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Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

 

Più Niente da Ridere

 

In questa pagina raccoglievamo le parole di chi vuol farci piangere e cercavamo, invece, di riderne. Ma presto ci fu più niente da ridere, e la pagina cambiò. Le immagini divennero quelle de "Il settimo sigillo" (1957), di Ingmar Bergman, e sullo sfondo apparve l’attore Bengt Ekerot nei panni della Morte...

la Pagina di Chi andò dietro alla Morte e portò lItalia con sé nel mese di luglio del 2012

 

“Libertà, giustizia sociale, amor di patria. Noi siamo decisi a difendere la Resistenza.

Lo consideriamo un nostro preciso dovere: per la pace dei morti e per l’avvenire dei vivi,

lo compiremo fino in fondo. Costi quel che costi.” (Sandro Pertini, Genova, 28 giugno 1960).

 

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Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Sarti e manichini": il Cardin col suo manichino Orsoni, sindaco finto-sinistro di Venezia.

Per la serie Sarti e manichini: il Cardin col suo manichino Orsoni, sindaco finto-sinistro di Venezia.

 

(su) Pierre Cardin (sarto), Giorgio Orsoni (sindaco piddìno, ma in realtà finto sinistro) e, più in generale, sulle condizioni mentali del padronato naziliberista globale e dei suoi lacchè politici: Perché, se vogliamo portare turisti a Venezia per mare, va fatto con meganavi superinquinanti che s’insinuano in città come altrettanti grattacieli? Perché, se vogliamo recuperare all’uso commerciale il Fondaco dei Tedeschi, dobbiamo violarne l’architettura? Perché Cardin non può, nei 250.000 metri quadrati del parco che avrebbe a disposizione, edificare due, tre torri più basse, con la stessa superficie totale? C’è una sola risposta: in tutti questi casi, oltraggiare Venezia non è una conseguenza non prevista, ma il cuore del progetto. È essenziale profanare questa città gloriosa che infastidisce i sacerdoti della modernità quanto una vergine restia può irritare un dongiovanni che si crede irresistibile. La profanazione, anzi la visibilità della profanazione, ha una forte carica simbolica, è uno statement di iper-modernità rampante e volgare, che si vuol prendere la rivincita sul passato, umiliare Venezia guardandola dall’alto di una mega-nave o di una super-terrazza a piombo su Rialto, o di un grattacielo a Marghera. (...) Il sindaco Orsoni dichiara che “è assurdo mettersi di traverso a Cardin”. (Salvatore Settis su La Repubblica di martedì 31 luglio 2012). Oltraggiare, umiliare... Il Cardin odia forse le donne?... E l’Orsoni? Forse gli piace guardare?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Lacchè di chi specula sulla realizzazione umana": il Profumo Francesco.

Per la serie Lacchè di chi specula sulla realizzazione umana: il Profumo Francesco.

 

su Francesco Profumo, addetto dai napolitano-montisti alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: Aumentano a sorpresa le tasse universitarie anche per gli studenti regolarmente in corso e a posto con gli esami. (La Repubblica, martedì 31 luglio 2012). Fino a ieri il governo, certo per una distrazione, voleva aumentarle solo ai fuoricorso ricchi. Poi sarà intervenuto il Profumo, e il treno blindato napolitano-montista è tornato sui binari naziliberisti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie Barbe finte?: il finto sinistro Giorgio Merlo.

 

Giorgio Merlo (finto sinistro che non si decide ancora a lasciare il Pd per lidi a lui più consoni): Il Pd non può essere l’artefice, soprattutto dopo un’esperienza come quella del cosiddetto governo tecnico, di una alleanza con i vari populismi che serpeggiano nella politica italiana (con la faccia che si ritrova, Merlo, noi ci asterremmo dal dar del serpente ad altri, n.d.r.). Sarebbe curioso, al riguardo, se dovessimo stringere, ad esempio, un’alleanza con partiti come l’Idv che impegnano il loro tempo nell’insultare il Pd, il Capo dello Stato, le più alte istituzioni di garanzia e a cavalcare tutte le proteste che salgono dal Paese (o per meglio dire che scendono dal Paese, nel caso di quelle, come questa nostra, che riguardano il Merlo, n.d.r.). È persino troppo facile prevedere che un’alleanza del genere durerebbe lo spazio di un mattino e non sarebbe possibile declinare alcuna cultura di governo per gestire il Paese. Certo, per centrare questo obiettivo serve una guida politica sicura e determinata del partito. Bersani e l’attuale gruppo dirigente confermano di non farsi suggestionare dalle lusinghe della piazza e di tutti coloro che concepiscono la politica all’insegna dell’estremismo, del giustizialismo manettaro e del massimalismo sociale. Deviazioni e degenerazioni (ripetiamo, Merlo, che con la faccia che si ritrova dovrebbe astenersi dal dar del degenerato a qualcuno, n.d.r.) che hanno come unico obiettivo quello di far deragliare una potenziale coalizione lungo i binari del non governo cavalcando tutte le spinte massimaliste e piazzaiole. No, non può essere quella la strada per il più grande partito riformista del Paese. (L’Unità, lunedì 30 luglio 2012). E quale sarebbe la strada? Proviamo a desumerla dalle precedenti indicazioni gentilmente forniteci dal Merlo. Che è quel desso che il 14 aprile 2009 disse: L’inchiesta interna decisa dalla Rai su Santoro è utile, tempestiva e corretta; che il 16 maggio 2009 sentenziò: Chiamparino ha interpretato i sentimenti di molti elettori. E parlo dei nostri, non dei leghisti (sì, perché il Chiamparino, due giorni prima, aveva difeso i respingimenti alle frontiere, chiesto “confini blindati”, attaccato il Pidì, “sinistra degli snob”, e sottolineato che la sua “linea, sugli immigrati clandestini, coincideva con quella di Fassino”); che il 14 luglio 2009, da vicepresidente della Commissione di vigilanza sulla Rai (parlando di Roberto Balducci, vaticanista del Tg3 “colpevole” di aver detto che domani il papa va in vacanza; e ci saranno anche due gatti che gli strapperanno un sorriso. Almeno quanto i quattro gatti, o forse un po di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole) dichiarò: È singolare e inconsueto che una testata importante come il Tg3 scivoli in questa anacronistica, e volgare, deriva anticlericale; che il 15 agosto 2009 rivelò, circa i candidati alle primarie per la segreteria del partito, che tutta la destra tifava per Bersani, perché voleva un grande partito socialista con qualche appendice cattolica e moderata; che il 7 dicembre 2009, appreso che la senatrice cattolica Dorina Bianchi aveva lasciato il partito (alleluia!) ed era tornata nellUddiccì, se ne uscì con un lapidario: Il No B Day? Se il Pidì insegue la piazza urlante e forcaiola, i casi Bianchi aumenteranno; che nel settembre 2011 riuscì ad aggredire persino Fabio Fazio con le seguenti parole: Anche per Fazio dovrebbe valere il principio che la propaganda aperta deve essere più contenuta, almeno quando si toccano temi delicati. Siamo contenti della permanenza in Rai di Fazio, ma ci chiediamo se la propaganda contro la Tav sia un modello di giornalismo da servizio pubblico; e che nel febbraio scorso si è scagliato contro la proposta di far pagare l’Imu anche alla Chiesa. Se ne deduce che Di Pietro, per non voler piacere al Merlo, si ritrova in compagnia di Santoro (e di alcuni milioni di suoi estimatori), dei Migranti vittime dei respingimenti, di chi scherza sul papa, di chi vorrebbe anche in Italia un grande partito socialista, di chi è contento che individui come la Bianchi abbiano preferito il Pidièlle al Pd e di chi non è d’accordo con la Tav: drammatico, povero Di Pietro.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Glielo faccio vedere io, al Berlusconi, come si sistemano certi giudici": Eugenio Scalfari.

Per la serie Glielo faccio vedere io, al Berlusconi, come si sistemano certi giudici: Eugenio Scalfari.

 

Eugenio Scalfari (massimo comun divisore della Sinistra italiana) sulla questione delle intercettazioni nel corso delle quali è stato involontariamente ascoltato Giorgio Napolitano parlare con l’inquisito Mancino (intercettazioni sulle quali vedi anche Di Pietro, qui, Ingroia, qui, Napolitano, qui, e ancora Ingroia, qui): C’è altro da aggiungere? Sì, c’è altro. Il procuratore aggiunto di Palermo sostiene (nell’intervista che troverete su queste stesse pagine) che se l’intercettazione indiretta al presidente della Repubblica risulterà coperta dalla ragione di Stato, la Procura rispetterà quella ragione e farà un passo indietro. Bene. Ma fa un grave errore se parla di ragione di Stato. Nessuno, e Giorgio Napolitano che ha invocato l’accertamento della verità meno che mai, ha parlato di ragione di Stato. Si parla invece del divieto di intercettazione del presidente, sia diretta che indiretta. Questo è il contenuto del conflitto di attribuzione e non la ragione di Stato. Gianluigi Pellegrino, in un articolo da noi pubblicato ieri, ha sostenuto che la legislazione attuale, all’articolo 271 del Codice di procedura pensale, connesso con l’articolo 90 della Costituzione, contiene già la norma che stabilisce la distruzione immediata delle intercettazioni vietate per legge e per Costituzione. In realtà invocare la ragione di Stato è una via di fuga. C’è stato (sic, n.d.r.) in questo caso un’infrazione estremamente grave da parte di una Procura della Repubblica per ignoranza delle norme. Escludo la malafede, ma l’ignoranza delle norme per chi maneggia professionalmente argomenti di estrema delicatezza non è cosa trascurabile (La Repubblica, domenica 29 luglio 2012). Nell’ultimo fascicolo della rivista MicroMega viene pubblicato un ampio dibattito sulla indagine della Procura di palermo relativa alle eventuali trattative tra lo Stato e la mafia. Nell’ambito di questo dibattito la direzione di quella rivista ha anche pubblicato un breve brano tratto da un mio scritto, che non ha nulla a che vedere con quel dibattito e la cui pubblicazione non mi è stata né richiesta né tanto meno da me autorizzata. Diffido pertanto la direzione di MicroMega di (sic, n.d.r.) utilizzare miei scritti senza avermene preventivamente chiesto il permesso; permesso che, lo dico fin d’ora, non sarà mai comunque concesso. (La Repubblica, martedì 31 luglio 2012). Ma bene: ora è lesa maestà non solo ascoltare il Napolitano, ma anche citare il massimo comun divisore della Sinistra italiana Eugenio Scalfari. Tu lo citi e lo Scalfari si eccita, anzi: si agita. Sollevi anche lui un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale, no? In attesa del giorno in cui sarà introdotto, per entrambi e per molti altri, il reato di lesa sovranità del Popolo italiano. (Quanto all’intelligenza dei Cittadini, le tentate lesioni sono continue ma almeno si possono evitare buttando la tv tra i rifiuti ingombranti e certi articoli nella raccolta della carta). (Post scriptum. Risponde Paolo Flores d’Arcasis, direttore di MicroMega, su La Repubblica di mercoledì 1° agosto 2012: Ieri, in questa rubrica, Eugenio Scalfari ha diffidato MicroMega dall’utilizzare in florilegio brani di suoi articoli o dichiarazioni. MicroMega ha più volte utilizzato citazioni, anche molto più lunghe, di numerosi autori, in conformità alle vigenti leggi sul diritto d’autore e alla convenzione di Berna, uniformandosi anche a un parere legale dello studio Ripa di Meana e associati chiesto nel 2008 dal Gruppo Espresso a nome di MicroMega, testata del Gruppo. Alle disposizioni vigenti MicroMega continuerà a conformarsi anche in futuro. Piglia, pesa, incarta e porta a casa, Eugenio).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Antonio Ingroia: Sulla vicenda della trattativa c’è una ragione di Stato che impedisce l’accertamento della verità sulla base delle ragioni del diritto penale? Se è così, dalla politica devono venire parole chiare: se si ritiene che debbano essere sottratte alla verifica della magistratura temi o territori coperti dalla ragione di Stato, lo si dica. Di fronte a una legge, o a una commissione d’inchiesta politica, che ribadisse la ragione di Stato dietro alla trattativa, la magistratura non potrebbe che fare un passo indietro. In caso contrario, la legge ci impone di andare avanti per l’accertamento della verità. C’è stata o no una ragione di Stato nella trattativa? È quello che vorrei sapere. Credo che sia necessario uscire dall’equivoco, alimentato dalle parole dette e non dette di autorevoli commentatori, a proposito di una presunta ragion di Stato che dovrebbe fermare l’azione della magistratura. (...) Il Guatemala? Dispiace sempre lasciare. Ma se non cambiano le condizioni, passi avanti non se ne possono fare. Il magistrato si è ritrovato in una stanza buia. devono essere gli altri attori politico-istituzionali ad accendere la luce. Se dovesse accadere, potrei anche restare. Sono e resto un magistrato. Forse, adesso, un po’ deluso. Ma non smetterò di cercare la verità, anche dall’altra parte del mondo. (La Repubblica, domenica 29 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Finti sinistri coi naziliberisti": Paolo Gentiloni.

Per la serie Finti sinistri coi naziliberisti: Paolo Gentiloni.

 

(di e su) Paolo Gentiloni (piddìno finto-sinistro): Il ragionamento che spazia dai todiani (i cattolici di Todi) a Italia futura di Montezemolo fino ai full Monti del Pd (capeggiati da Ichino, Gentiloni, Ranieri, Ceccanti) passando per la leader radicale Emma Bonino, è che alle politiche di risanamento avviate dal premier l’Italia non può rinunciare. Ecco che il movimento montiano avanza e raccoglie affluenti. Paolo Gentiloni cita fra questi anche l’appello di Oscar Giannino, Luigi Zingales e Benedetto Della Vedova (fermareildeclino) che ha raccolto centinaia di firme e si muove tra ultrà liberisti e liberali tradizionali. Di certo poi ci sono i ministri Corrado Passera e Lorenzo Ornaghi, il sindacalista Raffaele Bonanni, i cattolici di Todi appunto, che hanno il montismo nel cuore. Per non parlare di Montezemolo: a settembre Italia futura presenterà programma e lista. Se non ci sono altre leadership convincenti, è il ragionamento, si prepara a sua volta a sponsorizzare un Monti dopo Monti. Nel Pd, il premier divide. Il montiano Paolo Gentiloni è convinto che “ci vuole la continuità con Monti” e che “pur non avendo i montiani democratici nessuna intenzione di andarsene dal Pd”, faranno parte del cantiere pro Monti. Il punto di caduta sarà una lista civica per l’attuale premier? “Molto probabile”, ritiene Gentiloni. (La Repubblica, domenica 29 luglio 2012). Piccoli cattofascisti e/o naziliberisti crescono. In un partito di sinistra?

 

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Per la serie "Finti sinistri contro la Costituzione": Luciano Violante.

Per la serie Finti sinistri contro la Costituzione: Luciano Violante.

 

Luciano Violante (Pidì, ex magistrato, ex presidente della commisione Antimafia, ex presidente della Camera, noto per aver messo sullo stesso piano i cosiddetti ragazzi di Salò” e i Partigiani; per essersi opposto all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla sospensione dei diritti umani attuata dalle forze “dell’ordine” durante il G8 di Genova del 2001; per aver speso i nostri soldi, da presidente della Camera, per pubblicare in cinque volumi la raccolta dei discorsi parlamentari del fucilatore di partigiani Giorgio Almirante; per aver suggerito a Niccolò Ghedini di togliere ai pubblici ministeri il controllo della polizia giudiziaria; per aver proposto una riforma della Costituzione imperniata su un premierato forte, con potere di nomina dei ministri e fiducia accordata dalla sola Camera; per essere stato definito dal Berlusconi una persona autorevole, con cui si può parlare; per essersi meritato i complimenti di Fabrizio Cicchitto; per essersi autocandidato a vicepresidente della Corte Costituzionale; per essersi ricordato dopo diciassette anni che nel 1992 qualcuno gli aveva chiesto di incontrare “in modo riservato, a quattr’occhi” Vito Ciancimino; per aver dichiarato che nessuna società può tollerare a lungo di essere governata dai giudici; per aver sostenuto che il governo dei giudici non fa parte della democrazia; per essersi guadagnato i complimenti di Giulio Tremonti; per aver accusato alcuni magistrati di tentare di intimidire il governo (all’epoca Berlusconi); per aver tentato di accordarsi coi berluscisti sulla riforma della Costituzione; per essersi fatto applaudire dai berluscisti per un libro, Magistrati, in cui ha sostenuto che in Italia i magistrati hanno un margine troppo ampio rispetto alla scelta di come qualificare giuridicamente un fatto... E l’ampiezza della discrezionalità porta all’incertezza del diritto, che è una minaccia reale per i diritti dei cittadini... Bisogna garantire il valore irrinunciabile dell’indipendenza della magistratura, ma evitare l’avvento di una democrazia giudiziaria; per aver affermato che il Calderoli era un ministro che faceva bene il suo lavoro; per essersi meritato, insieme al Rutelli e al Letta Enrico, i complimenti di Comunione & liberazione; per aver partecipato, insieme a lobbisti, P3 e Propaganda Fide”, all’insediamento di Pasquale De Lise; per aver insegnato nella “scuola” di partito del Pidièlle; per essersi vantato, con le parole che seguono, di aver fin dal 1994 favorito il Berlusconi, le sue tv e tutto il berluscismo: “L’onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena (non adesso, nel ’94, quando ci fu il cambio di governo) che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta... Voi ci avete accusato nonostante noi non avessimo fatto la legge sul conflitto d’interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni... Durante i governi di centrosinistra il fatturato Mediaset è aumentato di 25 volte!”; e infine (per ora) per essersi guadagnato, insieme a un manipolo di finti sinistri come lui, un invito alla festa neofascista Atreju11): Carlo Galli ha scritto ieri su La Repubblica: “Se l’uso della libertà di stampa è stato improprio, lo decideranno prima di tutto i cittadini”. Il professor Galli ha ragione. Molti cittadini sono in grado di punire un giornale non acquistandolo. Ma questa scelta, se e quando viene fatta, avviene solo dopo che si è, ad esempio, infangata a morte la figura di un uomo onesto. Mario Calabresi su La Stampa di ieri parla di “barbarie che si è impossessata degli italiani” a proposito degli indecenti messaggi apparsi su internet ieri dopo la notizia della morte (del consigliere Loris D’Ambrosio, n.d.r.). Se questa è l’opinione pubblica che i mezzi di comunicazione hanno concorso a creare, non da soli certamente, ma con un buon protagonismo, non è meglio che siano gli stessi giornalisti a porsi con urgenza il problema di come dare le notizie rispettando la dignità dei cittadini? Si potrebbe cominciare dalla messa al bando del “giornalismo di trascrizione”, quello che consiste (caso unico nel panorama della stampa dei Paesi democratici) nel trascrivere ore e ore di telefonate? Si tratta insomma di contribuire a formare un’opinione pubblica che si nutra di notizie e di commenti, non di veleni. (L’Unità, sabato 28 luglio 2012). Non sa il finto sinistro Violante che la Costituzione stabilisce che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure? Non sa che in un Paese democratico non vi è alcuna possibilità di legiferare (e tanto meno di mettere al bando) su quel che si può o non si può scrivere? Sì, il finto sinistro Violante lo sa. Ma forse la nostalgia di quando la stampa non era libera (lo chiamano Ventennio, andò dal 1922 al 1943) vela talvolta la limpidezza della sua memoria.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quel che ammazza (voi)  ingrassa (me)": il Riva e l'Ilva.Per la serie "Quel che ammazza (voi)  ingrassa (me)": il Riva e l'Ilva.

Per la serie Quel che ammazza (voi)  ingrassa (me): il Riva e lIlva.

 

(su) Emilio Riva, padrone dell’Ilva di Taranto, suo figlio Nicola e sei dirigenti del gruppo: In 303 pagine di ordinanza di custodia cautelare il giudice Patrizia Todisco ricostruisce la storia dell’Ilva e della famiglia Riva. Vi si legge, fra l’altro, che “Chi gestiva e gestisce lIlva ha continuato nell’attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza. (...) L’attuale gruppo dirigente si è insediato nel 1995, periodo in cui erano assolutamente noti non solo il tipo di emissioni nocive che scaturivano dagli impianti, ma anche gli impatti devastanti che tali emissioni avevano sull’ambiente e sulla popolazione. (...) Già nel 1997 e poi a seguire fino a oggi gli accertamenti dell’Arpa evidenziavano i problemi per la salute che determinavano le emissioni del siderurgico. (...) Tutti gli atti d’intesa volti a migliorare le prestazioni ambientali dell’impianto (quattro dal 2003 al 2006) sono la più grossolana presa in giro compiuta dai vertici dell’Ilva. (...) Emilio Riva, vero dominus del gruppo, era perfettamente al corrente di tutte le gravi lacune e disfunzioni che caratterizzavano lo stabilimento a livello di prestazioni ambientali. Eppure, nonostante ciò, a parte qualche opera di maquillage, come è stato evidenziato nei processi di cui si è detto, nulla ha ritenuto di realizzare. (...) Si è comportato come se il problema non esistesse. Un atteggiamento che lascia senza parole e dimostra, al di là di ogni dubbio, la volontà di continuare pervicacemente in un’attività criminale e pericolosa per la salute delle persone”. (La Repubblica, sabato 28 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Volevamo mettercele tutte, le loro facce, ma queste bastano e avanzano": lo Zingales, il Giannino e il De Nicola.Per la serie "Volevamo mettercele tutte, le loro facce, ma queste bastano e avanzano": lo Zingales, il Giannino e il De Nicola.Per la serie "Volevamo mettercele tutte, le loro facce, ma queste bastano e avanzano": lo Zingales, il Giannino e il De Nicola.

Per la serie Volevamo mettercele tutte, le loro facce, ma queste bastano e avanzano: lo Zingales, il Giannino e il De Nicola.

 

(sui) naziliberisti Oscar Giannino, Luigi Zingales, Michele Boldrin, Alessandro De Nicola, Andrea Romano e Carlo Stagnaro: Mercato, concorrenza e merito: eccole le tre parole d’ordine del manifesto appello ultraliberista promosso da Oscar Giannino, che comparirà oggi su sei quotidiani come inserzione a pagamento. Il testo contiene un giudizio netto di fallimento per la classe politica emersa dalla crisi del 1992-94, a partire da Berlusconi e dalla sua mancata rivoluzione liberale: “I problemi odierni sono gli stessi di vent’anni fa, solo incancreniti: l’inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia”, si legge sull’appello firmato tra gli altri dall’ideologo di Renzi, Luigi Zingales (sul quale vedi anche qui, n.d.r.), da due firme de Il Fatto e de La Repubblica, l’economista Michele Boldrin e l’avvocato Alessandro De Nicola (sul quale vedi anche qui, qui e qui, n.d.r.), dal direttore di Italia futura Andrea Romano e da Carlo Stagnaro, direttore ricerche dell’istituto Bruno Leoni. (L’Unità, sabato 28 luglio 2012). Non c’è miglior commento (ancorché “involontario”) di queste righe di Manuele Bonaccorsi su left di oggi: Il Parlamento italiano ha appena approvato il fiscal compact, un trattato europeo che di questa teoria suicida dei “conti a posto” a tutti i costi è un concentrato ideologico (non a caso fu firmato da Merkel, Sarkozy e Berlusconi): pareggio di bilancio entro il 2015, e da allora una riduzione del debito pubblico eccedente il 60% al ritmo forzato di un ventesimo l’anno, per vent’anni. Per l’Italia equivarrebbe a tagliare, da qui al 2035, qualcosa come 40 miliardi di euro l’anno di spesa pubblica. Cioè chiudere scuole e ospedali, licenziare centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, abbandonare qualsiasi idea di politica industriale. Ecco cosa ne pensa il professor Luciano Gallino: Il 20 luglio la Camera ha approvato il Patto fiscale, trattato Ue che impone di ridurre il debito pubblico al 60% del Pil in vent’anni. Comporterà per l’Italia una riduzione del debito di una cinquantina di miliardi l’anno, dal 2013 al 2032. Una cifra mostruosa, che lascia aperte due sole possibilità: o il patto non viene rispettato, o condanna il Paese a una generazione di povertà. Approvando senza un minimo di discussione il testo, la maggioranza parlamentare ha però fatto anche di peggio. Ha impresso il sigillo della massima istituzione della democrazia a una interpretazione del tutto errata della crisi iniziata nel 2007. Quella della vulgata che vede le sue cause nell’eccesso di spesa dello Stato, soprattutto della spesa sociale. In realtà le cause della crisi sono da ricercarsi nel sistema finanziario, cosa di cui nessuno dubitava sino agli inizi del 2010. Da quel momento in poi ha avuto inizio l’operazione che un analista tedesco ha definito il più grande successo di relazioni pubbliche di tutti i tempi: la crisi nata dalle banche è stata mascherata da crisi del debito pubblico. (...) Sono passati cinque anni dallo scoppio della crisi. Nella sua genesi le banche europee hanno avuto un ruolo di primissimo piano a causa delle acrobazie finanziarie in cui si sono impegnate, emulando e in certi casi superando quelle americane. Ogni tanto qualche acrobata cade rovinosamente a terra; tra gli ultimi, come noto, vi sono state grandi banche spagnole. Frattanto in pochi mesi i governi europei hanno tagliato pensioni, salari, fondi per l’istruzione e la sanità, personale della PA, adducendo a motivo l’inaridimento dei bilanci pubblici. Che è reale, ma è dovuto principalmente ai 4 trilioni di euro (ricordiamo, per quanto possa sembrare incredibile, che un trilione corrisponde a mille miliardi, n.d.r.) spesi o impegnati nella Ue al fine di salvare gli enti finanziari: parola di José Manuel Barroso. Per contro, in tema di riforma del sistema finanziario essi si limitano a raccomandare, esaminare e riflettere. Tra l’errore della diagnosi, i rimedi peggiori del male e l’inanità della politica, l’uscita dalla crisi rimane lontana. (La Repubblica, lunedì 30 luglio 2012). Ebbene: questa politica suicida di governi cattofascisti e/o naziliberisti, per il Giannino, lo Zingales e il De Nicola, è troppo di sinistra. Capito, dunque, perché chiamarli nazisti è trattarli coi guanti? (P. s.: lo Zingales è il consigliere economico del Renzi. Laonde per cui, se il Renzi un domani diventasse premier, ci ritroveremmo come ministro dell’Economia uno che è giudicato il miglior economista del mondo da Sarah Palin. Domanda: ha o non ha qualche problema un partito, il Partito democratico, che si pretende di sinistra, e si offende se mettiamo in dubbio che lo sia, pur albergando individui che sono a loro agio anche nel Tea party?).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Matrici fasciste": il Casini col Berlusconi, con l'Alemanno, con la Santanchè e col Bossi, che con lui e grazie a lui hanno governato l'Italia.Per la serie "Matrici fasciste": il Casini col Berlusconi, con l'Alemanno, con la Santanchè e col Bossi, che con lui e grazie a lui hanno governato l'Italia.Per la serie "Matrici fasciste": il Casini col Berlusconi, con l'Alemanno, con la Santanchè e col Bossi, che con lui e grazie a lui hanno governato l'Italia.Per la serie "Matrici fasciste": il Casini col Berlusconi, con l'Alemanno, con la Santanchè e col Bossi, che con lui e grazie a lui hanno governato l'Italia.

Per la serie Matrici fasciste: il Casini col Berlusconi, con l’Alemanno, con la Santanchè e col Bossi, che con lui e grazie a lui hanno governato l’Italia.

 

Pierferdinando (sì, lo sappiamo che adesso si scrive Pier Ferdinando, ma non ce ne può importare di meno) Casini: Ho visto il video che Di Pietro diffonde in rete, è di chiara matrice fascista. Complimenti a Idv staff... (La Repubblica, sabato 28 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Amici dei Giovani": il Breivik e il Monti. Il secondo dei quali, ovviamente, essendo molto più sobrio, si serve di mezzi irreprensibili.

Per la serie Amici dei Giovani: il Breivik e il Monti. Il secondo dei quali, ovviamente, essendo molto più sobrio, si serve di mezzi irreprensibili.

 

Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Messaggi di speranza possono essere dati ai giovani che verranno tra qualche anno, ma purtroppo esiste un aspetto di generazione perduta per quelli che stanno vivendo questi anni. (La Repubblica, venerdì 27 luglio 2012). E lo dici così, tranquillo e gelido come un Breivik? Anche la vergogna è un sentimento, e anche quella perciò ti manca. Ma copre anche questa carenza quella tua cosiddetta “sobrietà” che un giorno, quando tutto sarà chiaro, farà dire a chi oggi chiude gli occhi: Ma come? Sembrava una persona così normale...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Le lacrime del Potere.

 

Giorgio Napolitano: Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano annuncia con animo sconvolto e con profondo dolore la repentina scomparsa del consigliere dott. Loris D’Ambrosio, prezioso collaboratore suo come già del suo predecessore, che ha per lunghi anni prestato alla Presidenza della Repubblica l’apporto impareggiabile della sua alta cultura giuridica, delle sue molteplici esperienze e competenze di magistrato giunto ai livelli più alti della carriera. Egli è stato infaticabile e lealissimo servitore dello Stato democratico, impegnato in prima linea anche al fianco di Giovanni Falcone nel costruire più solide basi di dottrina e normative per la lotta contro la mafia, così come è stato coraggioso combattente della causa della legalità repubblicana contro il terrorismo. In tutte le collaborazioni che da magistrato ha esplicato al servizio delle istituzioni di governo e infine presso la più alta magistratura dello Stato, ha guadagnato generali riconoscimenti e attestati di stima non solo professionale ma innanzitutto morale. Insieme con l’angoscia per la perdita gravissima che la Presidenza della Repubblica e la magistratura (iniziale minuscola presente nel testo del necrologio, n.d.r.) italiana subiscono, atroce è il mio rammarico per una campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto, senza alcun rispetto per la sua storia e la sua sensibilità di magistrato intemerato, che ha fatto onore all’amministrazione della giustizia del nostro paese (iniziale minuscola presente nel testo del necrologio, n.d.r.). Il Presidente si stringe con infinita pena e grandissimo affetto alla consorte, ai figli, a tutti i famigliari e al mondo della magistratura e del diritto. (La Repubblica, venerdì 27 luglio 2012). Non abbiamo dubbi che il consigliere D’Ambrosio fosse un’ottima persona. Peccato che gli sia mancato, in alto loco, un Amico vero che gli consigliasse di rifiutare certe telefonate inopportune.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Sergio Marchionne, paladino della libertà dei cosiddetti "mercati"... ma solo finché i cosiddetti "mercati" erano con lui contro i Lavoratori e contro i Diritti umani. E i cosiddetti "manager" del Marchionne, ma non tutti: gli imbecilli del "mors tua vita mea", che (sostenuti dai finti sinistri Chiamparino e Fassino) deliravano di poter salvare sé stessi buttando a mare i Lavoratori.

 

Sergio Marchionne, paladino della libertà dei cosiddetti "mercati"... ma solo finché i cosiddetti "mercati" erano con lui contro i Lavoratori e contro i Diritti umani. E i cosiddetti "manager" del Marchionne, ma non tutti: gli imbecilli del "mors tua vita mea", che (sostenuti dai finti sinistri Chiamparino e Fassino) deliravano di poter salvare sé stessi buttando a mare i Lavoratori.

 

Sergio Marchionne, paladino della libertà dei cosiddetti mercati... ma solo finché i cosiddetti mercati” erano con lui contro

i Lavoratori e contro i Diritti umani. E i cosiddetti manager del Marchionne, ma non tutti: gli imbecilli del mors tua vita mea,

che (sostenuti dai finti sinistri Chiamparino e Fassino) deliravano di poter salvare sé stessi buttando a mare i Lavoratori.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Staino su Enrico Letta sul "Venerdì di Repubblica" del 27 luglio 2012.

Staino su Enrico Letta sul Venerdì di Repubblica del 27 luglio 2012.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Marina Berlusconi (sulla quale vedi anche qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui): Una persona informata sui fatti convocata dall’autorità giudiziaria è tenuta a presentarsi. Marina Berlusconi, citata dal tribunale di Palermo, era tenuta a fare la sua deposizione senza aggiungere altro. Per lei e la sua famiglia, anche se in estremo ritardo, è giunto il momento di rispettare le istituzioni. Ma la sua famiglia pretende dall’amministrazione della giustizia quel rispetto che mai ha voluto darle. Pretende dagli organi di informazione ciò che mai ha voluto riconoscere agli avversari politici: il rispetto della persona, il rispetto delle idee. La sua famiglia si è fatta “Istituzione” essa stessa, guardando più che a Occidente all’Oriente degli amici di famiglia: Putin, Lukasenko e Gheddafi. Lei dichiara che la procura di Palermo l’ha convocata per avere notizie su un conto cointestato del quale non ricordava nulla, che non ha mai utilizzato. Immagino sappia che per molto meno eserciti di scherani hanno diffamato, mediaticamente massacrato, sbattuto in prima pagina persone la cui unica vera colpa era essere entrati in conflitto con suo padre. Lei che attraverso gli organi di informazione della sua famiglia contribuisce a creare un quadro inesistente della realtà, lei che con il suo approccio familistico ha fatto della comunicazione editoriale una estensione delle stanze di casa sua; lei chiede rispetto per sé non come persona, ma in quanto “Istituzione”. Per solo fatto di essere la figlia di Silvio Berlusconi. Il cittadino, convocato a comparire innanzi all’ autorità giudiziaria, si presenta senza discutere e dovrebbe farlo soprattutto se è la figlia “di un cittadino più uguale degli altri”. Eppure lei si lamenta per il trattamento che ha avuto dalla stampa, cosa singolare per un editore. Lei fa comunicazione o meglio fa fare comunicazione. Stupisce il suo risentimento, stupisce perché sono anni che la comunicazione dei giornali di famiglia si affida a titolazioni violente volte a terrorizzare i nemici con storie private per aggredire chiunque sia contro suo padre. Si potrebbe fare un elenco infinito di tutte le volte che i nemici di suo padre sono stati screditati dalla galassia mediatica che a lui fa capo. Notizie infondate, dettagli falsi, raccolte di firme contro chi raccontava qualcosa che dava fastidio al governo in carica. Lei si lamenta di qualcosa che ha fortemente contribuito a creare e da editore dovrebbe sapere che il disegno della comunicazione, lo stile, la qualità, si costruisce quotidianamente con il proprio lavoro o quel rispetto che ora pretende vale solo per sé? Provi a immaginare, signora Berlusconi, come si sono sentite le centinaia di persone “attenzionate” anche dai suoi dipendenti, alla ricerca di particolari che potessero screditarle agli occhi dell’opinione pubblica, di scatti fotografici che dimostrassero quanto benessere vi fosse nelle vite dei “nemici”. Non certo per dimostrare che dietro quel benessere vi fosse all’origine un crimine, ma per far passare l’idea che il guadagno, il lavoro retribuito sia esso stesso un crimine. Nell’obiettivo del suo gruppo, sempre e solo l’intenzione di comunicare la sottile “verità” della comune sporcizia. Pensi al giudice Mesiano e a quanto gli siano costati un taglio di capelli e quei calzini turchesi. E poi la parola mafia, che giustamente le dà i brividi, poteva forse meritare altrettanta attenzione quando suo padre disse che la mafia era un problema creato da chi ne parlava. Che sarebbe stato opportuno ironicamente “strozzare” chi scriveva libri di mafia perché diffamava il nostro Paese. Ecco, se si è sentita aggredita decida di dare una direzione diversa al suo lavoro, mostri di comprendere la diffe renza che esiste tra estorsione e inchiesta, tra autorevolezza di una riflessione e gossip, tra ipotesi e minaccia. Del resto, nonostante l’impegno a sgretolarlo, l’articolo 3 della Costituzione esiste ancora, poche righe di facile lettura e interpretazione. E sta lì a dire che ogni cittadino è uguale dinanzi alla legge: rispetti quindi la legge, cittadina Berlusconi, come tutti.

(Roberto Saviano, La Repubblica, venerdì 27 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Contrordine, compagni: le tirannie finanziarie esistono e ce l’hanno con noi!

Contrordine, compagni: le tirannie finanziarie esistono e ce l'hanno con noi! (Federico Rampini su "La Repubblica" di mercoledì 25 luglio 2012).

Meglio tardi che mai? Solo quando non è troppo tardi: come può La Repubblica accorgersi solo ora, e senza nemmeno scusarsi, e con troppi distinguo (nell’articolo di Federico Rampini abbellito oggi, mercoledì 25 luglio 2012, da questo grazioso schemino), che la mostruosa ricchezza privata creata dall’iperliberismo di destra e di finta sinistra è la peggiore catastrofe della storia dell’Umanità? C’era gente che se ne rendeva conto già negli anni ’80, e che da quel dì non ha mai smesso di lanciare allarmi. Ma La Repubblica no: La Repubblica, una della due più potenti lobby politico-culturali del Paese e tra le più potenti al mondo, ha continuato fino a ieri a sostenere che il governo napolitano-montista dei banchieri e delle tirannie finanziarie globali sia la miglior fortuna che poteva toccare in sorte all’Italia. E continua, come l’orchestrina del Titanic, a stamburare a favore del Monti anche oggi. Dimenticando di ricordarci, per esempio, che il cosiddetto Professore è dal 2005 International Advisor per Goldman Sachs, e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute: di quella stessa Goldman Sachs che delle tirannie finanziarie globali (come si legge anche qui sopra) è una regina. (E c’è un’altra “dimenticanza”: perché non sono state indicate, accanto alle date del complotto ― 8 febbraio 2010, 12 dicembre 2010, 1 settembre 2011 ― le date in cui quelle notizie sono apparse su La Repubblica?).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

(su) Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia) e sul suo governo: Le scelte fondamentali di politica economica adottate per fronteggiare la crisi sono nascoste all’opinione pubblica, attraverso un “furto di informazione” al quale partecipano “le più alte cariche dello Stato” e che costituisce “un attacco di inaudita gravità alla democrazia”. A dirlo, in una lettera-appello, è un gruppo di economisti, giuristi, intellettuali e docenti di diversa estrazione politico-culturale: Alberto Burgio, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Alfio Mastropaolo, Guido Rossi e Valentino Parlato. “La politica”, scrivono i firmatari della lettera, “è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia”. Per i promotori dell’appello “il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e una intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate, non soltanto dalle forze politiche che le condividono (e ciò è comprensibile), ma anche dai maggiori mezzi d’informazione (ivi compreso il servizio pubblico), come comportamenti obbligati (“non-scelte”), immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare”. Gli otto intellettuali spiegano che “viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori. Così, una teoria controversa, da molti ritenuta corresponsabile della crisi (perché concausa degli eccessi speculativi e degli squilibri strutturali nella divisione internazionale del lavoro e nella distribuzione della ricchezza sociale), è assunta e presentata come auto-evidente, sottraendo a milioni di cittadini la nozione della sua opinabilità e impedendo la formazione di un consenso informato, presupposto della sovranità democratica”. I sottoscrittori dell’appello non esitano a mettere sotto accusa la politica e le istituzioni, ai massimi livelli. “Non possiamo sottacere che a rendere, a nostro giudizio, particolarmente grave tale stato di cose è il fatto che la sottrazione di informazione che riteniamo necessario denunciare coinvolge l’operato delle stesse più alte cariche dello Stato, alle quali la Costituzione attribuisce precise funzioni di garanzia e vincoli d’imparzialità. Tutto ciò costituisce ai nostri occhi un attacco alla democrazia repubblicana di inaudita gravità, che ai pesantissimi effetti materiali della crisi e di una sua gestione politica volta a determinare una redistribuzione del potere e della ricchezza a beneficio della speculazione finanziaria e dei ceti più abbienti assomma un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia”. (L’Unità, martedì 24 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Pier Luigi Bersani: Ci troviamo così perché raccogliamo quello che le destre hanno seminato in dieci anni di governo in quasi tutti i Paesi europei. (L’Unità, martedì 24 luglio 2012). Che differenza c’è tra una verità a metà e una mezza bugia? Nessuna. Completiamo noi, quindi, il dire-non-dire bersaniano: Ci troviamo così perché raccogliamo quello che hanno seminato le destre e le finte sinistre in Europa e nel mondo. Quali finte sinistre? C’è solo l’imbarazzo della scelta: l’iperliberismo del Blair e poi del Brown in Gran Bretagna; l’iperliberismo del Clinton negli Stati Uniti; l’iperliberismo dello Schroeder in Germania; l’iperliberismo (ben camuffato con qualche pennellata laica) dello Zapatero in Spagna; l’iperliberismo dei governi Prodi in Italia. Compagni che hanno sbagliato? Può darsi. In effetti, si può sbagliare in buona fede. Ma chi non ammette di aver sbagliato può essere in buona fede?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Ministri in barile": il Profumo.

Per la serie Ministri in barile: il Profumo.

 

su Francesco Profumo, addetto dai napolitano-montisti alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: L’allarme che si leva dalle province è preoccupante, perché le difficoltà degli enti locali si sommano ai tagli della spending review sulla scuola e a quelli operati dal precedente governo, che continueranno. In questo contesto già difficile occorre capire come il governo intenda garantire l’avvio dell’anno scolastico. Sarebbe il caso che il ministro Profumo pronunciasse una parola chiara in merito. (Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil, su La Repubblica di martedì 24 luglio 2012). Parole chiare dal Profumo? Ci sembra un po’ difficile. Tutt’al più arriverà il solito profumo”... di pesce in barile.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Il teatro dei burattini": il Patroni Griffi e la Fornero.

Per la serie Il teatro dei burattini: il Patroni Griffi e la Fornero.

 

Filippo Patroni Griffi (ministro per la Funzione pubblica del governo di estremisti di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Noi stiamo semplificando i livelli di governo dicendo chi fa che cosa. E lo stiamo facendo ripensando anche le dimensioni territoriali. Non possiamo pensare che dal 1865, dalla riforma organica di Rattazzi, ad oggi, non sia successo nulla nell’erogare servizi e nelle richieste dei cittadini. (La Repubblica, martedì 24 luglio 2012). Traduzione: Noi riporteremo l’Italia a prima del 1865. Noi, o si disfa l’Italia o si muore. Commento: voi fate la prima cosa, che a farvi la seconda ci pensiamo noi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Virginio Merola, la faccia pidiellìna, leghista e serva dei preti del Partito democratico bolognese.

Virginio Merola, la faccia pidiellìna, leghista e serva dei preti del Partito democratico bolognese.

 

(su) Virginio Merola (sindaco piddìno di Bologna): Via libera al referendum contro i finanziamenti comunali alle scuole materne private. I garanti del Comune di Bologna hanno approvato ieri il quesito promosso dal comitato di cittadini nominato Articolo 33, che chiede ai bolognesi di esprimersi sui fondi, circa un milione di euro, che ogni anno l’amministrazione dà alle scuole private, in gran parte cattoliche. “Volete che quei soldi vadano alla scuola pubblica o a quella privata?” è la domanda a cui i bolognesi potrebbero essere chiamati a rispondere se i promotori riusciranno a raccogliere le 9.000 firme necessarie. Per Bologna potrebbe essere il quarto referendum della sua storia, su un tema che rischia di aprire uno scontro con la Curia e all’interno del centrosinistra. Il Pd sostiene infatti i finanziamenti alle materne private, che offrono posto a circa 1.700 bambini, mentre Sel sostiene le ragioni dei referendari. Proprio ieri la giunta guidata da Virginio Merola aveva approvato la convenzione con le private per quattro anni grazie all’inedito asse Pd-Pdl-Lega Nord. Sconcerto anche in curia: “Il nostro è un servizio pubblico”, dice il vicario generale Giovanni Silvagni. (La Repubblica, martedì 24 luglio 2012). Con i preti contro la Costituzione: e bravo il Pidì di Bologna.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le straordinarie pensate del Monti Mario": Politica ed economia devono procedere insieme.

Per la serie Le straordinarie pensate del Monti Mario: Politica ed economia devono procedere insieme.

 

Mario Monti: Politica ed economia devono procedere insieme. (La Repubblica, lunedì 23 luglio 2012). Idea intelligente almeno quanto ― che so? ― Guardie e ladri devono procedere insieme. O vittime e carnefici devono andare a braccetto. Intendiamo forse dire, con ciò, che il Monti sia uno stupido? No: La prima tappa del viaggio in Russia, Monti la dedica all’incontro con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie (come se di Russie ce ne fossero chissà quante, la voglia di Medioevo dei neoRepubblichini conosce punte di ridicolaggine che hanno del sublime, n.d.r.), Kirill, nel trecentesco monastero Danilovski. Il che significa che politica ed economia devono procedere insieme, nell’immaginazione cattofascioliberista del Monti, tenute al guinzaglio dai preti.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Cure di gran lunga peggiori dei mali": il Monti e l’unica cura che conosce.

Per la serie Cure di gran lunga peggiori dei mali: il Monti e lunica cura che conosce.

 

(su) Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia) e sul suo governo: Mi stupisco che il Paese regga ancora nonostante i colpi inferti dal governo dei tecnici. Monti sembra avere tra i suoi compiti storici la distruzione dell’industria manifatturiera. Ho il grande timore che, come avvenne nell’emergenza del 1992, il governo possa vendere ciò che rimane delle nostre grandi imprese. La cura rischia di essere peggiore del male. Mi consolo  guardando la resistenza delle piccole e medie imprese che tengono duro e la responsabilità dei cittadini che vivono momenti molto difficili. (Giulio Sapelli, docente di Storia economica all’Università Statale di Milano e autore del libro L’inverno di Monti, intervistato da L’Unità di lunedì 23 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Ognuno ha i Lenin che la propria levatura gli lascia vedere": il Giannini a un comizio di Eugenio Scalfari.

Per la serie Ognuno ha i Lenin che la propria levatura gli lascia vedere: il Giannini a un comizio di Eugenio Scalfari.

 

Massimo Giannini (finto sinistro vicedirettore de La Repubblica): La Francia di Hollande annuncia una riforma fiscale di matrice vagamente leninista: aumento ulteriore della patrimoniale, più tasse sui ricchi, stangata fiscale su banche e società petrolifere. Il giorno dopo lo spread già basso dei titoli francesi su quelli tedeschi si riduce di altri 60 punti base. Sarebbe credibile una manovra del genere, lanciata da qualunque governo italiano, dopo le elezioni del 2013? Dove andrebbe a finire il già insostenibile spread Btp-Bund? (La Repubblica Affari & Finanza, lunedì 23 luglio 2012). Possibile che nelle vicinanze del Giannini nessuno si lasci indurre in compassione per lui neanche da un discorsetto come questo? Credono forse che egli scriva così per cinico opportunismo, per un qualche lurido tornaconto mercenario? Non è così, aprano gli occhi e lo soccorrano: il poverino sembra proprio aver bisogno d’aiuto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Buonismo": quel che ci vorrebbe per i finti sinistri come il Blair. Minimo.

Per la serie Buonismo: quel che ci vorrebbe per i finti sinistri come il Blair. Minimo.

 

(di e su) Tony Blair (inarrivabile modello per i finti sinistri cattofascionaziliberisti di un’intera generazione): Tony Blair, primo ministro britannico dal 1997 al 2007, si è in parte assunto la responsabilità della crisi economica mondiale, perché fino a quando i laburisti sono stati al governo (fino al 2010 con Gordon Brown) “non furono in grado di comprendere” la complessità del sistema finanziario e prevedere che eravamo sull’orlo della crisi. “Per quanto riguarda l’economia, ovviamente, chiunque è stato al potere in quel periodo ha avuto una certa responsabilità”, ha dichiarato Blair a Sky News. (La Repubblica, lunedì 23 luglio 2012). Finti sinistri fa rima con trasformisti. Ma finché non si scuseranno (e non si faranno così furbi da non farsi intervistare dalle tv di un Murdoch, per darci a bere di essersi pentiti) il rischio che corrono è quello che la vignetta qui sopra illustra abbastanza chiaramente.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le affinità elettive": il Veltroni affascinato dalla Fornero.

Per la serie Le affinità elettive: il Veltroni affascinato dalla Fornero.

 

(su) Walter Veltroni, Enrico Letta, Massimo D’Alema, Walter Verini, Giorgio Tonini e tutti i finti sinistri del Pidì: L’idea di una crisi pilotata cammina, si fa strada, sta prendendo corpo una sorta di fronte trasversale che attraversa e divide i singoli partiti della maggioranza. A cominciare dal Pd. Dove non dispiace a Walter Veltroni e a Enrico Letta, sempre che vada in porto prima la legge elettorale, grandi sponsor di una continuità con l’agenda Monti che non va spezzata. Già, ma quale riforma? “Una legge con un premio di maggioranza ai partiti sembrerebbe fatta apposta per spianare la strada al bis della strana maggioranza”, ragiona, sospettoso, Giuseppe “Beppe” Fioroni che non vuole, invece, un ritorno puro e semplice del Professore. Ma c’è un terzo grande fan del premier nel Pd: Massimo D’Alema, l’inventore della formula del “Monti oltre Monti”, che per una volta si ritrova insieme all’ex sindaco di Roma. Pronto, Veltroni, a chiamare a raccolta i suoi uomini nel partito per appoggiare l’operazione riconferma. Ma con la stessa grande coalizione di oggi? “Escluso, basta con Berlusconi e i berlusconiani di ferro in una nuova maggioranza”, taglia corto Walter Verini, braccio destro di Veltroni. Si punta, se mai, alla parte “buona” del centrodestra, a una spaccatura nel Pdl che faccia affluire truppe fresche sotto le bandiere montiane. “Non è questione di data del voto”, spiega un altro veltroniano, Giorgio Tonini, “ma di un impegno esplicito del Pd a scegliere la continuità con la linea Monti. Ecco, uno come Vendola che attacca il fiscal compact secondo me è fuori”. Casini, forse, è il leader del partito trasversale del voto a ottobre. (La Repubblica, lunedì 23 luglio 2012). Per farsi un’idea di cosa si agita nei cervelli di questi individui. è sufficiente rinfrescarsi la memoria sul fiscal compact cliccando qui.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Possibile? Dopo aver avallato per un anno gli inutili Sacrifici Umani napolitano-montisti, Eugenio Scalfari scopre d'un tratto che per battere lo spread (cioè, tradotto, per sottrarsi al potere di ricatto delle tirannie finanziarie globali) sarebbe meglio votare in anticipo? Cioè, tradotto, che sarebbe stato ancora meglio, perché ci avrebbe fatto guadagnare un anno di tempo, votare in anticipo un anno fa? E lo dice così, tranquillo, senza vergogna, senza il minimo sentimento di dover scusarsi per aver scioccamente magnificato il contrario per dodici mesi e per aver più volte pesantemente offeso chi, come la signora Susanna Camusso, cercava invano di far un po' di luce nella sua mente e nel suo cuore ottenebrati e anestetizzati dal naziliberismo?

Possibile? Dopo aver avallato per un anno gli inutili Sacrifici Umani napolitano-montisti (nonché pidiellìn-piddin-terzopolisti), Eugenio Scalfari scopre d’un tratto che per battere lo spread (cioè, tradotto, per sottrarsi al potere di ricatto delle tirannie finanziarie globali) sarebbe meglio votare in anticipo? Cioè, tradotto, che sarebbe stato ancora meglio, perché ci avrebbe fatto guadagnare un anno di tempo, votare in anticipo un anno fa? E lo dice così, tranquillo, senza vergogna, senza il minimo sentimento di dover scusarsi per aver scioccamente magnificato il contrario per dodici mesi e per aver più volte pesantemente offeso chi, come la signora Susanna Camusso, cercava invano di far un po’ di luce nella sua mente e nel suo cuore ottenebrati e anestetizzati dal naziliberismo? Ecco i passi salienti dell’articolo: Per stroncare le aspettative della speculazione e dei mestatori d’ogni risma e colore, non sarebbe meglio interrompere sùbito la legislatura aprendone un’altra? Con una maggioranza non più “strana” ma questa volta politica che abbia come programma di proseguire la linea montiana in un quadro europeo dove il mantenimento del rigore sia finalmente affiancato da un vero sviluppo e da una tangibile equità sociale? (...) Naturalmente non sarebbe certo uno scioglimento determinato dal cattivo esito della politica di Monti (no, per carità, chi mai potrebbe pensarlo?, n.d.r.). Al contrario: proverrebbe da una valutazione positiva dell’operato del governo e dei suoi dieci mesi di attività. Di qui la necessità di proseguire quella politica non più affidandola ad un governo tecnico ma con la diretta partecipazione di esponenti politici. (...) Sarebbe molto interessante poter entrare della testa di Giorgio Napolitano, ma è escluso che si possa entrare nella testa e nei pensieri di chicchessia, visto che è difficilissimo perfino entrare nella propria. Una cosa però è certa: anche Napolitano starà riflettendo sulle questioni fin qui indicate perché è a lui che tocca decidere ed è molto grande la responsabilità che gli incombe. (La Repubblica, domenica 22 luglio 2012). È chiaro il significato di quest’incredibile contrordine compagni? A parte gli scherzi, non è che i napolitano-montisti si stiano pentendo del golpe soft che ci ha messi nelle loro grinfie iperberlusciste: è, al contrario, che stanno decidendo di portare il golpe alle estreme conseguenze facendo di noi come in Grecia e peggio che in Grecia. E perciò di condurci al voto (secondo nuove regole fintamente anti-Porcellum, in realtà studiate per incanalare i risultati elettorali in senso favorevole ai loro piani) prima che la situazione diventi così catastrofica da aprire gli occhi ai milioni di Cittadini che ingenuamente continuano a credere che lo scopo dei napolitano-montisti sia davvero quello di salvarci tutti, e non, com’è in realtà, quello di salvar sé stessi a nostre spese. (P.s.: pur così preso da così ponderose elucubrazioni, lo Scalfari non rinuncia neanche oggi a insultare i giudici di Palermo e in particolare Antonio Ingroia: La Procura di Palermo farà ciò che deve e aspetti, solo per quanto riguarda il tema delle attribuzioni, la sentenza della Corte col rispetto che le è dovuto. E ricordi che le Procure cercano indizi e prove, ma chi poi accerta i fatti è il giudice e non il titolare dell’accusa. La mia laurea in Legge mi consente di ricordare questo aspetto elementare che molti ignorano ed alcuni fingono di dimenticare).

 

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Peggio di un naziliberista? Solo un gesuita naziliberista.

Peggio di un naziliberista? Solo un gesuita naziliberista.

 

Mario Draghi: Si tende troppo spesso a focalizzarsi sulla riforma del mercato del lavoro, che non sempre si traduce in un miglioramento della competitività, dato che a volte le imprese approfittano delle situazioni di monopolio e delle rendite di posizione. Bisogna anche guardare ai mercati dei prodotti e dei servizi, e liberalizzare laddove è necessario. Politicamente, sono decisioni difficili da prendere... Ma la fine di certe rendite di posizione è una questione di giustizia, sia per i lavoratori dipendenti che per gli imprenditori e per tutti i cittadini. (La Repubblica, domenica 22 luglio 2012). Per il Draghi liberalizzare significa purificare lo Stato da quel che può servire ai Cittadini per difendersi dalla prepotenza delle tirannie finanziarie, mentre il concetto di rendite di posizione comprende anche, quando non soprattutto, quello di Diritti Umani. Sapendo ciò, tradurre il suo ripugnante discorsetto in un parlar sincero, diretto, non gesuitico, diventa abbastanza facile: Per tramutare i Lavoratori in schiavi decerebrati, dice il Draghi, bisogna che lo Stato sia liberalizzato: che sia libero, cioè, di non occuparsi che di sorvegliare e punire chi schiavo non vuole essere. Ma come riuscirci, se non privando dei Diritti Umani (che io chiamo rendite di posizione) anche quei pochi che ancora ne hanno, in modo che al mondo nessuno veda più Diritti in qualcun altro e nessuno, quindi, li rivendichi più anche per sé?... Sì, perché i nazisti come il Draghi, non sapendo che il sentimento dei Diritti è insito nella Natura Umana, credono che per cancellarlo basti eliminarne ogni testimonianza tangibile. (Ciliegina sulla torta. Alla domanda: Lei è uno degli uomini più influenti d’Europa, ma non è stato eletto. Non pensa che questo sollevi un problema di legittimità democratica?, il Draghi risponde: Sono consapevole dell’importanza di render conto del mio operato. Mi presento al Parlamento europeo una decina di volte all’anno. Per gli individui come il Draghi, la Democrazia non consiste infatti che in questo: regalare di quando in quando la vista della propria augusta persona a un Parlamento privo di qualsiasi potere reale. Quel genere di “democrazia” fasulla che ha permesso ai nazisti come il Draghi di ridurre la Grecia, e fra poco l’Europa intera, nelle seguenti condizioni: La Grecia ha avuto negli ultimi tre anni ben quattro governi. Il vero premier ombra del Paese però, lo sanno tutti, è Paul Thomsen, l’oscuro funzionario del Fondo monetario a capo della pattuglia d’emergenza della Troika, Fondo monetario - Commissione europea - Banca centrale europea, incaricata di seguire i salvataggi delle nazioni in crisi. Lui ha in mano i cordoni della borsa di 230 miliardi stanziati da Ue&C. per sanare il bilancio ellenico. E lui detta le condizioni: 150.000 tagli al pubblico impiego. Privatizzazioni per 50 miliardi, giù del 30% stipendi e pensioni. O mangi questa minestra, o salti dalla finestra. I governi devono solo mettere la faccia e i voti sui provvedimenti. Ogni tre mesi, come a scuola, arriva la pagella. Se c’è la sufficienza, la Troika dà via libera a un’altra tranche di aiuti. Altrimenti nisba. E che dire de La Repubblica, che descrive atti di guerra come questi, e una simile distruzione della Democrazia, con la tranquilla serenità con cui andava avanti la vita quotidiana nei centri urbani attigui ai campi di sterminio?).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

"Il contagio c'è"? Altro che contagio: un anno di Sacrifici Umani del tutto inutili, ecco cosa c'è. Un anno a rincorrere le tirannie finanziarie convincendole ancora di più della nostra viltà e impotenza. Sacrifici Umani a cui il Napolitano, il Monti, il Pidièlle, il Pidì e il Terzo polo hanno costretto gli Italiani e in particolar modo i Lavoratori, i Pensionati, i piccoli Imprenditori, le Donne, i Giovani, i Bambini... a quale scopo? La catastrofe, a distanza di un anno, è molto più vicina e molto meno evitabile di quanto lo era un anno fa.

Il contagio c’è? Altro che contagio: un anno di Sacrifici Umani del tutto inutili, ecco cosa c’è.

Un anno a rincorrere le tirannie finanziarie convincendole ancora di più della nostra viltà e impotenza.

Sacrifici Umani a cui il Napolitano, il Monti, il Pidièlle, il Pidì e il Terzo polo hanno costretto gli Italiani

e in particolar modo i Lavoratori, i Pensionati, i piccoli Imprenditori, le Donne, i Giovani, i Bambini... a quale scopo?

La catastrofe, a distanza di un anno, è molto più vicina e molto meno evitabile di quanto lo era un anno fa.

Ma loro non se ne danno per intesi, insistono. Cattiveria? Stupidità? Sia quel che sia, dobbiamo liberarcene.

Per tornare al berluscismo? Mai, perché il berluscismo ha imparato la lezione e farebbe quel che fanno loro e peggio.

Dobbiamo liberarci di entrambi: del Monti e del Berlusconi. E andare, una volta per tutte, a Sinistra.

(Titolo di prima pagina de La Repubblica di sabato 21 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Consigli affettuosi e disinteressati al Monti Mario": ecco l'arma con cui sconfiggerà definitivamente lo spread, la provi...

Per la serie Consigli affettuosi e disinteressati al Monti Mario: ecco l’arma con cui sconfiggerà definitivamente lo spread, la provi...

 

Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Gli Italiani non si facciano fuorviare da interpretazioni fantasiose: mi sarei aspettato di più, ma lo spread è calato di 84 punti, rispetto al 574 di novembre 2011 oggi siamo a 490 e quindi c’è una diminuzione. (L’Unità, sabato 21 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Neonazisti finanziari al potere": lo Schaeuble, il Monti e la loro caratteristica fissità.

Per la serie Neonazisti finanziari al potere: lo Schaeuble, il Monti e la loro caratteristica fissità.

 

su Mario Monti e il suo governo di estremisti di destra (a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia), ecco il parere del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble: L’Italia non avrà problemi. Sta adottando le decisioni giuste che erano state respinte dal governo Berlusconi. Monti è una chance per l’Italia e per l’Europa. (La Repubblica, sabato 21 luglio 2012). L’esplicita ammissione (i naziliberisti si sentono così vittoriosi che non fingono più) che il montismo è più a destra del berluscismo, e che per questo (e non per la sua cosiddetta sobrietà) è assai più gradito alle destre europee e mondiali.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Coatti a ripetersi": il Letta Enrico.

Per la serie Coatti a ripetersi: il Letta Enrico.

 

(su) Enrico Letta: Se a Dominus Berlusco riuscisse il volo sull’aquilone tricolore, spinto da angeli soffiatori, diventeremmo la monarchia caraibica che aveva in mente: segue traiettorie inesorabili; non basta più nemmeno Atropo (la Parca che taglia i fili); estinto lui, brulica la masnada famelica. Il segretario Pd lancia l’allarme. Bene, ma al secondo posto siede un cardinale nipote, omonimo del mellifluo plenipotenziario d’Arcore, e prega Iddio che non ripulluli l’antiberlusconismo radicale (mai visto: oppositori gentiluomini covavano larghe intese; l’avevano accreditato statista, più o meno liberale; erano argomenti tabù conflitto d’interessi, figure belluine, analogie con gli avvenimenti tedeschi 1932-33). Costui riteneva fattibile una lexiuncula che risolvesse le rogne giudiziarie dell’augusta persona: perché no?; e spiega come il Pdl sia preferibile alla deriva antipolitica. Nello sciagurato teatro politico d’Italia circolano dei coatti a ripetersi. (Franco Cordero su La Repubblica di sabato 21 luglio 2012). Giù il cappello davanti al professor Cordero, e il fatto che il resto dell’articolo sia un inno al governo Monti non indebolisca l’omaggio dovutogli: quel che conta è che al Letta Enrico il soprannome coatto a ripetersi non glielo toglie più nessuno. Mentre Cordero, intelligente com’è, capirà presto che il montismo, in quanto proseguimento del berluscismo con gli stessi mezzi, maggior protervia e meno inibizioni, proprio per questo attrae certi figuri.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "C'è di peggio del giudice Ingroia": il probabile destino del Casini se l'Italia finirà come stan cercando di farla finire lui e gli altri montisti.

Per la serie C’è di peggio del giudice Ingroia: il probabile destino del Casini se l’Italia finirà come stan cercando di farla finire lui e gli altri montisti.

 

Pierferdinando Casini: Se come cittadino mi trovassi a essere giudicato da Ingroia, avrei qualche preoccupazione in più. (La Repubblica, sabato 21 luglio 2012). Il servo numero 1 del Vaticano, il lacchè numero 1 delle tirannie finanziarie, l’individuo che di un banchiere si è fatto addirittura genero e senza il quale il Berlusconi non sarebbe mai arrivato al potere, si permette di giudicare preoccupante un giudice che da anni rischia la vita per noi mentre lui, il Casini, a noi cercava solo di farci il c.... In combutta, tra l’altro, con individui come il Cuffaro Totò, uddiccìno di primo piano condannato in via definitiva per concorso in associazione mafiosa. E noi col Casini e coi casinisti dovremmo allearci in vista delle elezioni del 2013? Meglio morti.

 

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"È sempre più imbarazzante partecipare a cerimonie ufficiali, vedere in prima fila persone la cui condotta emana puzzo di compromesso morale. Se ne restino a casa il 19 luglio, ci facessero la grazia di tacere. Abbiamo processato gli intoccabili, uno stuolo di sepolcri imbiancati che nelle chiese si battono il petto dopo aver partecipato a summit mafiosi, e non ci fermeremo. Sanno che è solo questione di tempo perché un giorno alle porte dei loro lussuosi palazzi suonerà il vero Stato" (Roberto Scarpinato, procuratore di Caltanissetta). "È sempre più imbarazzante partecipare a cerimonie ufficiali, vedere in prima fila persone la cui condotta emana puzzo di compromesso morale. Se ne restino a casa il 19 luglio, ci facessero la grazia di tacere. Abbiamo processato gli intoccabili, uno stuolo di sepolcri imbiancati che nelle chiese si battono il petto dopo aver partecipato a summit mafiosi, e non ci fermeremo. Sanno che è solo questione di tempo perché un giorno alle porte dei loro lussuosi palazzi suonerà il vero Stato" (Roberto Scarpinato, procuratore di Caltanissetta).

 

(di e su) Giorgio Napolitano e la sua decisione di sollevare davanti alla Consulta un conflitto con la Procura di Palermo: Si deve lavorare senza sosta e senza remore per la rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D’Amelio. Non c’è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità, nella ricerca della verità specie su torbide ipotesi di trattativa tra Stato e mafia (torbide ipotesi? torbida la trattativa, non le ipotesi, n.d.r.). E proprio a tal fine è importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione. Su ciò deve vegliare tra gli altri il presidente della Repubblica e deve farlo, come in questi anni ha sempre fatto, con linearità, imparzialità, severità (Giorgio Napolitano). È sempre più imbarazzante partecipare a cerimonie ufficiali, vedere in prima fila persone la cui condotta emana puzzo di compromesso morale. Se ne restino a casa il 19 luglio, ci facessero la grazia di tacere. Abbiamo processato gli intoccabili, uno stuolo di sepolcri imbiancati che nelle chiese si battono il petto dopo aver partecipato a summit mafiosi, e non ci fermeremo. Sanno che è solo questione di tempo perché un giorno alle porte dei loro lussuosi palazzi suonerà il vero Stato (Roberto Scarpinato, procuratore di Caltanissetta). Sono rimasto sconcertato ancora dal richiamo a quelle sovrapposizioni nelle indagini. Noi oggi siamo qui per esprimere sostegno ai magistrati vivi che come Paolo vent’anni fa sono sottoposti agli stessi attacchi delegittimanti. Potrebbe tornare una stagione triste che abbiamo già conosciuto, ma noi non vogliamo più magistrati morti (Salvatore Borsellino). Quello che avevo da dire l’ho già detto: l’iniziativa del presidente Napolitano nei confronti dei magistrati di Palermo è uno schiaffo a tutto il Paese proprio nel momento in cui la verità ci sembra più vicina. (...) Paolo non ha cominciato a morire il 23 maggio, il giorno della strage di Capaci. Paolo ha cominciato a morire qualche giorno dopo, quando evidentemente ha cominciato a capire che le istituzioni in cui credeva erano altro, che lo avevano tradito (Rita Borsellino). (La Repubblica, venerdì 20 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Tecnici dei nostri stivali": ancora una volta il Profumo si accinge a intervenire sulla Scuola.

Per la serie Tecnici dei nostri stivali: ancora una volta il Profumo si accinge a intervenire sulla Scuola.

 

su Francesco Profumo, addetto dal Napolitano, dal Monti, dal Pdl, dal Pd e dal Terzo polo alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: Nella presentazione della spending review, il ministro Giarda aveva detto che la scuola è il comparto dello Stato che ha dato di più per il risanamento nell’ultimo triennio e, quindi, il Governo non vi avrebbe messo mano. Invece, nel provvedimento in discussione al Senato, troviamo una nuova sottrazione di 15.000 contratti a termine ai danni dei precari della scuola, e l’inedita affermazione di un principio assai grave che non può passare inosservato. I 10.000 insegnanti di ruolo che hanno perso il posto a causa dei tagli del duo Tremonti-Gelmini potranno andare ad insegnare qualsiasi materia in qualsiasi ordine di scuola, purché abbiano un titolo di studio valido, a prescindere dalla classe di concorso per cui sono abilitati. Così accadrà che un insegnante di economia aziendale potrà insegnare geografia alle medie anche se non possiede l’abilitazione per quella materia, un professore di storia e filosofia potrà insegnare latino e così via. Il risultato sarà che il docente precario, in possesso della corretta specializzazione, perderà il lavoro, e al suo posto ci sarà un insegnante che di quella materia potrebbe non saperne molto. È come affermare che d’ora in poi medici ortopedici potranno operare al cuore, tanto sono laureati in medicina! Perché nella scuola pubblica italiana tutto è permesso? Perché la si ritiene una realtà così residuale da poter commettere scempi come questo? (...) Un altro comma della spending review interviene sui 3.565 insegnanti inidonei per malattia. Spesso si tratta di persone con sofferenze psichiatriche, o che seguono trattamenti chemioterapici, e che oggi continuano a dare il loro contributo di lavoro tenendo vive le biblioteche scolastiche. Per loro la spending review prevede il collocamento nelle segreterie scolastiche, e il cosiddetto “risparmio” per lo Stato consisterà nella cancellazione dei contratti degli Ata (personale non docente) precari. (Francesca Puglisi, responsabile del Pd per la Scuola, L’Unità, venerdì 20 luglio 2012). Benché d’accordissimo con quel che l’onorevole Puglisi scrive, e anzi ringraziandola per averlo scritto, spiace dover notare che l’onorevole elargisce al governo un’iniziale maiuscola che invece non concede alla Scuola e ai Precari. E spiace ancor di più che quella paroletta menzognera del Giarda, risanamento (menzognera, sì, ché i Bambini e i Ragazzi italiani negli scorsi tre anni e in questo sono stati e sono derubati non per il Paese, ma per conto del sistema finanziario globale), sia dall’onorevole Puglisi accettata senza fiatare pur mentre critica il ministro per non aver mantenuto quanto promesso. Crede forse, l’onorevole Puglisi, che dagli individui che non mantengono le promesse possa comunque venire, qua e là, qualche parola vera?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Le mosche, anzi: i moscerini del capitale (finanziario)": Tito Boeri.

Per la serie Le mosche, anzi: i moscerini del capitale (finanziario): Tito Boeri.

 

Tito Boeri (economista finto sinistro in servizio permanente effettivo su La Repubblica): Più della metà del reddito generato in Italia finisce alle casse dello Stato. La pressione fiscale effettiva, quella che grava su chi paga effettivamente le tasse, è cresciuta ancora di più perché, nonostante il rafforzamento delle norme antievasione, la quota di economia sommersa è aumentata. (La Repubblica, venerdì 20 luglio 2012). Vi aspettate, a questo punto, che il Boeri chieda a gran voce maggiore severità contro gli evasori fiscali? Disilludetevi. Il Boeri (perfettamente d’accordo con gli evasori fiscali e, più in generale, con l’antiStato) chiede maggiore severità contro... lo Stato e gli Statali: La riduzione della pressione fiscale richiede inevitabilmente del tempo in un paese (la minuscola è del Boeri, n.d.r.) con il nostro debito pubblico. Deve infatti basarsi su tagli di spesa corrente primaria. I risparmi nella spesa per interessi andranno questa volta utilizzati per ridurre il debito. E i tagli alla spesa corrente devono essere mirati, intelligenti. Non una parola sulla necessità di recuperare i 150 miliardi di euro all’anno che l’evasione ci costa. E cosa intenda per tagli mirati e intelligenti il Boeri non lo dice. Ma non importa, lo sappiamo già, intende né più né meno quel che s’intende quando si parla di bombe intelligenti: distruggere tutto ciò che permette allo Stato di aiutare e difendere i Cittadini, mantenere solo quel che consente allo Stato di controllarli e reprimerli.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Mario Monti, pronto a succedere a sé stesso nel 2013, prova col Napolitano il suo nuovo look.

Mario Monti, pronto a succedere a sé stesso nel 2013, prova col Napolitano il suo nuovo look.

 

su Mario Monti e il suo governo di estremisti di destra (a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Noi pensiamo, forse, che la nostra attuale esperienza di governo degli esperti, nel vuoto dei partiti, sia una novità, un’escogitazione di cui andare fieri, un esempio di democrazia post-moderna. Non è affatto così. La storia ha conosciuto situazioni paragonabili molto da vicino alla nostra. E tutte hanno avuto, in breve tempo, esiti non positivi. Qui è, sottintesa, la domanda che deve essere rivolta ai partiti politici, soprattutto in quanto ve ne sono alcuni che, per puro interesse particolare, preparano le condizioni del perdurare di questa condizione: perduranza che, d’altro canto, si dovrebbe sapere essere illusoria speranza. Vincere elezioni e dare al Paese un governo e una stabilità politica: questo il motto della politica sana. Sembra invece che vi sia chi lavora proprio al fine opposto, cioè per una legge elettorale che non faccia né vincitori né vinti e possa permettere di dire, poi, che si è costretti a stare tutti (o quasi tutti) insieme sotto l’ombrello protettivo d’un governo che, venendo da fuori, permetta loro di sopravvivere ancora per un po’, vivacchiando: uno scenario da cupio dissolvi. (Gustavo Zagrebelsky su La Repubblica di giovedì 19 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Vittorie di Pirro": il Napolitano mentre pesca tra i giudici di Palermo...

Per la serie Vittorie di Pirro: il Napolitano mentre pesca tra i giudici di Palermo...

 

(su) Giorgio Napolitano e la sua decisione di sollevare davanti alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo: Il capo dello Stato non è contro i magistrati. L’iniziativa del ricorso alla Corte costituzionale va ricondotta a una logica non di contrapposizione o contrasto, ma a una dinamica processuale (Rodolfo Maria Sabelli, presidente dell’Anm, Associazione nazionale magistrati). Traduzione: Il capo dello Stato finora non era stato neanche sfiorato dal procedimento giudiziario sulla trattativa Stato-mafia del ’92-’93: adesso invece è entrato anche lui nel processo, e ci si è messo da solo. Per la verità non ce l’aspettavamo, sia perché ritenevamo di aver applicato la legge nel migliore dei modi, sia per non aver leso in alcun modo le prerogative del capo dello Stato. Non è uscita neanche una riga né sul contenuto delle intercettazioni, né sul numero della intercettazioni telefoniche di cui si discute. (Antonio Ingroia, procuratore aggiunto a Palermo). (La Repubblica, mercoledì 18 luglio 2012). Sul numero? Grazie per avercelo fatto sapere, dottor Ingroia: dunque le conversazioni tra il Mancino e il Napolitano sono state un bel po’...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Simul stabunt, simul cadunt": il Dell'Utri e il Berlusconi durante un colloquio d'affari.

Per la serie Simul stabunt, simul cadunt: il Dell’Utri e il Berlusconi durante un colloquio d’affari.

 

(su) Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri: L’inchiesta sulla trattativa mafia-Stato non riguarda solo gli anni delle stragi, ’92 e ’93. I pubblici ministeri di Palermo vogliono approfondire il ruolo che avrebbe continuato a svolgere, anche di recente, il senatore Marcello DellvUtri, uno dei principali indagati delle vicende di vent’anni fa, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Per questa ragione, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, i sostituti Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Lia Sava avevano convocato Silvio Berlusconi come testimone: l’ex presidente del Consiglio sarebbe dovuto comparire lunedì mattina al palazzo di giustizia di Palermo. Ma al suo posto è arrivata una giustificazione dell’avvocato Niccolò Ghedini. (La Repubblica, mercoledì 18 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Saverio Romano

Saverio Romano

 

(su) Saverio Romano (segretario nazionale del Pid, ex pidiellìno, ex ministro dell’Agricoltura, sul quale vedi anche qui, qui, qui, qui, molto interessante, e qui): Saverio Romano non è come Totò Cuffaro. O almeno le prove che egli abbia costruito la sua carriera su un patto politico-mafioso con Cosa nostra, come sosteneva la Procura di Palermo, sono insufficienti, carenti o contraddittorie. Assolto perché il fatto non sussiste, recita il dispositivo della sentanza. (La Repubblica, mercoledì 18 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Un'immagine storica: "Re Giorgio" Napolitano riconosce umilmente che non è un sovrano assoluto: non sarà lui, e neanche Eugenio "sir Biss" Scalfari, a decidere cosa i magistrati possano o non possano fare, bensì la Corte Costituzionale.

Un’immagine storica: “Re Giorgio” Napolitano riconosce umilmente che non è un sovrano assoluto: non sarà lui,

e neanche Eugenio sir Biss Scalfari, a decidere cosa i magistrati possano o non possano fare, bensì la Corte Costituzionale.

 

(di e su) Giorgio Napolitano: Il presidente della Repubblica apre un fronte di scontro con la Procura di Palermo, e solleva un clamoroso conflitto di attribuzione davanti alla Consulta per l’intercettazione di alcune telefonate con Nicola Mancino (sulle quali vedi anche Di Pietro, qui, e Ingroia, qui, n.d.r.), finite nell’inchiesta sulla trattativa fra Stato e mafia. Quelle intercettazioni rappresentano, accusa Giorgio Napolitano, “una lesione delle prerogative costituzionali” del capo dello Stato. L“orecchio” dei pm non avrebbe mai dovuto posarsi sulle conversazioni del presidente della Repubblica, perché è “assolutamente vietato intercettarlo”, e quindi quei nastri non possono essere in alcun modo “utilizzati, valutati e trascritti”. (...) Napolitano chiede in sostanza alla Corte costituzionale di affermare che le intercettazioni vanno distrutte sùbito, senza passare attraverso il gip e il confronto fra le parti. Sarebbe, spiega il Colle nel decreto con cui dà mandato all’Avvocatura dello Stato, “un aggravamento degli effetti lesivi delle precedenti condotte”, ovvero il non aver fermato immediatamente l’ascolto del presidente della Repubblica. (...) E cita le parole di Einaudi sui compiti di un presidente della Repubblica, che ha l’obbligo di evitare che “si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce”. (...) Il tutto comporta “una lesione delle prerogative costituzionali del presidente della Repubblica”, sia per “l’avvenuta valutazione sulla rilevanza delle intercettazioni ai fini della loro eventuale utilizzazione” che per “la permanenza delle intercettazioni agli atti del procedimento”, e infine per “l’intento di attivare una procedura camerale che aggrava gli effetti lesivi. (La Repubblica, martedì 17 luglio 2012). Sono anni che nostra sponte abbiamo deciso di fermare immediatamente l’ascolto del Napolitano ogni volta che la tv diffonde le sue esternazioni. Siamo in regola, dunque. Però non siamo ancora riusciti a fermare immediatamente la lettura di quel che il Napolitano dice e di quel che fa. Né, tanto meno, siamo ancora riusciti a fermare immediatamente l’immaginazione e il pensiero su quel che il Napolitano dice e su quel che fa. Il povero Luigi Einaudi, invece, che la morte da quel dì ha strappato all’ascolto, alla vista e al godimento di quanto la vita elargisce di bello e di buono, almeno è al riparo dal dover sopportare che il Napolitano lo citi, pro domo sua, “dimenticandosi” però di aggiungere che le facoltà che la Costituzione attribuisce al presidente della Repubblica si trasmettono al successore immuni da qualsiasi incrinatura non solo impedendo, com’è ovvio, che siano intaccate e diminuite, ma anche (e soprattutto) evitando di ampliarle surrettiziamente a dismisura.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Persone da cui è meglio non accettare consigli e valutazioni": Enrico Letta.

Per la serie Persone da cui è meglio non accettare consigli e valutazioni: Enrico Letta.

 

Enrico Letta: La decisione del presidente della Repubblica di sollevare davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione con la procura di Palermo è un’iniziativa più che opportuna, che porterà chiarezza ed eviterà in futuro contraddizioni e pericolosi conflitti fra poteri dello Stato. (La Repubblica, martedì 17 luglio 2012). Ringraziamo il Letta: la sua approvazione è sempre una delle migliori conferme possibili della nostra disapprovazione. Così come la sua disapprovazione è sempre una delle migliori conferme possibili della nostra approvazione. Non ci spingeremo fino a dire che se il Letta dichiarasse che la cacca è cattiva noi ci precipiteremmo ad abbuffarcene, questo no... Ma non c’è pericolo: abbiamo fondati motivi per supporre che il Letta la ritenga ottima.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Le intelligentissime idee del Monti contro la crisi? Son tutte di questo tipo...

Le intelligentissime idee del Monti contro la crisi? Son tutte di questo tipo...

 

su Mario Monti e il governo di estrema destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia: La scure di Monti è pronta a calare sulle festività italiane. Il prossimo consiglio dei min istri dovrebbe infatti già esaminare la proposta di quattro ministeri chiave di procedere a numerosi accorpamenti, in modo da aumentare la produttività e permettere una più robusta crescita del Pil. L’idea di aumentare i giorni lavorativi era già stata avanzata anche dal precedente esecutivo (dal Tremonti, vedi qui, n.d.r.), ma non si era mai tradotta in pratica per le resistenze ad accantonare celebrazioni storiche come il Primo maggio, il 25 aprile e il 2 giugno, e per quelle degli operatori turistici che si vedevano privati dei redditizi “ponti”. Ora, con la crisi che morde e il Pil al palo, potrebbe trovare una corsia preferenziale. A rischio, oltre alle tre citate, ci sono anche il 1° novembre e l’8 dicembre. L’ipotesi è quella di far cadere le ricorrenze nella domenica più vicina, e di intervenire anche sulle patronali. (La Repubblica, martedì 17 luglio 2012).

Quanto più si è alla frutta, tanto più difficile diventa nascondere quanto si è stupidi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Ogni sera, il Profumo conta il futuro che è riuscito a rubare ai Bambini e ai Ragazzi italiani. Sa che ormai sta raschiando il fondo del barile, ma non gli importa: per addormentarsi tranquillo, gli basta aver tolto loro ancora qualcosina...

Ogni sera, il Profumo conta il futuro che è riuscito a rubare ai Bambini e ai Ragazzi italiani. Sa che ormai sta raschiando il fondo del barile,

ma non gli importa: per addormentarsi tranquillo, gli basta aver tolto loro ancora qualcosina...

 

su Francesco Profumo, addetto dal Napolitano, dal Monti, dal Pdl, dal Pd e dal Terzo polo alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: Il 12 luglio si è svolto il primo incontro informativo tra MIUR e sindacati della Scuola sul decreto legge 95 del 6 luglio 2012 (spending review). Nel corso dell’incontro i dirigenti del Ministero della Pubblica Istruzione hanno illustrato una serie di provvedimenti che, è nostra opinione, stravolgeranno la qualità del servizio e delle relazioni sindacali e avranno come unico effetto il licenziamento di migliaia di precari, in particolare ATA, e l’inceppamento del funzionamento del sistema scolastico. Ci opporremo con forza a tutti questi provvedimenti tramite la presentazione di emendamenti ad hoc. Metteremo in moto, se necessario, i nostri uffici legali fino ad arrivare alla Corte di Giustizia europea pur di ottenere la cancellazione di norme indegne di un Paese civile. L’informativa del Ministero dell’Istruzione concerne quanto segue: Istituzioni scolastiche nelle regioni Sardegna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia (art. 14 comma 16). L’organico di Dirigenti e Dsga sarà rideterminato, con una diminuzione di circa 40 posti, per la perdita di autonomia di altrettante istituzioni scolastiche che non rientrano tra le minoranze linguistiche. Riduzione comandati presso il MAE, scuole italiane all’estero (art. 14 commi 11 e 12). Il MIUR, in accordo con il MAE, predisporrà a breve un piano di rientro del personale comandato presso il MAE e le scuole italiane all’estero. Transito e utilizzo, in ambito provinciale, nei profili ATA di docenti in particolari condizioni (art. 14 comma 13-15). È in fase di predisposizione un Decreto Ministeriale che regola il transito nei ruoli ATA di circa 4000 docenti inidonei all’insegnamento per motivi di salute, ex assistenti di cattedra transitati dagli EE.LL, ex docenti di pratica professionale. Questi docenti saranno inquadrati nei profili ATA sulla base del loro titolo di studio. Tale inquadramento sarà fatto direttamente dagli UST. Utilizzazione, in ambito provinciale, di circa 10.000 docenti in esubero (art. 14 comma 17-21). I docenti soprannumerari, sulla base del titolo di studio posseduto, saranno utilizzati per la copertura dei posti liberi e per le sostituzioni dei colleghi assenti. Il piano di utilizzo sarà predisposto dagli USR al momento delle operazioni di inizio d’anno. Le nostre valutazioni. Con queste misure si  azzera qualsiasi percorso utile per tutelare la dignità professionale e il diritto alla salute di migliaia di docenti. Essi sono stati tenuti volutamente nel limbo per esclusiva responsabilità del MIUR che non ha mai organizzato corsi di riconversione per utilizzare al meglio queste professionalità. Ad esempio molti ITP, obbligati a questo passaggio, sono in possesso di titoli di studio e abilitazioni che consentono il loro impiego nell’area della docenza. Inoltre, il comma sull’utilizzo dei docenti soprannumerari come “tappabuchi” vuol dare a intendere, in continuità con la logica del decreto Brunetta, che nella scuola esistano migliaia di fannulloni. In realtà le cose stanno diversamente: il contratto nazionale integrativo sulle utilizzazioni prevede da sempre l’utilizzo dei soprannumerari e lo fa con regole più coerenti con i bisogni della Scuola, riservando la massima attenzione alla qualità del servizio da offrire ai cittadini. Chi ha scritto queste norme non conosce la Scuola. Non si spiega diversamente l’illogicità e la perfidia di alcune scelte; il loro impatto sulle operazioni di inizio d’anno e sul funzionamento delle scuole è pernicioso. Da poco abbiamo sottoscritto con il MIUR un accordo che disciplina le modalità di utilizzo di questo personale e non possiamo certo tollerare un simile stravolgimento di regole che danneggia i lavoratori. Inoltre con il ritiro del contingente del personale scolastico (circa il 41%) utilizzato presso le scuole italiane all’estero si apre un processo di forte privatizzazione che investe i corsi di lingua e cultura e ogni altra iniziativa presso le università e le scuole statali, paritarie, straniere e internazionali. In conclusione siamo di fronte a un vero e proprio stravolgimento della qualità del servizio e delle relazioni sindacali che avrà come unico effetto il licenziamento di migliaia di precari, in particolare ATA,  e l’inceppamento del funzionamento del sistema scolastico.

(Comunicato della Flc, Federazione dei Lavoratori della conoscenza aderenti alla Cgil, lunedì 16 luglio 2012).

 

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Per la serie "Commedie all'italiana": il sogno segreto di "Beppe" Grillo su Rosy Bindi.

Per la serie Commedie all’italiana: il sogno segreto di “Beppe” Grillo su Rosy Bindi.

 

Giuseppe “Beppe” Grillo: Rosy Bindi, problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti. (L’Unità, lunedì 16 luglio 2012). Può darsi. Ma il Grillo sta creando a lei e a tutta l’Italia problemi di convivenza con il vero odio.

 

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Per la serie "L'odio berluscista contro i magistrati, malattia senile dello scalfarismo": Eugenio Scalfari e Antonio Ingroia.

Per la serie Lodio berluscista contro i magistrati, malattia senile dello scalfarismo: Eugenio Scalfari e Antonio Ingroia.

 

(su) Eugenio Scalfari (massimo comun divisore della Sinistra italiana e nemico, ora, anche dei magistrati più coraggiosi d’Italia), a proposito delle intercettazioni in cui il Mancino chiede aiuto ad alti funzionari del Quirinale contro i giudici che indagano sulla trattativa Stato-mafia (sulle quali vedi qui) e dell’eventualità che in una di esse sia stato incidentalmente ascoltato Giorgio Napolitano in persona: Due autorevoli giornalisti come Eugenio Scalfari e Emanuele Macaluso hanno accusato la Procura di Palermo di aver commesso gravi illeciti. Gravi e ingiustificate le accuse di Eugenio Scalfari. Lo ha ben chiarito il procuratore capo di Palermo chiarendo ciò che andava chiarito. Ma Macaluso e perfino un giurista, seppur non penalista, come Ainis le hanno ribadite, perciò incorrendo negli stessi errori di diritto, senza tener conto delle ovvie disstinzioni, previste dalla legge e ribadite da un illustre processualpenalista come Franco Cordero, fra intercettazione diretta ed ascolto casuale di persona non sottoposta ad intercettazione (intercettazione indiretta). Altrettanto infondate ed ingenerose le accuse di Macaluso sulle fughe di notizie delle intercettazioni della Procura di Palermo, visto che invece nessuna notizia segreta ne è effettivamente uscita. Infatti, quelle divenute pubbliche sono state solo quelle regolarmente depositate, e sono state depositate solo quelle riconducibili al tema d’indagine, e che quindi possono essere ritenute rilevanti da una delle parti, pm o difese che vogliano provare la non colpevolezza dei propri assistiti. (...) Post scriptum. Essendo stato da sempre lettore (ero ancora liceale quando leggevo le prime annate di Repubblica) ed estimatore di Eugenio Scalfari, non posso nascondere che mi ha fatto male quello che lui ha scritto di me. Ho commesso un errore pensando che i suoi errori giuridici sulla legislazione costituzionale in materia di intercettazioni ed immunità fossero dovuti al fatto che non sapesse di legge. Ho appreso invece di una sua laurea con lode proprio in giurisprudenza. Mi dolgo dell’errore, per altro dettato dal tentativo, fallito, di svelenire la polemica, anche se cambia poco in merito all’infondatezza delle sue convinzioni in materia di legislazione vigente sulle intercettazioni. Scalfari, invece, ha colto l’occasione per avanzare dubbi sulle mie capacità professionali. Questo mi offende perché la mia attività e la mia persona credo meritino un po’ più di rispetto da un giornalista così autorevole. Quel che mi consola è che, con ben altra umiltà, un vero padre della Patria come Paolo Borsellino non mancò mai di riconoscermi quelle qualità professionali che Eugenio Scalfari non mi riconosce. E questo mi aiuta a farmene una ragione... (Antonio Ingroia su L’Unità di lunedì 16 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale del governo di estrema destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia: Non credo ai complotti. Ma nella situazione di incertezza che si vive a livello internazionale, basta un respiro per aggregare convincimenti in quelle mille persone che comprano o vendono titoli... Quando mancano le grandi istituzioni mondiali, questi signori non sono in grado di fare analisi particolarmente lucide. Non è che siano persone di particolare finezza. Riflettono l’ultima chiacchierata fatta in un salotto. (La Repubblica, domenica 15 luglio 2012). Mille persone. Non l’1%, dunque, ma lo 0,0001.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

su Mario Monti e il suo governo di estrema destra (a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia), con particolare riferimento alle estremiste di destra Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni (disumani), e Paola Severino, ministro della (in)Giustizia: Sul Financial Times, citato da Internazionale di venerdì 13 luglio 2012, è apparso un articolo di Guy Dinmore, Il palazzo della vergogna alle porte di Roma, dal quale abbiamo appreso che il Consiglio d’Europa ha criticato l’Italia per come tratta i rifugiati. Scrive Dinmore: “La puzza che arriva dall’unico gabinetto e dall’unica doccia per centinaia di persone impregna i corridoi e i cubicoli senza finestre. Un ragazzo vestito da militare, con lo sguardo perso nel vuoto, è sdraiato su un sacco a pelo. Il suo nome è Asafaw, e soffre di disturbi psichici a causa degli anni passati nell’esercito eritreo. Il palazzo Salaam (pace), com’è chiamato dalle oltre ottocento persone che ci abitano, tutte in fuga da guerre o persecuzioni in Sudan, Etiopia, Eritrea e Somalia, è un edificio abbandonato di otto piani alle porte di Roma che è stato occupato dai Rifugiati. La scorsa settimana il palazzo è stato visitato anche da Nils Muiznieks, commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, che ha criticato il governo italiano per il trattamento riservato ai Rifugiati, ai Migranti detenuti e ai Rom. (...) Alcuni tribunali tedeschi e austriaci hanno sospeso gli ordini di espulsione verso l’Italia a causa del trattamento riservato ai Rifugiati che arrivano sul suolo italiano. (...) Secondo Carlo Stasolla, leader dell’associazione 21 luglio, che si batte per la difesa dei diritti dei Rom, esiste un persistente razzismo istituzionale. Immaginate che uno stato europeo decida di acquistare un pezzo di terra nei dintorni di una città, di recintarlo, di sorvegliarlo con videocamere e vigilantes e metterci dentro un gruppo di persone, come gli Ebrei o i Rom, selezionate unicamente in base alla loro appartenenza etnica...” Ma la notizia peggiore, nell’articolo del Financial Times, è quella che “il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Muiznieks, ha anche criticato il governo Monti perché ha chiesto alla Corte di cassazione di annullare la sentenza del Consiglio di Stato secondo cui il decreto Emergenza nomadi del governo Berlusconi è illegittimo. (Internazionale, venerdì 13 luglio 2012. Titolo de La Repubblica di domenica 15 luglio 2012). Una nota di merito per il governo Monti, bravi: se è vero che in fatto di mazzate ai Lavoratori, ai Pensionati, ai piccoli Imprenditori, ai Malati negli ospedali e ai Bambini e ai Ragazzi nelle scuole è molto peggio del governo Berlusconi, in fatto di razzismo e odio contro i Migranti e i Rom bisogna riconoscere che è soltanto alla pari.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Eredità maledette": quella che il Monti lascerà al Bersani.

Per la serie Eredità maledette: quella che il Monti lascerà al Bersani.

 

Pier Luigi Bersani: I Democratici garantiscono responsabilità nell’era post Monti. Raccoglieremo la sua eredità. (Intervista al Financial Times, organo del sistema finanziario globale, citata da La Repubblica di venerdì 13 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Portatori di morte non metaforici": il Di Paola e la nuova falce F35 che pretende dagli Italiani.Per la serie "Portatori di morte non metaforici": il Di Paola e la nuova falce F35 che pretende dagli Italiani.

Per la serie Portatori di morte non metaforici: il Di Paola e la nuova falce F35 che pretende dagli Italiani.

 

su Mario Monti e il suo governo di estrema destra (a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia), con particolare riferimento all’estremista di destra Giampaolo Di Paola, ministro dell’Offesa (sul quale vedi anche qui e qui): I senatori democratici Francesco Ferrante, Roberto Della Seta, Roberto di Giovan Paolo, Manuela Granaiola, Vincenzo Vita e Silvana Amati hanno preannunciato un emendamento per chiedere che i 12 miliardi stanziati per l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35 siano spostati su iniziative di carattere sociale. Duro anche Felice Belisario, capogruppo dell’Idv: “Soprattutto in questo particolare momento, l’inutile corsa allo shopping degli F35 è un vezzo che proprio non possiamo permetterci”. Vendola ha parlato via Twitter: “Monti non ha coraggio di tagliare la spesa per gli F35 e per la schifezza delle spese per armamenti”. Ma è Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, a fare i conti su tutta la spesa militare italiana, valutata 40 miliardi: “Perché invece degli ospedali il governo non ha deciso di tagliare i programmi per l’acquisto di cacciabombardieri F35 (12 miliardi); di 8 aerei senza pilota (1,3 miliardi); di 100 elicotteri Nh-90 (4 miliardi); di 10 fregate Fremm (5 miliardi); di 2 sommergibili militari (1 miliardo) e il programma per i sistemi digitali dell’esercito che costerà alla fine oltre 16 miliardi di euro? Ognuno di questi aerei da guerra costa più di 120 milioni, la cifra necessaria per costruire e far funzionare 83 asili nido. (La Repubblica, venerdì 13 luglio 2012). Che bravi quei senatori del Pd, vero? E come siamo cattivi noi, invece, che ci ostiniamo ad aspettarci che la cosiddetta spending review (cioè, tradotta, l’ennesima aggressione ai Cittadini italiani e ai loro beni da parte delle forze dell’antiStato impadronitesi dello Stato) ottenga ugualmente la fiducia del Pd, compresa la loro...

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Fascista, carogna, torna nella fogna": il "percorso di guerra" del Monti "per aspera ad stercora" (=pur tra le difficoltà, vi trascinerò nella m...a).

Per la serie Fascista, carogna, torna nella fogna: il percorso di guerra del Monti “per aspera ad stercora” (=pur tra le difficoltà, vi trascinerò nella m...a).

 

(di e su) Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Mario Monti definisce la concertazione “l’origine di tutti i mali (lo stesso giorno che François Hollande annuncia di volerla inserire nella Costituzione francese, n.d.r.) e parla di un “percorso di guerra” che l’Italia deve affrontare anche contro sé stessa. “Ho molto apprezzato l’atteggiamento delle banche italiane”, dice. “Vorrei che vi si ispirassero altre parti sociali i cui associati hanno avuto giovamento dalle politiche del governo”. Cita la riforma del Lavoro. Chiaramente si rivolge (senza guardarlo mai) al presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, che è lì, in prima fila, la mano chiusa a pugno davanti alla bocca. “Le parti sociali devono restare parti, e non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche. Esercizi profondi di concertazione in passato hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro”. I banchieri applaudono. Squinzi no. Stefano Fassina si agita sulla sedia. Il premier continua con la descrizione di quello che chiama “un percorso di guerra”: “Contro i pregiudizi sull’Italia, contro alcune diffuse e un po’ ciniche sottovalutazioni di noi stessi alternate a momenti di superficiale esaltazione, contro gli effetti inerziali di decisioni prese in passato”. “I frutti arriveranno” assicura. Il primo c’è già: “Abbiamo avuto più rapidamente del previsto un cambiamento di opinione europea e mondiale sull’Italia”. E ricorda il G20 di Cannes, “dove il mio predecessore fu sottoposto a una pressione prossima all’umiliazione. Applaude Pietro Ichino: “Applicare il metodo della concertazione significa di fatto attribuire un potere di veto a organizzazioni che rappresentano soltanto un segmento minoritario anche nell’ambito delle categorie che intendono rappresentare... Se vorrei un Monti-bis nel 2013? Alla persona di Monti mi lega un’antica amicizia personale e grande stima. Ma ovviamente non è questo il punto, anche perché dobbiamo purtroppo mettere in conto che Monti venga chiamato a responsabilità più alte di quella attuale a livello nazionale o europeo, alla presidenza della Repubblica o dell’Unione europea. Da tante parti sento fare il suo nome come il presidente ideale dopo Barroso. Il problema è se la sua agenda resta al centro della prossima legislatura o no. Sono convinto che sia necessaria per i prossimi sei anni. La larga maggioranza degli elettori e degli iscritti al Pd è convinta che questa scommessa sia necessaria”. Pollice verso, invece, da Susanna Camusso: “Il presidente non sa quel che dice. L’ultima concertazione avvenne nel 1993 e salvò dalla bancarotta il Paese, anche grazie a una riforma delle pensioni equa. Dopo arrivò un governo di destra che cancellò la concertazione e introdusse leggi sulla precarietà. Prendere lezioni di democrazia da chi è stato cooptato e non si è confrontato con il voto è un po’ imbarazzante. Farlo nella platea degli interessi bancari meriterebbe un’ulteriore riflessione. (La Repubblica, giovedì 12 luglio 2012). Niente da aggiungere alla signora Camusso: perfetta, anche (se non soprattutto) quando chiama governo di destra quello che col famigerato pacchetto Treu “compì un passo decisivo”, sono parole del professor Luciano Gallino, “in direzione della rimercificazione del lavoro”: era un governo Pds-Ppi-Dini-Udeur-Verdi, con l’appoggio esterno di Rifondazione comunista, presieduto da Romano Prodi. Quanto all’Ichino Pietro, che dire? Si tranquillizzi, Ichino Pietro: ci vorranno molto meno di sei anni, al Monti, per finir di distruggere l’Italia (e con essa, forse, per effetto del famoso contagio, anche l’Europa e il mondo) ben più radicalmente di quanto i berluscisti siano mai arrivati a progettare nei loro incubi peggiori.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

A grande richiesta, ecco di nuovo a voi Silvio Berlusconi ne "Il bunga bunga dei morti viventi".

A grande richiesta, ecco di nuovo a voi Silvio Berlusconi ne Il bunga bunga dei morti viventi.

 

(di e su) Silvio Berlusconi: “C’è un gran movimento di sostegno alla ricandidatura del presidente Berlusconi”, ha annunciato Angelino Alfano, “e credo che alla fine lui deciderà di scendere in campo. Io sarò al suo fianco. In tanti stanno chiedendo a Silvio di tornare: tanti cittadini e tanti del Pidièlle, e io sono tra questi. Del resto, per chi come lui ha governato in anni così complessi, ha ceduto il passo a un nuovo governo tecnico senza mai essere stato battuto in aula e senza aver perso le elezioni, credo sia giusto e legittimo chiedere un giudizio al popolo italiano sulla storia di questi anni e su una nuova chance di governo”. (La Repubblica, giovedì 12 luglio 2012). Sarebbe l’ultimo “successo” del napolitano-montismo: precipitare milioni di Italiani in un tale abisso di disperazione suicida, da indurli a riconsegnarsi all’insensatezza berluscista. Ma non è detto che vada così: tra la “brace” del Monti e la “padella” del Berlusconi, chissà che il Paese non scelga una buona volta di far saltare in aria il forno intero, con tutte le padelle e tutta la brace.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Quelli a cui piacciono i Mostri e vogliono che piacciano anche a Noi": il governo Monti con un suo fan, il veltro-ichiniano Giorgio Tonini.

Per la serie Quelli a cui piacciono i Mostri e vogliono che piacciano anche a Noi: il governo Monti con un suo fan, il veltro-ichiniano Giorgio Tonini.

 

Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Escludo di considerare una esperienza di governo che vada oltre la scadenza delle prossime elezioni, dice (La Repubblica, mercoledì 11 luglio 2012). Ma poiché ciò che pensa è l’opposto (come lo stile ampolloso e contorto rivela), sùbito minacciosamente aggiunge: Naturalmente sono e resterò senatore a vita. Dopo di che, dispiega il solito ricatto: Nel novembre scorso gli occhi erano concentrati su quello che questo governo sarebbe riuscito a fare o no. A gennaio sarà quasi irrilevante quello che questo governo riuscirà a fare e sara dominante l’altra cosa. Traduzione: dopo di me, il diluvio, il default, la rovina. Anzi: se non vi acconciate fin d’ora a farmi presidente del Consiglio a vita, comincerà a diluviare molto prima. Anche domani, magari. Il nuovo unto del Signore, non meno fallito del precedente (dal novembre scorso a oggi il governo non è riuscito a fare che danni: lo spread è sempre alle stelle, stiamo tutti peggio, il sangue dei Lavoratori, dei Pensionati, dei piccoli Imprenditori è stato versato invano, rispetto al 2011 è più soddisfatta solo la Merkel, che ha invaso e conquistato l’Italia), il nuovo unto del Signore ― diverso dal Berlusconi soltanto in ciò: che la sua disumanità lo rende più determinato del predecessore nei Sacrifici Umani, meno soggetto alle distrazioni postribolari o agli sberleffi da miles gloriosusil nuovo unto del Signore, benché stia portando il Paese alla catastrofe proprio come l’altro ma con cattiveria perfino maggiore, si permette di minacciare al Paese la catastrofe se il Paese oserà liberarsi di lui. Nemico della Democrazia, della Libertà e dei Diritti Umani, pieno di sé in modo così poco sobrio da credersi un Salvatore mentre colleziona errori su errori, il Monti va cercando appoggi in Italia e in Europa alla sua intenzione (al limite dell’alto tradimento) di far delle prossime elezioni una farsa che lo confermi al potere o magari di rimandarle sine die: La Germania, si sa, condivide la preoccupazione dei mercati sul dopo-Monti e sulla credibilità del sistema politico italiano. Per questo motivo avrebbe voluto che Roma, prima delle prossime elezioni, assumesse qualche tipo di impegno vincolante che obblighi il Paese a mantenersi sulla via del rigore e del risanamento imboccata da questo governo, indipendentemente da quale sarà il risultato del voto di primavera, (La Repubblica, mercoledì 11 luglio 2012). È ancora libero il Paese il cui governo, in combutta con una Potenza straniera, annuncia esplicitamente che è alla ricerca del modo di impedire che le elezioni pongano fine ai suoi fallimenti? L’ultimo dei quali (dopo la cosiddetta riforma” delle pensioni che ha annullato centinaia di migliaia di “esodati”, dopo la cosiddetta “riforma” del lavoro che, per la prima volta nella Storia d’Italia, è riuscita a unire contro di essa i Lavoratori e gli Imprenditori, dopo aver lasciato lo spread così com’era un anno fa, dopo aver portato la disoccupazione ai massimi storici, dopo aver costretto metà degli Italiani a risparmiare perfino sull’alimentazione dei Figli e dopo aver inflitto alla Scuola, alla Sanità e agli Enti locali nuovi tagli rovinosi) è il “buco” colossale che i napolitano-montisti son riusciti a creare nel bilancio dell’Inps che prima era in ordine: Più che una super-Inps, qui c’è un super-buco di quasi 6 miliardi di euro. Traghettato per intero dall’Inpdap al momento della fusione, insieme all’Empals, con il più grande Istituto di previdenza italiano. Un accorpamento deciso dal Salva-Italia di dicembre (e si vede come l’ha salvata, l’Italia, n.d.r.), la prima manovra del governo Monti, quella che conteneva la riforma Fornero delle pensioni. Pensioni che ora potrebbero essere a rischio (La Repubblica, mercoledì 11 luglio 2012). Eccoli i “grandiosi successi” del governo Monti. E per dargli modo di collezionarne altri dovremmo sospendere definitivamente la Democrazia e la Libertà? Farlo duce finché campa? O finché non finisce a piazzale Loreto? Solo il Partito democratico può fermare la resistibile ascesa di questo mostro che anche il Partito democratico, purtroppo, ha contribuito (o si è vilmente sottomesso) a creare. Ma il Partito democratico, ahinoi, è ostaggio di un manipolo di cattofascisti e naziliberisti. Come il veltro-ichiniano Giorgio Tonini (lindividuo che nel settembre 2009 dichiarò che di fronte alla mozione Bersani e ad alcuni suoi sostenitori andava sollevata una grande questione democratica e civile; che nel novembre 2009 insinuò che ripresentare il lodo Alfano sotto forma di legge costituzionale era un’idea che andava valutata; e che nel settembre 2010 sostenne che con Bersani il Pd ha perso tutta la sua autorevolezza), quel Tonini che a L’Unità di oggi dichiara: Diciamo che il Pd sostiene il governo Monti nei fatti e un po’ meno nelle parole: come se avessimo un certo imbarazzo a dire quello che stiamo facendo fino in fondo, a dire che l’agenda del governo è la nostra agenda... Certe critiche, come quelle di Fassina e Orfini (e non solo loro)... E L’Unità, con quella copertina che associava un intervento di Monti a un manifesto di epoca fascista: l’ho trovata di pessimo gusto... E qualche giorno fa titolava: Fornero, ministro incostituzionale”. Mentre lei non aveva detto che il lavoro non è un diritto, il suo testo era molto più complesso: non si può aspettare che qualcuno garantisca il tuo diritto... Noi dobbiamo essere i primi a candidarci a proseguire l’opera iniziata da Monti anche durante la prossima legislatura... Appoggiare convintamente l’esecutivo e anzi incalzarlo affinché sia ancora più riformista, affondando il bisturi nel Paese perché così com’è non va bene. L’Italia spende troppo per il passato (ma sì, ammazziamoli tutti i Vecchi, brutto nazista di m....!, n.d.r.) e sacrifica il futuro. (L’Unità, mercoledì 11 luglio 2012). È ora di finirla con questa gente: non è più possibile, dinanzi a una catastrofe incombente, che nello stesso partito convivano individui come il Tonini e persone come Pietro Folena, Sergio Gentili e Carlo Ghezzi, che su L’Unità di oggi, a poche pagine dallo sproloquio del veltro-ichiniano, scrivono: Le ultime settimane si sono incaricate di spiegare a chi non l’avesse ancora capito, e dalle parti del governo sono in molti, quanto sia profonda la crisi che si è aperta in Occidente e nel mondo. È una crisi del capitalismo finanziario, a cui fa a malapena il solletico quell’insieme di misure e di terapie, tutte fondate su un rigorismo ottuso e antisociale, che le destre europee (e anche certe finte sinistre europee, aggiungiamo noi, n.d.r.) hanno imposto a molti Stati passando sopra alla sovranità popolare e ad una storia pluridecennale di conquiste, che va sotto il nome di modello sociale europeo. Lo spread tra i Bpt italiani e i Bund tedeschi è poco sotto i 500, come nel periodo peggiore dell’ultimo Berlusconi. Sono stati bruciati i sacrifici fatti e pagati solo dai redditi medio-bassi, dal lavoro dipendente, dai ceti medi, dai pensionati, dal lavoro, dal Mezzogiorno e dalle famiglie con l’Imu. Come nel gioco dell’oca, siamo tornati alla casella di partenza (L’Unità, mercoledì 11 luglio 2012). E noi dovremmo tenerci i napolitano-montisti anche dopo il 2013 per continuare questo schifo? Anzi: permetter loro di finir di distruggere la Democrazia e la Libertà d’Italia per continuare questo schifo? Concludiamo con le parole del professor Fabrizio Pezzani (economista, 64 anni, docente alla Bocconi, del quale vedi qui un breve curriculum vitae e qui uno scritto intitolato Riportare l’uomo al centro dell’economia) che La Repubblica di oggi, forse per sbaglio, ha intervistato insieme alla solita accozzaglia di adoratori del sistema finanziario globale: Può accadere di tutto per il semplice motivo che i mercati hanno perso qualsiasi razionalità. Sono governati dalle forze della finanza, che è per definizione illimitata come dotazioni, e non da quelle dell’economia reale che deve vedersela con risorse circoscritte. Chi lavora nella finanza ha una mentalità diversa, è ipersuscettibile a qualsiasi voce, anche la più improbabile, per non dire della mancanza di etica. Quindi, qualsiasi decisione sia stata presa al vertice di Bruxelles, è del tutto ininfluente. Proprio per questo, è pericolosissimo mettere la Bce e l’Esm nella posizione di combattere con munizioni limitate. Abbiamo di fronte una finanza potente e arrogante con una massa di derivati pari al Pil mondiale degli ultimi 18 anni e colossi spregiudicati... (La Repubblica, mercoledì 11 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Stregoni antiUmani": il Napolitano tiene ferma l'Italia mentre il Monti le strappa il cuore.

Per la serie Stregoni antiUmani: il Napolitano tiene ferma l’Italia mentre il Monti le strappa il cuore.

 

su Mario Monti e il suo governo di stregoni estremisti di destra, a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia: Monti ha confessato due giorni fa di temere molto il mese di agosto, quando la speculazione si è mostrata storicamente più accanita. Per questo Monti ha cercato di trasmettere agli interlocutori il senso di un’urgenza. Si andrà probabilmente a un Consiglio europeo straordinario il 25 luglio, oltre a un nuovo eurogruppo il 20 luglio. Due nuove tappe negoziali dove finalmente l’Italia conta di strappare qualcosa di più concreto. E in quell’occasione il premier italiano intende presentarsi con un’altra offerta sacrificale per placare la divinità dello spread. Ma guarda... Non son passate ventiquattr’ore da quando abbiamo qui descritto la pazzia religiosa (dei napolitano-montisti) di credere che solo i Sacrifici Umani possano placare il Dio che la madornale ignoranza e la rozza superstizione (dei napolitano-montisti) delirano di vedere nel meccanismo automatizzato del sistema finanziario globale, ed ecco che anche La Repubblica si accorge che gli “dei” di nome Crisi, Mercati, Spread, e via delirando, per i napolitano-montisti esistono davvero. Solo che in noi di ScuolAnticoli la scoperta che l’Italia è governata da superstiziosi sacrificatori umani suscita orrore e disgusto, mentre La Repubblica serenamente approva sia la nuova offerta sacrificale, sia tutte le altre che immancabilmente la seguiranno: Monti si appresta infatti a chiedere ai segretari della maggioranza strana di fare di tutto perché il decreto sullo spending review sia approvato almeno dal Senato in tempo per il nuovo summit Ue (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Coincidenza dopo coincidenza, anche Luigi Cancrini, nella sua posta su L’Unità, fa una considerazione analoga (ma, a differenza de La Repubblica, per disapprovarla): Ho pensato, con poco rispetto forse verso gli scienziati dell’economia, che si comportano, loro (e i politici e i tecnici), di fronte ai mercati, come si comportavano un tempo i contadini di fronte alla pioggia che non arrivava o alla grandine che rovinava i raccolti: facendo sacrifici al Dio della pioggia e/o della grandine con la stessa sfiducia spaventata con cui si fanno sacrifici, oggi, ai “mercati”. (...) Cosa è oggi davvero l’economista: il mago della pioggia o uno scienziato in possesso di modelli che gli consentono di prevedere (oltre che di analizzare dopo) quello che accadrà? (L’Unità, martedì 10 luglio 2012). Meno male che non tendiamo a montarci la testa, o potremmo pensare che a La Repubblica e a L’Unità, prima di scrivere, leggano ScuolAnticoli!... Dice qualcosa del genere anche la ministra delle Finanze finlandese, tal Jutta Urpilainen: La Finlandia è pienamente impegnata per l’euro. La crisi in Europa è molto preoccupante, e naturalmente tutti vogliono che i tassi d’interesse calino, soprattutto nell’Europa del Sud. Ma uno dei compiti di un governo è prepararsi per diversi scenari, perché la situazione è così incerta che nessuno sa che cosa succederà domani (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Nessuno sa cosa succederà domani?! La Urpilainen dunque ammette, tranquilla come una pozzanghera in via di prosciugamento, che siamo vittime di sacrifici umani di massa... “basati” su un’ignoranza assoluta della realtà che le destre e le finte sinistre europee delirano di modificare con essi? Ebbene sì: siamo nelle grinfie di una manica di (apprendisti) stregoni pazzi e cattivi (niente a che vedere con gli sciamani delle culture animiste, che erano tipi per bene), così pazzi e così cattivi da pretendere la nostra fede e sottomissione pur mentre ammettono di non saper fare altro (una volta esaurite le danze della pioggia e gli esorcismi) che immolarci sui loro altari e altarini. E la chiamano speranza, la superstiziosa reverenza che esigono da noi: la speranza che il governo Monti (e chi verrà dopo di lui, uno spauracchio che tiene con il fiato sospeso i mercati e pesa molto sullo spread) riesca nel frattempo a completare le riforme in grado di ridare credibilità finanziaria al Paese (Ettore Livini, La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Speranza... che gli stregoni pazzi e cattivi continuino a sacrificarci finché di Noi, delle nostre Vite, dei nostri Figli, rimarrà più nulla? Sì, loro la chiamano così. E in questa macabra speranza son particolarmente versati i napolitano-montisti del Partito democratico: La politica non può permettersi di tornare alle elezioni con il Porcellum. Perderebbe la faccia e qualsiasi credibilità. Meglio cercare una soluzione anziché alzare bandiera bianca”, dice Enrico Letta. “Perché c’è una sola certezza: con il Porcellum, Monti verrebbe tagliato fuori”, dice terrorizzato Paolo Gentiloni. Il Pd non vuole Monti a palazzo Chigi nel 2013. Ma vuole sicuramente l’agenda Monti anche per il futuro”, spiega Letta. “Continuità è la parola d’ordine. Nessuna retromarcia sulle riforme del lavoro e delle pensioni. E sulla spending review”, precisa Gentiloni. Linea condivisa da Veltroni e D’Alema. (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Cancellare il Porcellum in nome della democrazia? Sarebbe bello, ma la verità (come al solito, con questa gente) è tutt’altra: cancellare il Porcellum per sostituirlo con una legge elettorale che blindi il napolitano-montismo e i sacrifici umani per i secoli dei secoli, ecco perché. Ma ce l’ha ordinato il dottore? Peggio: è un ordine del capo degli stregoni in persona: La lettera-ultimatum arriva sulle scrivanie dei presidenti delle Camere mentre Giorgio Napolitano sta ormai per lasciare Roma per Lubiana. La nuova legge elettorale, avverte il capo dello Stato, “è ormai opportuna e non più rinviabile”. Sollecitando, di fronte alla melina e al gioco di veti che rischiano di insabbiare la riforma, di procedere rimettendo “alla volontà maggioritaria delle Camere la decisione sui punti che non risultassero oggetto di più larga intesa preventiva” (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Ecco perché lo Squinzi presidente della Confindustria, dopo aver osato affiancarsi alla signora Susanna Camusso nell’accusare il governo di far solo macelleria sociale (che è come dire, appunto, sacrifici umani), in men che non si dica ci ha già ripensato: Le mie parole su Monti sono state decontestualizzate dal discorso generale e strumentalizzate, squittisce (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Sì, poverino: è davvero difficile ribellarsi ai sacrifici umani e ai loro orrendi stregoni, se non si dispone di alcuna certezza sull’Essere Umano e su quel che a un Essere Umano assolutamente non si può fare e nemmeno pensare di fare. Non fa eccezione, altro poverino, neanche Pier Luigi cuor di leone Bersani: Oggi abbiamo il governo dei competenti, si sdilinquisce. È un pazzo chi pensa che dopo arriverà il governo degli incompetenti, magari fatto col Cencelli (La Repubblica, martedì 10 luglio 2012). Crede competenti, il poverino, gli stregoni pazzi e cattivi che altro non sanno che danze della pioggia, esorcisimi e sacrifici umani: ecco perché fanno, anche di lui e dei suoi, quel che loro pare e piace.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Siamo sicuri di sapere tutto sull'attentato di Brindisi? (Da Informare per resistere, lunedì 9 luglio 2012).

Sappiamo tutto sull’attentato di Brindisi (sul quale vedi anche qui e qui)? (Da Informare per resistere, lunedì 9 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Ira funesta del Monti, dei suoi sgherri nell’industria di Stato e de La Repubblica contro il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, “colpevole” di essersi trovato d’accordo con la signora Susanna Camusso nel parlare di macelleria sociale a proposito dell’operato del governo napolitano-montista. Al punto che su La Repubblica di oggi, lunedì 9 luglio 2012, per la serie Colpirne uno per educarne cento, il Boeri Tito, noto finto sinistro in servizio propagandistico permanente effettivo, sotto

un titolo di una sola parola, un enorme IRRESPONSABILI nero, cerca di intimidire il povero signor Squinzi con parole così dure, che un’esplicita accusa di tradimento sarebbe stata forse meno violenta e senz’altro più onesta. Giustamente L’Unità evoca lo slogan mussoliniano: “Taci, il nemico ti ascolta”. Il Monti e i napolitano-montisti credono forse di poter stabilire chi può parlare e chi no, cosa si può dire e cosa no? Son già così sicuri che gli Italiani non siano ancora in tempo a far polpette (metaforicamente, per carità) delle loro velleità dittatoriali e di loro stessi? Facciano molta, molta, molta attenzione: l’Italia, con qualche pausa, è in guerra civile per la Libertà da più di duecento anni. Facciano attenzione e si curino, se ne son capaci: cerchino, anche per il loro bene, di recuperare quel po’ d’immaginazione, di identità e d’intelligenza senza le quali, contro la crisi, continueranno a prendere ridicole decisioni” scaramantiche paragonabili a danze della pioggia o a esorcismi. Quel po’ d’immaginazione, di identità e d’intelligenza senza le quali continueranno, religiosamente e superstiziosamente, a credere che Crisi, mercati e spread siano i nomi di divinità malvagie onniscienti, onnipresenti, onnipotenti, dinanzi alle quali Noi Umani dobbiamo esser messi a tacere e magari costretti a inginocchiarci tremanti. Quel po’ d’immaginazione, d’identità e d’intelligenza, o napolitano-montisti, senza le quali sprofonderete del tutto nella pazzia religiosa che la vostra sobrietà (cioè il vostro autocontrollo razionale anaffettivo) finora nascondeva anche a voi stessi: la pazzia religiosa di credere che solo i Sacrifici Umani possano placare il Dio che la vostra madornale ignoranza e rozza superstizione delirano di vedere nel meccanismo automatizzato del sistema finanziario globale. Meccanismo che invece è così poco divino, che a fabbricarlo e metterlo in moto son bastati l’odio antiUmano e l’idiozia della vostra deregulation degli ultimi trent’anni. Ragion per cui siete voi, adesso, naziliberisti italici ed esteri, che potete e dovete arrestarlo. O ne saremo tutti schiacciati, Noi e voi.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "La Verità esiste, e a ben guardare... la si vede benissimo": il vero volto di Mario Monti è sempre più evidente. Anche a quelli che lo hanno creato.

Per la serie La Verità esiste, e a ben guardare... la si vede benissimo: il vero volto di Mario Monti è sempre più evidente. Anche a quelli che lo hanno creato.

 

Mario Monti (estremista di destra a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia): Sì, ho letto della Confindustria... A fine marzo la Marcegaglia aveva detto alla stampa internazionale che la riforma del lavoro è pessima. Il 19 giugno, Squinzi ha definito quella riforma, cito, “una vera boiata”. Ieri il medesimo Squinzi si è associato ai commenti di un leader sindacale nel sottolineare i rischi di macelleria sociale e ha dato un voto al governo. Poi ha dichiarato che gli sembra pericoloso che l’Italia si avvii a realizzare il pareggio di bilancio nei tempi che il precedente governo aveva già fissato... Io avevo capito che le forze produttive migliori dell’Italia obiettassero a manovre fatte di sole tasse, che fossero d’accordo di incidere sulla spesa pubblica. Evidentemente avevo capito male... Dichiarazioni di questo tipo da parte di figure istituzionali e personaggi ritenuti responsabili hanno effetti molto negativi sui mercati e sulle valutazioni delle organizzazioni internazionali. Suggerirei di fare più attenzione non tanto per il governo, che evidentemente non lo merita, ma per le imprese... Sto facendo delle cose che non hanno precedenti e vengo giudicato insufficiente: è inaccettabile... Senza contare le dichiarazioni inappropriate di questa o quella autorità politica di certi Paesi nordici che avevano l’obiettivo, o comunque hanno avuto l’effetto, di sminuire la credibilità di quello che il Consiglio europeo ha deciso all’unanimità... E forse, nel caso dell’Italia, c’è anche un po’ d’incertezza su quello che succederà nella politica dopo le elezioni del 2013. Spero che l’Italia riesca a dimostrare presto con le riforme istituzionali che il ritorno a un normale processo elettorale sarà pienamente compatibile con la continuità delle politiche che l’Europa sta apprezzando. (La Repubblica, lunedì 9 luglio 2012). Traduzione: Guai a chi osa criticarmi! Guai a chi osa mettermi i bastoni tra le ruote! Qui comando io, e comando bene. Si sbrighino i partiti a blindare il mio potere per adesso e per sempre. Il Napolitano, il Draghi, il Pidì, il Pidièlle e il Terzo polo hanno creato un mostro, è sempre più evidente. Un mostro che giorno dopo giorno si fa più feroce. E che giorno dopo giorno par sempre più sicuro che non lo si possa più fermare.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, con la signora Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.

Il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, con la signora Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.

 

su Mario Monti e il suo governo di estremisti di destra, a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia: Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria, parla alla festa della Cgil di Serravalle Pistoiese, nel suo primo faccia a faccia pubblico con Susanna Camusso. Dà un voto “tra il cinque e il sei” al governo, dal quale, ammette “mi sarei aspettato di più”, rilancia la concertazione, avverte che la spending review non può assolutamente tradursi in un’operazione di “macelleria sociale”, spiega che non si può uscire dalla recessione solo con il rigore che comprime la domanda mentre servono gli investimenti, soprattutto in ricerca, per far ripartire lo sviluppo. E a sorpresa (nessun suo predecessore l’aveva mai fatto) dice che “se per salvare il Paese, in una situazione di emergenza, dovesse servire la patrimoniale, facciamola pure! Purché non riguardi il patrimonio delle aziende, ma quello delle persone. Mi sono sempre dato una regola, guidando il mio gruppo: azienda ricca e famiglia povera”. (La Repubblica, domenica 6 luglio 2012). Rendiamoci conto: quanto dev’essere di destra, un governo, per far parlare così perfino il capo dei padroni?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Ecco di cosa è capaci la pazzia dei politici che credono che il Mercato sia dio.

Ecco di cosa è capace la pazzia dei politici che credono che il Mercato sia dio.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Ecco a cosa servono i Sacrifici Umani detti spending review “ad invarianza di spesa per i cittadini”:

a peggiorare la crisi. E dunque, per la gentaglia che ci governa, a preparare altri Sacrifici Umani.

Ecco a cosa servono i Sacrifici Umani detti "spending review ad invarianza di spesa per i cittadini": a peggiorare la crisi. E dunque, per la gentaglia che ci governa, a preparare altri Sacrifici Umani.

Come previsto, le grandi decisioni del summit di Bruxelles contro la crisi (e con esse la grande vittoria del Monti sulla Merkel) non erano solo frottole: erano frottole così stupide, così insensate, che l’idea di fermare una valanga ipnotizzandola lo sarebbe meno. Ma per quanto insensate fossero, il Napolitano, il Monti e il loro governo di naziliberisti (sostenuto dal Pidièlle, dal Pidì e dal Terzo polo) le hanno rese ancora più insensate decidendo, sùbito dopo, nuovi Sacrifici Umani: inginocchiandosi, cioè, davanti alla valanga (si son lasciati rubare il cervello dai preti fin da bambini: come potrebbero non essere superstiziosi?) e offrendole altre Vite di Cittadini italiani per indurla a fermarsi. Stupidità? Ma no, via, non ci permetteremmo mai di dar degli stupidi a lor signori e professori: più che stupidità è malvagità, più che insensatezza è pazzia pericolosa di credere di poter salvare la pellaccia ammazzando Noi. (La crede stupidità, invece, o diplomaticamente finge di crederla tale, il neopresidente socialista della Repubblica francese, François Hollande: Accumulare misure di austerità non fa ripartire l’economia. Monti ha ridotto il numero dei dipendenti pubblici, ha elevato l’età pensionabile, eppure i tassi d’interesse son sempre al 6-7%). (La Repubblica, sabato 7 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "La strategia della coazione (a ripetere)": Gianni De Gennaro.

Per la serie La strategia della coazione (a ripetere): Gianni De Gennaro.

 

su Mario Monti (estremista di destra ― sul quale, a proposito di barbe finte, vedi anche qui ― a cui il Napolitano, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato lItalia) e Gianni De Gennaro (signora guardia sulla quale vedi anche qui, qui, qui, qui, qui e qui): In 11 anni, Claudio Scajola, in quei giorni dell’estate 2001 ministro degli Interni, non ha mai ritenuto opportuno dover chiarire o riferire quali indicazioni politiche aveva fornito al capo della Polizia Gianni De Gennaro. Quali comunicazioni ebbe con lui la notte della Diaz e nei giorni successivi. Perché non ne chiese le dimissioni o perché non gli furono mai offerte. Né è stato mai di alcun aiuto lo stesso De Gennaro, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e già capo del Dis, il vertice della nostra intelligence. In quel luglio del 2001, intervistato da Enrico Mentana, all’epoca direttore del Tg5, dice: “La Diaz era una semplice operazione di identificazione che si è trasfromata in un’azione di ordine pubblico perché gli agenti sono stati attaccati. Se ci sono stati eccessi da parte di singoli saranno verificati. Comunque non ci sono stati errori di valutazione o di comportamento collettivi”. Nelle parole del capo della Polizia non c’è una sola circostanza vera, o anche soltanto verosimile, come il processo ha accertato. Ma, da sùbito, le sue parole definiscono il perimetro entro cui, per anni, l’intera catena di comando di quella notte comincia il suo lavoro di ostruzione alla ricerca della verità. (...) Sulla notte della Diaz, negli apparati si consuma una resa dei conti che l’autorità politica finge di non vedere o che, se vede, ignora. Tra il luglio del 2001 e il maggio del 2010 si succedono al Viminale quattro ministri degli Interni: Claudio Scajola, Giuseppe Pisanu, Giuliano Amato, Roberto Maroni. Non uno di loro risulta abbia imposto o anche solo sollecitato che la Polizia consegnasse alla magistratura genovese l’identità dei 400 poliziotti che fecero irruzione in quella scuola e che, ancora oggi, restano incredibilmente degli incappucciati. (Carlo Bonini, La Repubblica, sabato 7 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Abbiamo creato un mostro e non riusciamo più a fermarlo": il Veltroni e il governo Monti.

Per la serie Abbiamo creato un mostro e non riusciamo più a fermarlo: il Veltroni e il governo Monti.

 

Walter Veltroni: Al governo, che si appresta, solo nell’interesse del Paese, a nuovi tagli, dico, pensate agli ultimi. Pensate ai ragazzi che non trovano lavoro, ai cinquantenni che lo perdono, ai piccoli imprenditori che stanno decidendo se chiudere l’impresa di famiglia. So che il tempo che ci è dato di vivere è il più difficile del dopoguerra. E so anche che forse dovremo rivedere in Occidente standard che si sono ininterrottamente espansi per decenni. Ma rinunci per primo chi ha. Non chi sta al confine con la sopravvivenza, non chi deve costruire il Paese del futuro, non chi rischia con il proprio lavoror o con il proprio talento. Tagliate sprechi e privilegi, ovunque li troviate. Abolite carrozzoni e snellite le istituzioni, senza esitazioni. Ma salvate e migliorate lo Stato sociale, salvate la più grande conquista del secolo scorso. Potenziate la scuola, l’università, la ricerca, la cultura, l’ambiente. (L’Unità, venerdì 6 luglio 2012). Traduzione A (per gli ingenuotti che vogliono comunque immaginare il Veltroni sincero): Abbiamo creato un mostro e non riusciamo più a fermarlo. Io ci provo, nell’unico modo che conosco: inginocchiandomi, strisciando e supplicando. Traduzione B (per i cinici che vogliono comunque immaginare il Veltroni un furbastro ipocrita): Ma guarda che mi tocca scrivere, per fàr credere a gli imbecilli che ci votano che noi dirigenti del Pd siamo diversi dal governo a cui diamo ogni giorno la fiducia.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I Botoli di Pavlov": Profumo Francesco, il ministro che salivava come un cane per le cosiddette "scuole" private.

Per la serie I botoli di Pavlov: Profumo Francesco, il ministro che salivava come un cane per le cosiddette scuole private.

 

Francesco Profumo, addetto dal Napolitano, dal Monti, dal Pdl, dal Pd e dal Terzo polo alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: Come il noto cane dello scienziato russo Ivan Pavlov aveva una forte salivazione da acquolina in bocca anche in assenza del cibo se semplicemente veniva fatto suonare il campanellino che per mesi aveva accompagnato la pappa, così è bastata l’identità della cifra proposta per il taglio al fondo di funzionamento ordinario delle Università (200 milioni) con quella postata in bilancio (come ogni anno, prima dell’estate) a completamento della dotazione ordinaria per le scuole paritarie, oltre che la coincidenza temporale, a far scattare in prestigiosi commentatori un vivacissimo riflesso condizionato: si toglie all’università pubblica per dare alla scuola privata. (L’Unità, venerdì 6 luglio 2012). Siamo grati al Profumo per averci liberato da ogni residuo senso di colpa per averlo talvolta raffigurato come un somaro, una iena, una puzzola e un serpente velenoso: uno come lui, che dà dei cani (infedeli?) agli avversari, evidentemente predilige questo stile polemico.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Non è facile restare umani": Elsa Fornero.

Per la serie Non è facile restare umani: Elsa Fornero.

 

(su) Elsa Fornero (estremista di destra a cui il Napolitano, il Monti, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato i Lavoratori italiani): Caro Serra, anche lei avrà in famiglia una compagna, una moglie, una sorella, che si è vista scippare anni di vita dalla controriforma delle pensioni. Di queste donne nessuno parla. Hanno deciso di rinunciare alla carriera per dedicarsi ai figli, o alla famiglia. Per la comunità, un impagabile servizio, che avrebbe dovuto essere ripagato con una pensione, mediamente bassa, visto il limitato periodo di contribuzione. Ma dovuta. Invece, niente. In pensione quelle donne ci andranno cinque, sei, sette anni dopo. Anni che passeranno senza retribuzione. (Lettera di Stefano a Michele Serra, Il Venerdì di Repubblica, 6 luglio 2012). Senza commento, scrive Michele Serra. Noi invece un commento lo abbiamo, ed è che individui (minuscoli) come la Fornero hanno qualcosa in comune con le (maiuscole) Donne di cui parla Stefano: entrambe dimostrano (ma in maniere opposte) che nei sistemi di dominio fondati sulla violenza maschile reciproca non c’è posto per le Donne: le Donne ne escono appena possono, o ne sono espulse; quelle che vi restano (a fare e/o subire violenza al pari dei peggiori tra gli uomini) sono (o ben presto diventano) individui che della Donna hanno più niente.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "I dilettanti ammazzano, i professionisti fanno ammazzare gli altri": il Lombard con il Marchionne e il Monti, due che non sono ancora al suo livello ma lo raggiungeranno presto. Per la serie "I dilettanti ammazzano, i professionisti fanno ammazzare gli altri": il Lombard con il Marchionne e il Monti, due che non sono ancora al suo livello ma lo raggiungeranno presto. Per la serie "I dilettanti ammazzano, i professionisti fanno ammazzare gli altri": il Lombard con il Marchionne e il Monti, due che non sono ancora al suo livello ma lo raggiungeranno presto.

Per la serie I dilettanti ammazzano, i professionisti fanno ammazzare gli altri: il Lombard

con il Marchionne e il Monti, due che non sono ancora al suo livello ma lo raggiungeranno presto.

 

(su) Didier Lombard (ex amministratore delegato della France Télécom e rappresentante fra i più quotati della categoria dei gerarchi neonazisti aziendali): Mobbing: è l’accusa formulata contro Didier Lombard, ex amministratore delegato della France Télécom, i suoi due principali collaboratori e probabilmente contro la stessa società. Ma non si tratta di mobbing banale, bensì di un’azione che ha spinto al suicidio almeno quindici dipendenti dell’azienda. I magistrati che indagano sulla quarantina di suicidi che hanno scosso l’operatore storico delle telecomunicazioni francesi hanno fatto un salto giuridico inedito, individuando nei vertici dellvazienda, nei loro metodi di lavoro, nei loro piani di ristrutturazione i responsabili di alcuni suicidi. Un caso senza precedenti in Francia e probabilmente in Europa. Il caso della France Télécom aveva suscitato scalpore e cistretto Lombard (che aveva addirittura parlato di una moda dei suicidi) ad abbandonare l’incarico. Ma dimostrare che un suicidio è legato a una sofferenza professionale, che si tratta della conseguenza di una politica aziendale, è molto difficile. La magistratura, del resto, ha aspettato molto prima di agire. Ma a convincere i giudici ad andare avanti è stato il rapporto di un ispettore del lavoro. Indagando su quaranta suicidi, ne ha individuati quindici che possono essere legati alla politica aziendale. Secondo il suo rapporto, Lombard e i suoi due collaboratori “hanno messo in pericolo la vita altrui organizzando il lavoro in modo tale da danneggiare gravemente la salute dei lavoratori”, e “attuando metodi di gestione che caratterizzano il mobbing. (La Repubblica, venerdì 6 luglio 2012). Chissà perché da qualche settimana in Italia non si suicida più nessuno. O si son messi d’accordo per non farcelo più sapere?

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "E invecchiando sono addirittura peggiorati": il Napolitano (a sinistra, da Informare per resistere) e lo Scalfari (a destra, da Segnalazioni). Per la serie "E invecchiando sono addirittura peggiorati": il Napolitano (a sinistra, da Informare per resistere) e lo Scalfari (a destra, da Segnalazioni).

Per la serie E invecchiando sono addirittura peggiorati: il Napolitano (a sinistra, da Informare per resistere) e lo Scalfari (a destra, da Segnalazioni).

Giovedì 5 luglio 2012, La Repubblica squilla: incontro tra il Napolitano e lo Scalfari, quanti ricordi!

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Non lamentiamoci se non mandano leoni ma iene, potrebbero mandare ratti": il Profumo Francesco mentre cerca dove tagliare.

Per la serie Non lamentiamoci se non mandano leoni ma iene, potrebbero mandare ratti: il Profumo Francesco mentre cerca dove tagliare.

 

(su) Francesco Profumo, addetto dal Napolitano, dal Monti, dal Pdl, dal Pd e dal Terzo polo alla soluzione finale del problema dei Bambini e dei Ragazzi italiani per il sistema finanziario globale: Il piano di tagli agli sprechi messo in cantiere dal governo Monti prevede alla voce scuola una ingiustificata partita di giro che toglie 200 milioni di euro alle istituzioni pubbliche per darli a quelle private. Con una motivazione che ha dell’ironico se non fosse per una logica rovesciata che fa rizzare i capelli in testa anche ai calvi. Leggiamo che si tolgono risorse pubbliche alle università statali al fine di  “ottimizzare l’allocazione delle risorse” e “migliorare la qualità” dell’offerta educativa. Stornare risorse dal pubblico renderà la scuola più virtuosa. Ma perché la virtù del dimagrimento non dovrebbe valere anche per il settore privato? Perché solo nella già martoriata scuola pubblica i tagli dovrebbero tradursi in efficienza? Lo stillicidio delle risorse all’istruzione pubblica e alla ricerca va avanti imperterrito da più di dieci anni, indipendentemente dal colore dei governi e dallo stato dei conti pubblici. Il paradosso, che suona irrisione a questo punto della nostra storia nazionale, la quale documenta di una disoccupazione giovanile che viaggia verso il 40%, è che l’apertura di credito alle scuole private (sulle quali vedi il post che segue, n.d.r.) è andata di pari passo all’umiliazione di quelle pubbliche, ottime scuole peggiorate progressivamente quasi a voler creare artificialmente, e con i soldi dei contribuenti, un mercato per il servizio privato educativo che non c’era. (Nadia Urbinati, La Repubblica, giovedì 5 luglio 2012). Gentile signora Urbinati, perché parla con le iene? Quelli sono iene e sciacalli, cara e gentile signora: il linguaggio umano, soprattutto quando è alto e nobile come il suo, non lo capiscono. Parlare, con quelli, serve solo a sembrar loro vili e a diventarlo. Prima cominceremo a trattarli come le iene e gli sciacalli che sono, meglio sarà.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

sulle cosiddette “scuole” private per le quali le iene e gli sciacalli napolitano-montisti stanno distruggendo la Scuola e abbandonando a sé stessi i Bambini e i Ragazzi italiani: Sono appena tornato da una sessione di colloquio per l’esame di Stato presso una scuola paritaria. Abbiamo esaminato cinque allievi, con esito negativo per tre. Esco dall’istituto e mi ritrovo con danni al mio scooter (specchietto divelto, sellino squarciato, graffi sulla carrozzeria). Forse perché pretendo di fare quello per cui lo Stato mi paga: insegnare ed esaminare con equità e giudizio. Ma è possibile farlo se ci si ritrova ad esaminare allievi che con grande difficoltà riescono solamente ad introdurre l’argomento scelto e non dire nulla o quasi del resto degli argomenti trattati? Come si fa a spiegare perché, in presenza di colloqui gravemente insufficienti, i commissari interni valutano con il massimo dei voti? Il ricatto al quale sono sottoposti i docenti nelle scuole paritarie consentirà sempre ai loro gestori di garantirsi un mercato florido. (Lettera a La Repubblica di giovedì 5 luglio 2012).

 

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La fiducia dei deputati del Pidì per la Fornero? Il 97,5%. La nostra fiducia nei deputati del Pidì? Il 2,5%.

La fiducia dei deputati del Pidì per la Fornero? Il 97,5%. La nostra fiducia nei deputati del Pidì? Il 2,5%.

 

(di e su) Elsa Tina Pica Fornero (estremista di destra a cui il Napolitano, il Monti, il Pidièlle, il Pd e il Terzo Polo hanno consegnato i Lavoratori italiani): La mozione di sfiducia contro Elsa Fornero, ministro del Welfare, è stata respinta alla Camera ieri con 435 voti contrari, 88 a favore e 18 astenuti. In aula mancavano 89 parlamentari. Il Pdl, uno dei partiti che sostengono il governo Monti, è stato spaccato da numerosi frondisti: 5 deputati hanno votato sì alla sfiducia, 40 erano assenti, 16 si sono astenuti. Fronda anche nel Pd: in 19 non hanno rinnovato la fiducia alla Fornero. Ma solo in 5 non hanno giustificato la loro assenza al voto: Esposito, Boccuzzi (operaio sopravvissuto al rogo della ThyssenKrupp), Codurelli, Gnecchi e Sabina Rossa, figlia del sindacalista della Cgil ucciso dalle Brigate rosse. (La Repubblica, giovedì 5 luglio 2012). I deputati del Partito democratico, se non andiamo errati, sono attualmente 205. Duecento di essi si fidano della Fornero, 5 no. 5 deputati su 205 corrispondono a circa il 2,5% del gruppo parlamentare. Bene: anche la nostra personale fiducia nel Partito democratico si è ridotta al 2,5%.

 

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Per la serie "Titanic": la Finocchiaro e lo Schifani litigano per il telecomando mentre il Monti e la Fornero ci ammazzano.

Per la serie Titanic: la Finocchiaro e lo Schifani litigano per il telecomando mentre il Monti e la Fornero ci ammazzano.

 

sul Pidièlle, il Pidì e il Terzo polo: Renato Schifani manda una lettera al presidente della Vigilanza sulla Rai. Il presidente del Senato comunica a Sergio Zavoli di aver deciso di accogliere la richiesta del gruppo Coesione e territorio di avere un rappresentante in commissione, di aver invitato Gasparri a scegliere di chi fare a meno, e di aver quindi sostituito Amato con Pasquale Viespoli. Nel giro di pochi minuti, il partito di Silvio Berlusconi ha risolto i suoi problemi: fuori il franco tiratore, dentro un voto sicuro. Amato cede: “Schifani è stato corretto. Non farò ricorso”. Non cede il centrosinistra. La presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro denuncia “un atto illegittimo”, ripercorre la tempistica sospetta e chiede, appoggiata dal segretario Bersani, che il presidente del Senato riferisca in aula. Paolo Gentiloni parla di decisione “sconcertante” e “illegale”: “L’articolo tre del regolamento prevede la sostituzione solo in caso di dimissioni, cessazione del mandato elettorale o incarico di governo”. Dario Franceschini fa notare che il Pd non ha fatto nulla per sostituire il radicale Beltrandi, che pure non vota con il gruppo. Casini dice: “Ciò che è successo è incredibile. Si cambia in corso d’opera il corpo elettorale: è una cosa lunare”. Invoca il commissariamento della Rai, il leader Udc, come fanno Fli e parte del Pd. Poi arrivano le parole di Fini, e la risposta dura di Alfano, Cicchitto, La Russa... (La Repubblica, giovedì 5 luglio 2012). Mentre il governo distrugge 30.000 posti letto negli ospedali, regala ai preti altre centinaia di milioni all’istruzione dei Bambini e dei Ragazzi italiani e toglie altri miliardi alle Regioni, ai Comuni, cioè ai Servizi pubblici, cioè alla vita delle Cittadine e dei Cittadini, mentre gli Italiani cercano ormai di risparmiare perfino sulla spesa alimentare, questi inqualificabili individui che fanno? Litigano per il telecomando.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

30.000 posti-letto in meno negli ospedali, altre centinaia di milioni tolti ai Bambini e ai Ragazzi italiani per finanziare (contro la Costituzione) le cosiddette “scuole” private, decine di migliaia di “prepensionamenti” a metà stipendio, miliardi di nuovi tagli alla Sanità, alle Regioni, ai Comuni, cioè ai Servizi pubblici, cioè alla vita delle Cittadine e dei Cittadini italiani: alle spalle del tecnico Monti, “trionfatore sulla Merkel”, e del tecnico del tecnico Bondi Enrico, ecco la vera ispiratrice di entrambi: la volontà di morte di continuare a colpire fino ad ammazzarci Tutti, per darci in pasto al sistema finanziario globale divoratore di Carne Umana.

 (Titolo de L'Unità di mercoledì 4 luglio 2012).

(Titolo de L’Unità di mercoledì 4 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Gruppo Bilderberg" (secondo alcune fonti): Mario Monti, Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del Gruppo negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale) e Barbara Spinelli.Per la serie "Gruppo Bilderberg" (secondo alcune fonti): Mario Monti, Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del Gruppo negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale) e Barbara Spinelli.Per la serie "Gruppo Bilderberg" (secondo alcune fonti): Mario Monti, Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del Gruppo negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale) e Barbara Spinelli.

Per la serie Gruppo Bilderberg (secondo alcune fonti): Mario Monti, Bernhard van Lippe Biesterfeld

(olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del Gruppo negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale) e Barbara Spinelli.

 

Barbara Spinelli (finta sinistra che secondo alcuni è nel Gruppo Bilderberg insieme a Mario Monti, Romano Prodi, Emma Bonino, Enrico Letta e Walter Veltroni, e sulla quale vedi anche qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui): Nell’emergenza viviamo da tanto, troppo tempo. È come un treno sterminato, ogni convoglio è uno stato d’eccezione che sùbito cede il passo a un identico convoglio, e questo ha deformato non solo i modi e le regole della politica, ma la vigilanza ddi noi tutti. (...) Tra le innumerevoli emergenze ricordiamo il terrorismo, le stragi degli anni ’90, i patti con la mafia che si accoppiarono alle stragi. Nell’intermezzo: le emergenze terremoto (Irpinia, Molise, Abruzzo), che permisero a cricche e camorre di lucrare sui disastri. Sono emergenze minori ma assieme alle altre hanno rafforzato, nelle menti, l’idea che la norma in Italia sia appunto fatta di sole eccezioni, che il potere giudiziario debba adattarsi a esse, e che tale sia il prezzo da pagare a un’unica, accentratrice istanza superiore: la ragione di Stato. Questo prevalere della ragione di Stato è il nodo centrale che la politica dovrebbe guardare in faccia, risolvere. (La Repubblica, martedì 3 luglio 2012). Di nuovo in errore, egregia Spinelli: è davvero triste come i suoi tentativi di riaccreditarsi a sinistra continuano ad andare incontro a penosi insuccessi. Poiché, vede, magari in Italia prevalesse la ragion di Stato: in uno Stato democratico, la ragion di Stato è la ragione dei Cittadini. Il guaio, all’opposto (veda di smetterla di prender lucciole per lanterne, egregia Spinelli) è che in Italia prevale da almeno un ventennio la ragione dell’antiStato. Quell’antiStato criminalfinanziario e/o finanziario-criminale che il Prodi e il Berlusconi non saziavano ancora abbastanza di Sacrifici Umani, ma che nei napolitano-montisti ha finalmente (per l’antiStato) trovato i suoi veri campioni. Ascolti il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, egregia Spinelli, se vuol capire quale ragione prevalga negli uomini che attualmente rappresentano le istituzioni e che dovrebbero difenderle, e cominci a domandarsi se vi sia un nesso, fra l’attacco allo Stato da parte delle criminalità organizzata e lo smantellamento dello Stato da parte della politica organizzata: L’Italia è un Paese di irresponsabili, senza giustizia e senza verità... Le istituzioni non hanno sostenuto l’azione della magistratura volta ad accertare la verità giudiziaria sulla trattativa tra Stato e mafia... Questa Seconda Repubblica affonda letteralmente i suoi pilastri nel sangue di quelle stragi, in quella trattativa che si sviluppò dietro le quinte di quelle stragi... L’Italia è un paese senza verità sulle stragi, sui grandi delitti politico-mafiosi, incapace di illuminare gli angoli bui e sporchi del suo passato, senza coraggio... Credo che in un Paese normale, di fronte a questa azione della magistratura, le istituzioni e la società si stringerebbero intorno ai magistrati, li sosterrebbero in questo compito difficile. Non solo la politica non ha fatto questo, ma anzi queste iniziative di verità sono state accolte con freddezza, fastidio, a volte con ostilità, come se questo Paese la verità non la volesse, come se ci fosse una grande parte del Paese che preferisce vivere in quell’eterno presente immobile senza conoscere le proprie origini, forse per la paura di scoprire qualcosa di cui vergognarsi nella propria vita... Noi fino a quando non conquisteremo una sufficiente parte di verità, fino a quando non ristabiliremo principi di responsabilità, non diventeremo mai una democrazia. (Antonio Ingroia, citato da La Repubblica di martedì 3 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "Veltroniani che assomigliano a Breivik": Stefano Ceccanti.

Per la serie Veltroniani che assomigliano a Breivik: Stefano Ceccanti.

 

(su) Stefano Ceccanti (veltroniano che nel dicembre 2008, per dare una mano al Berlusconi, propose di cambiare la Costituzione in senso presidenzialista; che nel giugno 2010 insorse contro Pier Luigi Bersani, insieme a una ben organizzata claque di finti sinistri, perché si era permesso di usare la parola compagni; e che nel febbraio 2011, con la medesima claque, ha aperto qualche spiraglio ai berluscìsti sul ripristino dell’immunità parlamentare): Suscita forti perplessità sia politiche che giuridiche il disegno di legge Ceccanti e Chiti del 27 giugno, col quale, dai due senatori del Pd, si vorrebbe con una legge costituzionale far invitare il popolo italiano a esprimere la sua scelta tra la forma di governo parlamentare tedesco e la forma di governo semipresidenziale. (...) Un referendum d’indirizzo, come quello proposto da Ceccanti e Chiti, che vincoli il Parlamento ad adottare una forma di governo diversa da quella vigente si pone (quale che sia la bontà delle soluzioni poste in alternativa) manifestamente in contrasto con la vigente Costituzione. Ed è quindi inammissibile nel suo contenuto precettivo. (...) Se tutto ciò non bastasse, vi è un ulteriore motivo di perplessità. L’appello al popolo perché sia esso a decidere la forma di governo finirebbe per caricare una tale scelta (soprattutto a favore del semipresidenzialismo) di suggestioni populistiche e identitarie, laddove una scelta di questo genere (ammesso che sia costituzionalmente legittima, di cui molti dubitano) dev’essere meditata e razionale. (Alessandro Pace, La Repubblica, martedì 3 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Stefano Boeri (assessore alla Cultura milanese, già sconfitto da Pisapia alle primarie per l’elezione a sindaco): Una serata per capire come si possa fare di più con di meno... Penso di candidarmi alle primarie del Pd: il mio partito non può restare schiacciato tra il conservatorismo di Bersani e il liberismo di Renzi... E poi basta con le culture del Novecento... Né Bersani né Renzi rappresentano il mondo dinamico e produttivo che si muove non solo nelle grandi città, ma nei distretti industriali, insomma quelli che sostengono l’export e producono pil. (La Repubblica, martedì 3 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

 

Un economista si lascia sfuggire la verità sulle balle che ci raccontano le destre e le finte sinistre serve del sistema finanziario globale: Resta un dubbio, una provocazione, ma noi economisti la studiamo: il ritorno della dracma sarebbe una tragedia nazionale e l’ulteriore impoverimento devastante, ma se dopo qualche anno la Grecia conoscesse una fase di sviluppo, che esempio sarebbe? Meglio evitare che Atene esca dall’euro. (Peter Diamond, economista, intervistato da La Repubblica di lunedì 2 luglio 2012).

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "L'insonnia dei naziliberisti genera coppie mostruose": Sergio Marchionne e Mario Monti.

Per la serie L’insonnia dei naziliberisti genera coppie mostruose: Sergio Marchionne e Mario Monti.

 

Sergio Marchionne (su cui vedi anche qui, qui e qui): Mario Monti “ha fatto un capolavoro che può davvero cambiare lo scenario in Europa”. Sergio Marchionne, ultimamente pessimista sulle prospettive del vecchio continente, sembra dar credito alle possibilità aperte dall’accordo di Bruxelles: “Con quell’intesa abbiamo trovato la struttura necessaria a uscire dalla crisi”, dice l’ad della Fiat a margine della presentazione di un nuovo veicolo dell’Iveco. Non è la prima volta, del resto, che il manager di Torino mostra di apprezzare la linea del governo tecnico. In questa occasione però è andato oltre: “Monti non è stato bravo: di più. Eravamo andati vicino a una situazione molto complicata. Non ce ne rendevamo conto o non volevamo rendercene conto, ma certo questo accordo è un fatto molto, molto positivo, che fuga molte nubi. Credo che non abbiamo mai avuto in Italia qualcuno in grado di fare una cosa del genere”. (La Repubblica, lunedì 2 luglio 2012). Se un Marchionne pronunciasse sia pur vaghe parole di apprezzamento nei nostri confronti, ci suicideremmo. Del resto, ci suicideremmo anche se ci sorprendessimo a pronunciare parole di apprezzamento nei confronti di un Monti. Ma tranquilli: il Monti e il Marchionne non lo faranno, perché non assomigliano a noi in alcun modo. Ci suicideremmo, se ci assomigliassero.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Joseph Goebbels (1897-1945), ministro della Propaganda di Hitler (a inistra), ed Enrico Letta (a destra), ministro della Propaganda del Monti.

Joseph Goebbels, ministro della Propaganda di Hitler (a inistra), ed Enrico Letta (a destra), ministro della Propaganda di Monti.

(Per due giorni, dopo il suicidio di Hitler, Goebbels fu Cancelliere. Poi si suicidò a sua volta, insieme alla moglie, dopo aver assassinato i suoi bambini).

 

Enrico Bilderberg Letta (finto sinistro che il Pd continua a tollerare nelle sue file autorizzando il sospetto che finto sinistro sia il partito tutto): L’avvicinamento tra Monti e le tesi dei progressisti europei è segno che il governo che succederà a Monti sarà di centrosinistra, guidato dal segretario del Pd, e in forte continuità col governo Monti. Continuità programmatica e anche di uomini... Casini riconosce, pur venendo dalla famiglia europea in cui stanno anche Barroso e Berlusconi, che sono stati Monti e Hollande a guidare il processo, e capisce che in Italia serve una cosa simile... Il punto è che solo un processo riformatore può salvare l’Italia. Vendola in questi anni ha dimostrato di stare con i piedi dentro il disagio sociale del Paese e nello stesso tempo di essere capace di dare soluzioni di governo, guidando una regione importante come la Puglia. È quel che facciamo anche noi, anche Bersani in questi mesi è stato il paladino della fatica della società italiana mostrando un Pd capace di misurarsi con il governo dei processi in atto. Di Pietro a mio avviso non è invece in sintonia con questo tipo di obiettivo. Lo dimostra il suo approccio anti-istituzionale, aggressivo con il capo dello Stato che è invece il vero architetto di questa operazione e in fondo è il vero vincitore del Consiglio europeo. È chiaro infatti che senza Napolitano non ci sarebbe stata l’Italia protagonista del Consiglio europeo. (L’Unità, lunedì 2 luglio 2012). Gli asini non cercano di ipnotizzarsi l’un l’altro ripetendo giaculatorie senza senso, perciò non daremo dellasino a Enrico Bilderberg Letta. Ricorderemo, piuttosto, le sue prodezze degli ultimi tre anni... Gennaio 2009, la Cisl e la Uil firmano la “riforma” della contrattazione voluta dai berluscisti, la Cgil invece non firma. Enrico Bilderberg Letta, ministro-ombra del Welfare (!), commenta: Epifani non ha compreso la svolta. Pochi giorni dopo, assai più loquace, dichiara: Vogliamo essere un partito temporaneamente all’opposizione o una forza strutturalmente minoritaria? Nel secondo caso dobbiamo rendere soddisfatti di sé gli elettori progressisti, richiamarci alla piazza, agli scioperi generali, alla diversità morale... e vivere contenti e perdenti. Altrimenti, cominciamo a lavorare per sedurre l’elettorato moderato. 21 febbraio 2009, sulle colline di Todi (ma come, a Todi già nel 2009? Ebbene sì...) si ritrovano ― chiamati dalla fondazione Liberal di Adornato e dall’Uddiccì ― tutti i democristiani, i centristi, i discepoli del “nuovo conio”, insomma tutti quelli che sognano la scomposizione delle attuali alleanze, la fine del bipolarismo e la nascita di qualcosa di nuovo. E quassù, stipati in una sala stracolma, si annusano, si coccolano: “Siamo come le rondini che si radunano prima della grande migrazione,” pennella Rocco Buttiglione. Ciriaco De Mita, seduto in prima fila, li ascolta tutti e se li mangia con gli occhi: “Il Pidì è finito,” sentenzia soddisfatto, e lascia la sala sotto braccio con il giovane Letta. Poi arriva Francesco Rutelli, e Casini lo accarezza sulle guance. 6 marzo 2009, da Left: Chi paga la disoccupazione? Una parte del rinato partito che fu di Veltroni non ha dubbi: i lavoratori. In due maniere: per Enrico Letta e l’economista Nicola Rossi, i fondi possono essere raccattati agendo sulle pensioni: aumentando l’età pensionabile, a partire dalle donne, e tagliando la quota dello stipendio che transita nell’assegno previdenziale. Per Pietro Ichino, abrogando di fatto l’articolo 18, rendendo più facili i licenziamenti e cancellando la protezione “alta” del welfare italiano, cioè la cassa integrazione. 16 maggio 2009: Enrico Bilderberg Letta si dichiara d’accordo col Penati e col Chiamparino che a loro volta si son dichiarati d’accordo coi respingimenti in mare escogitati dal Maroni. Dicembre 2009: Enrico Bilderberg Letta parla del diritto di Berlusconi di difendersi nel processo e dal processo, e aggiunge che sulla giustizia c’è stato “un abuso politico” a sinistra. Giugno 2010, Enrico Bilderberg Letta, pur di sedurre l’elettorato moderato continua a strizzare l’occhio ai portatori di moccichino verde già elogiati per i respingimenti in mare: Dobbiamo sfidare il Carroccio sul suo terreno. Dire che il federalismo lo vogliamo anche noi. Per esempio, il governo ha perso un’occasione sulla devoluzione demaniale: non trasferisce risorse agli enti locali. A che serve? Si potrebbero abolire le prefetture, unendole alle questure. E usare i palazzi prefettizi per scopi sociali. Bossi apprezza le sue aperture: “La sinistra comincia a valutare le cose realisticamente,” dice. “Chi dialoga con noi vince le elezioni”. Ed Enrico Bilderberg Letta, pochi giorni dopo, nel pieno delle polemiche per le orribili condizioni dei Migranti detenuti nei Cie maroniani, si sbilancia un altro po: È necessario aprire un dialogo con la Lega Nord, ce lo chiedono gli elettori. Sarà un confronto muscolare, certo, ma troveremo un punto in comune. Senza però dimenticare i giudici che si permettono di scioperare contro il Berlusconi, giudici che tra le bestie nere di Enrico Bilderberg Letta son secondi solo ai Migranti: Non ritengo lo sciopero delle toghe condivisibile, sebbene non sia uno sciopero politico. Il Pidì non deve scioperare insieme ai giudici. Nellagosto del 2010, eccolo insieme al Violante e all’Amato al meeting della ditta Comunione & liberazione. A parlare di cosa? Ma di governo tecnico e/o istituzionale, naturalmente, che preveggenza! Nell’ottobre del 2010 Enrico Bilderberg Letta si oppone alla partecipazione di esponenti del Pd alla manifestazione della Fiom. Lui, che ai metalmeccanici preferisce padroni, padronacci e padroncini, alla fine di quello stesso mese va invece a inginocchiarsi davanti ai giovani della Confindustria riuniti a Capri. Dove, a quanto riferisce Alberto Statera, illustra un’agenda di governo che allinea quasi tutti i punti indefettibili confindustriali. Strappa qualche timido applauso, ma s’infrange sul governo non di solidarietà, ma di responsabilità nazionale, che raccolga magari anche i pochi uomini del berlusconismo civile, tra i quali Letta colloca con persino esagerate parole di stima il qui presente Raffaele Fitto. Nel novembre 2010, sempre affettuoso coi portatori di moccichino verde, il Letta solidarizza col Maroni che si è dichiarato offeso e indignato dalle parole infamanti di Saviano, animate da un’evidente pregiudizio contro la Lega Nord. E conferma l’affettuosa attenzione nel febbraio 2011, quando si dichiara disponibile a ragionare su un eventuale governo Maroni. Ma è l’ultima volta che Enrico Bilderberg Letta flirta coi leghini. Siamo a maggio 2011 e il Napolitano, citando Antonio Giolitti, dà il segnale della guerra totale contro la linea cautamente di sinistra della segreteria Bersani, che definisce non credibile, non affidabile, non praticabile. Enrico Bilderberg Letta, fingendosi come al solito umilissimo (da quell’Uriah Heep che è, prosternandosi e strisciando per nascondere le enormi ambizioni e la posizione chiave che forse ha già raggiunto) si allinea prontamente: Metterei il testo di Giolitti nello Statuto del Pd. Perché corriamo ancora il rischio di essere risucchiati nel massimalismo. L’opposizione è fatta di tante anime. Per essere credibili, affidabili e praticabili, noi democratici dobbiamo evitare il peggiore dei pericoli: stare dalla parte delle frange più estreme. La normalizzazione di Bersani e dei suoi, infatti, necessariamente deve precedere il golpe soft contro il Berlusconi, o c’è il rischio che il segretario chieda elezioni anticipate e porti l’Italia davvero a sinistra, liberando il Paese dalle grinfie del sistema finanziario globale. E Bersani, purtroppo (non essendo un leone e non avendo, forse, neanche gli strumenti culturali per opporsi al naziliberismo e al cattofascismo della destra del partito) si mette paura, teme una scissione fomentata dal Napolitano (scissione che per il Pd sarebbe invece un toccasana storico), corre a raccomandarsi dal Ratzinger (la tristissima Canossa che da Pesaro lo porta ad Ancona) e alla fine cede su tutto. Da quel momento è la destra del Pd a dettare la linea, e il Bersani si adegua sempre. L11 luglio 2011 Enrico Bilderberg Letta (benché al governo ci siano ancora il Berlusconi e il Tremonti) parla già come un piccolo grande Monti: È arrivato il momento di cominciare a parlare di privatizzazioni. Penso a Poste, Ferrovie, Eni, Enel, Finmeccanica e alle 20.000 aziende partecipate dagli enti locali. A Ferragosto 2011 (!) pontifica sul quotidiano dei vescovi: Ci vuole un patto Bersani - Casini - Alfano - Maroni per salvare il Paese. Pochi giorni dopo è di nuovo al meeting della ditta Comunione & liberazione, ma questa volta dibatte col capo dello Stato, ospite d’onore, con il vicepresidente della Camera, il pidiellino Lupi, e con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà. A settembre 2011, ed è ormai storia recente, Enrico Bilderberg Letta si reca alla festa neofascista Atreju 2011 (dove per altro sono con lui, dinanzi a un pubblico per niente avaro di saluti romani e di tatuaggi a forma di svastica, anche Paolo Gentiloni, Giuseppe “Beppe” Fioroni, Giuseppe “Pippo” Civati, Enrico Gasbarra, Paola Binetti, Walter Veltroni e Luciano Violante) e prevedibilmente dichiara: “Mi auguro che nelle prossime settimane si formi un governo di responsabilità”. Poi c’è di nuovo Todi (una sorta di consiglio dei ministri napolitano-montisti in pectore, riuniti dal Bagnasco) e arriviamo così ai primi di ottobre del 2011, quando Pier Luigi Bersani, ormai fuori tempo massimo, ha un sussulto di dignità che lo rende profetico: E comunque, dichiara, anche se disponibili al governo di transizione, il nostro progetto non è quello, se no ci finiremo sotto come un camion. Parole di verità, se mai ne furon dette (e lo sappiamo bene oggi, col camion che passa e ripassa sui Lavoratori, sulle Donne, sui Pensionati e soprattutto sui Giovani, sui Ragazzi e sui Bambini italiani)... Ma saranno le ultime, povero Bersani, perché contro di esse, orchestrata nell’ombra dal Napolitano, si scatena violentissima la canea degli -oni del Pd. Tra i quali, ovviamente, in prima fila c’è Enrico Bilderberg Letta, benché -one (di nome) non sia. Sì, perché Enrico Bilderberg Letta (benché continui a prosternarsi e a strisciare umilmente come un Uriah Heep) ormai è una potenza (ammesso e non concesso che non lo fosse anche prima), e il primo ad accorgersene è il compagno Stefano Fassina quando, alla fine dello stesso mese, dal palco della manifestazione della Fiom si permette di invitarlo scherzosamente a venire in piazza anche lui, la prossima volta. Non l’avesse mai fatto. Prontamente insorge il responsabile del Pd per l’Università, tal Meloni (sì: il Letta, come Heep con Micawber, oggi ha a propria volta qualche sgherro al suo servizio): Mi auguro che le dichiarazioni di Fassina siano prontamente smentite, perché sarebbero difficilmente compatibili con l’equilibrio necessario per rappresentare tutto il Pd in una materia fondamentale come quella affidata alla sua responsabilità. È necessario che tutti ricordino che, mai come in questa fase di grande disagio e forte conflittualità sociale, le parole sono pietre. Indicare nemici dei lavoratori in questa fase non è responsabile, è stato un tratto tipico di stagioni drammatiche della storia italiana. Addirittura? Per una battutina su Enrico Bilderberg Letta? E chi sarà mai costui? Sembra una caccola, un nulla assoluto (uno scilipoti del montismo, addirittura, quando invia al neopresidente del Consiglio bigliettini che ricordano quelli delle ganze berlusciste al loro duce), ma anche Uriah Heep lo sembrava, a Davide Copperfield e ai suoi amici, finché un brutto giorno non si scoprì che si era pappato tutto.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

Per la serie "L'insonnia dei padroni genera mostri": Sergio Marchionne.

Per la serie L’insonnia dei padroni genera mostri: Sergio Marchionne.

 

Sergio Marchionne (su cui vedi anche qui e qui): La Fiat metterà in cassa integrazione, “se non in mobilità”, 145 attuali dipendenti di Pomigliano se sarà costretta dal tribunale ad assumere altrettanti iscritti alla Fiom. (La Repubblica, domenica 1° luglio 2012). Fascista e ricattatore? No: il fascismo non c’è più, e un ricattatore che intasca mezzo miliardo di euro all’anno è inimmaginabile. Diciamo che il Marchionne si sta producendo in una buona imitazione di ricattatore fascista. Bravo attore com’è, speriamo però che non voglia cimentarsi anche nella parte del pedofilo assassino: sarebbe così convincente che il pubblico si sentirebbe male per il disgusto.

 

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Le balle...

Titoli de La Repubblica e (in basso a destra) de L'Unità di sabato 30 giugno 2012. Titoli de La Repubblica e (in basso a destra) de L'Unità di sabato 30 giugno 2012.

 

...e la realtà:

Titoli de La Repubblica e (in basso a destra) de L'Unità di sabato 30 giugno 2012. Titoli de La Repubblica e (in basso a destra) de L'Unità di sabato 30 giugno 2012.

Titoli de La Repubblica e (in basso a destra) de L’Unità di sabato 30 giugno 2012.

 

Sembrerebbero buone notizie: preceduto e “incoraggiato” da François Hollande e perfino dal destro Rajoy, il Monti (fino a oggi allineato e convinto) osa finalmente opporsi alla Merkel e ottiene importanti concessioni. Le Borse festeggiano, lo spread cala, l’Italia, l’Europa e il Mondo tirano un sospiro di sollievo: siamo salvi! Solo che non è vero. Nessuno sarà salvo finché le destre e le finte sinistre non troveranno il ben più sostanziale coraggio di opporsi con la massima fermezza alla “cultura” neonazista, gonfia d’odio contro l’Umanità, che idolatra il sistema finanziario globale. Nessuno sarà salvo finché il sistema finanziario globale continuerà a farla da padrone del pianeta. Nessuno sarà salvo finché il sistema finanziario globale, anziché ricevere qualche sonoro ceffone che lo rimetta al suo posto al servizio del Lavoro, dell’Economia e di tutti Noi, continuerà a ottenere sacrifici umani come quelli che il Monti e il suo governo di estremisti di destra riconfermano anche oggi: altri tagli, altri licenziamenti, altra Carne Umana per il sistema finanziario. Il quale perciò, lungi dal placarsi, impazzerà sempre di più e avrà bisogno di sempre più Carne Umana. Finché non avrà ingoiato tutti, compresi i suoi servi, senza nemmeno accorgersene. Lo preannuncia del resto anche l’inconsapevole e insensata Repubblica, dando il suo solito contributo alla catastrofe pur mentre cerca di mostrarsi giulivamente ottimista: “Ora spetta a voi fare la vostra parte in Parlamento”, questo il senso della telefonata del premier ai leader dei partiti. Un messaggio recapitato suaviter in modo, fortiter in re, secondo la regola gesuitica appresa al liceo Leone XIII. Parole garbate, ma sostanza durissima. Come i provvedimenti che il Consiglio dei ministri sfornerà tra lunedì e martedì, dai cinque agli otto miliardi di tagli radicali alla spesa, a partire da quella sanitaria. Misure draconiane, di fatto una manovra aggiuntiva, che spetterà alla maggioranza ingoiare in fretta e spiegare a un paese già stremato (il tono dittatoriale contro il Parlamento e l’iniziale minuscola contro il Paese sono del quotidiano, n.d.r.). “Mi aspetto che facciate la vostra parte”, ha insistito Monti. Che guarda anche a quei 13 decreti che aspettano di essere approvati da qui a fine luglio, oltre al Fiscal compact e alla spending review. (Francesco Bei, La Repubblica, sabato 30 giugno 2012). Modestia vorrebbe che concludessimo scrivendo che speriamo di sbagliarci. Ma sarebbe corretto? (E si disilluda leventuale stupidotto, insinuante che parliamo come il Brunetta: il Brunetta, organico alla “cultura” naziliberista, vaticina catastrofi non perché il Monti continua ad alimentare il sistema finanziario globale di Carne Umana, ma perché non gliene dà abbastanza. ScuolAnticoli, invece, sostiene almeno dal 2006 che nutrire gli squali, anziché placarli, li rende sempre più numerosi, affamati e violenti).

 

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Enrico e Gianni Letta, nipoti di un gerarca fascista elogiato da Hitler per la solerzia con cui applicò le leggi raziali, e Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del gruppo Bilderberg negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).Enrico e Gianni Letta, nipoti di un gerarca fascista elogiato da Hitler per la solerzia con cui applicò le leggi raziali, e Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del gruppo Bilderberg negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).Enrico e Gianni Letta, nipoti di un gerarca fascista elogiato da Hitler per la solerzia con cui applicò le leggi raziali, e Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del gruppo Bilderberg negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).Enrico e Gianni Letta, nipoti di un gerarca fascista elogiato da Hitler per la solerzia con cui applicò le leggi raziali, e Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del gruppo Bilderberg negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).

Enrico e Gianni Letta, nipoti del gerarca fascista Guido Letta, elogiato da Hitler per la solerzia con cui applicò le leggi raziali,

con Bernhard van Lippe Biesterfeld (olandese, ex ufficiale delle SS, tra i fondatori del gruppo Bilderberg dopo la Seconda guerra mondiale).

 

Enrico Bilderberg Letta (finto sinistro che il Pd continua a tollerare nelle sue file autorizzando il sospetto che finto sinistro sia il partito tutto): La rotta che interessa a noi è la continuità con l’esperienza di Mario Monti, le riforme e una politica più pulita... Il nuovo governo dovrà avere una sintonia con l’esecutivo tecnico e il suo modo di essere. Monti, insieme con Napolitano, è stato la chiave del successo italiano al vertice di Bruxelles. E il governo futuro, a mio parere, non potrà che essere di centrosinistra, lontano mille miglia dal grillismo, dai proclami sull’uscita dall’euro, dai pugni battuti sul tavolo in Europa per difendere non l’intero continente, ma i presunti interessi del nostro Paese. Oggi in Italia chi insegue Grillo? Solo Berlusconi e Di Pietro... Il capo dello Stato è l’architrave su cui poggia il ritrovato ruolo internazionale dell’Italia. Per il Pd attaccare il Quirinale significa attaccare lo straordinario ruolo di leadership dimostrato da Monti in Europa. Ci rendiamo conto? A Bruxelles la partita si è giocata tutta sull’asse Monti-Merkel. Una cosa impensabile qualche mese fa... Noi diciamo che austerità e una politica di soli tagli porta agli estremismi e distrugge la governabilità. Monti ha imposto all’Europa un indirizzo diverso: rimodulazione dell’austerity e lavoro sulla crescita indicando una luce in fondo al tunnel. (La Repubblica, sabato 30 giugno 2012). L’ultima furbata di cattofascisti e naziliberisti: insultare, chiamandolo grillino (o, peggio, berluscista) chi non è d’accordo con loro. In coppia, come il Gatto e la Volpe, con l’altra furbata, ancor più stupida, di camuffare e difendere i Sacrifici Umani chiamandoli austerity e sostenendo che vanno continuati, bisogna solo stare attenti a non esagerare. Non perché i Sacrifici Umani siano sbagliati, ma solo perché rischiano di portare estremismi e di distruggere la governabilità.

 

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Ecco un manifesto della Cgil che dice cose condivisibilissime. Ma le dice un pochino in ginocchio, ci sembra.

Ecco un manifesto della Cgil che dice cose condivisibilissime. Ma le dice un pochino in ginocchio, ci sembra.

 

Andarono dietro alla Morte... e portarono l'Italia con sé.

 

contro il bis-compromesso storico Bersani-Casini, bella doppia pagina di left di sabato 30 giugno 2012.contro il bis-compromesso storico Bersani-Casini, bella doppia pagina di left di sabato 30 giugno 2012.

Contro il bis-compromesso storico Bersani-Casini, bella doppia pagina di Left di sabato 30 giugno 2012.

 

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sullo Scempio della Costituzione (su cui vedi anche qui, qui e qui) che il Monti, il Napolitano, il Pdl, il Pd e il Terzo polo stanno consumando con una maggioranza tale da impedirci di fermarli con un Referendum: Ma davvero crediamo che il discorso sulle riforme costituzionali sia un discorso onesto, fatto cioè per il bene della Costituzione? A me sembra viceversa che serva strumentalmente a creare assi politici particolari, a lanciare messaggi all’opinione pubblica che sono appunto puri messaggi, perché non si arriverà mai in fondo. Infine viene usato da alcune persone, anche nel Pd, per accreditarsi come protagonista di un clima costituente strizzando l’occhio all’avversario. (...) Non mi piace affatto la bozza in discussione. Meglio, molto meglio tenersi la Costituzione che c’è. Altri costituzionalisti la pensano così, e loro non trafficano con la Carta, a differenza di quello che fanno i politici. Il rapporto tra Senato federale e Camera è un pasticcio inverecondo, la sfiducia costruttiva ingessa la vita politica estromettendo il presidente della Repubblica dalle sue funzioni di garante. Non sono il solo a essere contrario a certe proposte. Mi piacerebbe che il capo dello Stato rappresentasse anche queste posizioni. (...) La risposta dei partiti è che larticolo 138 sancisce la possibilità di modifiche. Definitive con il voto dei due terzi delle Camere, soggette a referendum con maggioranze della metà più uno. Ma quell’articolo presuppone che una larghissima maggioranza parlamentare coincida con la grande maggioranza del Paese. Oggi siamo sicuri che sia così? Con i risultati delle amministrative, l’astensionismo, con l’esplodere del grillismo, questo Parlamento può pensare di mettere mano in profondità alla Costituzione? (...) Nelle prime bozze qualcuno (il Partito democratico, n.d.r.) aveva addirittura immaginato tre premi di maggioranza per i primi tre partiti. Ecco dove si può arrivare senza un’opinione pubblica vigile... Ma il dibattito con Bersani nasce nel clima più amichevole e costruttivo possibile. Libertà e Giustizia è legata all’idea che una democrazia senza partiti non esiste. Siamo interessati a partiti che funzionino come canali di comunicazione tra i cittadini-elettori e la politica. Temiamo la critica cieca ai partiti, perché sappiamo dove conduce. (Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, intervistato da La Repubblica di venerdì 29 giugno 2012).

 

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