrana e internazionale. Vogliamo dirlo? Qui l’unica cosa che ci fa ridere (per non piangere) è l’ostinazione del Giannini nel credere che ciò che scrive per i suoi quattro fan su La Repubblica e su Affari & Finanza non cada mai sotto gli occhi dei milioni di lettori ai quali lui e il suo direttore continuano a gabellarlo come un quotidiano “di sinistra”.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Achille Serra (ex prefetto di Milano e piddìno veltroniano): Non mi ci ritrovo in questo Pidì. Sto meditando. (La Repubblica, domenica 8 novembre 2009). Cosaltro ha detto di memorabile, il Serra, dacché il Veltroni lo fece rappresentante dei poveretti che per il Veltroni votarono? Stando ai nostri archivi, solo questo:

Ho già conosciuto Maroni al lavoro e so che sarebbe un ottimo ministro dell’Interno (22 aprile 2008).

Medita, Serra, medita. Ma poi sii buono: vattene.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Franco Marini e Giuseppe “Beppe” Fioroni (esponenti di primo piano della banda di papisti che tramite il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana): La struttura che stiamo prefigurando qui lascia scoperta un’area, quella appunto degli ex Popolari che hanno sostenuto Franceschini. Tra poco andrò a cena da mio figlio, che mi chiederà: “Te le hanno date le chiavi di casa?” Mi fa girare le scatole avere difficoltà nel dire che le chiavi ce l’hanno date... Quest’area aveva diritto a un punto di riferimento... a un vice segretario... Beppe Fioroni, per esempio... Non facciamo parte del mobilio: siamo le mura portanti (Franco). Nessuno è mai riuscito a sfrattarmi da casa mia (“Beppe”). (La Repubblica, domenica 8 novembre 2009). Col passare dei giorni il dilemma dei papisti del Pidì si fa sempre più angoscioso: andarsene col Rutelli o darsi all’accattonaggio di posti di consolazione col “Beppe” Fioroni? Noi facciamo il tifo per la linea Rutelli: andatevene tutti. E subito.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Silvio Berlusconi: Altan su La Repubblica di sabato 7 novembre 2009.

(su) Silvio Berlusconi: Altan su La Repubblica di sabato 7 novembre 2009.

 

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi: Il tempo è stato galantuomo. Sono tanti anni che stavamo indietro. Sembrava che altri fossero pecore bianche e noi quella nera, per usare un linguaggio scozzese. Non è così. Stiamo andando nella media dell’Unione Europea. Bisogna insistere (Giulio). Il peggio è alle spalle. L’Italia è la sesta nazione più ricca del mondo. Siamo i terzi contribuenti dell’Unione Europea, i sesti delle Nazioni Unite. Non possiamo lamentarci. Non va malissimo (Silvio). Terzi in Europa? Sesti nel mondo? Ma allora, con i 200 miliardi di tasse all’anno evasi dai ladri che votano per loro, potremmo essere i primi della Galassia.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Roberto Maroni (leghista, ministro degli Interni): La rete di Bin Laden non c’è nel nostro Paese, ma esistono cellule che vi fanno riferimento e in qualche modo hanno ottenuto l’autorizzazione da Al Qaeda. È una sorta di franchising, un fenomeno che stiamo ancora investigando... Se fosse stata già in vigore le legge che riduce i tempi per la cittadinanza, l’attentatore libico di Milano sarebbe stato un cittadino italiano... Non siamo ancora al fenomeno dell’homegrown terrorist, come in Gran Bretagna e in Spagna, ma ci siamo molto vicini. (La Repubblica, sabato 7 novembre 2009). Traduzione: Ancora un piccolo sforzo, Leghisti e Popolo della libertà: ancora un po’ di razzismo, di maltrattamenti, di emarginazione e di impedimenti alla preghiera, e vedrete che ce la faremo ad avere anche noi i nostri bravi terroristi nati e cresciuti in Italia.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Francesco Rutelli (ex esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana): Cari amici e cari amiche... vi illudete, voi che restate. (La Repubblica, sabato 7 novembre 2009).

Ha ragione, dategli retta, “amici” e “amiche”: andatevene, andatevene!

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni (ex ministro della Pubblica Istruzione ed esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana): Non dobbiamo sottovalutare la rottura di Rutelli, i dubbi ci sono nella base: in Piemonte, dove Vernetti segue Francesco; in Veneto, dove Calearo ha a sua volta lasciato. Ci vuole una riflessione. (La Repubblica, sabato 7 settembre 2009). Rifletti quanto ti pare, “Beppe”, ma non troppo.

E poi, quando hai riflettuto, facci il favore: vattene.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Gianni Letta (pidiellìno, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un articolo per l’Osservatore Romano intitolato Quando il primate d’Italia visita il suo Paese): Tra Chiesa e Stato in Italia c’è una profonda e feconda osmosi: una situazione del tutto eccezionale da cui l’Italia sta progressivamente imparando a trarre la massima utilità. (La Repubblica, sabato 7 novembre 2009). E il Letta, indubbiamente, è uno che di osmosi profonde se ne intende. Di feconde, invece, un po’ meno?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I Mostri": la signora Christina Schmid si "commuove" al funerale del marito, il sergente Olaf Schmid, morto in Afghanistan (un giorno prima di tornare a casa) mentre stava tentando di disinnescare la sua 65a bomba.

Per la serie I Mostri: la signora Christina Schmid si commuove al funerale del marito, il sergente Olaf Schmid,

morto in Afghanistan (un giorno prima di tornare a casa) mentre stava tentando di disinnescare la sua 65a bomba.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Un Veneto corto": Massimo Calearo

Per la serie Un Veneto corto: Massimo Calearo

 

Massimo Calearo (ex piddìno veltroniano, ex presidente della Federmeccanica, studi dai gesuiti in Germania nella Selva Nera, già simpatizzante dell’Azione cattolica, già aderente all’Udc e alla Casa delle Libertà, già “falco” di Confindustria e durissimo avversario dei sindacati in più di una vertenza contrattuale, partecipante nell’estate del 2007 allo sciopero fiscale indetto dalla Lega, noto alle cronache anche per aver definito massaie” le mogli degli operai): Massimo Calearo, deputato, ex presidente della Federmeccanica, esce dal Pidì per aderire al Gruppo misto della Camera: “La mia è una decisione di coerenza”, afferma. “Da moderato ero stato chiamato da Veltroni al progetto di un grande partito all’americana. Ma l’idea di Veltroni non è stata capita. Oggi mi pare che il Pidì sia alla ricerca di un nuovo Ulivo, mentre serve, soprattutto in Veneto, un soggetto politico più moderato e riformista. (La Repubblica, venerdì 6 novembre 2009). Incancellabili, però, le impronte lasciate dal veltroniano-padronista Calearo nella storia della Sinistra italiana. Impronte? Forse sarebbe più corretto chiamarle macchie, patacche, frittelle. Eccole, sono tutte qui: Ringraziamo San Clemente Mastella che ha fermato il governo Prodi. Adesso c’è il Pidì che può offrire un programma al Paese. Be’, l’azione di Prodi ha avuto anche aspetti positivi, ma la maggioranza era minata dall’alleanza con la sinistra radicale. (6 marzo 2008). Penso che in Italia una politica di destra possa farla soltanto la sinistra. (12 marzo 2008). Un certo tipo di sindacato non si rende conto che esiste un mercato, una concorrenza. Alitalia è un’impresa che vive di mercato e deve avere i tempi del mercato. Il fallimento non è un tabù. (4 aprile 2008). Mi auguro che la Lega non prenda spunto dai voti operai che ha ricevuto per mettersi a bacchettare gli industriali. (20 aprile 2008). Se Berlusconi, nell’ambito del dialogo con l’opposizione, dovesse chiamare, sarebbe mio dovere, per l’interesse del Paese e del Nordest, rispondere. (21 aprile 2008). Dopo questi 5 straordinari contributi al progresso del nostro Paese, il Calearo si eclissa fino a marzo del 2009, quando riappare su La Repubblica e su Il Tempo: Se qualcuno sui giornali parla male del Partito democratico, venga mandato sùbito a casa anche se è un big... E per le Europee avrei voluto uno sbarramento dell’8%, altro che il 4. (1° marzo 2009). La Merloni licenzia in Italia per assumere in Polonia, dove, proprio per questo, riceverebbe risorse statali? Be’, meglio tagliare un dito che tutto il braccio. (13 marzo 2009). Per poi scomparire fino alle primarie (lunghe, ogni anno, le vacanze del Calearo, beato lui) quando si schiera (come ti sbagli?) col Franceschini: Luca di Montezemolo? Boh, non so. Io so che se vince Bersani esco dal Partito democratico. (8 ottobre 2009). Non c’è che dire: otto pietre miliari. Il Veltroni può quasi essere più orgoglioso di aver messo nel Pidì il Calearo che di aver restituito l’Italia al Berlusconi.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Quelli che vogliono dare ai padroni il denaro degli Italiani": Mario Baldassarri.

Per la serie Quelli che vogliono dare ai padroni il denaro degli Italiani: Mario Baldassarri.

 

Su Mario Baldassarri (pidiellìno, viceministro delle Finanze dal 2001 al 2006, attualmente senatore e presidente della commissione permanente Finanze e Tesoro), Giulio Tremonti (ministro dell’Economia, del Tesoro, delle Finanze e ― tirando i fili di Mariastella Gelmini ― liquidatore della Pubblica Istruzione), Maurizio Sacconi (ministro del Welfare, della Sanità, del Lavoro e delle Politiche sociali, a seconda dei turni di servizio) e, implicitamente, Dario Franceschini, che il 17 ottobre scorso, parlando agli imprenditori del Nord Est insieme a Massimo Calearo, propose una consistente riduzione dell’Irap: Baldassarri è stato scaltro e un po’ opporrtunista. Sapeva di intercettare un vasto malcontento nei confronti di Tremonti e ha proposto degli emendamenti che stravolgevano la Finanziaria, in larga parte irrealizzabili. Ha proposto spese per oltre 37 miliardi (2 punti di Pil) e le sue coperture erano davvero poco credibili: 20 miliardi dovevano provenire da tagli alla spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi. Parliamo di un terzo di quel capitolo di spesa: assurdo... Ma il punto di caduta dell’azione di Baldassarri è l’Irap. L’ipotesi è di tagliarla di circa 4 miliardi rendendo deducibile il costo del lavoro. Ma la copertura, ovvero il taglio ai trasferimenti in conto capitale per le imprese (la medesima copertura proposta un mese fa dal Franceschini, n.d.r.) è dubbia... Quanto ai dispositivi di Sacconi per i lavoratori precari, sono talmente insufficienti che su una platea potenziale di 300.000 persone, sembra che solo in 2.000 ne stiano usufruendo. (Stefano Fassina, responsabile economico del Pidì, intervistato da Luca Inglese per left n°44, venerdì 6 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Mi tocca stare così, perché le fabbriche del fango e dell'odio me l'hanno fatti arrivare alla gola, l'odio e il fango. Il fango fuori, e l'odio dentro.

 

Silvio Berlusconi in Italia: Fin quando saranno in funzione le fabbriche del fango e dell’odio, non sarà possibile il dialogo. E io non sono così ottimista da pensare che queste fabbriche saranno chiuse... Purtroppo leggo un’Italia diversa dalla realtà... Bersani non è partito con il piede giusto: ho letto molte sue dichiarazioni non cortesi e irriguardose verso di me... Ciò che conta è che il titolare del potere esecutivo venga scelto direttamente dal popolo. E con lui la forma di governo... Di fatto, è quello che già succede nella Costituzione materiale. È ora che la Costituzione formale sia aggiornata e messa al passo con la realtà del Paese. Silvio Berlusconi in Kazachstan: Il Paese kazako? Ha grandi risorse naturali e una grande crescita demografica. Che dimostra la grande vitalità di tutti i maschi kazachstani. (La Repubblica, giovedì 5 e venerdì 6 novembre 2009). Cambierà la Costituzione a colpi di berlusconate o ci costringerà ad apprezzare le sue berlusconate a colpi di Costituzione? Ai posteri l’ardua sentenza. Se i maschi italiani saranno abbastanza vitali da avere dei posteri.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Roberto Maroni, Umberto Bossi e altri portatori di moccichini verdi: Se dall’opposizione arriveranno proposte “per dare più soldi alla polizia”, spiega Maroni in polemica aperta con Tremonti, “siamo pronti a sostenerle”. Non cita il collega di governo, ma rincara: “Se da ambienti governativi arriva una richiesta di tagli, noi voteremo contro”... Altro progetto di Maroni: portare “sotto un’unica guida” polizia e carabinieri. Allo sfogo segue colloquio telefonico tra Bossi e il suo ministro. Col leader leghista che alla fine nega “divergenze” e smorza: “Maroni l’ho allevato io da quando era ragazzino e farà quello che dice la Lega. Abbiamo fatto le elezioni con Berlusconi, non con l’opposizione. Tratteremo con Tremonti. (La Repubblica, giovedì 5 novembre 2009). Resta il fatto che l’Italia (o almeno la Padania) leghista, senza il convinto sostegno delle Forze dell’ordine, come la porteranno a termine? Ma il Tremonti, che se lo molla anche la Lega è bell’e fritto, i soldi non ce l’ha. La dice lunga, in proposito, la scoperta del senatore piddìno Pietro Marcenaro sul bilancio della Difesa e sui fondi per le cosiddette “missioni di pace”: “Hanno copertura solo fino al 31 dicembre. Dopo, senza un fondo, accadrà che la proroga delle singole missioni dipenderà dalle autorizzazioni di spesa del Tesoro, con quello che ne conseguirà sotto il profilo strategico e militare”. E i famosi proventi dello “scudo fiscale”? Poco più che un tormentone con cui il Tremonti cerca di prendere tempo. L’Italia è alla frutta? Forse no. Forse è già alla canna del gas. E chissà che non sia proprio la bancarotta, in mancanza di meglio, a salvarci dal moccichino verde obbligatorio per legge.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Il virus dell’influenza A, fortemente ingrandito

Il virus dell’influenza A, fortemente ingrandito

 

Renato Brunetta (ministro della Funzione pubblica): Non c’è nessuna pandemia. (La Repubblica, venerdì 30 ottobre 2009). Lo sbaglio che ho riconosciuto è stato quello di avere ridotto a sole 4 ore la fascia di reperibilità domiciliare del dipendente pubblico malato, nell’erronea convinzione che, dopo 14 mesi consecutivi di fortissimo calo delle assenze per malattia, i comportamenti opportunistici all’interno della pubblica amministrazione fossero stati ormai debellati. Invece è bastato mollare di poco la presa per riscontrare un immediato aumento dell’assenteismo. Da qui la mia decisione di allargare a 7 ore le fasce di reperibilità (10-13, 15-19). Per colpa di qualcuno, non si farà più credito a nessuno. (La Repubblica, giovedì 5 novembre 2009). Chissà perché il Brunetta è così amico del virus dell’influenza A. Forse gli si sente particolarmente vicino per un fatto, per così dire, di dimensioni?

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "I portatori di cappuccetti bianchi salutano i portatori di moccichini verdi": il Ku Klux Klan.

Per la serie I portatori di cappuccetti bianchi salutano i portatori di moccichini verdi: il Ku Klux Klan.

 

(su) Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Roberto Cota e tutti ― Roberti e non Roberti ― i portatori di moccichini verdi: Ci piace il vostro Paese: c’è molta eccitazione sul nostro sito per quello che sta succedendo da voi, siete i primi a reagire e a dimostrare che non vi fate sottomettere dagli immigrati. (Don Black, leader del Ku Klux Klan alla fine degli anni ’70 e, dal 1995, a capo di Stormfront, il sito web del nazionalismo bianco. La Repubblica, martedì 3 novembre 2009). I moccichini verdi dovrebbero ringraziare il Ku Klux Klan, perché un così prestigioso riconoscimento ha un solo precedente: quello di Hitler a Mussolini di essere stato il suo maestro.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Gli incantatori di serpenti", ovvero "Quelli che influenzarono l’influenza": Ferruccio Fazio.

Per la serie Gli incantatori di serpenti, ovvero Quelli che influenzarono l’influenza: Ferruccio Fazio.

 

(su) Ferruccio Fazio (viceministro della Salute): Si comincia (26 aprile) con l’inesorabile formula che sfida ogni più scettico canone dell’immaginario nazionale: “La situazione è monitorata dal ministero ora per ora”. Figurarsi. Da quel momento il viceministro è intervenuto sull’influenza A oltre 200 volte. Troppe perché il suo dire non risulti spesso oscuro, incerto, altalenante, contraddittorio, nel senso che un giorno sembra prevalere la sottovalutazione e un altro giorno dietro al messaggio fa capolino l’apocalisse. Per cui la primavera se ne va in un rincorrersi di numeri, il classico balletto, i casi “sono molti meno del previsto” e comunque “siamo pronti ad affrontare eventuali recrudescenze in autunno con i vaccini”. Tra sollievo e trionfalismo dice Fazio il 6 maggio: “La situazione si è stabilizzata”. Ma l’11 giugno prevede, con una strana uscita: “Dovremo progressivamente vaccinare tutta la popolazione”. Il 20 luglio arriva a ipotizzare un ritardo nella riapertura delle scuole. Ma l’indomani il viceministro attenua, smentisce, il virus è lento, le percentuali italiane sono più basse di quelle degli altri paesi... Da quei 200 brandelli è difficile cogliere uno sviluppo lineare e coerente o anche solo delle tendenze cronologiche: a parte... il mese di agosto, in cui sia l’influenza A che il responsabile della salute sembra che se ne vadano in ferie (solo tre dispacci d’agenzia a partire dal 26). Settembre, in compenso, è il più incongruo dei mesi, alternando tranquillità e catastrofe: durante il picco ci saranno fino a tre milioni di ammalati, ma “si sta facendo troppo rumore”; il ministro personalmente si vaccina, ma non per la A, che farà “meno morti” della stagionale; e intanto emana un salvifico “pentalogo” preventivo, anche se “la gente ha capito che non c’è pericolo”. Di più: “Ora siamo più tranquilli”, sospira Fazio il 1° ottobre. E qui non si vuole togliere il mestiere agli uffici di comunicazione, ma visto che son pagati con quattrini pubblici vale forse la pena di sottolineare che lasciar dire al titolare della Salute “vorrei sdrammatizzare” equivale a un harakiri mediatico. Il giorno 6, sempre a proposito di campagne, nella sala stampa di Palazzo Chigi fa il suo ingresso Topo Gigio, super testimonial anti-influenza. A rivedersela in questi giorni, è una scena abbastanza spaventosa. C’è il pupazzetto che, manovrato dalle sue innocenti e gloriose burattinaie, bacia l’orecchio del sottosegretario Bonaiuti e dopo essersi arrampicato sulle spalle di un Fazio invero perplesso si mette a sgambettare cantando: “Lascia andare,/ non drammatizzare,/ ma strapazzami di coccole,/ co-cco-le!” Ecco, sì, Topo Gigio, salvalo tu.

(Filippo Ceccarelli su La Repubblica di martedì 3 novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "PadronAccattoni, volete altri soldi? Almeno venite a pulirci i vetri ai semafori!": Emma Marcegaglia.

Per la serie PadronAccattoni, volete altri soldi? Almeno venite a pulirci i vetri ai semafori!: Emma Marcegaglia.

 

(di e su) Emma Marcegaglia (presidente della Confindustria): Questo sarebbe il momento delle riforme, anche impopolari. Perché servono risorse per la ricerca, l’innovazione, la riduzione delle tasse sulle imprese e i cittadini. “Cosa che si può fare,” spiega la Marcegaglia, “senza scassare i conti pubblici. Non siamo così matti da proporre di scassare le finanze pubbliche. Bisogna tagliare la spesa pubblica improduttiva”. Quale? Marcegaglia arriva a 17 miliardi, ricavandone 11 riportando la spesa pubblica pro capite per acquisti ai livelli del 2000 al netto dell’inflazione (“senza tagliare i servizi, ma eliminando sprechi, privilegi e rendite”, dice); 4 miliardi dall’accorpamento di prefetture e province; altri 2 da un milior funzionamento della giustizia. E poi liberalizzazioni e privatizzazioni. E la spesa sanitaria. (La Repubblica, domenica 1° novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

(su) Massimo D’Alema (candidato col beneplacito del Berlusconi a ministro degli Esteri europeo): Berlusconi-D’Alema? La grande coppia del regime italiano (Marco Pannella, La Repubblica, domenica 1° novembre 2009).

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Con quella boccuccia può dire ciò che vuole": Giuseppe “Beppe” Fioroni

Per la serie Con quella boccuccia può dire ciò che vuole: Giuseppe “Beppe” Fioroni

 

Giuseppe “Beppe” Fioroni (ex ministro della Pubblica Istruzione ed esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana): Sarebbe ridicolo soffermarsi sul dito anziché sulla luna. Se l’Italia ha davvero la possibilità di esprimere il ministro degli Esteri europeo e farlo con una personalità di primo piano del Pidì come D’Alema, allora non potremmo che rallegrarci. Se non lo facessimo, saremmo provinciali. Pur di favorire accordi sottobanco col Berlusconi, “Beppe” è pronto a “mandar giù” perfino il D’Alema. A Mazzoli, Morassut e Argentin ho chiesto senso di responsabilità per la gestione di un partito che a quattro mesi dalle elezioni è con le pezze al culo. (La Repubblica, domenica 1° novembre 2009). Comunque, l’addio del Rutelli sta facendo bene ai chierichetti del Pidì: cominciano a lasciarsi sfuggire qualche parolaccia... Ma forse il merito non è del Rutelli: forse, “Beppe” parla di culi perché suggestionato dal veltroniano Marrazzo.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "IT, a volte non ritornano...": Francesco Rutelli.

Per la serie IT, a volte non ritornano...: Francesco Rutelli.

 

(di e su) Francesco Rutelli (ex esponente di primo piano della banda di papisti che attraverso il Pidì tiene in ostaggio la Sinistra italiana): Lascio sùbito, anche se con dolore... Il multiculturalismo? Non è un bene in sé. (Francesco). Approvo la sua analisi, ma aspetto di vedere cosa fa Bersani (Paola Binetti). Condivido ciò che dice, ma non lascio il Pidì (Massimo Cacciari). Paolo Gentiloni, a lungo il suo braccio destro, considera l’uscita dal Pidì una strada senza sbocchi. Non ci stanno, a parte la Binetti, tutti i teodem, a cominciare da Enzo Carra che gli rimprovera ora “la stessa fretta con cui si lanciò in un progetto del Pidì che all’epoca gli sconsigliai”. Forti dubbi anche fra i fedelissimi, come il tesoriere dièlle Lusi, il che complicherebbe il cammino di Rutelli, nella veste di presidente Margherita, per rivendicare quote-parte di finanziamenti, uffici e del quotidiano Europa. Sicuri (o quasi) invece i nomi di Vernetti, Mosella, Lanzillotta e Tabacci. (La Repubblica, domenica 1° novembre 2009). E vai, Francesco: portatene appresso più che puoi. Come si dice che facciano, talvolta, anche i morti.

 

Meglio Ridere... di Quelli che fanno Piangere!

 

Per la serie "Io sol resisterò, procomberò sol Io": Silvio Berlusconi

Per la serie Io sol resisterò, procomberò sol Io: Silvio Berlusconi

 

Silvio Berlusconi: Ho ancora fiducia nell’esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti... Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo Stato di diritto. (La Repubblica, domenica 1° novembre 2009). E se poi venissero addirittura ad arrestarlo, come “resisterebbe al suo posto”? A mano armata? Dia anche su questo un’anticipazione al Vespa, il Berlusconi.

In modo che quei ragazzi, eventualmente, vengano a prenderlo preparati.

 

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